Significato di Teogonia:
L'insieme dei miti che illustrano l'origine e la discendenza degli Dèi in chiave simbolicamente antropomorfica.
I figli di Nera Notte
La Religione Pagana e la Teogonia di Esiodo - Indice Generale
Nera Notte è il Genius Loci dell'universo. Non ha consapevolezza di sé stessa, ma nel momento in cui in Urano Stellato iniziano a germinare le prime coscienze di sé, Nera Notte diventa una specie di Genius Loci dell'universo a disposizione di ogni singola Coscienza di Sé, dalla Galassia alla più infima specie della vita che noi possiamo immaginare.
E' la seconda volta che troviamo Nera Notte nella Teogonia. Nera Notte ha partorito Nera Notte. Nera Notte genera sé stessa modificandosi attraverso ciò che avviene in Nera Notte. L'uomo genera sé stesso modificandosi in ciò che avviene nell'uomo: sedimenta struttura fisica, sedimenta coscienza, sedimenta intelligenza, sedimenta esperienza; sedimenta e si trasforma svelando il mondo in cui vive. Nera Notte si trasforma come Genius Loci che cresce attraverso le trasformazioni di quanto contiene: nulla, come soggetto che si trasforma o come insieme in cui si trasforma, è uguale a sé stesso, ma tutto si trasforma in un continuo adattamento soggettivo dove l'oggettività è soggettività in trasformazione e adattamento nei confronti di soggettività che agiscono in essa.
La prima Nera Notte che genera Etere e Giorno unendosi ad Erebo mentre Gaia passa dalla Coscienza di Sé in sé e per sé al nulla che si espande riempiendo il vuoto, è una Nera Notte che ha risolto il suo Essere nel Nulla. Nera Notte, che troviamo ora, è la Notte della ragione! E' l'oscuro che circonda la ragione, che la sconvolge e dal quale emergono fenomeni incomprensibili che fanno emergere in lei Dèi paurosi. Le paure che la ragione mette a guardia dei suoi confini affinché l'Essere Umano nel nostro caso non prevarichi la descrizione e non colga dall'albero della vita per vivere in eterno fuori dal controllo della ragione, sono i fantasmi che ci incutono terrore per impedirci di modificare la ragione stessa.
La seconda Nera Notte deve essere letta dal punto di vista del veggente umano, da una ragione sospesa in un oscuro che si chiama "emozione".
La prima Nera Notte si unisce in amore e genera l'universo come noi lo conosciamo. Dunque, genera le possibilità della vita diventando spazio in cui Gaia si dilata. La seconda Nera Notte genera da sé stessa i fantasmi che la ragione mette a guardia dei suoi confini, del suo descritto: le sbarre della gabbia entro la quale rinchiudere il divenire umano!
Dai confini che limitano la descrizione della ragione si presenta uno sconosciuto che bussa alle porte della ragione e chiede a questa di riconoscerlo. Davanti a quello sconosciuto la ragione è sconvolta. La ragione pensava di essere la totalità del modo e pensava di rappresentare questa totalità del mondo all'individuo di cui aveva il controllo. Quale dio appare alla ragione? Moros il tenebroso, sconvolgente e malefico destino ineluttabile verso il quale la ragione si sta dirigendo. Un mostro impressionante: "Io non sapevo! Io non credevo!" afferma la ragione davanti ad eventi che distruggono il divenire dell'Essere Umano di cui si ergeva a padrona! La giornata era limpida, si poteva affrontare il mare con un legno leggero. Perché la tempesta ha travolto quel legno portando l'Essere Umano, a cui la ragione dava consiglio, a diventare pasto per pesci voraci? Il mare era calmo, la giornata era limpida! E' Moros generato da Nera Notte che travolse l'imbarcazione. E' Moros, il figlio di Nera Notte, che impone ad ogni coscienza di sé la fine delle proprie trasformazioni. C'è un tempo, o se preferite, ci sono condizioni che impongono la fine della coscienza. E' il destino "malvagio" degli Dèi che portò l'Essere Umano, a cui la ragione dava consigli, a diventare pasto per i pesci! C'è il termine delle trasformazioni, per tutti, anche per Nera Notte, e quella fine si affronta diventando nulla rispetto ad un presente vissuto e aprendo prospettive per un altro percorso che attraversa nuovi e diversi presenti.
