Corte Europea per i diritti dell’uomo
La sentenza sul crocifisso nelle aule scolastiche
Reazioni sociali ed implicazioni in Italia.
La Costituzione e il diritto civile
Di
Claudio Simeoni
La questione della
libertà religiosa e la protezione degli individui dalle aggressioni delle
religioni è il fondamento della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo.
La Corte ONU e le
carte dei diritti dei cittadini Europei, hanno lo scopo di proteggere i
cittadini dalle violenze delle religioni e non quello di consentire alle
religioni di far violenza ai cittadini imponendo la loro morale, le loro
regole, i loro simboli.
Il crocifisso
rappresenta valori estranei alla Carte dai diritti dei Cittadini dell’Europa.
Come può la monarchia
assoluta essere un principio accettato dall’Europa?
Eppure il crocifisso
rappresenta il diritto del dio padrone a crocifiggere chiunque non si metta in
ginocchio davanti a lui.
Come può il razzismo
essere un principio accolto dall’Europa?
Eppure il crocifisso,
con l’odio di Gesù per i farisei, rappresenta un atto di violenza e odio nei
confronti di altre razze (cosa fatta propria da Hitler nell’elaborazione della
soluzione finale).
Come può essere
accettato lo schiavismo nella carta dei diritti dell’Europa? Eppure il
crocifisso rappresenta lo schiavismo e la riaffermazione del padrone: sia
religioso che sociale, sui cittadini.
Il crocifisso fa
parte della “tradizione” europea fatta di campi di sterminio, stragi, razzismo,
disprezzo per l’uomo, negazione dei diritti civili, negazione della persona
umana per sottometterla come una bestia al dio padrone. Ancor oggi il
crocifisso è la negazione del diritto d’aborto, la negazione del diritto di
scegliere come morire, della negazione del divorzio, la negazione della persone
di disporre del proprio corpo e della propria sessualità.
Il crocifisso è la
negazione della dignità morale dell’uomo garantita dalle Costituzioni
occidentali.
Il crocifisso
rappresenta quanto di più abietto si sia manifestato nella famiglia umana:
rappresenta il colonialismo e milioni di individui macellati per metterli in
ginocchio davanti ad un dio padrone!
Davvero qualcuno
vorrebbe introdurre nazismo, razzismo, schiavismo, negazione dell’uomo,
monarchia assoluta, fra i principi e i valori dell’Europa unita?
Fin da Teodosio la
storia umana non è altro che un insieme di atti eroici, di individui e popoli,
per uscire dall’orrore e dall’oscurantismo cristiano.
La sentenza della
Corte Europea dei Diritti dell’Uomo nel condannare lo Stato Italiano che impone
il crocifisso nelle aule, ha emesso una sentenza coerente sia con la sentenza
emessa dalla Corte Costituzionale che nel respingere il ricorso del Tar del
Veneto ha sottolineato come non vi fosse nessuna legge che impone il
crocifisso, ma solo una volontà criminale di apparati terroristici dello Stato,
sia nei confronti della sentenza della Corte di Cassazione che ha sottolineato
la serietà delle motivazioni adottate dal Giudice Tosti contro il crocifisso
nel tribunale.
L’unica cosa che io
mi auguro è che, effettivamente il governo Italiano, dopo aver dimostrato tanto
disprezzo per le leggi e la Costituzione, faccia effettivamente ricorso alla
Grande Camera contro questa sentenza.
Assistere alle dichiarazioni
di Fini, Bersani, Gelmini, in un’ottica di ricostruzione dello stato fascista,
da veramente il voltastomaco. Significa non solo non vedere l’orrore fascista
della storia italiana, ma mette in luce una volontà di ricostruzione
dell’Italia fascista in contrapposizione alla Costituzione.
Riporto dal giornale
La Repubblica:
Le reazioni.
