DIDIMO GIUDA TOMASO:

L’ULTIMO STREGONE PAGANO!

CLAUDIO SIMEONI

Il vangelo di Tommaso Didimo letto e commentato in chiave Pagana Politeista attraverso le visioni della Stregoneria.

 

Commento dal paragrafo 061 al paragrafo 090!

 

 

PARAGRAFO 61

(Videro) un Samaritano entrare in Giudea portando un agnello: Disse ai suoi discepoli: "Che cosa farà dell'agnello?". Gli risposero: "Intende ucciderlo e mangiarne". Egli disse loro: "Fino a quando è vivo non ne mangerà, bensì dopo averlo ucciso e fattolo cadavere". Gli risposero: "Non potrebbe fare altrimenti". Ed egli disse: "Voi pure cercate un luogo per il riposo affinché non siate ridotti a un cadavere e mangiati".

Solo dopo aver distrutto la capacità degli Esseri Umani di farsi dio costruendo il loro corpo luminoso gli Esseri che si spacciano per dio creatore possono cibarsene in quanto costui produce Energia Vitale stagnata. Solo chi rinuncia a costruire il dio che ha dentro è cadavere in ginocchio. L'azione, per essere cadavere in ginocchio, è un adattamento dell'individuo a imposizioni coercitive che non è in grado di rimuovere. Quando gli Esseri di Energia Vitale che si cibano di Energia Vitale Stagnata sono in grado di mangiarsi la persona? Quando la persona supplice in ginocchio si offre ad essi incapace di determinare la propria esistenza nell'infinito dei mutamenti. Fintanto che gli Esseri Umani continueranno a sviluppare il loro corpo luminoso non potranno essere mangiati. Non potranno essere mangiati perché saranno dei viventi. Non fatevi agnelli; non fatevi sacrificare permettendo che qualcuno vi metta in ginocchio. Trovatevi un luogo per il riposo affinché non siate ridotti ad un cadavere e mangiati. Trovate il luogo dove potete trasformarvi obbedendo ad Intento senza che il Potere di Avere vi impedisca di fare questo.

Risulta molto importante la relazione fra il Samaritano in questa parabola e il “buon Samaritano” delle parabole ufficiali..

La parabola del “buon Samaritano” racchiude l’indicazione attraverso la quale procedere alla distruzione delle società civili. Il comportamento “caritatevole” del Samaritano abbagliano le intenzioni delle persone e non si avvedono che le indicazioni del vangelo ufficiale è quella di danneggiare la società civile per costringerla ad aver bisogno della carità. In questa parabola Tommaso Didimo mette in guardia proprio dal bisogno di carità! Agite, dice, perché vi mangerà solo dopo avervi ammazzato. Agite, dice, solo quando vi sottometterete verrete uccisi e mangiati. Come degli agnelli sottomessi sarete mangiati.

PARAGRAFO 62

Gesù disse: "Due riposeranno su un letto: uno morirà l'altro vivrà". Salome gli domandò: "Chi sei tu, uomo, che come colui che è dall'Uno sei salito sul mio lettuccio e hai mangiato alla mia mensa?". Gesù rispose: "Io sono colui che proviene dall'Indiviso: a me furono date cose (che sono) del Padre mio". Salome disse: "Io sono tua discepola!". E Gesù a lei: "Perciò io dico: quando uno sarà indiviso sarà ricolmo di luce;, ma quando è diviso sarà ricolmo di tenebre".

Esiste un momento, spesso vicino alla morte del corpo fisico, in cui un Essere della Natura, un Essere Umano nel nostro caso, è formato da due corpi o, se vogliamo, due individui. Egli ha un corpo fisico e un corpo luminoso. Uno è degenerato negli anni, l'altro è formato negli anni. Uno di questi muore e l'altro vive autonomamente. Il corpo fisico muore e il corpo luminoso continua a vivere. Salomé interroga il corpo luminoso che ha a fianco. La risposta è che la divisione comporta l'essere colmi dalle tenebre mentre l'indiviso sarà ricolmo di luce. Cosa può essere indivisa? La Coscienza e la Consapevolezza dell'individuo mentre attraverso il fare del corpo fisico alimenta il proprio corpo luminoso. Cos'è diviso? Il sentire dell'Essere Umano mentre il corpo luminoso cresce e fonde il proprio sentire con quello del corpo fisico: la percezione con la ragione. La tenebra è data dall'Essere Umano mentre affronta lo sconosciuto che lo circonda svelandolo e rendendolo conosciuto. La tenebra viene squarciata dai grandi sforzi di trasformazione soggettiva. Oltre la tenebra c'è la tenebra. Oltre lo sconosciuto c'è l'inconoscibile. L'inconoscibile è tale in quanto l'Essere Umano fisico non ha strumenti per affrontarlo. La morte del corpo fisico trasferisce l'intera Coscienza e l'intera Consapevolezza sul corpo luminoso il quale trasforma la tenebra dell'inconoscibile in tenebra dello sconosciuto davanti alla quale diventa impavido nell'affrontarla, svelarla e farla propria. Questa è l'essenza del padre, il movimento e il riposo: Necessità e Intento! Questo è l'insegnamento trasmesso a Salomé ora discepola! Essere uno significa rendere autonomo il proprio corpo luminoso dove due stanno sul letto; uno muore e l'altro vive! Un discorso simile a questo lo abbiamo in Matteo nel suo Stare Vigilanti: "Quanto a quel giorno e a quell'ora, nessuno ne sa nulla, né gli Angeli dei cieli, né il Figlio, ma solo il Padre. E quello che avvenne ai tempi di Noè, avverrà pure alla venuta del Figlio dell'uomo. Infatti, come nei giorni avanti il diluvio gli uomini mangiavano e bevevano, si sposavano e maritavano e bevevano, si sposavano e maritavano fino al giorno in cui Noè entrò nell'Arca, e non si rendevano conto di nulla finché venne il diluvio e tutti li travolse, così sarà alla venuta del Figlio dell'uomo. Allora di due uomini che si troveranno nel campo, uno sarà preso e l'altro lasciato. Di due donne che saranno a macinare alla mola, una sarà presa e l'altra lasciata. Vegliate, adunque, perché non sapete in che giorno verrà il vostro Signore. Considerate bene questo: se il padrone di casa sapesse in quale vigilia della notte il ladro deve venire, veglierebbe certamente e non lascerebbe spogliare la sua casa. Quindi anche voi state preparati, perché il Figlio dell'uomo verrà nell'ora più impensata." La correlazione fra i passi di Tomaso e quelli di Matteo sono due dove uno morirà e l'altro vivrà! L'avvicinamento dei due passi è pertinente in quanto è dei due ciò che resta e come resta il fondamento dottrinale. Due riposeranno nel letto dice Tomaso. Due sono nei campi e due alla mola dice Matteo! La posizione non è casuale. Nel caso di Tomaso la trasformazione è l'elemento centrale delle trasformazione dell'individuo che da due diventa uno trasferendo la propria Coscienza di Sé sul corpo luminoso. Nel caso di Matteo non esiste trasformazione, ma determinazione insindacabile del padrone a cui si chiede sottomissione in quanto in ogni momento viene a prendere quanto gli spetterebbe secondo il suo insindacabile giudizio. Il terrore di non sapere quando questo avverrà è il terrore che Matteo vuole seminare. Per la verità i vangeli ufficiali si articolano su visioni di terrorismo apocalittico e messianismo soggettivo che giustifica la sottomissione e la distruzione degli Esseri Umani. In Tomaso uno muore e l'altro vivrà. In Matteo il padrone uno lo piglia e l'altro lo lascia. Per Matteo la sottomissione, continua e costante, permette all'individuo di essere ben accolto dal padrone di cui lui è il portavoce. Ancora una volta le linee di sviluppo dei vangeli, pur nelle proprie strutture culturali, uno porta a sviluppare la soggettività dell'individuo e l'altro a costruire sottomissione acritica.

PARAGRAFO 63

Gesù disse: Io comunico i miei misteri a coloro che sono degni dei miei misteri. Ciò che fa la tua destra la tua sinistra lo deve ignorare".

I misteri sono comunicati a chi è degno del mistero. Chi stabilisce chi è degno del mistero? Il soggetto che costruisce il suo essere degno! Predispone sé stesso per afferrare il mistero! Il mistero può essere descritto, ma risulta assolutamente incomprensibile al soggetto che non discerne l'importanza di quanto detto in quanto non si è costruito per afferrarne il significato, farlo proprio, fagocitarlo. E' come comunicare le formule sulla teoria della relatività al contadino medioevale: può capire le parole, ma non il senso; è stato privato delle basi culturali. Il mistero è comunicato a chi è degno non tanto perché il comunicatore sceglie chi è degno (non siamo creati ad immagine e somiglianza di un dio pazzo, cioè uguali, ma ci siamo trasformati attraverso le nostre scelte costruendo noi stessi) discriminando, ma perché le scelte del soggetto sono state tali da consentirgli da comprendere come quello sia un mistero che può usare per costruire il proprio futuro; si è costruito le basi culturali per comprendere l'importanza di quanto gli viene presentato. Un soggetto comprende un mistero quando svela un elemento dello sconosciuto che lo circonda e lo fa proprio. Chiunque può accedere ai misteri dello sconosciuto che ci circonda. L'accesso al mistero non è negato da chi aiuta a svelare il mistero, ma dall'incapacità del soggetto a compenetrare il fenomeno che gli si presenta. Si può comunicare la teoria di Pitagora sul calcolo dei lati su un triangolo rettangolo, ma solo chi si è predisposto costruendosi attraverso lo studio della geometria può usare questo mistero per costruire ulteriormente il proprio cammino nello sviluppo del Sapere all'interno della geometria. Per chi non ha mai affrontato la geometria questo resta un mistero. Magari è in grado di imparare a memoria la formula recitandola in forma pomposa, ma questa non incide sulla sua vita; non lo trasforma. Il senso di destra e di sinistra sta ad indicare quanto costruisce il corpo fisico e il corpo luminoso. Gli elementi dell'uno sono follia per l'altro. Affinché questa follia non ostacoli il processo di costruzione dell'individuo si deve separare quanto si ottiene dal sentire del corpo luminoso dal sentire del corpo fisico. Quanto è il prodotto della volontà da quanto è il prodotto della ragione. L'interazione fra destra e sinistra deve essere fatta con molta prudenza in quanto il riversare della follia dell'uno nell'altro comporta, spesso, la distruzione del cammino di costruzione soggettiva. Nei vangeli ufficiali il concetto di destra e di sinistra ha un significato diverso che in Tomaso. Non è legato alla Conoscenza e al Sapere, ma alla materialità spiccia e volgare che caratterizza il fine di quei vangeli. Vediamo cosa dice Matteo: "Quando, adunque, tu fai elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere onorati dagli uomini. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa, ma quando fai elemosina, non sappia la tua sinistra quel che fa la tua destra, affinché la tua elemosina resti segreta, e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà...." La ricerca della ricompensa attraverso l'adesione ad un comportamento che viene imposto al fine di ottenere una ricompensa. Fai l'elemosina in segreto! Non farlo sapere! Non incitare altri a farlo? E' importante che la persona possa essere accusata pubblicamente di non aiutare il prossimo e ricevendo queste accuse la persona si deve compiacere del fatto che se gli altri Esseri Umani la accusano il suo padrone conosce perfettamente che lei aiuta il prossimo. Così Matteo giunge al suo obiettivo: colpevolizzare le persone! Colpevolizzare per sottomettere! Questo aiuta Matteo e la sua comunità ad ottenere il controllo del Sistema Sociale. Della Conoscenza a Matteo non interessa nulla in quanto egli non concepisce nessuna trasformazione degli Esseri Umani. La sua ignoranza del mondo e la sua cupidigia di possesso non gli permette di intravedere nessuna Conoscenza alla quale può bere o attingere. Egli non comprende come ci sia un sentire e una materialità che vanno nutrite in maniera diversa. Per lui c'è solo la sottomissione che deve essere imposta agli Esseri Umani. Non esiste una costruzione soggettiva: chi si costruisce non si sottomette!

PARAGRAFO 64

Gesù disse: "C'era un uomo ricco che aveva molte ricchezze. Disse: Mi servirò delle mie ricchezze per seminare, mietere, piantare e riempirò i miei granai di frutta, e non mancherò di nulla. Così pensava in cuor suo, ma in quella notte morì. Chi ha orecchie per intendere intenda".

Quanto è il tempo a disposizione di un singolo Essere Umano per costruire il suo corpo luminoso e potervi trasferire la propria Coscienza? In qualunque momento, in qualunque giorno potremmo fermare la sequenza dei mutamenti del corpo fisico. Non c'è mai tempo infinito.

Ognuno sta solo

Sul cuor della terra

Trafitto da un raggio di Sole

Ed è subito sera.

