DIDIMO GIUDA TOMASO:
L’ULTIMO STREGONE PAGANO!
CLAUDIO SIMEONI
Il vangelo di Tommaso Didimo letto e commentato in
chiave Pagana Politeista attraverso le visioni della Stregoneria.
Commento dal paragrafo 091 al paragrafo 115!
PARAGRAFO
91
Gesù disse: "Venite a me, poiché il mio giogo è
dolce e mite la mia dominazione, e troverete per voi un riposo".
Il
fine del paragrafo è il concetto di riposo: di trasformazione. Il salto
qualitativo in un altro mondo. Quale via alla Conoscenza e alla Consapevolezza
può condurre a questo senza sviluppare pratiche assurde di ascetismo,
privazioni o mortali? Alcune vie alla Conoscenza e alla Consapevolezza sono
costruite da Apprendisti Stregoni che dopo aver lavorato e faticato per
giungere ad una qualche forma di Consapevolezza anziché dire: "Questa è la
meta da raggiungere!" affermano: "Il mio percorso è stato casuale e
proprio per la sua casualità ho dovuto superare ostacoli notevoli. Io ti
presento il mio percorso ripulito degli errori più madornali che ho
commesso!". A volte è inutile scalare la montagna della Conoscenza e della
Consapevolezza scegliendo la parete più scoscesa e pericolosa. Con una guida si
può percorrere un sentiero un po' meno impervio. Con meno pericoli e con meno
angosce nella costruzione del futuro. Si può utilizzare una minore quantità di
Energia Vitale e impegno emotivo con maggiori risultati. Così è facile, qualche
volta, trovare qualcuno che ti accompagni per brevi tratti. Una guida che
faccia del guidarti motivo del proprio sviluppo e fondamento per la costruzione
del suo divenire. Così il suo giogo sarà leggero perché il suo scopo non è
quello di soggiogare, ma quello di costruire e la dominazione mite perché lo
scopo della dominazione è la costruzione e non il predare. Così l'agguato che
Don Juan tiene a Castaneda è l'agguato del costruttore e non del distruttore.
L'Apprendista Stregone offre questo. Chi è abituato al padrone che si appropria
scambia questo per debolezza così perde l'occasione che la pochezza del suo
Potere Personale non ha saputo cogliere. Di questo cosa ha capito Matteo? Come
Matteo lo usa per costruire miseria e sottomissione? Imporre la sottomissione
costruendo ignoranza per produrre miseria attraverso la quale impadronirsi
degli Esseri Umani! Così scrive Matteo nel La Redenzione: "In quel
tempo Gesù prese a dire: "Ti rendo lode, o Padre, signore del cielo e
della terra, perché hai nascosto queste cose ai dotti e ai sapienti e le hai
rivelate ai piccoli. Si, padre, perché così è piaciuto a te. Tutto è stato dato
a me dal padre mio: e nessuno conosce il figlio se non il padre, e nessuno
conosce il padre se non il figlio e colui al quale il figlio voglia rivelarlo.
Venite a me, voi tutti che siete affaticati e stanchi, ed io vi darò riposo.
Prendete su di voi il mio giogo e imparate da me, che sono dolce e umile di cuore,
e troverete pace per le anime vostre; perché il mio giogo è soave e il mio peso
leggero". La prima impressione nella lettura di questo pezzo di Matteo
è quella di trovarsi davanti ad una persona che sia piena di oppio o eroina.
Appaiono evidenti le aberrazioni proposte. L'autoidentificazione col dio
padrone che solo egli conosce; la conoscenza che egli possiede come dono del
padre e che è stata negata ai dotti; l'invito a sottomettersi prendendo il suo
giogo! Sono tutte affermazioni che possono essere fatte da chi si è imbottito
d'oppio. In effetti in Palestina di papavero nero ne doveva girare parecchio
proveniente dalla Mesopotamia. Matteo quando scrive questa roba è sicuramente
fatto d'oppio e il suo desiderio è il possesso degli individui attraverso la
loro sottomissione. Anche se il brano si avvicina a quello di Tomaso per l'uso
delle parole in realtà indica una direzione opposta. Matteo sicuramente pesca
dalla stessa fonte di Tomaso, ma non ne comprende il senso che fa derivare
sotto l'influsso degli oppiacei. A tanta aberrazione non esiste altra
interpretazione. Come la religione rivelata sottomettendo gli Esseri Umani può
essere identificata come oppio dei popoli in quanto ne distrugge la spinta
della loro Libertà. Questo passo di Matteo è chiaramente frutto di una
intossicazione da oppio e del desiderio di possesso degli Esseri Umani che
appartengono alla sua setta in contrapposizione al Sistema Sociale in cui vive.
Nulla da stupirsi se gli Zeloti erano intenzionati a far la pelle ai gruppi che
si identificavano in queste farneticazioni. In Matteo non si tratta più di
interpretare, si tratta di accettare la sottomissione in quanto tale.
PARAGRAFO
92
Gli dissero: "Manifestaci chi sei, affinché
possiamo credere in te!". Egli disse loro: "Mettete alla prova la
superficie del cielo e della terra, e non avete riconosciuto colui che è
davanti a voi. Voi non sapete (come) mettere alla prova questo tempo".
Io
non accetto quello che dici per quello che il tuo dire mi porta, ma accetto
quello che dici soltanto se tu hai una funzione sociale e un ruolo gerarchico
per dirmi ciò che mi stai dicendo. E' il tuo ruolo gerarchico che mi certifica
la giustezza e la positività di quanto dici in quanto la distruzione che ho
operato sul mio Intento mi impedisce di scegliere e discriminare. Fammi vedere
la tua laurea! I tuoi attestati! La tua discendenza! Il tuo curriculum vitae!
Nei vangeli ufficiali per ovviare a questo si elabora una discendenza per
affermazioni di dio stesso (vedi battesimo di Battista) e regale lungo la
"stirpe" di Davide (nemmeno fosse la stirpe imperiale dei Cesari o
dei Ming). Se tu sei figlio del dio padrone posso credere anche se dici delle
cretinerie senza senso, ma se tu sei nessuno, per quanto è importante quello
che dici, io lo rifiuto in quanto tu non mi presenti nessuna garanzia. Gli
Esseri Umani quando hanno rinunciato al loro Intento non sono più in grado di
riconoscere quanto gli viene presentato partendo da sé stessi, ma abbisognano
di un testimone. Così nei vangeli ufficiali appare il giochino del testimone.
Se uno testimonia per sé non vale niente, ma se dio testimonia per me...! Dove,
come, quando? Una testimonianza è tale perché viene presentata, ma la
testimonianza di un testimone inesistente è una testimonianza inesistente. Voi
non sapete mettere alla prova questo tempo perché voi non camminate
nell'infinito dei mutamenti e dunque non camminate assieme al cielo e alla
terra. Loro non hanno un attestato da presentarvi, ma esistono in quanto tali.
Voi non siete in grado di camminare assieme a loro perché avete rinunciato a
Necessità e Intento nel tentativo di diventare padroni dell'esistente.
Riprendiamo quanto detto nel capitolo 33 a proposito di Luca: "Alle
turbe poi che accorrevano a lui, egli prese a dire: "Questa generazione è
una generazione perversa; essa chiede un segno, ma nessun segno le sarà dato,
fuorché quello di Giona." Il segno del terrore che Giona dette a
Ninive. Se quanto lui ha fatto fosse stato fatto a Ninive, i Niniviti avrebbero
creduto facendo penitenza ben più di quanta ne fecero per la predicazione di
Giona. Nessuna prova dà il pazzo di Nazareth a chi ascolta. Costoro devono
cedere alla sua parola; alle sue affermazioni. Gli altri non hanno l'intento
per vedere le stronzate che sta dicendo. Loro devono essere come fanciulli:
predisposti affinché lui li possa ingannare! Ben diverso da Tomaso che chiede
l'adesione degli astanti ad Intento affinché possano spostare lo sguardo a
quanto egli presenta, ma gli astanti di Tomaso non sono gli astanti di Luca e
del suo Gesù pazzo! Gli astanti di Tomaso hanno l'Intento tanto sviluppato da
mettere alla prova l'Intento del Essere Cielo e dell'Essere Terra. Anche se
potrebbero avere delle difficoltà a cogliere l'Intento di chi sta loro davanti
e delle trasformazioni del tempo non sono ingenui come fanciulli né sono pronti
a farsi ingannare. Sono in attesa di comprendere quanto si manifesta non sono
degli allocchi che stanno pendendo dalla bocca di un povero pazzo!
PARAGRAFO
93
Gesù disse: "Cercate e troverete, ma le cose
sulle quali in quei giorni mi avete interrogato, io non le ho dette, allora. E
adesso che io desidero dirvele, voi non me le domandate".
La
costruzione dell'Essere Umano è un processo di trasformazione continua. Quando
il processo è in moto la ricerca dei mezzi attraverso i quali costruirsi
diventa una costante del fare umano. Quando ci si lega a qualcuno per farci
accompagnare per qualche tratto chi ci guida ci indica la strada che egli
ritiene migliore. Oggi ci suggerisce delle cose; domani altre. Noi, che
percorriamo quel sentiero, sentiamo fin da subito cosa ci serve. Nel proseguire
lungo il sentiero possiamo dimenticare quanto avevamo intuito all'inizio: sta a
chi ci dovrebbe guidare continuare a stimolare il nostro fare. Chi ci guida può
rimanere deluso. Era sorretto da molte speranze nei nostri confronti. Magari
era convinto che avremmo finito per bere alla stessa fonte. Invece di fare un
cammino glorioso abbiamo distrutto il nostro fare. Forse la guida che ci siamo
scelti era inadeguata. Forse questa guida ha atteso troppo delle forme e delle
rappresentazioni che noi non potevamo avere perché se è vero che tutti gli
Esseri Umani che cercano la Conoscenza e la Consapevolezza percorrono lo stesso
sentiero è altrettanto vero che ognuno lo percorre con le proprie gambe, la
propria testa, il proprio cuore. La sconfitta, in questo paragrafo, è più della
guida che non del guidato. La guida è delusa perché il guidato non gli pone più
la domanda di un tempo. La guida doveva sapere che i tempi del guidato non sono
i suoi e che le risposte che doveva dare le avrebbe dovute dare quando la
domanda era posta (quello era il momento giusto per il guidato anche se per la
guida quel momento era sbagliato!). Questo è un problema di relazione
all'interno della Stregoneria. La Stregoneria discrimina fra soggetti diversi
quando entrano in relazione. Diverso è il discorso nei vangeli ufficiali dove
esiste un solo soggetto di riferimento ed è il pazzo di Nazareth come
estensione del macellaio di Sodoma e Gomorra mentre quanto si relazione è
oggetto della sua dipendenza, della sua proprietà! In quanto oggetto di
dipendenza viene privato delle sue determinazioni, della sua volontà venendo
meno ad essere soggetto di diritto all'interno della vita. Leggiamo cosa dicono
a proposito i vangeli ufficiali nei Diversi Precetti di Matteo:
"Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; picchiate e vi sarà aperto.
Poiché chiunque chiede, riceve; chi cerca, trova; e a chi bussa verrà aperto. E
qual è quell'uomo fra voi che darà una pietra a suo figlio che gli chiede del
pane? O se chiede un pesce, gli dia una serpe? Se, dunque, voi, cattivi come
siete, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è
nei cieli concederà cose buone a coloro che gliele chiedono!" Il
confronto fra i due pezzi non è perfettamente coincidente, ma il senso dei
paragrafi ci permette di comprendere il senso del cercare e del trovare. Mentre
in Tomaso c'è l'affermazione secondo cui la ricerca porta al successo nonostante
il soggetto non abbia risposto a delle domande e sia in attesa del rinnovo
della domanda che non c'è, in Matteo il cercare e trovare non è espressione di
volontà soggettiva in relazione ad un'altra volontà soggettiva con cui si entra
in relazione, ma è affermazione di dipendenza di un oggetto dal soggetto
padrone. Chi cerca trova! Chi è che cerca? Voi cattivi come siete date cose
buone ai figli che dipendono da voi tanto più il dio padrone darà cose buone da
chi dipende dal dio padrone. Il senso è l'assoluta dipendenza dell'oggetto dal
soggetto padrone. Così l'oggetto chiede, non prende! Non considera sé stesso
come soggetto di diritto. Non considera che qualche cosa gli spetti come
diritto. Non considerando sé stesso soggetto di diritto è costretto a chiedere
per poter avere: è soggetto di carità! In quanto soggetto di carità la
macellaia dell'India, la Teresa di Calcutta, dice che i miserabili dovrebbe
sorridere di più per rallegrare la vita del proprio padrone stupratore. Il
cercare, all'interno dei vangeli ufficiali, diventa cercare la sottomissione e
la dipendenza. Esattamente come picchiare alla porta affinché sia accolta la
propria disperazione. Per Matteo è inconcepibile che picchiare alla porta possa
essere considerato il guanto di sfida che l'Essere Umano lancia per costruirsi
nella vita! La differenza di impostazione dei due vangeli è opposta.
