Il corpo fisico e il corpo luminoso
nei fenomeni di premorte
il Near Death Experiences

Ventiduesimo capitolo

Near Death Experiences, esperienze di premorte
fra scienza, cristianesimo e stregoneria

Congresso internazionale di San Marino 16-18 maggio 1997

di Claudio Simeoni

Indice dei temi congressuali

Il corpo fisico, il corpo luminoso e i fenomeni di premorte

Premessa iniziale.

Quando partecipai come spettatore al 1° Congresso Internazionale di studi delle esperienze di confine tenuto a S. Marino il 16-18 maggio 1997, era il tempo in cui ancora esercitavo l'attività di leggere l'aura delle persone ed era il tempo in cui ancora mi interessavo agli "esseri di sola energia vitale" che si muovono nel mondo. Dopo una dozzina d'anni di pratica mi sono reso conto che la comunicazione non verbale e le relazioni emotive erano ben più efficaci e pratiche che non leggere l'aura. Mi sono reso conto che coloro che identificavo come "esseri di sola energia vitale" erano una vita che si muoveva indipendentemente dagli Esseri della Natura e cessai un po' alla volta di dare loro importanza.

Le esperienze NDE si manifestano nel momento stesso in cui un corpo fisico è in crisi fisica e spesso, vicino alla possibilità di morire.

La prima cosa da dire è che tutto quanto succede è prodotto dal corpo fisico, dalla sua trasformazione e nulla di tutto questo potrebbe essere raccontato se prescindiamo dall'azione del corpo che si adatta per predisporsi al momento della morte.

Le allucinazioni prodotte dal corpo danno l'idea di serenità, di pace, di aspettativa di un "oltre possibile" che appartiene solo al momento della morte del corpo.

Esistono tecniche, farmaci e droghe con cui si possono riprodurre alcune condizioni molto simili all'NDE, ma ciò che manca è la sensazione di andare oltre. Perché farmaci e droghe attivano sì il nostro apparato allucinatorio, ma non predispongono il corpo alla morte.

Dunque, qualcuno potrebbe concludere che tutti abbiamo delle strutture energetiche che sopravvivono dopo la morte del corpo fisico. Le stesse testimonianze delle tre persone invitate al Congresso di S. Marino per descrivere le loro esperienze (al termine del convegno) hanno raccontato dell'incontro con entità.

De Giorgi disse che le entità avevano commentato dicendo che era andato troppo lontano e sapeva troppo; un altro, il fondatore della comunità pseudocristiana era stato eletto ad una specie di inviato del messaggero del dio creatore.

Queste sono esperienze allucinatorie in cui interveniva il condizionamento educazionale che riempiva di immagini quelle allucinazioni. L'allucinato, mediante le sue allucinazioni, diceva a sé stesso. Quel dire a sé stesso era messo in bocca alle entità che formavano le immagini delle sue allucinazioni.

Se l'aurea di De Giorgi era molto vasta, l'aurea del fondatore della comunità pseudocristiana (credo di Pordenone o nelle vicinanze) aveva un'aurea blunera.

Cosa significa questo? Che mentre le visioni di De Giorgi erano supportate da un certo dinamismo (fra le altre cose c'era un "essere di sola energia vitale" molto interessato fra De Giorgi e il primo congressista seduto vicino) le visioni trascendenti nella NDE raccontate dal fondatore della comunità pseudocristiana (credo Ten Sen Sao) sottolineavano la sconfitta della sua vita. La sua visione di dio e del suo paradiso era la consolazione della sconfitta nella sua esistenza. Le variabili nelle visioni NDE rappresentano, almeno in parte, il divenuto dei singoli individui: mentre De Giorgi ha sviluppato comunque una sua indipendenza di pensiero sulla quale lavorava; il fondatore della Ten Sen Sao aspetta solo di morire avendo rinunciato a fondare il proprio divenire.

Quello che più importa rilevare è che l'Essere Umano ha due gambe. Non potremmo mai usare le determinazioni dell'Essere Serpente. Questo vale sia nel momento della nascita che nel momento della morte del corpo fisico. In ogni caso, alcune delle determinazioni in comune con l'Essere Serpente, espresse all'atto della morte del corpo fisico, le abbiamo perché entrambi siamo Esseri della Natura.

Quando siamo sottoposti ad una crisi che ci porta vicino alla morte del corpo fisico, il nostro corpo agisce di conseguenza. Noi abbiamo un apparato diffuso nel corpo con cui non solo percepiamo il mondo, ma proiettiamo sul mondo i significati che elaboriamo. Nel momento della morte del corpo fisico, questa percezione viene disattivata. Dentro di noi si scatena un bombardamento psico chimico che porta il corpo a distaccarsi dal mondo, a non provare dolore, nemmeno se un leone ti sbrana. Morire, in sé, non è doloroso, semmai sono le condizioni esistenziali che lo rendono doloroso. In quel momento il corpo luminoso, se formato durante la vita dell'individuo, si predispone ad essere partorito.