Il subito sera è quanto dobbiamo affrontare. Sempre e comunque! L'esempio fatto da Tomaso mette in evidenza questa incongruenza nelle scelte umane. A differenza di Matteo, che invita a rinunciare a fondare il proprio futuro che tanto il suo pazzo profeta moltiplica i pani e i pesci, Tomaso sottolinea come le preoccupazioni relative al Potere di Avere rendono cieco l'individuo davanti all'ineluttabilità della vita fisica. Lo rendono preda di una sensazione di immortalità e onnipotenza proprio nel momento in cui agisce per costruire la propria distruzione. La costruzione del futuro nasce dalla costruzione dell'individuo. La costruzione del futuro è atto della costruzione di ogni Essere Umano nell'intero contesto sociale. Dove gli Esseri Umani costruiscono il loro benessere costruendo sé stessi. Nulla deve mancare. Tutto è necessario per costruire il futuro, ma riempire i granai solo per riempire i granai in quanto non si sa cosa altro fare implica un piegarsi su sé stessi nell'esercizio del possesso per il possesso costruendo la distruzione della propria esistenza. Il contenuto del granaio può aiutare gli Esseri Umani a costruire loro stessi, ma alla morte del corpo fisico è il Potere di Essere del singolo individuo che determina la nascita del corpo luminoso. Curare il possesso del granaio significa controllare il divenire di altri Esseri Umani rinunciando alla costruzione del proprio divenire. Fissare la propria attenzione sul Potere di Avere significa distruggere il proprio futuro. Chi ha orecchie per intendere: intenda! E chi ha orecchie intenda quanto afferma Luca nei vangeli ufficiali della chiesa cattolica: "Ecco disse, farò così: demolirò i miei granai e ne costruirò dei più grandi, vi ammasserò tutta la mia raccolta e tutti i miei beni; poi dirò all'anima mia: "Anima mia hai una grande riserva di beni per molti anni; riposati, mangia bevi e divertiti", ma Dio gli disse: "Insensato! Questa notte stessa ti sarà richiesta la vita; e quello che hai preparato per chi sarà?". Così avverrà pure di colui che accumula tesori per se stesso, ma non si cura di arricchire davanti a Dio". Prosegue Luca subito dopo: "Disse poi ai suoi discepoli: "Perciò dico a voi: non vi preoccupate per la vostra vita, che cosa mangerete, né per il vostro corpo, di che vi vestirete; perché la vita vale più del nutrimento e il corpo più del vestito. Osservate i corvi: non seminano né raccolgono, e non hanno né dispensa né granaio, e Dio li nutre. Or quanto valete voi più degli uccelli!" Mentre in Tomaso la preoccupazione è quella di indicare cose più importanti dell'arricchimento materiale senza tuttavia impedire l'arricchimento materiale stesso, in Luca la preoccupazione è quella di costringere l'Essere Umano a rinunciare alle proprie determinazioni in quanto queste impediscono all'Essere Umano di sottomettersi miserevolmente come oggetto di proprietà al suo dio e per conseguenza dei suoi presunti rappresentanti. Dice Tomaso che mentre un individuo è totalmente preso ad accumulare ricchezze materiali non si accorge delle trasformazioni che avvengono in lui; si pensa come essere immortale ed eterno e perde la dimensione della relazione con la propria esistenza. Luca pone l'Essere Umano davanti al suo dio padrone. Così l'Essere Umano accumula ricchezze per determinare sé stesso: quasi per sottrarsi dalla sottomissione del dio padrone. Il dio padrone è geloso di questo. Non può tollerare l'Essere Umano che determina sé stesso e decide di togliergli la vita. I raffronti conducono in direzioni opposte. Mentre in Tomaso le trasformazioni fanno parte dell'ineluttabilità delle trasformazioni all'interno delle quali l'Essere Umano esercita le proprie determinazioni in Luca proprio perché l'Essere Umano tenta di determinare la propria esistenza viene punito dal dio padrone che non può tollerare l'esistenza di un Essere Umano che non sia in ginocchio supplice. L'istruzione di Tomaso è diametralmente opposta a quella di Luca. In Tomaso c'è la preoccupazione che l'Essere Umano costruisca sé stesso e non si perda in cose che non può portarsi appresso dopo la morte del corpo fisico, in Luca c'è la preoccupazione che l'Essere Umano si sottragga dalla sottomissione al dio padrone. L'affermazione e la preoccupazione di Luca viene accentuata dal passo successivo in cui il pazzo di Nazareth è ossessionato dagli Esseri Umani che costruiscono la propria esistenza tanto che insiste affinché chi segue il suo insegnamento non costruisca la propria vita, ma si abbandoni all'azione e ai capricci del suo dio padrone. Come bestiame del dio padrone, dice il pazzo di Nazareth, voi siete molto più importanti dei corvi; come potete pensare che il dio padrone non provveda a voi? Eppure noi sappiamo che l'Essere Corvo sa esercitare le proprie determinazioni per costruire sé stesso. Sappiamo che l'Essere Corvo esercita il suo adattamento soggettivo rispetto alle proprie variabili oggettive per affrontare l'esistenza. Sappiamo che l'Essere Corvo non si abbandona alla pazzia e ai capricci del Macellaio di Sodoma e Gomorra per affrontare l'esistenza. E allora perché il pazzo di Nazareth attraverso Luca viene a raccontare questo? Perché la miseria attraverso la quale i suoi seguaci affrontano la vita immedesimandosi ad immagine e somiglianza del dio padrone non sono in grado di scorgere il Potere di Essere attraverso il quale l'Essere Corvo determina sé stesso e presumono che questi si abbandoni anziché esercitare le proprie determinazioni. Non è il pazzo di Nazareth il sapiente figlio del dio padrone e creatore del cielo e della terra? Dunque perché dubitare delle scempiaggini che sta affermando? Attraverso queste viene insegnato a non esercitare le determinazioni nei confronti del mondo circostante e nello stesso tempo viene insegnato a saccheggiare (bisogna pur sopravvivere) chiunque tenti di costruire la propria vita nel mondo circostante; magari al grido: "dio lo vuole!". Ancora una volta si hanno direzioni diverse nelle quali lo stesso "insegnamento" interviene. In Tomaso la preoccupazione è quella di costruire l'individuo oltre la morte del corpo fisico; in Luca la preoccupazione è quella di sottomettere l'individuo alla volontà del dio padrone; ai suoi capricci; al suo arbitrio!

PARAGRAFO 65

Gesù disse: "Un uomo aveva degli ospiti. Dopo che ebbe preparato il banchetto, mandò un suo servo a invitare gli ospiti. Andò dal primo, e gli disse: "Il mio signore ti invita". Quello gli rispose: "Dei commercianti mi devono denaro. Vengono da me questa sera. Andrò e darò ordini. Mi scuso per il banchetto". Andò dal secondo, e gli disse: "Il mio signore ti invita". (Quello) gli rispose: "Ho comperato una casa, e sono richiesto per un giorno. Non avrò tempo". Andò dal terzo, e gli disse: "Il mio signore ti invita". (Quello) gli rispose: "Un mio amico si sposa, e io darò il banchetto: non potrò venire. Mi scuso per il banchetto". Il servo tornò dal suo signore e gli disse: "Quelli che hai invitato al banchetto si scusano". Il signore disse al servo: "Va per le strade, e conduci al banchetto quanti trovi. Compratori e commercianti non entreranno nei luoghi del Padre mio".

La preposizione iniziale deve essere leggermente modificata. Non è l'uomo che ha degli ospiti, ma è l'uomo che prepara un banchetto per delle persone che vuole far partecipi. In questo modo il racconto è più chiaro in quanto non sarebbe comprensibile come un invito venga rifiutato. Una volta preparato il banchetto l'ospite invia le partecipazioni, ma coloro che invita, in quanto lui li ritiene "degni" di partecipare a quel banchetto, rifiutano. Gli invitati rifiutano in quanto le cose che devono fare sono più importanti che non la partecipazione a quel banchetto. Quegli invitati non si sono costruiti per partecipare a quel banchetto anche se l'ospite pensava che essendo delle belle persone sarebbero state contente di parteciparvi dividendo con lui i misteri che egli aveva scoperto e voleva comunicare loro. Con loro, l'ospite, voleva camminare nell'infinito dei mutamenti. L'ospite ha costruito sé stesso e di questa costruzione vuole far partecipi altre persone che però rifiutano in quanto trovano quella costruzione oscura e misteriosa. Cosa deve fare quell'Essere Umano? Deve affidare la propria costruzione ai Lari. Quanto egli ha l'affida ai crocicchi delle strade affinché Mercurio e Lara la diffondano. Così l'uomo manda il servo a chiamare chiunque voglia venire. Chiunque abbia in qualche modo costruito sé stesso e sia in grado di afferrare almeno qualcosa di quanto l'ospite ha preparato sulla sua tavola per costruire loro stessi. I Lari diffondono le voci. A volte queste vengono distorte, a volte comunicano le cose con imprecisione, ma con quelle voci i Lari trasmettono sempre la magia del messaggio. Così chi studiò geometria scopre che su quella tavola ci sono dei teoremi attraverso i quali può continuare a sviluppare il proprio sapere; e così via., ma chi non ha costruito sé stesso esaltando l'ignoranza e la sottomissione non scopre le perle che gli vengono offerte perché si è privato della capacità di riconoscerle. Così compratori e commercianti che fanno del Potere di Avere la ragione della propria esistenza non possono costruire loro stessi e non sono in grado di riconoscere gli elementi del Potere di Essere quando gli incontrano. Gli elementi del Potere di Essere sono delle perle che i porci non sanno riconoscere anche quando si presentano a delle persone che appaiono gentili e affabili. La loro gentilezza e la loro affabilità nasconde la loro vuotezza davanti alla vita che può ingannare chi ricerca la Conoscenza e la Consapevolezza, ma costruisce solo disperazione e inganno. Chiunque si mette in viaggio per costruire Conoscenza e Consapevolezza giunge a comprendere che per continuare il suo viaggio e crescere ulteriormente è necessario che la via percorsa sia manifesta al maggior numero di persone affinché queste traggano da quella via elementi atti a costruire loro stessi. Mentre costoro traggono degli elementi atti a costruire loro stessi alimentano quella via. La arricchiscono. La rendono stabile. La Conoscenza e la Consapevolezza è l'unica cosa che non può svilupparsi nascosta, ma dalla sua manifestazione trae motivo di sviluppo. Così l'Apprendista Stregone va da quelle persone che ritiene affini e comunica quanto ha trovato. In realtà l'affinità era solo apparente. Costoro hanno preso altri sentieri. Sono attraversati da interessi diversi e quanto presenta a loro l'Apprendista Stregone viene percepito come un pericolo che potrebbe danneggiare il loro coinvolgimento negli interessi attuali. Così queste persone che sembravano disponibili si allontanano. Di quanto presenta loro l'Apprendista Stregone afferrano la forma, ma ignorano l'incisività nella loro vita e la costruzione del tempo che viene incontro. All'Apprendista Stregone non resta altro che distribuire le perle ai porci: a chiunque voglia prenderle. In realtà egli si illudeva che dietro all'apparenza di coloro che pensava disponibili ci fossero le stesse tensioni che hanno alimentato il suo percorso: quanto si ingannava! Così sparpaglia le perle affinché chiunque, o per stato di necessità o perché in quel momento non ha nulla di meglio da fare o perché ancora la sua apparenza nascondeva la sua disponibilità, le possa prenderle e adoperarle nel suo percorso. Questo è il senso del messaggio di Tomaso. Proviamo a leggere la stessa storia scritta da Matteo e vediamo come a Matteo questa serva per costruire terrore e sottomissione. "Gesù prese di nuovo a parlare in parabole e disse loro: "Il regno dei cieli è simile ad un re, il quale fece un festino di nozze a suo figlio. Egli mandò i servi a chiamare gli invitati, ma questi non vollero venire. Mandò ancora altri servi dicendo: "Dite agli invitati: Ecco, il mio convito è già pronto, si sono ammazzati i buoi e gli animali ingrassati e tutto è pronto: venite alle nozze", ma quelli non se ne curarono e se ne andarono chi al suo campo, chi ai suoi affari. Altri poi, presi i servi, li oltraggiarono e li uccisero. Allora il re, pieno d'ira, mandò le sue milizie, fece sterminare quegli omicidi e bruciare la loro città. Disse quindi ai suoi servi: "Le nozze sono pronte, ma gli invitati non ne erano degni. Andate dunque ai crocicchi delle strade e chiamate alle nozze quanti troverete". Allora usciti per le strade, i servi radunarono quanti trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze fu piena di convitati. Or, entrato il re a vedere i commensali, scorse là un uomo che non aveva l'abito da nozze. Gli disse: "Amico, come sei entrato qua senza aver l'abito da nozze?" Colui ammutolì. Allora il re disse ai servi: "Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nel buio; ivi sarà pianto e stridor di denti. Perché molti sono i chiamati, ma pochi gli eletti." Come si permettono questi Esseri Umani a pretendere di non accorrere quando il loro padrone o il loro re li chiama? Come si permettono di pretendere di gestire i propri affari, cioè la costruzione del proprio futuro, quando il padrone li chiama alla sottomissione? Come si permettono? Quale insulto per il padrone quando gli Esseri Umani non vogliono accettare il loro ruolo di bestiame del gregge, ma preferiscono esercitare la propria volontà e le proprie determinazioni per cogliere dall'albero della vita eterna. Come, i servi del padrone hanno tentato di impedire loro l'esercizio della loro volontà e della loro determinazione invitandoli a sottomettersi al volere del padrone ed essi hanno ucciso quei servi? Quale affronto per il padrone del gregge mentre lo conduce al macello (la sala del banchetto)! "Radunate gli eserciti! Sterminate chiunque rifiuti di sottomettersi; chiunque cerchi la propria libertà e le proprie determinazioni!" Hanno osato rifiutare l'invito e il re li annienta. Li uccide; ne brucia la città! Questo terrore sia di ammonimento a chiunque intenda esercitare le proprie determinazioni anziché mettersi in ginocchio! E i servi radunano quanto incontrano! Con quanta violenza fanno questo? Con quanto terrore fanno questo? Con quante minacce fanno questo? Loro sono i servi che dispongono di un esercito che ha appena distrutto una città e ucciso quanti vi abitavano! Possono radunare le persone soltanto come fossero bestiame! Non sono amici! Sono terrorizzati costretti a sottomettersi per la paura! Per il terrore! Quest'aspetto viene rimarcato nella chiusura della storia quando il re entra nella sala del banchetto e vede un uomo che non ha l'abito che egli vorrebbe. Davanti alla domanda del re lui ammutolisce per il terrore! Il re lo chiama "amico", ma ad un amico che non ha l'abito adatto glie ne si fornisce uno. Un amico non si umilia. Con un amico si cammina assieme. Un amico non si lega mani e piedi e lo si getta per strada. Ad un amico non si fa questo; ad uno schiavo si! Uno schiavo si lega mani e piedi quando non si inginocchia con tutto il cuore e con tutta la passione. Uno schiavo è una bestia di cui si può disporre a piacimento. Non ha diritti giuridici. Non ha diritto al rispetto. I servi del padrone possono radunarli come bestiame e condurli al banchetto. Costoro devono compiacersi della partecipazione. Devono onorare quella partecipazione. Costoro devono ritenere sé stessi bestiame del dio. Se non onorano l'essere bestiame del dio questi si può permettere di legarli mani e piedi e di gettarli nel buio. Ecco qual è l'insegnamento di Matteo attraverso il suo Gesù: quale differenza con Tomaso!