PARAGRAFO
94
Gesù disse: "Non date ciò che è santo ai cani,
affinché non lo gettino nel letamaio. Non gettate le perle ai porci affinché
non le calpestino".
La
Conoscenza non datela a chi non ne saprà fare nessun uso in quanto non è in
grado di riconoscerla. Se voi date la Conoscenza a chi non è in grado di
riconoscerla questi la getterà via. Dare la Conoscenza non impoverisce il
donatore. Al massimo può sprecare il suo tempo compiendo delle azioni inutili.
Non date la Conoscenza ai porci affinché non la calpestino. Chi non è in grado
di riconoscere il valore delle cose disprezzerà sempre quelle cose come inutili
o nocive. Se un Essere Umano centomila anni or sono avesse avuto in mano un
fucile mitragliatore contro un animale lo avrebbe usato come una clava. Magari
si sarebbe lamentato perché non era sufficientemente maneggevole o efficace.
Inevitabilmente ci sarà sempre chi considererà la Conoscenza ignoranza. Non
tanto perché la riconoscerà in quanto tale, ma proprio per non riconoscerla.
Considererà sé stesso un individuo cosciente e consapevole e considererà le
affermazioni, fatte da altri Esseri Umani che non comprende, cose da ignoranti
o imbroglioni. Molti giocheranno su questo. "Non vedi che non concludi
nulla con la tua pretesa ricerca della Conoscenza? Sottomettiti!
Obbedisci!" Così gli individui vengono privati della forza che li spingeva
nella ricerca e quanto potrebbe loro servire viene allontanato perché ritenuto
non adatto a loro. Qualche volta il tempo è necessario sprecarlo. Anche se i
porci calpesteranno la Conoscenza e la Consapevolezza queste non splenderanno
meno e c'è pur sempre la possibilità che per uno che la calpesta ci sia un altro
che ne riconosca il valore e la preziosità: aggiungo io. Non si abbia paura dei
porci. Non sempre l'apparenza qualifica la sostanza. Non sempre il fuori appare
come il dentro; l'esterno come l'interno. Diffondendo Conoscenza si può essere
incompleti e si possono ricevere insulti e censure, ma non ci si rattrappisce
mai su noi stessi. Ciò che è prezioso non datelo a chi non è in grado di
apprezzarlo, ma non si abbia mai paura di confrontarsi con chi insulta perché
per uno che insulta almeno uno ascolta. Se quanto viene dato sono perle vere
qualcuno le saprà riconoscere, raccoglierle e alimentarle. Nel vangelo di
Matteo, Diversi Precetti, la frase risulta quasi uguale salvo per l'ultima
parte che diventa rivelatrice della direzione in cui il vangelo spinge. Leggiamo:
"Non date le cose sante ai cani, e non gettate le vostre perle ai
porci, perché non le pestino con i loro piedi e, rivoltandosi, vi
sbranino". L'ultima parte è importantissima. Mentre la preoccupazione
in Tomaso è quella di non sprecare tempo in quanto la Conoscenza che viene
donata non diminuisce la Conoscenza del donatore, in Marco c'è la
preoccupazione di difendere il concetto di perla che ne ha il donatore. Il
donatore dà la sua perla al beneficiario. Al beneficiario racconta quanto è
bella e utile la sua perla. Mentre in Tomaso il beneficiario getta la perla in
Marco c'è il riconoscimento da parte del beneficiario della truffa subita e c'è
da parte del beneficiario una rivolta nei confronti della truffa stessa. Matteo
difende la possibilità di truffare. E' come se dicesse: "Sappiate
scegliere bene la vittima; fate in modo che non scopra la truffa e non vi
sbrani!" Mentre in Tomaso c'è la consapevolezza di elargire Conoscenza, in
modo giusto o sbagliato che sia, senza danneggiare gli Esseri Umani e il
Sistema Sociale in cui vive e, per conseguenza, l'unica cosa negativa che gli
può succedere è quella che la sua Conoscenza venga calpestata e negata in
quanto tale, Matteo è cosciente che sta truffando Esseri Umani e un Sistema
Sociale in cui vive e allora deve preoccuparsi che costoro non lo sbranino.
Anche se l'esempio è simile la direzione che ispira è completamente diversa. In
Tomaso abbiamo un tentativo di sviluppare la Conoscenza che può essere
disprezzato, in Matteo abbiamo la Consapevolezza della truffa che sta
costruendo e la preoccupazione di non essere sbranato. Matteo predispone anche
l'insegnamento specchiato. Che cos'è l'insegnamento specchiato? E'
un'invenzione dei vangeli ufficiali. Che cosa devono fare i seguaci di Matteo
quando ricevono delle perle della Conoscenza e della Consapevolezza?
Calpestarle e rivoltarsi contro sbranando chi le ha elargite. Essi sono i
detentori della Conoscenza e della Consapevolezza. La Conoscenza e la
Consapevolezza gliela donata il loro dio e dunque essendo quel dio il creatore
del cielo e della terra nessuno può dar loro qualche cosa di diverso in quanto
nessuno può superare l'elargizione che nei loro confronti ha fatto l'assoluto a
cui essi si riferiscono. Ecco allora l'ordine di Matteo ai suoi: calpestare le
perle della Conoscenza e sbranare chi ve le ha offerte. E molti le offriranno
in quanto non si renderanno conto che quanto sta facendo Matteo ieri e la
chiesa cattolica oggi è la distruzione della Conoscenza e della Consapevolezza.
Perché i cristiani fanno questo? Perché la distruzione della Conoscenza e della
Consapevolezza è il loro calpestare le perle. Per loro quelle perle non
esistono in quanto, come afferma Luca: "In quello stesso momento egli
esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: "Ti rendo lode, o Padre,
Signore del cielo e della terra, perché tu hai nascosto queste cose ai saggi e
agl'intelligenti e le hai rivelate ai piccoli. Si, o Padre, perché così è
piaciuto a te." Con questo trucco da baraccone la non conoscenza è
trasformata in Conoscenza e si ordina di calpestare ogni perla in quanto i cani
e i porci (inteso in senso dispregiativo) hanno il possesso della Conoscenza
divina attraverso la quale si ritengono in diritto di stuprare l'umanità. Quale
differenza fra Tomaso e i vangeli ufficiali!
PARAGRAFO
95
Gesù disse: "Colui che cerca, troverà; e a colui
che bussa sarà aperto".
Cercare
i mezzi attraverso i quali potersi costruire implica la consapevolezza di
poterli trovare. La percezione dell'esistenza di quanto serve o può servire precede
sempre la descrizione della ragione di cosa serve per costruirsi. La ragione,
attraverso la sua descrizione, può riconoscere l'oggetto atto a modificarla
migliorandola, ma è la percezione soggettiva, spinta da Intento, che costruisce
la tensione per la ricerca. Il fatto stesso di obbedire alla tensione per la
ricerca dei mezzi per costruirsi implica un intuire quanto serve. Il fatto poi
di non considerare quanto trovato il fine della ricerca con la fine della
modificazione soggettiva non modifica quanto affermato in quanto questo è un
altro discorso: la descrizione non coincide mai con la percezione! Il termine
bussare sta per chiedere. Il termine bussare implica chiedere, a chi sta oltre
la soglia, il permesso o l'aiuto a varcare quella soglia. Chiedere al mondo
circostante di alimentare la propria percezione implica chiamare l'attenzione
(attraverso il bussare; l'imprecare; come espressione della propria volontà;
sfidare) di questo sulla nostra presenza rivendicando il diritto
all'espressione del nostro Potere di Essere. Il circostante non può far altro
che accorrere a quest'appello fintanto che il fare espresso alimenta il Potere
di Essere del circostante. In Matteo troviamo queste frasi sempre all'interno
dei Diversi Precetti. In questi non esiste espressione soggettiva
dell'individuo. Non esiste determinazione di rappresentazione soggettiva
davanti al mondo, ma esiste sottomissione. Esiste accettazione passiva del dio
padrone e sottomissione conseguente alla chiesa cattolica in quanto sua
rappresentante. Così la volontà soggettiva di rappresentazione dell'individuo
espressa nel vangelo di Tomaso viene stuprata in ricerca della sottomissione e
dell'accettazione acritica del padrone. Matteo indica chi cerca la persona
cattiva. In quanto persona cattiva fa delle azioni che reputa buone. Peccato
che le azioni che reputa buone (come il dare il pane ai figli) siano azioni
normali della vita e l'aberrazione non consiste nel dare la pietra, ma nel
mettere l'accento sulla bontà dell'azione. Quando un'azione deve essere fatta,
in quanto quest'azione costruisce la vita, è un'azione doverosa che non può
essere considerata buona o cattiva, ma a Matteo interessa vendere le azioni
doverose. A Matteo interessa che le persone siano dipendenti dalle azioni
doverose. Mio padre mi ha fatto nascere e ha il dovere di mantenermi. E' mio
padre che deve onorarmi in quanto sua è la decisione di nascita (e di mia
madre!). Matteo vuole stravolgere il diritto alla vita. E' buona l'azione del
padre che nutre il figlio. Perché Matteo indica questo? Perché attraverso
questo indica dipendenza di riconoscenza del figlio al padre! Proiettando
l'azione in termini divini, dal momento che l'Essere Umano vive in questo mondo
deve essere riconoscente a suo padre che certamente è nei cieli. Quest'operazione
è sporca in quanto non esistendo un padrone assoluto nei cieli al quale essere
grato! Una volta che il concetto è stato educazionalmente imposto agli Esseri
umani a Matteo altro non resta che riempire di significato il concetto e il
volere del padre padrone e a quel volere e a quella concezione piegare
militarmente gli Esseri Umani. In pratica Matteo vuole farsi pagare in termini
di riconoscenza dagli individui a cui ha venduto le immondizie. Dopo aver
provocato la peste con la mattanza dei gatti attraverso lo sviluppo dei topi e
delle loro pulci i cristiani ringraziano il loro dio per la fine della peste
mettendo in ginocchio chi è riuscito a salvarsi. In questo consiste
l'operazione Matteo! Si impossessa di un gesto normale, chiede una risposta
eccezionale, per poter agire e stuprare il divenire degli Esseri Umani!
PARAGRAFO
96
Gesù disse: "Se avete del denaro, non
imprestatelo a interesse, ma datelo a uno dal quale non lo riavrete".
Cosa
costruisce il corpo luminoso nell'individuo? L'attenzione nella vita che
impegnando l'individuo a risolvere le proprie contraddizioni lo dilata nel
mondo! Cosa impedisce la costruzione del corpo luminoso dell'individuo? La
tensione che alimenta il desiderio di possesso e di controllo di altri Esseri
Umani! Qual è il consiglio che dà Tomaso? Liberarsi della preoccupazione di
dover controllare altre persone. Cosa significa dare il denaro ad uno dal quale
non lo rivedrete più? L'indicazione non è relativa al privarsi del denaro, ma è
relativa al privarsi della preoccupazione e dell'impegno che implica farselo
restituire con gli interessi. Gettare via il coinvolgimento soggettivo che il
prestito implica. Significa scaricarsi della preoccupazione di dover
controllare il debitore affinché paghi il proprio debito con gli interessi.
Questa preoccupazione coinvolge l'individuo e blocca lo sviluppo del suo Potere
di Essere per fissare la sua attenzione sul Potere di Avere. Se avete del
denaro, usatelo per migliorare le vostre condizioni di vita.
PARAGRAFI
97-98-99
Gesù disse: "Il regno del Padre è simile ad una
donna; prese un po' di lievito, lo nascose nella pasta, e ne fece pani grandi.
Chi ha orecchie, intenda!".
Gesù disse: "Il regno del Padre è simile a una
donna che recava una brocca piena di farina. Mentre camminava per una strada
lungi da casa, si ruppe l'ansa della brocca e la farina fuoruscì sulla via; lei
non se ne accorse e non badò all'incidente. Giunta a casa sua posò la brocca e
la trovò vuota".
Gesù disse: "Il regno del Padre è simile a un
uomo che vuole uccidere una persona potente: in casa propria estrae la spada e
trapassa una parete, per provare se la sua mano è abbastanza forte. Poi uccise
quella persona potente".
