Percezione, realtà e inganno

L'Anticristo e il mondo che ci circonda

Il Libro dell'Anticristo

di Claudio Simeoni

Cod. ISBN 9788891170873

Per chi vuole comprarlo in libreria

Percezione, realtà e inganno

Discorso e considerazioni su alcuni alspetti della percezione

Io non so attraverso quale meccanismo gli Esseri Umani concepiscono materia ed Energia Vitale e come, secondo la percezione umana, la materia si trasformi in Energia Vitale e viceversa, ma so per certo che per la Specie Umana (e la sua percezione) l'Energia Vitale si trasforma in materia e la materia in Energia Vitale.

Non so nemmeno se questa trasformazione sia oggettiva o se il rapporto intercorrente fra Energia Vitale e materia sia soltanto la percezione del "vedere" umano a percepire, descrivere e definire, quella trasformazione.

Mi calo nell'impressione che non esista differenza fra Energia Vitale e materia, ma che l'uno e l'altro siano la stessa cosa pur concedendo che in un dato momento abbiano un'organizzazione strutturale diversa.

Qual è dunque la realtà del mondo circostante?

E' il mondo razionale della matematica dove ogni oggetto ha un suo posto o un suo ordine, o è quel guazzabuglio in continuo movimento determinato dalla percezione dei sensi?

E inoltre; qual è l'aspetto del mondo reale in grado di essere percepito dai miei sensi? E' il mondo in cui quotidianamente agisco o sono i mille mondi dei miei "sogni" in cui spesso tutto è indefinito, qualche volta senza forma, qualche volta grandioso e capace comunque di coinvolgere tutti e cinque i miei sensi?

Ancora; se la materia è Energia Vitale e l'Energia Vitale materia chi mi assicura che io, girando l'angolo della percezione, non percepisca lo stesso mondo della realtà quotidiana in forma e sostanza completamente diversa?

Ancora; io guardo un uomo, ne afferro la forma e asserisco, mediante l'esperienza, che quello è un uomo; e quando io vedo quella "leggera" differenza che contraddistingue la materia "immota" da quella "vivente"? Non solo per affermare come quello fosse un vivente, ma fossi tanto esperto per poter affermare con assoluta sicurezza come quello sia un uomo fino a definirlo in sé?

Tutta la filosofia per duemilacinquecento anni, dai tempi dei Pitagorici, si è sempre divisa fra assertori della scienza (matematici, biologi, geometri ecc.) e osservatori della percezione (empiristi). Eppure gli empiristi sono sempre partiti dal presupposto che i sensi, fonte della percezione, fossero ciò che sono e non modificabili. Chi modifica i sensi, e per conseguenza la percezione del mondo circostante, viene definito pazzo, al di là che la scienza moderna possa trovare dei corrispondenti meccanici (oltre che biologici e fisiologici) tali da modificare la percezione stessa.

Anche se la "scienza" moderna, attraverso farmaci o azioni meccaniche e psicologiche, tende a ricondurre, in queste persone, la visione del mondo entro i limiti socialmente imposti recuperando questi individui come carne da lavoro, non significa che non esiste una diversa percezione della realtà o la realtà percepita in modo diverso, significa soltanto che un diverso modo di percepire la realtà non è funzionale al "potere costituito" e comunque, in molti casi, crea difficoltà di sopravvivenza alle persone stesse (leggi emarginazione).

Però, se vengono messe le catene agli occhi dell'intera umanità ciò non significa che la visione dell'intera umanità sia la visione dell'intero mondo reale, ma piuttosto che sia la visione del mondo che le catene impongono.

Il discorso vale per ogni organo di senso.

L'abitudine storica di guardare il mondo della realtà quotidiana è sufficiente a garantirci che questo è l'unico mondo possibile? O potremmo invece dire che questo è l'unico mondo in cui può venire a formarsi un Potere Costituito per il controllo e il comando dell'umanità?