In attesa che vengano depositate le motivazioni della sentenza, l'Esecutivo,
attraverso il ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola, ha fatto sapere che "il governo ha già fatto
ricorso contro la sentenza". Un annuncio anticipato da una serie di prese
di posizione. Per il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini: "La presenza del
crocifisso in classe non significa adesione al cattolicesimo, ma è un simbolo
della nostra tradizione". Sulla stessa linea il ministro per la
Semplificazione Roberto Calderoli
e quello della Giustizia Angelino Alfano. E'
critico il presidente della Camera Gianfranco
Fini: "Mi auguro che la sentenza non venga salutata come giusta
affermazione della laicità delle istituzioni, che è valore ben diverso dalla
negazione, propria del laicismo più deteriore, del ruolo del Cristianesimo
nella società e nella identità italiana".
E' cauta la reazione del neosegretario del Pd Pier Luigi Bersani: "Un'antica
tradizione come il crocifisso non può essere offensiva per nessuno. Penso che
su questioni delicate come questa qualche volta il buonsenso finisce di essere
vittima del diritto". E l'esponente Udc Rocco Buttiglione parla di "decisione aberrante".
Tratto da:
Il crocifisso è il
simbolo con cui la chiesa cattolica si riserva il diritto di stuprare i
bambini, nella psiche sempre, qualche volta anche nel fisico. E questo con la
complicità di Istituzioni criminali (sia come complici che con comportamenti
falsamente omissivi).
Non è che non abbiano
capito nulla della Costituzione e della Democrazia: sono criminali in malafede
che torturano i cittadini per questioni di propaganda! Fanno il pari con la
stupidità e l’ignoranza democratica del Presidente Giorgio Napolitano che,
davanti ad un’aberrazione nazista come il Lodo Alfano, non sa distinguere i
principi democratici dai principi nazisti. Se chi amministra non rispetta i
diritti Costituzionali dei cittadini, significa che sta ricostruendo la società
nazifascista; significa che il suo fondamento ideale non è radicato nella
Costituzione, ma si fonda nell’orrore dell’ideologia stragista cristiana al di
là di come lui la interpreta.
Naturalmente, se dici
a questi personaggi che le loro dichiarazioni, per il ruolo Istituzionale che
ricoprono, rappresentano atti di terrorismo, incitamento al terrorismo
attraverso la negazione dei diritti Costituzionali, si ergono offesi fingendo
di aver espresso delle opinioni e non di aver sparato nei diritti civili dei
cittadini; aver sparato nella loro vita.
Come fu un atto di
terrorismo il Lodo Alfano, il cui scopo era quello di introdurre nella società
civile forme di eversione nei confronti dell’articolo 3 della Costituzione;
così l’esposizione del crocifisso nelle scuole è un atto di terrorismo che
attenta all’articolo 19 della Costituzione.
Solo con la violenza
e il terrore la Gelmini, Maroni, Scajola, Alfano, impongono il crocifisso e,
con esso, i valori della monarchia assoluta, del razzismo e del nazismo, ai
ragazzi come valori antitetici ai valori Costituzionali.
Riporto l’articolo
del Corriere della Sera che da la notizia della sentenza della Corte Europea
dei Diritti dell’uomo:
«violazione del
diritto dei genitori ad educare i figli secondo le loro convinzioni»
La Corte europea dei diritti dell'uomo:
«No al crocefisso nelle aule scolastiche»
Il ricorso presentato da un'italiana di
origine finlandese. Il governo dovrà pagarle 5mila euro per danni morali
MILANO
- La presenza dei crocefissi nelle aule scolastiche costituisce «una violazione
del diritto dei genitori ad educare i figli secondo le loro convinzioni» e una
violazione alla «libertà di religione degli alunni». Lo ha stabilito la Corte
europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo accogliendo il ricorso presentato
da una cittadina italiana.
LA RICORRENTE
- Lei è Soile Lautsi Albertin, cittadina italiana originaria della Finlandia,
che nel 2002 aveva chiesto all'istituto comprensivo statale Vittorino da Feltre
di Abano Terme (Padova), frequentato dai suoi due figli, di togliere i
crocefissi dalle aule in nome del principio di laicità dello Stato. Dalla
direzione della scuola era arrivata risposta negativa e a nulla sono valsi i
successivi ricorsi della Lautsi. A dicembre 2004 il
verdetto della Corte Costituzionale, che ha bocciato il ricorso presentato dal
Tar del Veneto. Il fascicolo è quindi tornato al Tribunale amministrativo
regionale, che nel 2005 ha a sua volta respinto il ricorso, sostenendo che il
crocifisso è simbolo della storia e della cultura italiana e di conseguenza
dell'identità del Paese, ed è il simbolo dei principi di eguaglianza, libertà e
tolleranza e del secolarismo dello Stato. Nel 2006, il Consiglio di Stato ha
confermato questa posizione. Ma ora la storia si ribalta: i giudici di
Strasburgo, interpellati dalla Lautsi nel 2007, le
hanno dato ragione, stabilendo inoltre che il governo italiano dovrà versarle
un risarcimento di cinquemila euro per danni morali. Si tratta della prima
sentenza della Corte di Strasburgo in materia di simboli religiosi nelle aule
scolastiche.
