Celebrazione del Giorno Pagano Europeo della Memoria

in onore dei martiri Pagani degli olocausti cristiani.




 

Il quattordicesimo rito del Giorno Pagano Europeo della Memoria si terrà sabato 22 febbraio 2020 dalle ore 17.00 presso il Bosco Sacro in Jesolo Venezia.

Il tredicesimo rito del Giorno Pagano Europeo della Memoria si è svolto sabato 23 febbraio 2019 dalle ore 17.00 presso il Bosco Sacro in Jesolo Venezia.

 

 

L'undicesimo rito del Giorno Pagano Europeo della Memoria si è tenuto sabato 25 febbraio 2017 dalle ore 17.00 presso il Bosco Sacro in Jesolo Venezia.

 

 

Il decimo rito del Giorno Pagano Europeo della Memoria si terrà sabato 20 febbraio 2016 dalle ore 17.00 presso il Bosco Sacro in Jesolo Venezia.

Il nono rito del Giorno Pagano Europeo della Memoria si terrà sabato 21 febbraio 2015 dalle ore 17.00 presso il Bosco Sacro in Jesolo Venezia.

L'ottavo rito del Giorno Pagano Europeo della Memoria si terrà sabato 22 febbraio 2014 dalle ore 17.00 presso il Bosco Sacro in Jesolo Venezia.

Il prossimo rito del giorno Pagano della Memoria si terrà sabato 23 febbraio 2013 dalle ore 17.00 presso il Bosco Sacro in Jesolo Venezia.

Il prossimo rito del giorno Pagano della Memoria si terrà sabato 25 febbraio 2012.

Il giorno Pagano della Memoria viene istituito al fine di ricordare tutti coloro che furono massacrati dalle esigenze cristiane di imporre il loro dio. Viene istituito per ricordare la distruzione delle società civili operata dai cristiani. Viene istituito per ricordare la necessità degli uomini e delle società di uscire dall’orrore dell’ideologia cristiana.

Questo giorno vuole rendere onore a chiunque fu travolto dall’onda nera del cristianesimo.

Questo giorno vuole rendere onore a tutti coloro che agirono per riportare l’umanità fuori dall’orrore dell’assolutismo cristiano.

Vogliamo ricordare gli antichi popoli che furono massacrati dai cristiani e le antiche religioni che furono vilipese, offese, denigrate dall’odio cristiano.

 

 

Vogliamo ricordare tutti coloro che aiutarono le società civili ad uscire dall’assolutismo cristiano; coloro che vennero chiamati “eretici”; coloro che vennero chiamate “streghe”; coloro che vennero chiamati “ribelli” e ringraziarli per aver messo la moneta della loro vita nel calderone della ricchezza umana.

Li ricordiamo attraverso il fuoco. Il fuoco della conoscenza che ardeva in loro; il fuoco della volontà che ardeva in loro; il fuoco della libertà che ardeva in loro.

E ricordiamo questo fuoco antico per farlo ardere ancora attraverso noi, perché i Pagani non avranno un futuro se non ricorderanno il passato!

 

 

I riti si tengono dal 2006 presso il Bosco Sacro di Jesolo - Venezia. Potete vedere i video degli anni precedenti a partire dalla pagina www.giornopaganomemoria.it/riti.html. Dovete però permettere al browser di eseguire il contenuto attivo per visualizzare il video, altrimenti potete cercarli su YouTube o su Google Video (a qualità migliore).

 

Si ricorda di portare i propri tamburi o tamburelli.

Indicativamente, dopo il rito, le persone si possono fermare per una pizza.

 

 

IL SIGNIFICATO DEL RITO

 

Il fuoco nel crogiolo sta a significare il fuoco di libertà che arde dentro al cuore degli uomini, di ogni singolo uomo che si è contrapposto all’orrore cristiano nel corso di tutti i secoli. C’è sempre stato qualcuno che ha tenuto accesa la fiamma anche nei momenti più bui dell’esistenza. Tutti gli Esseri Umani che si sono opposti all’orrore cristiano erano dei Prometeo che alimentavano la fiamma della conoscenza dentro loro stessi. Con questa fiamma accendevano la libertà nelle condizioni culturali che trovavano. Questo è il significato del piccolo fuoco.

Ogni popolo saccheggiato, ogni eretico incarcerato o bruciato; ogni strega incarcerata o bruciata; ogni filosofo o amante della vita incarcerato o bruciato era un Prometeo.

