“NEL CERVELLO TANTI
OROLOGI:
Così regoliamo il tempo”
Comprimere e dilatare il tempo soggettivo
nella religione Pagana Politeista
Non aspettatevi dal Libro
dell’Anticristo un’opera letteraria, un disegno, un ricamo. Il cambiamento del
modo di guardare il mondo è un’insurrezione emotiva, una violenza, con cui
l’attenzione dell’individuo modifica la sua descrizione del mondo. Tale cambiamento
non avviene nell’uomo con atteggiamenti eleganti, con dolcezza, gentilezza,
cortesia, riguardo e magnanimità. Avviene perché l’individuo se lo impone come
propria necessità. Il Libro
dell’Anticristo fornisce gli strumenti che consentono all’uomo di guardare al
futuro, anche quando questi strumenti sono sgrammaticati!
La capacità empatica delle persone di leggere il mondo in cui vivono le
porta a conclusioni pragmatiche funzionali al loro agire nella vita.
La capacità di usare il
tempo è fondamentale per gli Esseri Viventi. Solo che gli Esseri Viventi non
misurano il tempo, non hanno idea che cosa significhi il termine “tempo”, ma
hanno idea dei mutamenti di cui il termine “tempo” sarebbe la loro misura. Se
il termine “tempo” indica una misura oggettiva, il termine mutamenti soggettivi
indica una trasformazione del soggetto in relazione d un mondo di soggetti che
mutano continuamente. Lo Stregone, nella sua attività, pone l’accento sul
mutamento, su ciò che è soggettivo in relazione alle soggettività da cui è
circondato. Col termine “tempo” esiste un tentativo di un soggetto di
estraniarsi dai mutamenti e di diventare giudice dei mutamenti. Colui che
misura i mutamenti e non colui che partecipa ai mutamenti.
Si tratta di una
questione psicologica importante: l’oggetto su cui noi puntiamo l’attenzione ci
modifica!
Se gli uomini sono
educati a puntare l’attenzione sul tempo oggettivo, la loro attenzione è
allontanata dal tempo soggettivo e dalle relazioni che il tempo soggettivo
mette in atto con il tempo soggettivo degli Esseri che ci circondano.
Costringere l’attenzione sul tempo oggettivo è una forma di controllo sulla
struttura biologica delle persone le quali tendono a non mettere più la loro
attenzione sul loro mutamento interno, ma mettono la loro attenzione
sull’orologio che misura una trasformazione del mondo alla quale adattano i
loro mutamenti interni.
Nel corso dell’evoluzione
si sono costruiti dei meccanismi attraverso i quali valutare i mutamenti
dell’ambiente e i nostri mutamenti proprio per consentirci di adattarci e
rispondere agli stimoli esterni. Solo che questi meccanismi vengono normalmente
ignorati e lasciati ad una sorta di “funzionamento automatico” e finiscono per
non essere utilizzati dalle persone quando vivono nella società civile.
L’infinito tempo di vita
di una farfalla e l’attimo fuggente della vita di una tartaruga marina, spesso
percepiti dallo Stregone non sono la misura del tempo oggettivo (come lo
scorrere del sole), ma sono la misura dei mutamenti e delle trasformazioni soggettive
che avvengono nel tempo soggettivo della Farfalla e della Tartaruga.
Questo aspetto fu
trattato dal Libro dell’Anticristo nel 1990 nel capitolo “Adattamento soggettivo alle variabili oggettive”
dove per adattamento si intendeva anche la manipolazione del nostro tempo
biologico in funzione dei nostri progetti.
Diventa interessante che
a distanza di ben 17 anni degli istituti di ricerca universitari scoprono dei
meccanismi, sia pure parziali, che confermano le asserzioni della Stregoneria.
La cultura registra una realtà, ma la pratica di vita, l’uso dell’oggetto
scoperto in questo caso, avviene soltanto quando si manifesta consapevolezza,
intento e determinazione soggettiva nel proprio quotidiano. Quando si conosce
sé stessi non come descrizione scientifica di ciò che si è, ma come individuo
che mette in campo le proprie potenzialità per affrontare al meglio la propria
quotidianità.
Riporto un articolo in
cui si descrive la “scoperta” di alcune modalità di esprimersi del tempo
biologico rispetto al tempo oggettivo riportando un articolo dal giornale La
Repubblica del 20 marzo 2007:
Nel
cervello tanti orologi
“Così
regoliamo il tempo”
Lento
o veloce, dipende dai fusi orari mentali
articolo di Carlo Brambilla
“Milano
– Ci sono numerosi tic-tac nel nostro cervello che governano il senso dello
scorrere del tempo. Tanti orologi interni, alcuni lenti, altri velocissimi, che
deformano la nostra percezione dei secondi che passano, determinando diversi
fusi orari psicologici, a seconda di dove guardiamo. A regolare il ritmo,
infatti, sono gli stimoli visivi. La scoperta, rivoluzionaria per i neuroscienziati, si deve ad uno studio condotto dai ricercatori
dell’università Vita-salute del san Raffaele di
Milano, della University of Western Australia, dell’Università di Firenze e del
Cnr di Pisa, pubblicato sull’’ultimo numero della
rivista scientifica internazionale Nature Neuroscienze.