Questi
paragrafi danno delle indicazioni attraverso le quali individuare la relazione
fra l'Essere Umano e l'oggettività di Necessità e Intento. Tre esempi da
leggere in fila in quanto descrivono tre atteggiamenti diversi davanti a
Necessità e Intento. I tre paragrafi descrivono l'atteggiamento del
costruttore, l'autodistruttore e il guerriero. Il costruttore è colui che
prende quanto ha e lo usa per costruire delle condizioni migliori nelle quali
crescere e dilatarsi. Il distruttore è tale perché non dà molta importanza a
quanto possiede. Che lo abbia o non lo abbia per lui non è importante. Quando
giunge a destinazione si accorge cosa ha perso: forse lo rimpiange. La
disattenzione, la sua indifferenza per quanto succede attorno a lei le ha
impedito di dilatare sé stessa. Lei ha perso le occasioni attraverso le quali
crescere e svilupparsi. Lei non viveva con passione quanto si svolgeva attorno.
Davanti alla morte del corpo fisico si trova vuota, come la brocca che
trasportava. E infine il guerriero. L'Essere Umano che davanti ai compiti della
vita forgia sé stesso. Si prepara con disciplina per portare a termine
qualunque compito. Prepara sé stesso affrontando le contraddizioni
dell'esistenza, accumulando Sapere e Conoscenza; allenando l'abilità delle
proprie mani. Il compito del guerriero descritto da Tomaso è un compito estremo
che presuppone una preparazione estrema. Tutti i compiti nella vita sono
compiti estremi che necessitano di preparazione estrema. L'arte dell'agguato,
il chiedersi il perché delle cose, lo scetticismo, la sospensione del giudizio,
la meditazione servono per costruire l'autodisciplina affinché l'Essere Umano
porti a compimento la costruzione del suo corpo luminoso. Tre modi di essere
che definiscono i comportamenti degli Esseri Umani alle sollecitazioni di
Necessità e Intento. Troviamo un riferimento in Matteo (probabilmente ce ne
sono altri sparpagliati negli altri vangeli ufficiali) ed è sufficiente per
comprendere la diversa direzione che i vangeli ufficiali ne danno
dell'immagine. Dice Matteo: "Disse loro un'altra parabola: "Il
regno dei cieli è simile al lievito che una donna ha preso e messo in tre
misure di farina, finché tutto viene a fermentare". Per un cristiano
dire che il regno del padre (che comunque in Matteo non sta a significare
Necessità e Intento) è simile ad una donna equivale ad una bestemmia. Gli Esseri
Umani femminili per i cattolici erano e sono solo bestiame da usare per il
lavoro e la riproduzione. In molte epoche non concedevano loro nemmeno il
diritto di avere l'anima! Matteo non avrebbe mai potuto pronunciare la frase
che viene detta da Tomaso perché a Matteo interessa schiavizzare le persone
appropriandosene. Per appropriarsi delle persone deve togliere alle persone
ogni barlume di dignità ed affermare che il regno, il Potere di Essere, sia
come una donna che agisce significa rendere non solo l'Essere Umano femminile
uguale all'Essere Umano maschile in quanto può rappresentare il regno, ma la
sua stessa azione è divina in quanto è fonte di costruzione e sviluppo.
Pertanto Matteo non dirà mai che il regno è simile alla donna, ma dirà che il
regno è simile al lievito. Non c'è pericolo che il lievito reclami davanti
all'Essere Umano maschile o alle gerarchie della chiesa cattolica adorazione in
quanto similitudine equiparabile all'azione del regno. L'Essere Umano femminile
lo potrebbe fare e per un Matteo, il cui scopo è trafficare in schiavi mettendo
in ginocchio chi non si può difendere, è meglio identificare il regno col
lievito. In Matteo il lievito fermenta. In Tomaso l'Essere Umano femminile
esercita la sua volontà (mette il lievito) in funzione del suo Intento (fare
pani grandi). In Tomaso l'Essere Umano femminile rappresenta il regno del padre
(Necessità e Intento) mentre in Matteo l'esempio rappresenta il suo desiderio
di espandere il suo controllo militare su chi non si può difendere.
PARAGRAFO
100
I discepoli gli dissero: "Fuori ci sono tua madre
e i tuoi fratelli". Egli rispose: "Quelli che sono qui, quelli che
fanno la volontà del Padre mio, costoro sono miei fratelli e mia madre. Quelli
entreranno nel Regno di mio Padre".
Coloro
che sviluppano dentro di loro Necessità e Intento sono coloro che camminano
assieme. Vivono con passione costruendo relazione di mutuo appoggio per
proseguire nell'eternità dei mutamenti. Il senso di questo paragrafo è la
negazione, da parte di Tomaso, della centralità della famiglia dei ruoli.
Perché delle persone vogliono parlare con lui? Non hanno chiesto udienza, non
hanno delle relazioni abituali, quotidiane. Essi non dicono: "Io persona
voglio parlare con te persona!", ma pretendono di parlargli qualificandosi
per il ruolo che ricoprono rispetto a lui. Lui non è una persona. Lui è il
figlio o il fratello. Quali relazioni la madre e i fratelli hanno costruito con
lui? Sembra nessuna. Non hanno costruito nulla; non hanno mai camminato assieme
eppure rivendicano nei suoi confronti dei diritti in quanto madre e in quanto
fratelli. Non si tratta dunque di persone che si sono messe insieme per
affrontare la vita, ma di individui che giungono esternando un ruolo. Il ruolo
non appartiene al Potere di Essere, ma al Potere di Avere. Non sono persone che
si relazionano con persone, ma persone che rivendicano un diritto in base al
ruolo sociale. Chi sviluppa Intento e Necessità ha scelto di camminare assieme
a me e dunque, al di la del ruolo, è colui su cui io posso contare. Chi mi
aiuta a camminare nell'eternità dei mutamenti è mio "fratello" e mia
"madre". Costoro ricoprono il ruolo all'interno del Potere di Essere.
Io costruisco le relazioni per quello che essi sono, per come si costruiscono,
non per il ruolo sociale che rappresentano. Vedremo poi come viene trattato
questo aspetto nei vangeli ufficiali prendendo come esempio generale Matteo:
"Mentre si rivolgeva ancora alla folla, la madre e i suoi fratelli erano
fuori e cercavano di parlargli. E uno gli disse: "Ecco, tua madre e i tuoi
fratelli sono là fuori e desiderano parlarti", ma egli, rispondendo a chi
gli aveva parlato, disse: "Ecco mia madre e i miei fratelli. Perché chi fa
la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è mio fratello e mia sorella e
mia madre:" Sempre in Matteo leggiamo cosa dice il suo profeta pazzo
nel brano I Farisei e la Tradizione: "Egli rispose loro: "Perché
anche voi trasgredite il comandamento di Dio per la vostra tradizione? Dio,
infatti, ha detto: "Onora il padre e la madre"; come pure: "Chi
maledirà il padre e la madre, sia punito con la morte" Invece voi dite:
"Colui che dice al padre o alla madre: E' una sacra offerta quanto di
utile avresti potuto avere da me, non è più obbligato ad onorare suo padre e
sua madre". Così con la vostra tradizione voi annullate la parola di
Dio...." In Tomaso è chi cammina con me che entra nel regno; in Matteo
è chi si sottomette alla volontà del padrone che diventa suo fratello o sua
sorella. Chi si sottomette assume il ruolo di fratello, di sorella e di madre.
L'Intento, in questo caso, discrimina la direzione dei vangeli. In Matteo fare
la volontà del padre porta a diventare suoi fratelli e sorelle; in Tomaso fare
la volontà del padre li porta ad entrare nel regno. In Tomaso il profeta è un
Essere Umano che costruisce sé stesso e che esercitando la propria volontà
sulla spinta del padre (Necessità e Intento) si costruisce. Da qui chiunque
esercita la propria volontà sulla spinta del padre (Necessità e Intento)
cammina insieme: diventano fratelli e madre in funzione di entrare nel regno
(trasformarsi). In Matteo fare la volontà del padre comporta diventare suoi
fratelli e sorelle, ma nel momento in cui si diventa suoi fratelli e sorelle si
riconosce che egli è il figlio del dio padrone e si ha la gratificazione di
essere fratelli e sorelle del dio padrone. Dove conduce questo? Nessuno lo può
sapere: solo il dio padrone! Il tutto in Tomaso si ricollega al paragrafo 102
dove chiarisce quanto intende per madre, padre e conseguentemente per fratelli.
La famiglia dei ruoli deve essere abbandonata per costruire la famiglia delle
persone. Il profeta di Matteo è il figlio del dio padrone davanti al quale gli
Esseri Umani si mettono in ginocchio; il profeta di Tomaso è (intanto Tomaso
stesso!) un Essere Umano che costruisce sé stesso aiutando altri Esseri Umani a
costruire loro stessi. Pertanto i fini sono diversi. Matteo deve distruggere i
ruoli per sottomettere, ma quando i ruoli sottomettono deve conservarli. Ecco
dunque il discorso sulle tradizioni. Sull'onorare il padre e la madre!
Ricordiamo che questa è una grande infamia volta a distruggere il divenire
umano. Infatti la costruzione del futuro veniva bloccata per conservare e
assicurare la sopravvivenza della vecchiaia. I vecchi conservavano sé stessi
distruggendo il divenire dei figli. I figli che dovevano vivere in funzione dei
genitori! Matteo vuole distruggere i ruoli per separare gli Esseri Umani dal
contesto sociale in cui vivono e costruire la sua setta. Contemporaneamente
deve costruire le condizioni affinché i figli vengano condizionati dai vecchi.
Deve pertanto distruggere ogni forma che porterebbe a costruire l'indipendenza
del figlio dal passato per fondare un futuro diverso. Il discorso sulla
famiglia dei ruoli in contrapposizione alla famiglia di persone la riprenderemo
nel paragrafo 102.
PARAGRAFO
101
Mostrarono a Gesù una moneta d'oro e gli dissero:
"Gli agenti di Cesare esigono da noi le tasse". Egli rispose:
"Date a Cesare ciò che è di Cesare; date a Dio ciò che è di Dio; e date a
me ciò che è mio".
In
questo paragrafo c'è una presa di distanze fra il fare di Tomaso da quello del
Comando Sociale e della pulsione di morte. Tomaso si identifica col proprio
cammino di sviluppo, con la costruzione di sé stesso e rivendica come
appartenente a sé qualunque elemento in relazione con Necessità e Intento volto
alla costruzione dell'Essere Luminoso. Questo lo rivendica a sé stesso! Dopo di
che riconosce l'esistenza di un Comando Sociale che esige il rispetto di alcune
regole. Queste regole vanno rispettate. La variazione delle regole avviene
sempre attraverso l'applicazione delle regole. Esistono regole per ogni
relazione del Comando Sociale. Esistono delle regole per distruggere un Comando
Sociale. Esistono regole di adattamento; di interazione; di sovversione! Queste
regole vanno rispettate ognuna per l'Intento che esprime il soggetto. Dunque
date a Cesare quel che è di Cesare sta a significare sia pagate il tributo
richiesto, sia, se siete in grado di sostenerlo, date una coltellata a Cesare,
sia date una supplica a Cesare affinché modifichi il tributo richiesto. Il date
a dio quel che è di dio sta ad indicare l'assoggettamento imposto dai preti di
questo o quel dio padrone, in particolare quello ebraico e le sue imitazioni
cristiane. L'assoggettamento al dio padrone è ben più feroce che non
l'assoggettamento a Cesare. L'assoggettamento al dio impone la distruzione
dell'individuo. Cosa si dà al dio padrone? Al dio padrone e alla ferocia dei
suoi preti si concede la forma esteriore. Proviamo a vedere come viene
distribuito il tributo. A Cesare si paga il tributo del lavoro: il tributo
materiale. Al dio padrone e ai suoi preti assassini si concede la
rappresentazione, l'apparenza, la scenografia. Alla costruzione del proprio
corpo luminoso si concede il proprio Essere, il proprio fare, le proprie
scelte: sé stessi. Il tributo può essere più o meno grande a seconda
dell'imposizione di Cesare; la rappresentazione può essere più o meno intensa a
seconda della ferocia militare dei preti; il tutto a salvaguardia della
costruzione di sé stessi. Nei vangeli ufficiali c'è l'esigenza di costruire
sottomissione e dunque ogni cosa deve essere letta e strutturata in modo tale
da sottomettere gli Esseri Umani alla gerarchia che abbiamo ormai individuato:
dio, il pazzo di Nazareth che si identifica con suo figlio, l'evangelista che
scrivendo quanto fa ne diventa il rappresentante, la chiesa cattolica che ne
continua l'opera di sottomissione degli Esseri Umani. Leggiamo da Marco: "Ma
gli mandarono alcuni Farisei con degli Erodiani, per sorprenderlo nei lacci di
una questione. Or, giunti, gli dissero: "Maestro, noi sappiamo che tu sei
sincero e non hai riguardo a nessuno, poiché tu non guardi in faccia agli
uomini, ma insegni la via di Dio secondo verità. E' lecito pagare il tributo a
Cesare o no? Dobbiamo pagarlo o non pagarlo?". Egli, conosciuta la loro
malizia, disse: "Perché mi mettete alla prova? Portatemi un denaro, che lo
veda". Essi glielo presentarono. Egli domandò: "Di chi è questa
effige e l'iscrizione?". Gli dissero: " "Di Cesare". Allora
Gesù rispose: "Date a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di
Dio". E rimasero meravigliati di lui". Marco è avvezzo ai trucchi
da imbonitore. Egli, come del resto gli altri evangelisti, non conosce il
significato esoterico della frase che ha scopiazzato da una struttura di
pensiero che non comprende e la riformula per esaltare la furbizia di quello
che lui chiama figlio del dio creatore. Il figlio del dio creatore costretto a
ricorrere ad un piccolo trucco da imbonitore che sarebbe stato smontato dal più
idiota dei sofisti. A Marco interessa mostrare la furbizia del suo profeta, ma
proprio in questo tentativo ne manifesta la pochezza morale e la vuotezza della
sua dottrina. Gli altri tentano di truffarlo, ma il figlio del dio creatore
dell'universo si accorge della loro malizia. E allora lui esce dalla trappola!
