Davvero erano sconosciuti i Misteri Eleusini?
Si legge nell'Inno Omerico a Demetra:
E raggiunsero Elio, che vigila sugli dei e sugli uomini;
si fermarono dinanzi ai suoi cavalli, e lo interrogò la divina fra le dee:
"Elio, tu almeno abbi rispetto per una dea, quale io sono, se mai
per le mie parole o i miei fatti fui gradita al tuo cuore e al tuo animo.
La figlia che ho generato, mio dolce germoglio, dal volto luminoso [...]
ho udito il suo alto grido attraverso il limpido etere,
come se subisse violenza: ma non l'ho vista con i miei occhi.
Ma poiché tu certo, su tutta la terra e sul mare
dall'etere divino guardi con i tuoi raggi,
sinceramente dimmi se mai hai veduto
chi la mia figlia diletta ha preso a forza, contro il suo volere, mentre ero lontana,
ed è fuggito: sia uno degli dei o degli uomini mortali".
Impariamo a chiedere da Demetra.
Non c'è supplica nelle sue parole di Demetra. Non c'è sottomissione. Non implora, ma chiede per il suo rango: chiede per il suo Potere di Essere. Dice Demetra ad Elio: "Io ho un passato, e ho messo in atto delle strategie di vita che tu hai guardato con piacere. Ho fatto cose che sono state gradite al tuo cuore. Ora ti chiedo di aiutare il mio cuore!" Ho fatto qualche cosa in passato! Ho fatto cose che a te furono gradite. Tu hai attinto dal mio fare, dalla mia vita, dai miei progetti; ora io chiedo di attingere da te, dalla tua conoscenza, dalla tua capacità di osservare quanto succede.
E' espressione dell'umiltà del Potere di Essere.
E quel tipo di umiltà potente dell'individuo che presenta sé stesso. Riconosco il tuo potere di esistenza e proprio perché lo riconosco ti presento la mia necessità. La necessità che ti presento è all'interno della mia vita, dei miei progetti e nel soddisfare quella necessità tu mi cammini a fianco.
Demetra riconosce le potenze del mondo che la circondano dalle quali è stata toccata attraverso la sparizione di Persefone, ne ha rispetto, ma non sottomissione. Esattamente come non hanno sottomissione le presenze nel mondo sia per manifestarla che per ostacolarla.
Non c'è una gerarchia di sopraffazione, ma un equilibrio di necessità che si esprimono mediante il Potere di Essere dei soggetti che vivono nel loro mondo. Le regole di giustizia sono equilibrio fra Poteri di Essere che esprimono le necessità di espansione soggettiva nel mondo in cui vivono. Nell'espressione delle necessità soggettive possono danneggiare o ferire un altro soggetto nei suoi bisogni e nelle sue necessità di espansione, ma non possono sottometterlo. Non c'è l'umiltà della sottomissione nelle parole di Demetra e non c'è richiesta ad Elios di sottomettersi alla sua necessità. Demetra manifesta l'umiltà del guerriero: rispetto reverenziale per il mondo in cui vive; apprensione nell'affrontare lo sconosciuto; un cuore impavido per affrontare le contraddizioni che si presentano o che si potrebbero presentare.
Impariamo questo da Demetra mentre agitiamo le fiaccole ardenti che bruciano dentro di noi; solo in questo modo il mondo ci riconoscerà come parte di sé stesso.
Questo non significa che il mondo non ci tenderà agguati, né che qualcuno ci indicherà come possibili prede, ma sicuramente qualcun altro ci può camminare a fianco fondendo intenti e passioni con noi!
Nulla a che vedere con l'umiltà del Potere di Avere.
IL Potere di Avere si costruisce e si esercita soltanto all'interno dei Sistemi Sociali umani e da questi viene proiettato dall'individuo sull'intero universo.
L'individuo immagina il mondo come una gerarchia ad immagine e somiglianza della sua gerarchia sociale dove chi possiede quel ruolo sociale è qualificato dal ruolo sociale. Un individuo non qualifica il ruolo sociale in base al proprio Potere di Essere (al di là della qualità specifica che esprime), ma è il ruolo che qualifica l'individuo.
In base al Potere di Avere io non sono un uomo saggio che fa l'insegnante di scuola media, ma per il fatto di fare l'insegnante di scuola media devo essere pensato come saggio e tale devo essere socialmente considerato. La mia saggezza non è determinata da ciò che io sono, dalla mia storia, dalle mie scelte e dal mio divenuto, ma dal ruolo che socialmente occupo al di là di come sono riuscito ad occupare quel ruolo o dal come gestisco quel ruolo. Gli "altri" individui sociali devono considerarmi in quel modo perché io occupo quel ruolo e a quel ruolo gli individui sociali devono essere ossequiosi: pertanto sottomessi in quanto non hanno libertà di giudizio diversa da quanto quel ruolo impone loro.