LA SENTENZA -
«La presenza del crocifisso, che è impossibile non notare nelle aule
scolastiche - si legge nella sentenza dei giudici di Strasburgo - potrebbe
essere facilmente interpretata dagli studenti di tutte le età come un simbolo
religioso. Avvertirebbero così di essere educati in un ambiente scolastico che
ha il marchio di una data religione». Tutto questo, proseguono, «potrebbe
essere incoraggiante per gli studenti religiosi, ma fastidioso per i ragazzi
che praticano altre religioni, in particolare se appartengono a minoranze
religiose o sono atei». Ancora, la Corte «non è in grado di comprendere come
l'esposizione, nelle classi delle scuole statali, di un simbolo che può essere
ragionevolmente associato con il cattolicesimo, possa servire al pluralismo
educativo che è essenziale per la conservazione di una società democratica così
come è stata concepita dalla Convenzione europea dei diritti umani, un
pluralismo che è riconosciuto dalla Corte costituzionale italiana». I sette
giudici autori della sentenza sono Francoise Tulkens (Belgio, presidente), Vladimiro Zagrebelsky
(Italia), Ireneu Cabral Barreto (Portogallo), Danute Jociene (Lituania), Dragoljub Popovic (Serbia), Andras Sajò (Ungheria), e Isil Karakas (Turchia).
Tratto da:
Se da un lato, alcune
forze politiche, ritengono che col crocifisso sia loro concesso marchiare i
ragazzi di religione musulmana, l’Europa, se vuole ricoprire un ruolo
internazionale, deve contenere l’odio religioso dei cristiani (e dei cattolici
in particolare) al fine di poter intrattenere rapporti politici e sociali con
tutte le nazioni.
Appena la sentenza è
stata resa nota si sono sprecate le affermazioni di apologia al nazismo in odio
e disprezzo della Corte Europea da parte di personaggi che, pur di stuprare
bambini ed esaltare i campi di sterminio, fingono di scordarsi l’ABC giuridico
dell’Unione Europea. Da Fini a Bersani, da Cota a Zaia,
è un coro di esaltazione dell’ideologia nazista che vede nella negazione dei
diritti dell’uomo, del singolo individuo, l’apoteosi finale della loro
ideologia di morte.
L’Italia ricorrerà
contro la sentenza. E’ auspicabile.
E’ auspicabile che si
riunisca la Grande Camera per deliberare sulla questione ed estendere, con una
sentenza omogenea, comportamenti coerenti a tutti i paesi dell’Europa Unita.
Ciò che la Grande
Camera deciderà non sarà più limitato all’Italia, ma sarà esteso come regola ad
ogni paese dell’Europa.
Ammettendo che la
Grande Camera bocci la sentenza della Corte Europea per i Diritti dell’Uomo;
che cosa dirà?
Che il crocefisso va
messo in ogni scuola d’Europa?
Già perché, con le
sue sentenza, la Grande Camera deve rendere uniti i cittadini europei. Non
dividerli!
I cittadini Europei
sono uniti nella Carta Fondamentale dei Diritti dei Cittadini. Se la Grande
Camera non metterà quella carta a fondamento delle sue decisioni, non sarebbe
più un organo di garanzia politica e sociale dell’Europa Unita.
E i giudici della
Grande Camera, secondo voi, sono così stupidi da non sapere che la croce
uncinata che costruì i campi di sterminio altro non era, nel suo significato
ideologico, il crocifisso?
E cosa diranno ai
musulmani? Che devono sottomettersi al crocifisso? E agli ebrei in Italia? E ai
Pagani Politeisti italiani?