Uscendo dalla trappola lascia gli astanti meravigliati, ma che cosa hanno
appreso da quell'insegnamento? Hanno appreso che bisogna essere furbi e
imbrogliare l'interlocutore. Hanno compreso che il mondo è dei furbi. Marco
raggiunge il suo scopo: dimostrare che il suo profeta pazzo è uno che non si fa
imbrogliare dal primo venuto. Nel far questo ci dimostra il disprezzo del suo
profeta per la vita. Io voglio sottomettere gli Esseri Umani dice Marco! Gli
Esseri Umani devono essere sottomessi a dio di cui io sono la rappresentante
dice la chiesa cattolica. Alla fine i papi cattolici con il sangue delle
torture si proclameranno padroni degli Esseri Umani e pretenderanno (purtroppo
otterranno) che gli imperatori diventino poliziotti diffusori della loro
morale. Date a dio il sangue degli Esseri Umani e voi rapinateli del lavoro:
sarà il patto scellerato con cui distruggeranno il divenire dell'umanità! Nulla
a che vedere con Tomaso! Il date a me quel che è mio scinde la proprietà di un
soggetto umano da quella del dio e del Comando Sociale. E' uno dei motivi per
cui questo vangelo sarà distrutto dai cattolici.
PARAGRAFO
102
Gesù disse: "Colui che non odia suo padre e sua
madre come me, non è adatto ad essere mio discepolo. E colui che non ama suo
padre e sua madre come me, non può divenire mio discepolo. Poiché mia madre mi
diede menzogna, ma la mia vera madre mi diede la vita".
Che
cattivo: ha detto che si deve odiare il padre e la madre! Nei comandamenti dati
a Mosè c'è l'imperativo di onorare il padre e la madre. Come stanno le cose? Il
padre e la madre non rappresentano delle persone, ma un ruolo sociale.
Un'imposizione. Una costrizione. Impone asservimento ad un ruolo. Odiare un
asservimento, una costrizione che crea dipendenza è fondamentale per costruire
il proprio Potere di Essere. Ogni costrizione, ogni dipendenza è un ostacolo
per lo sviluppo del proprio corpo luminoso. La dipendenza, se dipendenza deve
essere, va scelta. Deve essere una scelta di un individuo e non rappresentare
giustificazione di relazioni più o meno imposte. I genitori sono al servizio
della crescita e della costruzione dell'autonomia del figlio; non viceversa.
Qual è la mia vera madre? Quando l'oracolo di Apollo profetizzò che il primo
che avrebbe baciato la madre sarebbe diventato re di Roma i figli di Tarquinio
il Superbo si accordarono per baciare la loro madre mentre Bruto, che li
accompagnava, fingendo di cadere, baciò la terra: la vera madre! Colei che
costruisce condizioni, ma non impone dipendenza! L'Essere Umano adulto può
generare figli, ma deve sapere che quei figli richiedono servizio sia per
crescere che per costruire la loro indipendenza. L'Essere Umano adulto deve
sapere che l'indipendenza del figlio la costruirà soltanto nella misura in cui
egli sta costruendo la sua indipendenza altrimenti costruirà dipendenza nel
figlio. Quella stessa dipendenza, qualitativa e quantitativa, che ha distrutto il
suo divenire. Odiare indica una determinazione assoluta, totalizzante, che
presuppone un coinvolgimento completo dell'individuo nel suo sottrarsi alla
dipendenza. La dipendenza è una situazione feroce che impone una determinazione
feroce per sottrarsi. Il sottrarsi alla dipendenza è un dovere dell'individuo
che percorre l'infinito dei mutamenti. Sottraendosi alla dipendenza si
riconosce il proprio padre e la propria madre: Necessità e Intento. Necessità e
Intento spingono affinché l'Essere Umano si sviluppi e cresca. Per svilupparsi
l'Essere Umano deve usare la propria Volontà e le proprie determinazioni. Deve
chiamare le cose col loro vero nome. Deve affrontare le sfide dell'esistenza.
Deve sviluppare il proprio Potere di Essere. Per sviluppare il proprio Potere
di Essere deve rimuovere gli ostacoli che si frappongono fra ciò che è in quel
momento e ciò che Intento impone di raggiungere. Questo rimuovere gli ostacoli
che alimentano la crescita del proprio Potere di Essere è quel divino che si
chiama LIBERTA'! Così se un Essere Umano non ama la costruzione di Libertà
nella formazione del proprio cammino, nella costruzione del proprio Sistema
Sociale, nella costruzione della propria nazione non può diventare discepolo di
chi costruisce il proprio Potere di Essere. Questo perché la madre che partorì
il figlio gli dette la descrizione della ragione mentre Intento e Necessità gli
dettero la possibilità di costruire sé stesso nell'infinito dei mutamenti.
Tutta questa parte viene ignorata dai vangeli ufficiali i quali non conoscono
nulla di esoterico. Per gli evangelisti dei vangeli ufficiali le persone sono
solo bestiame da accumulare per costruire la propria setta e distruggere il
Sistema Sociale in cui operano. Riprendendo il discorso dal paragrafo 100
prendiamo atto che a Matteo da un lato interessa distruggere la famiglia per
separare i membri che gli interessano per formare la sua setta sottomettendoli
al volere del dio padrone e dall'altro vuole impedire che i membri giovani
della sua setta trovino delle scappatoie per sottrarsi dall'orrore in cui sono
costretti e dipendano continuamente sottomessi alla gerarchia familiare. Tutto
il discorso di Tomaso non ha nulla a che vedere con quello di Matteo e dei
vangeli ufficiali.
PARAGRAFO
103
Gesù disse: " Guai ai Farisei! Sono infatti come
un cane accovacciato su una mangiatoia di buoi: né mangia, né lascia che
mangino i buoi".
Vedi
al paragrafo 40.
PARAGRAFO
104
Gesù disse: "Beato l'uomo che sa da quale parte
entreranno i ladri, perché s'alzerà, concentrerà la sua forza, e si cingerà i
fianchi prima che essi arrivino".
L'arte
dell'agguato è l'arte per prevenire l'agguato. Chi concepisce l'agguato
concepisce anche la possibilità di diventare oggetto d'agguato. Chi concepisce
sé stesso come oggetto d'agguato comprende anche il fine dell'agguato di cui
egli può essere preda. La costruzione del corpo luminoso è arte della vita.
Arte attraverso la quale un individuo costruisce i suoi agguati quotidiani.
Cosa può volere un ladro? Da quale parte un possibile ladro tenterà di entrare?
Non si sta qui parlando del ladro di Conoscenza e Consapevolezza il cui arrivo
non diminuisce il tesoro che tocca pur arricchendo il proprio. Stiamo parlando
del ladro che danneggia il divenire dell'Essere Umano. Quello che tende a
privarlo dei mezzi attraverso i quali costruirsi. Il ladro che distrugge il
divenire nei mutamenti. Chi saprà controllare la propria esistenza sapendo dove
il ladro di futuro, il produttore di assoggettamento, arriverà sarà beato. Egli
metterà in pratica la sua arte (cingerà i suoi fianchi) per impedirgli di
portare a termine il suo progetto. La sua ricchezza non ne soffrirà ed egli
potrà continuare a trasformarsi nell'infinito dei mutamenti. Gli Esseri Umani
conoscono la forza dell'Essere Leone o il veleno dell'Essere Vipera. Quando si
trovano davanti a loro hanno imparato che con una buona arma sono in grado di
combatterli. Esistono tecniche di combattimento ed armi che possono essere
usate all'occorrenza. Quando il ladro o il nemico è colui che blocca la loro percezione
agendo per metterli in ginocchio gli Esseri Umani non sanno come reagire. Sono
perplessi. Sono sgomenti. Eppure sarebbe sufficiente che ascoltassero i propri
bisogni, portassero a termine i propri progetti per lo sviluppo del proprio
Potere di Essere seguendo il respiro di Intento per diventare invincibili.
Avrebbero i fianchi cinti dalle armi micidiali della determinazione per
affrontare qualunque cosa dallo sconosciuto che ci circonda si presenti loro.
Nei vangeli ufficiali il cingersi i fianchi è ripreso, ma anche in questo caso
il senso è diverso. Leggiamo da Luca: "Abbiate sempre i fianchi cinti e
le lucerne accese, e siate voi come uomini in attesa che il loro padrone
ritorni dalle nozze, per potergli aprire appena arriva e bussa alla porta. Beati
quei servi che il padrone, al suo ritorno, troverà vigilanti! Io vi dico, in
verità, che egli si cingerà, li farà mettere a tavola e si presterà per
servirli. Sia che giunga alla seconda o alla terza vigilia, beati quei servi
che egli troverà vigilanti. Sappiate bene questo, che se il padrone di casa
sapesse a che ora vuole venire il ladro, starebbe in guardia e non lascerebbe
mettere a soqquadro la casa sua. Anche voi tenetevi pronti, perché nell'ora in
cui non supponete il figlio dell'uomo viene"." Chi esercita la
volontà in Tomaso è l'Essere Umano che tende un agguato a chi vorrebbe
trasformarlo in oggetto d'agguato. In Luca gli Esseri Umani sono i servi e
l'esercizio della loro volontà consiste nella vigilanza alla loro
sottomissione. In Luca gli Esseri Umani non hanno volontà! In Luca gli Esseri
Umani sono come i cani! Feroci e violenti con chi tenta d'entrare nella
proprietà del padrone, ma piangono e latrano quando il padrone li prende a
calci! I servi, in Luca, devono vigilare con attenzione la loro sottomissione.
Solo vigilando con attenzione la loro sottomissione il padrone riconoscente li
servirà a tavola. Il padrone riconosce la loro sottomissione e se ne felicita.
In Luca non esiste Essere Umano detentore di volontà se non nell'esercizio della
sottomissione. Chi sta in guardia contro il ladro? Un uomo come dice Tomaso o
il padrone come dice Luca? In Tomaso l'Essere Umano è soggetto di diritto e in
quanto tale difende la sua proprietà; in Luca solo dio o il pazzo che si
spaccia per suo figlio sono soggetti di diritto e hanno il diritto assoluto
sugli Esseri Umani che in Luca appaiono descritti come degli schiavi il cui
compito è l'obbedienza. Vigilare per essere obbedienti. Vigilare affinché il
padrone non si accorga che abbiamo bisogni diversi, desideri diversi.
Sottomettere sé stessi al padrone che priva gli Esseri Umani di volontà e di
determinazione. Quali vigliaccate in Luca nei confronti degli Esseri Umani pur
di sentirsi padrone e manipolatore di chi sottomette!
PARAGRAFO
105
Gli dissero. "Vieni, oggi preghiamo e
digiuniamo!". Gesù disse: "Che peccato ho dunque commesso, o in che
cosa sono stato vinto?, ma quando lo sposo uscirà dalla camera nuziale, allora
digiuneranno e pregheranno".
