Cod. ISBN 9788893329187
Indice primo crogiolo dello Stregone
In questa trasmissione riprendo il discorso sul Crogiolo che da un paio di mesi sto presentando. Vorrei ricordare come il contenuto del Crogiolo sia un contenuto soggettivo. E' prodotto del singolo individuo nella costruzione del suo divenire. Nessuno può conoscere aprioristicamente quale impatto abbia il contenuto del Crogiolo nella trasformazione soggettiva di quel specifico individuo.
Quali adattamenti innesti. Quali scelte provoca. L'unica cosa che sono in grado di sapere è l'importanza e la centralità del Crogiolo e dei suoi elementi nel processo di costruzione soggettivo attraverso la sua applicazione nelle scelte nel quotidiano.
Elementi fondamentali nella costruzione della vita.
Il divenire magico dell'Essere Umano, come ogni divenire magico nel Paganesimo Politeista e in Stregoneria, necessita di essere costruito, alimentato e di essere partorito mediante volontà e autodisciplina.
In altre parole, c'è un processo di formazione del singolo Essere Magico che si costruisce con la formula Reichiana:
TENSIONE-ACCUMULO-CARICA-SCARICA-RILASSAMENTO.
L'Essere Umano subisce le tensioni della propria esistenza, le carica e le manipola mescolandole nel proprio Crogiolo. Le scarica lungo la linea dei suoi bisogni e delle sue predilezioni dopo di che si può rilassare in quanto è diventato padrone della sua esistenza. Come questo movimento, letto nello svolgimento della vita, ne spiega il crescere, il tendersi e il morire, così questo movimento è in grado di leggere ogni piccola azione che noi facciamo. Ogni strategia che noi mettiamo in atto. Ogni volta che noi mettiamo in atto la nostra volontà per raggiungere un obiettivo obbediamo a questo movimento. Le tensioni, che nascono dai nostri bisogni, ci mettono in moto creando dentro di noi la necessità di esprimersi nel mondo; le nostre azioni caricano di energia, sapere, conoscenza e esperienza le nostre tensioni nella direzione e nostro significato soggettivo permettendo loro di esprimersi nell'oggettività in cui viviamo sempre meglio e sempre con più efficacia.
L'accumulo porta all'esplosione della nostra struttura psico-emotiva che si trasforma morendo e rinascendo ad ogni rilassamento che prelude a nuovi accumuli di tensioni. La fase di rilassamento equivale ad una morte della struttura psico-emotiva che ha affrontato il conflitto in cui l'individuo fagocita l'esperienza appena vissuta e nel quale subito cominciano a muoversi nuove tensioni che si esprimeranno su un piano diverso da quello precedente. L'individuo in cui si esprimono è stato NECESSARIAMENTE modificato dall'esplosione (o dalle esplosioni) precedenti. Queste modificazioni si possono definire come degli scoppi intuitivi che modificano continuamente i confini della sua ragione. Si può affermare che l'individuo costruisce sé stesso nascendo e morendo ad ogni esperienza finché, la quantità dell'accumulo delle esperienze produce la qualità della definitiva trasformazione soggettiva: muore il corpo fisico e nasce il corpo luminoso.
Perché nasca un bambino sono necessari nove mesi, perché il bambino e la bambina si trasformino in uomini e donne sono necessari dagli otto ai dodici anni, perché l'Essere Umano costruisca o crei le premesse per impedire la nascita del suo corpo luminoso sono necessari circa venti anni. Se l'Essere Umano mantiene in bilico crescita e distruzione senza sottomettersi né combattendo per la propria libertà, questa condizione lo costringe a rimanere in una condizione psico-emotiva di incertezza fino alla morte del corpo fisico che nel nostro paese, in questo momento, si aggira fra i settanta-ottanta anni.
Se un Essere Umano adulto si è sottomesso per vent'anni al dio padrone, e ad esso ha piegato la propria struttura psico-emotiva, dopo di che scopre di aver distrutto sé stesso e vuole rimediare, gli servono vent'anni di ricerca di Libertà con la stessa volontà e determinazione con la quale si è, o è stato, sottomesso. Deve partire dal grado di sottomissione raggiunto per scalare la montagna della vita e la fatica che farà per uscire dalla sottomissione sarà grandissima e dolorosissima in quanto sarà consapevole di ogni sforzo che farà per ricostruirsi.
E' facile perdere il cammino di costruzione della propria Libertà: è estremamente faticoso riprenderlo quando per un qualche motivo lo si è abbandonato. Per questo nel Paganesimo Politeista e in Stregoneria si dà un principio fondamentale: mai peggiorare o danneggiare il livello di vita in cui esistiamo; mai peggiorare le condizioni di Libertà esistenti in questo momento. Agire sempre per ampliarle! Anche se il nostro contributo sarà soltanto un granello di sabbia anziché il grande progetto che avevamo in testa, sarà compensato in modo grandioso all'abbandono del corpo fisico.
