Chiamare le cose col loro vero nome
Crogiolo del Male

(testo originale 1999)

di Claudio Simeoni

Cod. ISBN 9788893329187

Indice il male nel crogiolo dello Stregone

 

Crogiolo del Male - capitolo ventisettesimo

Ultimo elemento che tratto nel Crogiolo del Male.

Nelle storie di magia e di Stregoneria popolare si trova la necessità del protagonista di trovare il vero nome di una persona o di una cosa. Trovare il vero nome della persona o della cosa significa non farsi più ingannare. Scoprire la cosa in sé, gli effetti reali delle sue azioni, scoprire le sue intenzioni. Scoprire il nome delle cose ci permette di costruire le nostre strategie esistenziali senza subire l'inganno della cosa.

In molte storie popolari è rimasta traccia di questa necessità diventata simbolo di un mondo ingannevole nel quale agiamo per svelare il suo vero volto. Un volto che sfugge alla ragione, ma che la ragione può scoprire mediante una continua ricerca del vero in contrapposizione alla verità con cui le cose vogliono apparire. Per ingannare o per truffare un avversario non si mostra il nostro vero volto o le nostre vere intenzioni, ma si mostra altro costringendo l'avversario a concentrare la sua attenzione sull'altro che mostriamo occultando le vere intenzioni. Per appropriarci della conoscenza è necessario scoprire il vero nome di quella conoscenza, o, per meglio dire, l'uso che ne possiamo fare di quella conoscenza in base alle necessità che abbiamo del conoscere. Per sottrarre quanto viene nascosto è necessario trovare il suo nome, rendere innocuo il suo potere di possesso mediante l'illusione che presenta.

Chiamare le Cose Col Loro Vero Nome è trovare il nome delle cose, un nome che non è un insieme di lettere ma un insieme di fenomeni che formano la cosa stessa. Individuare i fenomeni che caratterizzano quella cosa, individuare le fonti che alimentano quella cosa, individuare l'intento che spinge quella cosa ad espandersi: questo è Chiamare le Cose Col Loro Vero Nome.

Nel Crogiolo dello Stregone nei Quattro Canti del Mondo vedremo come questa ricerca ci permette di fondere i Crogioli; nel Crogiolo del Male vedremo come l'impedimento a Chiamare le Cose Col Loro Vero Nome sia fatto per impedire agli Esseri Umani di diventare parte del mondo circostante e conoscere il mondo come oggetto in Sé.

Impedire agli Esseri Umani di Chiamare le Cose col Loro Vero Nome significa predisporre gli Esser Umani ad essere Ingannati. Sottometterli ad Inganno. Far dell'Inganno la manifestazione della loro esistenza.

Tutte le religioni di verità rivelata alimentano dei meccanismi di condizionamento educazionale finalizzato ad impedire agli Esseri Umani di Chiamare le Cose col Loro Vero Nome. Questa pratica, per loro, è l'atto del loro profeta. Il loro profeta ha Chiamato le Cose Col Loro Vero Nome in quanto ispirato dal suo dio padrone e questo chiamare le Cose Col Loro Vero Nome viene imposto come verità a cui piegare gli Esseri Umani. La parola del dio padrone è la verità, il vero nome di dio, e nessuno può cercare il vero nome di dio indicando nelle sue parole inganno e miseria morale volta a distruggere la vita degli uomini.

Ogni religione rivelata è dunque una truffa che partendo dalla tesi secondo cui il dio padrone rivela una verità, costringe gli Esseri Umani a percorrere la vita realizzando quella verità imposta. La vita diventa la realizzazione della parola divina che l'adepto deve realizzare, materializzare distruggendo in essa la sua esistenza. La miseria di questa scelta costringe l'adepto ad esternare la sua scelta come una gloria. Come Paolo di Tarso che è sessualmente impotente; Paolo di Tarso fa dell'impotenza sessuale dono del suo dio. Attraverso l'impotenza sessuale diventa un eletto di dio e impone la condanna della sessualità a tutta la chiesa cattolica e, attraverso essa, a tutto il mondo.

Il dio padrone rivela come costruire la sottomissione distruggendo il divenire degli Esseri Umani. Questa distruzione i seguaci delle religioni rivelate la chiamano Fede da imporre a chiunque per poter seminare la distruzione. Per imporre la distruzione è necessario che nessuno Chiami le Cose Col Loro Vero Nome ma riconosca quelle cose col nome che gli ha dato il profeta della religione rivelata. Il declino della capacità di controllo del cristianesimo ha una tappa importante quando si diffonde un libercolo dal titolo "I tre impostori – Mosè, Gesù e Maometto).

