Cod. ISBN 9788893329187
Indice il male nel crogiolo dello Stregone
La Sospensione del Giudizio è la condizione psico-emotiva naturale e obbligatoria del bambino appena uscito dalla vagina della madre. In quel momento il bambino non si può definire stupido ma non emette giudizi in quanto non è stato ancora educato, condizionato, a farlo.
La sospensione del giudizio è l'atteggiamento che, fermando la ragione, permette l'insorgenza dell'intuizione che con la comprensione che porta costruisce e modifica la ragione con la quale l'uomo abita il mondo. Tanto più la ragione si fissa, nel corso della crescita, nell'individuo e maggiore è la difficoltà per l'individuo, di far emergere l'intuizione alla coscienza e, di conseguenza, di modificare, ristrutturandola, la sua ragione.
Dal punto di vista della scienza attuale si direbbe che il bambino appena nato ha tutte le sinapsi accese e collegate ma per esprimere giudizi deve focalizzare la sua attenzione spegnendo parte dei suoi collegamenti sinapsici.
Il bambino nasce come "posibilità" con un grande numero di "potenzialità" che vengono selezionate fin dal primo istante della sua esistenza.
Una parte di questi collegamenti vengono spenti in relazione alla specie cui il bambino appartiene. Il bambino, di qualunque specie della Natura, si predispone a divenire in base alle determinazioni costruite dalla propria specie cancellando parte delle possibilità ridondanti che il suo divenuto porta potenzialmente con sé. In sostanza, fin dal primo momento della propria nascita il bambino riduce la "banda" delle possibilità entro le quali può scegliere rispondendo ai fenomeni esterni per modificarsi. Questa banda di possibilità, dal punto di vista del giudizio sociale, costruisce il futuro adulto che agisce nella società ed è quella che viene considerata la differenza fra la persona socialmente "stupida" cioè ai limiti dell'intelligenza sociale, che significa incomprensione degli effetti delle proprie scelte, alla "genialità" come capacità di comprensione dell'esistente, sempre in riferimento ai parametri del Sistema Sociale in cui viviamo. Anche se questo giudizio non è corretto perché lo sviluppo del bambino dipende dalla qualità degli stimoli dell'ambiente e dalla qualità delle risposte che l'ambiente ammette possano essere fatte dal bambino per adattarsi agli stimoli che spesso richiedono risposte obbligatorie.
Il bambino appena nato non emette giudizi; egli è volontà che lo spinge ad esercitare le proprie determinazioni. Egli adatta sé stesso alle sollecitazioni che riceve dalla madre prima, nell'ambito familiare poi e infine verifica lo spegnimento sinapsico nell'ambito sociale nel quale ha i riscontri della funzionalità delle proprie scelte come risposta alle sollecitazioni provenienti dalla madre e dall'ambito familiare o dalla comunità ristretta nella quale ha fondato i primi mesi e i primissimi anni di vita. Il bambino costruisce la propria struttura neuronale come effetto dell'azione del proprio corpo nel proprio mondo.
Lo spegnimento sinapsico può essere senza ritorno.
Può avvenire in modo rigido e totalizzante per l'individuo o può essere più leggero come se i collegamenti risultassero sospesi quasi si tenessero pronti per la riaccensione.
I primissimi mesi e i primissimi anni di vita sono determinanti nella formazione del futuro piccolo Essere umano.
La Sospensione del Giudizio è un atteggiamento presente alla nascita del corpo fisico. Un atteggiamento che impone al nuovo nato una domanda sempre presente: cosa ancora non conosco per emettere un giudizio? Cosa devo sapere? Cosa e come devo chiedere? Come posso comunicare quello che voglio?
Nel Crogiolo del Male la madre si ritiene creata ad immagine e somiglianza del suo dio. Lei sa qualunque cosa mentre il suo bambino è stupido, piccolo, indifeso e impotente. La madre prima e il sistema familiare spengono al bambino il reticolato come loro sanno fare.
In Stregoneria si dice che fissano l'attenzione del bambino!
La non conoscenza, l'adesione ad un'immagine presentata costruisce un'ancora che salda un individuo a delle certezze fantasiose ma gli impedisce di balzare nell'infinito delle condizioni umane. Che quest'ancora si chiami dio creatore o ragione comunque blocca l'individuo nel punto in cui la vita lo ha sconfitto.
Il dio creatore o la ragione costruisce la sua certezza e con quella certezza, sia pur con delle modificazioni funzionali, ha arrancato per tutta la vita. Quelle certezze deve imporle al figlio. La madre costringe il figlio ad adeguarsi alle sue certezze. Lei è stretta nella morsa della paura. Ha paura che quell'ancora si stacchi. Lei non la staccherà mai, si considererebbe spersa, in preda al panico. Quell'ancora alimenta le sue certezze anche sul letto di morte!
Quell'ancora è il suo giudizio! Assoluto, determinato, inappellabile!
Quel giudizio deve essere imposto.
Le sue moine, le sue carezze, i piccoli ricatti psicologici e affettivi, le non risposte alle sollecitazioni del figlio. E ancora, le risposte che non giungono mai; i muti perché che la madre non è in grado di affrontare; i muti perché rimasti senza risposte. Il loro avvizzimento alla fine uccidono la ricerca del perché delle cose nel bambino.