Quale
mancanza un Essere Umano commette per dover battersi il petto per l'errore? Non
esiste nessun motivo per farlo. Se qualcuno dovesse farlo qualcun altro può
pensare che egli abbia sbagliato o abbia commesso delle mancanze. In che cosa
ho sbagliato? Quale sfida ho imposto e ho perduto? Stiamo festeggiando. Stiamo
festeggiando lo sposo che è entrato nella camera nuziale. Stiamo festeggiando
l'amplesso che dà la vita. Stiamo festeggiando la costruzione del corpo
luminoso. L'esistenza dell'Essere Umano è come un lungo amplesso che alimenta
l'Energia Vitale che ha dentro di sé. Nel far questo non si può digiunare (non
si può far a meno di affrontare le sfide della vita) né si può rinunciare ad
affrontarle (pregheremo)! La vita dell'Essere Umano è paragonabile ad un lungo
banchetto che va dalla nascita del corpo fisico alla morte dello stesso. I
grandi banchetti sono quelli nuziali. I grandi amplessi si pensano siano quelli
del primo giorno di nozze. I grandi amplessi che generano nuova vita. Ecco, la
vita è generata! Ecco il corpo luminoso viene partorito! Ecco lo sposo esce
dalla stanza nuziale! Quella festa è finita! Il corpo luminoso non mangia più;
almeno non nel senso fisico! Ora può digiunare! Ora si può sperare che la festa
ricominci con un altro sposo e con un'altra sposa. Con un altro banchetto
affinché l'Essere Natura continui nell'infinito dei mutamenti. Ora si può
pregare, si può supplicare che qualcun altro organizzi banchetti della vita per
divenire nell'eternità dei mutamenti. Anche nei vangeli ufficiali troviamo la
stessa storia, ma ancora una volta la direzione che indica è diversa. Dice
Marco nel suo Digiuno Cristiano: "I discepoli di Giovanni e i Farisei
stavano digiunando; e vennero a dire a Gesù: perché i discepoli di Giovanni e i
Farisei digiunano mentre i tuoi discepoli non digiunano?". Gesù rispose
loro: "Possono forse gli amici dello sposo digiunare mentre lo sposo è con
loro? Finché hanno lo sposo con sé, non possono digiunare, ma verranno i giorni
in cui sarà loro tolto lo sposo, e allora, in quei giorni, digiuneranno." Anche
in questo caso c'è una lettura alterata della questione. E' al profeta che i
suoi amici propongono di digiunare in Tomaso mentre in Marco sono gli estrani
al gruppo che non chiedono a Gesù di digiunare, ma ai suoi discepoli. Mentre in
Tomaso il suo profeta è un Essere Umano parte degli Esseri Umani che cammina
con gli Esseri Umani in quanto la specie umana è oggetto del suo interesse, in
Marco egli è il figlio del dio padrone a cui nessuna regola si applica. Quanto
va applicato agli Esseri Umani non deve essere applicata a lui. Egli è lo
sposo! Egli è il padrone delle tradizioni! I suoi discepoli digiuneranno quando
egli non ci sarà più. I suoi discepoli faranno questo in sua memoria. Il
soggetto è egli, il figlio del dio padrone, al quale gli Esseri Umani si devono
piegare. Il soggetto degli Esseri Umani non sono gli Esseri Umani, ma la
volontà del padrone. Il desiderio del padrone. La presenza del padrone. Egli è
il padrone. Facciamo festa fin che ci sono dopo quando io sarò morto voi
digiunerete! La sottomissione è ancora un oggetto vivo dell'insegnamento di
Marco e questo non è fra i più rivoltanti. Come potrebbe dire il figlio del dio
padrone a sé stesso: "Che peccato ho commesso?" Il digiuno è
accettato da Marco proprio perché esprime astinenza dall'uso della volontà. Ora
è necessario usare la propria volontà per alimentare la propria sottomissione
facendo festa con lo sposo (perché lo sposo non entra nella camera nuziale?)
poi, quando lo sposo sarà morto, allora digiuneranno.
PARAGRAFO
106
Gesù disse: "Colui che conosce il padre e la
madre sarà detto "figlio di una prostituta"".
Il
termine conoscere, in questo caso, è giocato in maniera esoterica prendendo ad
esempio la vita fisica. Coloro che hanno rapporti carnali col padre o con la
madre si possono chiamare figli di puttana. Vale anche per il lato maschile! La
via alla Conoscenza e alla Consapevolezza del padre e della madre appartiene
solo a loro e il figlio che tenta di riprodurre quella via alla conoscenza e
alla consapevolezza rinuncia a percorrere la propria via alla Conoscenza e alla
Consapevolezza tentando di piegare sé stesso alla via alla Conoscenza e alla
Consapevolezza di chi lo ha preceduto. Si definiscono "puttane" tutti
quegli individui (maschili o femminili che siano) che impongono agli individui
la propria verità e che a quella verità obbligano altri individui a piegarsi.
Si chiama puttana il Gesù dei vangeli ufficiali in quanto obbliga gli individui
a sottomettersi alla propria parola! Nel paganesimo romano Mani è la fonte da
cui l'Essere Umano comincia il suo cammino di sviluppo, ma viene dimenticato in
quanto è l'origine del cammino, ma non il fine del cammino! Quando diventa fine
del cammino diventa Mania. Riprodurre le condizioni che permisero il nostro
sviluppo significa bloccare lo sviluppo stesso. Significa obbligare la vita
entro ambiti ristretti e già tracciati. Significa riprodurre il già vissuto e
il già sperimentato. Significa combattere e annullare l'audacia con la quale
affrontare lo sconosciuto che ci circonda e modificare la nostra descrizione
del mondo. Tomaso in questo caso sta usando un esempio nella vita quotidiana
per sottolineare una distorsione in campo esoterico. L'individuo che si
sottomette al conosciuto rinunciando ad affrontare lo sconosciuto è un figlio
di puttana. Ed è un figlio di puttana quell'individuo che all'interno del
Sistema Sociale in cui vive rinuncia a rivendicare il proprio ruolo e i propri
diritti. Per questo figlio di puttana che ha rinunciato a battere i pugni
quella volta che i suoi diritti sono stati violati oggi viene indicato ad
esempio da chi vuole violare i diritti delle persone affinché, imitando il suo
esempio, rinuncino ai propri diritti. Assumersi la responsabilità della propria
vita, assumersi la responsabilità delle proprie scelte, assumersi la responsabilità
di affrontare il proprio futuro, assumersi la responsabilità di affrontare
l'infinito dei mutamenti impedisce all'Essere Umano di essere considerato un
figlio di puttana dalla vita. Certamente coloro che costringeranno le persone a
rinunciare ad esercitare le proprie determinazioni nella propria esistenza, ad
esercitare le proprie determinazioni nella costruzione del proprio futuro, ad
esercitare la propria determinazione per svilupparsi nell'infinito dei
mutamenti chiameranno chi non si sottomette figlio di puttana. Seguendo il
vangelo di Tomaso è la vita e lo sviluppo della vita il solco dal quale noi
guardiamo il mondo. Chi nega la vita, chi la imprigiona entro muri grigi non ha
nessun diritto alla considerazione in quanto sarà chiamato stupratore della
vita o figlio di puttana!
PARAGRAFO
107
Gesù disse: "Quando di due farete uno, sarete
figli dell'uomo; e quando direte a un monte: "allontanati!", si
allontanerà".
Questo
paragrafo si ricollega a quello n.49. Quando di due (corpo fisico e corpo
luminoso) farete uno (corpo luminoso) sarete figli dell'uomo. Il figlio
dell'uomo, come già detto in altre parti, è quanto l'uomo partorisce: il suo
corpo luminoso. Dire ad un monte allontanati è come parlare di qualche cosa di
enorme (tipo le diecimila creature di Quang Tsu pur sapendo benissimo che sono
molte di più). Costruire il corpo luminoso permette di fare delle cose
impossibili per la ragione e per la sua descrizione. Questo riconduce il
significato al paragrafo 49. Il fare pace equivale a risolvere le
contraddizioni. La contraddizione è Essere (corpo fisico) non essere (il mondo
che ci circonda) e la fondazione del divenire (corpo luminoso). Nel Potere di
Essere pace è possibile soltanto come soluzione delle contraddizioni altrimenti
è guerra attraverso la quale risolvere la contraddizione. Nel Potere di Essere
la soluzione della contraddizione può essere definita come pace mentre il
processo che porta alla soluzione delle contraddizioni può essere chiamato
guerra. Quando la grande contraddizione della vita fisica sarà risolta
partorirà il corpo luminoso che poi continuerà lo sviluppo con categorie di
trasformazione diverse. In quel momento, e solo in quel momento, si potrà dire
alla montagna (quanto opprime) di allontanarsi e questa si allontanerà.
PARAGRAFO
108
Gesù disse: "Il regno è simile a un pastore che
ha cento pecore. Una, la più grande si smarrì. Egli lasciò le novantanove e
cercò quell'una fino a quando la trovò. Dopo che si era affaticato disse alla
pecora: "Ti amo più delle novantanove"".
La
relazione fra il pastore e le pecore riferite a Necessità e Intento mi mette i
brividi. E' sempre un gregge in cui viene negata alla pecora la volontà e la
determinazione nell'allontanarsi. Accosteremo questo paragrafo a quello simile
nei vangeli ufficiali. Qui può essere interpretata come la pecora che rinuncia
alla propria volontà e alle proprie determinazioni dove per volontà e
determinazione si considera quanto lega la pecora al gregge. Quando l'Essere
Pecora rinuncia alla propria volontà e alle proprie determinazioni ha gettato
via la propria occasione per costruire il proprio corpo luminoso. Quando
l'Essere Pecora ritrova la propria volontà e la propria determinazione Intento
ne alimenta il fare per permettergli di recuperare i mutamenti perduti. L'esempio
è molto stirato! E' molto difficile, pericoloso e fuorviante interpretare
nei termini del Potere di Essere una rappresentazione dove non è riconosciuto
il diritto di autodeterminazione dell'Essere Pecora. Questa cecità rispetto
agli Esseri Animali porta gli estensori dei vangeli ufficiali a trasformare gli
Esseri Umani in bestiame di un gregge il cui comportamento viene approvato
fintanto che obbedisce il buon pastore mentre li porta al macello. La visione
del gregge è anche la visione del Sistema Sociale dal quale qualcuno si
allontana pensando di separare sé stesso da questi. Il Sistema Sociale sta
perdendo un contributo di crescita perché alcuni Esseri Umani separano il
proprio percorso di Stregoneria dal Sistema Sociale in cui vivono. Il loro
percorso di Stregoneria appartiene solo ad essi e loro non sono in grado di
riversarne la novità e la propositività all'interno del sistema Sociale in cui
vivono. Questi Esseri Umani seguono il fuoco che arde dentro loro e non sono in
grado di trasferirne l'ardore all'insieme in cui sono cresciuti. Questi Esseri
Umani sono preziosi per il Sistema Sociale. Sono coloro che hanno il fuoco e
l'idealità per alimentarne le speranze nella costruzione del futuro ed è
necessario che altri Stregoni disciplinino il fuoco che brucia loro dentro e
nello stesso tempo facciano loro intendere quanto sia importante la loro azione
per lo sviluppo della vita. Questo, ai miei occhi, non è sufficiente per
paragonare il Sistema Sociale ad un gregge a meno che Tomaso lo abbia usato
come eufemismo per evitare che venisse individuata la relazione diretta fra gli
Esseri Umani che cercano la conoscenza e la consapevolezza e gli effetti
all'interno del Sistema Sociale. In ogni caso l'esempio fatto da Tomaso del
gregge non ha condizionato o distrutto il divenire umano e pertanto l'Intento
espresso non è stato inquinato dal comportamento di chi lo ha interpretato. Io,
interpretandolo, ho un esempio storicamente davanti ed è il tentativo dei
cristiano-cattolici di trasformare gli Esseri Umani condotti al macello.
Quest'esempio condiziona la mia percezione! Leggiamo da Luca né La Pecorella
smarrita: "Tutti i pubblicani e i peccatori si avvicinarono a Gesù per
ascoltarlo;, ma i Farisei e gli Scribi mormoravano dicendo: "Costui
accoglie i peccatori e mangia con essi". Allora egli disse loro questa
parabola: "Chi di voi, avendo cento pecore, se ne perde una, non lascia le
altre novantanove nel deserto e non va in cerca di quella smarrita, finché non
l'abbia ritrovata? E quando l'ha ritrovata, se la mette sulle spalle tutto
contento e, ritornato a casa, chiama gli amici e i vicini e dice loro:
"Rallegratevi con me, perché ho ritrovato la mia pecorella smarrita".
Così, vi dico, vi sarà in cielo una gioia maggiore per un solo peccatore che si
pente, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di penitenza".