 

Qualche volta succedeva che le fiamme dei Prometeo diventavano fiamme di molti Prometeo e allora le piccole fiamme diventavano grandi fiamme.

Quando vennero spenti i fuochi di Vesta e di Perkunas le persone cessarono di guardare verso il cielo e guardarono nei sentimenti delle persone, là dove il fuoco si era nascosto.

 

Quando, con gli Inni, le persone ricordano, allora i fuochi si riaccendono e le persone possono guardare il tempo che viene loro incontro consapevoli del tempo che è passato.

E allora si può fare festa e dividere i fuochi per il passaggio

 

 

 

ESECUZIONE TECNICA DEL RITO

 

Fuoco nel crogiolo:

L’officiante accende il piccolo fuoco nel crogiolo dando il via al rito.

 

Gli astanti:

Sono collocati attorno al fuoco centrale.

 

I lettori degli Inni:

Sono collocati attorno al fuoco centrale dentro al cerchio degli astanti, vicino alla catasta di legna.

L’accensione del fuoco nel Crogiolo da il via agli Inni che vengono letti in sequenza.

 

Quando tutti hanno letto le persone in fila dietro al primo lettore degli Inni accendono un ramo e le torce nel fuoco piccolo, si predispongono attorno al fuoco grande e lo accendono contemporaneamente.

 

Il cerchio per chiamare le forze del mondo viene fatto fintanto che le fiamme  si alzano nel fuoco centrale. La chiamata viene fatta con tamburi e suoni.

Quando le fiamme sono al massimo ci si allontana in quanto il rito collettivo è finito.

 

Si procede, in un secondo tempo a dividere e ad alimentare il fuoco per i passaggi nel fuoco in onore di Baal.

 

 

GLI INNI

 

Per ora gli Inni sono due, nei riti successivi ne svilupperemo altri a mano a mano che il ricordo del passato e la necessità del futuro crescerà dentro alle persone.

 

 

IL FUOCO DI VESTA

 

Vesta è come la Terra: al di sotto di entrambe v’è il fuoco perenne:

La Terra e il fuoco simboleggiano infatti la propria dimora.

 

Tu per Vesta non intendere altro che la viva fiamma

Vedi che dalla fiamma non è mai nato alcun corpo.

 

Ma è il fuoco ad animare il corpo,

Passione e volontà che dal corpo nascono;

 

Ma è il fuoco che riscalda

quel crogiolo di vita che la terra diviene

quando Giunone, sorella di Vesta, Natura imponente

su di essa si stende e ne fa la sua sede.

 

Vesta come la Terra: il mio corpo sia questa terra

Vesta è il fuoco: il mio cuore arda di questo fuoco.

 

Che io possa essere il mio focolare, la mia casa, il mio rifugio

Riaccendendo giorno dopo giorno

E mantenendola viva e scoppiettante

La Vesta che nel mio cuore risiede.

 

Il fuoco di Vesta ardeva a Roma eternamente

Adesso bruci nel mio cuore ininterrottamente,

là dove nessun Teodosio assassino

arrivi mai a spegnerlo

finché la mia volontà ne sarà la legna

e come Vesta si conservi per i sentieri della vita.

 

 

 

SIAMO QUI PER RICORDARE

 

Siamo qui per ricordare.

Siamo qui per onorare

Siamo qui per fondare

 

Il fuoco fu spento sui sacri altari

Dopo che fu spento il fuoco che alimentava il mito.

E l’emozione abbandonò gli uomini

 

Tutto divenne forma, tutto divenne parola

L’illusione si impossessò dei sentimenti delle persone.

Le loro orecchie divennero sorde

Gli uomini divennero barbari e gli animali estranei

 

Tagete e Numa, Orfeo ed Omero divennero ombre indistinte

mentre terrori infernali uccisero le emozioni dell’uomo.

 

Siamo qui per riaccendere il fuoco,

Siamo qui per uscire dai terrori

Siamo qui per soffiare nuova vita nelle ombre che furono.

 

Siamo qui per riascoltare il canto di Orfeo

Siamo qui per ricordare

Siamo qui per riascoltare le armi degli Déi sotto le mura di Ilio

Siamo qui per onorare

Siamo qui per riaccendere il fuoco di Numa e Tagete

Siamo qui per fondare

 

 

 

Sabato 24 febbraio 2007 Rito per il Giorno Pagano della Memoria

 




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