Qualcuno vuole leggere Esiodo in modo allegorico. Ad esempio viene elencata la prima trinità composta da GAIA, URANO e EROS. Dove GAIA viene interpretata come la materia, URANO il cielo ed EROS l'attività della materia che riproduce sé stessa. Oppure vengono letti in maniera allegorica i figli di Nera Notte.
Dice Schopenhauer:
"I greci primitivi [...] non riuscivano ad esprimere i loro pensieri se non sotto forma di immagini e di metafore."
Sicuramente un bel passo avanti quello di Schopenhauer, il buddhista che usa la volontà per autodistruggersi, rispetto a Martino di Braga, il cattolico che incitava alla violenza contro i Pagani, che intorno al 573 farneticava:
"Allora il diavolo o i suoi ministri, i demoni, che furono cacciati dal cielo, vedendo che gli uomini ignari, abbandonato il loro creatore, andavano errando dietro le creature, cominciarono a manifestarsi a costoro in forme diverse e a parlare con loro e ad esigere che questi offrissero loro sacrifici sugli alti monti e nel folto delle selve, e adorassero loro al posto di dio, dandosi nomi di uomini scellerati, che trascorsero la vita in ogni sorta di crimini e di scelleratezze. E così uno affermò di essere GIOVE, mago e incestuoso in si gravi adulteri da prendersi in moglie sua sorella, che fu chiamata GIUNONE e arrivare a corrompere le sue figlie MINERVA e VENERE e anche a violare turpemente i nipoti e tutta la parentela. Un altro demone si chiamò MARTE che fu istigatore di liti e di discordie. Un altro poi volle chiamarsi MERCURIO, che fu l'astuto artefice di ogni ruberia e di frode; a costui, quale dio del guadagno, gli uomini pieni di cupidigia, nel passare dai crocicchi, offrono in sacrificio mucchi di pietre gettandovi sassi. Un altro demone prese il nome di SATURNO, che avvezzo ad ogni crudeltà, divorava perfino i suoi figli appena nati. Un altro ancora inventò di essere VENERE, che fu una meretrice. Essa ha fatto la prostituta non solo con molti amanti, ma anche con suo padre GIOVE e col suo fratello MARTE."
Dice Schopenhauer:
"Così, per esempio, siamo di fronte ad un'allegoria morale quando Esiodo elenca i figli della NOTTE, e subito dopo i figli di ERIS (DISCORDIA) che sono FATICA DANNO (in realtà si tratta di OBLIO), FAME, DOLORE, LOTTA, OMICIDIO, LITE, MENZOGNA, INGIUSTIZIA, SVENTURA e GIURAMENTO; mentre è un'allegoria fisica la sua rappresentazione personificata della NOTTE e del GIORNO, del SONNO e della MORTE."
Le allegorie stanno nella testa di Schopenhauer: lui non vive con fatica; non affronta i danni di scelte distruttive; non conosce la fame di un desiderio che non si soddisfa; non conosce il dolore emotivo; non conosce le fatiche delle lotte per la sopravvivenza in una terra in cui i cristiani seminano morte e distruzione; non conosce il genocidio dei cristiani; non conosce la menzogna dei cristiani e dei buddhisti; non conosce gli uomini sottoposti alle ingiustizie cristiane; alla sventura provocata da chi costruisce condizioni avverse alla vita; non conosce il senso di Notte e Giorno nelle trasformazioni umane; non conosce il senso del sonno che costruisce conoscenza; non conosce la gloria della morte del corpo fisico.
Non conoscendo tutto questo, ma conoscendo solo il pessimismo del fallimento esistenziale da coltivare con "volontà di potenza", non può nemmeno conoscere l'intelligenza divina che si cela dietro a questi Dèi che gli antichi non raffigurarono perché non avevano forme con cui rappresentare la loro azione dentro gli Esseri e nel mondo in cui vivevano.
