DIDIMO GIUDA TOMASO:
L’ULTIMO STREGONE PAGANO!
CLAUDIO SIMEONI
Il vangelo di Tommaso Didimo letto e commentato in
chiave Pagana Politeista attraverso le visioni della Stregoneria.
Commento dal paragrafo 031 al paragrafo 060!
PARAGRAFO
31
Gesù
disse: "Dove si trovano tre Dèi, sono tre Dèi; dove sono due o uno io sono
con lui".
Il
paragrafo che trattiamo è chiarificatore di quanto si va dicendo. "Dove si
trovano tre Dèi ci sono tre Dèi". Non è una frase usata a casaccio.
Innanzi tutto chi è un dio? Colui che sviluppa il proprio corpo luminoso. Colui
che sviluppando il regno dentro di lui incontra il regno che lo circonda. Tre
dèi costituiscono una forza attraverso la quale costruire un cammino
nell'infinito. Una forza ben maggiore di due che facendo pace possono compiere
imprese considerate impossibili. Tutti gli Stregoni, qualunque sia la loro
peculiarità, hanno sempre costruito un cammino da dividere con altri. Tre
Esseri Umani che hanno sviluppato il dio che cresce dentro di loro sono
sufficientemente forti per costruire un camino e riversarne gli effetti
all'interno del Sistema Sociale; o almeno per provarci. Il problema nasce
quando c'è un dio solo o al massimo due dèi. In quel momento questi dèi possono
non aver forza sufficiente per costruire un cammino allora il mio Potere di
Essere, quanto ho costruito o tentato di costruire, sarà con loro. Ed è il caso
del vangelo di Tomaso che da quando è stato scritto ha saltato a piè pari l'intera
storia umana sotto le sabbie del deserto ed oggi interviene, con tutta la sua
forza e la sua propositività, nella ricostruzione del pensiero del Paganesimo
Politeista. Io aggiungerò la mia forza alla loro affinché la loro forza sia
sufficiente per costruire il loro cammino. In questo momento sta parlando uno
Stregone che ha bloccato il proprio cammino nell'infinito dei mutamenti e che
si affianca a chiunque costruisca dei cammini che portano nell'infinito dei
mutamenti. Nei vangeli ufficiali non troviamo riferimenti a frasi analoghe
salvo in Matteo nel "Perdono Cristiano" in cui si dice: "Perché
dove sono due o tre riuniti in mio nome, ci sono io in mezzo a loro."
Ancora una volta una frase con un significato preciso viene storpiata nei
vangeli ufficiali per esaltare il padrone a cui gli Esseri Umani devono
sottomettersi. Per Matteo quando gli uomini lo pregano riuniti sottomessi al
suo nome egli si compiacerà di essere in mezzo a loro. Il senso del vangelo è
opposto. A Matteo preme ribadire il possesso da parte del suo Gesù degli Esseri
Umani a cui si devono sottomettere; in Tomaso Gesù altro non è che uno Stregone
pronto a sorreggere i cammini di Stregoneria di ogni Essere che facendosi dio
sviluppa l'Essere Luminoso che cresce dentro di lui.
PARAGRAFO
32
Gesù
disse: "Un profeta non è accetto nel suo paese. Un medico non cura quelli
che lo conoscono".
E'
importante coniugare questo paragrafo con quanto scritto nei vangeli ufficiali.
In particolare in Marco. In Tomaso la frase risulta essere questa: dal momento
che profetizzo o tento di costruire il nuovo non sono accettato o visto di buon
grado nel mio paese. La seconda frase suona più o meno: un medico non cura
quelli che lo conoscono in quanto se non fosse in grado di curarli ne
rimarrebbe addolorato. Vale pure: se quelli che conosce si sono ammalati è
segno che non è stato in grado di prevedere che loro si sarebbero ammalati
dunque egli non saprebbe come curarli. In Marco la frase suona in questo modo:
io affermo di essere un profeta e costoro, che mi hanno conosciuto fin da
piccolo, mi deridono. Ancora: per la loro incredulità non poté fare lì alcun
miracolo. Mentre in Tomaso la parola profeta comprende l'individuo nel proprio
paese, in Marco Gesù non viene riconosciuto come profeta per ciò che è e per
ciò che dice. In Marco Gesù è bocciato come profeta, non è denigrato in quanto
profeta. Il suo rammarico è quello di non essere riconosciuto come profeta.
Diversa è la frase di Tomaso che dice: attenzione, qualora costruite qualche
cosa che può modificare la struttura sociale o fideistica nel vostro paese non
sarete accettati in quanto turbereste gli equilibri del vostro paese. In un
altro paese potreste essere seguiti in quanto l'altro paese non avrebbe nulla
da temere perché come stranieri o portate qualche cosa di utile o potete
comunque essere cacciati. E' più facile che stiano ad ascoltarvi in un paese
straniero che non a casa vostra in quanto non conoscendovi devono imparare a
conoscervi ascoltando quanto dite. Diversa è la lamentela del Gesù di Marco in
cui egli si rammarica per non essere riconosciuto dai suoi parenti come un
profeta. In Tomaso abbiamo un'indicazione oggettivata, in Marco abbiamo il
rammarico di non essere riuscito a sottomettere.
PARAGRAFO
33
Gesù
disse: "Una città costruita su un alto monte (e) fortificata, non può
cadere né essere nascosta".
Anche
in questo paragrafo l'insegnamento è oggettivo. La città è come il regno: è la
costruzione dell'Essere Umano nel corso di tutta la sua esistenza. Chi
costruisce un percorso di sviluppo del proprio corpo luminoso è un Essere Umano
che costruisce una città. Una città maestosa e pertanto in vista. Proprio
perché è maestosa e visibile deve essere allontanata dagli artigli di chi vive
senza costruire il proprio corpo luminoso. Questa città deve essere costruita
su un alto monte e fortificata: l'Essere Umano che sviluppa il proprio Corpo
Luminoso trova lungo il proprio cammino le armi attraverso le quali difendersi.
Questa città, costruita in questo modo, non può cadere, ma nemmeno essere nascosta.
Dunque chiunque può, seguendo quel cammino, costruirsi una città simile, in
quanto quella città è visibile. Nei vangeli ufficiali, in Luca, l'esempio della
città viene rappresentato dalla casa ed assume un altro aspetto. Dice Luca:
"Perché mi chiamate "Signore, Signore!", e poi non fate
quello che dico? Ognuno che viene a me, ascolta le mie parole e le mette in
pratica, io vi mostrerò a chi somiglia: somiglia ad un uomo che per fabbricare
una casa scavò molto profondo e pose le fondamenta sopra la roccia. Venuta una
inondazione, la fiumana investì quella casa, ma non la poté smuovere, perché
era ben costruita. Colui, invece, che ascolta e non pratica, è simile ad un
uomo che ha costruito una casa sulla terra, senza fondamenta. La fiumana la
investì ed essa subito cadde, e la rovina della casa fu grande". La
costruzione della casa, per il vangelo di Luca non è atto di volontà
dell'Essere Umano, non è una sua scelta, una costruzione del suo divenire. In
Luca la casa si costruisce mettendo in pratica quanto il padrone insegna. Si
arriva da lui supplicando e poi non si fa quanto si ha in risposta alla
supplica. Il Gesù di Luca è un padrone despota. Non c'è nulla di onorevole nel
cuore degli Esseri Umani se non la supplica che costoro rivolgono a lui. Quando
gli Esseri Umani lo supplicano egli insegna loro come devono fare. La casa non
è costruzione degli Esseri Umani (come la città di Tomaso), ma è articolazione
degli insegnamenti del padrone. Come si costruisce la casa è come si obbedisce
al padrone!
PARAGRAFO
34
Gesù
disse: "Ciò che udrai in un orecchio, proclamalo sui vostri tetti
nell'altro orecchio. Nessuno, infatti, accende una lucerna per metterla sotto
il moggio, né la pone in luogo nascosto, bensì la mette in un candeliere
affinché quelli che entrano e quelli che escono vedano la luce".
Che
cos'è un segreto? Perché deve esistere un segreto? Un segreto è tale per
ingannare. Per truffare. La costruzione del segreto è atto di inganno per chi
lo costruisce ed è atto di assoggettamento per chi è costretto a custodirlo. In
entrambi i casi un segreto distrugge le persone e creando inganno. Il segreto è
arte della distruzione soggettiva dell'individuo in quanto un segreto
presuppone l'accettazione, da parte dell'individuo, del segreto in quanto tale
e l'individuazione dell'importanza per cui quello debba rimanere un segreto.
Non assoggettarti al segreto; proclamalo. Non legare il tuo divenire a qualche
cosa che deve rimanere nascosto, distruggilo e libera il tuo divenire dagli
intoppi. Il moggio è il segreto e la lucerna è il divenire della persona che
viene acceso ed alimentato. Il divenire non può essere assoggettato, non può
essere limitato, non può essere circoscritto. Chi alimenta il proprio divenire
deve poterlo esercitare in ogni circostanza. Alimentarlo attraverso ogni
azione. Non può farsi limitare dal moggio o dal segreto. Non deve temere una
ritorsione, altrimenti il proprio divenire cresce monco o non cresce affatto.
In Stregoneria il segreto non esiste! Nessuno ha dei segreti da nascondere o da
vendere. Il segreto in Stregoneria è quanto la Libertà dell'individuo non è
ancora in grado di percepire o di afferrare, ma non è un qualche cosa di
nascosto. Ci circonda e attende che noi l'afferriamo per cresce a sua volta
attraverso la nostra manipolazione. Il segreto in Stregoneria è la costruzione
del nostro divenire, della nostra Libertà. A mano a mano che lo costruiamo noi
cresciamo e sveliamo lo sconosciuto che ci circonda. E' importante vedere la
collocazione di questa frase in Luca e il senso che all'interno del testo
assume: "Alle turbe poi che accorrevano a lui, egli prese a dire:
"Questa generazione è una generazione perversa; essa chiede un segno, ma
nessun segno le sarà dato, fuorché quello di Giona. Infatti, come Giona fu un
segno per i Ninivitii, così anche il Figlio dell'uomo lo sarà per questa
generazione. La regina del Mezzogiorno risorgerà, nel giorno del giudizio,
assieme agli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne
dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone ed
ecco, vi è qui uno da più di Salomone. Gli abitanti di Ninive risorgeranno, nel
giorno del giudizio, assieme a questa generazione e la condanneranno, perché
essi fecero penitenza alla predicazione di Giona ed ecco, vi è qui uno da più
di Giona. "Nessuno accende la lucerna e la mette in luogo nascosto o sotto
il moggio, ma sopra il porta-lucerne, affinché quelli che entrano vedano la
luce. La lucerna del tuo corpo è il tuo occhio. Se il tuo occhio è semplice,
anche tutto il tuo corpo è illuminato, ma se il tuo occhio è guasto, anche
tutto il tuo corpo è tenebroso. Stai attento, dunque, che la luce che è in te
non sia tenebre! Se tutto il tuo corpo è illuminato, senz'avere alcuna parte
scura, sarà tutto nella luce, come quando la lucerna t'investe con i suoi
raggi". Questo è il pezzo "Il segno di Giona" in Luca.
Appare evidente come usando le stesse parole (o lo stesso senso) il fine è
diametralmente opposto. In Tomaso abbiamo il soggetto protagonista. E' il
soggetto che non deve essere costretto a custodire un segreto. E' il soggetto
che deve liberarsi dei vincoli perché la sua luce non sia offuscata nel moggio.
In Luca il soggetto è lo spettatore del pazzo di Nazareth. Il soggetto non
riconosce nel pazzo che ha davanti la sapienza di Salomone o la predicazione di
Giona. Egli ha l'occhio offuscato. Egli non distingue quanto ha davanti. Non
distinguendo quanto ha davanti non si può nemmeno prostrarsi. Non si può
sottomettere. Perché dunque un Essere Umano del tempo del pazzo di Nazareth descritto
da Luca non si sottomette? Perché non riconosce in colui che gli sta davanti il
figlio dell'uomo? Perché ha l'occhio offuscato. Ed ecco la minaccia del pazzo
descritta da Luca. Saranno condannati dagli abitanti di Ninive che risorgeranno
o dalla regina del mezzogiorno che venne dagli "estremi confini della
terra" per vedere la saggezza di Salomone. Il matto paragona sé stesso a
leggende del passato. Leggende che non possono essere verificate, ma che fanno
molto comodo per colpevolizzare gli astanti. Luca ammonisce che quelli della
generazione del suo profeta non lo vollero riconoscere e nonostante egli
raccontasse che andava in giro per la Palestina a fare miracoli non dava loro
segni di essere quanto andava dicendo di essere. L'esempio della lucerna che
Luca ricopia da testi molto antichi gli serve come esempio, ma non lo capisce;
non lo può capire. Gli è estraneo. Egli deve sottomettere gli Esseri Umani non
spingerli a cercare di sviluppare il dio che cresce dentro di loro. Luca deve
sottomettere gli Esseri Umani alla sua descrizione del dio pazzo non può
permettere che gli Esseri Umani sentano il dio che incubano crescere e
svilupparsi. Non deve permettere loro che si liberino dei segreti e che
spicchino il balzo nell'infinito dei mutamenti. Deve ricattarli. Deve
convincerli di essere ciechi. Esattamente come il re convince i suoi sudditi di
indossare un bellissimo vestito mentre in realtà sta girando nudo. Luca deve
convincere gli Esseri Umani che il suo Gesù era ben oltre la sapienza di
Salomone e non quel mentecato che le sue azioni dimostrano. Deve accusare gli
Esseri Umani di cecità mentre loda la lungimiranza di chi accetta di vedere
l'imbecillità del suo profeta scambiandola per sapere. Da un lato abbiamo
Tomaso che invita gli Esseri Umani a liberarsi degli ostacoli che bloccano il
cammino per costruire il dio che cresce dentro di loro e dall'altro abbiamo un
Luca che intende sottomettere gli Esseri Umani per impedire loro di cogliere
dall'albero della vita eterna. Lo stesso discorso lo troviamo in Matteo: "Non
può rimaner nascosta una città situata sopra una montagna, perché né si accende
una lucerna e la si pone sotto il moggio, ma sul porta lucerne e fa luce a
tutti quelli che sono in casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli
uomini, affinché vengano le vostre opere buone e glorifichino il Padre vostro
che è nei cieli". La manipolazione di Luca, rispetto a Matteo appare
evidente anche se il senso di Luca e quello di Matteo coincidono nella
direzione condotta dall'esempio. L'Essere Umano si sacrifica per la gloria di
dio. L'Essere umano deve agire negando sé stesso per esaltare il padrone.
Nell'esaltare il padrone egli distrugge sé stesso. Non si tratta più di non
essere dipendente da un segreto che condiziona l'esistenza. Si tratta di essere
dipendente dal dio padrone che impone l'azione al soggetto per la propria
gloria e in funzione della distruzione del soggetto stesso.
PARAGRAFO
35
Gesù
disse: "Se un cieco guida un cieco, cadono ambedue in una fossa".
Il
paragrafo 35 consta di una sola proposizione. Una sola frase. Una sola
affermazione. Dove sta l'importanza della frase? E' diretta alla guida o al
guidato? Dove il guidato trova la guida e dove la guida può guidare? Per
commentare questa frase messa in quel contesto e senza dei riferimenti
precedenti dobbiamo riferirci alla Stregoneria. Qual è il principio
fondamentale della Stregoneria? "Lo sconosciuto è sempre maggiore del
conosciuto!" Ed essendo l'Essere Umano un Essere in formazione e in
trasformazione continua che trasforma continuamente in conosciuto parte dello
sconosciuto che lo circonda affrontandolo, la cecità consiste nel considerare
sé stessi completi, arrivati, definiti. La cecità consiste nel considerare sé
stessi creati ad immagine e somiglianza di un dio pazzo. Essere ciechi, in
Stregoneria, significa cessare di considerare lo sconosciuto che ci circonda
maggiore del conosciuto e pertanto cessare di costruire la propria Libertà per
poterlo affrontare dilatando sé stessi. Dunque, anziché attrezzare sé stessi
per affrontarlo si preferisce dire che questo non esiste! Si è ciechi! Quando
un individuo, anziché espandersi in continuazione preferisce affermare la
totalità della sua conoscenza e delle sue possibilità limitando in quella
totalità lo sviluppo di chi conduce. Un professore che conosce male il latino
può sicuramente insegnare qualche cosa ad un allievo che non ha nessuna
conoscenza, ma il fatto di conoscere male il latino finirà per bloccare lo
sviluppo della conoscenza dell'allievo limitandola al fatto che lui conosce
male il latino. Se noi possiamo fare questo esempio è perché come spettatori ci
permettiamo di discriminare fra chi conosce meglio e chi conosce peggio una
determinata cosa. Se non fossimo degli spettatori, ma soltanto degli attori,
noi non sapremmo discernere i limiti che il Sistema Sociale in cui viviamo ci
impone. Non sappiamo distinguere se chi ci conduce è cieco o meno. Quale
sistema possiamo usare per determinare questo? Egli si sta costruendo o ha
cessato di costruirsi! Egli sta cercando o ha cessato di cercare! Egli si sta
migliorando o ha cessato di migliorarsi! Egli trae piacere da quanto fa o lo fa
per abitudine! Alcune cose le possiamo vedere. Alcune cose le possiamo leggere.
