Fauna - Il femminile delle specie animali della Natura

Gli Dèi nella Religione Romana
Il Sentiero d'oro

di Claudio Simeoni

 

Indice Religione Romana

 

"... Sive tu mas, sive tu femina"

E' un'antica invocazione di Roma. Un'invocazione fatta al dio, sia che questo si consideri maschio o femmina.

Era la consapevolezza dell'Antica Religione di Roma che un conto era come noi pensiamo gli Dèi e un altro conto è come gli Dèi considerano sé stessi.

Fauna è l'aspetto "femminile" di Fauno. O meglio, percepita Fauna come tensione divina che manifesta gli Esseri Animali e che si fa' Giunone attraverso la nascita e la generazione delle specie, si individua l'aspetto maschile che porta a variare, a modificare, a diversificare le specie al suo interno: Fauno!

La Natura, come Essere in Sé, viene percepita sia come insieme, che comprende l'Essere Umano, Giunone, sia come Esseri diversi dall'Essere Umano che appartengono allo stesso regno animale, Fauna. Gli occhi per cogliere l'aspetto Maschile o Femminile sono occhi maschili o femminili dove il soggetto crea le assonanze fra sé e il mondo che lo circonda.

Fauno è maschile solo nella raffigurazione e solo perché gli occhi che lo percepirono erano maschili. Quando occhi femminili lo guardano colgono immediatamente l'aspetto femminile: Fauna!

Il veggente, alterando la percezione, non coglie l'insieme dell'immenso che lo circonda, ma lo penetra progressivamente. Il primo aspetto divino che incontra è legato alle sue personali predilezioni. Poi, a amano a mano che penetra lo sconosciuto che lo circonda, incontra le diversificazioni, le incongruenze, il molteplice. Così il veggente non ha potuto fare altro che diversificare due movimenti consapevoli divini all'interno dello stesso oggetto che stava contemplando. Fauno rivela così di comprendere ogni sesso presente nella Natura Animale e il suo nome femminile fu usato per designare altre cose perdendo l'incisività delle visioni iniziali: "... Sive tu mas, sive tu femina".

E' pratica del Potere di avere, isolare quegli elementi non consoni e funzionali a se stesso. Se il potere di avere (e con questo anche il controllo fisico sulle greggi), fosse stato gestito dal sesso femminile, per tradizione, a scomparire, molto probabilmente, sarebbe stata la parola Fauno anziché Fauna. Anche se i veggenti scoprirono essere Fauno comprensivo di tutti i sessi (e le loro variabili) presenti nel mondo animale, non dettero nessuna importanza alla forma trovando del tutto naturale lasciarlo in forma maschile.

Una volta dato un nome, una volta sfuggiti i confini che quel nome definiva, gli Esseri Umani, prigionieri del pensato della ragione, fanno presto a conferire loro forma umana e, con quella forma, costruire un qualche mito funzionale al potere di avere imperante in quel momento.

Il potere di avere e le necessità che impone, costringe gli Esseri Umani a distogliere lo sguardo dal movimento della vita per concentrarlo sulla società umana. Così, troppo spesso, le regole della società umana vengono proiettate come se fossero le regole della vita stessa. In fondo, a cosa ci è utile ricordare Fauna? Solo a ricordarci che la vita è femminile e il maschile è solo una variabile sul femminile? Se è quello il ricordo, come può il potere di avere dominare l'aspetto femminile della vita e, attraverso esso, tutti gli aspetti della vita sociale?

Meglio accostare Fauna a Bona Dea come figlia di Fauno "violentata dal padre"; oppure come moglie di Fauno tanto fedele da non uscire di casa che però trova una brocca di vino, si ubriaca e Fauno la picchia a morte! Modelli sociali elaborati da "poeti" molto tardi, che nulla hanno a che vedere con i veggenti!

Versione caricata in internet il 26 gennaio 2006

Modifica 06 febbraio 2015

Pagina tradotta in lingua Portoghese.

Tradução para o português Fauna, o feminino das espécies animais da natureza; os Deuses na Religião Romana

Il sentiero d'oro: gli Dèi romani

La vita, rappresentata da Giunone in Piazza delle Erbe a Verona

 

Il suicidio della vita rappresentata da Giulietta a Verona

 

La Religione Pagana esalta la vita trionfando nella morte.

Il cristianesimo esalta la morte, il dolore, la crocifissione e il suicidio

 

Per questo i cristiani disperati hanno un padrone che promette loro la resurrezione nella carne.

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Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

Membro fondatore
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I Romani erano costruttori di Ponti

Ponti che univano gli Dèi agli uomini e gli uomini agli Dèi

La Religione di Roma Antica

La religione di Roma Antica era caratterizzata da due elementi fondamentali. Primo: era una religione fatta dall'uomo che abita il mondo fatto da Dèi con cui intratteneva relazioni reciproche per un interesse comune. Secondo: la Religione di Roma Antica era una religione della trasformazione, del tempo, dell'azione, del contratto fra soggetti che agiscono. Queste sono condizioni che la filosofia stoica e platonica non hanno mai compreso e la loro azione ha appiattito, fino ad oggi, l'interpretazione dell'Antica Religione di Roma ai modelli statici del platonismo e neoplatonismo prima e del cristianesimo, poi. Riprendere la tradizione religiosa dell'Antica Roma, di Numa, significa uscire dai modelli cristiani, neoplatonici e stoici per riprendere l'idea del tempo e della trasformazione in un mondo che si trasforma.