Per Fede si intende l'abbandono fiducioso nelle mani del boia mentre taglia la testa del divenire dell'esistenza dell'uomo.

Se altri nomi vengono dati alle cose allora si sviluppano guerre finché o quel nuovo "profeta" viene distrutto oppure si scopra un sistema per affiancare il nuovo modo di Chiamare le Cose Col Loro Vero Nome al vecchio e sottomettere ulteriormente gli Esseri Umani. Quegli Esseri Umani che si erano ribellati al vecchi modo di Chiamare le Cose Col Loro Vero Nome del profeta precedente e che volentieri appoggiavano il nuovo profeta inconsapevoli degli infiniti nomi delle cose e pronti a rinnovare, sotto il nuovo modo di Chiamare le Cose Col Loro Vero Nome, la loro sottomissione e la distruzione del loro divenire, riaffermano il potere di controllo sugli uomini del precedente Chiamare le Cose col Loro Vero Nome.

La verità quando viene definita è un modo per impedire agli Esseri Umani di chiamare le cose col loro vero nome. Costringerli ad appoggiare quella verità.

Perché si è giunti al momento in cui gli Esseri Umani cercano una verità da appoggiare?

Cosa li ha portati a questo?

Quando si aderisce ad una verità si è uccisa la ricerca di chiamare le cose col loro vero nome in quanto si è trovato chi ti ha confezionato il nome con cui chiamare le cose. Quel confezionamento si chiama verità. Quel confezionamento non ammette discussioni, non ammette alternative: non ammette la ricerca di chiamare le cose col loro vero nome. La verità non ammette ricerca del vero.

Come si è giunti a questo?

Per comprendere come si giunge a sottomettersi alla verità rivelata è necessario comprendere i meccanismi del condizionamento educazionale religioso.

Il bambino cresce, fa delle domande e a quelle domande riceve delle risposte funzionali all'adulto per liberarsi della risposta stessa. O ancora, riceve dall'adulto non la risposta alla domanda che il bambino ha fatto in funzione del proprio Intento, ma la proiezione dell'adulto su come vorrebbe che fosse quella risposta fatta propria dal bambino.

Il condizionamento religioso monoteista era estremamente feroce fino ad alcuni decenni or sono, oggi è più sottile, si manifesta in modo diverso tentando di adattarsi alle nuove situazioni culturali che sono state socialmente acquisite.

La costruzione della sottomissione nel bambino passa attraverso delle tappe di formazione del giudizio. Dove la formazione del giudizio implica necessariamente la rinuncia a chiamare le cose col loro vero nome in quanto l'adulto, a cui il bambino si riferisce, ha rinunciato a chiamare le cose col loro vero nome.

Mi servirò del libro di Renzo Vianello "La religiosità infantile" che veniva, forse viene ancora usato all'università di psicologia di Padova dato che la prefazione è a firma di Guido Petter che dirigeva quella facoltà, per seguire la traccia su come vengono imposti i concetti religiosi ai bambini.

Io parto dalla conclusione del lavoro di Vianello che dice:

"La prima ipotesi è che gli atteggiamenti realistici, egocentrici, magici, artificialistici ed animistici condizionano particolarmente l'acquisizione delle nozioni religiose; tale condizionamento è particolarmente intenso prima dei 7 anni e tende a sparire con i 10-11 anni. In particolare è stato possibile mettere in evidenza che:

--- Il realismo (soprattutto nella forma di antropomorfismo) e l'egocentrismo infantili ostacolano particolarmente l'assimilazione delle seguenti nozioni religiose: Dio onnipotente (e quindi capace, tra l'altro, di aiutare gli uomini nei pericoli e di resuscitare i morti), Dio onnipresente, Dio Spirito, Cristo Uomo-Dio (vedi le ricerche nn. 1,2,4).

--- L'atteggiamento magico favorisce la credenza nell'onnipotenza divina. Tale influenza favorevole agisce tuttavia in modo significativo solo con i 7-8 anni, perché nelle età precedenti essa è contrastata dall'antomorfismo, che si rivela molto più influente nel condizionare l'assimilazione delle nozioni religiose da parte del bambino (vedi le ricerche 1 e 2).

--- L'artificialismo favorisce, fin dai 6-7 anni, la credenza in Dio Creatore (vedi le ricerche nn. 3,4,8).

