Ares, Afrodite
e la rete di Efesto

Dall'ottavo libro dell'Odissea

di Claudio Simeoni

Indice sulle religioni antiche

 

Uno degli episodi più discussi nelle vicende degli Dèi è l'episodio dell'ottavo libro dell'Odissea nel quale si racconta della rabbia di Efesto quando viene a conoscenza che Afrodite ha una relazione sessuale con Ares.

Si racconta di Efesto che costruisce una trappola per cogliere gli amanti ed esporli al ridicolo. Si narra che gli Dèi che deridono Ares e Afrodite sono Apollo ed Ermes. Si narra che Posidone, intervenuto, intercede presso Efesto a favore di Ares.

 

Proviamo un po' a comprendere di chi stiamo parlando:

Efesto: la furia della distruzione che l'Essere Natura si è garantita in antitesi all'Arte dell'Agguato, Atena, che Zeus ha donato ai figli di Hera.

Efesto si manifesta nell'Essere della Natura quando distrugge un equilibrio, ogni equilibrio, del presente.

Ares: la contraddizione, ma anche il potere attraverso il quale si risolve la contraddizione uscendo dalla contraddizione risolvendola.

Ares si manifesta nell'Essere della Natura quando si relaziona, quando entra in contraddizione dialettica, con un soggetto diverso da sé.

Afrodite: il coinvolgimento emotivo che travolge, superando ogni barriera della ragione, ogni Essere esistente.

Afrodite si manifesta in ogni Essere della Natura quando costui si fa travolgere dalle passioni e dalle emozioni fondendosi con passioni ed emozioni di soggetti diversi da sé. Nella Religione Romana Afrodite viene interpretata come Venere in quanto Afrodite è soggetto attivo nella seduzione delle emozioni e delle passioni nei confronti degli oggetti del mondo.

Questi sono i protagonisti della scena.

Poi abbiamo due spettatori che ridicolizzano Ares: Apollo ed Ermes.

Apollo è il principio maschile della vita ed Ermes sono le voci che corrono.

Il terzo spettatore è Posidone, il mare fecondo.

Afrodite è la “sposa” di Efesto. Lei è colei che ricostruisce attraverso la passione quello che Efesto ha distrutto. Efesto non può esistere se Afrodite non ricostruisce dopo la sua distruzione. Se Afrodite non ricostruisce, Efesto ha cessato di esprimersi. Essere un artefice è la condizione di Efesto quando deve distruggere la terra per forgiare il metallo. Ma quando deve distruggere le società degli Esseri della Natura, queste non si possono ricostruire senza Afrodite.

Afrodite è la materializzazione fra gli Esseri dell'Intento: colei che crea le contraddizioni emotive e le risolve ATTRAVERSO LA FUSIONE EMOZIONALE. Colei che distrugge ogni stato della ragione, della mente, per travolgere tutto in una furia emotiva: la passione.

Siamo davanti a tre furie scatenate dove l'unico potere che non è furioso, solo per sé stesso, è ARES!

Efesto è descritto come il fabbro, ma spesso è solo colui che costruisce le armi degli DEI.

Nella sua forgia nascono i fulmini di Zeus e Atena stessa, quando va a trovarlo, gli chiede delle armi.

Tutti chiedono armi ad Efesto. Con quelle armi seminano morte e distruzione. Efesto, da parte sua, ha l'arma più potente: il vulcano che erompe.

Efesto è colui che dà il via alla sciagura, alla guerra e alla distruzione; esattamente come Afrodite.

Afrodite dà il via alla guerra psichica, alla distruzione emotiva, alla guerra di passione.