Moros è il fantasma dietro al quale la ragione nasconde la propria impotenza. I consigli, frutto del desiderio di sopravvivenza della ragione per nascondere l'incapacità di guardare il tempo mentre viene incontro, spingono l'uomo nel desiderio di immortalità e onnipotenza. La ragione si erge padrona dell'Essere Umano ma, incapace di padroneggiare lo sconosciuto che la circonda, nasconde la propria inadeguatezza dietro fantasmi che confermano i suoi deliri. Moros è il signore di questi fantasmi! Moros è la morte della ragione. La prospettiva e il fine della ragione che limita il tempo della trasformazione umana. Gli Esseri della Natura, gli Esseri dell'Universo, qualunque sia la specie o la qualità in cui è venuta in essere la loro coscienza, hanno un tempo di trasformazioni soggettive finito. La qualità emerge dalla quantità e l'emergere della qualità è la morte del soggetto nel processo di accumulo nello stato in cui ha accumulato la quantità delle trasformazioni soggettive. L'Essere, ogni Essere, dopo essersi sviluppato nelle relazioni col non-essere, come oggetto diverso da sé nel quale viveva, risolve sé stesso nel nulla del proprio percorso e quel nulla è il nulla, per quanto ci riguarda come Esseri Umani, della ragione.
Ker nera (Chere) associata a Morte! Altro non è che l'insieme della sequenza delle scelte soggettive che portano alla distruzione della Coscienza di Sé. Il destino, afferma la ragione, che porta alla tua distruzione!
No!
La sequenza di scelte che io ho fatto e che mi hanno portato a distruggere, comunque, il presente fisico in cui vivo.
Dopo la prima scelta distruttiva, diventa semplice, quasi ovvio, fare la seconda scelta distruttiva. E dopo la trasformazione soggettiva che ho messo in atto con la seconda scelta, di fatto, ho costruito condizioni soggettive quasi obbligatorie che mi portano a fare le scelte successive. Ad ogni scelta modifico me stesso nella direzione nella quale non posso far altro che scegliere. Ogni volta che ho ceduto ad un compromesso fra ciò che avrei voluto o ritenuto di aver dovuto fare e ciò che ho fatto, ho modificato me stesso, la mia percezione del mondo, la mia lettura della realtà e la struttura delle mie opinioni con cui giustifico il mio agire nel mondo. Ogni volta che ho agito nel mondo esponendo le mie emozioni, il mio coinvolgimento emotivo nelle relazioni, ho modificato sia il mondo che me stesso aprendo la via a nuove e diverse possibilità di trasformazione soggettiva. La costruzione dell'uomo e della donna non sono visibili alla ragione. Anche quando la costruzione dell'uomo e della donna sono processi di distruzione, non appaiono alla ragione. La ragione non vive le modificazioni degli effetti messi in atto dalle sue azioni; non vive la trasformazione. La ragione vive un prima e un dopo che è sempre un ora, un adesso fisso, senza storia né futuro. La distruzione, come la costruzione, non appare alla ragione come fine delle scelte. La ragione non ha progetto per il quale le scelte vengono fatte: la ragione vive l'attimo presente e solo per quanto definito dalla sua descrizione. Costruzione o distruzione è uguale, è sempre una via che trasforma il presente in base alle scelte fatte dal soggetto che agisce nel proprio presente. L'attimo presente, la scelta immediatamente conveniente, la scelta che non mette in discussine la ragione e la descrizione che l'individuo sta vivendo. Il suo adeguarsi a quanto ha incontrato come se quanto ha incontrato fosse l'unica cosa esistente anziché l'unica descrizione che la sua ragione riesce a fare. Il destino distruttivo: Ker! Ker è quanto l'Essere Umano costruisce giorno dopo giorno e che la ragione imputa ad un ineluttabile nei confronti del quale lei afferma di essere disarmata. Non è vero! E' un fantasma che la ragione ha innalzato a protezione delle sue scelte. "Le scelte non le ho determinate io, ma il tuo destino!"