Quelle cose, anche se limitatamente alla ragione, ci permettono di capire se
chi ci conduce è cieco o meno. Soprattutto dobbiamo sapere ascoltare i nostri
bisogni e le nostre tensioni. Quanto ci si dice, quanto ci si propone, quanto
ci viene offerto ci soddisfa? Quanto ci siamo costruiti?, ma ancora: quanto
siamo diventati ciechi? Proviamo a leggere la stessa frase, nel contesto in cui
Luca la inserisce all'interno del Discorso della Montagna: "Disse loro
ancora una parabola: "Un cieco può forse far da guida ad un altro cieco?
Non andranno a cadere ambedue in una fossa? Il discepolo non è da più del
maestro; ogni discepolo è perfetto se è come il maestro". Bloccare lo
sviluppo dell'individuo. Questo è l'intento di Luca. Il suo Gesù è il padrone
degli Esseri Umani. Non può permettere a questi che diano l'assalto al cielo
della Conoscenza e della Consapevolezza. In Stregoneria il termine maestro
viene dato da chi impara. Questo dice: "Quell'Essere Umano, quella
Coscienza di Sé, quella situazione sono o è stato il mio maestro!" In
Stregoneria chi cerca la Conoscenza non definisce sé stesso maestro in quanto
sa perfettamente come lo sconosciuto sia sempre maggiore di quanto conosce. Chi
impara, in Stregoneria, è come se salisse una scala i cui gradini sono formati
da tutti coloro che fondando il divenire umano hanno costruito la situazione
dalla quale egli può dare l'assalto al cielo della Conoscenza e della
Consapevolezza. Chi impara, in Stregoneria, onora i suoi maestri calpestandoli,
usandoli per costruire sé stesso. Questo terrorizza Luca. Il suo Gesù è il
maestro dei maestri e nessuno può superarlo. E' il profeta dei profeti e
nessuno può superarlo. Si è perfetti quando si è come il maestro; dice Luca.
Questo significa costruire la cecità! Questo significa gettare gli Esseri Umani
in una fossa.
PARAGRAFO
36
Gesù
disse: "Non è possibile che uno entri nella casa di una persona forte e la
prenda con la forza se prima non le lega le mani. Allora potrà saccheggiare la
sua casa".
Anche
il paragrafo 36 è necessario interpretarlo attraverso la Stregoneria. Dal
momento che i percorsi Misterici sono andati perduti non ci resta che la
determinazione della Stregoneria per l'interpretazione. Qual è la casa cui si
riferisce? E' il sentire dell'Essere Umano, è l'Essere Umano nel suo insieme.
Dunque nessuno può entrare in un Essere Umano e impadronirsene se costui è
forte. Se costui alimenta il dio che cresce dentro di lui. Nessuno può
assoggettarlo se la sicurezza con cui affronta il mondo proviene da sé stesso.
Qualcuno gli potrebbe fare violenza fisica: legargli le mani. In altre parole qualcuno
può bloccare lo sviluppo del dio che cresce dentro di lui, ma non è in grado di
assoggettarlo in quanto la sicurezza, quest'essere, la trae da sé stesso e non
da qualcosa di esterno. Non è un servo di un qualche padrone. Dipende dalla
fonte che alimenta nel suo cuore. Qualcuno può costruire degli ostacoli per
impedirgli di sviluppare il dio che cresce dentro di lui, ma non sarà mai in
grado di convincerlo che la sottomissione sia migliore della sua ricerca di
Libertà. L'Essere Umano che costruisce sé stesso è forte a sufficienza per
impedire ogni tipo di sottomissione.
PARAGRAFO
37
Gesù
disse: "Non siate ansiosi da mattina a sera e dalla sera al mattino su
come vi vestirete".
In
questo paragrafo si delinea la differenza fra principale e secondario. Dove il
secondario è l'apparenza della rappresentazione soggettiva. Il vestire è il
modo con cui un Essere Umano si presenta nel Sistema Sociale degli Esseri
Umani. Questa rappresentazione non può essere centrale rispetto all'attenzione
dell'individuo. L'attenzione messa nella rappresentazione è attenzione nella
rappresentazione e la sua funzione e il suo sviluppo termina con la
rappresentazione stessa. E' inutile e svilente. L'attenzione va posta per le
cose che sviluppano l'individuo, lo arricchiscono, costruiscono il suo cammino
nell'esistenza. La rappresentazione è un apparire che nasconde il divenuto
della persona. Mettere attenzione per nascondere il divenuto della persona
significa vergognarsi del proprio divenuto. Significa nascondere al Sistema Sociale
la propria incapacità di fondare il proprio divenire: essere dei costruttori.
Si deve mascherare l'incapacità a costruire per appropriarsi e ingannare. Così
i vestiti ingannano gli astanti. Mascherano l'individuo che li porta. Afferrano
l'attenzione dei presenti distogliendola dall'analizzare le cose importanti.
Vestire bene è negare il proprio essere che non viene rappresentato per il
proprio divenuto, ma per ciò che si vorrebbe fosse divenuto. Così la
rappresentazione nasconde la realtà. Perché non dare importanza a come ci si
rappresenta? Perché ognuno di noi è quanto è diventato facendo del proprio
meglio per diventare. Il fatto di aver incontrato grandi ostacoli nella propria
trasformazione non depone a nostro demerito, ma a demerito di chi quegli ostacoli
li ha costruiti per produrre la distruzione del divenire umano. Allora io non
mi nascondo. Non nascondo le difficoltà che dovetti attraversare per divenire
quello che sono divenuto. Anzi, proprio perché non nascondo le difficoltà posso
indicarle a tutti gli Esseri Umani del Sistema Sociale in cui vivo. Posso dir
loro: "Questi sono gli ostacoli da rimuovere perché il cammino degli
Esseri Umani che verranno dopo siano facilitati nel percorrere il loro
cammino!". Per far questo devo essere consapevole di essere un individuo
che diviene e si trasforma giorno dopo giorno e non sono stato creato da un dio
pazzo. Non sono stato creato ad immagine di un dio pazzo che mi ha reso
impotente ad affrontare la vita per cui devo mascherare il mio essere attraverso
vestiti o apparenze che nascondono agli astanti l'orrore della creazione. Non
devo accettare l'imposizione secondo cui se io sono povero o miserabile è
perché un dio pazzo creatore mi ha creato povero o miserabile, ma devo indicare
le condizioni dell'esistenza che agendo hanno costruito il mio essere povero e
il mio essere miserabile. In quel momento cesso di essere povero e miserabile e
mi faccio dio. Mi faccio Prometeo in quanto rubo a chi mi sta mettendo in
ginocchio il fuoco dell'inganno e svelandolo lo regalo agli altri Esseri Umani
affinché imparino a difendersi! E' inutile che mi affanni a nascondere il mio
divenuto e sia in ansia sulla rappresentazione di me davanti al Sistema
Sociale: comunque io sono ciò che sono e per ciò che sono dovrò affrontare la
morte del corpo fisico; non certo con i vestiti o con la rappresentazione.
Proviamo a vedere come la frase viene utilizzata nei vangeli ufficiali. In
Matteo, nella parte finale che riguarda il "Padre Nostro" dice: "Non
potere servire a Dio e alle ricchezze. Perciò vi dico: non siate troppo
solleciti per la vita vostra, di quel che mangerete, né per il vostro corpo, di
che vi vestirete. La vita non vale più del cibo, e il corpo più del vestito?
Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, non mietono, non raccolgono in
granai, e il vostro Padre celeste li nutre. Or non valete voi più di loro? E
chi di voi, per quanto si preoccupi, può aggiungere alla durata della sua vita
un solo cubito? Guardate come crescono i gigli nel campo: non lavorano, né
filano; eppure vi assicuro che nemmeno Salomone, in tutta la sua gloria, non fu
mai vestito come uno di essi. Or, se Dio riveste così l'erba del campo, che
oggi è e domani viene gettata nel forno, quanto più vestirà voi, gente di poca
fede? Non vogliate, dunque, angustiarvi dicendo: "Che cosa mangeremo? Che
cosa berremo? Di che vestiremo?. Di tutte queste cose, infatti, si danno
premura i pagani; or, il Padre vostro celeste sa che avete bisogno di tutto
questo. Cercate prima di tutto il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte
queste cose vi saranno date per giunta. Non vogliate, dunque, mettervi in pena
per il domani, poiché il domani avrà cura di se stesso: a ciascun giorno basta
il suo affanno". In Luca troviamo la stessa cosa sotto la voce della
"provvidenza". Che grande differenza. In Tomaso si tratta delle
trasformazioni del Potere di Essere dell'individuo e della sua rappresentazione
nel mondo. Nella relazione fra quanto è importante e quanto non lo è. Non dice
infatti di non preoccuparsi di vestirsi, dice di non essere ansiosi sul come
vestirsi. In Matteo e in Luca il problema che viene affrontato è diverso. A
Matteo e Luca interessa disarmare gli Esseri Umani davanti alla vita. Interessa
loro che siano dipendenti dalla promessa o dall'intervento del dio loro padre
e, qualora questo intervento non si verificasse, colpevolizzarli perché non
hanno cercato il regno di dio e la sua giustizia. Se dio non provvede
certamente loro hanno mancato. I Pagani curano la loro vita. Seminano, mietono
e accumulano nei granai, sono previdenti in quanto sono i costruttori della
vita. I cristiani costruiscono la miseria e la loro miseria la danno al loro
dio affinché provveda a mantenerli: quale orrore. Non preoccupatevi di
mangiare, di bere, di curare le necessità della vita. Come non vedete? Dio
alimenta gli uccelli, dio veste i gigli. La stupidità di Matteo e Luca
trasformano in esempi da imitare in cose diverse. Loro, piccoli idioti prodotti
del loro pazzo presunto fondatore, ritengono che gli uccelli non lavorino e non
si diano da fare per trovare il cibo. Loro presumono che le erbe non sia diano
da fare per procurarsi il cibo: ognuno secondo la propria specie. Ebbene
strappano le determinazioni della loro specie per costruire miseria. Costruire
miseria significa costruire dipendenza. Non come i Pagani che cercando la
libertà cercano di costruire il benessere e l'affrancamento dal bisogno che
ossessiona e che costruisce dipendenza. I Pagani non vanno imitati in quanto
sono costruttori del futuro, al massimo vanno distrutti, vanno annientati in
quanto devono imparare a diventare impotenti e ignoranti davanti alla vita
esattamente come il dio dei cristiani vuole i suoi schiavi. Attraverso questo i
cristiani costruirono l'oscurantismo per millenni stuprando la vita e
disprezzando i piccoli uomini che davano l'assalto al cielo della Conoscenza e
della Consapevolezza. Disprezzavano i piccoli uomini che alimentavano il regno
che cresceva dentro di loro senza badare alla rappresentazione e
dell'apparenza. Li disprezzavano con il fasto delle vesti dei sacerdoti e delle
basiliche che innalzavano distruggendo i Templi Pagani, gli Altari Pagani, le
fonti e i boschi sacri. I cristiani, proprio ostentando sfarzo, vesti ed oro
distruggevano la ricerca della Conoscenza e della Consapevolezza indicando ai
loro schiavi la miseria attraverso la quale potevano imporre loro l'attesa
nella provvidenza di un dio che non esisteva. Didimo indica un fare attraverso
il quale sviluppare il dio che cresce dentro l'Essere Umano; Luca e Matteo
intendono costruire miseria attraverso la quale imporre l'oscurantismo!
PARAGRAFO
38
I suoi discepoli gli domandarono: "In che giorno
ti manifesterai a noi, in che giorno ti vedremo?". Gesù rispose:
"Quando vi spoglierete senza vergogna, quando deporrete i vostri abiti e
li deporrete sopra i vostri piedi, come fanno i bambini, e li calpesterete,
allora vedrete il Figlio del Vivente senza alcun timore".
La
domanda dovrebbe essere: "In che giorno vedremo ciò che tu sei?" Ciò
che tu sei si riferisce al figlio del vivente. Che cos'è il figlio del vivente?
Quando il vivente ha un figlio? Quando costruisce il proprio corpo luminoso.
Quando riesce a compattare il proprio corpo di Energia e muoversi con quello
lasciando il corpo fisico. In altre parole, quando deporrete i vostri abiti e
li calpesterete. Calpestare l'abito ha un significato esoterico importante. Se
io calpesto l'abito significa che l'abito non mi serve più. Dopo che l'ho
calpestato lo posso anche buttare. Proprio perché lo debbo buttare mi posso
permettere di calpestarlo. Come i bambini. Perché in quel momento sono nato!
Cosa significa questo? Che solo quando gli Esseri Umani riusciranno a partorire
il loro corpo luminoso sul quale trasferire la loro Coscienza e contunando a
coltivare la loro Consapevolezza potranno finalmente vedere il corpo luminoso
di altri Esseri Umani che lo hanno partorito. In quel momento cessa anche il
timore reverenziale per qualcosa che si pensa grande, importante e quasi
impossibile da raggiungere. Il significato esoterico della frase è questo!
Questo significato sfugge agli estensori dei vangeli ufficiali che ben altri
propositi manifestano. Troviamo in Matteo: "Allora gli furono
presentati dei fanciulli, affinché imponesse loro le mani e pregasse. I
discepoli li ostacolavano, ma Gesù disse loro: "Lasciate i bambini e non
impediteli di venire da me, perché a quelli come loro appartiene il regno dei
cieli"." E in Marco: "Gli conducevano dei bambini perché
li toccasse, ma i discepoli sgridavano quelli che glieli presentavano: Gesù
veduto questo, s'indignò e disse loro: "Lasciate venire a me i bambini e
non impediteli, perché il regno di dio è di quelli simili a loro. In verità vi
dico: chi non riceverà il regno di Dio come un fanciullo, non
c'entrerà"." Gli intenti sia in Marco che in Matteo divergono.
Mentre in Didimo l'essere come fanciulli che calpestano i loro abiti ha il
significato di colui che ha superato la forma umana e si appresta ad inoltrarsi
nel mondo della percezione per Matteo e Marco gli Esseri Umani devono diventare
come fanciulli per togliere loro ogni difesa nei loro confronti. Per Matteo e
Marco gli Esseri Umani sono oggetto di possesso e loro possono possederli
soltanto che vengono meno alla loro capacità di critica. Essere come fanciulli
per Matteo e Marco ha il significato di predisporsi alla sottomissione. Il
regno per Marco e Matteo arriva e gli Esseri Umani devono riceverlo rinunciando
alla loro determinazione di costruire loro stessi. Il fanciullo è colui che non
è determinato a costruire la vita perché non conosce il valore della
determinazione e dell'uso della sua volontà. Questo essere come i fanciulli
verrà esaltato da Paolo e da altri padri della chiesa cattolica come la non
cultura, come l'umiltà che disorienta gli individui colti. In realtà la
distruzione della cultura è la distruzione delle strutture sociali e della loro
determinazione per costruirsi nei mutamenti. E' necessario sempre tener
presente la contrapposizione fondamentale fra il vangelo di Tomaso e quelli
ufficiali. Nel vangelo di Tomaso si spinge affinché il dio cresca dentro agli
Esseri Umani e questi devono liberarsi dagli ostacoli per costruire sé stessi
nell'eternità; nei vangeli ufficiali gli Esseri Umani devono essere privati del
dio che cresce dentro di loro per diventare preda del dio padrone di cui gli
evangelisti si sono eletti a portavoce!
PARAGRAFO
39
Gesù disse: "Molte volte avete desiderato
ascoltare queste parole che vi dico, e non avete alcun altro dal quale
ascoltarle. Giorni verranno nei quali mi cercherete e non mi troverete".