Può, la Grande
Camera, affermare che ogni Stato faccia come vuole? Se lo facesse sottrarrebbe
i cittadini di uno Stato dell’Unione alla Carta dei Diritti Fondamentali
dell’Unione Europea e verrebbe meno al suo ruolo di garanzia europea. La Grande
Camera, se adottasse una decisione diversa da quella adottata dal Tribunale
europeo per i diritti dell’uomo, o costruirebbe divisione nell’Unione Europea o
si appresterebbe a certificare uno stato di guerra religiosa contro i musulmani
e le religioni non cristiane.
Si può ignorare le
decisioni della Grande Camera? Ogni soggetto che lo farà, commetterà un crimine
contro la Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea: un atto di
terrorismo eversivo!
Afferma la CEI:
Cei:è simbolo religioso e culturale in linea con Concordato 1984
Roma, 4 nov. (Apcom) - La sentenza della Corte
europea di Strasburgo sul crocifisso, che ha stabilito che esporre il
crocifisso nelle classi della scuola pubblica è contrario al diritto dei
genitori di educare i loro figli secondo le proprie concezioni religiose, e al
diritto degli alunni alla libertà di religione "è stata accolta in
Vaticano con stupore e rammarico". Lo rende noto il portavoce della Santa
Sede padre Federico Lombardi, secondo il quale "non è per questa via che
si viene attratti ad amare e condividere di più l'idea europea, che come
cattolici italiani abbiamo fortemente sostenuto fin dalle sue origini".
"Il Crocifisso - sostiene il portavoce vaticano - è stato sempre un segno
di offerta di amore di Dio e di unione e accoglienza per tutta l'umanità.
Dispiace che venga considerato come un segno di divisione, di esclusione o di
limitazione della libertà. Non è questo, e non lo è nel sentire comune della
nostra gente. In particolare - prosegue Lombardi - è grave voler emarginare dal
mondo educativo un segno fondamentale dell'importanza dei valori religiosi
nella storia e nella cultura italiana" Secondo la Conferenza Episcopale la
decisione "suscita amarezze e non poche perplessità. Fatto salvo il
necessario approfondimento delle motivazioni in base a una prima lettura,
sembra possibile rilevare il sopravvento di una visione parziale e
ideologica". "Avvenire", il quotidiano della Cei, scrive oggi che
nel crocifisso "si condensa gran parte della storia italiana, in esso si
riassume una sensibilità diffusa e presente non solo nei credenti, ma anche nei
non credenti. In quanto icona dell'amore, della donazione gratuita di sé e
della violenza estrema cui può soccombere l'innocente, quando le forze del male
lo aggrediscono, il crocifisso è un simbolo universale, non
confessionale". Il governo italiano ricorrerà contro la sentenza della
Corte, ha annunciato il ministro Maria Stella Gelmini. Per il presidente della
Camera, Gianfranco Fini, "la laicità delle istituzioni è valore ben
diverso dalla negazione, propria del laicismo più deteriore, del ruolo del
Cristianesimo nella società e nella identità italiana". Per il leader del
Pd Pierluigi Bersani in questo caso "il buonsenso ha finito per essere
vittima del diritto. L'esposizione del Crocifisso non è offensiva per
nessuno".
Tratto da:
http://www.apcom.net/newscronaca/20091104_050858_48008e3_75194.html
Le farneticazioni
della chiesa cattolica non hanno limiti.
Legittima è qualsiasi
cosa una persona pensi di sé stessa o della propria ideologia; illegittimo è
pretendere che tutto il mondo si pieghi alla sua interpretazione come se questa
fosse emanazione di una verità di un dio pazzo, cretino e sanguinario.
Al Vaticano nessuno
ha chiesto di “amare e condividere l’idea europea”. Il vaticano è un paese
extracomunitario retto con un regime a monarchia assoluta e, dunque, sia
giuridicamente che territorialmente. Al di là delle sue specifiche relazioni
con l’Italia, non gli è mai stato chiesto di rinunciare all’orrore cristiano
per diventare parte della famiglia europea. La DEMOCRAZIA dell’Europa Unita non
ha nulla a che vedere con la monarchia assoluta del Vaticano: in Europa il dio
cristiano sarebbe processato per strage e genocidio!