Quello di Schopenhauer, come quello di Martino di Braga, è un giudizio monoteista. E' il giudizio di chi non ritiene che quelle immagini siano tali da risultare Dèi, né che gli estensori di quelle immagini sviluppino delle idee diverse da quelle che vengono rappresentate dal monoteismo. Per Schopenhauer l'Essere Umano è creato ad immagine e somiglianza di un dio pazzo e dunque, quanto gli antichi descrivevano erano cose sì culturalmente diverse da quelle descritte dalla società monoteista, ma erano sempre gli stessi uomini. Avevano lo stesso percepire, lo stesso vedere e lo stesso sentire. In altre parole, gli uomini del Mito pre filosofico, per Schopenhauer erano cristiani anche se si chiamavano in modo diverso o non definivano affatto la loro religione.
Questo è l'errore, commesso per odio religioso, dalla filosofia.
La descrizione del mondo è sì fatta culturalmente, ma la cultura nella quale gli Esseri Umani nascono, crescono e alla quale vengono addestrati, condiziona la loro descrizione della percezione del mondo. Il mondo che li circonda non viene mai descritto in sé e per sé, ma la descrizione è relativa alla sottomissione culturale ricevuta e a come è stata fagocitata dall'individuo. Alla quantità di condizionamento culturale che l'individuo fa proprio trasferendola nella propria struttura fisica, psichica ed emozionale viene riprodotta dall'individuo una qualità di giudizio che viene riproposta nel mondo circostante, nella cultura.
Il significato di una parola, di un termine, è attribuito per quanto oggi quel termine significa. Anche nella ricerca etimologica Dèi termini questa non si discosta dall'assonanza col significato che quel termine assume nella situazione culturale attuale. Il termine DIANA deriva da una radice antica di luce e sta a significare la luce che assume la Coscienza di Sé: il DIO! La ricerca storica dell'evoluzione del significato ci riporta a questo, ma la cultura in cui viviamo è assolutamente separata dalla cultura degli Esseri Umani che svilupparono quel significato. C'è un anello di congiunzione ed è l'origine del significato di DIANA, ma non c'è la cultura nella quale quel significato è venuto germinando. Manchiamo dell'oggettività culturale in cui quel significato si è formato. Manchiamo, pertanto, del significato intimo che assumeva per gli Esseri Umani che quel nome hanno coniato. Noi immaginiamo, ma la nostra immaginazione si è forgiata nell'educazione cristiana.
Da qui il diritto di Schopenhauer di affermare che quanto viene espresso da Esiodo altro non sono che allegorie. Lo affermavano anche gli Stoici. E' un diritto che gli si riconosce in quanto monoteista. In quanto incapace di uscire dal mondo della ragione e afferrare significati diversi da quelli che la struttura educazionale gli impone. Scartati i significati di demoni che combattono il dio padrone dei cristiani, rimane l'allegoria! Questo non inficia il potere del dio padrone che può continuare a guardare dall'alto in basso gli DèI descritti in Esiodo. Tanto, sono solo delle allegorie; non sono reali.
La questione è diversa dal punto di vista PAGANO.
Si tratta di rivendicare il punto di vista Pagano attraverso il quale guardare il mondo. Il punto di vista della Stregoneria che, forzando i limiti imposti dalla ragione specifica di ogni cultura, chiede una propria autonomia per spaziare in ogni mondo della percezione senza per questo essere rinchiusa in un manicomio soltanto perché grida che il re è nudo.
A differenza di Martino di Braga o di Schopenhauer il Paganesimo non rivendica il diritto alla credenza. Il Paganesimo non indica un qualcosa a cui credere, ma rivendica il diritto ad un percorso di dilatazione soggettiva dell'individuo, un percorso di libertà dalla costrizione della ragione per giungere nei mondi della percezione. Dai mondi della percezione il Pagano riporta quanto incontra. Solo che non riporta quanto incontra al fine di distruggere la ragione e le relazioni sociali che la ragione ha costruito per quanto aberranti queste siano, ma porta nella ragione interpretazioni del mondo che lo circonda per quanto e nella forma che la ragione può ritenere comprensibile e modificarsi di conseguenza per comprendere il nuovo.
Dal momento che è comprensibile ed accettabile il Mito può essere interpretato anche da gente come Martino di Braga o Schopenhauer.
Chi subisce l'interpretazione deve chiedersi: cosa questo comporta? Per i contadini, cui si rivolgeva Martino di Braga, la schiavitù; ne sapevano qualche cosa in val Rendena. Per l'interpretazione di Schopenhauer, sia un cammino per l'uscita dall'orrore cristiano, sia un tentativo del cristianesimo di rendere innocui gli Dèi della Grecia antica.