Poniamo ad esempio il Sole. La scienza moderna afferma che il Sole è una stella con determinati parametri di grandezza, luminosità, calore ecc.. In alcune credenze precristiane il Sole era un dio; un Essere Vivente con una propria Coscienza, con una propria Consapevolezza, con un proprio Potere di Essere. La scienza può dimostrare (indirettamente) ciò che afferma del Sole, può dare un certo numero di prove a dimostrazione delle sue affermazioni. Sono prove che tutti possono accettare perché si basano su misure e metodi oggettivi comunemente accettati dai sensi nel mondo del quotidiano.

La scienza afferma: "Non c'è nulla di mistico nel Sole". "Anzi" aggiunge "Se i mistici affermano che il Sole è un Essere Vivente diano una dimostrazione oggettiva come noi facciamo con le nostre affermazioni."

Come si può dimostrare che il Sole è vivo, sempre che si possa raggiungere un accordo per tale idea?

Certo che se il Sole dicesse: "Abramo devi ammazzare Isacco!" allora si potrebbe pensare che il Sole sia vivo dal momento che interferirebbe nelle vicende umane e, noi, potremmo dire agli "scienziati": "Vedete, constatate: il Sole ha parlato, dunque è vivo!".

Imputare al Sole interessi umani o interferenze nella vita umana più che affermare che il Sole è vivo serve a considerare il Sole un Essere grandioso solo per alzare l'uomo alla stessa grandiosità, donde alcuni uomini si faranno portavoce di tale grandiosità, diventando più grandiosi degli altri attraverso il gioco di interpretazione dell'imperio dell'Essere Grandioso.

Tutti gli altri Esseri Umani in ginocchio davanti a questi, in assoluta obbedienza.

Ben meschina prova sarebbe; semmai sarebbe la prova che l'Essere Umano (o meglio il suo Comando Sociale) è grande quanto il Sole, tanto da costringere il Sole a volgere l'attenzione all'Essere Umano stesso.

La scienza non può dimostrare se il Sole sia vivo (manifesti intelligenza, progetto e scopo) come non può dimostrare che non lo sia. Può dimostrare (perché nulla sta a smentire) come egli non interferisca direttamente nelle azioni umane come il cristiano, nella realtà quotidiana, pensa che egli, se fosse vivo interferirebbe. Come i cristiani affermano interferisce il loro dio nelle azioni umane.

A prescindere dal fatto che mentre il Sole è una realtà anche nel mondo della scienza, il dio dei cristiani è solo un'idea (al di là da dove nasce che non è argomento di questo testo). Un'azione del Sole nel mondo degli uomini, riferita in termini del Comando Sociale, implicherebbe un interesse specifico del Sole nelle azioni umane, non nella loro esistenza come genere o specie, ma nello specifico come singoli esseri all’interno del corpo sociale.

Esistono delle interferenze di un individuo con tutta una specie presente al suo interno; ad esempio, l'equilibrio della flora batterica dentro il proprio stomaco.

Tale relazione simbiotica è necessaria ai fini dell'equilibrio fisiologico dell'individuo, ma non si agisce sui singoli batteri. I singoli batteri agiscono nelle condizioni che il singolo individuo costruisce dentro di sé.

Da questo presupposto si potrebbe affermare che se la Specie Umana fosse in rapporto con l'Essere Sole questi potrebbe agire in caso di pericolo della Specie Umana o qualora la Specie Umana costituisse un pericolo per l'equilibrio fisiologico dell'Essere Sole.

Noi, come Esseri Umani, di tale intervento saremmo in grado di percepire mutamenti nella situazione oggettiva in cui viviamo. Mutamenti tali da favorire lo sviluppo della specie o tali da impedire o bloccare lo sviluppo della specie stessa.

I motivi di tali scelte dell'Essere Sole non rientrano nella sfera dei bisogni della Specie Umana, ma nei bisogni specifici della Coscienza di Sé dell'Essere Sole.

La Specie Umana potrebbe leggere gli effetti, per essa cause, atte a favorire o bloccare il proprio sviluppo, ma per comprendere il progetto intelligente (scopo, progetto ecc.) del Sole, la volontà e la Coscienza di Sé degli Esseri della Specie Umana dovrebbero coincidere con la Coscienza di Sé dell'Essere Sole.