Ridicole e offensive
sono le affermazioni di Lombardi dalle quali, appare evidente, perché l’Europa
deve rifiutare il crocefisso.
Dice Lombardi: “Il
Crocifisso è stato sempre un segno di offerta di amore di Dio e di unione e
accoglienza per tutta l'umanità. Dispiace che venga considerato come un segno
di divisione, di esclusione o di limitazione della libertà. Non è questo, e non
lo è nel sentire comune della nostra gente. In particolare è grave voler
emarginare dal mondo educativo un segno fondamentale dell'importanza dei valori
religiosi nella storia e nella cultura italiana.”
Lombardi fa delle
affermazioni farneticanti e criminali. Le stesse affermazioni che hanno
giustificato stragi e genocidi, violenza sulle donne e sui popoli, dal 300 d. c.
ad oggi. Lombardi, vigliaccamente, pretende di violentare le persone affinché
diano “un segno di offerta di amore di Dio e di unione e accoglienza per tutta
l'umanità”.
Era in questo modo
che venivano macellate le persone. Venivano macellate affinché ogni ginocchio,
e ogni sentimento, si piegasse all’odio del criminale crocifisso (Filippesi 2,
10-11). Ed è questo terrorismo che non può far parte dell’Unione Europea e dei
suoi Sacri principi sociali.
Continua nelle
farneticazioni criminali Lombardi affermando che gli “Dispiace che venga
considerato come un segno di divisione, di esclusione o di limitazione della
libertà.” . Naturalmente sa benissimo come Hitler usò il crocifisso nella sua
soluzione finale:
“La vita [del giudeo] è solo di questo mondo, e il suo spirito è
così intimamente estraneo al vero cristianesimo quanto duemila anni fa la sua
natura fu estranea al grande fondatore della nuova dottrina. Naturalmente
quest’ultimo non fece segreto del suo modo di considerare il popolo ebraico, e
quando fu necessario impugnò la sferza per cacciare dal tempio del Signore
questi nemici dell’umanità, che ora come allora, nella religione, non hanno mai
visto altro che uno strumento per la loro esistenza fatta di affari.” Hitler, Mein Kampf.
E’ l’insegnamento del
criminale Gesù in Giovanni 2, 13.
Torturare le persone
affinché lo riconoscano come il padrone. Ma a Lombardo non interessano le
stragi delle soluzioni finali del passato, interessa porre le basi per le
soluzioni finali del prossimo futuro. Non è un caso che chi oggi si fa paladino
del criminale in croce contro l’Unione Europea (qualcuno ha proclamato “siamo
noi i nuovi crociati”), sono gli stessi personaggi che incitano al linciaggio e
alla strage di persone emarginate.
Scrive il Tribunale
di Venezia:
Treviso, 04 novembre 2009 - «Chiedere la pulizia di intere etnie
dalle strade significa istigare la folla a determinare condizioni perché le
stesse vengano rimosse, con dolo pienamente integrato e consapevole di
risultato, forse con la sola attenuante della autosuggestione indotta dallo
stesso oratore da tanto entusiasmo degli astanti; purtroppo, però, la condotta
deve essere valutata in coerenza con la natura del reato in esame, in base alla
sua oggettiva pericolosità a determinare la concreta realizzabilità di reazioni
d’intolleranza e discriminazione, difficilmente arrestabili una volta scatenate
da demagogo di turno».
Le motivazioni della sentenza, emessa lo scorso 26 ottobre, sono
state depositate ieri: il gup ritiene che le parole
pronunciate da Gentilini integrino pienamente il
reato contestato dalla procura; reato che a suo avviso meriterebbe una pena
detentiva per «la grave pericolosità della condotta assunta».
«L’intero discorso è rivolto al popolo come un’allocuzione
d’impianto messianico, è presentata quale vangelo secondo Gentilini,
decalogo dello Sceriffo - si legge nella sentenza -. Egli afferma la mia parola
è rivoluzione, si traduce in un decalogo, prescrittivo di precise condotte che
ci si attende dai militanti fedeli, scandito punto per punto dall’incipit io
voglio».