Afferrare
l'occasione. Afferrate il vostro centimetro cubo di opportunità direbbe
Castaneda. Dopo è troppo tardi. Quando si è persa una occasione questa è persa.
Non si può più ripresentare. Se ne può presentare una diversa, ma
quell'occasione è persa per sempre ed è persa la sequenza dei mutamenti che
quell'occasione era in grado di produrre. Si sono perse le occasioni che
afferrare quell'occasione avrebbero consentito di presentarsi. Io sono la
vostra occasione. O meglio, io sono una delle vostre occasioni e io avvio una
sequenza di trasformazioni che vi preparano ad afferrare nuove occasioni. Dopo
è troppo tardi. Dopo dovrete ricorrere a diverse occasioni, a diverse sequenze
di trasformazioni. Voi avete solo me. Io sono il solo Stregone in questo
territorio e non sono in grado di darvi altro che queste mie parole, ma se voi
non le ascoltate, non le trasformate, non le considerate dei mezzi attraverso i
quali modificarvi io non ho altro da darvi e non c'è altro dal quale voi siate
in grado di attingere. Avete sognato in molte occasioni di ascoltare queste
parole. Ora io ve le dico, ma a che serve che io ve le dica se voi non siete in
grado di ascoltarle? Se voi non siete in grado di ricordare quanto dico? Se voi
non siete in grado di prendere queste parole e trasformarle? Quando voi avete
perso l'occasione questa è proprio persa. Giorni verranno in cui ricorderete e
magari sarete illuminati da qualche cosa che avete sentito. In quel momento
ricorderete di aver trascurato qualche cosa che era importante e che al momento
non davate molto peso o comunque non riusciva a penetrare in voi con
sufficiente forza. Quando questo sospetto vi assale vorreste tornare indietro.
Vorreste chiedere spiegazioni, chiarimenti, altre cose affollano il vostro
pensiero che vorreste aver domandato, ma io non ci sono più. Dovrete
arrangiarvi in altro modo in quanto dovrete abbeverarvi a fonti diverse se
volete continuare il vostro cammino. Non perdete mai nessuna occasione. Non
fate in modo che la nebbia dell'illusione vi impedisca di cogliere quanto vi
sto dicendo. Ricordate e praticate: praticate e ricordate. Fate in modo che
giorni verranno che non saprete più cosa fare per coltivare voi stessi.
Affinate le ali della Conoscenza e della Consapevolezza, io sono fra voi e voi
dovete sfruttare il mio potere e il mio sapere per costruire il vostro sapere e
il vostro potere. Io non ci sarò, ma ci sarete voi. Voi dovete coltivare voi
stessi attingendo da me, calpestando me e a vostra volta dovete continuare a
seminare. Questo è il messaggio di Tomaso!
PARAGRAFO
40
Gesù disse: "I Farisei e gli Scribi hanno preso
le chiavi della conoscenza e le hanno nascoste. Essi non sono entrati e non
hanno lasciato entrare quelli che lo volevano. Voi, però, siate prudenti come
serpenti e semplici come colombe".
Cosa significa prendere le chiavi della
Conoscenza e nasconderle? La Conoscenza è un percorso di sviluppo soggettivo.
Lo sviluppo soggettivo è Potere di Essere. La sua costruzione e gli elementi
attraverso i quali procedere nella costruzione (le chiavi) sono i termini
attraverso i quali un percorso di sviluppo si articola nel Sistema Sociale e
nella situazione in cui quel percorso inizia. Il Potere di Avere, per
controllare gli Esseri Umani li priva degli elementi (chiavi) attraverso i
quali aprire le porte (fare le scelte iniziali) per percorrere una via alla
Conoscenza e alla Consapevolezza. Perché proprio i Farisei? Perché i Farisei
erano i difensori di quella tradizione, di quell'interpretazione ebraica il cui
scopo era difenderla dalle variabili introdotte dalla filosofia e dal pensiero
straniero e greco in particolare. In ultima analisi, in quell'ambito sociale,
si erano assunti il compito di bloccare lo sviluppo della Conoscenza attraverso
una rigorosa applicazione della tradizione. Dal punti di vista della
costruzione dell'Essere Umano significa: si erano assunti il compito di
impedire agli Esseri Umani di cogliere dall'albero della vita eterna diventando
essi stessi dio. Come il macellaio di Sodoma e Gomorra deve assicurarsi che
nessun Essere Umano colga dall'albero della vita eterna così i Farisei,
attraverso l'applicazione del loro sistema di pensiero, devono assicurarsi che
nessun Essere Umano costruisca sé stesso, ma sia sottomesso ad una verità
rivelata che non gli consenta di diventare egli stesso un dio. Sembra stupirsi
Tomaso del fatto che nonostante essi abbiano nascosto quelle chiavi ingannando
gli Esseri Umani per impedire loro di accedere alla Conoscenza ingannano anche
loro stessi rinunciando a servirsi delle chiavi che nascondono. In altre
parole, un conto è predicare la castità per sottomettere gli Esseri Umani
impedendo loro di costruire loro stessi e un conto è praticare la castità
impedendo a sé stessi di costruirsi: muoia Sansone con tutti i Filistei! Loro
traggono piacere dall'impedire agli Esseri Umani di percorrere il loro cammino.
Tomaso dice che anche se ingannano gli Esseri Umani avrebbero almeno potuto
usare quelle chiavi, cioè evitare almeno di ingannare loro stessi, ed agire per
percorrere una via alla conoscenza loro stessi. La pulsione di morte si esprime
attraverso delle leggi precise. Se un individuo malato di morte non è in grado
di usare una chiave che porti alla costruzione della Conoscenza e della
Consapevolezza nessuno dovrà usarla. Affermerà che è una chiave inutile, che
non serve a nulla, ma diventerà preziosa soltanto per possederla impedendo a
qualcun altro l'uso. Egli diventerà un cane da guardia ringhioso affinché
nessuno la usi. "Tu" egli affermerà "devi sottometterti
all'inganno che si è preso me e la costruzione del mio futuro". Come si
può percorrere un sentiero che porti alla Conoscenza e alla Consapevolezza
nonostante il controllo di preti cattolici, musulmani o simili? Nonostante
l'inquisizione? Essere prudenti come serpenti e semplici come colombe! Si può
fare esercitando l'arte dell'Agguato e l'arte della Follia Controllata. La
prudenza nell'azione attraverso la quale si percorre una via alla Conoscenza
consiste nel praticare l'arte dell'Agguato come descritta nel Crogiolo dello
Stregone nei Quattro Canti del Mondo. L'arte dell'Agguato ferma l'avventatezza
nella formazione e nello sviluppo del progetto intenzionale. In questo modo è
possibile aggirare ogni controllo. Semplici come colombe significa occultare la
volontà e la determinazione (l'aspetto nasconde la noumenia); la prudenza del
serpente articola la pazienza unendola con la rapidità d'azione (attesa
nasconde l'intento). Questi mezzi consentono di recuperare le chiavi che aprono
le vie alla Conoscenza e alla Consapevolezza nonostante i Farisei, i preti
cattolici, i preti musulmani, i preti cristiani in genere, i preti ebrei o
buddisti. Nonostante costoro siano a guardia delle chiavi che aprono i sentieri
alla Conoscenza e alla Consapevolezza farsi serpenti e colombe consente
all'Essere Umano di superare l'orrore che esprimono costruendo un sentiero
virtuoso nell'infinito dei mutamenti.Leggiamo cosa dice Matteo: "Sulla
cattedra di Mosè si sono assisi gli Scribi e i Farisei. Fate, dunque, e
osservate tutto ciò che vi dicono:, ma non agite secondo le loro opere, perché
dicono e non fanno. Legano, infatti , pesi gravi e insopportabili e li caricano
sulle spalle degli uomini, ma essi non li vogliono muovere neppure con un dito.
Fanno poi tutte le loro azioni per essere veduti dagli uomini: portano, infatti,
larghe le loro filatterie e mettono lunghe frange sui mantelli; amano i primi
posti nei convitti e primi seggi nelle sinagoghe; vogliono essere salutati
nelle pubbliche piazze ed essere chiamati maestri dalla gente, ma voi non
vogliate essere chiamati maestri, perché uno solo è il vostro Maestro, e voi
siete tutti fratelli. E non chiamate nessuno sulla terra padre vostro, perché
uno solo è il Padre, quello che è nei cieli. Né fatevi chiamare dottore, perché
uno solo è il vostro Dottore, il Cristo. Chi è maggiore fra di voi sarà il
vostro servo. Chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato. Guai a
voi, Scribi e Farisei ipocriti, perché chiudete agli uomini il regno dei cieli,
e non entrate voi, né lasciate che entrino quelli che vorrebbero entrare! Guai
a voi, Scribi e Farisei ipocriti, che percorrete il mare e la terra per farvi
anche un solo proselito, e quando lo è diventato, ne fate un figlio della
Geenna il doppio di voi!" Poi prosegue con ingiurie e invettive varie
nei confronti dei Farisei che potrebbero essere paragonate a quelle di chi non
paga le tasse non perché le ritiene ingiuste, ma perché in quanto unto e
prediletto lui non le dovrebbe pagare. Matteo, sempre nello stesso capitolo
spara la stupidaggine della morte di Zaccaria ben Barachia che secondo Flavio
Giuseppe sarebbe morto attorno al 70 d.c. Il messaggio è comunque chiaro e
viene ripreso quasi uguale da Luca che dice: " Allora un dottore della
legge gli rivolse la parola protestando "Maestro, parlando così offendi
anche noi!" Ed egli rispose: "Guai anche a voi, dottori della legge!
Perché imponete agli uomini dei pesi insopportabili, mentre voi non li toccate
neppure con un dito. Guai a voi che innalzate sepolcri ai profeti, mentre i
vostri padri li hanno uccisi! Voi, così siete testimoni e approvate le opere
dei vostri padri: essi li uccisero e voi costruite i sepolcri. Per questo
appunto la Sapienza di Dio ha detto: "Io manderò loro profeti e apostoli:
uccideranno gli uni e perseguiteranno gli altri, affinché sia chiesto conto a
questa generazione del sangue di tutti i profeti versato fin dalla creazione
del mondo, dal sangue di Abele fino al sangue di Zaccaria, ucciso fra l'altare
e il Tempio!" Si, io ve lo dico, ne sarà richiesto conto a questa
generazione! Guai a voi, dottori della legge! Perché avete preso le chiavi
della scienza, ma non siete entrati voi e lo avete impedito a quelli che
volevano entrare." Riproducendo questi due passaggi di Matteo e Luca
praticamente completiamo i concetti di entrambi. Qual è il loro scopo?
Accusare! Colpevolizzare! Siamo davanti a delle persone come Matteo e Luca il
cui obiettivo è prendere il posto dei dottori della legge. Loro vogliono
dominare. Mettere in ginocchio davanti al loro presunto maestro. Non esiste
nulla intorno che possa costruire l'Essere Umano non esiste nessuna possibilità
di accedere alla Conoscenza e alla Consapevolezza. Chi offre qualche cosa, come
i Farisei che cercano di diffondere il proprio pensiero facendo dei proseliti,
viene accusato di iniquità. Di distruggere il seguace preparandolo per la
Geenna. I Farisei vengono accusati di essere falsi, ipocriti, di voler apparire
padroni della città e di desiderare essere ossequiati, ma cosa propongono Luca
e Matteo agli Esseri Umani? Fra voi siete tutti fratelli! Apparentemente appare
molto bella quella frase. Peccato che voglia dire: voi siete tutti fratelli in
ginocchio davanti a me. Implicitamente afferma: voi siete tutti fratelli in
ginocchio davanti all'apostolo! Che significa: voi siete tutti fratelli in
ginocchio davanti al prete e così via. L'Essere tutti fratelli ha lo scopo di
scoraggiare la ricerca della libertà. Chi ci prova è certamente colui che vuole
essere il primo e dunque, dicono Matteo e Luca, deve essere il vostro servo. La
ricerca della Conoscenza non è ammessa. Mentre Tomaso davanti ai Farisei che
bloccano l'accesso alla Conoscenza suggerisce di diventare prudenti come
serpenti e semplici come colombe, adottare una strategia, Matteo e Luca sanno
proporre il loro pazzo maestro ad esempio che sa soltanto minacciare gli Esseri
Umani che si trovano davanti millantando un dio padre che pretende di
colpevolizzare tutta quella generazione, dopo averla imbrogliata, di tutto il
sangue sparso dall'inizio del mondo. La pazzia serve per spargere terrore e il
terrore serve per ottenere sottomissione. La sottomissione è finalizzata alla
distruzione dell'Essere Umano il vero obiettivo di Matteo e Luca. Matteo
conosce perfettamente l'essere prudenti come serpenti e semplici come colombe,
ma leggiamo cosa scrive: "Ecco io vi mando come pecore in mezzo ai
lupi; siate adunque prudenti come serpenti e semplici come le colombe.
Guardatevi però dagli uomini, perché vi trascineranno davanti ai tribunali e vi
flagelleranno nelle sinagoghe, e sarete condotti davanti a governatori e re per
cagion mia, per dare testimonianza ad essi e ai Gentili." Mentre in
Tomaso l'essere prudenti e semplici ha il fine di trovare le chiavi della
conoscenza e aprire le porte, in Matteo il fine dell'essere prudenti è solo un
trucco, una finzione, per ingannare e imporre la figura del suo profeta pazzo.
In Tomaso è una strategia di vita; in Matteo è un trucco per sottomettere anche
annientando sé stessi. Quanta differenza con Tomaso il cui scopo è la
costruzione della conoscenza e della consapevolezza pur in presenza di
situazioni avverse!
PARAGRAFO
41
Gesù disse: "Una vite fu piantata da altri che
non era mio Padre: giacché non si irrobustì, sarà sradicata e perirà".
Quanto
obbedisce agli stimoli della vita, agli stimoli di Necessità, può crescere ed espandersi
nell'infinito dei mutamenti. Quanto nega la spinta di Necessità e di Intento
può soltanto rattrappirsi su sé stesso. Essere senza radici, in questo
contesto, non è atto di possesso, ma è determinazione dell'oggettività subita
senza opporre la propria volontà e la propria determinazione. I padri delle
determinazioni sono Necessità e Intento. Qualora si eserciti la propria volontà
si manipola la spinta di Necessità e Intento determinando la propria scelta
facendosi dio. Ciò che non si fa dio sarà distrutto in quanto non sarà in grado
di seguire la propria sequenza dei mutamenti, costruire il proprio Potere di
Essere attraverso l'esercizio della propria volontà e delle proprie
determinazioni. Gli altri potranno fare qualsiasi cosa, magari mettendo in ginocchio
chi non si può difendere privandolo della Necessità e delle tensioni di Intento
per seguire i propri mutamenti (piantato da altri), impedendogli l'esercizio
delle proprie determinazioni.
Leggiamo
cosa di ce Matteo: "E chiamata a sé la folla disse: "ascoltate e
comprendete! Non quello che entra per bocca contamina l'uomo;, ma ciò che esce
dalla bocca, questo contamina l'uomo!" Allora i suoi discepoli,
avvicinatisi, gli dissero: "Sai che i Farisei udita la tua parola si sono
scandalizzati?". Egli rispose: "Ogni pianta che non ha piantato il
padre mio celeste sarà sradicata. Lasciateli, sono ciechi e guide di ciechi:,
ma se un cieco guida un cieco, ambedue vanno a finire nella fossa".