La "scienza" può dimostrare come lo sviluppo di effetti emanati dal Sole sono dovuti a modificazioni fisiche del Sole stesso, non può dimostrare l'esistenza della Coscienza di Sé dell'Essere Sole o della volontà nel manifestare tali modificazioni. La scienza non può dimostrare che il Sole sia un Essere Vivente come inteso comunemente dalla ragione degli Esseri Umani. I miei sensi, così come sono usati nel mondo del quotidiano, non risolvono il problema. Sentendo il calore emanato dal Sole, osservando gli effetti di luce sull'atmosfera all'alba e al tramonto, giungo alla conclusione che il Sole dà calore e genera effetti di luce piacevoli. Nulla più. Posso anche prendere atto che il Sole è il padre della vita, come noi la conosciamo.

Se io altero la percezione soggettiva nelle stesse visioni, di cui sopra, ricevo messaggi ben differenti.

Innanzi tutto la luce del Sole è uguale a quella di ogni altro Essere Vivente (Esseri animale e vegetali ad es.) solo più possente, percepisco vibrazioni molto violente lungo la colonna vertebrale, quasi si fosse creata una corrente empatica fra me e il Sole; la pelle riceve una pressione dalla luce del Sole; alla fine i suoni spariscono e mi ritrovo circondato dalla luce del Sole. Ed io so come quella sia la luce del Sole! Quante storie emergono! Poi, mi risveglio dalla visione e tutto torna normale; il Sole è solo una palla di fuoco nel cielo che dona un calore piacevole.

Cos'è, pazzia? O non è solo un altro modo di percepire la stessa cosa da un'angolazione percettiva diversa?

Ci sono molti esempi di percezioni diverse dal reale del quotidiano e quella di cui sopra, tutto sommato, è una delle più logiche nel senso che è ancora legata alla percezione del quotidiano della ragione.

Un altro tipo di analisi avrebbe comportato una visione del Sole sopra il carro di Apollo.

Se la visione trasmette, attraverso i sensi, quel tipo di sensazioni io ricevo la convinzione che il Sole è un Essere Vivente, anche se assolutamente estraneo da ciò che la mia specie intende per Essere Vivente nel mondo quotidiano della ragione.

E' una deduzione soggettiva derivata non solo da ciò che i sensi trasmettono, in quella situazione, al mio cervello, ma anche dall'elaborazione di quei dati (e forse di altri che non sono in grado di descrivere) non dal cervello che normalmente uso nel mondo del quotidiano, ma di qualcos'altro che, pur identificandolo col cervello, in realtà appartiene a tutto il mio essere.

Potrebbe essere che io voglia in realtà percepire il Sole come un Essere Vivente ed uso l'alterazione della percezione come autoconferma? Entro in uno stato di allucinazioni-illusioni per autoconferma?

E' difficile dare una risposta a questa domanda in termini logici, o quasi. Ciò che io so è che il fatto di percepire il Sole come un Essere Vivente non procura in me nessun coinvolgimento. Non provoca in me dipendenza, né adorazione, soltanto la presa d’atto di una "realtà". Il Sole, la Terra, l’Atmosfera, sono i padri della vita manifestata dagli Esseri della Natura; senza di loro, di ciò che sono, del loro divenuto, noi non saremmo ciò che siamo: come si potrebbe negarlo?

Come potrebbe tale consapevolezza incidere sul mio quotidiano?

A parte togliere me stesso dal centro dell'universo; in nessun altro modo. Se il Sole è un Essere Vivente di cui sono divenuto cosciente, lo era anche prima e, gli effetti su di me e sulla Specie Umana, sono esattamente gli stessi di prima, quando non ero cosciente di ciò (non vengo punito per non averlo “creduto”, né vengo premiato per averlo riconosciuto).

Io percepisco un Essere Vivente, ma mi è talmente estraneo (o ciò che percepisco in massima parte mi è talmente estraneo) che se il Sole non fosse un Essere Vivente mi farebbe lo stesso effetto. E le storie conosciute dentro la sua luce? Parto della fantasia?

Eppure quanto appena detto non è vero perché il fatto di scoprire il Sole, come Essere Vivente, pur non condizionando il mio comportamento, pone la mia attenzione nei confronti dell'Essere Sole in un nuovo modo; nei confronti del Sole, non del quotidiano.