Gentilini
ha chiesto, tra l’altro, «la pulizia delle strade da tutte queste etnie, che
distruggono il nostro Paese». In tal modo non ha invitato la folla a reagire
contro il singolo straniero delinquente o irregolare, bensì «contro gli
appartenenti ad intere categorie etniche e religiose». Comportamento che
configura il reato di istigazione all’odio razziale.
Tratto da:
http://www.gazzettino.it/articolo.php?id=79179&sez=NORDEST
Si tratta degli
intendimenti di Federico Lombardi di incitare all’odio sociale, tant’è, che per
aggredire le Istituzioni, Sindaci criminali hanno imposto il crocifisso con
delle ordinanze scavalcando la legge, la magistratura, il diritto civile, in un
progetto di ricostruzione dello stato nazista e fascista. Ed è ciò che vuole il
Vaticano per poter meglio continuare a stuprare i bambini. Non dimentichiamo
che quel criminale in croce fu arrestato con un bambino nudo (Marco 14, 51)
cosa che “attizza” molto, sia i preti cattolici che i sindaci leghisti,
legittimando, ideologicamente, lo stupro sui minori!
Ed è per legittimare
lo stupro sui minori, la violenza su chi non si mette in ginocchio e i principi
morali della monarchia assoluta (perché sa perfettamente che questi sono i
valori morali rappresentati dal crocifisso), che uno come il sindaco Riccardo
Roman trasforma i vigili urbani, di cui è responsabile, in una vera e propria
banda criminale il cui compito è attentare ai principi della Costituzione in
assoluto disprezzo della Corte Europea per i Diritti dell’Uomo:
PADOVA (4 novembre) - Un'ordinanza che obbliga a esporre il
crocifisso in tutti gli edifici pubblici «quale espressione dei fondamentali
valori civili e culturali dello stato italiano»: ad emetterla è stato ieri il
sindaco di Galzignano Terme (Padova), Riccardo Roman,
dopo il clamore suscitato dalla sentenza della Corte europea sul caso di Abano
Terme.
La Polizia Municipale farà i dovuti controlli e chi non provvederà
all'esposizione del simbolo sacro si vedrà infliggere una multa di 500 euro.
Secondo il primo cittadino di Galzignano, il
crocifisso «ha una funzione simbolica, di espressione dei valori civili che
hanno un'origine religiosa, pur nel rispetto della laicità dello stato».
Tratto da:
http://www.gazzettino.it/articolo.php?id=79215&sez=NORDEST
Le farneticazioni di
Riccardo Roman che scambia la sua patologia da dipendenza dal suo dio padrone
come una realtà oggettiva da imporre, mediante la violenza dei vigili urbani,
sui cittadini costituisce un attentato alla Costituzione e un’offesa a tutte le
persone nella società civile. Appare evidente che a Riccardo Roman non frega
niente che il suo Gesù fosse arrestato in presenza del bambino nudo. Per lui,
probabilmente, Gesù aveva il diritto di stuprare bambini, come avviene nelle
scuole che si costringono i bambini a pregare anziché fornire loro gli
strumenti adatti per vivere nella società civile.
Se al signor Riccardo
Roman, quand’era bambino, fosse stato insegnato il Codice Penale, il Codice di
Procedura Penale, la Costituzione della Repubblica, non scambierebbe il proprio
desiderio di distruggere la società sottomettendo i bambini con “l’amore del
suo dio padrone”, né considererebbe questo un “valore”.
Ed è l’impedimento a
violentare i bambini che Federico Lombardi teme. Una volta che viene
allontanato Gesù che violenta i bambini dalle aule, i ragazzi diventano dei
soggetti di diritto e non degli oggetti d’uso a disposizione di preti cattolici
o di sindaci leghisti.
Da questo l’Europa
deve difendere i suoi cittadini!
Altre farneticazioni,
criminali ed offensive, arrivano da Bertone che vuole
imporre il suo “diritto” di violentare l’articolo 3, 4, 10, 13, 17, 18, 19, 20,
21 e 28 della Costituzione della Repubblica:
Crocifisso in aula, Bertone ringrazia
"Apprezzo il ricorso del governo"
ROMA
- Il segretario di Stato Vaticano torna a criticare la sentenza della Corte di
Strasburgo, che ha accolto l'istanza di un genitore contro il crocifisso in
classe. Bertone, esprime apprezzamento per il ricorso
presentato dal governo italiano, e si augura che altri esecutivi europei
facciano altrettanto.
