Quirino - la città come dio

Gli Dèi nella Religione Romana
Il Sentiero d'oro

di Claudio Simeoni

 

Indice Religione Romana

 

A Roma la guerra era personificata da Marte.

Marte come guerra non è la guerra di annientamento come pensata dai cristiani. La guerra come Marte è la soluzione di una relazione conflittuale mediante la trasformazione dei contendenti.

La guerra è la soluzione delle contraddizioni attraverso la quale, una delle due parti, deve soccombere, ma entrambe vengono modificate.

I quiriti sono i cittadini. I cittadini combattono le battaglie per risolvere i problemi della città mediante il lavoro e il dibattito. Lavoro e dibattito che viene espresso, seguendo tutte le regole della guerra perché discutere e lavorare è sempre un impiegare tutto sé stessi.

Quirino è la contraddizione che si risolve attraverso il lavoro. Marte è la contraddizione che si risolve attraverso la guerra.

Sia Marte che Quirino sono forze in sé della contraddizione, sono il riferimento delle forze e delle tensioni che il divenire della contraddizione ha messo in moto.

Per alcuni popoli Quirino era certamente la contraddizione, indipendentemente dai mezzi e dalle condizioni nelle quali la contraddizione si risolveva. Indipendentemente dalla conseguenze che la soluzione della contraddizione, avrebbe provocato nel futuro.

I veggenti avevano ben chiaro la differenza del divino che veniva messo in moto dalla scelta dei mezzi con cui affrontare le contraddizione.

La fatica per arare un campo e la fatica per uccidere un nemico si poteva sempre chiamare fatica, ma la finalità, come la qualità dell'energia e l'Attenzione impiegata, erano soggettivamente diverse. La guerra implica la distruzione del nemico che perturbava l'ambiente, il lavoro implicava la trasformazione dell'ambiente e il dibattito implicava le scelte collettive con cui affrontare i problemi cittadini.

L'introduzione a Roma di Quirino si rese necessaria per permettere ai veggenti di distinguere la qualità delle contraddizioni e, per conseguenza, distinguere i mezzi con cui affrontale.

Quirino fu sinonimo di cittadino. Le contraddizioni della vita agreste erano già state individuate e descritte nelle prerogative di vari "Dèi" mancava di definire quella forza che rendeva l'Essere Umano cittadino. Un soggetto che forma una società separando gli adattamenti soggettivi dalle sollecitazioni dirette della Natura. Il costruttore di città o il cittadino che discute, stanno manipolando le Linee di Tensioni che legano i soggetti nel mondo, ma queste sono diverse dalle Linee di Tensioni che legano i viventi nella Natura.

Ogni azione dei viventi nella Natura mette in moto forze, tensioni, flussi di Energia Vitale; l'essere cittadini ne mette in moto una qualità diversa caratterizzata dall'azione degli Esseri Umani anziché dall'Essere Lupo, l'Essere Cervo, l'Essere Bosco, ecc.

La visione dei veggenti era quella di un Essere Umano aggregato che si faceva spazio all'interno della Natura. Non era il contadino mentre chiede spazio a Silvano pur essendo Silvano; non era il pastore mentre chiedeva a Fauno discrezione pur essendo egli, e il suo gregge, Fauno. Era un cittadino mentre imponeva alla Natura di "farsi più in là" perché doveva lastricare il suolo di pietra, legno, marmo e cemento per costruire le sue case.

1) - Quirino è l'Essere Umano mentre combatte la Natura. O meglio è l'Essere Umano autoproclamatosi completo, finito, all'interno del pensato della ragione mentre svolge il ruolo per cui l'Essere Terra gli consentì di espandersi, divenire, svilupparsi. E' l'Essere Umano "saccheggiatore" della Natura e inquinatore della stessa tramite le sue immondizie (in particolar modo milioni di tonnellate di idrocarburi bruciati).

2) - Quirino è l'Essere Umano cui tutto è dovuto soltanto per essere Quirino; per essere nato e vivere in quella città; per essere nato in quella razza o di quella religione. Quirino concepisce la relazione con Esseri Umani della campagna guardandoli con atto di superiorità: loro sono i villici, i campagnoli, i bovari. Quirino concepisce la relazione con gli abitanti di un'altra città soltanto se questi riconoscono, per necessità o per forza, la superiorità degli abitanti della sua città

3) - Quirino è la misura dell'unità e dell'orgoglio di una comunità a difesa di sé stessa e dei confini. Quando questa comunità diventa Stato, formato da molte città, Nazione o Impero (più per la vastità che per la struttura dello Stato), allora il senso di essere Quirino diventa meno importante. Quando l'Impero, la Nazione o lo Stato si dissolvono l'Essere Quirino è l'unica cosa a contare; trattenere gli Esseri Umani a dispetto delle avversità.