Ker nera è associata a Morte! Qui si tratta della Morte intesa come impossibilità di trasformare la quantità del vissuto in una qualità di trasformazione soggettiva. Si tratta della fine dei mutamenti, non la morte del corpo fisico che l'Essere Umano trasforma in nascita del corpo luminoso in quanto figlio di Crono. Morte come cessazione dei mutamenti. Morte come fine delle possibilità di quella Coscienza di Sé di diventare parte dell'universo: parte della costruenda futura Coscienza di Sé, Gaia. Le scelte distruttive che la ragione imputa a Ker hanno il fine di annebbiare il sentire e l'intuire dell'Essere Umano che non ha saputo trasformare la sua ragione in uno strumento da mettere al suo servizio imputando la causa del suo fallimento alla fatalità distruttiva imposta da Ker.
Figlie di Notte sono le Kere:
"e le KERE generò, spietate nel dare le pene:...".
Perché spietate? Perché ogni scelta che un Essere della Natura compie incide sul proprio essere e sulle proprie trasformazioni. Lo dilata nell'esistente, lo rende abile, sapiente e consapevole o lo rende inabile, pavido, ignorante e inconsapevole. Ogni scelta che un Essere compie, ogni azione, trasforma il suo essere e l'azione successiva sarà figlia delle trasformazioni soggettive che le azioni precedenti hanno costruito per quella rappresentazione di quell'individuo, di quell'Essere che si presenta al mondo con quel "potere di essere". Queste sono le pene inflitte dalle KERE: la trasformazione soggettiva dell'individuo quale prodotto della sua azione. Ed ecco la ragione affermare: "Se non sei più in grado di compiere azioni coraggiose, se non hai conoscenza e consapevolezza sufficiente, se non sei in grado di affrontare quanto ti circonda, non è a causa della mia azione per impedirti di uscire dai confini che ti ho imposto. Dentro quei confini tu ti senti sicuro: attento alle Kere che potrebbero coglierti fuori da quei confini!" Così, mentre l'Essere Umano è terrorizzato dai fantasmi che la ragione ha posto a guardia dei suoi confini, la ragione restringe sempre di più la sua isola descrittiva fino a distruggere nell'Essere Umano la consapevolezza dello sconosciuto in cui vive.
Le Kere sono avvicinate alle Moire sempre generate da Nera Notte. Da Nera Notte è generato quanto la ragione ritiene oscuro e costruisce i fantasmi per impedire all'Essere Umano di costruire il dio che cresce dentro di lui e accedere all'Olimpo.
Le Moire assegnano un fato e un destino? Le figlie di Nera Notte e le figlie di Zeus? Di chi sono figlie Moire? Nella Teogonia sono figlie di Nera Notte che le partorisce da sola e sono figlie di Zeus e Temi.
Le Moire figlie di Notte tessono la vita di ogni soggetto dell'universo. In Nera Notte nascono gli Esseri e in Nera Notte gli Esseri, comunque abbiano tessuto la loro vita, risolvono la loro esistenza. La vita è fatta da un corpo, da scelte e da un accumulo quantitativo che, tagliato da Atropo, si risolve in un salto qualitativo del soggetto.