Mio padre o il padre mio celeste. Qual è la differenza? Mio padre è il padre
che ha generato me il padre mio celeste è il padre celeste di cui io ne ho
proprietà! Sottile? Sofisma? Eppure il Potere di Avere nasconde la propria
aberrazione anche dietro queste particolarità. Particolarità che una volta
dette poi devono essere interpretate e l'interpretazione è data da chi detiene
il controllo del Potere di Avere. Mio padre è quanto produce me: Necessità e
Intento, ma se io ho la proprietà del padre, questo deve essere un oggetto di
possesso non una forza che mi attraversa. Ecco dunque come nel Potere di Essere
il termine padre usato da Tomaso sta ad indicare quanto produce un presente
mentre nei vangeli ufficiali sta ad indicare un padrone o un oggetto di
proprietà che non è una forza, ma una struttura materiale. Il padre del pazzo
di Nazareth non è la forza che spinge l'esistente, ma il padrone di cui lui è
figlio e a cui tutto è dovuto. La pianta che non risponde a Necessità e Intento
non avrà la forza per continuare nell'infinito dei mutamenti e pertanto sarà
sradicata. Finito lo stadio in cui si esprime non avrà la forza di giungere al
riposo. Non avrà accumulato sufficiente Potere di Essere per giungere al riposo
e trasformarsi. Quella Coscienza di Sé cessa il cammino delle trasformazioni:
sarà sradicata. Diverso il discorso nei vangeli ufficiali. La pianta sarà
sradicata perché si è fatta guidare da un cieco: non ha saputo riconoscere il
vero maestro. Non ha saputo riconoscere il figlio del dio padrone. Ha seguito
qualcuno che secondo il pazzo di Nazareth era un cieco e un cieco può solo
portare chi lo segue ciecamente in una fossa. La pianta è stata piantata da un
cieco, non da suo padre tramite lui. Lasciate che cadano nella fossa. Appare
del tutto evidente come la salvezza è quella di seguire chi non è cieco:
l'unico Maestro; l'unico Dottore. Il seguire sta per sottomettersi al figlio
del dio padrone affinché il dio padrone non sradichi quella pianta. Ancora una
volta gli evangelisti ufficiali hanno scopiazzato quanto scrivono da un testo
precedente. Non avendo nessuna cognizione di causa relativa al Potere di Essere
hanno preso quanto hanno trovato e lo hanno adattato al fine di sottomettere
gli Esseri Umani ad una figura inventata. Sottomettere gli Esseri Umani per
impossessarsene!
PARAGRAFO
42
Gesù disse: "Sarà dato a colui che già ha nella
sua mano; e a colui che non ha sarà tolto anche quel poco che ha".
Cos'è che si dà a colui che già ha e
cos'è che perde colui che ha poco? E' il Potere di Essere! La forza con la
quale l'individuo determina sé stesso nell'oggettività in cui vive. Vivere
nell'oggettività determinando sé stessi attraverso l'uso della propria volontà
aumenta il proprio Potere di Essere. Il Potere di Essere di un Essere Umano
aumenta a valanga (in proporzione algebrica). Più l'Essere Umano esercita la propria
Volontà più trasforma le occasioni, i fini e i fare della propria esistenza
come un'opportunità per accumulare Potere di Essere. Quando un individuo
rinuncia all'uso delle proprie determinazioni e della propria volontà viene
messo in ginocchio perdendo anche quella poca Energia Vitale che gli è rimasta.
All'atto della morte del corpo fisico il corpo di energia vitale deve essere
cresciuto al punto tale da poter prendere su di lui la propria Coscienza di Sé
e continuare nella propria sequenza dei mutamenti. La forza che alimenta chi
già ha nel Paganesimo di Roma antica si chiama Proserpina. Questa forza
consapevole alimenta le trasformazione di ogni Essere della Natura alimentando
soccorrendo chi ha forza sufficiente per mantenere, in qualsiasi forma,
compatto il proprio corpo luminoso e assistendo con commiserazione alla
sconfitta di chi ha attraversato l'esistenza disperdendo la propria occasione.
Se il Potere di Essere non è cresciuto in quanto l'Essere Umano è stato
costretto in ginocchio allora non avrà la forza di mantenere la compattazione e
si dissolverà assieme al corpo fisico. Questo è togliere il poco che si ha.
Arricchire significa arricchire il proprio Potere di Essere; perdere quel poco
che si ha significa che quel poco non è sufficiente per proseguire
nell'infinito dei mutamenti.
Dare
a chi ha e togliere a chi non ha io l'ho trovato in due parti. In una
all'interno della parabola del seminatore di Matteo: "Allora gli si
avvicinarono i discepoli e gli domandarono: "Perché parli ad essi in parabole?
" Egli rispose: "Perché a voi è dato conoscere i misteri del cieli,
ma a loro non è stato concesso. Infatti, a chi ha sarà dato e sarà
nell'abbondanza;, ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha. Per questo io
parlo ad essi in parabole, perché vedendo non vedano e udendo non intendano né
comprendano..." Il discorso in Luca è diverso, ma molto più accentuato
nel seminare il terrore fra gli Esseri Umani. Luca non era in grado di seminare
terrore armato, ma il suo pensiero era articolato per giustificare il terrore
armato unico modo per imporre il pazzo di Nazareth di cui si riteneva custode
del messaggio del dio suo padre. "Un uomo di nobile stirpe se ne andò
in un paese lontano a prendere in suo possesso un regno e poi ritornare. Chiamò
dieci dei suoi servi e diede loro dieci mine dicendo: "Mettetele a frutto
fino al mio ritorno", ma i suoi concittadini lo odiavano ed inviarono
dietro di lui un'ambasciata a dire "Non vogliamo che costui regni sopra di
noi". Quando fu di ritorno, dopo aver preso possesso del regno, fece
chiamare a sé quei servi ai quali aveva consegnato il denaro, per sapere quanto
qualcuno lo aveva fatto fruttare. Si presentò il primo e gli disse:
"Signore la tua mina ne ha fruttate dieci". Bene, servo buono, gli
rispose, poiché sei stato fedele nel poco, prendi il governo di dieci città.
Venne poi il secondo e disse: "La tua mina o signore, ne ha fruttate
cinque". Tu pure, gli rispose, sii a capo di cinque città".
"Venne un altro e disse: "Signore, ecco la tua mina che io ho custodita
avvolta in un pezzo di panno. Ho avuto paura di te, che sei un uomo severo; tu
cogli ciò che non hai piantato, e mieti ciò che non hai seminato." Ed egli
a lui: Dalle tue parole ti giudico, servo iniquo! Tu sapevi che io sono un uomo
severo, che colgo ciò che non ho piantato, e mieto ciò che non ho seminato!
Perché, dunque, non hai messo il mio denaro in una banca? Al mio ritorno io lo
avrei potuto esigere con interesse". Poi disse a quelli che erano
presenti: "Riprendetegli la mina e datela a colui che ne ha dieci".
Gli osservarono: "Signore, egli ha dieci mine". Io vi dico: a chi ha
sarà dato, ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha. Intanto conducete
qui i miei nemici, quelli che non volevano che io regnassi sopra di loro, e sgozzateli
in mia presenza"". Per i vangeli ufficiali la ricchezza materiale
è fondamentale rispetto alla ricchezza interiore dell'Essere Umano. L'Essere
Umano non ha un tesoro dentro di sé che accumula giorno per giorno, ma vive uno
stato di sottomissione che deve coltivare attimo per attimo affinché il padrone
sia soddisfatto del suo comportamento. Deve anzi procurare ricchezza non per sé
stesso, ma per il proprio padrone. Mentre in Matto la sottomissione produce un
accumulo di Conoscenza che viene negata a tutti gli altri, in Luca l'accumulo
di denaro produce un accumulo nei confronti del padrone. Quando non produce
accumulo come scelta soggettiva del sottomesso c'è la punizione. Qualunque essa
sia. In Matteo coloro che accumulano sono coloro che hanno scelto la sottomissione:
"a voi è dato conoscere i misteri del cielo!". Gli altri faccio in
modo che non capiscano; non comprendono. Cosa diversa da chi dice io dico
quanto so poi è la sequenza delle tue scelte che attraverso la tua costruzione
ti ha predisposto a comprendere o a non comprendere. Nel caso di Matteo la
concessione è data da un agente esterno discriminante; nel caso di Tomaso il
possesso è interno all'individuo "avere nella mano". Costruito
dall'individuo per l'individuo!
PARAGRAFO
43
Gesù disse: "Siate transeunti!".
Si abbia sempre presente che la vita
del corpo fisico è un passaggio. E' qualche cosa che passa. E' un'opportunità
da cogliere. Quando quest'opportunità termina, finisce, non c'è una seconda
opportunità. Si abbia sempre presente il fatto che la vita è provvisorie e
pertanto non si possono perdere le occasioni attraverso le quali costruire il
dopo. Prendete esempio dal Feto. Egli costruisce sé stesso in ogni attimo in
quanto non può tralasciare l'attimo presente nell'attesa di un ipotetico successivo.
Quanto state vivendo in questo momento è irripetibile. Sappiate che una volta
passato questo attimo siete nell'attimo successivo ed avete perso l'occasione
dell'attimo presente. Altre occasioni si presentano, ma avete perso la capacità
di trasformare voi stessi attendendo qualche cosa che immaginate e che invece
vi delude. Siate Transeunti! Vivete per sfida! Vivete costruendo voi stessi!
Non c'è resurrezione! Non c'è paradiso o inferno! Non c'è reincarnazione o
metempsicosi! Non c'è karma! C'è l'attimo presente nel quale costruite voi
stessi! Quando questo è passato avrete perso o avrete sfruttato, comunque,
un'occasione per distruggervi o costruirvi.
PARAGRAFO
44
I suoi discepoli gli domandarono: "Chi sei tu,
che ci dici queste cose?". (Gesù rispose:) "Da ciò che vi dico non
capite chi io sia, ma siete diventati come gli Ebrei. Essi amano l'albero, ma
odiano il frutto, oppure amano il frutto e odiano l'albero".
Da ciò che dico capite cosa sono.
Quello che dico e quello che faccio manifestano il mio essere. Il mio essere si
manifesta attraverso la qualità delle relazioni che io costruisco col mondo. Le
mie parole e le mie azioni dicono a voi ciò che io sono. Se io vi raccontassi
chi sono in base ad una genealogia o ad un attestato di merito o appartenenza
voi vi costruireste un'idea apriori dalla quale partire per giudicare le mie
azioni e le mie affermazioni, ma se voi giudicate le parole e le azioni non è
necessario che io vi indichi un'appartenenza in quanto cosa sono è manifesto
nelle parole e nelle azioni. Non costruiamo degli inganni. Se l'albero produce
dei frutti che ci sono utili deduciamo che l'albero è utile. Se deduciamo che
un albero è utile lo apprezziamo anche quando non ha frutti. L'uno e l'altro
sono in stretta correlazione. Dire che buoni i frutti e distruggere l'albero è
fare come gli Ebrei i quali amano il macellaio di Sodoma e Gomorra nonostante
questi bestemmi lo Spirito Santo. Oppure non sanno cogliere le relazioni fra le
cause e gli effetti o distinguere gli effetti dalle cause che li producono.
Così affermano di odiare i ladri e le azioni malvagie, ma amano mettere in
ginocchio i bambini preparandoli a compiere quelle azioni malvagie. Così
qualcuno parla contro lo spaccio dell'eroina e poi costruisce le comunità per
il "recupero" dei tossicodipendenti alimentando e proteggendo lo
spaccio dell'eroina che consente loro di costruire le comunità per il
"recupero" dei tossicodipendenti. L'albero produce il frutto che
genera l'albero ecc.. Le azioni rivelano ciò che una persona è e il suo intento
nell'affrontare le contraddizioni della vita. L'affermazione di ciò che si è in
quanto si occupa un ruolo e una funzione nella gerarchia sociale appartiene
soltanto al Potere di Avere dove il ruolo o la funzione detenuta da una persona
determina il suo essere. Nel Potere di Avere può parlare in un certo modo solo
chi ha un diploma, chi è delegato o chi detiene una carica. Io sono un maestro
(mi è stato dato un attestato) dunque possiedo il ruolo sociale per parlare in
questo modo! Il mio modo di parlare non metterà mai in discussione il mio ruolo
sociale o la struttura sociale che quel ruolo garantisce. Questo è Potere di
Avere. Ciò che dico è importante perché io detengo il ruolo di maestro, al di
là delle stronzate che dico, e voi dovete accettarle in quanto io sono delegato
dal Sistema Sociale a detenere il ruolo del maestro. Io dico questa cosa perché
questo devo o mi sento di dire. Se quanto dico ti può servire mi puoi, se vuoi,
ritenermi un maestro solo e fintanto che quello che dico ti può servire. Questo
è Potere di Essere! Dove la centralità non sta sul ruolo occupato da chi dice,
ma da quanto viene detto. E' quanto viene detto che determina il ruolo, non il
ruolo che qualifica quanto viene detto! Non fate come i cristiani che ascoltano
le parole del prete in quanto prete e non ascoltano cosa viene detto! Gli
effetti prodotti!
PARAGRAFO
45
Gesù disse: "A colui che bestemmia mio padre sarà
perdonato, e a colui che bestemmia il Figlio sarà perdonato, ma a colui che
bestemmierà lo Spirito Santo non sarà perdonato né in terra né in cielo".
E'
un paragrafo che può indurre a fraintendimenti ed equivoci. La centralità che
dobbiamo tener presente è la costruzione del corpo luminoso negli Esseri della
Natura. Gli Esseri della Natura hanno l'opportunità di costruire il proprio
corpo luminoso. La forza che determina quest'opportunità si chiama
genericamente vita. Si può usare il termine di Spirito Santo, ma è sempre la
stessa cosa all'interno del vangelo di Tomaso mentre diventa una cosa diversa
nei vangeli ufficiali. Il padre che genera gli Esseri della Natura e li spinge
a costruire il proprio corpo luminoso è Necessità e Intento. Il figlio è il
prodotto di tutto questo. Il figlio è quell'Essere della Natura (nel nostro
caso sia come soggetti che come oggettività in cui viviamo) che riesce a
costruire il proprio corpo luminoso mantenendolo compatto all'atto della morte
del corpo fisico. Saccheggiare Necessità e Intento non comporta nulla di
negativo nella costruzione del proprio corpo luminoso. Al massimo degli
adattamenti funzionali di chi si vede costretto ad adattarsi a situazioni
diverse. Colpire o danneggiare chiunque sta costruendo il proprio corpo
luminoso non è molto grave. Costoro sono in grado di costruire degli
adattamenti molto veloci e funzionali. Impedire agli Esseri della Natura di
costruire il loro corpo luminoso saccheggiando il mondo circostante o mettendo
in ginocchio Esseri della propria specie è di una tale malvagità che non merita
nessuna attenuante! Chi mette in ginocchio Esseri della propria specie
impedendo loro di costruire il loro corpo luminoso ha già distrutto il proprio
e nello stesso tempo non merita nessuna comprensione e nessuna attenuante per
le sue azioni miserabili. La vita per gli Esseri della Natura è un'opportunità
per diventare eterni. Chi mette in essere delle azioni attraverso le quali
appropriarsi degli Esseri della Natura sottomettendoli e distruggendo il loro
divenire nell'eternità dei mutamenti merita un disprezzo assoluto. Uccidere un
Essere della Natura non arreca danno all'uccisore. Uccidere un Essere Umano che
dà l'assalto al cielo della Conoscenza e della Consapevolezza per quanto sia
un'azione malvagia non è autodistruttiva (purché nel farlo si dia a propria
volta l'assalto al cielo della Conoscenza e della Consapevolezza). Mettere in
ginocchio chi non si può difendere: quello è l'orrore. Costui merita disprezzo!
Diverso è il discorso nei vangeli ufficiali. Nei vangeli cattolici lo spirito
santo non sta ad indicare la vita e le sue determinazioni, ma la dipendenza dal
dio padrone. La forza della dipendenza. Chi bestemmia la forza della dipendenza
attraverso la ricerca di libertà non sarà perdonato! Nei vangeli ufficiali la
frase non è scritta e lasciata all'interpretazione, ma viene inserita in un
contesto preciso. Leggiamo il contesto in cui la inserisce Marco: "Poi
ritornò a casa, e la folla si radunò di nuovo, di modo che non poterono neppure
prendere cibo. I suoi, avendolo saputo, uscirono per impadronirsi di lui,
poiché dicevano: "E' fuori di sé". E gli Scribi che erano venuti da
Gerusalemme dicevano: "E' posseduto dal Beelzebub, e in virtù del principe
dei demoni caccia i diavoli", ma Gesù chiamatili diceva loro in parabola: "Come
può Satana cacciare Satana? Se un regno è diviso in sé stesso, questo regno non
può reggersi. Se una casa è divisa in se stessa, questa casa non può
sussistere. E se Satana si solleva contro se stesso e si divide, non può
sussistere, ma sta per finire. Ora, nessuno può entrare in casa del forte a
saccheggiargli le masserizie, se prima non lo incatena; allora si, potrà
saccheggiare la sua casa. In verità vi dico che saranno rimessi ai figli degli
uomini tutti i peccati e le bestemmie che avranno pronunciato;, ma chi avrà
bestemmiato contro lo Spirito Santo non riceverà perdono in eterno, essendo
colpevole di eterno peccato". Qual è il concetto di Spirito Santo in
Marco? E' il potere, la forza del suo Gesù nello scacciare i suoi avversari
(satana è l'avversario o il nemico). Scopo del Gesù di Marco è minacciare
quanto si oppone al suo dominio. Al suo potere di sottomissione. Al Gesù di
Marco la vita non interessa in quanto tale, ma solo in quanto sua proprietà. Lo
Spirito Santo è il potere che gli permette di controllare e sottomettere la
vita ai suoi voleri. Chi bestemmia lo Spirito Santo per Marco è colui che
contesta il suo diritto a sottomettere gli Esseri Umani scacciando i suoi
nemici. I nemici di Marco sono la vita stessa. Il suo ergersi davanti
all'Universo protagonista della propria dilatazione nell'universo. Il nemico di
Marco è lo Spirito Santo di Tomaso: la vita in sé stessa. Dice il Gesù di
Marco: come posso scacciare il mio avversario per mandato del mio avversario?