Spesso, una situazione come quella descritta da Tomaso, si verifica quando un individuo scopre delle cose che gli piacciono in una via alla Conoscenza e alla Consapevolezza che gli viene presentata. Le cose che gli piacciono gli permettono di fagocitare il senso di quelle cose che sono vicine a quanto egli ha fatto nel corso della propria esistenza. Felice quest'Essere va da tutti i suoi amici dicendo quanto è bello quello che ha trovato e quanto vorrebbe far loro partecipi. Ciò che egli ignora è che la scoperta è stata fatta perché lui si è trasformato giorno dopo giorno e che le trasformazione dei suoi amici sono avvenute in direzioni diverse anche se impercettibili nell'apparenza. Come? ho scoperto una bella cosa alla quale voglio far partecipe tutte le persone e invece solo io sento quell'armonia! Perché tu ti sei costruito le orecchie per poterla ascoltare. I suoi amici hanno altre cose da fare e così costui, se vuole sviluppare quanto ha compreso deve coltivarlo e seminarlo, deve rendersi disponibile a comunicarlo a chi si è costruito e sta attendendo quella comunicazione. Costui diventa un solitario che coltiva il suo Potere di Essere pronto a sorreggere chiunque che comprendendo il suo Potere di Essere decida di camminargli a fianco!

PARAGRAFO 66

Egli Disse: "Un uomo onesto aveva una vigna. La diede a contadini affinché la lavorassero, per ricavarne (così) il frutto tramite loro. Mandò il suo servo ai contadini affinché gli dessero il frutto della vigna. Lo presero, lo colpirono, e poco mancò che l'uccidessero. Il servo se ne andò a dirlo al suo signore. Il signore pensò: Forse non l'hanno riconosciuto. Mandò un altro servo. I contadini colpirono anche il secondo. Allora il signore mandò il proprio figlio, pensando: Forse avranno rispetto per mio figlio. I contadini, visto che era l'erede della vigna, lo presero e l'uccisero. Chi ha orecchie, intenda".

Le cose sono oggetti e gli oggetti possono essere sottratti in base a dei rapporti di forza che si instaurano fra gli Esseri Umani. La dicitura "un uomo onesto" andrebbe modificata in quella di un uomo ingenuo o in quella di un uomo ignorante dei meccanismi sulla formazione della proprietà privata nel Sistema Sociale in cui vive. Il senso del paragrafo è quello volto a dimostrare la vacuità del possesso. La vacuità del controllo attraverso la sottomissione. La sottomissione rimane tale fintanto che esiste una forza o una presenza attraverso la quale sottomettere. Nel momento stesso in cui questa si allontana dal controllo della sottomissione i sottomessi si sottraggono nel solo modo che conoscono: distruggendo il controllo di chi sottomette e prendendone il posto. La sottomissione non si stabilizza come atteggiamento se il terrore di chi sottomette non è immanente. Questo è il senso della rappresentazione. L'uomo non è onesto. L'uomo pratica il Potere di Avere e ritiene questo non acquisito mediante conquista, ma mediante una sorta di diritto naturale o divino. Egli scambia il possesso di una cosa con il diritto di possederla. Chi sancisce questo diritto? La sua presenza e il terrore che incute nel mantenere il possesso. Quando egli parte il gestore si impossessa della vigna. Gli subentra. Come il padrone deteneva il controllo del possesso questi ora rivendica lo stesso diritto al possesso. Così quando il vecchio padrone manda il servo a riscuotere chi ha preso possesso della vigna non gli riconosce il diritto a riscuotere, ma imputa al servo un millantato credito. Il nuovo proprietario sancisce il suo diritto al possesso nei confronti del vecchio proprietario nell'unico modo che conosce: la violenza. Il vecchio padrone ritiene di avere dalla sua parte delle ragioni, o una investitura divina, oppure dei diritti giuridici che dovrebbero essere riconosciuti dal nuovo proprietario. Per questo motivo manda suo figlio a riscuotere la tangente. Il possesso è un atto di violenza non un atto oggettivo del divenire naturale delle cose. Il possesso è tale nella misura in cui chi lo reclama esercita la violenza pretendendo il rispetto al suo esercizio della violenza. Un rispetto che non è dovuto a nessun possessore. Qual è dunque il significato del racconto? E' nell'inutilità del possesso. Il possesso non è sancito da una qualche legge naturale, ma è frutto di convenzioni imposte con la forza. Un Essere Umano deve coltivare quanto è funzionale al proprio sviluppo non quanto gli dà potere nei confronti di altri Esseri Umani. Quel padrone pensava di poter continuare a controllare i suoi dipendenti dando loro in concessione la vigna e riscuotendone i benefici. Ha dimenticato come egli stesso ha ottenuto la vigna e il Potere di Avere che determinava il possesso della vigna. Se egli avesse continuato a sviluppare sé stesso nessuno lo avrebbe privato di sé stesso. Quello che un Essere Umano ha nel cuore, nell'abilità delle sue mani, e nel proprio cervello nessuno glielo può rubare. Nemmeno bastonando suo figlio. Il Potere di Essere anche se rubato, e deve essere rubato sotto molti aspetti, non diminuisce nell'Essere che lo detiene, ma può arricchire l'intero tessuto sociale: non solo il ladro! Per quanto mi rubiate il Sapere e la Conoscenza queste non diminuiranno mai in me, ma arricchiranno voi che arricchirete, volenti o nolenti, me! Tomaso dice: "Affidatevi al Potere di Essere!". Sciocco è quell'Essere Umano che era convinto che le cose avrebbero continuato ad essere in suo possesso in eterno. Vediamo il senso dell'insegnamento nei vangeli ufficiali prendendo da Matteo: "Ascoltate un'altra parabola: C'era un padre di famiglia che piantò una vigna, la cinse di siepe, vi scavò un frantoio, vi costruì una torre, poi l'affittò a dei coloni e se ne andò lontano. Quando giunse il tempo della vendemmia, mandò i suoi servi dai coloni per ricevere i propri frutti, ma i coloni, presi quei servi, uno lo bastonarono, un altro lo ammazzarono, e un altro lo lapidarono. Di nuovo mandò altri servi in maggior numero dei primi, e i coloni li trattarono allo stesso modo. Finalmente mandò loro il proprio figlio dicendo: Rispetteranno mio figlio!", ma i coloni, visto il figlio, dissero fra di loro: "Costui è l'erede! Suvvia ammazziamolo e avremo la sua eredità!" . e presolo lo cacciarono fuori della vigna e l'uccisero. Or, quando verrà il padrone della vigna, che farà a quei coloni?". Gli risposero: "Farà perire miseramente gli scellerati e affitterà la vigna ad altri coloni che gli renderanno il frutto al suo tempo"." Ricordando che Matteo scrive proprio per formare una setta all'interno delle comunità ebraiche allo scopo di separare alcuni Esseri Umani dal contesto sociale, indebolire la struttura sociale per prenderne il sopravvento. E' da notare come la storia della vigna viene usata in funzione antiebraica. Avevano la gestione di dio, ma non hanno dato a dio quanto a dio spettava. Dio, il sottinteso padrone della vigna in Matteo, altro non fa che praticare quanto Tomaso nella sua storia indica come negativo e inutile per la propria vita. Quanto effimero sia il possesso, ma il possesso per Matteo non è effimero se sancito da eserciti sterminatori che chiamano vendetta nei confronti di chi non si sottomette alla volontà del dio padrone. Quanto nel vangelo di Tomaso viene indicato come inutile, cioè il possesso, nel vangelo di Matteo viene esaltato come fine del fare del dio padrone che chiede agli Esseri umani sottomissione per impedire che il dio padrone pratichi la propria vendetta. Cosa indica come negativo Matteo? La pretesa dei coloni di appropriarsi della vigna: di fare le scarpe al dio padrone. Cosa indica come negativo Tomaso? La pretesa dell'uomo, nel suo caso, di vivere su un oggetto gestito da altri uomini. Tomaso indica il negativo sia nella delega da un lato che nel possesso dall'altro. Matteo indica il negativo nel tentativo degli Esseri Umani di sottrarsi alla sottomissione. Ancora una volta i vangeli ufficiali indicano cose diverse ed opposte in quanto diversi ed opposti sono i fini per i quali vengono costruiti.

PARAGRAFO 67

Gesù disse: "Indicami la pietra respinta dagli edificatori! Essa è la pietra d'angolo".

Cosa significa che quanto è respinto regge il mondo? Questa rappresentazione è comune in moltissime culture definibili come Pagane. La forma annebbia il giudizio di chi è abituato a ragionare attraverso la forma stessa, ma la forma non regge il mondo. Il mondo è retto dalle cose in sé. Dalle loro noumenie! Chi è abituato ad emettere giudizi, confidando nell'assolutezza della ragione e della forma, scarta le cose non perché queste non siano importanti, ma perché non rientrano nel suo schema di giudizio. Nella sua verità! Le cose non si allontanano per questo. Quel giudizio è incompleto e errato eppure sull'incompletezza e sull'errore si è costruito un Sistema Sociale. Chi regge quel Sistema Sociale? Chi, nonostante gli errori e le incompletezze, lo fa funzionare? Chi non era ritenuto importante dai grandi politici. Dai grandi amministratori. Dai grandi architetti. Dai grandi armeggioni. Ecco, dunque, mostratemi l'individuo che voi avete indicato come una merda, un ribelle, un terrorista, un emarginato: egli regge il Sistema Sociale di cui voi vi ritenete artefici! Come usano questo passo Matteo e Marco nei vangeli ufficiali? Dice Matteo nei suoi Vignaioli Perfidi: "Gesù disse loro: "Non avete mai letto nelle scritture: "La pietra che gli edificatori hanno riprovata, essa è divenuta pietra angolare: ciò è stato fatto dal Signore, ed è meraviglioso agli occhi nostri"? Per questo vi dico: vi sarà tolto il regno di Dio e gli sarà dato ad una nazione che gli faccia produrre i frutti. Colui che cadrà sopra questa pietra, si sfracellerà; e quello sul quale essa cadrà, sarà stritolato"." In Marco la questione non cambia. Sempre nei Vignaioli Perfidi leggiamo: "Non avete letto voi questo passo della scrittura: "La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata la base dell'angolo; dal Signore è stato fatto questo ed è cosa ammirabile ai vostri occhi?". Non c'è costruzione! Non c'è determinazione! C'è consolazione! Il signore consola gli emarginati facendo di loro le pietre d'angolo della propria costruzione. Marco e Matteo assicurano i disperati che il loro padrone penserà a loro. Loro saranno coloro che il padrone compenserà. Tutto dipende dal padrone. Così i vignaioli ribelli verranno annientati dal padrone mentre chi si è sottomesso potrà essere ricompensato dal padrone: sarà la pietra d'angolo della sua costruzione. Chi si sarà sottomesso avrà come ricompensa il regno che sarà tolto a chi non lavora per costruire sottomissione e sarà dato a chi sarà attivo nel sottomettere il più debole. I più deboli sono i vignaioli che pretendono, pensate quanto sono stolti, di dare l'assalto al cielo che in questo caso è la proprietà della vigna. Il padrone manda emissari chiedendo loro di arrendersi, ma essi testardi continuano a dare l'assalto al cielo della Conoscenza e allora interviene il signore che li uccide. Li uccide e dà il regno a chi anziché dare l'assalto alla proprietà alimenta la proprietà in funzione dell'arricchimento e del divenire del padrone. Chi alimenta quella sottomissione per Matteo e Marco sono le pietre d'angolo della sottomissione sulla quale il padrone costruirà la sua costruzione. Chi è sottomesso potrà costruire sottomissione! E la pietra d'angolo potrà distruggere chiunque oserà chiedere libertà. La sottomissione schiaccerà chiunque oserà sottrarsi alla sottomissione del dio padrone e chi scivolerà nel tentativo di dare l'assalto al cielo della Conoscenza e della Consapevolezza cadrà sulla pietra della sottomissione e si sfracellerà. Ancora una volta gli insegnamenti di Tomaso e dei vangeli ufficiali divergono nella direzione che indicano agli Esseri Umani per costruire il loro futuro.

PARAGRAFO 68

Gesù disse: "Colui che conosce il tutto, ma è privo (della conoscenza) di se stesso, è privo del tutto".

Informazione e Conoscenza. L'informazione è una costruzione intellettiva della ragione; la Conoscenza è un elemento che una volta acquisito modifica la Coscienza stessa! Non è dunque il conoscere sé stesso, ma è la capacità dell'individuo di trasformare la propria ricerca di informazioni e dati in una nuova conoscenza attraverso la quale affrontare la vita. Si possono ottenere tutte le informazioni possibili ed immaginabili, ma nella misura in cui queste non sono in grado di trasformare il nostro modo di guardare e di agire nel mondo siamo privi di tutto. La ricchezza sta nella nostra consapevolezza che trasforma l'informazione in Conoscenza. Se questo non avviene noi non conosciamo noi stessi in quanto noi siamo ignoranti del tutto. Manteniamo il nostro modo di guardare il mondo, ma non sappiamo variarlo all'arrivo di informazioni diverse. Non si tratta dunque di un conoscere sé stessi, ma del costruire sé stessi. Dove la costruzione di sé stessi passa attraverso la trasformazione di un'informazione in Conoscenza atta a variare il nostro modo con cui guardare e afferrare il mondo.

PARAGRAFO 69

Gesù disse: "Beati allorché vi odieranno e vi perseguiteranno. Non vi sarà luogo nel quale voi (non) sarete perseguitati".