--- L'animismo favorisce (nei soggetti in cui è ancora presente una moralità di tipo eteronomo) la credenza in una specie di giustizia immanente. Tale credenza favorisce, a sua volta, la credenza in "Dio garante della giustizia nel mondo attraverso la Natura" (vedi le ricerche nn. 5, 6, 9).

Questo è lo schema deduttivo che presenta Vianello suffragato attraverso una serie di ricerche e di ipotesi di lavoro.

A me non interessa stabilire quanto questo schema sia giusto o meno, mi interessa stabilire che l'imposizione della credenza nelle religioni monoteiste è un atto di imposizione progressiva. E' un atto di assimilazione soggettiva nel bambino e che i meccanismi attraverso i quali il bambino soggettiva, facendolo proprio, il cristianesimo è un processo di trasformazione pico-emotivo-culturale attraverso il quale viene distrutta capacità del bambino di costruirsi nei mutamenti mediante l'analisi di un presente vissuto.

Mi interessa altresì chiarire che quest'atto non è un atto indolore, ma passa attraverso tutta una serie di meccanismi difensivi del bambino che devono essere annichiliti, abbattuti e superati e che le strategie di resistenza del bambino sono resistenze al dolore che con quella violenza gli viene imposto

Il condizionamento di cui parla Vianello in realtà è la resistenza che il bambino compie al tentativo di assoggettarlo ad una credenza religiosa monoteista. Il monoteismo, il cristianesimo, non è istinto soggettivo ma è condizionamento educazionale ottenuto attraverso la distruzione della soggettività del bambino!

Il cattolicesimo ha costruito, attraverso la propria esperienza nel condizionare i bambini, dei meccanismi attraverso i quali l'imposizione religiosa e le credenze sono regolate in base all'età. A quell'età si deve imporre quella e solo quella credenza in quanto il bambino in quell'età oppone quella resistenza. Quella credenza distrugge quella resistenza e prepara il bambino per la credenza che viene imposta successivamente.

Vianello parla di atteggiamenti soggettivi del bambino che condizionano il suo modo di vedere il mondo piegandolo alle esigenze della fede. A Vianello non viene in mente quanto quel credere, che viene imposto al bambino, sia una storpiatura del divenire del bambino stesso. Non gli viene in mente che la credenza imposta sia un'aberrazione. Vianello, come tutti gli adoratori di un dio creatore, sia che dichiarino di credere nel dio padrone o che siano atei nei confronti del dio padrone, accettano comunque la visione del mondo e della vita del dio padrone non considerano la violenza con cui il dio padrone impone la credenza, ma considerano la credenza come una condizione innata dell'uomo. Vianello analizza la credenza del bambino ma non le azioni che quella credenza hanno indotto. Credere nel dio padrone sembra un'idea nata naturalmente nei bambini, non come adattamento soggettivo alle richieste violenti di un ambiente che solo con quegli adattamenti consente la sopravvivenza del bambino.

Perché affermo questo? Perché Vianello non considera che la credenza religiosa sia un'arma di distruzione del divenire del bambino ma una semplice credenza innocua che il bambino, nonostante una feroce lotta per opporsi, deve comunque accettare. Dunque, Vianello mette in luce non tanto i danni che quella credenza imposta procura al bambino, ma la qualità delle resistenze che il bambino oppone a tanta violenza. E' una questione di predisposizione mentale!

Vianello ci dice che l'atteggiamento realistico nel bambino è d'ostacolo alla violenza dell'imposizione dei concetti di un dio onnipotente in grado di aiutare gli Esseri Umani nei pericoli, di far resuscitare i morti ecc.. Un atteggiamento realistico ed egocentrico impedisce al bambino di sottoporsi alla violenza della preghiera.

Nelle ricerche Vianello cita la numero uno. Questa ricerca presenta delle storie a dei bambini fra i 7 e gli 11 anni chiedendo loro di completare la storia come loro volevano che la storia finisse. Le storie presentavano delle situazioni abbastanza drammatiche nelle quali bambini e adulti si trovavano in grande difficoltà.

Ebbene, nella ricerca sono stati completati dai bambini 209 racconti (in ambiente cattolico abitanti a Venezia) e quasi nessuno faceva riferimento ad un intervento di dio salvatore. Come contro prova ha voluto far completare i racconti a bambini fra 8-9 anni che durante l'anno dovevano fare la comunione e a bambini di 10-11 anni che dovevano ricevere la cresima. La prova è stata fatta in parrocchia ma senza prete cattolico presente. Anche in quella situazione il 56% dei bambini non nominarono dio, solo due bambini dissero che i passeggeri dell'aereo in pericolo in preda al panico si misero a pregare.