Fra Efesto ed Afrodite, sotto molti aspetti, non ci sono differenze. Entrambi prorompono con la forza che abbatte ogni diga. Efesto e Afrodite si differenziano nei mezzi, ma non negli INTENTI! Sarebbero entrambi distruttivi se la loro azione non si risolvesse dando inizio al nuovo. Ma se Efesto e Afrodite sono capaci di iniziare una distruzione, non hanno finalità in cui risolvere la distruzione stessa. Efesto riesce ad esprimersi nella costruzione delle armi per gli DEI. Gli Dèi gli commissionano le armi con cui esprimono Efesto stesso. Proprio perché Efesto è racchiuso nelle armi, la sua azione distruttrice obbedisce agli Intenti del DIO che quelle armi usa. Di per sé, le armi costruite da Efesto, non hanno intelligenza, progetto o scopo, ma hanno soltanto la funzione del distruggere. Efesto, attraverso la costruzione delle sue armi, si fa usare da un altro DIO per la sua guerra: magari si fa usare da più DEI l'uno contro l'altro!

Lo stesso vale per Afrodite che viene manifestata da ogni Essere attraverso le “frecce di cupido”. Ogni Essere manifesta Afrodite; esattamente come ogni Essere manifesta le armi di Efesto. Così, quando Hera vuole circuire Zeus si fa prestare l'arma da Afrodite: la cintura (o, come verrebbe chiamato oggi, il reggiseno).

Tutti gli Dèi bramano ad avere un rapporto con Afrodite. Lo stesso Hermes, presente con Apollo, afferma che accetterebbe di essere nella stessa situazione di Ares pur di stare con Afrodite. E perché Apollo no?

Apollo è il principio maschile della vita e anche se manifesta Afrodite non accetterebbe mai di essere sottomesso a nulla e a nessuno: come Artemide!

Hermes sono le voci che corrono; le voci degli amanti come le voci di guerra. E queste possono essere fatte proprie sia dall'amore che dai combattenti. Per Apollo, il principio maschile, essere catturato da una rete, essere catturato dall'arma del distruttore per eccellenza, andare verso la distruzione, è qualche cosa di inconcepibile.

Ares si nutre delle guerre, ma le guerre non le scatena mai. Non scatena mai una guerra per abbeverarsi del tumulto, ma partecipa al tumulto per abbeverarsi. Semmai è Efesto che scatena il tumulto fabbricando armi e tanti DEI furbi che tentano di costruisrsi situazioni favorevoli scatenando i tumulti.

Qualche volta, nel tumulto, Ares è ferito. E quando Ares è ferito, la soluzione della guerra si allontana.

Io, dice Atena, sono più forte di te, Ares. Io, dice Atena, sono l'Arte dell'Agguato e le mie azioni di guerra tendono a giungere ad un fine, ad un intento: io, se occorre, dice Atena, so aspettare.

Aspetta, dice Atena ad Achille, non ti scagliare su Agamennone, sarai maggiormente ricompensato dopo. Atena calcola che se Achille si scagliasse su Agamennone la guerra si sarebbe svolta in maniera diversa. Atena ha come progetto e scopo il far risolvere la contraddizione nella direzione da lei voluta. Ares non ha una direzione in cui far risolvere la sua contraddizione. E' come se Ares vivesse la tensione del dolore dei contendenti e dicesse: “Comunque vada, questa situazione deve essere risolta una volta per tutte!” "Ares violento che non distingue in guerra un amico, ma ciechi dardi volano via dalle sue mani".

In tutte le fasi della contraddizione, Ares non interviene né prima, né dopo, ma solo durante!

Maturare il concetto secondo cui la vita si sviluppa per contraddizione è abbastanza complicato al giorno d'oggi. Oggi è possibile attraverso lo sviluppo del concetto di dialettica, ma prima dell'avvento della filosofia, quando il mito fu forgiato, il concetto di contraddizione attraverso il quale la vita si sviluppa era uno dei concetti fondamentali. Così in ogni momento di sviluppo della vita gli DEI agivano ognuno a proprio vantaggio.

Poi si è persa la memoria del mito.

E' rimasto il concetto di “Amicizia e Contesa Furente”, ma il significato si era perso.