Tutto ciò è estremamente soggettivo.

Appartiene a me e nulla cambierebbe se nel mondo del quotidiano io convincessi molte persone che il Sole è un Essere Vivente. Anche se lo comprendessero con la ragione le loro emozioni sarebbero, comunque, separate dal Sole e senza trasporto emotivo non si può cambiare percezione della realtà.

Diverso sarebbe se molti Esseri Umani, variando l'angolo della propria percezione, diventassero coscienti che il Sole è un Essere Vivente. Ciò avrebbe come risultato quello di darmi la conferma della correttezza della mia percezione o di aspetti di essa e dei risultati raggiunti.

Ma posso cercare la certezza dell'oggettività della percezione della mia soggettività nella soggettività di altri Esseri della mia specie?

E' come dire: dio esiste perché quasi tutti gli uomini credono che esista! Cercare la certezza della propria incapacità nell'incapacità di chi ci circonda: no grazie!

D'altro canto, se una cosa è vera perché non viene comunemente riconosciuta come tale?

Ci sono molte ragioni per affermare:

1) La percezione alterata è un fatto puramente soggettivo pur agendo nell'oggettività.

2) Il giudizio risultante dalla percezione alterata è soggettivo, dunque, o oggettivamente falso o socialmente ininfluente.

3) Ciò che si percepisce non esiste.

E' falsa dunque la mia percezione? No è irrilevante nel mondo del quotidiano; non influisce sui comportamenti degli Esseri della mia specie.

Se il Sole, nella mia visione, avesse detto: “Io sono il signore e protettore dell'umanità!” ciò sarebbe stato molto diverso: nessuna differenza col dio dei cristiani e la realtà.

La mia visione non mette in discussione “l'ordine costituito” se non per negare credenze a priori dei cristiani. Mi permette però di comprendere il perché della nascita, anticamente, di religioni basate sull'adorazione del dio Sole. Se la visione in me non suscita sottomissione, probabilmente l'ha suscitata in altri qualche migliaio di anni or sono. O, meglio, qualcun altro pensò di utilizzarla per creare sottomissione.

E chi dice che non sia possibile andare ancora oltre nella visione? Ci sarà sempre il dubbio che ciò sia pazzia; sarà sempre la certezza che ciò è soggettivo, anche se è Conoscenza.

Dato questo modo di vedere le cose, oltre a quello della realtà quotidiana, nessuno è in grado di dimostrarmi che il mondo della realtà quotidiana è quello reale; per cui non posso fissare l'attenzione nell'uno negando l'altro, ma debbo mantenere un equilibrio fra le due percezioni del mondo (o più di due).

Il mondo del quotidiano della ragione è quello più funzionale agli Esseri Umani in questo momento storico (meglio al loro Comando Sociale), ma non “più reale”, perché la mia “pazzia” mi indica l'accesso ad un’altra realtà, di ordine soggettivo fin che vogliamo, ma un'altra realtà. E, proprio questo, dimostra come anche la realtà del mondo quotidiano della ragione sia una realtà soggettiva anche se comune ad una grossa parte della Specie Umana.

Il fatto che quasi tutti gli Esseri della Specie Umana proclamino il mondo del quotidiano come mondo reale, reale questo modo di percepirlo, è solo perché ad essi è più funzionale che così sia, non perché ciò sia. Perché così deve essere.

Gli Esseri della Natura oggettivano la loro soggettività e trasmettendola, imponendola, di generazione in generazione, la spacciano per unica. Eppure è dimostrato (anche se in questo momento non ho prove da citare sottomano) che alcuni animali percepiscono raggi infrarossi e raggi X, che i pipistrelli usano radar ultrasonici biologici, che alcuni animali sono sensibili all'arrivo di terremoti e che i bambini miopi (relazione del 21/08/1990 al congresso dell'associazione degli "scienziati" britannici a Swansea) sono mediamente più "intelligenti" dei loro compagni con occhi normali (maggiore o diversa stimolazione continua attraverso la vista). Con altri dati sottomano potrei continuare con altre "stranezze animali" nell'afferrare aspetti insoliti del mondo quotidiano della ragione.

