Il Giudizio di Necessità
Prima stesura del Crogiolo dello Stregone

(testo originale 1997)

Capitolo due

di Claudio Simeoni

Cod. ISBN 9788893329187

Indice primo crogiolo dello Stregone

 

Presentazione del Crogiolo dello Stregone
Radio Gamma5 Via Belzoni 9 Cadoneghe - Padova
01 maggio 1997!

Dalla "REGOLA CELESTE" di Lao Tse

IL RITORNO AL PRINCIPIO

Chi raggiunge il massimo del vuoto
osserva la fermezza della pace
tutte le cose hanno in comune la nascita
ed io contemplo il loro ritornare
tutte le cose hanno uno sviluppo florido
ma ognuna di esse ritorna alla radice
tornare alla propria radice significa riposare
riposare significa fondare un nuovo divenire
un nuovo divenire significa fondare l'eternità
conoscere l'eternità significa essere illuminati
non conoscere l'eternità è sventura cieca
chi conosce l'eternità si sa comportare
chi si sa comportare è giusto con tutti
chi è giusto con tutti è un sovrano
chi è sovrano è simile al cielo
chi è simile al cielo è simile al tao
chi è simile al tao dura eternamente
e per tutta l'esistenza è fuori dai rischi.

Mi è stato chiesto di precisare i concetti che formano il bastone dello Stregone.

Questi concetti sono importanti in quanto solo attraverso quel bastone è possibile trasformare l'Essere Umano affinché possa camminare lungo il sentiero dell'eternità.

Il dialogo interno, e più in generale il parlare, l'elencare, il numerare ecc. altro non fanno che fissare il nostro punto di vista sul mondo che finisce per farci credere che il mondo della forma è un assoluto. Parlare ci costringe a descrivere quanto i nostri occhi vedono e le nostre orecchie odono. Ma mentre noi parliamo per descrivere quanto vediamo e quanto udiamo, molte immagini ci sfuggono e molti suoni sono ignorati in quanto non rientrano nella nostra descrizione.

La percezione degli occhi e delle orecchie è più veloce della parola e della formazione della descrizione. Se noi non fermiamo il dialogo interno, la nostra descrizione di quanto percepiamo, si trasforma in ossessione. Siamo talmente presi dalla necessità di descrivere che finiamo per costringere i nostri sensi a diventare ciechi e sordi ai fenomeni perché altrimenti la nostra ragione, formata attraverso la nostra descrizione, non riesce a descrivere tutti i fenomeni percepiti.

Il dialogo interno e l'uso delle parole da strumenti dell'individuo, attraverso i quali affrontare il mondo, diventano padroni dell'individuo e lo costringono ad ignorare un numero sempre maggiore di aspetti percepiti perché altrimenti non riesce a farli rientrare nella descrizione.

L'insieme del mondo che riusciamo a descrivere mediante le parole si chiama "ragione". Quanto non riusciamo a descrivere mediante le parole lo chiamiamo "percezione", o altri nomi a seconda dei riferimenti che facciamo.

Bloccando per qualche istante il dialogo interno noi permettiamo ai nostri sensi di tuffarsi nella "percezione" e considerare nuovi fenomeni che nella ragione non sono inseriti o considerati. A volte quanto incontriamo nella percezione viene inserito nella ragione e descritto. Questo si chiama: dilatare la propria ragione; la propria descrizione.

L'importante non è disprezzare la descrizione, ma bloccarla in momenti specifici della giornata per permettere ai sensi di far affluire alla coscienza elaborazioni diverse del mondo che normalmente vengono cancellate dalla ragione. La ragione considera l’elaborazione di tutti i fenomeni che non rientrano nella sua descrizione come irrazionali salvo quando la ragione è costretta a prendere atto di una diversa realtà e a rielaborare la propria descrizione inglobando le nuove elaborazioni con una nuova e diversa descrizione della realtà. Ogni individuo scelga i propri momenti e i propri modi.

Io, ad esempio, associo il blocco del dialogo interno al fare, cioè alle mansioni principali cui attendo durante il giorno. Essenzialmente quelle che costruiscono le mie relazioni con la materia e prima di dormire per facilitare e forzare il sognare.

Ogni persona deve scegliere il proprio momento in cui sospendere la ragione e l’intento per il quale farlo.

Alcuni Pagani Politeisti e Apprendisti Stregoni attuano dei riti all'interno dei quali sospendono il dialogo interno. Esistono pratiche, di cui parleremo in un secondo momento, come la meditazione o la contemplazione, che favoriscono la sospensione del dialogo interno.

Il dialogo interno deve essere accompagnato alla sospensione del giudizio. Ogni volta che noi affrontiamo un fenomeno con i nostri sensi la nostra ragione, attraverso la descrizione, interviene per emettere un giudizio o una sentenza. Poco importa alla ragione se quanto descrive è o meno rispondente alla realtà: la ragione si ritiene padrona assoluta dell'individuo e come tale intende comportarsi.