Il senso del gregge come possesso è più marcato in Giovanni che non in Luca, ma
Giovanni vedeva sfuggirgli le comunità cristiane incalzate dallo gnosticismo
mentre Luca sta gettando le basi per l'organizzazione della sottomissione.
Dov'è la sottomissione? Sta nel riconoscere il peccato nelle proprie azioni.
Sta nel pentimento per entrare nel gregge. Sta nella rinuncia. Per Tomaso si è
smarrita la più grande, quella che contribuiva allo sviluppo dell'insieme.
Quella che si smarrisce il Luca è una pecora qualsiasi delle cento che
possiede. E' un numero. E' un oggetto di proprietà che è venuto meno. In Tomaso
la pecora si è smarrita. Tomaso non indica la direzione dello smarrimento
mentre questo è necessario in Luca per indicare la sottomissione. La
sottomissione sta nel riconoscere sé stesso in peccato e nel pentimento. Con
questi atti si distruggono le proprie determinazioni. Il pastore riconduce la
pecora al gregge solo se questa si pente riconoscendo il proprio peccato per
essersi allontanata. Il peccato ha allontanato la pecora dal gregge o è
l'allontanamento della pecora dal gregge che costituisce peccato? Letto Luca
non ci sono dubbi è la seconda parte, ma la seconda parte implica decisione
soggettiva. Decisione soggettiva che viene rimossa mediante il pentimento:
l'autocondanna per l'allontanamento e la rinuncia ad allontanarsi. Per Tomaso
l'esempio inizia e finisce col rapporto fra pastore e pecora e l'esempio deve
essere utilizzato nel contesto che Tomaso descrive. In ultima analisi si
riconosce a Tomaso l'assenza di una volontà di sottomissione cosa che è
evidente sia in Luca e ancor più in Giovanni.
PARAGRAFO
109
Gesù disse: "Colui che beve dalla mia bocca,
diventerà come me; io stesso diventerò come lui e gli saranno rivelate le cose
nascoste".
Bere dalla propria bocca equivale a
quanto detto al paragrafo 14 dove dice: "Io non sono il tuo maestro
giacché hai bevuto e ti sei inebriato alla fonte gorgogliante che io ho
misurato". La fonte della conoscenza ci circonda. Il Condizionamento
Educazionale costringe gli Esseri Umani alla cecità. Non si viene educati ad
individuare le fonti alle quali potersi abbeverare; percepirne i richiami.
Anche quando qualcuno ne prende qualche sorsata non si accorge di essersi
abbeverato alla fonte della Conoscenza e della Consapevolezza, ma esalta
piuttosto la propria intelligenza o la propria discendenza, la propria stirpe o
la propria razza. Eppure è necessario costruire noi stessi. La costruzione di noi
stessi ci permette di afferrare quanto ci sfugge. Ci permette di ottenere
quella che alcuni chiamano illuminazione. Una chiarificazione improvvisa
prodotta dall'accumulo dei nostri interessi. E' sempre la stessa fonte dalla
quale il corpo luminoso assorbe saggezza, comprensione e Conoscenza: lo
sconosciuto che ci circonda. Per poter abbeverarci a quello sconosciuto è
necessario costruirci lo strumento col quale andarlo ad affrontare: noi stessi!
In questo paragrafo c'è un'anticipazione della relazione dialettica che
caratterizzerà la filosofia marxiana e che era anticipata dalla triade
Liber-Libera-Cerere nella religione dell'antica Roma. Colui che beve dalla mia
bocca, dice Tomaso, diventerà come me ed io diventerò come lui. Bere dalla
bocca non si attinge soltanto, ma si versa. Questo concetto è un concetto
sconosciuto nei vangeli ufficiali in quanto il figlio del dio padrone illumina
il mondo e rappresenta elemento blasfemico l'Essere Umano che pretende di
illuminare il figlio del dio padrone. In Tomaso invece si dice che io riverso
la mia conoscenza in te e tu riversi la tua conoscenza in me. Io dò a te e tu
dai a me. Bevendo dalla stessa bocca ci costruiamo a vicenda. Ampliamo la
nostra conoscenza e la nostra consapevolezza. La ampliamo perché camminiamo
assieme. E' vero che Tomaso dice che a lui saranno rivelate cose nascoste, ma è
altrettanto vero che egli non può dimenticare le cose nascoste che gli sono
chiare. La Conoscenza è un tesoro che per quanto si doni non diminuisce. Per
quanti Esseri Umani attingono da quel tesoro questo non solo non diminuisce, ma
nutre gli Esseri Umani affinché costruiscano il loro tesoro dal quale anche noi
possiamo attingere. E' come se Tomaso dicesse: "Ecco, io affronto la
grande battaglia per la vita. Io la affronto da solo, ma poiché tu hai voluto
camminarmi a fianco la battaglia per la vita la combattiamo assieme. Tu diventi
me ed io divento te proprio perché camminiamo assieme. Se io possiedo un fucile
migliore del tuo io ti insegno come procurarti un fucile migliore. Se io ho un
cavallo migliore del tuo io ti insegno a procurarti un cavallo migliore. Così
io attingo da te. Se tu hai strumenti migliori che io non conosco me ne
approprio. Cavalchiamo insieme e dunque, riversiamo l'uno nell'altro! Tutto
quello che ho imparato lungo la mia cavalcata ti sarà rivelato!"
PARAGRAFO
110
Gesù disse: "Il Regno è simile ad un uomo che,
senza saperlo, ha un tesoro nascosto nel suo campo. Dopo la sua morte, lo
lasciò al figlio. Il figlio non ne sapeva nulla: ereditò il campo e lo
vendette. Il compratore venne e, mentre arava, trovò il tesoro; e cominciò a
imprestare denaro a interesse a quelli che voleva".
Necessità
e Intento sono all'interno di ogni Coscienza di Sé. Esprimono il suo divenuto.
Sono le forze di trasformazione degli Esseri Umani. Per trovare quel tesoro,
per affinare quanto hanno, gli Esseri Umani devono trasformarsi, coltivarsi,
costruirsi affrontando le contraddizioni della vita. Se gli Esseri Umani non
sono attori della vita ignorano il tesoro che hanno dentro. Lo gettano via
gettando via loro stessi. Come gli Esseri Umani possono scoprire quel tesoro?
Costruendo la loro determinazione nell'esistenza. Usando la determinazione
accedono a quanto hanno di più nascosto. Accedono alla forza che li ha portati
a nascere e che è loro stessi. Attingendo a quella forza attingono al loro
tesoro e più attingono al loro tesoro più questo aumenta arricchendosi e
irrobustendosi. Più un Essere Umano vive attraverso le regole dell'agguato e
più gli parrà estranea e assurda ogni forma di sottomissione. Più l'agire
determinando sé stesso diventerà prassi e normalità della sua esistenza e più
incomprensibili e assurde appariranno le pretese di chi lo vuole sottomesso.
Trarre la forza da sé stesso significa aumentare ad usura il tesoro che si ha
dentro aumentando la forza e il potere del proprio corpo luminoso in
formazione. Quando non si attinge da sé stessi ci si assoggetta a qualcun
altro. Ci si nasconde dietro a qualcuno. Non si è mai sé stessi: lo ha detto
qualcun altro! Non siamo noi i padroni della vita, ma lo è qualcuno che comanda
per mandato di qualcun altro nascosto e al quale rimandiamo per venir meno alle
nostre responsabilità. Si eredita la scintilla del Potere di Essere (si eredita
Mani) con la quale trasformiamo la morte del feto in nascita del bambino.
Quella scintilla è Necessità e Intento che nella misura in cui noi la
coltiviamo aggiungendo la nostra volontà e le nostre determinazioni ne
sviluppiamo la forza spingendo la nostra Coscienza nell'infinito dei mutamenti.
Così ogni Essere Umano ha un tesoro nascosto dentro di sé. Nessuno glielo
indica ed egli può vivere ignorando il tesoro che possiede. Il tesoro è la
scintilla della vita. Il tesoro che deve curare per coltivare l'eternità.
L'Essere Umano lo ignora e vive nell'oblio di sé stesso. Si illude di vivere!
Ha un tesoro dal quale non sa trarre nessun beneficio. Quel tesoro lo lascia a
suo figlio. Dal momento che egli ignora il tesoro della vita ritiene che anche
suo figlio debba ignorare tale tesoro. Egli è vissuto fra mille preoccupazioni.
Quelle preoccupazioni hanno occupato l'intera sua esistenza. Non si è chiesto
dove la sua esistenza portava. Ha seguito i suoi impulsi generando un figlio al
quale ha offerto sé stesso. Ha offerto la sua comprensione della vita senza
scoprire il tesoro dell'infinito che lo circondava. Il figlio ha venduto quel
tesoro. Era in possesso di sé stesso e non si è curato di coltivarsi, ma
qualcun altro ha pensato che dal momento che possedeva un oggetto era utile
agire affinché quell'oggetto gli assicurasse la vita, ma quell'oggetto, una
volta arato, ha dimostrato di contenere qualche cosa di più che assicurare la
vita, ha dimostrato di saper portare il costruttore nell'infinito dei
mutamenti. Solo il costruttore può trovare quanto è nascosto perché il
costruttore modifica la realtà. Il costruttore agisce affinché quello che ha
serva per sé stesso e per gli altri. Il costruttore può trovare le cose
nascoste perché non considera quanto esiste fisso o creato ad immagine e
somiglianza di un dio padrone, ma tutto è modificabile, tutto è variabile,
tutto si può trovare, costruire e modificare per alimentare e arricchire il
proprio divenire nell'eternità dei mutamenti. Anche in questo caso
l'uguaglianza fra il regno dei cieli e l'uomo non è ammessa nei vangeli
ufficiali. Se un Essere Umano è uguale nel fare al regno dei cieli allora
l'azione diventa il momento centrale dello sviluppo dell'Essere Umano e viene
negata la centralità alla sottomissione. Leggiamo da Matteo: "Il regno
dei cieli è simile ad un tesoro nascosto in un campo: l'uomo che lo ha scoperto
lo nasconde di nuovo, e, pieno di gioia, va, vende quanto possiede e compra
quel campo." In Tomaso c'era la scoperta della perla che rappresenta
la conoscenza e l'Essere Umano rinuncia al Potere di Avere per acquisirla.
Oppure abbiamo anche che pescati molti pesci l'Essere Umano prende quello
grosso e butta tutti i pesci piccoli a mare. In questo caso, invece, si ha la
scoperta di un tesoro e il tentativo di truffare il proprietario del campo. L'uomo
infatti mette in essere una truffa per impossessarsi di quel campo pagando
dieci sapendo che contiene mille. E' una truffa pura e semplice ben diversa
dell'azione di colui che compra un campo e lo lavora trovando il tesoro in
contrapposizione a chi possedeva quel campo, ma non volendo lavorarlo ha
preferito venderlo col tesoro che conteneva. Ricordiamo sempre che i vangeli
ufficiali indicano come la truffa sia l'azione predominante nei confronti degli
Esseri Umani. A Matteo non interessano i rapporti fra le persone. A Matteo
interessa esclusivamente sé stesso in quanto padrone di Esseri Umani e gestore
del loro futuro. A Tomaso interessa costruire il futuro degli Esseri umani di
cui lui è parte!
PARAGRAFO
111
Gesù disse: "Colui che ha trovato il mondo ed è
diventato ricco, deve rinunciare al mondo".
Questo paragrafo si ricollega al
paragrafo 82. Mentre nel paragrafo 82 si dice che chi ha ottenuto delle
ricchezze può nello stesso modo (o contemporaneamente) arricchire anche il
Sistema Sociale in cui vive (Potere di Essere), in questo paragrafo si afferma
che se costui vuole costruire il proprio corpo luminoso deve rinunciare alle
proprie ricchezze. In realtà non deve rinunciare ad essere ricco, ma deve
rinunciare a fare dell'arraffamento il fine della propria esistenza. Non è la
ricchezza o l'abbondanza che danneggia l'Essere Umano, ma come questa viene
accumulata. Se la ricchezza è il prodotto del proprio lavoro o delle relazioni
sociali costruite questa è parte dello sviluppo dell'individuo. Se quella ricchezza
è frutto del saccheggio del Sistema Sociale e dell'impoverimento dei suoi
membri allora l'attenzione che si mette per ottenerla porta alla distruzione
della possibilità di partorire il corpo luminoso. Nel paragrafo 82 dice che dal
momento che sai farti ricco tanto vale che agisci anche per arricchire il
Sistema Sociale in cui vivi in quanto, in quel modo, costruisci delle
condizioni per migliorare la vita (farsi Saturno e costruire l'Età dell'Oro!).