Se ciò fosse il mio avversario è sconfitto da sé stesso. Dunque lo scaccio
attraverso una forza e un mandato che non appartengono al mio avversario, ma al
padrone davanti al quale metto in ginocchio gli Esseri Umani. Lo Spirito Santo
di Marco è oggetto attraverso il quale il suo Gesù opera non è la personalità
espressa in Tomaso che si manifesta in ogni esistente attraverso Necessità e
Intento. Che lo Spirito Santo sia il potere della sottomissione è ribadito da
quanto detto da Luca: "Dico quindi a voi che siete miei amici: non
temete coloro che uccidono il corpo, e dopo ciò non possono far niente più. Vi
mostrerò io chi dovete temere: temete colui il quale, dopo aver fatto morire,
ha il potere di gettare nella Geenna. Sì, ve lo ripeto: questo dovete temere!
Non si vendono cinque passeri per due soldi? Eppure nemmeno uno di essi è
dimenticato al cospetto di Dio, ma anche i capelli del vostro capo sono tutti
contati. Non temete: voi valete ben più di molti passeri. "Vi dico pure:
chiunque mi confesserà davanti agli uomini, anche il Figlio dell'uomo lo confesserà
dinanzi agli Angeli di Dio;, ma colui che mi avrà rinnegato davanti agli
uomini, sarà rinnegato dinanzi agli Angeli di Dio. Chiunque parlerà male del
Figlio dell'uomo, gli sarà perdonato;, ma a chi avrà bestemmiato contro lo
Spirito Santo, non sarà perdonato. E quando vi condurranno davanti alle
Sinagoghe, ai magistrati e alle autorità, non vi preoccupate del come vi
difendete, o di che dovrete dire, perché lo Spirito Santo vi insegnerà in quel
momento come bisognerà parlare". Anche Luca conferma l'essenza del
concetto di Spirito Santo: la forza della sottomissione a dio. Il dio padrone
sottomette, attraverso lo strumento dello Spirito Santo gli Esseri Umani al suo
volere. Determina e discrimina fra gli Esseri Umani ciò che devono o non devono
dire davanti al magistrato. E devono dire questa o quella cosa in quanto devono
temere, essere terrorizzati, non da chi uccide la loro persona, ma dal volere
del dio che dopo averli fatti uccidere (l'uccisione appare non come voluta
dall'uomo, ma come determinazione del dio di cui un uomo è strumento) continua
a torturarli in eterno nel fuoco della Geenna. Voi valete più dei passeri:
dunque il dio vi punisce ben più dei passeri in quanto nessuno di voi sarà
dimenticato. Altra minaccia. La sottomissione al dio padrone, agli evangelisti,
alla chiesa cattolica è il messaggio dei vangeli ufficiali e della loro volontà
di stuprare la vita. Gli Esseri Umani sono solo bestiame che deve essere
acquistato o venduto a piacimento: come i passeri. Deve essere contato come le
pecore al pascolo: anche i capelli sono numerati. E non hanno nessun diritto a
sottrarsi alla sottomissione tentando di determinare sé stessi perché facendo
questo bestemmiano lo Spirito Santo e sono minacciati dal terrore della
condanna in eterno al fuoco della Geenna. Tomaso parla dello Spirito Santo come
essenza della vita che si adatta e si esprime attraverso Necessità e Intento
attraverso ogni Essere e ogni specie dell'esistente mentre nei vangeli
ufficiali si parla di Spirito Santo come il potere del dio padrone per
sottomettere gli Esseri Umani dove la bestemmia è la ricerca di libertà degli
Esseri Umani dalla sottomissione del dio padrone e del pazzo che si spaccia per
suo figlio rivendicando il diritto di possesso degli Esseri Umani!
Per
attualizzare il messaggio di Tomaso oggi diremmo: "Chi droga sé stesso di
eroina (al di là delle condanne giuridiche del paese) sarà perdonato!" In
effetti costui si limita a distruggere sé stesso. "Chi spaccia eroina (al
di là delle condanne giuridiche del paese) sarà perdonato!" In effetti
costui si limita a soddisfare un bisogno che si esprime nel Sistema Sociale in
cui spaccia. "Chi crea le condizioni della distruzione umana che costringe
le persone a ricorrere all'eroina rapinate della capacità di costruire il loro
futuro, non sarà perdonato né nello spazio né nel tempo e in qualsiasi luogo e
in qualsiasi tempo sarà chiamato a risponderne (al di là delle condizioni
giuridiche del paese)!" In effetti costui distrugge la vita!
PARAGRAFO
46
Gesù disse: "Non colgono l'uva dalle spine, né
colgono spine dai rovi; giacché essi non danno frutto. Una persona buona trae
il buono dal proprio tesoro; una persona cattiva, dal proprio tesoro cattivo,
che è in cuor suo trae il male e dice (parole) cattive: giacché è dall'abbondanza
del suo cuore che produce cose cattive".
Gli Esseri Umani si costruiscono
attraverso le proprie scelte. Gli Esseri Umani accumulano nel loro cuore le
trasformazioni indotte dalle loro scelte. Attraverso queste costruiscono il
loro tesoro: il proprio Potere di Essere. Da quel Potere di Essere, quando
scelgono, traggono la direzione nella quale scegliere. Chi ha sviluppato il
proprio Potere di Essere compie delle scelte per continuare a sviluppare il
proprio Potere di Essere. In questo modo chiunque è vicino a lui sarà aiutato
da quelle scelte affinché possa continuare a sviluppare il proprio Potere di
Essere. Chi, attraverso le proprie scelte ha costruito la propria vita sul
Potere di Avere quando dovrà scegliere, da quanto ha accumulato, trarrà la
direzione delle sue scelte. In quel momento chiunque è vicino a lui sarà
danneggiato nella sua capacità di determinazione perché diventerà suo bottino e
preda. Il cuore, in questo caso, sta a significare il luogo in cui il sentire
si accumula. Il sentire è quanto viene prodotto e accumulato dalle scelte
dell'individuo. Da quell'accumulo l'individuo pesca per costruire la relazione
col mondo. Nei vangeli ufficiali non esiste un accumulo, un tesoro, da cui
trarre. Esiste la sottomissione al dio padrone come valore assoluto: la
distruzione di sé stessi come persone e l'esaltazione della sottomissione.
Leggiamo da Matteo: "O voi ammettete che l'albero è buono e allora sarà
buono anche il frutto, o ammettete che l'albero è cattivo e allora sarà cattivo
anche il frutto, perché dal frutto si riconosce l'albero. Razza di vipere, come
potete parlare bene voi, cattivi come siete? Poiché la bocca parla per
sovrabondanza del cuore. "l'uomo dabbene, dal suo tesoro buono, cava cose
buone; un malvagio da un tesoro cattivo cava fuori il male. Or vi dico che nel
giorno del giudizio gli uomini renderanno conto di ogni parola vana che avranno
proferita. Poiché sarai giustificato dalle tue parole e dalle tue parole sarai
condannato." Attenzione alle parole. Il pazzo descritto da Matteo non
conosce la costruzione dell'individuo. Non conosce cosa costruisce. Conosce
l'individuo come elemento statico e le parole sono espressione di questa
staticità. Cosa condanna l'uomo? Le parole: non le sue azioni! Le azioni
costruiscono l'Essere Umano: le parole descrivono. La sottomissione non è
azione è descrizione del proprio modo di rapportarsi. Il modo di rapportarsi
determina il possesso. Il giudizio su cosa è cattivo o cosa è buono viene
determinato dal figlio del dio padrone. Le persona che ha davanti parlano bene;
dicono cose sagge! Questo fa arrabbiare il Gesù di Matteo che ritenendo quelle
persone malvagie devono dire solo cose malvagie. Non devono dire cose sagge
altrimenti come può lui colpevolizzarle? Come può condannarle attraverso le
loro parole? Di questa aberrazione nel vangelo di Tomaso non ne troviamo
traccia! Mentre in Tomaso quanto è detto è quanto un Essere Umano ha costruito
(il proprio tesoro) in Matteo quanto viene detto è tratto dalla sovrabbondanza
del cuore, ma il suo Gesù non comprende come coloro che ha davanti dicono
parole e cose sagge mentre egli le ritiene malvagie. C'è una sola spiegazione:
è il Gesù di Matteo ad essere malvagio. La sua malvagità consiste nel suo
desiderio di appropriarsi degli individui. Di stuprarne il futuro mettendoli in
ginocchio! Allora li accusa di malvagità; l'unico modo per occultarne la sua.
E' come la chiesa cattolica che accuserà le donne che chiamerà streghe di
essere malvagie mentre infila nelle loro parti intime i ferri roventi. Così è
il Gesù di Matteo: malvagio e vigliacco! Se si ammette che l'albero è buono lo
si desume dai frutti: dalle sue azioni. Sono i frutti di cui noi beneficiamo
che ci dicono che l'albero è buono. Dopo che ci siamo beneficiati dei frutti o
di quant'altro osserviamo l'utilità dell'albero e determiniamo che
quell'albero, in qualunque stagione si trovi, è sempre un albero buono perché i
frutti sono una costante dell'albero. Così gli Esseri Umani li possiamo
qualificare come buoni o cattivi o con qualcun altro aggettivo partendo dalle
loro azioni non da quanto dicono, ma Matteo ha sentito quell'insegnamento
misterico, ma non lo ha compreso. Lo ha dovuto adattare alla sua immagine del
dio padrone e della descrizione che ne dava del pazzo di suo figlio di cui egli
si riteneva l'inviato. Se nella prima parte afferma la relazione fra albero e
frutto; cioè fra Essere Umano e azione non essendo egli in grado di definire
un'azione buona, in quanto le sue stesse azioni nel tentativo di appropriarsi
degli individui sono malvagie, termina il suo scritto riferendosi alle parole.
Dalle parole sarete giudicati. "Brutto figlio di vacca, pezzo di merda
solo perché sei più forte mi infili i ferri roventi della tortura; mi riempi di
botte; pretendi assoggettamento!" Queste parole dovrebbero condannarmi? Tu
stupri la vita e la mia richiesta di libertà, la mia protesta, verrebbe
condannata? La logica del Gesù di Matteo è la logica dei gestori dei campi di
sterminio nazisti: non c'è differenza! La logica dei gestori dei campi di sterminio
nazisti è la logica dettata dal Gesù di Matteo! Luca precisa il concetto del
bene da trarre dal proprio cuore. Che cos'è il bene? Quando un uomo trae il
bene e quando trae il male? Ecco cosa dice Luca: "Non c'è albero buono
che dia frutti cattivi, né al contrario, albero cattivo che dia frutti buoni;
difatti ogni albero si riconosce dai suoi frutti. Non si colgono fichi dalle
spine, né si vendemmia uva dai pruni. L'uomo dabbene dal buon tesoro del suo
cuore trae fuori il bene, mentre il perverso trae il male dal suo fondo
cattivo, poiché la sua bocca parla dalla sovrabbondanza del cuore. -
"Perché mi chiamate: "Signore, Signore!" e poi non fate quello
che vi dico? Ognuno che viene a me, ascolta le mie parole e le mette in
pratica, io vi mostrerò a chi somiglia: somiglia ad un uomo che per fabbricare
una casa scavò molto profondo e pose le fondamenta sopra la roccia. Venuta una
inondazione, la fiumana investì quella casa, ma non la poté smuovere, perché
era ben costruita. Colui, invece, che ascolta e non pratica, è simile ad un
uomo che ha costruito una casa sulla terra, senza fondamenta. La fiumana la
investì ed essa subito cadde, e la rovina di quella casa fu grande".
Che cos'è il tesoro buono? E' l'obbedienza al dio padrone. Il dio padrone
determina cosa c'è di buono dentro il cuore di un Essere Umano: la sua
sottomissione. L'adesione al suo ordine. Il suo ordine è falso; il suo ordine
porta alla rovina gli Esseri Umani? Gli Esseri Umani devono obbedire. La
minaccia anche in Luca è manifesta: arriva la fiumana e ti spazza via, ma la
vita appartiene all'Essere Umano e non al padrone pazzo che dice o fai quello
che voglio io o ti ammazzo. La vita deve essere determinata dal soggetto non
dal padrone. Se il soggetto pretende di determinare la propria esistenza ecco
subito l'arrivo del dio padrone e delle sue minacce: arriva la fiumana e spazza
via quanto hai costruito. Il terrore seminato da Luca e Matteo è il terrore
finalizzato alla sottomissione. E' il terrore volto a strappare le
determinazioni e la volontà degli Esseri Umani. E' il terrore che impedisce
loro di prendersi nelle proprie mani la costruzione del loro tesoro. Senza
questo non si comprende l'orrore che la chiesa cattolica ha seminato nel corso
della sua storia. Le affermazioni fatte da Tomaso appartengono ad una
costruzione diametralmente opposta alla direzione in cui portano i vangeli
ufficiali: la direzione della Stregoneria Pagana!
PARAGRAFO
47
Gesù disse: "Da Adamo a Giovanni Battista nessun
nato da donna fu più grande di Giovanni Battista, sì che (davanti a lui) egli
debba abbassare gli occhi. Tuttavia vi dissi: tra di voi chiunque sarà piccolo
conoscerà il Regno e sarà più grande di Giovanni".
Il
nocciolo su cui si articola il paragrafo sta nel "nato da donna".
Secondo Tomaso nessun nato da donna da Adamo a Battista fu più grande di
quest'ultimo. Chi può essere più grande di un "nato da donna",
chiunque egli sia? Chi non è nato da donna, ma è nato da un Essere Umano. Chi
nasce da donna è un Essere della Natura il quale, per le sue azioni, può essere
considerato più o meno grande. Un Essere Umano adulto (come ogni altro Essere
della Natura) produce il proprio corpo luminoso e lo sviluppo di questo
qualifica la sua grandezza nell'esistenza come Essere della Natura. Dove la
grandezza non è determinata dal ruolo sociale che ricopre, ma dallo sviluppo
della sua Volontà, dalle sue Determinazioni, dallo sviluppo del suo Potere di
Essere. La piccolezza che Tomaso indica come esempio non sta nel ruolo sociale
o nell'uso della volontà degli Esseri Umani, ma nell'atteggiamento defilato che
gli Esseri Umani hanno mentre costruiscono il loro corpo luminoso nei confronti
dei richiami del Potere di Avere. La grandezza nei confronti della vita sta
nelle azioni attraverso le quali si costruisce il proprio corpo luminoso,
nell'esercizio delle proprie determinazioni, nella costruzione di sé stessi
nell'infinito dei mutamenti.
PARAGRAFO
48
Gesù disse: "Non è possibile che un uomo cavalchi
due cavalli e tiri due archi; e non è possibile che un servo serva a due
padroni: onorerà uno e disprezzerà l'altro. Nessuno beve vino vecchio e
desidera poi subito vino nuovo; né mettono vino vecchio in un otre nuovo, per
tema che guasti; non cuciono una pezza vecchia su un vestito nuovo, per tema
che ne risulti uno strappo".
Non è possibile praticare il Potere di
Avere e il Potere di Essere. Le due cose sono antitetiche. Si può articolare la
vita con l'uno o con l'altro; a volte si possono fare delle mediazioni, ma
queste sono sempre pericolose. Come cucire un pezzo di stoffa vecchia su un
abito nuovo oppure mettere del vino nuovo in otri vecchi. Si pratica un sistema
di vita in quanto viene fatto proprio e si disprezza l'altro in quanto imposto
da condizioni esterne. Il Potere di Essere e il Potere di Avere non hanno mediazioni.