Un esempio di come il Potere di Avere sia penetrato profondamente negli individui lo abbiamo dalla storia dell'attività giudiziaria negli USA al fine di scoprire l'attività della pedofilia dei preti cattolici. Sia i poliziotti che i magistrati trattarono molto male, cercando di farli passare per millantatori, coloro che denunciavano abusi sessuali da parte dei sacerdoti cattolici. Questi poliziotti avevano interiorizzato il Potere di Avere e proiettavano sul sacerdote cattolico l'immagine che loro immaginavano che quel ruolo dovese avere. Il sacerdote cattolico era ciò che essi immaginavano fosse; secondo loro faceva ciò che loro immaginavano che facesse. Della dottrina cattolica, delle indicazioni dottrinali ai preti cattolici affinché praticassero pedofilia al fine di sottomettere i ragazzi a tale religione, loro non ne sapevano nulla o fingevano di non saperne nulla. Non ne volevano sapere perché il fatto che il sacerdote praticasse pedofilia non rientrava nel loro pensato oppure, lo pensavano in diritto di praticare pedofilia. Così i sacerdoti pedofili si garantivano l'impunità.
Questo vale per tutte le gerarchie sociali. Ricordiamo che ci fu un tempo, non lontano, che un carabiniere era un carabiniere anche quando era in mutande! Che non significa necessariamente quando era senza divisa, ma quando non occupava quell'ufficio e quelle funzioni. Quando faceva un incidente d'auto si affrettava a farsi riconoscere come carabiniere. Ed era chiaramente un tentativo di intimidire l'altro attraverso il ruolo.
Ho usato ruoli sociali a portata di mano delle persone, ma questo vale per Wojtyla come per il Presidente della Repubblica, il Presidente del Consiglio, per un Ministro o un Amministratore delegato di una qualche azienda.
Il Potere di Avere trasforma l'interno emotivo dell'individuo impedendogli di scorgere le azioni attraverso le quali gli individui sono divenuti e trasformati. Quando scorge le azioni degli individui in contrasto con il ruolo che occupano e che dovrebbero mettere in atto non le considera o le ritiene inferiori. E' come se il superiore di una scala gerarchica avesse il diritto di bastonare i sottoposti e questi, non vedendosi bastonati, lo disprezzano perché non è in grado di coprire quel ruolo.
Un individuo che pensa il mondo attraverso il Potere di Avere non tratta gli Esseri del mondo in cui vive alla pari, ma assume atteggiamenti diversi a seconda di dove li colloca nella scala gerarchica. Un individuo che tratta il Potere di Avere ha il concetto di "tutti gli uomini sono uguali in ginocchio davanti a me". Nel senso che vive una condizione gerarchica continua e sistematica. E' pronto a mettersi in ginocchio davanti a chi considera gerarchicamente più potente di lui e pretende che, tutti coloro che considera gerarchicamente più deboli, si mettano in ginocchio davanti a lui. Chi pratica il Potere di Essere, pur riconoscendo le specificità e i diversi divenuti dei singoli individui, considera tutti gli Esseri Uguali a sé stesso al punto che nell'Antico Egitto si diceva:
"Proverbio n. 1 di Amen-em-Ope: Guardati dal derubare gli afflitti, dall'opprimere i deboli. Non sollevare la mano contro un vecchio che si avvicina, così come non oseresti rivolgere la parola ai grandi."
Cosa impossibile da pensare in chi vive praticando il Potere di Avere!
Marghera, 21 ottobre 2015
Il testo dell'Inno Omerico a Demetra è tratto da "Le religioni dei misteri" a cura di Paolo Scarpa edizione Fondazione Lorenzo Valla
Nell'Inno Omerico a Demetra sono racchiusi tutti i misteri di Eleusi. Costruire il dio che cresce dentro ad ogni uomo e, nello stesso tempo, costruire le condizioni affinché le persone possano costruire più facilmente il dio che cresce dentro di loro.
Claudio Simeoni
Meccanico
Apprendista Stregone
Guardiano dell'Anticristo
Membro fondatore
della Federazione Pagana
Piaz.le Parmesan, 8
30175 Marghera - Venezia
Tel. 3277862784
e-mail: claudiosimeoni@libero.it
Demetra al museo di Roma
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