Il Paganesimo deve rivendicare la propria indipendenza dal monoteismo nella relazione col mondo che ci circonda. Per indipendenza della relazione intendo dire che gli Esseri Umani Pagani sono diversi dagli Esseri Umani monoteisti.
Sono diversi non solo per come si collocano davanti al mondo, ma per la diversa trasformazione subita nel collocarsi in maniera diversa davanti al mondo.
La relazione fra soggettività ed oggettività modifica sia l'uno che l'altro e l'uno e l'altro, dopo la relazione, non sono più gli stessi del prima della relazione.
Gli Esseri Umani, e con essi ogni soggetto di diritto, deve essere uguale davanti alla legge. Nel Sistema Sociale deve essere soggetto agli stessi diritti e agli stessi doveri. Diritti e doveri che non devono costituire privilegi per nessun soggetto. Detto questo, che risulta essere uno dei concetti acquisiti, almeno come enunciato, dalla rivoluzione francese ancora oggi il concetto di uguaglianza viene ignorato e disatteso nella pratica quotidiana. Il concetto di uguaglianza giuridica e sociale viene sostituito col concetto di uguaglianza delle persone pensate come "schiavi" davanti ad un Istituzione che si identifica col dio padrone il quale mantiene per sé i privilegi estendendoli ad una gerarchia che pretende di rappresentarlo. In base a quella gerarchia gli uomini sono uguali in quanto creati uguali dal dio padrone. Peccato che gli uomini siano il divenuto di condizioni diverse all'interno delle quali hanno dovuto adattarsi. Pertanto i singoli Esseri Umani sono intimamente diversi gli uni dagli altri e questa diversità è riconoscibile soltanto se è riconosciuta l'uguaglianza giuridica e sociale degli Esseri Umani (e con essa quella di ogni Essere Giuridico sia per quanto riguarda il "barbone" socialmente emarginato, che il dio padrone, almeno fintanto che ci saranno delle gerarchie religiose a giustificarne le imprese criminali!).
Cosa comporta tutto questo?
Significa che le mie sfide nella vita quotidiana mi hanno trasformato. Mi hanno reso coraggioso negli infiniti mondi della percezione o almeno in quei mondi nei quali sono riuscito a giungere. A differenza di chi si è messo (o è stato costretto senza avere forza e opportunità di sottrarsi) in ginocchio davanti al dio padrone e trasformato, costretto ad essere pavido e timoroso davanti allo sconosciuto. Costui, anziché rimboccarsi le maniche davanti allo sconosciuto supplicherà l'intervento del dio padrone. La sua provvidenza. Il suo soccorso. L'attesa della venuta del padrone nell'illusione che gli risolverà i suoi problemi. Quando io mi rimbocco le maniche, il cristiano pavido pretenderà di impossessarsi del prodotto del mio lavoro; quando io manifesterò elementi dello sconosciuto che ho incontrato tenterà di accendere i roghi per poter nascondere la sua sconfitta nella sua vita.
In percezione alterata io vedo l'Energia Vitale Stagnata di color blu - nero. Dove incontro quel tipo di colore ricevo delle sensazioni di orrore, di distruzione, di rattrappimento, di implosione. Quando incontro una sensazione di orrore, di distruzione, di rattrappimento e di implosione di un individuo, ai miei occhi appaiono forme di colore blu – nero. Il nero della notte della disperazione umana. Dove non esiste la luce del "Che Fare!" e l'individuo si sente sperso, smarrito e inghiottito nel nulla del divenire. Lo riconosco: è una visione soggettiva! Il risultato del mio divenuto! Quando incontro questo tipo di nero, fra gli Esseri della mia specie, scorgo: DISCORDIA, intesa come sopraffazione; FATICA, intesa come PENE DOLENTI, difficoltà ad affrontare la quotidianità; OBLIO, quanto dolore deve affrontare nel presente chi dimentica il passato; FAME intesa come impossibilità a soddisfare i propri bisogni; DOLORI intesi come costrizioni sia fisiche che psichiche; LOTTE e BATTAGLIE per la sopraffazione di chi non si può difendere; DELITTI e OMICIDI come prevaricazione sociale; DISCORSI e AMBIGUI DISCORSI, intesi come l'apparenza recitata per ingannare le aspettative di chi non è in grado di discriminare; ANARCHIA, intesa come impossibilità degli individui di organizzare la propria vita; SCIAGURA intesa come distruzione della vita degli individui. Ed è il lato nero dei figli di NOTTE che NOTTE stessa ignorava fino all'avvento del monoteismo.