La madre ha trionfato; ha imposto sé stessa al bambino; il bambino ha cessato di proporle il proprio vuoto da riempire. Il bambino ha accettato il proprio vuoto; ha smesso di chiedere.
La ricerca del bambino è stata finalmente uccisa. I fenomeni che il bambino attendeva per costruire sé stesso, i suoi giudizi, non sono mai arrivati.
Quando finalmente arrivano per altre vie sono stati distrutti gli strumenti emotivi, psichici, sinapsici per poterli elaborare: il tradimento nella costruzione del suo futuro è arrivato dalla madre! Quando gli strumenti dovevano essere forgiati la madre gli ha forgiato un'ancora con la quale bloccargli il volo nell'infinito.
La madre costringe il bambino ad emettere il giudizio:
"Ma che bello questo bambino!"
"Assomiglia alla mamma o al papa!"
"Quanta fame ha il mio piccino!"
"Piange: poverino hai sonno!"
Non sono risposte al bisogno del bambino. Al bisogno espresso si risponde solo con l'azione: la soddisfazione del bisogno!
Il bambino viene avvolto nell'elencazione!
Un'elencazione più o meno ricca a seconda degli elementi che madre, padre e famiglia riescono a presentare. A seconda delle ricchezza che hanno accumulato nel corso della loro esistenza.
Alla fine diventa, nei casi più gravi, solo costrizione al giudizio.
Alle battute da mentecatti il bambino è sollecitato a rispondere: ad interiorizzarle. Battute stupide e domande da deficienti:
"Ma quanto bene vuoi alla tua mamma!"
"Guarda che bella la sorellina!"
"Che buono il gelato! Ti piace?"
Il bambino spegne le sue sinapsi organizzando sé stesso su quanto la madre gli offre; la famiglia gli conferma; il Sistema Sociale approva.
Il bambino è costretto ad emettere giudizi nonostante che i fenomeni non arrivino o non siano sufficienti né egli sia più in grado di ricordare cosa ha perso.
Cosa rimane a questo individuo?
Giudizio dopo giudizio costruisce l'elenco del suo mondo. Lo descrive e quando non è in grado di descriverlo invoca i fantasmi della ragione e del dio creatore, la logica matematica, il potere dogmatico della scienza. Questi oggetti lo possiedono in misura e in modo diverso a seconda del suo divenuto.
Qualche madre non è assoluta. Qualche madre non è totalizzante. Qualche famiglia ha sete di conoscenza. Qualche madre si ribella alle condizioni subite e intollerabili. Qualche padre è ardimentoso. Qualche madre affronta la vita serrando i pugni. Qualche padre rifiuta di essere un padrone e preferisce essere un padre. Qualche madre ascolta il sussurro del Sole e dell'Essere Natura; qualche padre preferisce il soffio del vento al bicchiere in osteria o alle riunioni dei dirigenti d'azienda e simili.
In quei casi il reticolato sinapsico si adegua ma i giudizi a cui il bambino è sollecitato non sono assoluti, non sono imposti violentemente, non sono necessariamente espressi a difesa della sua sopravvivenza emotiva.
Il giudizio è accondiscendente ma personalizzato. C'è la possibilità del dubbio. La possibilità di aggiungere delle variabili.
Li chiamano ribelli, li chiamano secchioni, li ritengono barbosi e pedanti, monotoni nella continua ricerca che sembra non porti a nulla, ma sono coloro che non si adeguano agli schemi della pulsione di morte. Coloro che hanno messo in atto delle strategie di vita per costruire il loro futuro: qualunque quello sia purché si sottragga al grigiore della pulsione di morte espressa nel presente.
Costoro sono coloro che non si inginocchiano perché i genitori non ritenevano importante servire il prete (comunque genitori che costruivano delle variabili). Sono coloro che guardano il televisore ma sono in grado di gustare la lettura di un libro. Sono coloro che sono ancora curiosi.
Fino ad una trentina d'anni or sono erano pochissimi. Oggi sono molti di più in quanto molti più genitori hanno cominciato ad imporre sé stessi anziché subire le imposizioni del Sistema Sociale. Molti più genitori hanno rinunciato ad imporre la pulsione di morte cercando di dilatare sé stessi anziché rintanarsi in rifugi bloccati da ancore che concedono una sicurezza apparente in cambio della distruzione della costruzione del futuro.
Marghera 30 agosto 1999
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Claudio Simeoni Meccanico Apprendista Stregone Guardiano dell'Anticristo Tel. 3277862784 e-mail: claudiosimeoni@libero.it |
L'incapacità degli uomini di affrontare la loro vita viene costruita meticolosamente dal cristianesimo mediante la violenza sull'infanzia. Costruire la distruzione dell'uomo è un'invenzione ebrea e cristiana. Succede che negli USA molte persone, partite per le guerre che gli USA fanno nel mondo, ritornino psicologicamente ed emotivamente devastate. Educate ad essere sottomesse ad un dio padrone e convinte di essere in grado di uccidere chiunque, il loro delirio di onnipotenza si scontra con la realtà mandandoli fuori di testa.