La nascita e la morte sono gli eventi magici per eccellenza. In entrambi gli eventi ci sono manipolazioni di Energia Vitale e di Consapevolezza. La nascita e la morte sono i due momenti di trasformazione assoluta dell'uomo. Nulla é piú come prima e il dopo si relaziona col prima solo attraverso il divenuto nel prima dell'uomo.
Nello spazio esistente fra la nascita del corpo fisico e la morte del corpo fisico c'é una distanza coperta dall'esercizio della volontá e delle determinazioni del soggetto. C'é una distanza coperta dalle contraddizioni dell'esistenza. C'é una distanza coperta dall'interazione soggettiva fra il soggetto che copre quella distanza attraverso il suo desiderio e la volontá e le determinazioni di ogni Coscienza di Sé che lo circonda.
La nascita del corpo fisico e la morte dello stesso determinano i limiti dell'Essere come noi lo conosciamo. Percorrere quella distanza é il nostro "lavoro": la nostra trasformazione.
A seconda di come percorriamo quella distanza noi, partendo dalla nascita del corpo fisico, costruiamo la morte del corpo fisico.
La vita fetale é il nostro punto di riferimento. Noi non abbiamo a disposizione altro elemento, considerando la fisicitá della ragione e della sua descrizione, per comprendere quanto una ragione, condizionata educazionalmente, si rifiuta di accettare. L'Essere Feto rientra nella descrizione della ragione esclusivamente per le sue trasformazioni fisiche. Non so se un giorno le cose saranno cambiate con aggiunte o correzioni da parte della scienza medica, ma ne dubito; almeno nell'attuale sequenza delle trasformazioni. L'Essere Feto si trasforma per prepararsi alla propria morte. L'Essere Feto sa e non sa cosa lo attende mentre il malessere che lo assale lo spinge a percorrere un tunnel per l'uscita dalla pancia della madre.
Eppure, noi sappiamo che dall'attimo del concepimento alla morte dell'Essere Feto questo ha trascorso un periodo nel quale la sua unica preoccupazione, almeno dal nostro punto di vista, era quella di crescere. Secondo alcuni studiosi, nella pancia della madre, l'Essere Feto ha percorso tutte le trasformazioni che la specie umana ha percorso in tutta la sua storia evolutiva fino a diventare ció che siamo. All'Essere Feto importava soltanto crescere, svilupparsi: sviluppare il suo Potere di Essere. Poi, le condizioni naturali, lo hanno ucciso.
Noi sappiamo che l'Essere Feto é morto; noi sappiamo che é nato un Essere Umano.
Noi sappiamo che la madre poteva abortire l'Essere Feto; noi sappiamo che qualche volta da noi, spessissimo nel terzo mondo e fino a qualche decennio fa anche da noi, spesso gli Esseri Feto nascevano morti come Esseri Feto e morti come potenziali Esseri Umani.
Noi conosciamo delle trasformazioni.
Noi conosciamo anche la corsa degli spermatozoi per raggiungere l'ovulo e fecondarlo. Noi sappiamo anche quanti spermatozoi moriranno in quella corsa. Quante possibili combinazioni di Esseri Umani vanno perdute.
Eppure, pur sapendo tutto questo, non ne prendiamo atto.
Pur sapendo tutto questo fingiamo di vivere lo spazio che separa la nascita del corpo fisico dalla morte del corpo fisico con la stessa incoscienza con la quale supponiamo, attraverso la descrizione della ragione, che l'Essere Feto vivi il suo stato all'interno della pancia della madre.
Fingiamo di non accorgerci come l'Essere Feto fosse in realtá estremamente determinato a crescere anche a costo di uccidere la madre. All'Essere Feto non interessa nulla della madre: egli deve crescere. La sua determinazione é funzionale alla costruzione del suo divenire all'interno della relazione oggettivitá-soggettivitá nella quale vive. Noi, d'altro canto, abituati a descrivere ogni cosa, riteniamo che solo quanto riusciamo a descrivere sia reale. Solo quanto riusciamo ad immaginare é vero.
Dal momento che non ci educhiamo a sospendere il giudizio, riteniamo che l'Essere Feto sia stupido come noi siamo educazionalmente costretti a pensare che sia. Eppure l'Essere Feto risolve i suoi problemi di sviluppo del suo Potere di Essere nel miglior modo che gli é possibile dato il patrimonio genetico di partenza. Infatti se ci sono carenze (vitamine, calcio, ferro ecc.) l'Essere Feto le lascia alla madre cercando di appropriarsene quanto piú gli é possibile.