Questo io lo colgo, in misura diversa, quale espressione di quanto suscita in me orrore quando in percezione alterata colgo l'onda blu-nera. Tutti questi Dèi sono fenomeni che si manifestano nella vita degli Esseri Umani. La fonte, la NINFA dalla quale traggono origine è quell'onda blu-nera che entrando nel cuore degli Esseri Umani manifesta quell'aspetto di quegli Dèi quali fenomeni sociali. Fenomeni attraverso i quali si costruiscono le relazioni sociali. La fonte d'origine è quell'onda blu-nera che viene combattuta dalle armate di Arlecchino nei mondi della percezione. D'altro canto, se le lotte per la giustizia sociale riescono nel loro intento, questo aspetto, di questi Dèi sarà privato del loro cibo: delle manifestazioni che li alimenta!
Per distruggere il lato nero e perverso della sottomissione espresso da PENA DOLENTE, OBLIO, FAME, DOLORI, LOTTE, BATTAGLIE, DELITTI, OMICIDI, ANARCHIA, SCIAGURA, DISCORDIA e INGANNI è necessario prosciugare la fonte del blu - nero calato nel cuore degli Esseri Umani. Nello stesso tempo, se la manifestazione di questi fenomeni recede nell'ambito sociale anche l'onda blu - nera calata nel cuore degli Esseri Umani tende a diluirsi e a sparire.
Solo che l'onda blu - nera non è priva di volontà e determinazione. Ella possiede nous. Possiede determinazione, pensiero, intenzione, scopo e progetto esattamente come i fenomeni che produce che, proprio perché hanno nous, sono Dèi.
Quel blu-nero è la notte della Conoscenza e della Consapevolezza. Non è Nera Notte, la luce in cui agisce il cacciatore d'agguato. Non è NOTTE in cui SELENE risplende per donare Consapevolezza. Non è NOTTE che genera GIORNO che genera NOTTE. E non è neppure NOTTE che con i suoi figli tende agguati ai cacciatori di conoscenza e consapevolezza al fine di rendere più funzionali e produttive le loro sfide.
E' un'altra NOTTE: è la notte come disperazione. Una disperazione che si fa cancro della coscienza agendo da padrona distruggendo Coscienza e Consapevolezza di ogni Essere Umano che si è fatto sua preda. E' la notte della ragione, la notte delle emozioni, la notte del pavido che non si trasforma, la notte dalla quale i cristiani prelevano la croce per imporre il dolore all'umanità.
Questo aspetto degli Dèi, figli di NOTTE, ha una rappresentazione nel reale quotidiano, agiscono sul sentire e sull'intuire dell'Essere Umano rinchiudendolo all'interno di un'ossessione che governa le sue azioni. Si possono combattere, sia come fenomeni che si manifestano negli Esseri Umani, sia come consapevolezza che tenta di espandersi nelle società umane alimentandosi di azioni pavide e scellerate che consistono in imposizione di dominio e sottomissione di altri Esseri Umani.
Per un cristiano, come Schopenhauer, è solo descrizione allegorica; per chi altera la percezione gli Dèi sono le intelligenze e i progetti del mondo che ci circonda. Consapevoli di sé che manifestano intelligenza e determinazione. Gli Dèi sono soggetti consapevoli manifestati da ogni Essere della Natura: da ogni Essere Umano!
Se si combatteranno questi Dèi come se siano soltanto dei fenomeni essi possono essere sconfitti in una rappresentazione, ma continueranno a presentarsi sotto altre spoglie o in altre situazioni: nelle nostre azioni, nella nostra psiche, nel nostro fisico! Può essere svelato un aspetto del lato nero di INGANNO ed eliminato, ma il lato nero di INGANNO si ripresenterà sussurrando nell'orecchio di altri Esseri Umani che esercitandolo come dio riusciranno ad avere dei vantaggi. Finché non si elimina il vantaggio di vivere ingannando, INGANNO avrà sempre casa fra gli Esseri Umani.