Si arriva così a dare una spiegazione neurologica alla sensazione che tutti noi
proviamo durante la nostra vita: lo stesso tempo che in alcuni casi sembra
volare e in altri non passare mai.
Spiega
Maria Concetta Morrone,
docente di Psicologia Fisiologica Avanzata dell’Università San Raffaele, che ha
condotto la ricerca: “Abbiamo monitorato, in laboratorio, un gruppo di soggetti
mentre guardavano delle barre bianche e nere che si muovevano velocemente, su
uno schermo, in una piccola finestra circolare. Dopo pochi secondi l’osservatore
doveva giudicare per quanto tempo un’altra figura rimanesse nella stessa
posizione nella finestra. Ci siamo accorti che un meccanismo ripetitivo ha
l’effetto generale di avvicinare la percezione degli eventi fra loro. Mentre
stimoli visivi diversi, non ripetitivi, hanno l’effetto contrario di dilatare
la percezione del tempo, distanziando gli eventi fra loro”.
I
ricercatori hanno rilevato come una sorta di meccanismo di “adattamento”
funzioni nel nostro cervello per la vista come per gli altri sensi: “Come il
nostro olfatto si adatta a forti odori, il nostro udito ai rumori intensi, la
vista si adatta agli stimoli diventando meno reattiva. L’adattamento
interferisce pesantemente con la stima della durata dello stimolo visivo”.
Un
meccanismo apparentemente caotico, ma utile. “Ci sono procedure che il nostro
cervello riesce ad automatizzare, come guidare una macchina nel traffico, si
riesce a farlo mentre si è concentrati in tutt’altri
pensieri. Gli orologi sensoriali misurano e valutano durate e coincidenze di
stimoli visivi e acustici (semafori, auto, pedoni, clacson, frenate e sirene)
mentre altri monitorano lo scorrere lento dei nostri pensieri. Come se il
cervello avesse un orologio attaccato ad ogni diverso stimolo di interesse”.
Ad
ogni movimento dell’occhio il cervello risponderebbe comprimendo il tempo. Ogni
secondo i nostri occhi si muovono rapidamente, dalle tre alle quattro volte per
seguire i cambiamenti dell’ambiente che ci circonda. E ogni volta il cervello
riorganizza rapidamente i collegamenti tra neurone e neurone e tra neuroni e
retina. Effetto collaterale della corsa incontro al nuovo evento sarebbe il
rallentamento dell’orologio interno del cervello che perderebbe la percezione
dell’effettivo passare del tempo. Una scoperta che potrebbe avere ricadute
tecnologiche: “Se il cervello umano lavora con tanti orologi asincroni perché
non pensare di costruire dei computer funzionanti con lo stesso schema”,
ipotizzano al San Raffaele.
I
diversi orologi nel cervello non servirebbero solo alla misurazione dei
secondi, ma probabilmente anche dei mesi e degli anni, spiega Maria Concetta Morrone, “Il
nostro studio deve ancora continuare. Certo è possibile che gli stessi
meccanismi si verifichino sui tempi lunghi”. Una vita ripetitiva, fatta di monotonia,
sarebbe allora percepita come più breve rispetto ad un’esistenza varia, ricca
di stimoli diversi? “E’ una sensazione che viene comunemente provata da molti –
commenta scherzando Maria Concetta Morrone. – Certo la spiegazione non sarà solamente neurologica,
ma anche psicologica. In ogni caso meglio tenersi lontano dalla routine”.”
Il
problema, a questo punto dell’articolo, è: come possiamo usare il nostro tempo
soggettivo? Come possiamo dilatarlo o comprimerlo quando a noi serve che si
dilati o che venga compresso?
Le
risposte non le darà mai la scienza, ma solo la pratica dell’esistenza umana
che, sottraendosi al tempo oggettivamente imposto come misura cui costringere
le persone ad adattarsi, porta la propria attenzione sul tempo soggettivo, sui
nostri mutamenti in relazione ai mutamenti, degli oggetti e delle Coscienze che
ci circondano, in relazione ai nostri interessi e ai nostri bisogni!
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Claudio Simeoni
Meccanico
Apprendista Stregone
Guardiano dell'Anticristo
Membro fondatore della Federazione Pagana
Piaz.le Parmesan, 8
30175 Marghera - Venezia
Tel. 041933185
E-MAIL: claudiosimeoni@libero.it