Nonostante questo, noi agiamo sul neonato cercando di impedirgli di usare la sua volontá e le sue determinazioni trasformandolo in Essere Umano obbediente e condizionato alla sottomissione. Come é possibile, in queste condizioni, pensare che al morte del corpo fisico sia uguale per tutti?
Gli Esseri Umani devono essere uguali all'interno del Sistema Sociale, ma non sono uguali davanti alla morte. Davanti alla morte portano il bagaglio che hanno costruito nel corso della loro esistenza.
Davanti alla morte portano quanto hanno accumulato nel coprire lo spazio che va dalla nascita del corpo fisico alla morte del corpo fisico. Mettersi in ginocchio, depositare la speranza della continuitá della propria vita nelle mani o nelle parole di qualcuno, significa aver rinunciato a prendere nelle proprie mani il corso della propria esistenza. Spesso a volte ci sono delle condizioni che intervengono a sottometterci. Condizioni alle quali non siamo in grado di sottrarci nemmeno con tutto il nostro furore. Ma quelle condizioni non devono assorbirci con tutto il nostro cuore. Si deve imparare ad attendere il momento giusto per sottrarsi.
Se lo scopo del condizionamento educazionale é quello di impedire all'individuo di prendere nelle proprie mani la propria esistenza sviluppando il suo Potere di Essere, compito dell'individuo é quello di invertire questo processo percorrendo comunque un sentiero di sviluppo di sé stesso, magari partendo anche dagli elementi che il condizionamento educazionale ha imposto.
Gli stessi effetti delle NDE, Near Death Experiences esperienze di premorte, non sono delle costanti nei vari individui. Si presentano in forma diversa anche se hanno alcuni elementi comuni. Quegli elementi comuni rappresentano essenzialmente che apparteniamo tutti alla stessa specie di animali della natura. Quando si presentano delle variabili, si presentano elementi diversi e dissonanti rispetto all'apparato allucinatorio dell'individuo, tanto che la descrizione di NDE autoscopiche (uscita della capacitá di percepire dal corpo) e NDE trascendenti (apparizioni di Gesú, madonna, dio, santi Buddha, Maometto, Mosé, ecc.) appartiene ai diversi divenuti delle singole persone (é la ricordare la sindrome di Gerusalemme che porta a visioni del proprio dio padrone o dei suoi servi senza che ci sia situazione di premorte).
Il fatto che spesso nelle NDE autoscopiche non ci siano elementi trascendenti é importante perché dimostra come la descrizione degli elementi del condizionamento educazionale non sono assoluti, nel modo di incidere nella psiche dell'individuo, ma sono elementi che si possono rimuovere anche se il percorso per la loro rimozione non puó essere definito oggettivamente, ma appartiene al divenuto del singolo Essere Umano.
Mettere in ginocchio un Essere Umano é atto dell'oggettivitá che chiede al nuovo nato di mettersi al servizio dei suoi padroni; liberarsi dal condizionamento educazionale é un atto di volontá soggettivo, una presa di coscienza, una forza di trasformazione che puó essere prodotta soltanto dall'Essere Umano nel corso della sua vita.
Dalla nascita alla morte si percorre un cammino dalla cui qualitá dipende il nostro divenire nell'eternitá dopo la morte del corpo fisico.
Per la scienza ogni individuo muore perché la scienza, strumento con cui la ragione descrive il mondo, muore con l'individuo. La scienza ha paura della morte perché la morte dell'individuo nega la sua utilitá e la sua ragione d'essere. Come la ragione ha paura della morte, cosí la scienza ha paura della morte e costringe l'individuo a rifugiarsi nel condizionamento educazionale che subito nell'infanzia.
Scritto nel 1997
Revisione 30 marzo 2016
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Le persone non si rendono conto che quando stanno per morire, non sono morte. In ogni caso noi disponiamo di strumenti mentali con cui possiamo afferrare aspetti inusuali del mondo che ci circonda. Questi strumenti non ci dicono com'è il mondo dopo la morte, ma ci indicano possibilità esistenziali e opportunità diverse da quelle che immaginiamo.