La costruzione del Potere di Essere da parte di individui sottoposti al controllo di un Comando Sociale organizzato in base ai principi del Potere di Avere comporta sempre una qualche forma di persecuzione. Il Potere di Avere deve appropriarsi degli individui sottomettendoli ai propri valori, alle proprie verità. Il Potere di Essere deve sottrarre l'individuo alla sottomissione per sviluppare l'individuo stesso dilatandolo nel mondo in cui vive. Il Potere di Avere odia chiunque determina sé stesso sottraendosi dal suo dominio. La persecuzione è volta ad impedire che chi pratica il Potere di Essere dimostri ad altri Esseri Umani quanto quella pratica sia vantaggiosa rispetto alla soggettivazione della sottomissione imposta dal Poter di Avere. Le persecuzioni messe in essere dai cristiani nei confronti di chi tentava di determinare sé stesso ne sono un esempio lampante. La costruzione del dio che cresce dentro all'Essere Umano sottrae l'Essere Umano all'accettazione acritica dei dettami imposti dal Potere di Avere e rende feroci chi, sottomesso al Potere di Avere, vede il fallimento della propria esistenza. La persecuzione può variare nei modi e nell'intensità, ma per quanto piccoli siano gli atti, persecutori o repressivi, questi saranno sempre messi in atto da chi vive solo in funzione del Potere di Avere. Leggiamo cosa dice Matteo nel Discorso della Montagna: "Beati sarete voi, quando vi oltraggeranno e perseguiteranno, e falsamente diranno di voi ogni male per cagion mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli; così, infatti, hanno perseguitato i profeti che sono stati prima di voi"." In questo caso notiamo la necessità di Matteo di spiegare perché saranno perseguitati. Matteo non ha ragione di essere perseguitato nella misura in cui sviluppa Potere di Avere all'interno di un sistema di Potere di Avere. Questo con una sola eccezione: quando l'intento è impossessarsi del Potere di Avere! In altre parole la persecuzione dei seguaci di Matteo non avviene perché costoro determinano sé stessi, ma perché costoro tentano di impossessarsi del Potere di Avere. Matteo mette in essere un progetto attraverso il quale rapinare chi detiene il Potere di Avere per appropriarsene. La reazione persecutoria è attività atta ad impedire il tentativo di rapina. Matteo sta costruendo una setta all'interno di un Sistema Sociale e attraverso questa tenta di piegare il Sistema Sociale stesso. Perché vi perseguitano? "a cagion mia!" Non vi perseguitano perché voi siete voi stessi, ma perché, cessando di essere voi stessi, voi imponete me all'interno del Sistema Sociale chiedendo a questo di obbedirmi. Voi tenterete di piegare il Sistema Sociale al mio volere, ma loro vi perseguiteranno falsamente. Quel falsamente lascia la menzogna intatta. Io come padrone posso stuprare un Sistema Sociale. Se quel Sistema Sociale tenta di difendersi le accuse mosse a coloro che tentano di stuprarlo sono necessariamente false in quanto chi tenta di stuprarlo è mandato da me che sono il figlio del dio padrone e perciò mi ritengo in diritto di stuprarlo. A chi stupra il Sistema Sociale in nome mio grande è la ricompensa nei cieli! Ricordiamo sempre che Matteo non sta costruendo una dottrina che liberi dall'assoggettamento religioso, culturale, etico, sociale, morale o percettivo degli Esseri Umani. Matteo sta costruendo un gruppo di persone che legate dai messaggi del suo Gesù devono imporre quei messaggi all'intero tessuto sociale. Spesso quelle operazioni sono abortite: nel caso di Matteo e compagni l'operazione è andata in porto distruggendo il divenire degli Esseri Umani. Grande è stato l'orrore che nei Sistemi Sociali è stato sparso. Anche in questo caso gli insegnamenti divergono nella direzione. In Matteo c'è la sottomissione al dio padrone causa della persecuzione in Tomaso c'è lo sviluppo del Potere di Essere come causa dell'odio del Potere di Avere!

PARAGRAFO 70

Gesù disse: "Beati coloro che sono stati perseguitati nel loro. Essi sono coloro che, in verità, hanno conosciuto il Padre. Beati quelli che sono affamati, giacché il ventre di colui che lo vuole sarà riempito".

La persecuzione non comporta beatitudine. La persecuzione rappresenta in questo caso una ratifica, un riconoscimento, che il Potere di Avere fa dello sviluppo di un Potere di Essere dentro un Essere Umano che può minacciare il suo possesso. Quando un Essere Umano sviluppa il proprio Potere di Essere mettendo in atto delle strategie o delle condizioni per non venire perseguitato non è che non sia beato, ma la beatitudine è il proseguo normale della sua esistenza e non è necessario sottolinearne l'eroismo del raggiungimento. L'eroismo del raggiungimento c'è quando le vie per lo sviluppo del Potere di Essere passano attraverso la sfida col Potere di Avere. Chi sviluppa il Potere di Essere è quasi sempre solo. La soggettività del percorso del Potere di Essere difficilmente, se non per aspetti specifici, costruisce gruppi o abbraccia aspetti sociali. Spesso troviamo un Essere Umano che costruisce la propria via e su questa aggrega altri Esseri Umani a cui quella via piace, ma che anziché usarla per sviluppare la propria ne imitano l'apparenza. Sviluppare il Potere di Essere significa riconoscere il padre: Necessità e Intento, ma Necessità e Intento agiscono sugli Esseri Umani e li rendono affamati. Chi sente la fame di Necessità e Intento non sempre chiede o mette in atto delle strategie per placare quella fame. Quando lo fa alimenta il proprio Potere di Essere facendo coincidere la propria Necessità con Necessità, il proprio Intento con Intento e questa unione fa si che di ricerca in ricerca Libertà trovi da appagare i morsi della fame trovando sul suo cammino quanto gli necessita. Il cuore è ed era considerato il centro del sentire; il ventre era ed è il centro della volontà attraverso la quale si sviluppa il Potere di Essere! Il sentire può essere offeso; il centro della volontà abbisogna di appagamento. Proviamo a leggere cosa dice Luca: "Beati voi, poveri, perché vostro è il regno di Dio! Beati voi, che ora avete fame, perché sarete saziati! Beati voi, che ora piangete, perché riderete! Beati sarete quando gli uomini vi odieranno, vi espelleranno e vi insulteranno, quando proferiranno il vostro nome come infame a causa del Figlio dell'uomo! Rallegratevi in quel giorno ed esultate, perché la vostra ricompensa sarà grande in cielo; così, infatti, i loro padri trattarono i Profeti.". Perseguitare nel cuore può essere fatto soltanto a chi sviluppa la percezione di Necessità e Intento e tenta di seguirne il flusso. La persecuzione consiste nell'impedimento all'individuo di seguire Necessità e Intento: conoscere il padre! Per Luca la persecuzione avviene quando gli individui pretendono di sottomettere gli Esseri Umani alla volontà del figlio dell'uomo: del dio padrone. Così i loro padri perseguirono i profeti; cioè coloro che volevano sottomettere gli Esseri Umani al dio padrone. Per Luca: "Voi sarete perseguitati perché tenterete di sottomettere gli Esseri Umani al dio padrone!" Per Tomaso: "Sarete perseguitati perché tenterete di seguire Necessità e Intento!". Il motivo della persecuzione diverge. Per Luca i missionari cattolici che tentano di imporre il pazzo di Nazareth a chi ha usi e costumi diversi sono beati in quanto sono perseguitati per il loro tentativo di sottomettere gli Esseri Umani al volere del figlio dell'uomo. Per Tomaso i perseguitati che dovrebbero essere beati sono le vittime dei missionari cattolici che vengono da questi perseguitati nel loro cuore: nel loro sentire, nelle loro relazioni col mondo; nel tentativo di seguire Necessità e Intento. In Luca la condizione necessaria per la beatitudine è l'esistenza della povertà. L'esistenza dell'indigenza. Quest'indigenza costituisce titolo per aver accesso alla beatitudine. Avere fame e subire l'ingiustizia è attributo per la beatitudine. In Luca non si tratta della fame di un oggetto astratto. Non si tratta di fame di Conoscenza. L'Essere Umano non può aver fame di Conoscenza in quanto per Luca il suo ideale deve essere quello della sottomissione al dio padrone che sazia la sua conoscenza. In Luca la fame da saziare è solo la fame fisica. Da qui la necessità dei cattolici di riprodurre la miseria per poter produrre beatitudine! Più c'è miseria più i miserabili, che essi gestiscono come bestiame, hanno possibilità di raggiungere la beatitudine. Da qui per i cattolici la costruzione della miseria all'interno dei Sistemi Sociali umani diventa virtù e motivo di santificazione (vedi la macellaia dell'India). In Tomaso la fame è del ventre. Chi costruisce il Potere di Essere conosce la forza che dal ventre si esprime verso l'esterno e conosce la sensazione che Necessità spinge per esercitare la propria volontà e la propria determinazione. La fame di cui parla Tomaso non ha nulla a che vedere con la fame di cui parla Luca. Tomaso agisce per costruire gli Esseri Umani, il dio che cresce dentro di loro, non per impossessarsene come bestiame da portare al macello a gloria del suo dio padrone.

PARAGRAFO 71

Gesù disse: "Se lo esprimete da voi stessi, ciò che avete vi salverà. Se in voi stessi non l'avete, ciò che in voi stessi non avete vi ucciderà".

Il Potere di Essere può essere espresso soltanto dall'Essere Umano che lo esprime. Deve essere espresso da sé stesso. All'atto della morte del corpo fisico quando l'Essere Umano è solo per l'ultima sfida come Essere della Natura ciò che ha costruito nel corso della sua esistenza è quanto gli permette di salvare la propria Coscienza e la propria Consapevolezza. Quanto ha costruito è quanto può salvarlo proseguendo nella sequenza dei mutamenti. Un Essere Umano che ha vissuto tutta la sua esistenza in ginocchio si è privato di quanto ha dentro, si è privato del proprio Potere di Essere in cambio di un'aspettativa o di una pace nell'affrontare le contraddizioni. Rinunciare allo sviluppo del proprio Potere di Essere porta l'Essere Umano vuoto alla morte del corpo fisico. Quest'Essere Umano esprime due relazioni davanti alla prospettiva della morte del corpo fisico. Da un lato disperazione e paura. Disperazione e paura che viene vissuta dagli astanti come normale e naturale. In realtà è generata dalla consapevolezza finale di aver perso la propria occasione e dall'angoscia di diventare nulla. Dall'altro lato sollievo nel mettere fine ad un'esistenza d'angoscia. Due modi di essere che manifestano ciò che non c'è più, ciò che spingeva dentro all'Essere Umano per crescere è stato distrutto: lo ucciderà dissolvendone la Consapevolezza attraverso la distruzione della Coscienza di Sé. Questo gli impedisce di proseguire nella sequenza dei mutamenti fino al divenire eterno: la sua vita fisica si è trasformata in un aborto!

PARAGRAFO 72

Gesù disse: "Distruggerò questa casa, e nessuno potrà riedificarla".

Nessuno ricostruisce! Quanto è distrutto è distrutto. Quando si costruisce si costruisce. Non esiste un ritorno nel ricostruire. Non si ripete mai ciò che fu nel passato. La via alla Stregoneria descritta in questo vangelo è stata distrutta. Un po' alla volta giorno dopo giorno; tutto d'un colpo! Si può parlare di com'era quella cosa, ma non la si può riprodurre. Nulla può essere ciò che era. Nulla può essere riprodotto. Qualcuno può prendere alcuni mattoni di quella casa e servirsene per costruire quella nuova. Nella casa nuova qualcuno può riconoscere elementi comuni alla casa che andò distrutta, ma è una casa nuova. Le vie alla Conoscenza e alla Consapevolezza non possono essere riprodotte pari pari. Lo sconosciuto che ci circonda è immenso. L'oggettività in cui un oggetto si esprime varia in continuazione presentando sempre aspetti nuovi. Una via alla Conoscenza quando non è elaborazione soggettiva diventa un sistema coercitivo. Quando una via alla Conoscenza diventa un sistema coercitivo deve essere distrutta e nessuno potrà più riprodurla. Qualcuno poi ricostruirà un'altra via alla Conoscenza, ma sarà nuova. Sarà quella che esprimerà la relazione fra la sua soggettività e l'oggettività in cui vive e nel modo che saprà leggere e riprodurre quella relazione. La storia non si ripete mai se non come tragedia trasformata in farsa. Questo vale anche per la costruzione psichistica dell'individuo. Quando, attraverso un percorso di Conoscenza e di Consapevolezza, distrugge la sottomissione che il Condizionamento Educazionale gli ha imposto la via alla Conoscenza e alla Consapevolezza non sarà mai come sarebbe stata se non avesse dovuto affrontare un feroce lotta contro il proprio Condizionamento Educazionale imposto. Sarà una via diversa arricchita di esperienza della sfida, ma impoverita di Energia Vitale impiegata per superare le sfide. Chi assaggia Libertà non ritorna alla sottomissione!

PARAGRAFO 72

Un uomo gli disse: "Di' ai miei fratelli che dividano i beni di mio padre con me". Egli rispose: "Uomo, chi ha fatto di me un divisore?" E rivolto ai suoi discepoli disse loro: "Sono io, forse, un divisore?".

I beni sono oggetto del Potere di Avere. Io pratico il Potere di Essere. Proprio perché pratico il Potere di Essere senza avidità nei confronti del Sistema Sociale in cui vivo tu vuoi coinvolgermi in mansioni proprie del Potere di Avere. In pratica vuoi servirti del mio Potere di Essere per determinare dei limiti del possesso. Tu che vuoi da me? Parli di aiutarti a dividere le cose, ma se io facessi questo devo rinunciare ad alcuni aspetti della mia pratica per lo sviluppo del mio Potere di Essere. Cosa ne ho in cambio? Se io rinuncio ad aspetti di sviluppo del mio Potere di Essere devo ricevere in cambio rafforzamento di altri elementi che concorrono a sviluppare il mio Potere di Essere. Il Potere di Avere, se intende ad utilizzare il mio Potere di Essere in situazioni particolari, deve favorire o non impedire altri elementi del mio Potere di Essere. Ogni volta che il Potere di Essere media col Potere di Avere rinuncia a qualche cosa. La rinuncia può essere fatta se compensata in altra parte. Il Potere di Avere deve pagare Potere di Essere con Potere di Essere. Chi me lo fa fare di farmi divisore nella partizione fra te e tuo fratello? Chi me lo fa fare di immischiarmi nelle tue faccende? Se tu praticavi Potere di Essere non avresti avuto questo problema. Ora vuoi coinvolgermi? A che titolo? Chi ha deciso che sono un divisore (o un giudice)? Chi pratica il Potere di Essere deve sempre agire in funzione del proprio intento, dei propri scopi, per il proprio sviluppo. Qual è l'intento di Luca nel riprodurre, a modo suo, questo passo? Proviamo a leggere da l'Avarizia e il ricco stolto: "Un tale in mezzo alla folla, gli disse: "Maestro, ordina a mio fratello di dividere con me l'eredità". Gesù gli rispose: "Uomo, chi mi ha costituito giudice o spartitore fra di voi?". Poi disse alla folla: "Guardate di star lontano da ogni avarizia, perché la vita d'un uomo, sia pure nell'abbondanza, non dipende dai beni che possiede." Il problema in Luca è quello di sottomettere l'Essere Umano e sa perfettamente che la sottomissione alla promessa della ricompensa dopo la morte riesce ad ottenere effetto soltanto fra le persone che nell'indigenza non sono in grado di costruire il proprio benessere. A quelle persone Luca indica nell'abbondanza e nella ricchezza un qualche cosa da stare alla larga. Se stanno alla larga da questo egli è in grado di controllarle controllando la distribuzione che alimenta l'indigenza. Non si tratta come in Tomaso di affermare che io non appartengo alla struttura di controllo del Comando Sociale e dunque la mia autorità non è nelle cose giuridiche o nelle contese, ma in Luca si tratta di indicare come la costruzione della miseria sia elemento fondamentale per il controllo del bestiame umano. Chi chiede al Gesù di Luca di dire a suo fratello di dividere l'eredità si sente dire che non deve essere avido, ma deve pensare a sottomettersi al suo dio. Chi chiede la stessa cosa a Tomaso si sente rispondere che è un'azione che non gli compete: si rivolga ad un'altra parte. Un conto è sottrarsi ad una funzione propria del Comando Sociale rifiutando di assumersi le sue prerogative e un conto è rifiutare una mansione perché nel proprio progetto di Comando Sociale il soggetto deve essere povero e dipendente. Un'espressione è propria del Potere di Essere e un'altra è propria del Potere di Avere.