La sospensione del dialogo interno, per formare il bastone dello Stregone, deve produrre la sospensione del giudizio nei confronti dei fenomeni percepiti dai sensi. Un fenomeno può essere prodotto da una causa o può essere il prodotto di una causa diversa o può, ancora, essere il prodotto di molte cause combinate. Un Apprendista Stregone sa perfettamente come lo sconosciuto sia maggiore del conosciuto e per affrontare lo sconosciuto deve sospendere il giudizio.

Se noi sospendiamo il giudizio viviamo con molta fatica nella società umana ed allora usiamo un espediente: il giudizio di necessità.

Il giudizio di necessità è quello che dice: io penso che quella cosa debba essere in quel modo e dal momento che debbo agire, agisco di conseguenza, però, se scopro che le cose possono non stare in quel modo, torno immediatamente indietro, cambio il mio giudizio di necessità e modifico la direzione della mia azione.

Il giudizio di necessità mi consente l'azione ma non mi sottomette al giudizio espresso; mi consente di cambiare opinione ogni volta che al mio pensato si aggiungono nuovi elementi e nuovi fenomeni.

L'Apprendista Stregone e il Pagano Politeista non sono degli eremiti, vivono nel Sistema Sociale e si relazionano all'interno del Sistema Sociale.

In questo caso la sospensione del giudizio assume il nome di scetticismo. Essere scettici ci permette di agire e di prendere delle decisioni senza essere sottomessi ad una decisione predeterminata. Essere scettici ci permette di non sposare un'opinione a priori. Noi agiamo per sviluppare noi stessi e attraverso il nostro sviluppo si sviluppa il Sistema Sociale in cui viviamo. Ma noi scegliamo in base alle necessità del nostro sviluppo e ci sottraiamo a chi vorrebbe usarci per propri progetti e proprie necessità.

Noi siamo scettici davanti a qualsiasi proposta a meno che questa non coincida con i nostri intenti e i nostri desideri. Essere scettici ci impedisce di cadere nella trappola di chi vorrebbe usarci.

Uno scettico non si farà mai coinvolgere da sconvolgenti immagini televisive di questa o quella tragedia umana perché sa che altre tragedie sono in corso e non sono visibili per televisione e il fatto stesso che un mezzo, di cui egli non ha il controllo, gli propina delle sofferenze anziché delle altre significa che discrimina fra le sofferenze (giocando sulle apparenze) obbedendo a degli interessi che nulla hanno a che vedere col superamento della sofferenza.

Sviluppare il proprio Potere di Essere significa lavorare per eliminare ogni tipo di sofferenza. Chi viene piegato ad immagini di sofferenza viene sottomesso ad una percezione specifica il cui scopo è solo quello di impedirgli di sviluppare il proprio Potere di Essere e non diminuisce la sofferenza presentata (molto probabilmente ne alimenta le causa che la producono).

In questo modo, mentre costruiamo il bastone, iniziamo a cambiare la relazione fra noi e le imposizioni dell'oggettività. Non ci limitiamo più a subire le determinazioni che l'oggettività ci presenta, ma cominciamo a mettere nell'oggettività le nostre determinazioni. Cominciamo a scegliere con cosa relazionarci e cosa scartare. Scegliamo, anziché subire soltanto.

Il bastone dello Stregone è dunque formato dalla sospensione del dialogo interno, attraverso il quale l'Apprendista Stregone limita il potere assoluto della sua ragione; la sospensione del giudizio, attraverso la quale l'Apprendista Stregone percepisce nuovi fenomeni senza per questo descriverli o elencarli; un atteggiamento sociale scettico, attraverso il quale l’Apprendista Stregone agisce nella società partendo dalle proprie predilezioni senza sottomettersi socialmente.

Con questo bastone l'Apprendista Stregone mescola il proprio crogiolo.

Testo della trasmissione radiofonica del 01 maggio 1997 tenuta a RadioGamma5 a Cadoneghe in provincia di Padova.

Pagina tradotta in Portoghese:

Tradução para o português O juízo de necessidade

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Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

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L'incapacità degli uomini di affrontare la loro vita viene costruita meticolosamente dal cristianesimo mediante la violenza sull'infanzia. Costruire la distruzione dell'uomo è un'invenzione ebrea e cristiana. Succede che negli USA molte persone, partite per le guerre che gli USA fanno nel mondo, ritornino psicologicamente ed emotivamente devastate. Educate ad essere sottomesse ad un dio padrone e convinte di essere in grado di uccidere chiunque, il loro delirio di onnipotenza si scontra con la realtà mandandoli fuori di testa.