Una Coscienza di Sé si esprime nel mondo mediante un corpo: la qualità del corpo con cui una coscienza di sé viene in essere, non appartiene alla scelta della coscienza di sé, avviene perché le condizioni hanno imposto che quella coscienza di Sé venga in essere. La qualità del filo che le Moire filano non dipende dalla coscienza di sé. La qualità, il come la vita viene filata, dipende dalla volontà che la coscienza di sé, che è venuta in essere, esercita nella sua esistenza. Il filo è figlio di necessità, ma il filare è quanto la coscienza mette in atto nella sua esistenza. Ciò che Atropo taglia, alla fine dell'esistenza, non è altro che la qualità che è stata costruita fra la necessità che ha portato la coscienza a nascere e la volontà che quella coscienza ha sommato, scelta dopo scelta, alla necessità della sua nascita per tutta la sua vita. In ogni scelta della sua vita.. Non è importante quando Atropo taglia il filo dell'esistenza. In quel momento la coscienza deve essere pronta a trasformarsi perché la trasformazione nella qualità del suo esistere è l'unica condizione per continuare ad esistere. Atropo risolve le trasformazioni di quell'essere nel nulla. Un nulla da cui germina una possibile nuova coscienza che usa la propria volontà nelle relazioni col mondo in cui è germinata.
Le Moire, figlie di Temi e Zeus, sono le Moire che vengono calate dall'universale di Nera Notte al particolare dei figli dell'Essere Natura da Zeus affinché i germinati nella Natura abbiano la possibilità di costruire il loro cammino nell'eternità. Temi è il Titano che mantiene l'equilibrio nell'universo. Quell'equilibrio si chiama "Giustizia" ed è l'opposto del concetto di "sopraffazione" manifestato da ebrei e cristiani. Un concetto di sopraffazione in cui vengono costrette le Moire da Platone quando, strappata l'autodeterminazione della tessitura della vita all'uomo, Platone fa delle Moire le figlie di Ananke, Necessità, trasformandole in un destino predefinito in cui imprigionare l'uomo e, con questo, distruggere il suo divenire costringendolo a ripiegarsi su sé stesso. Platone costringe l'uomo a rinunciare ad usare la propria Volontà; lo costringe in ginocchio, impaurito e cupo, nell'attesa della provvidenza di un padrone. Le Moire, figlie di Zeus, sono proprie dell'Essere Umano coraggioso che non arretra davanti allo sconosciuto, ma lo affronta. E' l'Essere Umano che non teme Giustizia, ma la alimenta col proprio coraggio che tesse il filo glorioso della propria vita.
Le figli della Notte:"Cloto, Lachesi e Atropo, che ai mortali
appena son nati danno da avere il bene e il male,
che di uomini e dèi i delitti perseguono;
né mai le dee cessano dalla terribile ira
prima d'aver inflitto terribile pena, a chiunque abbia fallito."
La traduzione parla di peccato anziché di fallimento, ma il termine peccato è stato significato dal cristianesimo e la condizione emotiva che oggi indica e implica il termine non coincide con chi sta affrontando la vita come sfida: preferisco il termine fallire!
Figlie di Notte sono pure Biasimo E Sventura. Quando le scelte dell'individuo non lo conducono là dove Eros lo spingeva, i fantasmi della ragione gli imputano il fallimento. Hai voluto seguire il tuo intuire, hai voluto seguire il tuo istinto e hai fallito: sottomettiti alla ragione. Il biasimo della ragione è un feroce fantasma che aumenta la costrizione sull'Essere Umano impedendogli di riprovare ancora, magari fallendo ancora, per accumulare esperienza ed affrontare l'infinito.
Ed è lo stesso per Sventura. La ragione lo costruisce come fantasma che nasce dalla sequenza delle sue scelte. La ragione è pronta ad imputare ad un soggetto "esterno a sé", ai propri fantasmi, i suoi fallimenti ed è pronta ad imputare all'Essere Umano i fallimenti quando pavido non accetta di seguire il proprio intuire e la propria percezione. La ragione chiama a raccolta i suoi fantasmi affinché l'Essere Umano non provi ancora ad uscire dai suoi angusti confini.
Da Notte furono generati i campi di battaglia dai quali gli Esseri Umani alimentano la loro coscienza che si forgia nelle sfide della vita.
Da Notte nacquero Sonno e i Sogni.