PARAGRAFO 74

Gesù disse: "La messe è molta, ma gli operai sono pochi. Pregate il signore affinché mandi operai per la messe".

Operaio è colui che opera. Colui che agisce. Colui che varia lo stato delle cose. Quando si diffonde una via alla Conoscenza e alla Consapevolezza molti Esseri Umani accorrono per vedere quanto di questo può essere loro utile. Così il lavoro da fare per diffondere e sviluppare la nuova via diventa molto e si rischia di disperdere molte potenzialità. Così serve chi pratica quella via alla Conoscenza trasformandola attraverso la propria soggettività e chi nel praticarla ne aiuta la diffusione. Quando una via alla Conoscenza e alla Consapevolezza sollecita il sentire degli Esseri Umani inevitabilmente questi rispondono. Davanti a questa rimangono interdetti. Si sentono piccoli. Pronti ad ascoltare, ma in difficoltà nel dire: "Mi piace quello che fai, voglio approfondire e sono qui a darti una mano fintanto che quello che fai mi piace!". Una via per lo sviluppo del Potere di Essere si innesta sempre all'interno di un Potere di Avere. Se il Potere di Essere fosse il modo con cui gli Esseri Umani si relazionano nella vita questo sarebbe il loro fare e non costruirebbe contraddizione. Il Potere di Essere è rimozione degli ostacoli e sollecita gli Esseri Umani a rimuovere quegli ostacoli che impediscono il loro sviluppo nella eternità dei mutamenti sottraendosi dalla posizione in ginocchio in cui si trovano. Quando un individuo si sottrae alla posizione in ginocchio non si rende conto della sua importanza soggettiva. Non si rende conto che il suo sottrarsi dalla posizione in ginocchio lo rende elemento prezioso per l'intero Sistema Sociale in cui vive. Rendersi conto di questo da messe diventa operaio. Da colui che è stato sollecitato dalla diffusione di una via alla Conoscenza e alla Consapevolezza diventa colui che opera all'interno di tale via sviluppando la propria soggettività e arricchendola. Trasformare messe in operai significa costruire il futuro degli Esseri Umani. Nei vangeli ufficiali la direzione indicata è diversa. E' diverso anche il senso fra Matteo e Luca anche se la direzione coincide. Dice Matteo: "Gesù intanto percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, predicando il vangelo nelle loro sinagoghe, predicando il Vangelo del regno e sanando ogni malattia e ogni infermità. E vedendo le turbe ne ebbe compassione, perché erano stanche e abbattute come pecore senza pastore. Allora disse ai suoi discepoli: "La messe è veramente grande, ma gli operai sono pochi. Pregate, dunque, il padrone della messe, affinché mandi operai nella sua messe". Gli operai servono al padrone per condurre le pecore. Non aiutano il passare da messe ad operai. Non serve per sottrarsi alla sottomissione e determinare la propria vita costruendo il proprio futuro, ma cos'è la messe per i vangeli ufficiali? Sono gli schiavi che obbedienti, stanchi e affamati, lo seguono mentre egli va in giro a predicare. Chi lo segue non è suo seguace, ma è merce da condurre al macello. Non esiste una via alla Conoscenza alla quale i suoi seguaci possono accedere. I seguaci sono servi. Sono pecore che vanno verso il macello! Al Gesù di Matteo servono operai per condurre il bestiame al macello. Servono pastori perché le pecore sono troppe, devono essere tenute insieme. Sono pecore che non accedono alla Conoscenza. Non accedono al regno, ma sono pascolate da chi è prescelto come prete, vescovo, o cardinale. La stessa cosa viene detta da Luca, ma Luca è in un contesto diverso. A Matteo interessava il presente dentro la società ebraica nella quale costruiva la sua setta, a Luca interessa un diverso respiro storico nel quale inserire l'azione del pastore. Dice Luca: "Dopo questo il Signore designò altri settantadue discepoli e li inviò a due a due innanzi a sé, in ogni città o luogo dov'egli stesso voleva andare. E disse loro: "La messe è molta, ma gli operai sono pochi. Pregate, dunque, il padrone della messe di mandare operai nella messe sua. Andate! Ecco, io vi mando come agnelli in mezzo ai lupi. Non portate né borsa né minaccia, né calzari e non salutate nessuno nel viaggio. In qualunque casa entriate, prima dite: "Pace a questa casa!". "E se lì vi è un figlio di pace, la vostra pace riposerà su di lui, altrimenti essa ritornerà su di voi. Dimorate in quella casa, mangiando e bevendo quello che vi sarà servito, perché l'operaio ha diritto alla sua mercede. Non passate di casa in casa. Se entrate in una città e siete bene accolti, mangiate ciò che vi sarà presentato, guarite i malati che vi saranno e dite loro: "E' a voi vicino il regno di Dio", ma se entrate in una città e non vorranno accogliervi, andate sulla piazza e dite: "Noi scuotiamo contro di voi anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi; sappiate tuttavia che il regno di Dio è vicino. Io vi dico che, nel gran giorno, Sodoma sarà trattata meno rigorosamente di quella città. Guai a te, Corazin! Guai a te, Betsaida! Poiché se i miracoli fatti in mezzo a voi fossero stati compiuti in Tiro e in Sidone, già da gran tempo, esse, vestite di sacco e prostrate nella cenere, avrebbero fatto penitenza. Per questo, nel giudizio, Tiro e Sidone saranno trattate con minor rigore di voi. E tu, Cafarnao, sarai forse elevata fino al cielo? Tu sarai precipitata sino all'inferno! Chi ascolta voi ascolta me, e chi disprezza voi disprezza me. Chi disprezza me disprezza colui che mi ha mandato". In Luca il problema degli operai viene centrato in modo più preciso che non in Matteo. Viene condito anche con le minacce e il terrore. Luca sa perfettamente che nessuno può accettare il messaggio del suo dio pazzo e allora deve ricorrere alle minacce. Vanno a due a due. Mandati in settantadue a precederlo città per città. Pregare il padrone della messe di mandare operai per gestire la messe stessa. La messe è proprietà del padrone. La messe deve essere solo messe. La messe deve essere condotta al macello e la messe che non si sottomette, che non li accoglie in ginocchio è il lupo terrifico davanti al quale Gesù manda i suoi distruttori dipinti da agnelli. Gli agnelli vanno dal lupo chiedendogli di rinunciare alle proprie determinazioni. A quello che ha portato il lupo a diventare ciò che è attraverso le sue trasformazioni si vuole sostituire la sottomissione. Quando costoro vanno in una città devono essere accolti altrimenti arriva il ricatto. La minaccia è quella di togliere la polvere dai sandali. La frase messa li sembra non aver altro valore che quello di disprezzare chi non si sottomette, ma disprezzare implica una reazione proporzionale alla forza di reazione. In altre parole dallo sbattere la polvere dai sandali si passa allo sterminio di chi non condivide quanto essi portano come messaggio. Tutto è materiale. Tutto è immediato. Tutto finalizzato a sottomettere chi non si può difendere e deve accettare ogni cosa. Attenzione, il regno del padrone è vicino. E' dietro l'angolo! L'arrivo di dio e del suo giudizio è vicino. Che la messe non si permetta di rifiutarvi e di non accogliervi. Che la messe sia messe, sottomessa e veloce nel percorrere la via che porta al macello. Chi offende il prete offende il pazzo di Nazareth, chi offende il pazzo di Nazareth offende il padrone che lo ha mandato. La direzione degli insegnamenti di Tomaso è inversa ai vangeli ufficiali. Tomaso deve trasformare la messe in operai affinché si prendano nelle proprie mani la fondazione del proprio divenire perché questo aiuta Tomaso a percorrere il proprio sentiero. Per Matteo e Luca la messe è composta solo da schiavi che devono essere mietuti!

Quando qualcuno presenta la sua via alla Conoscenza e alla Consapevolezza molte persone si avvicinano. Spesso sono timorose. Quasi sempre troppo rispettose. Hanno paura di quanto troveranno. "Ma chi sono io?" dicono! Il Sistema Sociale in cui vivono le ha educate a sentirsi piccole ed inutili. Sono state educate all'obbedienza. Sono state educate a pensare che esistono delle persone che sanno pensare meglio di loro e a cui loro debbono obbedienza ed ascolto. Così si avvicinano delle persone ad una via alla Conoscenza e alla Consapevolezza: con lo stesso fare col quale sono state educate! "Insegnami!"; "Spiegami!" sono spesso timorose di apprendere o di quello che potrebbero apprendere. In loro la ricerca dei mezzi attraverso i quali trasformarsi non è percepita come un diritto dato dall'esistenza, ma come un dono che qualcuno gli dà! Eppure per il fatto stesso che sono in grado di avvicinarsi a qualcuno che distribuisce la propria via alla Conoscenza e alla Consapevolezza dimostrano un grande Potere Personale. Quel Potere Personale che dovrebbero alimentare e dispiegare in tutta la sua possenza appare quasi pauroso di esporsi. Eppure queste persone sono importanti; sono dei veri e propri sostegni del Sistema Sociale in cui vivono. Quando chi sviluppa la propria via alla Conoscenza e alla Consapevolezza incontra una di queste persone desidera diventare sua amica. Desidera riversare in lei quanto ha. Desidera che costei sia in grado di percorrere lo stesso sentiero. Spesso questo fare impaurisce chi si avvicina. "Allora chi mi ha presentato la via alla Conoscenza e alla Consapevolezza non è forte come credevo!" "Eccolo è qui che mi ha invitato a pranzo; siamo stati in birreria insieme; lui ha bevuto anche più birra di me!" Così spesso anziché afferrare il Potere di Essere che viene offerto si preferisce la rappresentazione del Potere di Avere. Scopo di chi sviluppa una via alla Conoscenza e alla Consapevolezza non è quello di circondarsi di persone alle quali essere superiore. Non è quello di mietere la messe! Lo scopo è quello di costruire al meglio un cammino di Conoscenza e Consapevolezza dove non esiste messe, ma soltanto operai che costruiscono loro stessi. Il Sistema Sociale educa le persone a sottostare a qualcuno o a qualche cosa, ma questo non è riproducibile all'interno della costruzione di una via alla Conoscenza e alla Consapevolezza. Non è riproducibile all'interno del sentire Pagano. Qualcuno arriva. Qualcuno dice: "Mi piace quello che fai!" "Voglio farlo con te per farlo a mia volta!" "Quanto tu diffondi voglio aiutarlo a diffonderlo perché soltanto in questo modo lo posso capire! Soltanto in questo modo posso capirne le mancanze e migliorarlo! Soltanto in questo modo, vivendo, posso costruire me stesso nell'infinito dei mutamenti!" Costui è l'operaio: l'Apprendista Stregone nella vita. Non si impara ascoltando, ma prendendo quanto si presenta e verificandolo nella vita dopo che questo ha attraversato noi stessi. Proprio perché lo si riversa nella vita e si è responsabili di quell'azione; quanto abbiamo preso ci ha modificato nella misura in cui ci ha attraversato e noi lo abbiamo riversato nel Sistema Sociale in cui viviamo.

PARAGRAFO 75

Egli disse: "Signore, molti sono presso il pozzo, ma nessuno è nel pozzo".

E' lo stesso discorso fatto per il paragrafo precedente. Quando una via alla Conoscenza e alla Consapevolezza viene diffusa molti si avvicinano per vari motivi, ma pochi si impegnano a portare il loro apporto di soggettività. Alcuni preferiscono adeguarsi, magari imparare, ma pochi fagocitano attraverso la loro soggettività. Questo è il segreto di una via alla Conoscenza e alla Consapevolezza. Ogni Essere Umano in grado di estrarre la propria certezza dalla propria esistenza da sé stesso è un elemento prezioso per il Sistema Sociale in cui vive specialmente in presenza di un Potere di Avere che intende sottomettere gli Esseri Umani ad una pretesa rivelazione del dio padrone il cui scopo è quello di distruggere il loro divenire. Questo è il significato di essere vicino al pozzo o di essere nel pozzo. Chi è nel pozzo sta praticando una via alla Conoscenza e alla Consapevolezza sommandone la propria soggettività. Chi è presso il pozzo deve ancora scegliere anche se il pozzo esercita una grande attrazione su di essi.

PARAGRAFO 76

 

Gesù disse: "Molti sono coloro che stanno alla porta, ma (soltanto) i solitari entreranno nella camera nuziale".