Com'è che si manifesta il realismo? Nella storia dell'aereo che sta precipitando consiste nel pensare che vi siano situazioni o cose che si possono fare: prendere l'estintore, il pilota che aiuta i sopravvissuti, alcuni muoiono ecc. Anche quando un bambino mette dio onnipotente nella storia non è dio che salva i passeggeri ma è un meccanico. Per quel bambino dio è onnipotente ma è meglio il meccanico che ripari il guasto.

Il realismo è il miglior argine che ha il bambino per fermare la sua sottomissione al dio padrone. Per fermare il terrore che vorrebbe sottometterlo.

L'egocentrismo funziona come meccanismo attraverso il quale il bambino proietta sul mondo la propria esperienza. Il bambino sa che le macchine si rompono e si possono riparare. Il bambino proietta il suo sapere nello svolgimento delle storie. La conoscenza soggettiva usata in modo razionale e proiettata in situazioni che ne determinano il risultato permette al bambino si sottrarsi alla sottomissione al dio padrone.

La debolezza del bambino sta appunto nella conoscenza. Quasi nessun adulto spiega o dimostra al bambino che lo sconosciuto che deve affrontare è infinitamente più grande di quanto egli, come adulto, conosce o conoscerà mai. Nessun adulto alimenta nel bambino la curiosità di esplorare il mondo e tanto meno fornirà al bambino strumenti adeguati per farlo.

Se così fosse, al presentarsi di una cosa completamente nuova il bambino direbbe: "Ecco dallo sconosciuto che mi circonda mi è giunto qualche cosa di nuovo: vediamo come funziona; vediamo che cos'è!"

Al realismo del bambino viene sovrimposta la credenza che dio è onnipotente. Pertanto, si riconosce il realismo del bambino affiancandolo con l'onnipotenza del dio padrone al quale si chiede al bambino di sottomettersi perché lui è l'artefice di quanto proviene dallo sconosciuto.

Come afferma Vianello:

"Una seconda ipotesi, implicitamente già espressa nell'esposizione dell'ipotesi precedente, si basa sul presupposto che ogni apprendimento di nozioni nuove e complesse è frutto di un processo lento e graduale. Ciò implica che le credenze infantili si modificano lentamente con l'età, che le vecchie credenze di solito non spariscono mai bruscamente, che nel passaggio da una vecchia a una nuova credenza compaiono delle "credenze di compromesso", ecc."

Il condizionamento educazionale della religione cristiana attraversa delle fasi di assimilazione. Per sovrapporre l'onnipotenza del dio padrone al realismo del bambino è necessario distruggere la conoscenza del bambino. Se il bambino non sapeva che l'intervento del meccanico poteva ovviare al guasto per salvare chi era in una situazione drammatica, avrebbe pensato solo a dio salvatore o a qualche potere onnipotente. Il condizionamento educazionale cattolico agisce affiancando l'onnipotenza di dio al fare umano e subito, quando si presentano situazioni non risolvibili da parte della conoscenza del bambino, inserire l'onnipotenza del dio padrone e creatore al quale si chiede immediatamente sottomissione. La ragione del bambino, proprio perché non è onnisciente, viene agguantata dall'orrore cattolico. Così il bambino, anziché Chiamare le Cose Col Loro Vero Nome e chiamare sconosciuto lo sconosciuto; lo chiama intervento di dio onnipotente e piega il proprio pensato all'idea di dio onnipotente. E' una cosa che fecero i Massoni che anziché chiamare quell'oggetto dio onnipotente, lo chiamarono Grande Architetto.

Il razionalismo del bambino impedisce al cattolicesimo di imporre alla sua ragione i fantasmi dell'onnipotenza di dio, del dio onnipresente, del dio come spirito e del cristo uomo e dio insieme. Ai cristiani serve aprire una breccia nella visione razionale del bambino. Questa breccia viene aperta con la paura, il terrore, la violenza, i sensi di colpa. I cristiani creano situazioni in cui il bambino si sente impotente, impaurito e angosciato. In questo modo non gli resta che chiedere aiuto a dio onnipotente.

Nel secondo punto considerato Vianello si afferma che "atteggiamento magico favorisce la credenza nell'onnipotenza divina." Vianello omette di dire quale magia. Per Vianello la magia è la magia cattolica. Il fare della magia cattolica è azione nel quotidiano del tipo le montagne si buttano a mare, risorgi Lazzaro, fermati vento, moltiplicare i pani e pesci. Questo tipo di magia è parte integrante del cattolicesimo che si è sviluppato attraverso trucchi da imbonitore e violenza sull'infanzia.