Da Notte nacquero le condizioni divine del vivere per sfida che ogni Essere Umano conduce là nell'infinito quando, pugnando con gli Dèi e alimentando gli Dèi dentro di sé, li costringe alla relazione costruendo sé stesso.
Nel Sonno si genera il Sognare.
Il Sognare riposo dell'Essere Umano; la sua rigenerazione.
Il Sognare, il sussurro degli Dèi all'Essere Umano; il consiglio che supera i confini della ragione.
Il Sognare un campo di battaglia dove le regole appartengono all'animo di chi lo attraversa, le sue emozioni si sciolgono in immagini libere da regole e schemi.
Sonno e sognare sono i momenti della rigenerazione, della trasformazione della struttura psico-emotiva, dell'Essere Umano. I suoi momenti di crescita come trasformazione emotiva quale interiorizzazione dell'esperienza. Non l'esperienza intesa come ricordo e memoria, ma l'esperienza intesa come modificazione della struttura emotiva che predispone l'individuo ad affrontare il nuovo che si presenta quando, al risveglio, la sua coscienza si ristruttura riprendendo il controllo dell'individuo che riemerge dal sonno e dai suoi sogni.
Da Nera Notte si genera il grande campo divino della quotidiana contesa nella quale costruire la vita. Quanti Dèi neri, in quante battaglie sotto quante spoglie, l'Essere Umano deve domare affinché non si approprino del suo cuore e delle sue azioni. Eppure, solo domando questi Dèi neri l'Essere Umano si costruisce nell'infinito. Quando uno di questi Dèi neri si appropria del suo cuore e del suo braccio, egli è sconfitto. La sconfitta è la sua rinuncia all'Infinito.
Il primo fra questi è Nemesi, la vendetta!
Maledetto l'Essere Umano che non ricorda!
Maledetto l'Essere Umano che dimentica gli sforzi che altri Esseri compirono per permettergli di essere ciò che è! Maledetto quell'Essere Umano che non ricorda quante sofferenze furono necessarie affinché egli fosse ciò che è, consentendogli l'assalto al cielo della conoscenza e della consapevolezza. Chi non ricorda è destinato a cominciare dall'inizio. E' destinato a non sentire il respiro del mondo che lo circonda. Chi non ricorda lastrica di ben tristi pietre la strada del proprio cammino e si predispone alla Nemesi del mondo che chiede il suo prezzo.
La tracotanza, l'arroganza, il disprezzo per il mondo, chiama l'azione di Nemesi che ricorda ai mortali e agli immortali che non sono i padroni del mondo, ma solo degli abitatori che vivono in esso. Quando NEMESI si appropria degli Esseri della Natura li distrugge impedendo loro il cammino nella vita. NEMESI significa vendetta, la sciagura degli Esseri Umani. Quando un Essere Umano dimentica l'Intento per cui agisce cercando una vendetta che soddisfi il suo ego, la sua importanza personale, distrugge il proprio divenire nell'infinito. Quando gli Esseri Umani sono rinchiusi in condizioni distruttive, Nemesi si trasforma nelle Erinni le prime forze che della vita che nascono dal sangue di Urano Stellato.
Gli Dèi che nascono da Nera Notte sono Dèi dalle infinite sfaccettature. Noi cogliamo l'aspetto che vogliamo considerare in questo momento, ma se io affermassi che il "Bene" comunque inteso) è in Inganno o il Male (comunque inteso) è in Inganno, parlerei sempre di Inganno collocandolo in ambiti diversi. Qualunque giudizio si dia sugli Dèi, figli di Nera Notte, è sempre giusto ed è sempre sbagliato perché noi, con lo stesso nome chiamiamo l'azione che ci danneggia o l'azione che si è utile.
Questo è ciò che Nera Notte trasmette attraverso i suoi figli: io li ho partoriti dice Nera Notte sta a te usarli!
Ancora tre figlie terribili di Nera Notte: Inganno, Amore e Vecchiaia Rovinosa.
