Wikipedia e l’attività

 

di

 

devastazione sociale e culturale

 

Continuano ad uscire segnalazioni su come l’enciclopedia Wikipedia stia saccheggiando la struttura culturale dei vari paesi.

Oltre alla nostra esperienza in wikipedia, stanno arrivando agli onori della cronaca altri episodi. Già fu scoperto il Vaticano ad alterare delle voci, ora si scopre che l’alterazione delle voci con la cancellazione di dati e l’introduzione di notizie false e taroccate è una prassi sistematica. Come è una prassi sistematica in Wikipedia l’aggressione e l’allontanamento di chiunque non è gradito alle squadre di devastatori culturali. Si tratta di attività di terrorismo culturale; di disinformazione sociale; il cui scopo è quello di privare le persone che cercano elementi d’analisi, dei supporti culturali, sui quali formulare il loro giudizio.

Il problema sociale è dato dal fatto che chi consulta Wikipedia sono i ragazzi nelle loro ricche scolastiche. Wikipedia priva i ragazzi di strumenti culturali sui quali formulare il loro giudizio. Tale attività non va inquadrata in una “normale” attività di disinformazione, ma in una vera e propria attività di devastazione sociale, Istituzionale e morale della società civile.

 

Riporto due articolo da La Repubblica:

 

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Dal giornale La Repubblica Affari & Finanza del 17 settembre 2007

Wikipedia, l’ombra delle manipolazioni sull’enciclopedia più consultata del web

 

Uno studente americano crea un programma che rivela chi effettua modifiche: si scopre che le aziende intervengono sulle loro voci, e Cia ed Fbi inseriscono ad arte particolari e insinuazioni

 

ANDREA RUSTICHELLI

Era la metà del 2002 quando Wikipedia si affermò in tutto il mondo irradiando la sua magnifica promessa sulla scia del sogno illuminista degli enciclopedisti del ‘700: catalogare e spiegare lo scibile umano voce per voce. Internet rendeva l’operazione più avvincente abbattendo una barriera che per secoli aveva dettato l’implacabile legge del sapere statico e verticale, impartito da coloro che definitivamente sanno a coloro che non sapranno mai abbastanza. Il web partecipativo rende ciascuno capace di contribuire alla stesura dell’enciclopedia: basta iscriversi al sito e il gioco è fatto. Poi, eventualmente, la comunità degli utenti esercita una democratica vigilanza emendando le malefatte. Alcune delle promesse di Wikipedia, grazie al successo dello usergenerated content sono state mantenute. Anche se in più di un’occasione qualche clamoroso inciampo ha minato la sua credibilità: bufale e strafalcioni vari, per lo più frutto di ignoranza e incompetenza, quando non di burle. In questione è la labilità dei sistemi di accesso e di controllo di Wikipedia: sua forza e insieme debolezza scientifica. Pane per gli affilati denti dei detrattori di Internet: è il caso di un pamphlet che sta facendo discutere negli Stati Uniti, The cult of the amateur (sottotitolo: Come Internet sta distruggendo la nostra cultura). L’autore, Andrew Keen, se la prende col relativismo dello usergenerated content, da YouTube a MySpace, ma soprattutto con Wikipedia: in gioco c’è non solo la certezza delle conoscenze, ma l’ordine morale dell’Occidente.

Con argomenti più moderati, lo storico della filosofia Tullio Gregory pone problemi sui fondamenti delle conoscenze veicolate dal web. Pur elogiando le potenzialità divulgative di Internet, ricorda l’importanza delle fonti: «Chi garantisce la veridicità di ciò che leggiamo online?» Per un’enciclopedia la questione è cruciale. Finora a dar fuoco alle micce dei cannoni puntati contro Wikipedia sono stati errori e ignoranza. Ma cosa succede quando il problema è più subdolo e pericoloso, ovvero quando a far traballare la reputazione dell’enciclopedia è un’opera di calcolata manipolazione? Quando aggiunte e modifiche vengono fatte perseguendo scopi interessati e altri rispetto all’incondizionata libertà del sapere? E’ un problema per Wikipedia: le fonti sono facilmente gestibili dal marketing e dalla propaganda politica. La questione balza agli onori della cronaca ora che esiste uno strumento per smascherare gli squali che navigano nelle appetitose acque dell’enciclopedia. A scoperchiare la pentola è stato Virgil Griffith, 24 anni, studente di scienze cognitive al Santa Fe Institute, in New Mexico. A lui si deve la creazione di WikiScanner, un programma che permette di rintracciare i computer da cui le modifiche sono state fatte. Le sorprese sono state subito numerose. I politici e le aziende inseriscono e aggiornano i loro stessi profili, la Cia e l’Fbi modificano le voci non certo per fini conoscitivi. Basta andare sul sito di WikiScanner per immergersi nell’abbondante casistica. Griffith ha scaricato l’intera enciclopedia sondandone la genealogia e risalendo ai nomi degli utenti: un database di 34,4 milioni di modifiche su cui hanno scorrazzato 2,6 milioni di internauti, tra privati e organizzazioni come Microsoft o gli uffici del Congresso. «Ho creato il programma usando linguaggi standard per lo sviluppo del web e per i database», spiega Griffith. «L’intero progetto mi ha preso due settimane». E’ sicuro che i gestori di Wikipedia stiano facendo i salti di gioia dopo la pubblicazione della non lusinghiera casistica? «Credo che WikiScanner sia uno strumento utile per il futuro di Wikipedia», risponde. «È un esempio di come combattere la disinformazione, pur continuando a mantenere le porte aperte ai vari contributi».

Nel riquadro centrale dell’articolo sopra:

 

La società che ha cancellato l’attività pro-Bush del Ceo

 

La notizia di Wikiscanner ha fatto il giro del mondo. Grande imbarazzo tra aziende, politici e tutti quei contributor he a vario titolo hanno taroccato l’enciclopedia del web. I leader delle organizzazioni coinvolte, hanno alzato le spalle, trincerandosi dietro ad una comune linea difensiva: “Noi non ne sappiamo nulla e non abbiamo mai autorizzato i nostri dipendenti ad apportare modifiche alle voci Wikipedia”. Iniziative individuali di singoli impiegati, che avrebbero usato abusivamente i computer della società? La spiegazione non persuade, specie in casi come quello della Diebold, che produce macchine per il voto elettronico: è stata modificata la relativa voce, eliminando le preoccupazioni sulla sicurezza dei suoi prodotti e anche l’attività di fund-raising in favore di Bush dell’amministratore delegato. Altro caso, Wal-Mart: è stato cancellato ogni riferimento alle sue discusse politiche occupazionali.

 

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Appare evidente come l’esperienza della Federazione Pagana non sia stata un’esperienza isolata, ma un’esperienza all’interno di un contesto criminale (come può essere l’attività criminale espletata in internet) finalizzato ad impedire che forme religiose diverse da quelle cristiane, cattoliche in particolare, potessero manifestarsi ed esprimere il proprio punto di vista.

Marghera 18 settembre 2007

Claudio Simeoni
Meccanico
Apprendista Stregone
Guardiano dell'Anticristo

P.le Parmesan, 8

30175 Marghera - Venezia

tel. 041933185

e-mail: claudiosimeoni@libero.it


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