L'uno si oppone all'altro; uno è negazione dell'altro! La ragione di chi vive
praticando il Potere di Avere non riesce nemmeno ad immaginare gli elementi e
le espressioni concernenti il Potere di Essere. La ragione di chi vive
praticando il Potere di Essere guarda sgomenta, incapace di descrivere
inquadrando nella sua logica, chi pratica il Potere di Avere. Questa relazione
è chiara nelle "incomprensioni" fra il popolo degli uomini e i
bianchi conquistatori. Non c'è in realtà nulla da comprendere, ma tutto è
azione anche quando quest'azione è solo distruzione! Il loro modo di porsi
davanti alla terra era opposto. Il popolo degli uomini apparteneva alla terra
di cui erano parte; i bianchi volevano appropriarsi della terra per
sottomettere altri Esseri Umani. C'erano dei bianchi che sviluppavano
sentimenti di amicizia e comprendevano la tragedia che il popolo degli uomini
stava vivendo e l'unica cosa che sapevano proporre era quella di invitare il
popolo degli uomini a diventare bianchi come loro: praticare il Potere di Avere
accettandone l'aspetto più miserabile. Questi bianchi odiavano tanto
profondamente gli aspetti del Potere di Essere che leggevano nel popolo degli
uomini da doverlo distruggere attraverso proposte di comprensione che facevano
al popolo degli uomini sorretti dall'incapacità soggettiva del Potere di Essere
a sottrarsi dall'orrore delle armi cristiane. Non si può cavalcare due cavalli
o tirare con due archi! Questa parte nei vangeli ufficiali viene trattata, come
al solito, per costruire sottomissione. In Matteo troviamo qualche cosa di
simile nella parte finale del suo padre nostro. Quell'orrore al quale si sono
costretti milioni di bambini a ripetere all'infinito costruendo ossessioni e
fobie. Dice Matteo: "Nessuno può servire a due padroni: perché, o
disprezzerà l'uno e amerà l'altro, o sarà affezionato ad uno e trascurerà
l'altro. Non potete servire a dio e alle ricchezze. Perciò vi dico: non siate
solleciti per la vita vostra, di quel che mangerete, né per il vostro corpo, di
che vi vestirete. La vita non vale più del cibo, e il corpo più del vestito?
Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, non mietono, non raccolgono in
granai, e il vostro Padre celeste li nutre. Or non valete voi più di loro? E
chi di voi, per quanto si preoccupi, può aggiungere alla durata della sua vita
un solo cubito? E perché darsi tanta pena per il vestito? Guardate come
crescono i gigli del campo: non lavorano, né filano, eppure vi assicuro che
nemmeno Salomone, in tutta la sua gloria, non fu mai vestito come uno di essi.
Or, se Dio veste così l'erba del campo, che oggi è e domani vien gettata nel
forno, quanto più vestirà voi, gente di poca fede? Non vogliate, dunque,
angustiarvi dicendo: "Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Di che ci
vestiremo?" di tutte queste cose, infatti si danno premura i PAGANI; or il
Padre vostro celeste sa che avete bisogno di tutto questo. Cercate prima di
tutto il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date
per giunta. Non vogliate, dunque, mettervi in pena per il domani, poiché il
domani avrà cura di se stesso: a ciascun giorno basta il suo affanno".
Matteo ha sentore dell'insegnamento misterico, ma non ne comprende il
significato! cosa si oppone all'asservimento al suo dio padrone? Quale altro
padrone può asservire gli Esseri Umani? Cosa impedisce agli Esseri Umani di
asservirsi al suo dio padrone? Certamente la voglia di denaro: la ricchezza! A
Matteo sfugge l'intero insegnamento misterico in quanto egli non concepisce gli
Esseri Umani come Esseri che alimentano il dio che cresce dentro di loro, ma li
concepisce soltanto come bestiame sottomesso. Popolo bue! La dualità fra Potere
di Essere e Potere di Avere per lui è completamente sconosciuta. Pertanto si
inventa la cupidigia! Come se la brama di possesso e di ricchezze non avesse
caratterizzato tutto il comportamento della chiesa cattolica nel corso dei
secoli. Con la sola differenza che per la chiesa cattolica la ricchezza doveva
essere illimitata per garantirsi il possesso e lo stupro degli Esseri Umani
mentre per l'Essere Umano la ricchezza consiste soltanto nel garantirsi il
necessario per non vivere nell'indigenza e non essere costretto a mendicare
l'indispensabile. Di cosa deve privare la chiesa cattolica l'Essere Umano? Del
vestito, del cibo e delle bevande! L'insegnamento di Matteo deve garantire alla
chiesa cattolica individui assolutamente immiseriti pronti a consegnare i
propri figli allo stupro per un bicchiere d'acqua o un tozzo di pane. Perché il
disprezzo per i Pagani? Loro costruiscono il futuro. Loro arano, mietono,
riempiono i granai in modo che nessuno debba soffrire la fame. I cristiani si
servono di schiavi per fare questo e anziché ringraziali per il loro lavoro
ringraziano dio per lo stupro degli Esseri Umani che garantisce loro il cibo e
la ricchezza tolta a chi non si può difendere. Mentre in Tomaso l'insegnamento
invita a non mescolare valori diversi e ad affermare sé stessi in Matteo si
invitano gli Esseri Umani alla miseria in quanto il suo dio provvede loro.
Tomaso dice: fatevi un vestito nuovo, oppure sul vestito nuovo attaccate una
pezza nuova altrimenti può risultarne uno strappo. Matteo dice invece: non fate
niente. Affidatevi a dio. Così i cristiani attraverseranno la storia rubando il
pane dalle mani di chi non è in grado di difendersi. Attraverseranno la storia
a costruendo la miseria dei popoli affinché supplichino il loro dio perché
provveda loro. Se nel vangelo di Tomaso si rende fondamentale la
contrapposizione fra Potere di Essere e Potere di Avere nel vangelo di Matteo
la contrapposizione è fra chi è sottomesso a dio e chi è sottomesso alle
ricchezze. Dove per ricchezza non si intende la ricchezza che porta a possedere
gli Esseri Umani, ma l'abbondanza che allontana dalla carestia. Pertanto in
Matteo si ha l'opposto che in Tomaso in quanto la sua contrapposizione è fra
chi si abbandona al volere del dio che dovrebbe provvedere e chi agisce per
costruire il futuro. Fra chi si sottomette rinunciando alla cultura e al lavoro
per costruire il futuro. Comportatevi come gli uccelli che non seminano, non
mietono e non raccolgono in granai. Rinunciate a determinare la vostra vita
così sarete bestiame posseduto dal dio padrone: questo è il messaggio di
Matteo! Proprio attraverso questo messaggio la chiesa cattolica ha distrutto
tutte le culture che non era in grado di dominare. Quale perversione nel Gesù
di Matteo!
PARAGRAFO
49
Gesù disse: "Se, in questa stessa casa, due fanno
pace l'uno con l'altro diranno ad un monte: "Allontanati!". E si
allontanerà".
Quando si risolve una contraddizione
che aveva attanagliato la nostra attenzione si dispone di una grande quantità
di Energia Vitale che prima era impegnata a risolvere la contraddizione stessa.
Quando le parti che si confrontano all'interno della contraddizione la
risolvono concentrando la loro Energia Vitale su un soggetto diverso questo
sarà avvolto, annichilito, allontanato per la scarica di Energia Vitale che ne
riceverà. La montagna, in questo caso, rappresenta la condizione che opprime.
Dove l'oppressore può agire nella misura in cui i soggetti oppressi sono in
contrapposizione fra loro. Fintanto che sono in contrapposizione fra loro la
contraddizione che opprime non può essere rimossa. Quando gli oppressi
risolvono le loro contrapposizioni (fanno "pace") possono unire le
loro forze per allontanare l'oppressore. Questo è il senso di quanto espresso
in questo paragrafo che si ricollega al paragrafo 106. Distinguere,
nell'azione, il principale dal secondario; risolvere il secondario per agire
sul principale. Due sono i paragrafi con cui vogliamo mettere in evidenza i
significati e entrambi li troviamo in Matteo. Nell'episodio dell'Epilettico
Guarito a proposito della cacciata dei demoni: "Perché noi non
l'abbiamo potuto scacciare?". Gesù rispose: "Per la poca fede. In
verità, infatti, vi dico: se avrete fede quanto un granello di senape, direte a
questo monte : "spostati più in là", esso si sposterà; e niente vi
sarà impossibile, ma questa razza di demoni non si scaccia se non con la
preghiera e con il digiuno": e ancora più avanti a proposito del Fico
Maledetto: "Come mai questo fico si è seccato all'istante?" Gesù
rispose loro dicendo: "In verità vi dico: se avete fede e non esiterete,
farete non solo come è stato fatto a questo fico, ma quand'anche diciate a
questo monte: "Levati di lì e gettati in mare", sarà fatto. Tutto ciò
che chiederete con fede nella preghiera, l'otterrete". L'elemento in
comune è "allontanati monte". Cosa allontana il monte? cosa permette
all'individuo di allontanare il monte? L'unità, in Tommaso è la forza che
allontana il monte. Il monte è la cosa impossibile; è la cosa più difficile da
affrontare; è l'azione impossibile da affrontare. Cosa permette agli individui
di mettere in essere un'azione o una forza per conseguire un risultato
impossibile? In Matteo ha un fine e in Tomaso ne ha un altro. L'uno e l'altro
portano a spostare le montagne. Cosa produce la forza attraverso la quale
spostare le montagne? L'analisi delle diverse affermazioni deve tener presente
il diverso elemento indicato da Matteo e Tomaso che forma la forza per spostare
le montagne, la qualità delle montagne e la finalità per cui si spostano le
montagne! In Matteo le forza per spostare le montagne si produce attraverso la
sottomissione fideistica al dio padrone. La sottomissione attraverso la
preghiera porta ad ottenere la forza per spostare le montagne, ma le montagne
in Matteo non sono montagne allegoriche, sono montagne materiali. Non in quanto
montagne, ma nella loro rappresentazione materiale. La montagna del primo passo
preso in esame consiste nella scacciata di un demone. Scacciare il dio che
cresce dentro agli Esseri Umani è un atto materiale ed è un'operazione
difficile nella misura in cui l'individuo che costruisce il dio che cresce
dentro di lui è cosciente del proprio divenire nell'eternità dei mutamenti. Nel
secondo passo preso in esame la montagna è rappresentata dal fico. La
distruzione del fico è la grande opera ottenuta mediante la fede. In Matteo la
fede opera nella materialità quotidiana. E' uno strumento di intervento nel
quotidiano e aiuta a modificare il quotidiano in favore di chi esprime la
propria fede. La fede è un atto di magia "bovara" con la quale
ottenere dei vantaggi e dei poteri nel quotidiano. Non può esistere in Matteo
una modificazione soggettiva dell'Essere Umano in quanto essendo questo creato
ad immagine e somiglianza di un dio pazzo è immodificabile. Dove può agire la
magia di Matteo? Nella modificazione immediata e repentina dell'oggettività in
cui vive per adattarla ai propri bisogni e alle proprie necessità. Davanti a
cotanto potere gli Esseri Umani devono soggiacere perché sono come montagne che
qualora non soggiacciono gli si ordina di gettarsi a mare. In Tomaso gli Esseri
Umani non sono sottoposti a condizioni. Non si sottomettono a qualcuno. Il passo
è impersonale proprio perché è riscontrato nel comportamento di ogni Essere
Umano. Quando una contraddizione si risolve la soluzione della contraddizione
apporta una tale forza ai soggetti che vi hanno partecipato da renderli capaci
di imprese ritenute impossibili: il loro divenire nell'eternità dei mutamenti.
La soluzione delle contraddizioni comporta una costruzione dell'individuo che
ci permette di modificare noi stessi rendendoci capaci di imprese impossibili:
allontanare le montagne allegoriche che ci impediscono il divenire
nell'eternità dei mutamenti! Il fine del vangelo di Tomaso Didimo è la
costruzione degli individui, il fine del vangelo di Matteo è il possesso degli
individui!
PARAGRAFO
50
Gesù disse: "Beati i solitari e gli eletti,
poiché troverete il Regno; voi, infatti, da esso venite e a esso nuovamente
ritornerete".
Chi
sono i solitari o gli eletti? Sono i cacciatori di Conoscenza, di Sapere e di
Consapevolezza all'interno di un Potere di Avere che li vorrebbe in ginocchio
mentre distrugge la loro Energia Vitale. I solitari sono coloro che alzatisi
dalla posizione in ginocchio davanti al mondo affermano: "Io
esisto!". Da quel momento iniziano un cammino attraverso il quale
costruiscono il loro Potere di Essere diventando eterni mutamento dopo
mutamento. Gli eletti sono coloro che per una qualche causa sia genetica,
educazionale o per una propria sensibilità percepiscono i richiamo del mondo
circostante e a quel richiamo rispondono soggettivando l'oggettività in cui
vivono. Questi due tipi di Esseri Umani che si possono definire solitari o
eletti in qualunque situazione oggettiva si trovano ad esistere riusciranno
sempre a sviluppare il proprio corpo luminoso partendo dalla situazione in cui
vivono. Gli Esseri Umani nascono volontà, ma solo i solitari e gli eletti
all'interno di un dominio feroce della coercizione cristiana e cattolica in
generale ritornano volontà agendo per formare il proprio corpo luminoso.
Chiunque si adegua alle aspettative del Potere di Avere nasce volontà e finisce
per vivere distruggendo sé stesso. Costui non troverà il regno! Verrà forse un
giorno in cui non saranno più solo i solitari o gli eletti a costruire loro
stessi nell'infinito dei mutamenti, ma sarà l'intera Specie Umana. Quel giorno
sarà quando il Condizionamento Educazionale del Potere di Avere che nei paesi
occidentali viene identificato con le pratiche cristiane verrà sostituito
progressivamente con elementi del Potere di Essere. Quando il domino coercitivo
dei cattolici sui bambini verrà meno ed essi da bestiame del gregge
diventeranno soggetto di diritto costituzionale!
PARAGRAFO
51
Gesù disse: "Se vi domandano: "Donde
venite?". Rispondete loro: "Siamo venuti alla luce, dal luogo ove la
luce nacque da se stessa; si eresse e si manifestò nella loro immagine".
Se vi domandano: "Chi siete voi?". Rispondete: "Noi siamo suoi
figli, noi siamo gli eletti del Padre vivo". Se vi domandano: "Qual è
il segno di vostro Padre in voi?". Rispondete: "E' il movimento e il
riposo".
Se
vi domandano da dove venite, non costruite delle cretinerie del tipo: ci ha
creati un dio pazzo! Dite ciò che è. Dite che voi giungete dalla luce, dal
luogo in cui la luce nacque da sé stessa. E' il caos primordiale la sequenza
dei mutamenti. Ogni esistente è frutto dei suoi adattamenti. Da quella luce si
generano le Coscienze che si manifestano ognuna nella loro immagine. Dal Caos
primordiale la cui nascita fece sparire il buio e riempire l'abisso viene ogni
Essere della Natura. Proprio perché è generato non ci può essere sottomissione.
La sostanza è struttura della Coscienza e della Consapevolezza di ogni Essere
esistente. La sua volontà e i suoi adattamenti determinano le diversità dei
percorsi. Alla seconda domanda: "Chi siete voi?" la risposta è:
"Noi siamo i suoi figli!". Noi siamo coloro che alimentano la
scintilla divina, la luce da cui proveniamo facendoci dei, prendendo nelle
nostre mani il nostro divenire. Dunque noi siamo gli eletti di Necessità e
Intento in quanto alimentiamo la Consapevolezza attraverso il nostro fare costruendoci
nell'eternità dei mutamenti (eletti dal padre vivo). Perché padre vivo? Perché
Necessità e Intento spingono continuamente gli Esseri di ogni specie a nascere
e ad arricchire il proprio Potere di Essere costruendosi mutamento dopo
mutamento. Sono forze attive che forniscono opportunità di eternità ad ogni
Essere Vivente. L'ultima frase è quella che individua Necessità e Intento come
il padre vivente. "Qual è il segno del padre vivo in voi?" "E'
il movimento e il riposo!". Dove il movimento è dato da Necessità che si
trasforma in bisogno dato il farsi Fato della Coscienza che si separa dalla non
Coscienza e il riposo è l'azione di Intento quando il movimento per varie
circostanze forma la concentrazione di Energia Vitale Cosciente di sé. Il
riposo è l'attimo in cui la Coscienza inizia un nuovo percorso. Dal riposo
nasce il movimento; il movimento riprende in altra direzione dopo il riposo. La
Coscienza, attraverso l'esercizio della propria volontà, accumula quantità!