Se la materia si trasforma in Energia Vitale e l'Energia Vitale in materia perché io debbo necessariamente fissare la mia attenzione sull'aspetto della materia? Per quale motivo se non per il fatto che ciò è socialmente conveniente? Ciò che è socialmente conveniente, o imposto, non è ciò che è vero o ciò che conduce al vero: non necessariamente.

Inoltre, ciò che è socialmente conveniente è ciò che a me è conveniente? La convenienza sociale coincide con la convenienza soggettiva?

Se io non mi allineo alle convenzioni ci sono pronti i manicomi e le galere, ma se io mi allineo senza difese non è che per caso ci rimetto molto di più?

Ovviamente serve prudenza.

Ammettiamo che la mia percezione del Sole e l'interpretazione da me data sia corretta, si potrebbe dedurre, attraverso una sequenza logica, che tutti gli Esseri Viventi della Natura siano anch'essi pezzetti di Sole o più precisamente siano formati della stessa sostanza capace di diventare Coscienza. E, se la coscienza del Sole può esistere senza un corpo biologico (anche se comunque ha un corpo fisico), nulla m'impedisce di ipotizzare che qualora il mio corpo morisse quel pezzetto di Sole che sta dentro di me diventi autonomo.

In quel momento io divento come il Sole o, se preferite, divento un "dio". Anche la religione cristiana afferma dell'esistenza della vita oltre la morte; niente di nuovo.

E' vero solo in parte.

In primo luogo la religione cristiana non è in grado di dimostrare l'esistenza del suo dio. Non perché il discorso sia difficile, ma semplicemente perché questo non esiste. In secondo luogo, il suo credo è una deformazione di religioni solari o misteriche (la sopravvivenza dell'anima è una rapina del credo dei greci in quanto Gesù non credeva nella vita oltre la morte come afferma Marco nel suo vangelo) alle quali ha rubato la forma esteriore per mettere in ginocchio milioni di individui e trafficare in schiavi.

Inoltre il cristianesimo pretende, dopo la morte (mia,) di far dipendere il dio che ho sviluppato dentro di me dai capricci di un imbecille che pretenderebbe di farmi soffrire nel fuoco eterno. Ma, se così fosse (visto che ad altri non posso dimostrare come oggettivamente non sia), ammesso e non concesso, gli faccio sputar sangue (o energia) prima che ci riesca, o almeno ce la metterò tutta.

Anche la realtà oggettiva del resto è molto soggettiva.

Quando Platone, citando Protagora, dice che nel percepire una cosa possono esistere più percezioni, a seconda delle soggettività, e pur non considerando false tutte le percezioni dice che una è migliore delle altre; ammette di fatto l'esistenza della soggettività nella percezione.

Nulla esclude l'esistenza di migliore percezioni della migliore concepita. Ciò che non dice è che ci siano percezioni diverse dall'oggetto percepito a seconda del modo con cui il soggetto si rapporta con l'oggetto.

Ad esempio, un violino ha un notevole numero di caratteristiche atte a qualificarlo. Si può ipotizzare che di molte caratteristiche non posso parlare perché non ho organi per percepirle, altre ancora perché i miei organi di senso sono addestrati (condizionati) a percepirne solo alcuni aspetti. E poi c'è il rapporto fra principale e secondario nella mia scala valutativa delle caratteristiche del violino cui concedo l'attenzione. Anzi, alcune di queste caratteristiche saranno talmente secondarie, alla mia valutazione soggettiva, da non prestar loro la minima attenzione; come se non esistessero. Di quel violino, come di qualsiasi altro oggetto, sia semplice che complesso, esiste una risultante di tutte le sue caratteristiche, sia che noi le definiamo, sia che non le definiamo (o che non siamo in grado di definirle), tale che riuscendo a considerare quella consideriamo l'oggetto in quella posizione di spazio-tempo e proprio per quel che è.

La sua noumenia!

Ebbene, con i nostri cinque sensi ciò è praticamente impossibile eppure dato un oggetto si può ipotizzare che ciò esiste in quanto gli oggetti esistono per ciò che sono e non solo per ciò che appaiono a me.