In questo paragrafo si dice che se non cessi di fare dell'arricchimento e
dell'appropriazione il fine della tua esistenza non è possibile costruire il
tuo corpo luminoso. Il senso del messaggio di Tomaso viene snaturato nei
vangeli ufficiali dove tutto è sottomesso alla volontà del dio padrone. Leggiamo
da Marco dal suo Il giovane ricco: "Allora Gesù, volgendo il suo
sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: "Quanto è difficile per quelli
che hanno ricchezze entrare nel regno di Dio!". I discepoli restarono
stupefatti sentendo tali cose, ma Gesù, riprendendo la parola, disse loro:
"Figliuoli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio per coloro che
confidano nelle ricchezze! E' più facile ad un cammello passare per la cruna di
un ago, che ad un ricco entrare nel regno di Dio". Essi rimasero ancor più
stupiti, dicendo fra di loro: "E chi si può salvare?". Gesù
fissandoli conchiuse: "Questo è impossibile agli uomini, ma non a Dio;
perché tutto è possibile a Dio"." La figura centrale del discorso
di Tomaso è l'Essere Umano che è diventato ricco trovando nel mondo la sua
ragione di essere e di vivere. La ricchezza indicata da Tomaso non è il
possesso di beni infatti la ricchezza è conseguenza di aver trovato il mondo.
E' vivere il mondo che ha danneggiato l'individuo anche se lo ha reso ricco.
Egli ha trovato nella vita quotidiana, nelle relazioni sociali, nel Potere di
Avere, la ragione della sua esistenza. La ragione della sua esistenza lo ha
reso ricco, possessore di persone. Questo lo danneggia nello sviluppo del suo
Potere di Essere. L'unico modo che ha per tornare indietro è quello di
rinunciare alle ricchezze e rinunciare a fondare la propria vita attraverso il
possesso, ma egli può rinunciare a fondare la propria vita attraverso il
possesso senza rinunciare alle ricchezze. Le ricchezze sono un elemento secondario
della sua relazione con la vita. Al contrario nei vangeli ufficiali la
ricchezza è l'elemento centrale del discorso. Il giovane ricco che si presenta
al Gesù di Marco è un individuo propositivo all'interno del Sistema Sociale in
cui vive. E' sempre stato rispettoso delle leggi e dei diritti altrui. Il fatto
che sia ricco è irrilevante. Egli sta costruendo sé stesso e questo è quanto il
Gesù di Marco non può tollerare. Questo giovane ricco che si è presentato è un
individuo sensibile alla vita. Vuole fare meglio e per questo chiede cosa può
fare ancora. Il Gesù di Marco altro non trova che privarlo dello strumento
attraverso il quale migliorare il Sistema Sociale in cui vive. Il Gesù di Marco
non gli dice: "Usa meglio le tue ricchezze!", ma gli dice di
rinunciare alle sue ricchezza per poter disarmare il Sistema Sociale in cui
vive di un Essere Umano propositivo. Ed è tanto vero questo che i seguaci di
Gesù, che evidentemente si sono arricchiti privando altri delle loro ricchezze
(o questo era l'intento di Marco), si allarmano e dicono. "Allora siamo
spacciati!" "Chi si può salvare?". Evidentemente poveri non
erano, ma il Gesù di Marco dice loro in sostanza: "Non vi preoccupate, voi
continuate ad accumulare le ricchezze che tanto poi dio, il padrone, fa quello
che vuole lui! E' solo quell'imbecille che viene da me per chiedere cosa fare e
vedi se mi lascio scappare l'occasione di privarlo delle ricchezze!" Il
problema degli evangelisti ufficiali è quello di accumulare ricchezze per
rendere forte la propria organizzazione che ha bisogno di molto denaro in
quanto separata dal Sistema Sociale in cui vive deve essere sufficientemente
forte economicamente per controllare il Sistema Sociale stesso. Oltretutto se
viene eliminata un po' di concorrenza tanto meglio. E' da ricordare lo scontro
storico per stabilire se la chiesa cattolica doveva essere povera che si
concluse affermando che gli altri dovevano essere poveri mentre la chiesa
cattolica doveva risplendere in tutta la sua magnificenza. Ancora una volta in
Tomaso troviamo un discorso esoterico il cui scopo è costruire lo sviluppo
della scintilla divina dentro l'Essere Umano mentre nei vangeli ufficiali
troviamo delle strategie politiche per il controllo del Sistema Sociale.
PARAGRAFO
112
Gesù disse: "I cieli e la terra scompariranno
davanti a voi, e colui che vive dal Vivente non vedrà né la morte né la paura.
Poiché Gesù dice: Il mondo non è degno di colui che troverà se stesso".
Trasformare
la morte del corpo fisico in nascita del corpo luminoso implica una variazione
del modo soggettivo di percepire il mondo che ci circonda si da ritenere che il
cielo e la terra spariscano. L'Essere Umano che trasferisce la propria
Coscienza di Sé dal corpo fisico al corpo luminoso non avrà paura di quanto gli
sta succedendo in quanto avrà la consapevolezza che quanto succede è nel
normale ordine delle cose. Il riposo dopo il movimento. La forma del mondo non
può racchiudere l'Essere Umano che troverà sé stesso. Il mondo, come noi lo
vediamo, è forma e rappresentazione perché noi su quella forma e su quella
rappresentazione abbiamo fissato la nostra attenzione. Il fatto che noi abbiamo
fissato la nostra attenzione su quella forma e su quella rappresentazione non
significa che dobbiamo avere la certezza soggettiva che quella sia l'unica
rappresentazione e l'unica percezione soggettiva del mondo. La vita come sfida
porta gli Esseri Umani a cogliere aspetti nascosti dalla forma e dalla
rappresentazione. Quando l'Essere Umano li coglie questi vengono compresi nella
forma e nella rappresentazione. Ciò che cambia è l'Essere Umano che attraverso
lo sforzo messo in atto per cogliere aspetti diversi dalla forma e dalla
rappresentazione è stato costretto a dilatare la sua percezione. Quest'attività
di dilatazione è l'unica attività che l'Essere Umano porta con sé alla
formazione dell'Essere Luminoso. La trasformazione della percezione attraverso
la scomparsa della forma cielo come era rappresentata (descritta) non desta
nessuna preoccupazione perché già nella vita fisica quest'Essere Umano
coltivava la ricerca di aspetti insoliti e inusuali alla sua descrizione. Il
trovare sé stesso equivale al trasferire la propria Coscienza e la propria
Consapevolezza dal corpo fisico al corpo luminoso. La degnità del mondo non è
la degnità del mondo in sé, ma è la degnità del mondo in quanto forma,
apparenza e rappresentazione. Colui che partorisce il proprio corpo luminoso
trasferendovi la propria Coscienza di Sé non appartiene al mondo in quanto esce
dalla rappresentazione del mondo. Non vede né la morte ne ha paura di quanto
accade in quanto la Coscienza di Sé si trasferisce e non cessa con la morte del
corpo fisico: non muore. Non ha paura di quanto accade perché l'insolito lo ha
sempre affrontato per tutta la sua vita. Quest'Essere Umano è colui che ha
trovato sé stesso. La dicitura esatta sarebbe: quest'Essere Umano ha trovato i
mezzi attraverso i quali costruire sé stesso. Ben diverso è il discorso che
troviamo in Luca. Luca non conosce nulla di esoterico. A Luca interessa
soltanto sottomettere gli Esseri Umani, renderli schiavi! Già questo passo è
stato trattato nel paragrafo 13, ma è interessante inserirlo anche in questo
contesto. Dice Luca: "La legge e i profeti vanno fino a Giovanni;
d'allora in poi viene annunziato il regno di Dio e ognuno usa violenza per
entrarci. E' più facile che passi il cielo e la terra, anziché cada un solo
apice della legge. Chiunque ripudia la propria moglie e ne sposa un'altra,
commette adulterio; e chi sposa una donna rinviata dal marito, commette
adulterio." La scomparsa del cielo e della terra sono usate in modo
diverso. Per Tomaso la scomparsa è certezza nella trasformazione del vivente,
per Luca serve a sottolineare l'eternità della parola del suo dio padrone.
L'individuo a Luca non interessa se non come individuo sottomesso al suo dio
padrone e, per conseguenza, a lui come agente del dio padrone. Assoggettamento
proposto dai vangeli ufficiali; sviluppo del dio che cresce dentro come centro
d'interesse di Tomaso!
PARAGRAFO
113
Gesù disse: "Guai alla carne che dipende
dall'anima! Guai all'anima che dipende dalla carne!".
E'
un paragrafo legato al paragrafo n.88. Mentre nel paragrafo 88 la dipendenza
era data da un corpo che dipende da un altro corpo e l'anima che dipende da
entrambi. In questo paragrafo la dipendenza è dell'anima dal corpo e del corpo
dall'anima. La forma della distruzione è data da quell'Essere Umano che anziché
costruire sé stesso affrontando la vita per come questa si presenta costruisce
una priorità di valori quali quelli spirituali e quelli fisici finendo per
accentrare la propria attenzione sull'uno o sull'altro col risultato di non
affrontare la vita per quello che gli si presenta, ma attraverso delle fantasie
immaginate che giungono a disperdere il suo fare e la sua Energia Vitale. I così
detti "asceti" nel tentativo di favorire lo sviluppo dell'anima
distruggono il corpo fisico col risultato di distruggere il loro corpo
luminoso: la loro anima! I meccanicisti costruiscono studi psichiatrici per
bloccare la percezione degli Esseri Umani quando non è perfettamente in linea
con la descrizione del mondo. Gli uni e gli altri distruggono il divenire
umano. Distruggono la capacità dell'Essere Umano di costruire il proprio corpo
luminoso. La dipendenza è sempre un elemento distruttivo per chi partecipa alla
relazione di dipendenza. E' vero che fra gli Esseri della Natura la costruzione
del corpo luminoso passa attraverso la vita fisica, ma la vita fisica non
dipende dalla costruzione del corpo luminoso, ma dalla realizzazione di sé
stessa. E' la realizzazione delle spinte di Necessità e Intento all'interno
della vita fisica che permette la nascita del corpo luminoso. Articolare la
vita fisica in funzione di un corpo luminoso significa distruggere il processo
di costruzione dello stesso. Il corpo luminoso si costruisce vivendo. Se si
articola la vita fisica in funzione di un'anima significa che si pongono degli
apriori alla vita fisica. Significa che si intende piegare la vita fisica a
delle immagini fantasiose (il dio padrone, la reincarnazione, l'anima, il
paradiso ecc.) che altro non fanno che distruggere la costruzione stessa
piegandola ad una verità imposta aprioristicamente alla quale piegare la vita
fisica degli Esseri della Natura. La dipendenza di uno dall'altra è
distruzione: sempre!
PARAGRAFO
114
I discepoli gli domandarono: "In quale giorno
verrà il regno?". (Gesù rispose) "Non verrà mentre lo si aspetta. Non
diranno: "Ecco, è qui!". Oppure: "Ecco, è là!". Bensì il
regno del Padre è diffuso su tutta la terra, e gli uomini non lo vedono".
Necessità e Intento sono presenti.
Permeano l'esistente. Lo spingono alle trasformazioni. Gli Esseri Umani possono
praticare lo sviluppo del loro Potere di Essere o diventare ciechi davanti alle
contraddizioni della vita. L'uno e l'altro appartiene alla sequenza di scelte
soggettive. Non c'è un salvatore che arriva perché non c'è nulla o nessuno che
possa essere salvato. Non c'è un regno fisico che arriva in quanto il mondo
come noi lo percepiamo è soltanto descrizione di una struttura più vasta sulla
cui porzione la nostra specie ha stabilito di concentrare la propria attenzione
trovando questo fare economicamente vantaggioso per il proprio sviluppo.
Affinché un mondo diverso appaia ai nostri occhi noi dobbiamo variare il modo
con cui percepire la realtà che ci circonda. Descriverla in maniera diversa.
Afferrare l'inusuale. Lavorare per superare la nostra descrizione. Aumentare e
sviluppare l'interazione fra noi e il circostante. Riversare nel mondo le
nostre tensioni e le nostre determinazioni diventando protagonisti e attori
della vita. In questo modo possiamo portare a coincidere Necessità e Intento
del mondo circostante con Necessità e Intento dentro di noi. Possiamo
percorrere i sentieri di Libertà che ci portano a liberare il nostro modo di
percepire il mondo della descrizione imposta. Liberare ogni ostacolo che
impedisca lo sviluppo del Potere di Essere. Questo è il regno che ci circonda e
a questo si può accedere liberando la nostra percezione. Ai vangeli ufficiali
interessa l'Essere Umano terrorizzato e sottomesso. Leggiamo da Marco la
Desolazione in Giudea: "Quando vedrete l'abominazione della
desolazione, posta dove non deve essere, chi legge comprenda! allora quelli che
saranno nella Giudea fuggano ai monti; chi sarà sulla terrazza non scenda, né entri
in casa a prendere qualche cosa, e chi sarà nei campi, non torni indietro a
prendere il suo mantello. Guai alle incinte e alle lattanti in quei giorni!