Soggiacere a questi Dèi, alimentare questi Dèi, significa distruggere sé stessi. L'Essere Umano che si fa Inganno per affrontare la sua quotidianità altro non fa che alimentare l'impotenza del costruttore. Chi si fa Inganno si appropria degli Esseri Umani e pone le basi per la distruzione della vita. Se riconosci inganno, spostando la tua attenzione dalle parole dalle quali sgorga l'inganno alle azioni, non c'è inganno perché sei tu ad interpretare l'azione. Al massimo ti puoi ingannare perché non eri adeguatamente attrezzato per interpretare le azioni, ma Inganno non si appropria di te. Solo le persone che credono, che hanno fede nella verità, possono essere ingannate. Credere e aver fede nella verità, non appartiene all'azione, ma solo alle parole con cui si descrive una realtà desiderata ma non attinente alla realtà vissuta. Dove poni la tua attenzione?
E chi risolve la propria vita in Amore? Chi fa dell'Amore il fine della sua vita? Chi piega il suo Intento per far di Amore scopo e fine della propria esistenza fa di uno strumento, bello ad usarsi e piacevole a viversi, il fine della propria esistenza distruggendo in esso sé stesso.
Inganno sussurra nelle orecchie dell'Essere Umano la facilità attraverso la quale vivere appropriandosi di Esseri Umani e AMORE sussurra nelle orecchie dell'Essere Umano come farlo. Amore sussurra alle orecchie dell'Essere Umano il piacere dell'Amore con cui costringere le persone obbedienza e come l'obbedienza debba essere la manifestazione di chi risponde al suo Amore.
Qual è il significato di Amore figlio di Nera Notte?
Solo con gli ebrei e i cristiani lo abbiamo conosciuto Amore, figlio di Nera Notte e fratello di Inganno che porta a Vecchiaia Rovinosa: la trinità della distruzione dell'uomo.
Costringi le persone in miseria, all'indigenza, e, amandole, potrai accumulare sopra di loro carboni ardenti e bruciarle vive incutendo il terrore della sottomissione.
Scrivono gli ebrei per poter bruciare vive le persone:
[21] Se il tuo nemico ha fame, dagli pane da mangiare, se ha sete, dagli acqua da bere,
[22] perché così ammasserai carboni ardenti sul suo capo e il Signore ti ricompenserà.
Proverbi 25, 21 22
Ribadiscono i cristiani per poter bruciare vive le persone:
Al contrario, se il tuo nemico ha fame, dagli da mangiare; se ha sete, dagli da bere: facendo questo, infatti, ammasserai carboni ardenti sopra il suo capo.
Paolo di Tarso, Romani 12, 20
Amore che non ha nulla a che vedere con Eros. Non è il piacere che invade il mondo, ma è il possesso del narciso che piega a sé stesso il mondo. In Amore, figlio di Nera Notte, non c'è Intento che si dispiega nel mondo e che modifica sia il soggetto che il mondo. C'è la riaffermazione di sé stesso come il narciso che ama la propria immagine e chiede al mondo di amarlo. Quando il mondo non risponde alle richieste del narciso Gesù, questi accumula carboni ardenti per bruciare gli uomini.
C'è un mondo in cui la conoscenza costringe l'Essere Umano a sconfiggere questi Dèi. L'Essere Umano deve riconoscerli e deve costringerli a svelare il loro volto: il loro vero nome! Ed è in questo modo che l'Essere Umano evita Vecchiaia Rovinosa!
Che ne è degli Inganni quando Amore non ha la forza per alimentarli?
Che ne è di Amore quando vecchio e stanco sente le membra senza forza e l'oggetto posseduto rivendica la propria condizione di persona desiderante?
E' Vecchiaia Rovinosa che lo coglie mentre stanco racconta con nostalgia i bei tempi antichi quando portava Inganno (lui furbo e astuto) imponendolo a chi non si poteva difendere e quando coglieva Amore (lui forte e virile) dal sottomesso. I bei tempi antichi che per lui oggi sono Vecchiaia Rovinosa padrona del suo cuore e del suo sentire. Può solo ricordare per scacciare la disperazione nel presente in un nostalgico desiderio di una vita perduta.