"Io dico - dice il prelato - che questa Europa del terzo
millennio ci lascia solo le zucche delle feste recentemente ripetute e ci
toglie i simboli più cari. Questa è veramente una perdita. Dobbiamo cercare con
tutte le forze di conservare i segni della nostra fede per chi crede e per chi
non crede".
(4 novembre 2009)
Tratto da:
Le farneticazioni di Bertone sono criminali ed offensive.
Le zucche non sono un
simbolo religioso, di nessuna religione. Sono piuttosto una festa i uscita dall’orrore
criminale imposto dai cristiani sulle emozioni e sulle aspettative dei
cittadini. Un desiderio di uscire dalle minacce e dall’orrore con cui i cristiani hanno
distrutto le antiche feste che portavano l’uomo alle relazioni con il mondo. Nessuno
impone una zucca o i suoi significati a chi non li vuole, mentre, al contrario,
la banda di Bertone ha stuprato milioni di bambini e
bambine per imporre il suo crocifisso. Ha fatto violenza e ancor oggi predica
contro la Costituzione della Repubblica. E’ talmente violenta l’attività della
banda di Bertone che la Corte Costituzionale, in
questi ultimi 10-12 anni ha dovuto agire per cancellare molte leggi criminali
che favorivano la chiesa cattolica in contrasto con la Costituzione della
Repubblica.
Bertone, con quel “Dobbiamo
cercare con tutte le forze di conservare i segni della nostra fede per chi
crede e per chi non crede.” Fa una dichiarazione di odio e di guerra
contro la società civile. Quel “tutti i costi” suona come una minaccia contro
tutti i cittadini italiani. Una minaccia di guerra, di strage, di genocidio e
di roghi, come nelle tradizioni dei criminali cattolici prima che le leggi
civili li fermassero.
Inoltre, quel “per chi non crede” è il motivo esatto per il quale
il Tribunale Europeo per i diritti dell’uomo ha condannato l’Italia per aver
imposto ai suoi cittadini il crocifisso nelle scuole.
Il giorno 4 novembre
2009 è l’anniversario della ratifica ed esecuzione della Convenzione per la
salvaguardia dei diritti dell’uomo e
delle libertà fondamentali. Era il 4 novembre 1950 a Roma. Dopo 59 anni il
terrorismo cattolico inizia una campagna per estromettere l’uomo dai suoi
diritti e dare il diritto al dio padrone di stuprare l’uomo per sottometterlo.
La Carta
Costituzionale separa il ruolo della religione dalla società civile,
relegandola in un ambito circoscritto.
Politici che hanno
agito da criminali hanno permesso alla chiesa cattolica di intervenire come una
forza di distruzione della Costituzione nella società civile: la vicenda Eluana Englaro chiarisce il
rapporto di dipendenza di politici con la chiesa cattolica. Una dipendenza che
porta quei politici a sputare e a defecare sulla Costituzione della Repubblica.
La questione è
semplice. O, esponendo il crocifisso si sposano i valori del cristianesimo che
sono assassinio di chi è di una religione diversa, genocidio, strage, stupro di
minori, distruzione della società civile e, in generale, i valori della
monarchia assoluta come manifestazione della volontà del dio padrone; oppure,
togliendo il crocifisso si impongono i principi della Costituzione della
Repubblica che mette al centro dei doveri delle Istituzioni la salvaguardia dei
diritti del singolo cittadino.
Dunque, ci
apprestiamo ad affrontare una stagione di terrore in cui la volontà dei
cristiani di legittimare lo stupro di minori, esponendo il crocifisso, tenta di
travolgere i principi fondamentali della Costituzione Italiana e il cammino
dell’Europa Unita.
Claudio
Simeoni
Meccanico
Apprendista
Stregone
Guardiano dell'Anticristo
P.le Parmesan, 8
30175 Marghera - Venezia
tel. 041933185
e-mail: claudiosimeoni@libero.it
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