CORTE DI CASSAZIONE:


DIRE: “SEI UN PIRLA” E' UN'INGIURIA.

12 febbraio 2006

di Claudio Simeoni


Per una morale della Religione Pagana Politeista

Indice generale dei temi relativi alla Costituzione della Repubblica,
alla Corte di Cassazione in relazione ai principi sociali della Religione Pagana.

 

La notizia:

“La Corte di Cassazione con la sentenza N. 4036/06, ha reso definitiva la condanna per ingiuria ad un 66enne di Monza che si era rivolto ad un'altra persona dandogli appunto del “pirla”. Per la suprema Corte è “lesiva dell'onore e del decoro” della persona alla quale viene rivolta.”


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In questo caso la Corte di Cassazione si sta scontrando con una pratica cattolica molto in uso: denigrare, umiliare la persona per impedirgli di rivendicare qualcosa. Anche se la persona fa qualche cosa di bello, di importante e ben fatto, per i cattolici è necessario impedirle di rivendicarne i meriti.

Questa tensione psichica, educazionalmente imposta dal cristianesimo, ha lo scopo di spostare i meriti raggiunti dalla persona, dalla persona al dio padrone chiedendo, alla persona che ha ottenuto i meriti, di riconoscere, in ciò che ha fatto, l'intervento del dio padrone.

Chi si impegna per raggiungere un obiettivo ed è orgoglioso di essere riuscito a raggiungerlo, per un cristiano è un “peccatore” che deve essere umiliato. Si tratta di uno degli insegnamenti fondamentali del Gesù dei Vangeli: “Chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato!”

“Due uomini salirono al tempio per pregare; uno era un Fariseo e l'altro un pubblicano. Il Fariseo ritto in piedi così pregava dentro di sé: “O dio ti ringrazio perché non sono come tutti gli altri uomini, rapaci, ingiusti, adulteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte la settimana e pago le decime di tutte quante le mie rendite”. Il pubblicano, invece, se ne stava distante e non ardiva neppure di alzare gli occhi al cielo, ma si percuoteva il petto dicendo: “O dio sii propizio verso di me che sono un peccatore!”. Io dico che questi discese a casa sua giustificato, a differenza dell'altro; perché chi si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato.” Vangelo di Luca, 18, 10-14

E dal momento che il dio del Gesù di Nazareth non esiste, ci pensa l'educazione cristiana, quando manca della capacità di criticare azioni o idee di una persona che potrebbe essere considerata per tali idee o per tali azioni, ad intervenire con l'insulto, l'ingiuria, la diffamazione e la denigrazione nei confronti della persona.

Proviamo a sentire un po' di insulti gratuiti di Gesù nei confronti di persone alle quali non è in grado di opporre nessuna ragione razionale con la quale diffondere la propria dottrina:

“Guide cieche! Voi scolate il moscerino e inghiottite il cammello! Guai a voi Scribi e Farisei ipocriti, che pulite il di fuori del bicchiere e del piatto, mentre il di dentro è pieno di rapina e di immondezza!Fariseo cieco! Lava prima l'interno del bicchiere e del piatto; sicché anche l'esterno diventi pulito. Guai a voi, Scribi e Farisei ipocriti, perché siete simili a sepolcri imbiancati, i quali, visti dal di fuori appaiono splendidi, ma dentro sono pieni d'ossa di morti e d'ogni putredine! Così anche voi, di fuori apparite giusti alla gente, ma dentro siete pieni d'ipocrisia e di iniquità.” Vangelo di Matteo, 23, 24-28

Da Luca abbiamo tratto il motivo per insultare le persone; da Matteo abbiamo tratto il metodo dell'insulto che i cristiani impongono ai bambini.

Che differenza c'è a dire ad una persona che è “putrida” o che è un “pirla”? Nessuna (se non che un epiteto è più violento dell'altro e, comunque, offende la persona). E il motivo? Umiliare la persona, colpire la sua sensibilità per impedire di rivendicare i suoi meriti esattamente come Gesù fa nei confronti del Fariseo. Il Fariseo è orgoglioso di essere riuscito ad obbedire alle regole imposte dal suo dio e ora può rivendicare il premio. Ma il suo dio lo umilia, perché, in realtà, preferisce chi ha violato le regole. Chi viola le regole non rivendica per i propri meriti, ma tende la mano per un gesto di carità.

Ed è davanti a questa condizione psichica che la Corte di Cassazione ha emesso la sentenza: gli uomini li affronti per quello che sono, non li umili per averne un vantaggio.

E' necessario capire la morale della Costituzione che ha al suo centro la persona e la sua attività propositiva nel Sistema Sociale a differenza del cristianesimo che deve umiliare gli uomini facendoli passare per incapaci ed impotenti a maggior gloria del proprio dio.

E così ogni cristiano si ritiene in diritto di umiliare le altre persone, offenderle, perché lui è educato ad essere ad immagine e somiglianza di dio mentre l'altro è un peccatore.

E purtroppo questo succede perché un cristiano è educato ad essere “furbo”, ma non è attrezzato per affrontare le contraddizioni che sorgono nel Sistema Sociale, né è stato educato per capire gli altri e le loro ragioni. Un cristiano è educato alla prevaricazione; è educato a riconoscere una gerarchia di “potere” nella quale viene invitato ad inserirsi anche calpestando le regole della società civile. E quando un cristiano si trova davanti ad argomentazioni che non è in grado di reggere o con le quali non è in grado di misurarsi fa dell'offesa personale il suo strumento preferito: vi fu un tempo che il cristiano bruciava le persone che avevano ragioni ben più valide delle sue dopo averli offesi chiamandoli ERETICI!

Marghera, 26 luglio 2006



Claudio Simeoni
Meccanico
Apprendista Stregone
Guardiano dell'Anticristo

P.le Parmesan, 8

30175 Marghera - Venezia

tel. 041933185

e-mail: claudiosimeoni@libero.it


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