Continua il discorso del paragrafo precedente. Solo i solitari entrano nel pozzo o nella stanza nuziale o da messe si fanno operai. I solitari sono coloro che percepiscono Necessità e Intento, li fanno propri e costruiscono una via alla Conoscenza e alla Consapevolezza partendo dalle relazioni che la loro soggettività ha costruito con l'oggettività nella quale stanno vivendo. Lo sforzo fatto da costoro è sempre uno sforzo titanico. Quello sforzo li trasforma e stando a Tomaso sembra che quello sforzo si debba rinnovare ex novo in ogni generazione ad opera di individui solitari. Questo perché i solitari anziché indicare la direzione di un cammino da percorrere indicano sé stessi come un modello da imitare. Gli Esseri Umani possono sviluppare il proprio cammino da solitario assieme a tanti solitari. Il cammino è personale. Le condizioni ottimali nelle quali camminare sono collettive o sociali. Si usano le proprie gambe. Non è detto che la strada da percorrere sia vuota. Può essere che quella strada sia piena di individui che comunque camminano con le loro gambe anche quando si sorreggono a vicenda!

PARAGRAFO 77

Gesù disse: "Il Regno del Padre mio è simile ad un commerciante che aveva della merce, e trovò una perla. Questo commerciante era saggio: vendette la merce e si comprò la perla. Anche voi cercate il tesoro che non perisce, che è durevole, là ove non può avvicinarsi il tarlo per rodere, né il verme per distruggere".

L'Abilità delle Mani, il Sapere e la Conoscenza nessuno può rubarla. Il corpo luminoso che si è costruito nell'intera esistenza non può deperire. Il Potere di Essere può venir represso, può svilupparsi di nascosto, ma non può essere parte di un bottino di un ladro nella notte. Il Potere di Avere basa la propria esistenza sul possesso di oggetti attraverso i quali controllare gli Esseri Umani. Gli oggetti possono essere rubati. La vigna può essere sottratta al padrone dagli operai che conoscono i meccanismi sulla formazione della proprietà privata. Quanto concorre alla formazione del Potere di Essere come la propria capacità di guardare e operare nel mondo, il proprio sapere e la propria conoscenza, l'abilità delle proprie mani può essere represso, ma non può essere rubato. Investite dunque in voi stessi. Nel vostro sviluppo. Accumulate le perle della Conoscenza, del Sapere che costruiscono il vostro corpo luminoso e tralasciate quanto deperisce. Quanto può marcire. All'atto della morte del corpo fisico ogni cosa la lascerete in questo mondo, ma gli sforzi, i meccanismi, le trasformazioni che avete operato in voi nell'accumulare Sapere, Conoscenza e Consapevolezza ve li porterete come dote della vostra Coscienza nel trasferimento dal corpo fisico al corpo luminoso. La volontà e la determinazione che metterete in atto avrà posto le basi per trasformarvi nell'infinito dei mutamenti. La faccenda è trattata in modo simile da Matteo che dice: "Inoltre, il regno dei cieli è simile ad un mercante che va in cerca di perle preziose: trovatane una di gran pregio, va, vende quanto ha e la compra." Apparentemente Matteo sta dicendo la stessa cosa di Tomaso, ma in realtà mentre Tomaso parla della perla come valore della Conoscenza alla quale si sacrificano i beni materiali pur di acquisirla, Matteo inserisce il suo discorso all'interno di un paragrafo che ci consente una diversa interpretazione. Infatti il paragrafo di Matteo continua dicendo: "Il regno dei cieli, infine, è simile ad una rete gettata in mare, che prende ogni sorta di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, poi sedutisi, mettono i buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così avverrà alla fine del mondo: gli Angeli verranno e separeranno i cattivi di mezzo ai giusti e li getteranno nella fornace del fuoco, dove sarà pianto e stridor di denti. Avete inteso tutte queste cose?". "Si", gli risposero. Egli soggiunse: "Per questo ogni scriba divenuto discepolo del regno dei cieli è simile ad un padrone di casa che trae fuori dal suo tesoro cose nuove e antiche". Appare evidente come la frase del commerciante e la perla sia un po' fuori luogo dal contesto in cui Matteo l'ha voluta inserire. Peccato che il significato sia molto più pesante. Con la storia della perla Matteo tenta di indicare come la parola del suo profeta pazzo sia una cosa preziosa per la quale valga la pena di rinunciare alle proprie sostanze per appropriarsene. Matteo sa che non è così! Sa che quanto predicato dal suo profeta pazzo è solo immondizia. Nessuno darebbe nulla per un tale obrobrio e allora è costretto a ricorrere al solito sistema della minaccia e del ricatto! Minaccia e ricatto che si concretizzano con l'azione dei pescatori che vengono assimilati agli angeli e al terrore della fine del mondo. Nello stesso tempo invita gli scribi a comportarsi come i pescatori e gettare via i pesci cattivi: allontanarli dal contesto sociale: ucciderli! Non a caso nel vangelo c'è un'annotazione a firma Lumen Gentium che dice: "I vescovi sono gli araldi della fede... che predicano al popolo loro affidato la fede da credere e da applicare nella pratica della vita, la illustrano alla luce dello spirito santo, e traendo fuori dal tesoro della rivelazione cose nuove e vecchie, la fanno fruttificare e vegliano per tener lontano dal loro gregge gli errori che lo minacciano!" Il che significa: uccidere chi non si sottomette! Uccidere chi non vende tutto per comperare la perla che costoro offrono! Una perla che essi dicono che è preziosa, ma che il compratore non può criticare pena la commissione di errore e l'essere gettati nella fornace (chiamali roghi!) dove c'è pianto e stridor di denti. Per Matteo la perla non è scelta, ma è imposta! Se la perla non è accettata in quanto qualcuno si accorge che è un falso ecco pronti i vescovi per bruciare chi discrimina. Chi discrimina la chiesa cattolica lo chiamano eretico e lo si brucia: come il pazzo di Nazareth ha loro insegnato!

PARAGRAFO 78

Gesù disse: "Io sono la luce che sovrasta tutti loro. Io sono il tutto. Il tutto promanò da me e il tutto giunge fino a me. Spaccate del legno, io sono lì dentro. Alzate la pietra, e lì mi troverete".

Cos'è un Essere della Natura? E' una frazione di Energia Vitale consapevole di sé e tesa all'espansione nel circostante. Il circostante è Energia Vitale che tende a diventare Coscienza. Il circostante è Energia Vitale che Cosciente di Sé tende ad espandersi in ogni suo circostante. L'Energia Vitale è luce della vita e sovrasta ogni Coscienza di Sé in quanto essa costituisce ogni Coscienza di Sé. L'Energia Vitale è il tutto. L'inconsapevole spinto nel movimento da Necessità. Il tutto teso a diventare Coscienza. A diventare consapevole. A sviluppare, dilatandosi, la propria consapevolezza fino ad abbracciare l'intero Universo. Ogni Coscienza è formata da Energia Vitale. Ogni esistente è Energia Vitale organizzata e percepita a seconda delle specializzazioni soggettive e della capacità percettiva dei soggetti. L'Energia Vitale alimenta le Coscienze che consapevoli del proprio ruolo nei mutamenti nutrono ogni Coscienza di Sé che espandendosi le arricchiscono. Qualunque cosa esista, sia percepita nella forma di materia o di energia, qualunque Coscienza e Consapevolezza o muta e inerte oggettività, tutto e ovunque è Energia Vitale. Da tutto e ovunque può formarsi Coscienza e Consapevolezza che tende ad espandersi nel suo circostante. Alzate la pietra e là troverete il Potere di Essere dell'infinito esattamente come in ogni percezione dell'esistente, ma se non riuscite a scorgerlo sotto la pietra, cioè nel posto più insignificante e più umile, non riuscirete a scorgerlo in nessun altro posto.

PARAGRAFO 79

Gesù disse: "Perché siete usciti fuori in campagna? Per vedere una canna agitata dal vento? Per vedere un uomo vestito mollemente? Guardate i vostri re e i vostri grandi! Costoro sono vestiti mollemente, e non potranno conoscere la verità".

Dividere apparenza da sostanza. Scegliere di agire attraverso l'apparenza o farsi spingere da Intento. Essere al servizio di qualcuno o di qualche cosa oppure costruire sé stessi. Perché fate quell'azione? Cos'era che stavate cercando? Vi siete fatti ingannare dall'apparenza soltanto perché non vi siete fatti spingere da Intento. Lui parlava e parlava. Le sue parole non portavano nulla alla vostra esistenza, era come sonnifero alla vostra voglia di espandervi nel mondo, ma vi permettevano di aderire senza dover fare lo sforzo di chiedervi il perché delle cose. La canna era agitata dal vento e voi ne facevate un ideale da imitare. Aspettavate il vento affinché vi scuotesse nell'inutilità. Questo vi dava l'illusione di essere vivi mentre aspettavate soltanto di morire. Anziché scegliere di costruire sceglieste di imitare. Siete andati da qualcuno certi di trovare la conoscenza e invece avete trovato Inganno. Inganno ha accarezzato il vostro pensiero cullandolo nell'illusione del nulla. Così facendo avete ucciso il dio che spingeva per crescere dentro di voi cessando di alimentarlo. Il Potere di Avere si nasconde dietro il possesso di oggetti sfavillanti. Nasconde la sua vuotezza per costringere gli Esseri Umani a sognare l'illusione paventata. Gli Esseri Umani aderiscono per imitazione. Chi è in ginocchio impone di essere imitato. Sentono la spinta di Necessità che li spinge al movimento, ma a muoversi è solo la loro rappresentazione lasciando vuoto il loro cuore. Così esprimono vuotezza. Seguono la moda del momento. Sono pronti ad imitare le rappresentazioni, ma non costruiscono sé stessi. Non modificano la verità della loro esistenza costruendo un percorso di Libertà. Siamo stati a vedere le luci sfavillanti della ribalta che illudono la nostra ragione sull'essenza della vita. Lo abbiamo fatto per fermare l'angoscia che procurava alla ragione la spinta di Necessità per costruire noi stessi. Per una canna al vento abbiamo rinunciato all'infinito dei mutamenti.

PARAGRAFO 80

Una donna gli disse tra la folla: "Beato il ventre che ti ha portato e i seni che ti hanno nutrito!". Egli rispose: "Beati coloro che udirono il Logos del Padre e lo custodiranno veramente! Giorni verranno nei quali direte: "Beato il ventre che non ha concepito e i seni che non hanno allattato!".

Beata quella donna che ti ha partorito; dice una voce. Beata quella donna che partorirà il proprio corpo luminoso; è la risposta. Dall'imperio del Potere di Avere alle determinazioni del Potere di Essere. In questo paragrafo le due concezioni si scontrano opponendosi. Il Potere di Avere determina il ruolo dell'Essere Umano Femminile in funzione del proprio sviluppo. L'Essere Umano Femminile soggettivando il ruolo imposto afferma che migliori sono i figli che partorisce migliore è la propria esistenza, ma i figli non sono oggetti di proprietà! I figli non qualificano la madre né il suo comportamento; qualificano sé stessi e il loro cammino. Ridursi al ruolo di fattrice di figli fino a benedire quel ruolo significa aver rinunciato ad alimentare il dio che cresce dentro all'Essere Umano Femminile. Beate quegli Esseri Umani Femminili che percependo Necessità e Intento ne custodiranno le spinte, alleveranno il dio che cresce dentro di loro. Saranno più forti quelle donne che pur avendo fatto tutta l'attività sessuale che hanno desiderato non avranno disperso la loro Energia Vitale nel partorire figli e allevarli. All'atto della morte del corpo fisico molti Esseri Umani Femminili diranno: "Ma chi me lo fece fare di fare tutti questi figli e di ammazzarmi di fatica anziché ritagliarmi il tempo e lo spazio per i miei interessi e seguire le spinte di Necessità e Intento?". All'atto della morte del corpo fisico si rimpiangeranno tutte le occasioni perdute per alimentare il proprio corpo luminoso. Il fatto che il figlio costruisca il proprio corpo luminoso non aiuta la madre a costruire il proprio. Sulla via dei mutamenti per diventare eterni si cammina soltanto con le proprie gambe. Quando si è rinunciato a camminare si rimpiangono le occasioni perdute. Nei vangeli ufficiali leggiamo quanto è scritto in Luca: "Mentre Gesù così parlava, una donna alzò la voce di mezzo alla folla e gli disse: "Beato il seno che ti ha portato e le mammelle che hai succhiato!". Egli rispose: "Beati piuttosto quelli che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica!". E il discorso finisce in questo modo. Per Luca non esiste altra cosa fuori di questa. Tradurre nella ragione Necessità e Intento è una cosa talmente oscura per Luca che sa concepire soltanto la sottomissione ad un assassino da essere costretto a troncare in questo momento il discorso. Il fatto che debbano venire giorni in cui si rimpiangerà di aver concepito, di aver sprecato tempo ed energia per cose che non si volevano perché non si è stati in grado di rifiutarle, è un discorso talmente oscuro da rendere necessaria la sua eliminazione. Luca non conosce gli Esseri Umani che si costruiscono e dunque non conosce nemmeno le contraddizioni all'interno delle quali sono costretti a trasformarsi. Luca non sa cosa può favorire le loro trasformazioni o annientarle. Luca conosce soltanto la necessità di sottomettere gli Esseri Umani alla presunta parola del suo dio pazzo. Solo nell'arte della sottomissione sviluppa consapevolezza tanto da cancellare ogni riferimento che potrebbe contraddirla. Eppure nel generare figli c'è un grande prezzo da pagare: la propria energia Vitale e parte della propria consapevolezza nel lavorare per costruirli affinché possano affrontare al meglio il loro futuro. Che importa a Luca questa fatica? Gli Esseri Umani sono solo bestiame di un gregge che egli aiuta a portare al macello. Facciano figli; uccidano e danneggino s'è stessi a maggior gloria del suo dio padrone. Egli aiuterà la crescita della miseria costringendo molte donne a dire: "Maledizione a quella volta che ho partorito dolore: beato il ventre che non ha concepito e i seni che non hanno allattato! Anziché costruire dipendenza ad una volontà imposta avrei potuto costruire il mio cammino di libertà nell'infinito dei mutamenti!".

PARAGRAFO 81

Gesù disse: "Chi ha conosciuto il mondo, ha trovato il corpo;, ma colui che ha trovato il corpo è superiore al mondo".