Notte genera Contesa!
Contesa si appropria dell'Essere Umano. Lo costringe a compattare sé stesso per affrontare la sconosciuta Nera Notte della vita giungendo, quando sorretto da un cuore coraggioso, ad affrontare le Esperidi, anch'esse figlie di Nera Notte, e cogliere i pomi aurei della Conoscenza, della Consapevolezza e del divenire nell'infinito.
Nera Notte genera da sé stessa condizioni necessarie alla trasformazione degli Esseri dell'universo come della Futura Natura. Genera le condizioni e le forze che misureranno gli Esseri, nel tentativo di opporsi e adattarsi, costringendoli alla trasformazione. Contesa spinge gli Esseri a compattare tutto loro stessi perché lei è la contraddizione che si genera nella relazione fra l'Essere e il non-Essere. Ogni Essere in ogni non-Essere. Le condizioni costruite da Contesa necessitano della compattazione degli Esseri, mentre le relazioni portano a germogliare nei loro cuori le trasformazioni ed essi si misurano, attimo dopo attimo, nella loro quotidianità costruendo sé stessi. Contesa, figlia di Nera Notte, sarà trasformata negli Esseri della Natura in Ares da parte di Zeus, l'atmosfera, e Hera, la Natura.
"Combattetevi nella contesa perché io, Contesa, ho nel grembo doni rovinosi per chi non si compatta e non fa di Contesa relazione attraverso la quale costruire la propria vita. Doni rovinosi, Dèi violenti che si appropriano della vita degli uomini distruggendo il loro divenire nell'infinito dei mutamenti. Sottraetevi a Contesa senza contendere e calerete i miei figli nel vostro cuore!"
Per Prometeo!
Contesa, Contesa, t'avessero ascoltata gli antichi padri quanto minore sarebbe stato il sangue versato e le lacrime ed il dolore mentre guardavano impotenti quella croce maledetta avanzare verso di loro.
Così i figli di Contesa si calarono nel loro cuore e gli uomini imposti dai cristiani e la croce imposero loro di calare i figli di Contesa anche nel cuore dei loro figli: gettano acqua sulla testa, ma è ferro rovente che brucia e distrugge l'ardore della loro "anima"!
I figli di Contesa si impadronirono degli Esseri Umani:"CONTESA generò PENA DOLENTE, OBLIO e FAME, e DOLORI, che fanno piangere, LOTTE e BATTAGLIE e DELITTI e OMICIDI, DISCORDIA e INGANNI e DISCORSI e AMBIGUI DISCORSI, ANARCHIA e SCIAGURA che vanno congiunte fra loro e GIURAMENTO, che agli uomini della terra grande sciagura reca quando qualcuno di loro, volendo, spergiura."
Agli Esseri Umani non rimase altro che supplicare. Così i figli di Contesa si impossessarono ancor di più dei loro cuori. Impotenti, non generarono Contesa dentro di loro. Impotenti non scacciarono i suoi figli, facendosi Contesa contro di loro, dalle società degli uomini. Piuttosto che farsi Contesa, gli uomini preferirono farsi pecore del gregge che il "buon pastore" che le ama, praticando Amore figlio di Nera Notte, le porta al macello della vita.
Così gli Esseri Umani non giunsero nelle terre delle Esperidi e non sfidarono il grande serpente della vita. Supplicavano acqua per placare il dolore che i figli di Contesa imponevano loro.
Gli Esseri Umani supplici non giunsero mai nel luogo in cui le Esperidi custodivano i pomi aurei della Conoscenza e della Consapevolezza, né colsero mai dall'albero della vita per mangiarne e vivere in eterno.
E il padrone degli uomini trasformati in pecore, impose loro Giuramento. Quel Giuramento di fedeltà al padrone che "agli uomini della terra grande sciagura reca ". Giurarono fedeltà al padrone e non giurarono fedeltà a sé stessi!
