La Tifonomachia nella Teogonia di Esiodo

Claudio Simeoni
capitolo 35

Significato di Teogonia:
L'insieme dei miti che illustrano l'origine e la discendenza degli Dèi in chiave simbolicamente antropomorfica.

La Religione Pagana, i poeti e la filosofia

Tifonomachia

La Religione Pagana e la Teogonia di Esiodo - Indice Generale

Tifone è il nemico degli Dèi Olimpi nella loro esistenza. Il futuro degli Dèi Olimpi si risolve in Tifone.

Noi parliamo di mortali e di immortali in una relazione fra i due soggetti. Consideriamo noi stessi i mortali in quanto possiamo constatare che, nello stato in cui viviamo, il nostro corpo fisico cesserà di esistere: morirà.

Anche gli Dèi hanno un corpo fisico e anche quel corpo fisico morirà. Pensiamo all'Essere Terra, a Rea e al suo cuore, Echidna. Quando il sole esploderà, perché oggi la scienza ci dice che comunque la sua massa incandescente è destinata a modificare radicalmente la sua natura distruggendo la Terra e i Pianeti del Sistema Solare, anche l'Essere Terra, Rea, nello stato in cui esiste ora, morirà. E così l'atmosfera, Zeus, e così il respiro di libertà di ogni Essere della Natura, Demetra, e così la natura stessa, Hera, ecc. ecc.

La Tifonomachia è tutto questo. Lo scontro fra ciò che esiste e la sua distruzione: la sua morte del corpo fisico.

La Tifonomachia è la battaglia con la quale gli Dèi Olimpi riaffermano il loro diritto di costruire la vita della Natura allontanando da sé il momento della "morte".

Nella Natura il predatore si prende la vita dell'animale che preda per nutrire sé stesso; il predato mette in atto le proprie strategie per allontanare l'azione del predatore. Speso il predato riesce a sopravvivere al predatore, ma quando diventa vecchio le sue possibilità di resistere al predatore diminuiscono, le possibilità di difesa de predato diminuiscono fino al momento in cui morirà. Sia che il predatore sia un leone, un virus, un battere o un nemico alle porte della vita, un predatore arriva, anche per gli Dèi. Tifone vuole predare gli Dèi Olimpi quando sono nel loro vigore.

Scrive Esiodo nella Teogonia tradotta da Romagnoli:

E quel di stesso avrebbe compiuta un'impresa fatale,

e avrebbe avuto impero sug1i uomini tutti e sui Numi,

senza l'accorto consiglio del padre degli uomini e i Numi.

Emise un tuono secco, terribile; e intorno la Terra

diede un orrendo rimbombo, e il Cielo che immenso sovrasta,

e il Ponte, e le fluenti d'Oceano, e gli abissi terrestri;

e il grande Olimpo tutto tremò sotto i piedi immortali,

mentre moveva il Signore. Die' gemiti lunghi la Terra,

ed un incendio flagrò sul mar di viola, che acceso

fu dal baleno insieme, dal tuono, dall'orrido fuoco,

da folgori abbaglianti, da venti, da fiammee procelle.

Ed estuava tutta la Terra, col Cielo e col Mare,

e furiavano in giro su tutta la spiaggia i gran flutti,

sotto la spinta dei Numi, tutto era un tremuoto infinito.

Ade tremò, che impera sui morti distrutti, i Titani

che sono intorno a Crono tremaron nel Tartaro, quando

quella tremenda zuffa scoppiò, quel fragore incessante.

E Giove, poi che armò l'ira sua, poi che l'armi ebbe prese,

il tuono col baleno, col folgore fumido ardente,

con un gran lancio un colpo scagliò dall'Olimpo; e le teste

intorno intorno tutte bruciò di quell' orrido mostro.

E quello, poi che fu domato, spezzato dai colpi,

piombò giù mutilato, die' gemiti lunghi la Terra.

Ed una vampa sprizzò dal Dio folgorato percosso

nelle selvose convalli dell'Etna tutto aspro di rupi.

E lungo tratto ardea per quel fiato divino la terra

dall'ampio dorso, e al pari si liquefaceva di stagno

quando lo scaldano dentro nei cavi crogioli i garzoni,

oppur di ferro, ch' è fra tutti i metalli il più duro,

quando in convalli montane lo doma col rabido fuoco

entro la terra divina, lo liquefa Efèsto l'industre.

Così la terra al vampo del fuoco si liquefaceva.

E quindi, lo scagliò, furioso, nel Tartaro immenso.

Esiodo, Teogonia 836 880

La Tifonomachia comincia con Zeus che accorgendosi di quanto stava succedendo agisce. Non combattono gli Dèi. Tutti gli Dèi sono terrorizzati davanti al potere di Tifone. Solo Zeus balza dall'Olimpo e mette in moto tutta la terra. Mette in moto tutte le trasformazioni del pianeta.

Cosa abbatte Tifone? Tifone viene sconfitto perché Zeus usa la falce dentata di Gaia contro di lui: la sua volontà d'esistenza.

Il potere di Zeus. La sua capacità di scuotere la superficie del pianeta Terra. Avvolgere la terra con la vampa del fulmine e del lampo.

Bolliva tutta la terra e tutta avvampava in una trasformazione. Tremavano tutti gli Dèi, non soltanto gli Dèi Olimpi, ma anche i Titani sotto la terra e Ade custode dei semi del futuro. Non c'era più futuro in quella forma che il mondo aveva assunto.