L'accumulo di quantità produce il riposo che è il salto di qualità dal quale
riprende il movimento di accumulo di quantità per produrre un nuovo salto di
qualità. Il movimento d'accumulo di quantità per fare un salto di qualità:
questo è il padre vivo. Nei viventi della Natura si rintraccia la
manifestazione nella misura in cui esercitano la loro volontà e le loro
determinazioni.
PARAGRAFO
52
I suoi discepoli gli domandarono: "in che giorno
arriverà il riposo dei morti, e in che giorno arriverà il nuovo mondo?".
Egli rispose: "Quel (riposo) che aspettate è venuto, ma voi non lo avete
riconosciuto".
In
che giorno ci sarà il salto qualitativo dell'esistenza? La domanda parte dalla
concezione del Potere di Avere per finire con una risposta del Potere di
Essere. La domanda è doppia. La prima parte parla del riposo dei morti, la
seconda parte dell'avvento del nuovo mondo. Perché è una domanda che appartiene
al Potere di Avere? Perché i morti sono morti e non c'è possibilità di ritorno.
Quando parla dei morti Tomaso non si limita a parlare della morte del corpo
fisico, ma parla della morte definitiva della Coscienza. Chiedere quando quanto
non esiste avrà riposo è assurdo se non nelle rappresentazioni attendistiche e
illusorie di un Potere di Avere che avendo distrutto le determinazioni degli individui
promette loro resurrezione, reincarnazione, linea karmica, paradiso o
qualcos'altro. Non ci può essere riposo dei morti perché i morti non esistono.
La seconda parte della domanda dice: " ..in che giorno verrà il mondo
nuovo?" E' il mondo nuovo che va dall'individuo non l'individuo che
trasformandosi giunge al mondo nuovo. La domanda è incentrata su aspettative
costruite nel Potere di Avere. La risposta appartiene al Potere di Essere. Le
risposte che cercate per giungere al riposo (vostro, dei vivi) le avete avute,
ma voi non siete stati in grado di riconoscerle e farle vostre. Non siete stati
in grado di afferrare il vostro centimetro cubo di opportunità direbbe
Castaneda. Pertanto siete voi che dovete esercitare la vostra volontà e le
vostre determinazioni per giungere a quello. Non attendete che quello venga da
voi. Da voi non arriverà mai qualche cosa dalle nuvole con grande potenza.
Dovete essere voi a riconoscere quanto avete attorno e imparare a farlo vostro.
"Per trovare uomini di stile e d'ingegno
volgiti a guardare il nostro tempo."
PARAGRAFO
53
I
suoi discepoli gli domandarono: "in che giorno arriverà il riposo dei
morti, e in che giorno arriverà il nuovo mondo?". Egli rispose: "Quel
(riposo) che aspettate è venuto, ma voi non lo avete riconosciuto".
Questo
paragrafo chiarisce come Tomaso si pone davanti alla vita. Questo paragrafo
discrimina Tomaso da tutti gli evangelisti ufficiali tanto esaltati dai
cristiani nella loro applicazione dell'orrore. Nei vangeli ufficiali il Gesù
descritto è figlio del dio padrone di cui l'evangelista descrive le gesta e le
prodezze e pretende che l'auditorio si metta in ginocchio. Tomaso Didimo parla
di un profeta, o di un Essere Umano analogo ad un profeta, che sta costruendo
il proprio corpo luminoso (vivente). Tutti i profeti di Israele parlano di te.
La risposta è importante nell'aspetto in cui tutti i profeti parlavano, ma non
costruivano il corpo luminoso dentro di loro e dunque hanno disperso sé stessi
(compreso il Giovanni Battista) morendo (mettendo fine alla loro sequenza dei
mutamenti). Parlando dei profeti avete parlato soltanto dei morti. La
distinzione fra il non essere morto e l'essere morto dipende da come l'Essere
Umano ha sviluppato Necessità e Intento dentro di lui.
PARAGRAFO
54
I suoi discepoli gli domandarono: "La
circoncisione giova oppure no?". Egli rispose loro: "Se giovasse, il
loro padre li genererebbe circoncisi dalla madre loro, ma la vera circoncisione
nello Spirito ha trovato piena utilità".
Giova la circoncisione? "Se giovasse
il loro padre li genererebbe circoncisi dalla madre loro". Questo passo ci
dimostra una certa consapevolezza in Tomaso dei processi di adattamento degli
Esseri Umani. Dal momento che alle giraffe serviva un collo lungo, i loro padri
le hanno generate dalle loro madri col collo lungo. Se l'evoluzione umana
avesse trovato e tratto dei vantaggi funzionali dalla telecinesi questa sarebbe
diventata una caratteristica normale degli Esseri Umani. La soggettività (o
casualità) sperimenta, la Natura premia! Ogni caratteristica fisica è
determinata dai padri dei padri e (possiamo dirlo oggi scientificamente, lo
dicevano gli antichi Stregoni) dalle madri delle madri (ma limitiamoci ai
concetti comuni dell'epoca). Il fatto stesso di affermare che una
caratteristica fisica anziché prodotta dell'intervento del dio sia prodotta dal
padre che genera è un abbozzo di evoluzionismo con almeno millesettecento anni
di anticipo. Dal momento che questo tipo di concetti sembrano non appartenere
all'uso comune ci troviamo davanti ad uno Stregone dalla forza non
indifferente. La circoncisione è un atto di pulizia e di igiene, ma la pulizia
e l'igiene dello spirito ha trovato grande utilità. La circoncisione dello
spirito è l'Impeccabilità con cui l'Essere Umano affronta il mondo e questa è
utile per costruire il proprio corpo luminoso.
PARAGRAFO
55
Gesù disse: "Beati i poveri, poiché vostro è il
regno dei cieli".
A
prima vista sembra un'esaltazione della povertà in quanto quelle condizioni
garantiscono l'accesso al regno. Il termine povero indica il non possesso come
può indicare chi non è posseduto e nello stesso tempo non possiede o, ancora,
chi non fa del possesso per il possesso il fine del suo esistere. Il termine
povero sta ad indicare una condizione sociale che porta al possesso del regno
dei cieli. Non possedendo Esseri Umani né essendo oggetto di possesso si è
nelle migliori condizioni per accedere al regno. Un po' come la frase
fondamentale introduttiva del Libro dell'Anticristo! La frase comunque si
presta ad interpretazioni ambigue. Rimane la certezza che chi vive praticando
il Potere di Avere, cioè possedendo individui, non può costruire il dio che
cresce dentro di lui; chi non coltiva il Potere di Avere possedendo individui
che agiscono ed operano per lui è necessariamente povero. In compenso è sgombro
da "preoccupazioni del possesso e dell'alimentazione del possesso" e
può praticare quanto deve (la trasformazione di sé stesso) per costruire il dio
che cresce dentro di lui. La frase in sé stessa mantiene tutta la sua ambiguità.
Il Potere di Avere trasformerebbe tutti in miserabili promettendo che avrebbe
dato loro, alla morte del corpo fisico (cioè quando si sarebbero tolti dalle
palle), il regno. Nei vangeli ufficiali l'uso del termine povero non è inteso
soltanto come povertà fisica, ma in modo particolare indica la povertà
culturale e psicologica. Viene legato all'impossibilità dell'individuo ad
uscire dalla propria condizione di povertà e di miseria. Nel Discorso della
montagna di Matteo leggiamo: "Beati i poveri in spirito, perché di essi
è il regno dei cieli! Beati quelli che piangono perché saranno consolati; Beati
i miti, perché erediteranno la terra! Beati quelli che hanno fame e sete di
giustizia, perché saranno saziati!" Appare evidente come la miseria
non sia mezzo o condizione nella quale l'individuo agisce, ma sia la condizione
oggettiva per ottenere il premio promesso. Se la condizione di povero,
attraverso una serie di decisioni soggettive, porta alla costruzione di sé
stessi (ed è discutibile se quella condizione sia la migliore per giungere a
ciò) sia nella costruzione dell'uscita dalla povertà (intesa come indigenza)
sia come mancanza di alcune condizioni (assenza di possesso di altri individui)
non è comunque oggetto di esaltazione particolare. In altre parole Tomaso non
chiede ad una persona di diventare povero (inteso come indigente) per poter
accedere al regno dei cieli. Cosa diversa in Matteo. La condizione di povero
viene esaltata fino alle estreme conseguenze. Viene esaltata fino a portare
l'individuo a piangere per la disperazione di non essere in grado di affrontare
la propria esistenza. In Matteo la condizione di povero è una condizione
premiale per l'accesso al regno dei cieli. Perché questa differenza? Mentre
Tomaso sta costruendo una via alla Conoscenza e alla Consapevolezza partendo
dalle condizioni del suo tempo e deve inserire questa via in tutte le
condizioni che sono presenti, in Matteo l'intento è quello di impossessarsi
degli individui. Matteo deve costruire un gruppo di persone che vengono
premiate per essere parte del gruppo di persone. L'appartenenza al gruppo
costruisce i meriti per l'accesso al regno dei cieli. Nel Sistema Sociale in
cui vive Matteo quali sono le persone e il loro stato sociale interessate a
partecipare al suo gruppo? Se presentasse una posizione filosofica sarebbe
dibattuta da filosofi. Se presentasse una posizione militare sarebbe dibattuta
da militari, ma lui presenta una promozione della miseria e un'esaltazione del
suo stato; del suo modo di essere. Questa può essere interessante soltanto per
chi vive nella miseria e non è in grado di individuare i mezzi per uscire dalla
miseria stessa (e Matteo si guarda bene dal fornirglieli). Proprio perché non è
in grado di modificare il suo stato di miseria o non gli si presentano
situazioni per farlo finisce per esaltare il proprio stato santificandolo e
considerandolo assoluto e meritorio. Questa assolutezza è la condizione
premiale per Matteo. La sottomissione alla miseria in quanto tale è la
condizione per accedere al regno. Questo è il motivo per cui i cattolici
esaltano la povertà negli altri costringendoli a subirla e utilizzandola nel
Sistema Sociale per riprodurla. Della miseria i cattolici ne fanno un fine per
i miserevoli ed un mezzo per alimentarla all'interno del Sistema Sociale di cui
si ergono a padroni. Della miseria i cattolici imbandiscono la tavola per il
loro dio di morte affinché si sfami delle sofferenze del genere umano!
PARAGRAFO
56
Gesù disse: "Colui che non odierà suo padre e sua
madre, non potrà divenire mio discepolo. (Colui che non ) odierà i suoi
fratelli e le sue sorelle, e (non) porterà la sua croce con me, non sarà degno
di me".
Colui che non si emanciperà da chi lo
ha generato non può diventare suo discepolo. Chiunque non troncherà ogni legame
di dipendenza non può essere nelle condizioni di sviluppare il proprio Potere
di Essere. L'uso del termine odio è fatto per indicare non solo l'acquisizione
di autonomia del figlio dai genitori, ma una volontà e determinazione
soggettiva attraverso la quale farlo. Chi percorre una via alla Conoscenza e
alla Consapevolezza deve sempre essere indipendente da ogni legame che non ha
scelto. Chi è chiuso in legami che è stato costretto a subire e che ne
condizionano le scelte non sarà mai in grado di percorrere una via alla
Conoscenza e alla Consapevolezza in quanto le scelte che effettuerà, lungo
quella via, saranno condizionate dai legami che gli sono stati imposti.
Troncare i legami imposti è il primo momento attraverso il quale aprire la
porta per seguire una via alla Conoscenza e alla Consapevolezza. Non è detto
che i legami debbano essere troncati in maniera violenta. Può essere che alcuni
tipi di legami non siano tali da condizionare il divenire dell'individuo. In
ogni caso ogni forma di dipendenza deve essere troncata. Vedi a questo
proposito il Crogiolo del Male. Essere degno di me significa saper usare quanto
ti dico per costruire te stesso. Chi ha legami e dipendenze non può costruire
sé stesso se non soddisfacendo i desideri del legame o della dipendenza imposta.
Non può usare a piacimento quanto incontra perché è condizionato da dipendenze
dalle quali non è stato in grado di affrancarsi. Nel Potere di Essere sono i
genitori al servizio del figlio; non sono i figli al servizio dei genitori. Nel
Potere di Essere i genitori costruiscono loro stessi e la descrizione della
loro costruzione è la base dalla quale il figlio spicca il volo nell'infinito.
Il fine del lavoro dei genitori nel Potere di Essere è quello
dell'emancipazione del figlio per poter continuare a costruire sé stessi. Nel
Potere di Avere il fine dell'educazione è il condizionamento del bambino al
fine di costruire la sua dipendenza. Il figlio diventa una specie di bastone
della vecchiaia dei genitori. Se il figlio vuole costruire sé stesso deve rompere
questo legame. Non è un caso che nei vangeli ufficiali troviamo la porcheria
del "Figliol prodigo" in Luca dove il padre ammazza il vitello grasso
dando una festa per celebrare la sua vittoria sul bisogno di libertà e
autodeterminazione del figlio. Volevi essere libero e fare quello che volevi ed
ora torni come un accattone, ma io ti frego definitivamente. Faccio una grande
festa per celebrare il tuo ritorno, in realtà festeggio la mia vittoria nella
costruzione della tua dipendenza alla quale hai voluto sottrarti. Per questo
motivo è necessario odio per troncare le relazioni di dipendenza specialmente
quando queste sono rafforzate da meccanismi di ricatto emozionale. Detto questo
leggiamo cosa dicono i vangeli ufficiali. Due passi di Tomaso, in questo
paragrafo appaiono centrali: la relazione con i parenti e il portare la croce.
Le due cose sono elementi centrali nel discorso sullo sviluppo del dio che
cresce dentro l'Essere Umano, ma vengono stravolti dai vangeli ufficiali il cui
scopo è la costruzione di un gruppo separato dall'insieme del Sistema Sociale
col proposito di piegare l'intero sistema sociale ai propri voleri. Leggiamo
cosa dice Matteo nella sua Istruzione agli Apostoli: "Non crediate che
io sia venuto a portare le pace sulla terra. Non sono venuto a portare la pace,
ma la spada. Perché sono venuto a dividere il figlio dal padre, la figlia dalla
madre, la nuora dalla suocera; e i nemici dell'uomo saranno i suoi stessi
familiari. Chi ama il padre e la madre più di me, non è degno di me. E chi non
prende la sua croce e mi segue, non è degno di me. Chi tiene conto della sua
vita, la perderà, e chi avrà perduto la sua vita per amor mio, la
ritroverà." Ancora sempre in Matteo a proposito dei parenti di Gesù: "Mentre
si rivolgeva ancora alla folla la madre e i suoi fratelli erano fuori e
cercavano di parlargli. E uno gli disse: "Ecco, tua madre e i tuoi
fratelli sono là fuori e desiderano parlarti", ma egli, rispondendo a chi
gli aveva parlato, disse: "Chi è mia madre, e chi sono i miei
fratelli?". Poi, stendendo la mano verso i suoi discepoli, disse:
"Ecco mia madre e i miei fratelli. Perché chi fa la volontà del padre mio
che è nei cieli, egli è mio fratello e mia sorella e mia madre". E
cosa dice Marco a proposito di prendere la croce: "E chiamata la folla
insieme coni suoi discepoli, disse loro: "Se qualcuno vuol venire dietro a
me, rinneghi sé stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà
salvare l'anima sua, la perderà; e chi perderà l'anima sua per me e per il
vangelo, la salverà. Che giova, infatti all'uomo guadagnare il mondo intero, se
perderà l'anima sua? E che darà l'uomo in cambio della sua anima? Se uno si
vergognerà di me e delle mie parole (c'erano buoni motivi per vergognarsi
del vangelo di Marco!) tra questa generazione infedele e perversa, anche il
figlio dell'uomo si vergognerà di lui, quando verrà nella gloria del Padre suo
con angeli santi." Nei vangeli ufficiali non è la famiglia dei ruoli
che viene messa in discussione, ma è l'adesione dell'individuo alla parola del pazzo
di Nazareth a determinare il ruolo all'interno della nuova setta che si stava
costruendo. Il cattolicesimo pretende la rottura dei rapporti e delle relazioni
degli individui all'interno di ogni ambito culturale per usarli all'interno del
proprio e in funzione della distruzione dell'ambito culturale dal quale sono
stati prelevati. La distruzione delle relazioni familiari in Matteo è
funzionale all'appropriazione degli individui. Dove la rottura delle relazioni
parentali è funzionale alla costruzione delle relazioni all'interno della setta
che sta costruendo. Le relazioni non devono essere troncate in quanto queste
sono d'ostacolo allo sviluppo dell'individuo, ma, per Matteo devono essere
troncate in quanto l'individuo deve essere appropriato ed usato nella nuova
struttura. L'Essere Umano non segue un percorso di costruzione, ma deve
annullarsi nel Gesù amandolo più di ogni altra cosa. L'odio per il padre e la
madre non è stroncatura di relazione, ma è per sottomettersi a Gesù. Lo stesso
discorso vale per la croce. Se il termine croce in Tomaso può essere
interpretato come "tu porta la tua croce come la sto portando io; tu
affronta e costruisci la tua vita come la sto costruendo io!" In Matteo e
in Marco il portare la croce (la sua croce in Marco) è adesione al volere del
Gesù che non solo dà l'indicazione, ma minaccia. Se non fai quello che voglio
io che io sono il figlio del dio padrone te la faccio pagare quando ritorno col
mio esercito di Angeli. La croce, inoltre, non sono le trasformazioni dell'individuo
mentre tenta di dilatare sé stesso "Chi vorrà salvare l'anima sua!",
ma è il percorso della distruzione soggettiva attraverso l'annullamento della
soggettività individuale perdendosi "perdere l'anima per me e per il
vangelo!" in funzione di un'estraneità alla propria esistenza. Appare
piuttosto evidente la preoccupazione di questi evangelisti di porre le basi
ideologiche per poter appropriarsi degli individui maledicendo tutti coloro che
tentano di costruire loro stessi. Ricordiamo sempre che quando si incontra il
termine croce che sta ad indicare la sofferenza siamo dopo l'arrivo dei Romani
nella cultura in cui è stato scritto il vangelo. La pena di morte mediante la
crocifissione era la pena inflitta per gli schiavi ribelli e stava a
simboleggiare sia la sofferenza della sottomissione (accettazione della croce
come piace agli evangelisti ufficiali) sia il duro commino per l'uscita dalla
sottomissione che veniva punito mediante la crocifissione.