E' come per l'aspetto nero di PENA DOLENTE! La sua manifestazione peggiore in questi ultimi duemila anni è il cristianesimo! Qualche aspetto di PENA DOLENTE espressa dal cristianesimo è stato limitato, ma PENA DOLENTE è sempre riproposta dal cristianesimo che nell'allevare e alimentare l'aspetto nero di PENA DOLENTE, attraverso l'esposizione della croce, ne ha fatto il fine della sua azione criminale fra gli uomini.
Così gli Esseri Umani devono costringere i loro figli a soggiacere all'aspetto nero di PENA DOLENTE perché il loro dio padrone li ama mentre viene sottratto il futuro ai loro figli.
Posso concordare con una nota dell'autore (Schopenhauer) a proposito della sua confutazione del Panteismo dove dice:
"Se intendete spiegare il mondo non servono né panteismo né mitologia ebraica: cominciate ad osservarlo."
E' da concordare perfettamente salvo disquisire su come la nostra autodisciplina, il nostro Intento e la nostra emotività ha costruito i nostri occhi attraverso i quali guardiamo il mondo. Gli occhi di un cristiano non sono uguali agli occhi di un Pagano (né tutti gli occhi dei Pagani sono uguali fra di loro: ma questo essi lo sanno!). Nel mondo della Natura il cristiano troverà la creazione che il suo dio gli ha donato perché lui l'assoggetti:
"Prolificate, moltiplicatevi e riempite il mondo, assoggettatelo e dominate sopra i pesci del mare e su tutti gli uccelli del cielo e sopra tutti gli animali che si muovono sopra la terra!"
Genesi 1-28;
Nel mondo della Natura il Pagano troverà un universo di Dèi sia in forma di Esseri della Natura, sia come tensioni e fenomeni nei quali si immergerà riconoscendoli uguali a lui. Quando altererà la Natura il cristiano lo farà da padrone; quando altererà la Natura il Pagano lo farà per necessità!
Gli occhi che guardano sono diversi; i fenomeni che si manifestano sono recepiti in maniera diversa; le tensioni della vita vissute con un diverso spirito e un diverso Intento. IL pagano guarda nella direzione in cui costruisce il futuro; il cristiano guarda nella direzione in cui si impossessa del presente per sottometterlo a sé.
Gli Esseri Umani devono essere socialmente uguali, ma il loro divenuto li rende diversi.
Un Pagano si attrezza per affrontare lo sconosciuto divino; il cristiano si mette in ginocchio e supplica la provvidenza del suo dio padrone.
Un Pagano può fallire; un cristiano è un fallito!
Per questo motivo un cristiano non è in grado di cogliere quanto coglie un Pagano. Quanto afferma un cristiano è pura follia illusoria che contribuisce a disarmarlo davanti alla vita inducendolo a manifestare la sua disperazione e la sua angoscia nella preghiera come supplica rivolta al suo padrone.
AD OGNI PAGANO I SUOI DÈI!
Marghera 22.05.2000
Appunto trasmissione radiofonica del 2000 – inizio revisione 18 settembre 2014
Nota: la traduzione della Teogonia è tratta da Esiodo "Teogonia" trad. Graziano Arrighetti edizione BUR
Marghera 21 settembre 2014
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Claudio Simeoni Meccanico Apprendista Stregone Guardiano dell'Anticristo Membro fondatore della Federazione Pagana Piaz.le Parmesan, 8 30175 Marghera - Venezia Tel. 3277862784 e-mail: claudiosimeoni@libero.it |
La Religione Pagana ha forgiato una propria visione del mondo, della vita e del venir in essere delle coscienze fin dalle origini del tempo. Tali idee collimano nel tempo presente con le idee delle religioni e dei culti prima dell'avvento della filosofia e furono osteggiate militarmente dall'odio cristiano contro la vita. Analizzare Esiodo ci permette di chiarire il punto di vista della Religione Pagana.