Il cattolicesimo spaccia il delirio superstizioso per magia. Il bambino davanti alo sconosciuto non diventa intrepido perché aspetta l'operazione magica: l'intervento del dio onnipotente. Quando un problema viene risolto e il bambino non è in grado di cogliere i passaggi della soluzione del problema, gli atti che portano alla soluzione vengono attribuiti al dio padrone. "Ringraziamo dio" per il pane che ci viene dato, non le persone che hanno lavorato!

E' vero che il guasto è riparato dal meccanico, ma è dio che ha mandato il meccanico. Si sposta l'intervento del dio onnipotente come azione magica di dio che agisce dietro alle azioni umane (perché non accusare dio per l'azione magica dietro l'assassino o del rapinatore?). Tutto questo serve ad impedire al bambino di affrontare lo sconosciuto per quello che è e convincersi dell'esistenza di un dio onnipotente che manovra tutto quanto si presenta.

Si impone alla mente del bambino un sistema apriori che distruggerà l'ardimento col quale affrontare lo sconosciuto circostante. Non è la concezione del magico, ma è trattazione puerile di favole che afferrano e imprigionano le aspettative del bambino. La puerilità del cattolicesimo non è finalizzata ad imporre il cattolicesimo ad Esseri Umani adulti, ma è finalizzata all'imposizione, attraverso la violenza, del cattolicesimo al bambino. Sarà il bambino, quando cresce, a fissare il condizionamento educazionale subito in una forma soggettiva con cui convivere.

Solo la violenza sta alla base della fede cristiana. Un dio impotente deve rendere impotenti gli Esseri Umani per poterli distruggere.

Nella terza preposizione Vianello afferma che l'artificialismo favorisce, fin dai 6-7 anni, la credenza in un dio creatore.

Cosa significa questo? Significa che al bambino viene spiegato che quanto esiste è stato costruito. Tutti gli oggetti che usiamo nel quotidiano sono costruiti. A volte anche i genitori sono dei costruttori. La madre costruisce la minestra prendendo delle cose e trasformandole. Tutto viene costruito e di questo il bambino diventa consapevole che tutto, quanto esiste, è costruito da altri. (tanto che alcuni bambini di Milano alla domanda: Chi produce il latte? risposero: La centrale del latte; avevano il concetto solo del latte confezionato!"). Quando il bambino fa domande e la risposta, dicono gli adulti, deve sempre essere semplice. Ma la semplicità non è per il bambino che ascolta, ma per soddisfare il narcisismo di chi la dà senza poter essere sconfessato! La risposta di un dio creatore altro non è che il proseguo dell'idea che tutto viene costruito, non proviene da sé per trasformazione, e l'attribuzione della costruzione del presente al bambino è un atto di pavidità esistenziale dell'adulto che ha rinunciato alla complessità dell'esistenza. Dal momento che l'adulto ha rinunciato ad espandersi nel mondo, soggettivando l'idea del dio padrone, così propone al bambino la propria sconfitta. Come il muratore fa le case dio ha creato il mondo.

Questo qualcuno che crea diventa un tarlo che rode il cervello e questo tarlo impedirà al bambino, per il resto della propria vita, di concepire modi diversi attraverso i quali l'esistente è venuto formandosi. Questo tarlo impedirà al bambino di scoprire il dio che cresce dentro di lui e tutti gli Dèi che crescono attorno a lui. Vedrà solo cose e forme che hanno origine da dio. A questo piegherà il suo pensiero per il resto della vita.

Gli è stato impedito di chiamare le cose col loro vero nome. Il nome che dà alle cose è quello di oggetti creati dal dio padrone.

Nella quarta preposizione Vianello parla dell'animismo come veicolo alla credenza di una giustizia immanente. Anche questa è una distorsione degli adulti vuoti. L'animismo attribuito agli oggetti porta a dei processi di adattamento degli oggetti attraverso l'esercizio del loro libero arbitrio inteso come adattamento soggettivo alle variabili oggettive incontrate.

In sostanza, l'idea animistica è un'idea con fondamenti reali: gli oggetti si trasformano in un mondo che si trasforma. Questo è un dato di fatto. La discussione semmai è un'altra: le trasformazioni degli oggetti sono prodotte dagli oggetti in relazione con un mondo che li costringe ad adattarsi o sono il prodotto della volontà del dio padrone che modifica lo stato degli oggetti? E per oggetti, in questo caso, intendo sia uomini che piante e animali inteso come un mondo che si trasforma.