PARAGRAFO
57
Gesù disse: "Colui che ha conosciuto il mondo, ha
trovato (soltanto) un cadavere; e colui che ha trovato un cadavere è superiore
al mondo".
Chi è diventato parte del mondo
(conosce il mondo), soggettivandone la descrizione, ha fatto di sé un cadavere.
Chi ha percepito la possibilità di diventare un cadavere è superiore al mondo.
Il mondo in Stregoneria è descrizione. Quando si parla del mondo o di questo
mondo si parla della descrizione del mondo. La percezione del mondo in Tomaso
viene indicato come il regno. Il mondo è inteso come ragione; come descrizione!
Il mondo inteso come Potere di Avere. Trovare in questo giustificazione e
motivo della propria esistenza comporta la costruzione della distruzione di sé
stessi. La distruzione di sé stessi è il ridursi ad un cadavere facendo
coincidere la morte del corpo fisico con la morte del corpo luminoso. Trovare
nel corso della propria vita la possibilità che questo si verifichi significa
non trovare il fine della propria esistenza nella ragione, nella descrizione né
nel Potere di Avere. Implica scelte che comunque alimentano il corpo luminoso
che cresce dentro l'individuo. Trovare il cadavere significa trovare la propria
Consapevolezza e questo ci rende superiori al mondo e alla descrizione
fenomenologica di esso. Per questo passo ho trovato una similitudine in Luca
nel suo "Come seguire Gesù": "Mentr'erano in cammino un tale
gli disse: "Io ti seguirò ovunque tu vada", ma Gesù gli rispose:
"Le volpi hanno delle tane e gli uccelli del cielo hanno dei nidi, ma il
figlio dell'uomo non ha dove posare il capo". Disse poi ad un altro:
"Seguimi!". Costui rispose: "Signore permettimi di andare prima
a seppellire mio padre". Gesù gli disse: "Lascia che i morti
seppelliscano i loro morti: tu va a predicare il regno di dio". Un altro
disse: "Signore, io ti seguirò, ma permettimi prima di andare ad
accomiatarmi da quelli di casa mia". Gesù gli rispose: "Chiunque
mette mano all'aratro e si volta indietro, non è adatto per il regno di
dio.". Non è molto pertinente come accostamento, ma è importante per
comprendere la relazione fra il concetto di cadavere e il fare dell'individuo.
Mentre in Tomaso la conoscenza del mondo attraverso la fusione fra soggettività
ed elencazione della ragione porta alla distruzione dell'individuo riducendolo
a cadavere in Luca il cadavere è colui che non segue immediatamente il suo
vangelo. In Tomaso la trasformazione dell'individuo si realizza attraverso il
riconoscere la caducità dell'esistenza. Riconoscere la temporaneità
dell'esistenza fisica permette di non fermare la propria attenzione su sé stessi
in quanto cadaveri futuri, ma sviluppare la propria attenzione per costruire il
proprio corpo luminoso. Questo non esiste in Luca che lega tutto il fare che
conduce al regno dei cieli alla sottomissione assoluta e acritica al suo dio.
Così il pazzo di Nazareth può dire a qualcuno di venir meno a ogni relazione
sociale in quanto il suo esistere e la sua persona (in quanto figlio del dio
pazzo) ha priorità su ogni bisogno soggettivo. La presenza dell'uomo dio
padrone impone la rinuncia ai bisogni e ai doveri dell'individuo. Dove i
bisogni e i doveri non sono rappresentati da chissà quali perversioni, ma sono
le normali relazioni sociali che vengono messe in discussione perché queste
relazioni appartengono al singolo individuo e spostano la sua attenzione
dall'assoggettamento assoluto, totale e immediato al dio padrone. Scopo del
vangelo di Luca è negare valore ad ogni soggettività individuale per
trasformare l'individuo in bestiame da macello.
PARAGRAFO
58
Gesù disse: "Il Regno del Padre è simile ad un
uomo che aveva una buona semente. Di notte venne il suo nemico e seminò
zizzania sopra alla buona semente. L'uomo non permise loro di sradicare la
zizzania. Disse loro: "Affinché non andiate a estirpare la zizzania (e)
sradicare con essa anche il grano. Nel giorno della mietitura, le zizzanie
appariranno, saranno estirpate e bruciate"".
L'azione che costruisce il Potere di
Essere non può essere applicata partendo da elementi costruiti
aprioristicamente, ma deve seguire la logica degli eventi. L'azione che
costruisce il Potere di Essere deve fondersi e inserirsi in tutte le azioni di
tutti gli Esseri che ci circondano che come noi (o noi come loro) devono
costruire il loro Potere di Essere. Il nemico è tale nel momento in cui non
alimenta il proprio Potere di Essere, ma agisce per danneggiare il Potere di
Essere di ogni individuo per poterlo sottomettere e appropriarsene. Per far
questo, chi pratica il Potere di Avere, deve distruggere il fare attraverso il
quale il Potere di Essere tende ad alimentarsi. Deve inquinare quel fare
affinché chi lo pratica lo ritenga inutile, argini la propria azione
danneggiando il proprio sviluppo. Chi costruisce il proprio Potere di Essere
non è dipendente da nessuno, non deve rendere conto a nessuno. Chi costruisce
il proprio Potere di Essere è un costruttore e come tale può seminare il grano
perché il fine della sua azione è quella di costruire delle condizioni
favorevoli nelle quali poter costruire il proprio Potere di Essere. Il nemico
avrebbe potuto, a sua volta, seminare grano. Non lo ha fatto in quanto il suo
fine non è quello di costruirsi, ma quello di appropriarsi di chi sta
costruendo sé stesso seminando grano. E' il seminatore l'obiettivo del nemico
attraverso il danneggiamento del seminato. Il nemico deve appropriarsi del
seminatore, per far questo deve danneggiare il seminato: il suo progetto di
costruire sé stesso nell'infinito dei mutamenti. Come deve agire il seminatore
per non mettersi nelle condizioni di essere sottomesso? Deve ignorare l'azione
del nemico; impedire alla propria attenzione di fissarsi sopra e continuare a
coltivare il proprio progetto. Non farsi coinvolgere dalla calunnia o dalla
necessità di chiarire subito qualunque cosa. Quando il progetto si svilupperà
disquisirà fra oggetto reale del suo intento e l'azione del calunniatore. Il
Potere di Essere è azione di costruzione. Il Potere di Essere è sviluppo di
progetti soggettivi attraverso i quali costruire la vita. Lasciate che il
progetto maturi; imparate la pazienza e la costanza nell'Intento; lasciate che
la calunnia scorra. Quando il progetto andrà in maturazione sarà il naturale
sviluppo degli eventi che distinguerà il grano dalla zizzania. La visione
statica appartiene comunque alla visione dell'epoca. Appartiene alla visione in
cui un Paganesimo quando veniva inquinato da elementi della pulsione di morte
trovava dentro di sé la forza per impedire alla pulsione di morte di
distruggere il sentire Pagano. Comunque ci sarebbe stata semenza. Comunque il
seminato avrebbe riprodotto sé stesso. Non era ancora giunto il momento in cui
la pulsione di morte avrebbe impedito alla semente di ricostruire sé stessa.
Questo succede dopo. Succede proprio per la sconfitta della via alla
Stregoneria di Tomaso. La sconfitta è il soffocamento della pulsione di vita da
parte della pulsione di morte. La pulsione di morte, seminata all'interno del
sentire Pagano, lo costringe ad adattamenti continui al fine di ricostruire il
divenire degli Esseri Umani nonostante i danni che la pulsione di morte semina
nel divenire umano. In ogni caso, sempre, il sentire Pagano riesce a
riequilibrare il lavoro distruttivo della pulsione di morte. Tomaso rappresenta
una delle ultime sfide. Il sentire Pagano non è più patrimonio dei popoli e
delle genti, ma è patrimonio di congreghe di Esseri Umani che cercano di
ricostruire la loro via in contrapposizione ad una pulsione di morte che sta
distruggendo il divenire umano. Ed ecco il senso dell'immagine in Matteo: "Propose
loro una seconda parabola dicendo: "Il regno dei cieli è simile ad un uomo
che seminò buon seme nel suo campo. Però, mentre gli uomini dormivano, venne il
suo nemico e seminò del loglio in mezzo al grano e se ne andò. Quando l'erba
germogliò e poi granì, apparve anche il loglio. I servi del padrone di casa
andarono a dirgli: "Signore, non hai seminato buon seme nel tuo campo?
Come dunque c'è il loglio?". Egli rispose loro: "Qualche nemico ha
fatto questo". Allora i servi gli dissero: "Vuoi che andiamo a
coglierlo?" Egli rispose: "No, per timore che, cogliendo il loglio,
sbarbiate insieme con quello anche il grano. Lasciate che l'uno e l'altro
crescano fino alla mietitura; al tempo della messe dirò ai mietitori:
raccogliete prima il loglio e legatelo in fasci, per bruciarlo; il grano,
invece, ammassatelo nel mio granaio"". Sia in Tomaso che in
Matteo il campo appare come la loro via alla conoscenza. Il campo di grano
rappresenta ciò che è giusto e ciò che è ingiusto viene seminato e imposto. Sé
stessi come buono; il male come determinato dal nemico. Sta agli Esseri Umani
decidere che cosa sia il grano e che cosa sia la zizzania. Quale
identificazione assumere a seconda delle identificazioni soggettive. Se il bene
è la rappresentazione del normale sviluppo della vita degli Esseri senza
intoppi, il male sono gli intoppi che vengono messi da chi vuole sottomettere
gli Esseri Umani: impedire loro il raggiungimento della loro libertà
soggettiva. Innocenzo III°, che conosceva molto bene il significato del vangelo
di Matteo, ordinò ai suoi eserciti, quando gli dissero che con i Catari
potevano morire anche cattolici: "Ammazzateli tutti! Dio poi sceglierà i
suoi!" Riflettere che cos'è il bene dell'Essere Umano e che cosa sia il
male in funzione del suo intento e delle sue trasformazioni permette una
corretta interpretazione!
PARAGRAFO
59
Gesù disse: "Beato l'uomo che ha sofferto. Egli
ha trovato la vita".
La
frase è: beato colui che ha sofferto. Soffrire come passato e uscire dalla
sofferenza come trovare la vita. Che cos'è la sofferenza per chi pratica il
Potere di Essere? E' la fatica che l'Essere Umano compie per rimuovere gli
ostacoli della costruzione di sé stesso. La fatica di rimuoverli assistendo,
spesso impotente, all'attività del Potere di Avere mentre alimenta gli ostacoli
allo sviluppo di chi pratica Potere di Essere. Nel Potere di Essere la
sofferenza non è data dalla sfida che chi pratica il Potere di Essere affronta
per costruire la vita, ma dall'inutilità che la sfida comporta quando chi vive
sfidato dal Potere di Essere è chi ha distrutto sé stesso nel tentativo di
appropriarsi della vita. Nel Potere di Avere la sofferenza è data dal non
possedere individui o dal guinzaglio troppo corto tenuto dal proprio padrone.
Chi pratica il Potere di Avere attraverso la sottomissione è sofferente in quanto
vorrebbe dimostrare al proprio padrone che in fondo non è necessaria tutta
quella ferocia. In fondo i suoi schiavi lo amano: perché dunque non allenta il
suo guinzaglio? Ecco quegli schiavi lottare affinché costui allunghi il
guinzaglio. Che gioia: finalmente il padrone si fida di loro. Si fida della
loro sottomissione. Ora possono continuare ad amare il proprio padrone
sottomettendo al suo volere anche i loro figli. Ora possono alzare ostacoli e
insultare chi, senza guinzaglio, dà l'assalto al cielo della Conoscenza e della
Consapevolezza. Per l'amore che provano per il padrone che li possiede possono
costruire sofferenza a chiunque costruisce il proprio Potere di Essere senza
per questo voler essere il loro padrone. In mezzo a costoro chiunque costruisce
il proprio Potere di Essere lo fa fra immani sofferenza (proprie). Quanto più
facile e gioiosa sarebbe la via se anche gli altri Esseri Umani costruissero il
loro Potere di Essere anziché disquisire sulla lunghezza del guinzaglio. Chi
costruendo il proprio Potere di Essere riesce a superare la sofferenza
costruisce il suo corpo luminoso. Costoro hanno trovato la vita.
PARAGRAFO
60
Gesù disse: "Mentre vivete contemplate il
Vivente; affinché non moriate e cercate di contemplarlo, e non possiate (più)
vederlo".
Mentre
avete la possibilità di costruire il vostro corpo luminoso alimentatevi da
quello o da quelli che lo stanno facendo. Esiste un momento in cui sarà troppo
tardi. Fintanto che il vostro corpo luminoso non è distrutto
dall'assoggettamento avete ancora tempo per imparare a prendere nelle vostre
mani il vostro divenire. Dopo è troppo tardi. C'è un momento in cui le persone
che hanno rinunciato alla loro vita sono cadaveri che camminano. In quel
momento costoro cercheranno di imitare chi costruisce sé stesso, ma non saranno
più in grado di farlo. Distruggere la costruzione del proprio corpo luminoso
implica distruggere la capacità di guardare il mondo distinguendo quanto
appartiene al Potere di Essere da quanto appartiene al Potere di Avere. Le due cose
per lui sono uguali! Quello che non comprende è sicuramente falso, sicuramente
ingannatore, sicuramente non esiste. E mentre con questo affronta la realtà
riempie le sue incongruenze attraverso le quali descrive il mondo con parti di
fantasia quali il paradiso, dio creatore, reincarnazione, karma ecc.. Usate gli
Esseri Umani che danno l'assalto al cielo della Conoscenza come gradini di una
scala attraverso la quale dare l'assalto al cielo della Conoscenza a vostra
volta. Quando si rinuncia a farlo si costruisce un percorso di rinuncia e
quando si percorre questo sentiero non è più possibile tornare indietro. Quando
si percepisce la nostalgia per non aver dato l'assalto al cielo dopo è troppo
tardi; non è più possibile farlo!
Claudio Simeoni
Meccanico
Apprendista Stregone
Guardiano dell'Anticristo
Piaz.le Parmesan, 8
30175 Marghera - Venezia
tel.041933185
E-mail claudiosimeoni@libero.it