Favorire Libertà nella specie cui apparteniamo significa contribuire a sviluppare Libertà nell'intero circostante e le azioni che seguono a questo intento ripagano gli sforzi quando noi abbandoniamo il corpo fisico. Cosa si intende per LIBERTA'? Si intende la LIBERTA' del fare per ogni Essere finalizzata alla propria costruzione di sé stessi. (non si intende libertà di possedere, di disporre o di comandare). Libertà del fare, inteso come agire nelle condizioni della vita, per costruire il proprio Potere di Essere. Il Potere con cui noi ci presentiamo, giorno dopo giorno, nella nostra esistenza. Quando ci impegniamo a costruire la Libertà nel mondo in cui viviamo non si può certo rimediare alle nostre eventuali azioni autodistruttive nel mondo, ma il mondo può prenderci per mano per camminare insieme; esattamente come noi abbiamo fatto nei confronti del circostante attraverso i nostri sforzi e le nostre scelte di Libertà.
Premesso questo, oggi gettiamo nel Crogiolo tre cose che in realtà sono tre comportamenti diversi attraverso i quali predisporci per favorire la relazione fra noi e il circostante e, nello stesso tempo, per affrontare il mondo.
Parlerò di due elementi, per il terzo prima metterò l'elmetto per parare le bastonate che da Francesco e dai Pagani Politeisti arriveranno quando lo pronuncerò.
I primi due elementi sono la meditazione e la contemplazione.
Queste sono delle pratiche che ci predispongono ad affrontare il mondo circostante.
Nella meditazione gli elementi fondamentali sono la respirazione e il flusso delle parole pensate. Nella contemplazione la centralità è data dai quattro sensi (viene escluso il gusto in quanto è un senso strettamente legato alla fisicità della persona) anche se normalmente nella contemplazione interviene un senso principalmente mentre gli altri agiscono in posizione secondaria. [questo nel 1997. Con la pratica ho scoperto una relazione fra sensazione del gusto e cervello nello stomaco. Oggi nel 2015, scriverei cose diverse anche se non in contraddizione con quanto scrissi allora]
Scopo della meditazione è predisporsi per affrontare il mondo. Intanto ci si deve sedere o sdraiare nella posizione più comoda possibile, poi si respira seguendo con la mente l'atto di respirare, il diaframma e la dilatazione dei polmoni fino a raggiungere il proprio momento di calma e di stabilità nell'esecuzione di tale azione. Dopo di che si accorda il flusso delle parole del pensiero con il ritmo del respiro. Si pensa a ciò che maggiormente interessa, qualunque cosa. E' importante che sia il flusso delle parole ad armonizzarsi col respiro e non viceversa.
Cosa si ottiene attraverso la meditazione fatta in questo modo?
Ci si sottrae dalla convulsione del mondo e delle sue sollecitazioni esterne. Si costringe la propria ragione a seguire un pensiero in maniera lenta e continuativa, a mantenere costante l'interesse sull'oggetto del nostro pensiero. Si costringe la ragione ad analizzare l'oggetto che in quel momento è pensato estraendolo da un insieme che potrebbe far disperdere la nostra attenzione. Attraverso la respirazione si interiorizza il nostro interesse e si passano in rassegna tutti gli elementi attinenti all'oggetto o alla situazione pensata. La meditazione ci insegna ad organizzare strategicamente il nostro pensiero nei confronti di quell'oggetto e con la pratica ad osservare gli oggetti del mondo sia estraendoli dall'insieme e sui quali concentriamo la nostra attenzione, sia ricollocandoli nel loro insieme per seguirne i mutamenti e le trasformazioni. Tale pratica blocca le nostre idee aprioristiche o preconcettuali e ci costringe a fagocitare delle idee che si formano dall'analisi dell'oggetto. La meditazione è un esercizio della nostra ragione perché mette ordine nel nostro pensare il mondo.
In quel momento gli altri elementi che abbiamo messo nel nostro Crogiolo intervengono per sostenere il nostro pensiero, l'agguato, l'intento, lo scetticismo ecc.. Diventano parte del nostro pensiero. Diventano elementi di costruzione di una nuova articolazione del pensato e attraverso la respirazione lenta e costante penetrano all'interno del plesso solare agendo sulla nostra struttura emotiva.
