COMMENTO AGLI INNI ORFICI

di

Claudio Simeoni


PROFUMO DELLE NINFE

aromi

 

Ninfe, figlie di Oceano dal grande cuore,

che avete le case sotto i recessi della terra posati sull'acqua,

correte nascoste, nutrici di Bacco, ctonie, date grande gioia,

nutrite frutti, siete nei prati, correte sinuosamente, sante,

vi rallegrate degli antri, gioite delle grotte, vaganti nell'aria,

siete nelle sorgenti, veloci, vestite di rugiada, dall'orma leggera,

visibili, invisibili, ricche di fiori, siete nelle valli,

con Pan saltate sui monti, gridate evoé,

scorrete dalle rocce, melodiose, ronzanti, errate sulle montagne,

fanciulle agresti, delle sorgenti e che vivete nei boschi,

vergini odorose, vestite di bianco, profumate alle brezze,

proteggete i capri e i pastori, care alle selve, dagli splendidi frutti,

che vi rallegrate delle sorgenti, delicate, che molto nutrite e favorite la crescita,

fanciulle Amadriadi, amanti del gioco, dagli umidi sentieri,

di Nisa, invasate, guaritrici, vi allietate della primavera,

con Bacco e Deo portate grazia ai mortali:

venite con animo lieto ai santi sacrifici

versando corrente salubre nelle stagioni che accrescono il nutrimento.

da Inni Orfici, ed Lorenzo Valla, trad. Gabriella Ricciardelli

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Questo Inno è l'Inno alla vita! La vita intesa come il crogiolo d'insieme degli Esseri della Natura. Dove sono le NINFE? Sono attorno a noi. In ogni recesso. "Ma come, io non le vedo!" è la cecità del monoteista. E' la cecità di chi adora il dio padrone e si identifica con esso! L'identificazione col dio padrone, pensandosi prodotto dalla sua creazione, alza una barriera che ci separa dal mondo. Gli oggetti del mondo che ci circondano sono solo materia. Un albero è solo legna da ardere, un animale è solo carne da mangiare, una fonte è solo un luogo da inquinare e distruggere trasformandolo in oggetto di possesso. Sono solo oggetti a nostra disposizione. Così il monoteista ringrazia il suo dio per quello che gli ha donato. Donato a lui, lui che è stato creato ad immagine e somiglianza del dio padrone.

Un Pagano Politeista scorge le Coscienze di Sé del mondo!

Così l'albero lo posso bruciare, ma è un DIO che costruisce sé stesso. Un DIO che si compiace della vita, che ride, che gode, che pensa, che comunica, che costruisce le sue amicizie, le sue alleanze e combatte le sue battaglie. Così gli Esseri Animali, ognuno secondo le proprie determinazioni, ognuno secondo le proprie strategie, ognuno con i suoi mezzi che, generazione dopo generazione, la specie cui appartiene gli ha fornito. Così le fonti sono piene di Coscienze di Sé e Coscienze di Sé esse stesse. Così il mare è pieno di Coscienze di Sé e Cosciente di Sé è ogni suo anfratto. Così i monti sono pieni di Coscienze di Sé e ogni loro anfratto è Cosciente di Sé. Ognuno di loro combatte la propria battaglia della vita, ognuno di loro celebra BACCO, PAN, ZEUS e ogni altro DIO di cui sono parte. Ognuno di loro canta la propria canzone dell'esistenza espandendo sé stesso nel mondo in cui è venuto in essere.

Ogni NINFA (che tu sia un DIO o una DEA) è vergine nel senso reale del termine: non appartiene a nessuno! Ogni NINFA costruisce le proprie strategie d'esistenza e, nel farlo, costruisce "amicizia" e "contesa furiosa" con le quali costruisce e trasforma sé stessa con tutte le NINFE del mondo (che siano DEI o DEE).

Questo scorge nel mondo il Pagano Politeista. Un mondo di Coscienze e di Consapevolezze che ai suoi occhi appaiono con le fattezze della bellezza della vita. La sua leggerezza, il suo prorompere impetuoso come la FURIA. Il Pagano Politeista scorge gli DEI là dove il monoteista vede solo oggetti da possedere. Così il Pagano Politeista vede le NINFE in ogni luogo perché ogni luogo è una NINFA e in ogni LUOGO si muovono le NINFE! Un crogiolo vorticoso di vita là dove il monoteista vede solo materia da possedere: compresi i suoi figli!