C'è una ripetizione del paragrafo 56. Il significato non cambia anche se nel paragrafo 56 si parla di cadavere mentre in questo di corpo.

PARAGRAFO 82

Gesù disse: "Colui che si è fatto ricco, diventi re; colui che ha il potere, vi rinunci".

Cosa significa "comandare" all'interno del Potere di Essere? Il cacciatore più abile nel seguire le tracce guida la caccia. Finita la caccia è un cacciatore. Chi è abile nello svolgere delle mansioni; in questa sia re! Se un individuo impegna la propria vita a farsi ricco si faccia re. Se un individuo pratica una via alla Conoscenza e alla Consapevolezza diffonda questa. Se un individuo fa dei buoni gelati sia il re del gelato. Chi possiede abbandoni il controllo delle persone ottenuto mediante il possesso. Il possesso distrugge lo sviluppo del Potere di Essere nelle persone. Rinuncia al controllo mediante il possesso. Dichiarazione pragmaticamente inutile e squisitamente semplicistica. Chi detiene il controllo attraverso il Potere di Avere non è più in grado di vedere in quale altro modo è in grado di affrontare le contraddizioni che si manifestano durante la sua vita. Ogni volta che qualcuno intende sviluppare il proprio Potere di Avere per lui risulta incomprensibile ogni rinuncia al controllo e l'unica cosa che è in grado di vedere è la percezione del pericolo che incontra il suo diritto al dominio. Esiste un comando nel Potere di Essere ed esiste un comando nel Potere di Avere. L'uno e l'altro non possono essere mediati. Nel primo caso il comando serve per arricchire l'intero Sistema Sociale, nel secondo caso il comando serve per saccheggiare il Sistema Sociale appagando il bisogno generato dalla pulsione di morte. Proviamo a leggere l'atteggiamento di Marco espresso nel suo vangelo ufficiale desumendolo dal Giovane Ricco: "Mentre usciva per mettersi in viaggio, un tale accorse, si gettò in ginocchio davanti a lui e gli domandò: "Maestro buono, che devo fare per ottenere la vita eterna?" Gesù gli disse: "Perché mi chiami buono? Nessuno è buono se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: Non ammazzare; non commettere adulterio; non rubare; non dire falsa testimonianza; non frodare; onora il padre e la madre". Quegli rispose: "Maestro, tutto questo io l'ho osservato fin dalla mia giovinezza". Allora Gesù fissando il suo sguardo sopra di lui, lo amò e gli disse: "Una cosa sola ti manca: va', vendi quanto possiedi, dallo ai poveri, e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi portando la croce". Dopo vari commenti sulla difficoltà del ricco di entrare nel regno del dio padrone la storia si conclude: "Essi rimasero ancor più stupiti, dicendo fra di loro: "E chi si può salvare?". Gesù fissandoli conchiuse: "Questo è impossibile agli uomini, ma non a Dio; perché tutto è possibile a Dio". La ricchezza come elemento di liberazione dall'assoggettamento al dettato del dio padrone. La necessità per Marco di impedire l'accumulo di ricchezza altrimenti egli non può imporre il suo dio padrone. La necessità di rinunciare alle ricchezze per aver accesso alla vita eterna e nello stesso tempo senza aver la garanzia dell'accesso alla vita eterna in quanto a dio padrone tutto è possibile così anche negare l'accesso alla vita eterna a chi si è prodigato per ottenerne l'accesso! Tutto è in mano a Marco e ai suoi seguaci. Tutta la determinazione soggettiva è negata agli aderenti alla setta. Dare tutte le loro ricchezze per assicurarsi l'entra nella vita eterna e nello stesso tempo non averne garanzia in quanto a dio tutto è possibile compreso negare l'accesso a chi si è prodigato per ottenerlo. In realtà come si permette un Essere Umano di chiedere al padrone l'accesso alla vita eterna attraverso le sue azioni? Significa imporre a dio il rispetto del patto che ha stabilito e con questo bestemmiare contro dio a cui nulla può essere imposto. Cosa resta del discorso al giovane ricco? L'ordine di rinunciare alle sue ricchezze per accedere alla vita eterna e nello stesso tempo la rinuncia alle sue ricchezze in favore dei seguaci di Marco (che eufemisticamente si identifica con i poveri vedi gli attuali comportamenti della chiesa cristiano-cattolica) non gli garantisce l'accesso alla vita eterna in quanto nessuno è tenuto a conoscere o a discriminare le intenzioni del dio padrone. Appare evidente come tutto il discorso di Marco sia una truffa bella e buona. La prima cosa da notare è il problema della vita di quel tale. Egli era ricco, ma con forti dubbi sul come affrontare la vita per viverla al meglio. La prima cosa che fa il Gesù di Marco è quello di colpevolizzarlo. Egli dice buono al maestro, ma il maestro risponde che solo dio è buono. L'affermazione è in sé priva di ogni parametro che consenta allo spettatore di discriminare sulla bontà di dio. La bontà del macellaio di Sodoma e Gomorra deve essere accettata in quanto tale e non può essere discriminata. Così come non può essere discriminato il giudizio del dio padrone per ottenere la vita eterna mediante la rinuncia alle ricchezze. Dopo questo il Gesù di Marco si interroga la persona per sapere se si è sottomessa per tutta la vita. Quando scopre la sua sottomissione ai comandamenti che privano l'Essere Umano delle sue determinazioni allora sente di amarlo: di possederlo! Una volta accertatosi di questo Gesù propone la sottomissione totale quella che si ha mediante la costruzione della miseria soggettiva. Attraverso la miseria soggettiva ottiene la distruzione dell'individuo e il assoluto assoggettamento dell'individuo il quale per continuare a vivere in quelle condizioni costringerà un numero sempre maggiore di individui ad assoggettarsi. Questo è il capolavoro della distruzione umana cui tende Marco. A differenza di Marco Tomaso afferma che se un individuo si è fatto ricco può arricchire anche il Sistema Sociale in cui vive e se una persona vive del possesso per il possesso è bene che rinuncia a fondare la propria vita sul possesso in quanto il possesso gli impedisce di costruire il suo Potere di Essere. Quale differenza.

PARAGRAFO 83

Gesù disse: "Colui che è vicino a me, è vicino al fuoco. Colui che è lontano da me, è lontano dal regno".

Chi ricerca la Conoscenza e la Consapevolezza non si limita a camminare nel fuoco delle contraddizioni, ma da quel fuoco deve imparare a trarre nutrimento. Colui che non pratica lo sviluppo della Conoscenza e della Consapevolezza non trova il regno. Non è vicino a me in quanto persona, ma è vicino a me nel mio percorso di sviluppo. Essere sullo stesso cammino è essere vicini. In tutto il vangelo di Tomaso la Conoscenza non viene qualificata attraverso una manifestazione del dio padrone, ma attraverso quanto l'individuo dice e quanto pratica. E' dalle azioni che nasce la definizione! Nei vangeli ufficiali gli evangelisti possono sparare qualunque affermazione gratuita che deve essere accettata come vera in quanto quell'affermazione gratuita è stata fatta non dall'evangelista, ma da dio e suo figlio che hanno creato il cielo e la terra. Dunque la sapienza fatta persona!

PARAGRAFO 84

Gesù disse: "Le immagini sono manifestate all'uomo, ma la luce che è in esse è nascosta nell'immagine della luce del Padre. Egli si manifesterà, ma la sua immagine resterà nascosta dalla sua luce".

Maya nasconde le cose in sé. Una volta tolto il velo di Maya un'altra Maya nasconde la noumenia. Si prenda una cipolla e la si sfogli, alla fine si avrà ancora una foglia, sembra non si giunga mai al nocciolo eppure, in ogni istante, si teneva in mano la cipolla. In ogni istante si teneva in mano il nocciolo. Così il reale si manifesta in ogni attimo e l'Essere Umano percepisce quanto è in grado di percepire. Descrive quanto la sua ragione è in grado di descrivere. Necessità e Intento si manifestano attraverso una sensazione di luce, immagini, tensioni. Il fuoco sul piano fisico è il distruttore; il fuoco nella percezione ne alimenta lo sviluppo in quanto è la Consapevolezza che si alimenta. L'Essere Umano afferra le immagini che la sua ragione riesce a delineare, ma a questa descrizione sfugge la luce fondamentale delle immagini. Il loro fuoco. Quando l'Essere Umano supera la descrizione della ragione e coglie la "luce" Necessità e Intento sono ancora nascosti all'Essere Umano in quanto Necessità e Intento comprendono l'Essere Umano. Costui non è spettatore di Necessità e Intento. Egli è Necessità e Intento che si relaziona con oggetti che esprimono Necessità e Intento. L'Essere Umano è attore della vita che attraversato da Necessità e Intento agisce soddisfacendo i propri bisogni. Necessità e Intento saranno sempre nascosti all'Essere Umano in quanto si esprimeranno attraverso il suo fare, le sue azioni, gli oggetti concorrenti nelle relazioni mentre la ragione non troverà mai aggettivi sufficienti per descrivere soddisfacentemente Necessità e Intento.

PARAGRAFO 85

Gesù disse: " Oggi, allorché vedrete un vostro simile, vi rallegrate, ma quando vedrete le vostre immagini che sono state fatte prima di voi, che né muoiono né sono palesi, per quanto sopporterete?".

Lo stampo dell'Essere Umano è eterno anche se in continua modificazione! La forma dell'Essere Umano è una delle forme dell'Essere Natura. La propria immagine che fu fatta prima di noi è l'immagine dell'Essere Feto e quella che non è palese è quella dell'Essere Luminoso. L'Essere Feto non muore e l'Essere Luminoso non è manifesto. Per quanto si può sopportare di subire senza prendersi nella proprie mani la propria esistenza sapendo che se non lo si fa il corpo luminoso può essere abortito? Quando si assiste allo spettacolo della nascita di un Essere Fisico si comprende come questa sia la sua opportunità. Un'opportunità che il Potere di Avere tende ad annullare attraverso l'assoggettamento. Quando si diventa consapevoli dello spazio esistente fra la morte dell'Essere Feto e la morte dell'Essere Fisico; fino a quando si rinuncia a costruirsi? Coscienza del fine; Consapevolezza dei mezzi! Quando l'Intento dell'esistenza appare all'Essere Umano costui deve cercare i mezzi per raggiungerla. Il raggiungimento del fine è possibile solo quando l'individuo si trasforma fornendosi dei mezzi per raggiungerlo. Quando la coscienza del fine diventa evidente la costruzione dei mezzi per il suo raggiungimento è la via dell'Apprendista Stregone.

PARAGRAFO 86

Gesù disse: "Adamo scaturì da una grande potenza e da una grande opulenza, e (tuttavia) egli non fu degno di voi. Se, infatti, fosse stato degno non avrebbe gustato la morte".

Gustare la morte come fine di un'esistenza vissuta con fatica e dolore. Gustare la morte come fine di tutto. Ogni variazione sulla scala dell'evoluzione degli Esseri della Natura scaturisce da un grande potere di adattamento. Non sempre quel potere di adattamento consente di trasformare la morte del corpo fisico in nascita del corpo luminoso. Essere degno significa sviluppare il Potere di Essere al punto tale da trasformare la morte del corpo fisico in nascita del corpo luminoso. L'essere degno è affrontare la vita uguali a sé stessi: farsi Semo Sanco! Soddisfare i propri bisogni attraverso un'unità fra Necessità che spinge dentro di noi e Necessità del mondo; fra l'Intento del nostro fare e l'Intento del circostante. Ognuno di noi può costruire il proprio corpo luminoso. Ognuno di noi può camminare nell'eternità dei mutamenti. Quell'Adamo cui mi riferisco non fu in grado di fare questo. Voi, nella misura in cui saprete prendervi nelle vostre mani la responsabilità della vostra esistenza potete andare oltre la morte del corpo fisico. Voi potete proseguire nell'eternità dei mutamenti.

PARAGRAFO 87

Gesù disse: "Le volpi hanno le loro tane, e gli uccelli hanno i loro nidi, ma il figlio dell'uomo non ha alcun luogo dove appoggiare il capo e riposare".

Il figlio dell'uomo è il corpo luminoso che viene partorito. Il corpo luminoso non ha un momento in cui riposare. Egli è movimento di crescita ed espansione. Il riposo appartiene alla trasformazione. Il figlio dell'uomo viene partorito là dove il corpo fisico giunge al riposo. Non c'è dunque un luogo dove il figlio dell'uomo può riposare. Il figlio dell'uomo si nutre di contraddizioni e di sfide. Il riposo appartiene solo al corpo fisico. Volpi e uccelli possono riposare, ma esistono anche i figli delle volpi e degli uccelli che non hanno tana né nidi per riposare in quanto essi si nutrono di contraddizioni e di sfide. Non esiste un riposo per la crescita; non esiste crescita nel riposo. Solo trasformazione. Questa è l'essenza del messaggio esoterico di Tomaso e spiega per quale motivo questo vangelo fu rifiutato dai cristiani fin dalle origini. Il Potere di Essere che attraversa e definisce è assolutamente incomprensibile per chi adora il macellaio di Sodoma e Gomorra. Gli estensori dei vangeli ufficiali cattolici stravolgono il significato di alcune affermazioni collocandole in un contesto diverso al solo fine di mettere in ginocchio chi non si può difendere. Gli estensori dei vangeli ufficiali sono al corrente della frase, ma non ne conoscono il significato. Eccoli allora adattare la frase a quanto essi pesano significhi. Così leggiamo da Luca: "Mentr'erano in cammino, un tale gli disse: "Io ti seguirò ovunque tu vada", ma Gesù gli rispose: "Le volpi hanno delle tane e gli uccelli del cielo dei nidi, ma il figlio dell'uomo non ha dove posare il capo". Disse poi ad un altro: "Seguimi!". Costui rispose: "Signore permettimi prima di andare a seppellire mio padre". Gesù gli disse: "Lascia che i morti seppelliscano i loro morti: tu va a predicare il regno di Dio"." In Luca non esiste nessun aspetto esoterico. Il figlio dell'uomo non è quanto l'Essere Umano partorisce, ma la sua figura come espressione del dio padrone. In quanto figlio del dio padrone Luca lo spaccia come figlio dell'uomo. Luca conosce questa espressione, ma non il significato. A quest'espressione vuole dare un significato. Il significato è la sottomissione. Io, dice il tale, mi sottometto a te, ti seguirò ovunque! E il figlio del dio padrone si lamenta della sua situazione dimenticando che gli uccelli il nido se lo costruiscono. E quando dice ad un altro di seguirlo ecco una frase esoterica usata in modo essoterico. I morti possono seppellire i loro morti soltanto se i morti non sono vivi. In termini esoterici si dice che un vivo è morto quando non è in grado di partorire la fase successiva della propria esistenza. Così un Essere Feto è morto quando non riuscirà a diventare un Essere Bambino o Bambina; un bambino è morto quando non riuscirà a diventare un Essere Umano adulto; così un Essere Umano adulto è morto quando non riuscirà a diventare un Essere Luminoso. In termini esoterici un morto che cammina è colui che non costruisce sé stesso!, ma come può questa frase essere usata dal pazzo di Nazareth quando egli ignora che l'Essere Umano è in grado di costruire sé stesso in quanto dio? Come risolve la questione Luca? Il pazzo di Nazareth dice di lasciare che i morti seppelliscano i loro morti e di andare a predicare il regno del dio padrone. Solo predicando il regno del dio padrone e sottomettendosi egli può evitare di morire. Lo stesso vale anche per Matteo che però, a differenza di Luca, non ha la necessità di precisare cos'è l'opposto all'essere morti. Infatti in Matteo la frase "va a predicare il regno di dio" non c'è in quanto Matteo non sta scrivendo per qualcuno lontano che chiede spiegazioni, ma per la setta che sta costruendo.