Se nel corso della nostra esistenza non ci siamo messi troppo violentemente in ginocchio, nel giro di alcuni mesi di questa pratica non penseremo più come si è fatto fino ad oggi. Il pensiero avrà una diversa forza e un diverso spessore. Non è più l'agente che proietta le sue spiegazioni sul mondo, ma è il soggetto che analizza razionalmente il mondo e costruisce dentro di noi delle idee razionali che nascono dall'analisi del mondo.
Questa pratica può essere usata anche come propedeutica per esercitare la sospensione del dialogo interno.
Se l'elemento centrale della meditazione siamo noi mentre armonizziamo il pensiero con il respiro nel mondo, nella contemplazione l'elemento centrale è l'oggetto esterno. L'oggetto contemplato!
Si possono contemplare Esseri Vegetali, Esseri Animali, fili d'erba in generale oppure rocce, montagne, l'Essere Luna o le Stelle. E' utile scegliere, almeno all'inizio lo stesso oggetto da contemplare. Una pianta che si ha in casa va benissimo!
Io parlo di contemplazione visiva. Si possono contemplare anche i rumori, le sensazioni tattili o olfattive. Si può contemplare anche con sensi diversi dalla vista. La tecnica è uguale, diverso è il senso usato.
La tecnica consiste nel sedersi o sdraiarsi sempre nella posizione più comoda possibile ad una certa distanza (dipende dal contemplatore) dall'oggetto da contemplare. Guardare l'oggetto cercando di ridurre al silenzio il pensiero e incrociando gli occhi finché la forma dell'oggetto contemplato tende a sparire. Inizialmente incrociare gli occhi per un adulto può essere faticoso, ma un po' alla volta i muscoli dell'occhio si adattano; è una questione di esercizio. L'importante è osservare la non forma. Osservare l'oggetto contemplato senza fissare l'attenzione sulla forma. La contemplazione ci permette di mettere a fuoco la nostra attenzione su cose alle quali la ragione non presta attenzione. Su cose che l'attenzione della ragione ha sempre scartato perché inutili alla descrizione.
Questo fare permette di ottenere una serie di risultati:
1) Si costringe la ragione a considerare aspetti che normalmente ignora;
2) Si costringono i nostri sensori (occhi, orecchie, pelle, naso) ad afferrare in maniera diversa da come avviene abitualmente;
3) Attraverso la sospensione del dialogo interno si permette all'oggetto contemplato di prendere consapevolezza che lo stiamo osservando. E' come se noi gli dicessimo: "Io sono qui; tu dove sei?";
4) Si impara ad allineare il proprio campo vitale con quello dell'oggetto contemplato, in un secondo tempo ci si abituerà ad allineamenti con tutti i campi vitali del circostante [afferrare la realtà circostante non per la forma con cui si presenta, ma per le emozioni che manifesta];
5) Si impara ad osservare, per chi contempla con gli occhi, ciò che sta fra noi e l'oggetto contemplato (quello spazio che noi non siamo abituati a mettere a fuoco);
6) Dopo qualche anno ci si accorge che si contempla con gli occhi, ma gli occhi non centrano; si contempla con le orecchie, ma le orecchie non centrano; si odora con il naso, ma il naso non centra, si palpa il mondo, ma non necessariamente si usa le mani. Ognuno lo scopra da solo! C'è un corpo che contempla.
Meditazione e contemplazione sono strumenti che l'Apprendista Stregone usa per modificare sé stesso. Sono strumenti che vengono messi nel Crogiolo per costruire il divenire nell'eternità dei mutamenti. Ma soprattutto servono a renderci consapevoli come quel cammino sia in corso.
Potremmo costruire il nostro corpo luminoso anche senza contemplazione e senza meditazione. Lo si può costruire anche senza rendersi consapevoli che lo si sta costruendo. Ma non tutte le persone si accontentano di vivere quotidianamente usando la propria volontà e le proprie determinazioni. Spesso si rende necessario rendere consapevoli dell'attività di costruzione del proprio corpo luminoso affinché questa costruzione non venga interrotta dalla vacuità o dalla superficialità delle scelte che potremmo fare nella nostra vita. La meditazione e la contemplazione è un modo per trasferire la consapevolezza della costruzione del corpo luminoso al pensato della ragione.
C'è un terzo elemento che in qualche modo è correlato alla meditazione e alla contemplazione ed è la tecnica che i cristiani chiamano "preghiera".
In cosa consiste il pregare? Consiste nella ripetizione ossessiva di concetti che nella religione monoteista cristiano-cattolica sono concetti di sottomissione, di supplica e di autoaccusa. L'oggetto meditato nella preghiera è la "bellezza" della sottomissione al padrone e in quella meditazione il soggetto riversa la sua struttura emotiva rinnovando dentro di sé il piacere della sottomissione al padrone.