Se Tifone vinceva tutto il progetto della vita razionale di Zeus veniva annientato. Se Zeus fermava Tifone, garantiva un futuro attraverso la forma a tutti i nati che formavano Hera, la natura. Dallo scontro, nulla sarebbe stato uguale a prima. Sia che avesse vinto. La vittoria di Zeus comportava la nascita del mondo della forma e della quantità in cui un infinito numero di Esseri della Natura avrebbero organizzato le loro scelte e le loro sfide per l'esistenza. La vittoria di Tifone avrebbe comportato una diversa trasformazione del mondo e cammini diversi. Ed ecco Zeus dimostrare come il mondo del tempo dei Titani e di CRONOS, calati nella materia, diventavano il mutamento e la trasformazione del soggetto. I mutamenti potevano ancora produrre Coscienze e Consapevolezze. Il ciclo delle trasformazioni non era concluso. L'Essere Terra era un Essere vitale che forgia viventi e guida le specie verso la trasformazione modificando l'ambiente in cui vivono.

Così Zeus bruciò le teste di Tifone. Le bruciò in quanto altre teste si sarebbero prodotte, nuove teste, diverse teste, altre teste. Alla quantità e qualità presente altra quantità e qualità si sarebbe fusa sicché il presente sarebbe stato trasformato da quanto verrà aggiunto. Questa è la vittoria su Tifone che Zeus, padre degli Dèi Olimpi, ha ottenuto.

Una vittoria che ha ottenuto tutta da solo.

Nessun DIO gli marcia a fianco perché questa è la sua guerra. La sua battaglia. L'espressione del suo potere rispetto all'infinito e all'Entità stessa davanti alla quale egli afferma: "Io esisto e intendo trasformarmi e crescere!" Lo riafferma con la propria vittoria, con la propria determinazione nel costruire sé stesso. Non è giunta la fine dei tempi su questo pianeta. E' giunta l'era di Zeus.

Tifone crolla davanti ai colpi di Zeus. Riconosce nuove opportunità. Riconosce il potere che si afferma e le nuove opportunità che vengono a fissarsi. Riconosce che molte trasformazioni che da Zeus hanno origine attendono di venir in essere. Tifone ritorna nell'ampio Tartaro da cui è uscito. Torna nel Tartaro pronto a tornare nel mondo della ragione e a scuoterlo, se incontrerà Zeus che lo ferma, o a farlo morire. Dal Tartaro Tifone chiama le Coscienze di Sé alla trasformazione, a proseguire nel loro cammino di eternità, perché questo modo di agire alimenta la propria forza e il proprio divenire.

Scongiurata la fine delle trasformazioni nel presente Esiodo inizia a raccontarci come Zeus abbia iniziato la sua attività creatrice trasformando il proprio presente mediante i suoi amplessi. Ritorna da essere il dominatore degli immortali e dal suo avvolgere la terra alimenta il respiro di nuove Coscienze di Sé, di nuovi Esseri.

Dal suo avvolgere l'Essere Terra, Rea, Zeus dà origine ad un ciclo di trasformazioni di cui noi siamo il risultato finale.

Dalla vittoria di Zeus su Tifone vengono costruite le condizioni per la nascita di una sequenza di trasformazioni dalla quale nuove condizioni procedono a generare nuove Coscienze di Sé.

NOTA: Le citazioni della Teogonia di Esiodo sono tratte dalla traduzione di Ettore Romagnoli "Esiodo i poemi" Edito da Nicola Zanichelli Bologna 1929

Appunto trasmissione radiofonica del 2000 - inizio revisione 18 settembre 2014

Marghera, 01 novembre 2014

Pagina tradotta in Portoghese:

Tradução para o português 35/B) Tifãomaquia na Teogonia de Hesíodo

 

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Quando si percorre un sentiero di Stregoneria
si conosce l'inizio, ma non si sa dove porterà.
Per questo motivo l'impeccabilità deve essere a fondameto
di ogni nostra decisione.

L'analisi della Teogonia di Esiodo

La Religione Pagana ha forgiato una propria visione del mondo, della vita e del venir in essere delle coscienze fin dalle origini del tempo. Tali idee collimano nel tempo presente con le idee delle religioni e dei culti prima dell'avvento della filosofia e furono osteggiate militarmente dall'odio cristiano contro la vita. Analizzare Esiodo ci permette di chiarire il punto di vista della Religione Pagana.

Oggi possiamo dire che le religioni del Mito erano religioni evoluzionistiche in cui gli Dè erano parte della materia e dell'energia in perenne modificazione e in trasformazione e la religione non stabiliva le "verità del Mito", ma stabiliva le condizioni opportune affinché uomini e donne potessero trasformarsi in Dè come parte di un mondo in trasformazione.

La bellezza non รจ un oggetto in sé, ma dipende dagli occhi "belli" di chi guarda l'oggetto e scorge in esso la "bellezza che lui è". In questo senso solo chi è aperto al mondo scorge la bellezza nel mondo. Solo chi è aperto agli Dèi scorge l'intelligenza negli oggetti del mondo e le relazioni fra questi e la sua stessa intelligenza.

In altre parole, le Antiche Religioni, prima della filosofia, erano "evoluzioniste" e non "creazioniste"; dal punto di vista sociale diremmo che erano religioni "democratiche" e non "assolutiste" o "dittatoriali". La divinità era la materia e l'energia e non un soggetto esterno alla materia e all'energia.

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Ultima modifica marzo 2024

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