La gioia della vita è propria del Pagano Politeista e la vive là dove il monoteista vive l'orrore e la morte del suo dio padrone.

I due aspetti non possono essere mediati!

Chi scorge le NINFE può scorgere soltanto il piacere e la determinazione della vita. Chi trasporta le proprie emozioni nei confronti di un cadavere appeso ad una croce proietta sul mondo il deserto della propria distruzione. Non può scorgere il crogiolo che fin dai tempi più antichi, prima ancora che il ventre LATONA generasse ARTEMIDE e APOLLO, nell'antico brodo primordiale le NINFE manifestavano sé stesse, con la loro volontà, col loro Potere di Essere e, trasformando il loro presente, hanno permesso, generazione dopo generazione, il sorgere del mondo come oggi noi lo conosciamo. Noi possiamo continuare l'opera di trasformazione del presente riconoscendo nel mondo le NINFE che vivono ed agiscono, oppure possiamo distruggere noi stessi quali proprietà di un dio padrone che ci conduce al macello. In questo caso perdiamo la nostra verginità: perdiamo la proprietà di noi stessi! La nostra possibilità di trasformarci in DEI! Ci vendiamo schiavi ad un dio padrone chiudendo i nostri occhi sull'immenso consapevole che ci circonda ed attendiamo la nostra distruzione. Mentre attendiamo la nostra distruzione, mettiamo una mano sugli occhi dei nostri figli affinché non vedano quanto noi ci siamo rifiutati di vedere e non scorgano la vita e l'immenso là dove il terrore ha abbagliato il nostro coraggio.

Da ogni luogo le NINFE chiamano gli Esseri Umani e sono pronte a raccogliere quanto ZEUS porta loro affinché cresca e si trasformi in un DIO. Sia esso DIONISO o sia esso NUMA! Il crogiolo della vita accoglie e cura la vita affinché il futuro sia sempre migliore di ogni presente.

Allora, ricantiamolo questo Inno, non una, ma mille volte. Cantiamo fino a stordire la nostra ragione gridando EVOE' nell'infinito finché la nostra ragione non tremi e per un attimo, almeno per un attimo, ci faccia cogliere l'Infinito delle Consapevolezze dalle quali siamo circondati. Cantiamolo ancora e ricordiamo:

"Ninfe, figlie di Oceano dal grande cuore,

che avete le case sotto i recessi della terra posati sull'acqua,

correte nascoste, nutrici di Bacco, ctonie, date grande gioia,

nutrite frutti, siete nei prati, correte sinuosamente, sante,

vi rallegrate degli antri, gioite delle grotte, vaganti nell'aria,

siete nelle sorgenti, veloci, vestite di rugiada, dall'orma leggera,

visibili, invisibili, ricche di fiori, siete nelle valli,

con Pan saltate sui monti, gridate evoé,

scorrete dalle rocce, melodiose, ronzanti, errate sulle montagne,

fanciulle agresti, delle sorgenti e che vivete nei boschi,

vergini odorose, vestite di bianco, profumate alle brezze,

proteggete i capri e i pastori, care alle selve, dagli splendidi frutti,

che vi rallegrate delle sorgenti, delicate, che molto nutrite e favorite la crescita,

fanciulle Amadriadi, amanti del gioco, dagli umidi sentieri,

di Nisa, invasate, guaritrici, vi allietate della primavera,

con Bacco e Deo portate grazia ai mortali:

venite con animo lieto ai santi sacrifici

versando corrente salubre nelle stagioni che accrescono il nutrimento."

Perché chi dimentica è condannato a dover ricordare! Anche dopo 1600 anni di orrore cristiano!

Claudio Simeoni
Meccanico
Apprendista Stregone
Guardiano dell'Anticristo

P.le Parmesan, 8

30175 Marghera – Venezia

tel. 041933185

e-mail: claudiosimeoni@libero.it

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