4) - Essere Quirino significa essere uguali nella comunità cittadina. Quando l'uguaglianza è estesa a tutti i popoli dello stato o della comunità, non ha più senso l'esistenza di molti Quirini. I Quirini si fondano a mano a mano che i popoli si fondono.

5) - Quirino è un nodo di convergenza di Linee di Tensione relative ad Esseri Umani di una città, ma solo se nel costruire quella città si mette in moto la volontà dei singoli individui legata alla sopravvivenza degli stessi attraverso la costruzione di quella città.

Sono gli abitanti, primi fondatori di quella città, a convogliare le Linee di Tensione attraverso la loro volontà e il lavoro delle loro mani in un nodo di Coscienza del collettivo. Il nodo, così formato, diventa permanente fintanto che diventa permanente la città acquista più forza nei momenti di crisi. Quando i livelli di vita degli Esseri Umani saranno in pericolo, il Quirino di quella città è in pericolo. Quando il Quirino diventerà fragile e debole, quella città è in pericolo.

6) - Quirino è un Essere complesso; né per il bene, né per il male. Egli è ciò che è, ed è ciò che le azioni e le scelte degli Esseri Umani di quella città hanno voluto che fosse.

Ogni Quirino sa perfettamente come la sua battaglia contro la Natura sia persa in quanto la vittoria consiste nel diventare Natura. I Poteri consapevoli che crescono nel presente si affiancano, si fondano, si trasformano e mediano la loro esistenza influenzandosi reciprocamente. Nessun Potere di Essere nel mondo, nessuna coscienza del mondo, può vivere di annientamento. La trasformazione è continua. Nelle città e nei popoli. Questa continua trasformazione è la specifica cultura di ognuno di loro. La cultura qualifica il Quirino dei vari popoli, delle varie città, delle varie nazioni

7) - Con Quirino ci si relaziona quando si diventa parte integrante di quella città; quando in quella città si mettono radici definitive. Questo vale soprattutto per gli Esseri Umani che non cercano la Conoscenza e la Consapevolezza e, pertanto, cercano la protezione di un luogo capace di dar loro tranquillità e sicurezza.

8) - Gli Esseri Umani nella ricerca di Conoscenza e Consapevolezza si sono svincolati dal loro Quirino. Oppure, come nel caso delle guerre, il loro Quirino è stato annientato. Essi si relazionano con ogni Quirino esistente ma non si legano, diventandone parte, a nessun Quirino fintanto che un Quirino di un luogo non tocca le loro emozioni.

Un grande Quirino è il Quirino in divenire della specie umana. Quando tutti i Quirini di ogni città diventeranno un solo Essere Quirino.

Come la volontà e l'azione degli uomini ha costruito tanti Quirini, così la volontà e l'azione dei Quirini spingerà gli Esseri Umani a formare un solo Quirino: il Quirino della loro specie.

Quando gli Esseri Umani non alzeranno più steccati o barriere; quando tutti gli Esseri Umani saranno considerati uguali; quando il Comando Sociale non giocherà più a dividere gli Esseri Umani per poterli dominare; quando la città si integrerà nella Natura diventandone un continuum.

Quando. Il quando non si conosce; la necessità di farlo è dentro ad ogni Essere Umano.

 

Testo 1993

Sistemazione attuale: Marghera 18 maggio 2016

 

pagina tradotta in lingua Portoghese.

Tradução para o português Quirino, a cidade como deus na Religião Romana

Il sentiero d'oro: gli Dèi romani

La vita, rappresentata da Giunone in Piazza delle Erbe a Verona

 

Il suicidio della vita rappresentata da Giulietta a Verona

 

La Religione Pagana esalta la vita trionfando nella morte.

Il cristianesimo esalta la morte, il dolore, la crocifissione e il suicidio

 

Per questo i cristiani disperati hanno un padrone che promette loro la resurrezione nella carne.

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Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

Membro fondatore
della Federazione Pagana

Piaz.le Parmesan, 8

30175 Marghera - Venezia

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e-mail: claudiosimeoni@libero.it

I Romani erano costruttori di Ponti

Ponti che univano gli Dèi agli uomini e gli uomini agli Dèi

La Religione di Roma Antica

La religione di Roma Antica era caratterizzata da due elementi fondamentali. Primo: era una religione fatta dall'uomo che abita il mondo fatto da Dèi con cui intratteneva relazioni reciproche per un interesse comune. Secondo: la Religione di Roma Antica era una religione della trasformazione, del tempo, dell'azione, del contratto fra soggetti che agiscono. Queste sono condizioni che la filosofia stoica e platonica non hanno mai compreso e la loro azione ha appiattito, fino ad oggi, l'interpretazione dell'Antica Religione di Roma ai modelli statici del platonismo e neoplatonismo prima e del cristianesimo, poi. Riprendere la tradizione religiosa dell'Antica Roma, di Numa, significa uscire dai modelli cristiani, neoplatonici e stoici per riprendere l'idea del tempo e della trasformazione in un mondo che si trasforma.