Notte, senza giacere con nessuno, perché col germinare di Urano Stellato divenne utero dell'universo, fece sorgere dal suo grembo quegli Dèi che divennero condizioni divine attorno alle quali si forgiarono i nati, sia i mortali che gli immortali, determinando le tensioni divine attraverso le quali gli Esseri della Natura diventano Dèi. Nera Notte, senza giacere con nessuno generò i grandi campi della sfida del divenire umano. Così fu Sogno, così fu la sfida nell'Essere Natura. Nera Notte, senza giacere con nessuno generò il fine della vita degli Esseri della Natura: cogliere i pomi aurei della Conoscenza e della Consapevolezza.
Notte, Dea madre di Dèi. Nera Notte, l'oscuro della ragione. Notte che circonda Ragione. Notte, futuro che genera il presente.
La sfida a Nera Notte è la sfida per la costruzione della vita. Non sfidare Nera Notte e i fantasmi che da essa trae la Ragione per costringere l'Essere Umano all'obbedienza significa alimentare quei fantasmi, santificarli, imporli per distruggere il tempo che si fa incontro all'Essere della Natura.
Quando nella vita quotidiana tutto sembra perduto. Quando la ragione non incontra Dike. Quando gli Dèi Titani anziché sorgere dal nostro cuore stanno rinchiusi nell'Ade, non resta che l'utero di Nera Notte. L'utero si apre e accoglie i disperati. I disperati si collegano al cordone ombelicale che verso di loro lancia Nera Notte e Nera Notte li guida a riesaminare tutta la loro esistenza.
I cristiani distrussero tutto lungo il loro cammino, ma non Nera Notte che accoglie le loro vittime per prepararle ad una nuova e diversa esistenza.
Appunto trasmissione radiofonica del 2000 inizio revisione 18 settembre 2014
Nota: la traduzione della Teogonia è tratta da Esiodo "Teogonia" trad. Graziano Arrighetti edizione BUR
Marghera 02 ottobre 2014
La Religione Pagana e la Teogonia di Esiodo - Indice Generale
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Presentazione del libro "La stirpe dei Titani" di Claudio Simeoni
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Quando si percorre un sentiero di Stregoneria
si conosce l'inizio, ma non si sa dove porterà.
Per questo motivo l'impeccabilità deve essere a fondameto
di ogni nostra decisione.
La Religione Pagana ha forgiato una propria visione del mondo, della vita e del venir in essere delle coscienze fin dalle origini del tempo. Tali idee collimano nel tempo presente con le idee delle religioni e dei culti prima dell'avvento della filosofia e furono osteggiate militarmente dall'odio cristiano contro la vita. Analizzare Esiodo ci permette di chiarire il punto di vista della Religione Pagana.
Oggi possiamo dire che le religioni del Mito erano religioni evoluzionistiche in cui gli Dè erano parte della materia e dell'energia in perenne modificazione e in trasformazione e la religione non stabiliva le "verità del Mito", ma stabiliva le condizioni opportune affinché uomini e donne potessero trasformarsi in Dè come parte di un mondo in trasformazione.
La bellezza non รจ un oggetto in sé, ma dipende dagli occhi "belli" di chi guarda l'oggetto e scorge in esso la "bellezza che lui è". In questo senso solo chi è aperto al mondo scorge la bellezza nel mondo. Solo chi è aperto agli Dèi scorge l'intelligenza negli oggetti del mondo e le relazioni fra questi e la sua stessa intelligenza.
In altre parole, le Antiche Religioni, prima della filosofia, erano "evoluzioniste" e non "creazioniste"; dal punto di vista sociale diremmo che erano religioni "democratiche" e non "assolutiste" o "dittatoriali". La divinità era la materia e l'energia e non un soggetto esterno alla materia e all'energia.
Sito di Claudio Simeoni
Claudio Simeoni
Meccanico
Apprendista Stregone
Guardiano dell'Anticristo
Tel. 3277862784
e-mail: claudiosimeoni@libero.it
Ultima modifica marzo 2024
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