C'era un tempo in cui pensavo di sapere che tipo di coscienza quel corpo luminoso è in grado di prendere su di sé di quanto componeva la coscienza dell'Essere Umano in vita. Ma il corpo luminoso è struttura emotiva mentre la coscienza, come noi la pensiamo, è descrizione del mondo e nella coscienza del corpo luminoso non rientra la descrizione del mondo.

Le NDE dimostrano che era un falso allarme. Infatti le esperienze sono quelle vicino alla morte, non sono mai esperienze dopo la morte: chi le racconta? Il corpo fisico si predispone a partorire il corpo luminoso. Ma il corpo luminoso è il frutto del percorso dell'esistenza dell'individuo. Un'esistenza fondata sulla sottomissione non produce un corpo luminoso ma distrugge la carica vitale iniziale. La carica vitale che l'Essere Feto aveva faticosamente arricchito attraverso l'esercizio delle proprie determinazioni.

Il corpo fisico si prepara a partorire il corpo luminoso.

Non si partorisce nel dolore!

Il corpo luminoso non nasce con dolore si sfila dal corpo fisico con una sensazione di piacere, un apparire della luce dell'esistenza mentre il mondo attorno è già svanito. Da qui il senso di pace.

Che coscienza ha il corpo luminoso? Nessuna se non quella di esistere. Non ha coscienza del suo modo di percepire e di essere nel mondo, ma ha la forza forgiata nel corso della vita nella natura. Un corpo fatto di energia che si emoziona e che affronta un mondo la cui realtà materiale è costituita da emozioni.

La coscienza razionale dell'individuo che muore vive il momento del passaggio o il momento del passaggio mancato fra sensazione di pace, per la rottura dei legami con il mondo fisico, benessere per la sospensione della coscienza del corpo fisico e luce come rappresentazione allucinatoria della coscienza del corpo fisico mentre si trasforma in coscienza del corpo luminoso.

Per contro, nelle esperienze di premorte, anche quando il corpo luminoso non viene partorito, ma la vita cessa con la morte del corpo fisico, c'è il distacco della coscienza razionale dal mondo che spegnendosi su sé stessa vive l'ultima "luce" della sua esistenza e la sensazione di pace come distacco dal mondo e il predisporsi del corpo fisico a morire.

Gli Esseri Umani tendono ad ignorare come la vita altro non è che una questione di assoluta volontà. La vita nella Natura è desiderio veicolato nel mondo attraverso la volontà dell'individuo, che ne è il motore, e l'intelligenza, che funge da guida. La vita è esercizio delle proprie determinazioni soggettive costruite dal divenire della specie. Questo vale per ogni Essere delle Natura e ogni Essere della Natura paga il suo tributo alla Natura. Il tributo della riproduzione ad ogni membro, per ogni specie!

La fisicità dell'individuo si sviluppa comunque: essa è frutto della volontà dell'Essere Feto. Essa è frutto della corsa degli spermatozoi per fecondare quell'ovulo. La volontà che l'individuo usa nello spazio che va dalla nascita come Essere Umano alla morte dell'Essere fisico serve per costruire l'Essere Luminoso; il dio che cresce dentro ogni Essere della Natura. Se non teniamo presente questo, dimentichiamo il senso della nostra esistenza. Non c'è maledizione più grande per chi dimentica. Non c'è maledizione più grande nella magia per l'Essere che rinuncia ad affrontare i problemi della sua esistenza.

La maledizione degli Esseri Umani consiste nel mettersi in ginocchio davanti alla morale imposta dal dio padrone.

La fisicità la costruiamo nella pancia di nostra madre: ma cosa costruiamo nella vita fisica?

Agli adoratori del macellaio di Sodoma e Gomorra rimane solo la loro distruzione, giorno dopo giorno, costruita attraverso la loro sottomissione. La fisicità resta, ma è solo un guscio vuoto buono soltanto per costruire il futuro degli Esseri Vermi.

Scritto nel 1997

Revisione 31 marzo 2016

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L'indice dei temi congressuali

Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

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Le esperienze di premorte

Le persone non si rendono conto che quando stanno per morire, non sono morte. In ogni caso noi disponiamo di strumenti mentali con cui possiamo afferrare aspetti inusuali del mondo che ci circonda. Questi strumenti non ci dicono com'è il mondo dopo la morte, ma ci indicano possibilità esistenziali e opportunità diverse da quelle che immaginiamo.