E' facile confondere ciò che è Ares con ciò che è Efesto. Sono figli della stessa madre, ma Ares ha anche un padre. E' facile solo in epoca tarda. In fondo Efesto forgia le armi; è il fabbro. Ares è il “dio della guerra”. Un tale errore, non solo lo fanno molti antichi, ma i moderni filosofi continuano impunemente nel solco dell'errore. Eppure, Ares viene equiparato al Marte Romano e Italico. Un dio che, come dicevano alcuni interpretandone erroneamente la figura, avrebbe dovuto essere un Antico DIO dell'agricoltura. in quanto proteggeva i campi dagli assalti degli insetti e delle malattie. Proteggeva la città di Roma dai nemici. Il suo mito è all'origine della città di Roma e gli stessi Marsi erano un antico popolo Italico.

Io volevo far notare che, avendo Efesto imprigionato Ares, ha fermato la "contraddizione" in un tempo immobile.

Ares, bloccato non può agire.

Posidone si arrabbia e ci racconta il Pindemonte:

"Ma non ridea Nettuno; anzi Vulcano, L'inclito mastro, senza fin pregava, Liberasse Gradivo, e con alate Parole gli dicea: Scioglilo. Io t'entro Mallevador, che gl'Immortali in faccia Tutto ei compenserà, com'è ragione."

L'azione che fa Efesto e che giustifica col "tradimento" subìto è orrenda.

Quando le persone vengono torturate, il torturatore fa sì che le persone non perdano mai il controllo, ma continuino a soffrire. Il torturatore giustifica la sua azione con delle "ragioni", ma la sua azione è aberrante in sé!

Stando al racconto dell'Iliade, Ares starebbe agendo dentro a Posidone, come in Hera, entrambi non potrebbero vivere senza Ares che agisce portando fuori gli Esseri della Natura dalle contraddizioni e contrapposizioni che caratterizza la loro vita e la loro strategia di eternità.

Nello stesso racconto si dice che per vedere Ares e Afrodite intrappolati nel letto, Efesto ha chiamato anche le Dee che si rifiutarono di essere presenti. Per lo spettacolo indecente? Con Afrodite? No, si rifiutano di essere presenti perché nell'Ares prigioniero vedono bloccati i loro mutamenti e le loro trasformazioni.

Dice l'Odissea:

"Le Dee non già; che nelle stanze loro
Ritenevale vergogna."

Però, cosa sarebbe l'Essere Natura, Hera, senza la soluzione delle contraddizioni fra i suoi Esseri? La soluzione delle contraddizioni imposte da Afrodite, fra l'altro, portano ad Ilizia, la nascita! E come potrebbero le grandi Dee come Demetra, Temi, Estia esistere e trasformarsi senza la soluzione delle contraddizioni al loro interno?

Diversa è la rete che Ares ha intrecciato.

L'ha intrecciata là dove tutti hanno bisogno, ma nessuno lo onora.

E' più facile da onorare l'intelligenza che la brutalità manifestata dal bisogno.

Infatti di Ares si legge:

"un pazzo che non conosce giustizia alcuna" (Bacchilide)

"Tu sei per me il più odioso... ami solo contese, guerre e battaglie; hai il furore indomabile, insopportabile di tua madre, Era, che io freno a stento".(Iliade)

"Ares violento che non distingue in guerra un amico, ma ciechi dardi volano via dalle sue mani".

Ho l'impressione che tutti vorrebbero far proprio Ares; ma Ares vive solo per sé stesso, e lancia a casaccio i suoi dardi!

Marghera 22 GENNAIO 2007

 

Indice sulle religioni antiche

 

Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

Tel. 3277862784

e-mail: claudiosimeoni@libero.it

Le Antiche religioni

Nella costruzione della Religione Pagana le persone religiose devono prendere i principi delle Antiche religioni. Devono rendere quei principi attuali, veicolarli nella società in cui viviamo, e renderli principi vivi. Se si imita il passato, si riproduce il cristianesimo perché ciò che ci giunge dal passato è interpretato dai cristiani per aumentare la gloria del loro dio padrone.