PARAGRAFO 88

Gesù disse: "Misero è il corpo che dipende da un corpo, e misera è un'anima che dipende da ambedue".

La dipendenza di un Essere Umano da un altro Essere Umano è una cosa miserabile. La costruzione di un corpo luminoso dentro ad un corpo fisico che dipende da un altro corpo fisico è una costruzione miserabile. La dipendenza è una condizione miserabile in sé stessa. E' la condizione attraverso la quale si distrugge il proprio divenire. Distruggere la dipendenza mettendo in atto delle strategie di vita è la condizione necessaria per costruire il proprio corpo luminoso.

PARAGRAFO 89

Gesù disse: "Verranno a voi gli angeli e i profeti e vi daranno quanto vi appartiene. Voi date loro ciò che avete nelle mani. Domandate a voi stessi: in che giorno verranno a ricevere ciò che è loro?".

Verrà il giorno in cui qualcuno vi darà quanto vi appartiene? Cosa mi appartiene che sia fuori da me stesso? Ciò che mi appartiene è dentro me stesso. L'ho costruito attimo per attimo formando il mio corpo luminoso. Ciò che io ho nelle mani non mi appartiene. Le mani mi appartengono. La loro abilità mi appartiene. Io sono le mie mani; io sono l'abilità che queste mani esprimono. Ciò che tengo nelle mani è oggetto diverso da me e la mia appropriazione è strumentale e momentanea. Nessuno può dirmi cosa mi appartiene e nessuno può ricevere quanto ho togliendomelo in quanto quello non mi appartiene: né a me né a lui! Non verranno né "angeli" né "profeti" a darmi quanto mi appartiene. Solo chi ha camminato con me lungo la via per lo sviluppo del proprio Potere di Essere può aiutarmi a giungere al riposo del corpo fisico. Può apparire che qualcosa mi venga dato, ma in realtà ogni cosa che compenetro con la sensazione, con le mie mani, con una relazione, mi appartiene in quanto mi appartiene la trasformazione che la relazione ha prodotto. Anche col concorso delle mie scelte e delle mia determinazione attraverso la quale affronto la vita prendendo nelle mie mani le mie responsabilità, nella relazione, contribuisco a trasformare l'oggetto. Dunque nessuno mi dà nulla che non sia già mio; nessuno mi toglie nulla che sia mio! Domandare a sé stessi: in che momento arriverà la morte del corpo fisico? Domandare a sé stessi: il mio corpo luminoso sarà sufficientemente forte da effettuare il passaggio della Coscienza dall'uno all'altro? Domandare a sé stessi: quanti mutamenti ancora dispongo per costruire il corpo luminoso? Lasciate queste domande. Inchiodano l'attenzione; l'importante è l'attimo presente che costruisce il futuro. Il paragrafo si presta a varie interpretazioni e Marco ne fornisce una in sintonia con il suo progetto di sottomissione. Leggiamo Il Ritorno del Figlio dell'Uomo: "Ma in quei giorni, dopo questa tribolazione, il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le forze che sono nei cieli saranno sconvolte. Allora si vedrà il figlio dell'uomo venire sulle nubi, con grande potenza e gloria. Allora manderà i suoi angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dall'estremità della terra all'estremità del cielo. Dal fico imparate il paragone. Quando già i suoi rami si fanno teneri e spuntano le foglie, voi sapete che l'estate è vicina; così anche voi, quando vedrete accadere queste cose, sappiate che è vicino, alle porte. In verità vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto ciò avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno. Quanto poi a quel giorno e a quell'ora nessuno ne sa nulla, neppure gli angeli in cielo, né il figlio, ma solo il padre. State attenti, vegliate, perché non sapete quando sarà il tempo. E' come un uomo partito per un viaggio che ha lasciato la sua casa e dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo lavoro e al portinaio ha raccomandato di vigilare. Vigilate, dunque, perché non sapete quando il padrone della casa verrà, se la sera tardi, a mezzanotte, al canto del gallo o la mattina; di modo che, venendo all'improvviso, non vi trovi addormentati. E quello che dico a voi lo dico a tutti: Vigilate!" Ecco come un'indicazione per istigare a costruire sé stessi in quanto non si conoscono la quantità di mutamenti che si hanno a disposizione per farlo viene trasformata in una minaccia affinché la sottomissione degli Esseri Umani sia ottenuta con tutto il loro cuore. Che fa il pazzo di Nazareth? Minaccia e ricatta! Dal momento che il suo messaggio è vuoto, privo di interesse per la vita, deve costringere con la frusta delle minacce le persone ad accettarlo e a sottomettersi. Innanzi tutto la grande miseria. Le stelle che cadono sulla terra (figlio del dio padrone e creatore, la sapienza fatta persona!?) Il Sole e la Luna che si oscurano (la cessazione della vita sul pianeta è immediata! Se questo è tollerabile data la cultura dell'epoca come si può tollerare in chi si spaccia per figlio del dio creatore?) Eccolo che lui arriva in potenza sulle nuvole. Da cosa si vede questo? Dal fico? Quale? Quello che ha distrutto con le sue maledizioni? Non passerà questa generazione prima che tutto avvenga!, ma la generazione è passata ed egli ha mentito! Allora qual è il vero obiettivo di Marco? Sottomettere gli Esseri Umani con le minacce! Nessuno sa qual è quel giorno!, ma nessuno sa qual è quel giorno in quella generazione in quanto dopo parecchi secoli si può stabilire la menzogna (bastava anche meno!) e sottometterli a lui in quanto rappresentante del dio padrone. Marco scrive del dio padrone: dunque lo rappresenta! E' Marco che minaccia gli Esseri Umani di stare attenti perché in qualunque momento può arrivare e in qualunque momento può punire chi non si è adeguato, ma abbiamo già visto che tanto il dio padrone punisce lo stesso in quanto a lui gli va di punire. Egli è l'incondizionato e l'incondizionabile! Questo giochino ha costruito milleseicento anni di orrore di cui la chiesa cattolica è responsabile! La visione di Tomaso è completamente diversa da quella di Marco. In Tomaso c'è uno scambio fra consapevolezze, in Marco c'è soltanto la sottomissione in quanto tale. Una sottomissione che deve essere accettata come sottomissione al terrore che Marco impone. In Tomaso l'Essere Umano chiede a sé stesso; in Marco la minaccia pesa come una spada di Damocle sulla testa di Esseri Umani indifesi davanti alla minaccia. Quale differenza!

PARAGRAFO 90

Gesù disse: "Perché lavate la parte esterna del bicchiere? Non comprendete che colui che ha fatto la parte interna è lo stesso che ha fatto l'esterna?".

Lavare, in questo paragrafo, va letto nel senso di curare, mantenere efficiente. Si mantiene efficiente la parte esterna e la parte interna. Si sviluppa il proprio corpo fisico e il proprio corpo luminoso. L'uno e l'altro sono in relazione dialettica. L'uno e l'altro concorrono a costruire il proprio esistere. Si può curare l'apparenza e non curare la sostanza di quanto si è. Curare l'apparenza senza curare la sostanza si finisce per portare la propria Coscienza ad ignorare la sostanza del proprio esistere per impegnare tutta sé stessa a curare il suo apparire. Alla fine l'individuo si distrugge avendo impedito a sé stesso di esistere per sottomettersi alla rappresentazione di sé stesso. Egli è convinto di essere come appare. E' convinto che variando il modo di apparire varia ciò che è. In realtà costui ha costruito e fagocitato soltanto Inganno e rappresentazione dell'Inganno. Si è cresciuti costruendo il nostro corpo fisico. Noi siamo quel corpo fisico, ma il corpo fisico non è il fine della nostra esistenza come il fine della nostra esistenza non era la pancia della madre. Come Esseri della Natura la costruzione del corpo fisico è un mezzo attraverso il quale costruire il nostro corpo luminoso. Il corpo luminoso è il fine delle trasformazioni e della degenerazione del corpo fisico; ignorare questo significa distruggere il proprio divenire nell'eternità dei mutamenti. In Matteo ci sono due affermazioni che ci permettono di capire come questi passi vengono interpretati nei vangeli ufficiali. Il primo nei Farisei e la tradizione dice fra l'altro: "Perché i tuoi discepoli trasgrediscono la tradizione degli antichi? Infatti non si lavano le mani quando mangiano il pane". Egli rispose loro: "Perché anche voi trasgredite il comandamento di Dio per la vostra tradizione? Dio, infatti, ha detto: "Onora il padre e la madre"; come pure: "Chi maledirà il padre e la madre sia punito con la morte". E di seguito: "E chiamata a sé la folla, disse: "Ascoltate e comprendete! Non quello che entra per bocca contamina l'uomo;, ma ciò che esce dalla bocca, questo contamina l'uomo!". Ancora di seguito: "Pietro allora prese a dirgli: "Spiegaci questa parabola". Egli rispose: "Anche voi siete ancora senza intelletto? Non capite che quanto entra per la bocca passa nel ventre e va a finire nel cesso?, ma quel che esce dalla bocca viene dal cuore, ed è questo che contamina l'uomo; poiché dal cuore vengono i cattivi pensieri, gli omicidi, gli adulteri, le fornicazioni, i furti, le false testimonianze, le bestemmie: queste cose contaminano l'uomo, ma il mangiare senza lavarsi le mani non contamina l'uomo". Nelle Colpe dei Farisei di Matteo si legge: " "Guide cieche! Voi scolate il moscerino e inghiottite il cammello! Guai a voi, Scribi e Farisei ipocriti, che pulite il di fuori del bicchiere e del piatto, mentre il di dentro è pieno di rapina e di immondezza! Fariseo cieco! Lava prima l'interno del bicchiere e del piatto; sicché anche l'esterno diventi pulito." Non esiste nessuna costruzione dell'individuo. Il rapporto fra esterno e interno è il tentativo di Matteo di sottomettere gli Esseri Umani appartenenti alla sua setta affinché si sottomettano con tutto il loro cuore e con tutta la loro anima a quanto egli afferma facendolo derivare dalla bocca del figlio del dio padrone. La lettura che dà Matteo è quella di chi è costretto a dare delle spiegazioni funzionali al proprio progetto non solo non avendo capito il significato esoterico dell'insegnamento, ma negandolo in quanto il significato esoterico gli farebbe sfuggire il controllo degli Esseri Umani che egli vuole separare dal Sistema Sociale in cui vive. Qual è la sozzura che Matteo indica? Ogni aspetto della ribellione soggettiva. Ogni tentativo degli Esseri Umani di determinare loro stessi rispondendo ai loro bisogni. Cosa indica di quanto proviene dal cuore? I cattivi pensieri; guarda caso tralascia cosa è cattivo. Gli omicidi; guarda caso non specifica quale omicidio, in che circostanza e in che direzione. Gli adulteri; guarda caso non dice rispetto a cosa o quando si è adulteri. Le fornicazioni; guarda caso non dice quali fornicazioni, né in che circostanze. I furti; guarda caso non cita quali furti né che cosa sia il furto. E così per le false testimonianze e le bestemmie. Non precisa cosa, quando e come. Non dice quali sono i cattivi pensieri; non dice quali sono omicidi; non dice quali sono gli adulteri; non dice quando si verificano le fornicazioni; non dice quando c'è il furto; non dice quando c'è la falsa testimonianza; non dice in cosa consiste la bestemmia! Ed ecco che l'imprecisione serve a Matteo per colpevolizzare le persone. L'imprecisione serve alla chiesa cattolica per stuprare che non si può difendere. La sozzura è nel pazzo di Nazareth descritto da Matteo non nel cuore degli Esseri Umani. Infatti egli ha paura della purificazione dell'esterno in quanto l'interno dell'Essere Umano contiene la sua determinazione nella vita; l'espressione della sua volontà. Matteo sa perfettamente che chi esercita le proprie determinazioni e la propria volontà non si può sottomettere. Ed ecco il pazzo di Nazareth descritto da Matteo inveire contro i Farisei perché non si sottomettono. Inveisce perché pulendo il loro esterno gli impediscono di accusarli: sono troppo puliti perché egli lo possa fare! Inveisce in quanto non ha nulla da proporre e Matteo non conosce in quale altro modo usare quella frase che ha trovato per sottomettere e stuprare chi non è in grado di difendersi. Ed ecco la chiesa cattolica assassinare milioni di persone asserendo che quelli degli altri sono assassini. Bestemmie, crimini, furti e adulteri sono le loro ricerche di libertà dai feroci campi di concentramento fisici e psicologici in cui la sua dottrina di morte li ha costretti. Nulla a che vedere con Tomaso!

Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

Piaz.le Parmesan, 8

30175 Marghera - Venezia

tel.041933185

E-mail claudiosimeoni@libero.it

 

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