Io sono in grado di definire quel violino per le caratteristiche che appaiono a me, ma non sono in grado di definire quel violino per ciò che è realmente.

Per questo la realtà del quotidiano è sempre soggettiva.

Anche il mondo dei numeri e della logica matematica è soggettivo.

Cosa sarebbe stato se l'Essere Umano anziché avere dieci dita ne avesse avuto cinque o sei? Con i numeri si può definire qualche cosa di semplice o di complesso ma non si può con essi concepire il nuovo.

Venne dimostrato matematicamente che il più pesante dell'aria non avrebbe potuto volare. Dopo che il più pesante dell'aria volò; con i numeri, qualche diagramma e qualche angolo, la matematica poté capire perché volava.

La matematica può definire l'esistente e il concepito, non introdurre il nuovo. Pertanto il suo uso è limitato e soggettivo.

Se si parte dal presupposto che ognuno nella realtà tende ad afferrare l'aspetto che più gli si confà, allora è necessario agire sui sensi che afferrano l'oggettività; per un aspetto afferrato, quante centinaia sfuggono? Sono i sensi che rapportandosi col mondo circostante ci permettono di scegliere fra più opzioni per la soddisfazione dei bisogni.

Sollevato il velo di maja si ritrova un altro velo di maja.

Come una cipolla, dopo una foglia c'è una foglia, fino al nocciolo e, quando tutta è stata sfogliata, ci si accorge come in ogni istante si è sempre guardata la cipolla.

Questo è l'inganno di maja.

Noi vediamo la realtà com’è senza vederla realmente, ma considerando solo come ci appare. La ricerca della realtà non è altro che la ricerca degli aspetti che nella realtà del quotidiano tendiamo a scartare perché non sapremmo cosa farcene. Eppure ad ogni nuovo aspetto afferrato noi diventiamo più ricchi. Ad ogni velo di maja sollevato, noi diventiamo più potenti. Ogni volta che solleviamo un velo coltiviamo il Potere di Essere e il piccolo dio dentro di noi cresce fino a diventare autonomo al momento della morte del corpo fisico.

Quarta parte de “Il Libro dell'Anticristo” capitolo quinto: DISCORSO E CONSIDERAZIONI SU ALCUNI ASPETTI DELLA PERCEZIONE!

NOTA: In questo discorso non ho preso in considerazione gli idealisti. Della malattia mentale e dei suoi effetti come uso aprioristico della lettura della realtà, sarà un argomento sviluppato in seguito.

NOTA2: il termine noumeno o neumenia è inteso come essenza dell'oggetto e non solo come oggetto pensabile.

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Non aspettatevi dal Libro dell'Anticristo
un'opera letteraria, un disegno, un ricamo.
Il cambiamento del modo di guardare il mondo
è un'insurrezione emotiva, una violenza,
con cui l'attenzione dell'individuo modifica
la sua descrizione del mondo.
Tale cambiamento non avviene nell'uomo
con atteggiamenti eleganti, con dolcezza,
gentilezza, cortesia, riguardo e magnanimità.
Avviene perché l'individuo se lo impone come propria necessità.
Il Libro dell'Anticristo fornisce gli strumenti
che consentono all'uomo di guardare al futuro,
anche quando questi strumenti possono risultare mal esposti!

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Formattazione attuale fatta il

Marghera, 10 aprile 2014

Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

Tel. 3277862784

e-mail: claudiosimeoni@libero.it

Il Libro dell'Anticristo

Il Libro dell'Anticristo, fu scritto nel 1985. Quella versione è stata modificata fino al 1990. Il Libro dell'Anticristo è stato messo in web abbastanza presto, e ha subito formattazioni di pagina diverse a seconda di come i siti presentavano le pagine web. La versione che presento è la versione originale del Libro dell'Anticristo nella copia che per un anno è stata depositata in Siae come Opera prima. L'aver scoperto che il Libro dell'Anticristo, che apre con la visione del divenuto dell'Universo, altro non fa che risolvere il paradosso di Hegel che fa coincidere l'Essere col Nulla, nella previsione di affrontare questo argomento nella Teoria della Filosofia Aperta, mi ha indotto oggi 09 aprile 2014 a rifare la formattazione dell'intero libro.