Anche questo viene usato dai preti cattolici e dagli adulti vuoti per parlare di una morale da sovrapporre ai processi di adattamento degli oggetti del mondo. Dal platano assassino che ha investito l'automobile il sabato sera, alla Natura matrigna che ha scatenato una tempesta. La superstizione cattolica è ricca di queste aberrazioni.

Nessuno spiega i processi di adattamento al bambino. Nessuno spiega al bambino che lui tira la coda al gatto e il gatto lo graffia per liberarsi dalla presa e dalla paura. Ecco la madre con la scopa picchiare il gatto cattivo e insegnare al bambino che quando si fa del male c'è dio che punisce. Così il bambino che cresce viene punito perché non è in grado di presentare l'autodisciplina che i genitori vorrebbero che avesse o non è in grado di obbedire agli ordini imposti in quanto contrastanti con i suoi bisogni.

Questo meccanismo mentale viene usato dai preti cattolici per imporre la visione di dio giudice e padrone. Un dio giudice e padrone di cui loro sono i rappresentanti e pertanto essi stessi giudici e padroni che come il dio giudice e padrone sono benevoli o terribili nelle loro punizioni.

Ho parlato di alcune condizioni attraverso sui si fissa il condizionamento educazionale cristiano e cattolico, in particolare, in Italia. Ogni elemento, e molti che non sono descritti sia in sé stessi sia nella loro azione in situazioni educazionali diverse, sono atti di magia nera. Sono atti attraverso i quali si distrugge il divenire dell'Essere Umano solo per il fatto che, in quanto bambino, non è in grado di discriminare e difendersi.

Tutto ciò di cui abbiamo parlato serve per costringere il bambino a non chiamare le cose col loro vero nome.

Non Chiamare le Cose col Loro Vero Nome comporta l'assoggettamento al concetto apriori del dio creatore dove le cose sono sue emanazioni e il bambino, costretto a semplice spettatore di un mondo che agisce nei suoi confronti, appartiene ad un gregge che viaggia su una strada nella quale non distingue l'arrivo.

Il dio padrone gli ha ucciso la capacità di estendere le ali della percezione e di volare nell'infinito dei mutamenti. Il condizionamento educazionale cattolico ha distrutto il suo divenire.

Il bambino è merce, è uno schiavo pronto per qualunque uso. Che poi diventerà carne da lavoro, trafficante di schiavi, eroinomane o spacciatore di eroina, guerrafondaio o trafficante di morte, complice nel distruggere il divenire degli Esseri Umani, pedofilo o prete cattolico, è assolutamente irrilevante. Le risposte che egli darà al condizionamento educazionale cattolico saranno i suoi adattamenti ad una situazione che ha distrutto la sua possibilità di sviluppare sé stesso nell'eternità dei mutamenti. Egli è stato costretto a rinunciare a costruirsi. Se vorrà riprendere il cammino interrotto all'atto della nascita del corpo fisico e con l'intervento del terrore cattolico, dovrà incominciare a praticare il Crogiolo dello Stregone. Quanto dura e assurda sarà quella pratica per un cattolico. Lascia perdere gli diranno. Ma chi te lo fa fare. Solo se quell'Essere Umano riuscirà a sentire il respiro di Libertà e farlo proprio allora, e solo allora, potrà intraprendere un cammino che lo sottrarrà all'orrore imposto.

Ma quanta fatica!

NOTA: il testo è stato ampiamente rivisto sia nella forma che nelle precisazioni

 

Marghera 30 agosto 1999

 

Vai all'indice dei testi relativi al Crogiolo del male che distrugge l'uomo.

Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

Tel. 3277862784

e-mail: claudiosimeoni@libero.it

Il Crogiolo del Male

L'incapacità degli uomini di affrontare la loro vita viene costruita meticolosamente dal cristianesimo mediante la violenza sull'infanzia. Costruire la distruzione dell'uomo è un'invenzione ebrea e cristiana. Succede che negli USA molte persone, partite per le guerre che gli USA fanno nel mondo, ritornino psicologicamente ed emotivamente devastate. Educate ad essere sottomesse ad un dio padrone e convinte di essere in grado di uccidere chiunque, il loro delirio di onnipotenza si scontra con la realtà mandandoli fuori di testa.