La ripetizione ossessiva dei concetti viene insegnata ai bambini fin da piccolissimi, quasi come un gioco. Questi concetti, ripetuti all'infinito (ricordiamo la recitazione del rosario), finiscono per interiorizzarsi nell'individuo. In altre parole, diventano parte integrante dell'individuo e ne determinano i comportamenti nella vita quotidiana. L'abitudine di pregare, ostentando la propria sottomissione al dio, diventa patrimonio della specie che anziché sviluppare le proprie determinazioni sviluppa sottomissione, supplica e autoaccusa [sensi di colpa] e, per conseguenza, saccheggio del circostante.
Pregare significa distruggere il proprio divenire.
Insegnare ai bambini a pregare significa distruggere il loro divenire e quello della specie cui apparteniamo. Significa stuprarli. So perfettamente come molte forme di preghiera esistessero anche prima dell'avvento del cristianesimo. Ma non erano imposte ai bambini. Non si costringevano i bambini a riversare in essi le proprie emozioni, né li si stuprava psicologicamente e fisicamente per costruire in loro il bisogno di un padrone più potente di chi, in quel momento, creava in loro sofferenza. Erano forme periferiche e assolutamente irrilevanti nell'insieme della pratica sociale. Il pregare delle religioni precristiane e pre-ebraiche non ha nulla a che vedere con la preghiera ebraica, cristiana o musulmana. Solo con l'arrivo dell'ebraismo prima e del cristianesimo poi la preghiera (vedi Deutronomio) assume la funzione di manipolazione della struttura emotiva dell'infanzia il cui scopo è quello di costruire sottomissione emozionale dell'individuo attraverso la ripetizione ossessiva di formule autocolpevolizzan ti. Solo il cristianesimo ha trasformato la preghiera in una tecnica di dominio e di sottomissione.
Rimuovere la sottomissione in Stregoneria e nel Paganesimo Politeista è il primo momento di costruzione di sé stessi. E' il primo momento di relazione fra la rivendicazione di Libertà dell'Essere Umano e la Libertà del circostante.
Come si rimuove la sottomissione ottenuta attraverso la ripetizione soggettiva di preghiere volte a sottomettere l'Essere Umano? Recitando una struttura concettuale che anziché esprimere sottomissione esprima determinazione con la quale rivendicare il proprio Potere di Essere davanti al circostante.
Alla recitazione ossessiva della sottomissione, dell'autocolpevolizzazione e della supplica è necessario opporre la recitazione dei principi e del divino che si intende rivendicare per fondare il proprio divenire.
Si recita i propri principi attraverso i quali si vuole affrontare il circostante. Si chiama il divino della propria determinazione e si invoca quel divino, presente nelle tensioni del circostante, lo si "costringe con le catene della nostra volontà" a sorreggere i nostri intenti e le nostre azioni. All'inizio si prende in prestito una recitazione fatta da qualcun altro, ma poi quando questa ci ha liberato dall'ossessione della preghiera cristiana, si elabora una propria recitazione (si forgia la propria spada) finalizzata allo sviluppo delle proprie predilezioni.
Alla preghiera di sottomissione si deve opporre la rivendicazione davanti al circostante del nostro diritto ad appropriarci del nostro Potere di Essere. Questa invocazione si deve recitare in piedi, guardando il mondo e serrando i pugni per esprimere determinazione.
Una di queste recitazioni è la devotio il Sentiero d'Oro che come Religione Pagana stiamo sviluppando.
NOTA: Testo della trasmissione radiofonica del 10 luglio 1997 tenuta a RadioGamma5 a Cadoneghe in provincia di Padova.
Altri libri di Stregoneria Cod. ISBN 9788891170897 Vai all'indice del Crogiolo dello Stregone 1997. |
Gli Stregoni vivono il mutamento. La loro attenzione è spostata. Non vivono la realtà quotidiana che si presenta, ma il futuro che da questa realtà si sta costruendo. Questo è il motivo per il quale gli uomini comuni non capiscono il punto di vista degli Stregoni. |
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Claudio Simeoni Meccanico Apprendista Stregone Guardiano dell'Anticristo Tel. 3277862784 e-mail: claudiosimeoni@libero.it |
L'incapacità degli uomini di affrontare la loro vita viene costruita meticolosamente dal cristianesimo mediante la violenza sull'infanzia. Costruire la distruzione dell'uomo è un'invenzione ebrea e cristiana. Succede che negli USA molte persone, partite per le guerre che gli USA fanno nel mondo, ritornino psicologicamente ed emotivamente devastate. Educate ad essere sottomesse ad un dio padrone e convinte di essere in grado di uccidere chiunque, il loro delirio di onnipotenza si scontra con la realtà mandandoli fuori di testa.