Pregate perché questo non avvenga d'inverno! Quei giorni saranno di una
tribolazione tale, quale non è mai stata dal principio di tutte le creature che
Dio ha creato, fino ad ora, né più ci sarà: e se il Signore non abbreviasse
quei giorni in grazia degli eletti che ha scelto. Allora se qualcuno vi dirà:
"Ecco il Cristo è quì; ecco, è là", non gli crederete! Sorgeranno,
infatti, falsi Messia e falsi profeti, i quali fanno segni e prodigi per
ingannare, se fosse possibile, anche gli eletti. Voi dunque state attenti:
ecco, vi ho tutto predetto". E continua nel Il Ritorno del figlio
dell'uomo: "Ma in quei giorni, dopo questa tribolazione, il sole si
oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le
forze che sono nei cieli saranno sconvolte. Allora si vedrà il Figlio dell'uomo
venire sulle nubi, con grande potenza e gloria." Per Marco il suo dio
è nel tempo, non nello spazio. E' colui che deve venire con terrore e con
terrore Marco sottomette gli Esseri Umani. Ecco i falsi profeti che faranno
segni e allontaneranno gli altri, ma come non erano gli apostoli padroni dello
spirito santo la longa mano del dio padrone attraverso la quale agire sugli
Esseri Umani? Perché minacciare l'arrivo di falsi profeti se non per indicare
la concorrenza come pericolosa? La concorrenza gli impedisce di costruire la
setta. La concorrenza gli allontana gli adepti. E quando deve avvenire il
ritorno del figlio del dio padrone? Quando i disastri appariranno sulla terra.
Dolore e morte fino all'arrivo del dio padrone che arriva sulle nubi in potenza
in tanta devastazione. Il terrore pervade l'apocalisse della distruzione di cui
i cristiani sono i profeti. Per Tomaso il regno non è nel tempo, ma nello
spazio. Intento e Necessità ci circondano e noi li posiamo cogliere. Se le cose
ci circondano ci chiamano. Sono presenti. Magari non sono percepite, ma sono presenti
e a loro possiamo attingere. Ci sono sempre, nella vita degli Esseri Umani,
disastri da affrontare e dai quali partire per la ricostruzione della vita. La
scomparsa dei grandi rettili milioni di anni or sono ha organizzato lo sviluppo
della vita in maniera diversa. Tutto può modificarsi. Tutto si struttura, ma
chi ha il Potere di Avere ha anche il potere di minacciare i sopravvissuti alle
catastrofi. Questi, anziché prendersi nelle proprie mani la costruzione della
propria esistenza, minacciati dal Potere di Avere che rinnova la minaccia del
terrore, parlano di fine imminente dei tempi e per cui dell'inutilità di
tentare di ricostruire la vita. Tomaso dice che il regno ci circonda. I
disastri modificano la nostra struttura di vita, ma la percezione soggettiva
può attingere dal potere che ci circonda e da questo possiamo pescare. Così Don
Juan in Castaneda nell'Isola del Tonal può dire: "Abbassò la voce, come
se stesse per dirmi qualcosa di molto confidenziale. "Sto per dire forse
il più grande brano del sapere che possa essere pronunciato" aggiunse.
"E ora vedrò quel che saprete farne. "Sapete che in questo preciso
momento siete circondato dall'eternità? E sapete che potete usare questa
eternità? E sapete che potete usare questa eternità, se lo desiderate?"
Dopo una lunga pausa, durante la quale con un lieve movimento degli occhi mi
sollecitò a dire, io risposi che non riuscivo a capire le sue parole.
"Qui! L'eternità è qui!" disse, indicando l'orizzonte. Poi indicò lo
zenith. "O qui, o forse possiamo dire che l'eternità è così."
Spalancò le braccia, puntandone una a est e l'altra a ovest. Ci guardammo in
volto. Nei suoi occhi c'era una domanda. "Che cosa ne dite?" chiese
con amabilità insistita, come se volesse persuadermi a riflettere sulle sue parole.
Non sapevo cosa rispondere. "Sapete che potete estendervi per sempre in
ognuna delle direzioni che ho indicato?" aggiunse. "Sapete che ogni
momento può essere eternità? Non è un indovinello; è un fatto, ma solo se vi
impadronite di quel momento e lo usate per prendere la totalità di voi, per
sempre, in ogni direzione." Mi fissò. "Prima non possedevate questo
sapere" disse sorridendo. "Ora lo possedete. Ve l'ho rivelato, ma non
cambia assolutamente nulla, perché non avete sufficiente potere, le sole mie
parole vi basterebbero per fare il giro della vostra totalità e per spostare la
parte essenziale di là dai confini in cui è contenuta." Costruire il
futuro dell'individuo è il terrore degli evangelisti ufficiali. L'individuo che
costruisce il proprio futuro non è controllabile. Così Marco deve distruggere
la costruzione del futuro perché tanto verrà il suo padrone a costruire le
distruzioni, la desolazione. Tomaso invece dice: quando costruite il dio che
cresce dentro di voi potete percepire il mondo in maniera diversa. La
percezione del mondo in maniera diversa porta alla sparizione del mondo, della
sua forma e della sua rappresentazione. Trasformare la morte del corpo fisico
in nascita del corpo luminoso porta alla scomparsa del mondo come forma e come
rappresentazione, ma questo impone il riconoscimento dell'eternità che ci
circonda e dalla quale possiamo attingere. Dal circostante possiamo attingere
Intento e Necessità attraverso Intento e Necessità che alimentiamo dentro di
noi.
PARAGRAFO
115
Simon Pietro disse loro: "Maria deve andare via
da noi! Perché le femmine non sono degne della vita". Gesù disse:
"Ecco, io la guiderò in modo da farne un maschio, affinché ella diventi
uno spirito vivo uguale a voi maschi. Poiché ogni femmina che si fa maschio
entrerà nel Regno dei cieli".
L'ultimo
paragrafo è di natura culturale. La superiorità maschile in ogni epoca ed in
ogni cultura (salvo poche eccezioni) comunque affermava che un Essere Umano
femminile non poteva partorire il proprio corpo luminoso. In realtà la fatica
del lavoro e la nascita continua di figli distruggevano la possibilità
dell'Essere Umano femminile ad affrontare l'esistenza in modo tale da
alimentare il dio che cresce dentro di lei. E' vero che incubare un figlio
aiuta ad accelerare la propria Energia Vitale. E' vero che l'Essere Umano
femminile attraverso le mestruazioni accelera continuamente la propria Energia
Vitale, ma attraverso l'assoggettamento continuo e sistematico si distrugge il
suo divenire nell'eternità dei mutamenti. "Verrà un giorno in cui direte
beato il ventre che non ha concepito e i seni che non hanno allattato!"
Che significa esattamente questo: non disperdere la propria Energia Vitale per
partorire un numero eccessivo di figli né perdere tempo eccessivo nell'allevarne
un numero spropositato. Non significa restare vergini o non provare il piacere,
le gioie e le passioni d'amore. Essere simile ad un uomo significa questo: fare
all'amore senza doverne pagare conseguenze di autodistruzione! Essere nelle
stesse condizioni per poter partorire il proprio corpo luminoso. Essere nelle
stesse condizioni per poter sviluppare il proprio Sapere e la propria
Conoscenza. Essere nelle stesse condizioni per compiacersi dell'ozio. Essere
nelle stesse condizioni per fare sesso senza per questo doversi accollare nove
mesi di gravidanza indesiderata e sottoposta per anni alla coercizione di un
figlio non voluto. Essere messa nelle stesse condizioni per poter costruire il
proprio divenire nell'eternità dei mutamenti. Ogni Essere Umano femminile che
coltiva il proprio Potere di Essere costruirà il proprio corpo luminoso
proseguendo nella sequenza dei propri mutamenti fino a diventare uno con
l'Universo! Cacciamola dice Pietro. Lei è una donna. Lei non è degna di
trasformare la morte del corpo fisico in nascita del corpo luminoso. Lei non è
degna della vita. La vita è il divenire nell'eternità dei mutamenti, ma chi
stabilisce ciò che è o non è degno? Solo la vita! Solo le trasformazioni
operate dal soggetto all'interno della vita. Cosa nega Pietro? La possibilità
dell'Essere Umano femminile di trasformare la morte del corpo fisico in nascita
del corpo luminoso. In realtà Pietro nega molto di più, nega la possibilità di
trasformazione dell'Essere Umano femminile al fine di favorire la propria trasformazione
all'atto della morte del corpo fisico. La cacciata di Maria per Pietro serve
per riaffermare un ruolo culturale che egli intende riprodurre nella via alla
Conoscenza e alla Consapevolezza. Proprio negando questo fare è possibile
costruire qualche cosa di diverso. L'Essere Umano femminile è l'essenza stessa
dell'Essere Natura. E' la sua conservazione e la sua perpetrazione. L'Essere
Umano femminile ha molte più probabilità di partorire il proprio corpo luminoso
che non Esseri Umani con il cazzo in mezzo alle gambe. Il posto di un Essere
Umano non è dove la cultura sociale lo assegna, ma dove la pratica delle sue
determinazioni e della sua volontà lo conducono. Tomaso costruisce la
ribellione al ruolo per far in modo che l'Essere Umano femminile si trasformi
in uno spirito vivo per trasformare la morte del corpo fisico in nascita del
corpo luminoso. Ben diverso è quanto scritto nei vangeli ufficiali. Prendiamo
da Luca l'episodio di Marta e Maria: "Mentre Gesù si trovava in
cammino, entrò in un villaggio, e una donna di nome Marta lo accolse in casa
sua. Ella aveva una sorella chiamata Maria, che si era seduta ai piedi del
signore e ascoltava la sua parola. Marta, occupata nelle varie faccende
domestiche, si fece avanti e disse: "Signore, non t'importa che mia
sorella mi lasci sola a servire? Dille che mi aiuti", ma il Signore
rispose: "Marta, Marta, tu t'inquieti e ti affanni per molte cose;, ma una
sola è necessaria: Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà
tolta." Servire e adulare! Questo era il ruolo dell'Essere Umano
femminile per i vangeli ufficiali. Luca non conosce altro. E' come se
nell'ultimo paragrafo del vangelo di Tomaso si verificasse una congiunzione fra
Pietro che appare in quest'ultimo paragrafo e i vangeli ufficiali dove viene
riportata in maniera dottrinale quel comportamento che Tomaso censura. Per Gesù
di Luca Maria è solo un'adulatrice e il suo Gesù si secca perché Marta che,
dopo averlo invitato, sta lavorando per servirlo e tenta di togliergli il
pubblico plaudente. Non è solo mancanza di rispetto per l'ospite, ma è
riaffermazione del ruolo sociale che in fondo è l'unica cosa che interessa a
Luca. Il corpo luminoso dell'Essere Umano non ha sesso. Viene partorito sia da
Esseri Umani maschili che da Esseri Umani femminili, ma a parità di condizioni
oggettive è più facile che a partorirlo siano essenzialmente Esseri Umani
femminili. Da qui la necessità di isolare l'Essere Umano femminile per la paura
della superiorità nell'uso della logica e della ragione nel momento stesso in
cui la barriera al centro del cervello ha isolato l'Essere Umano dalla
percezione del circostante. Rompere il ruolo per riportare, almeno nelle
comunità gnostiche, l'Essere Umano femminile al centro dell'attenzione per
coltivare la conoscenza e la consapevolezza era un grande successo non solo per
Tomaso, ma soprattutto per Simon Mago attraverso Sophia. In ultima analisi i
vangeli ufficiali riaffermano quanto di più sporco e quanto di più corrotto
esistevano nelle società in cui sono stati scritti e l'esigenza di formare una
setta della quale avere il controllo ha teso alla distruzione di ogni forma di
libertà che l'Essere Umano era in grado di produrre per rimuovere gli ostacoli
verso l'eternità dei mutamenti. In questo Tomaso può essere, a buon diritto, considerato
L'ULTIMO STREGONE PAGANO!
FINE
GIUDA DIDIMO TOMASO L'ULTIMO STREGONE PAGANO
DICEMBRE
1998
Claudio Simeoni
Meccanico
Apprendista Stregone
Guardiano dell'Anticristo
Piaz.le Parmesan, 8
30175 Marghera - Venezia
tel.041933185
E-mail claudiosimeoni@libero.it