DIDIMO GIUDA TOMASO:

L’ULTIMO STREGONE PAGANO!

CLAUDIO SIMEONI

Il vangelo di Tommaso Didimo letto e commentato in chiave Pagana Politeista attraverso le visioni della Stregoneria.

 

Commento dal paragrafo 031 al paragrafo 060!

 

 

PARAGRAFO 31

Gesù disse: "Dove si trovano tre Dèi, sono tre Dèi; dove sono due o uno io sono con lui".

Il paragrafo che trattiamo è chiarificatore di quanto si va dicendo. "Dove si trovano tre Dèi ci sono tre Dèi". Non è una frase usata a casaccio. Innanzi tutto chi è un dio? Colui che sviluppa il proprio corpo luminoso. Colui che sviluppando il regno dentro di lui incontra il regno che lo circonda. Tre dèi costituiscono una forza attraverso la quale costruire un cammino nell'infinito. Una forza ben maggiore di due che facendo pace possono compiere imprese considerate impossibili. Tutti gli Stregoni, qualunque sia la loro peculiarità, hanno sempre costruito un cammino da dividere con altri. Tre Esseri Umani che hanno sviluppato il dio che cresce dentro di loro sono sufficientemente forti per costruire un camino e riversarne gli effetti all'interno del Sistema Sociale; o almeno per provarci. Il problema nasce quando c'è un dio solo o al massimo due dèi. In quel momento questi dèi possono non aver forza sufficiente per costruire un cammino allora il mio Potere di Essere, quanto ho costruito o tentato di costruire, sarà con loro. Ed è il caso del vangelo di Tomaso che da quando è stato scritto ha saltato a piè pari l'intera storia umana sotto le sabbie del deserto ed oggi interviene, con tutta la sua forza e la sua propositività, nella ricostruzione del pensiero del Paganesimo Politeista. Io aggiungerò la mia forza alla loro affinché la loro forza sia sufficiente per costruire il loro cammino. In questo momento sta parlando uno Stregone che ha bloccato il proprio cammino nell'infinito dei mutamenti e che si affianca a chiunque costruisca dei cammini che portano nell'infinito dei mutamenti. Nei vangeli ufficiali non troviamo riferimenti a frasi analoghe salvo in Matteo nel "Perdono Cristiano" in cui si dice: "Perché dove sono due o tre riuniti in mio nome, ci sono io in mezzo a loro." Ancora una volta una frase con un significato preciso viene storpiata nei vangeli ufficiali per esaltare il padrone a cui gli Esseri Umani devono sottomettersi. Per Matteo quando gli uomini lo pregano riuniti sottomessi al suo nome egli si compiacerà di essere in mezzo a loro. Il senso del vangelo è opposto. A Matteo preme ribadire il possesso da parte del suo Gesù degli Esseri Umani a cui si devono sottomettere; in Tomaso Gesù altro non è che uno Stregone pronto a sorreggere i cammini di Stregoneria di ogni Essere che facendosi dio sviluppa l'Essere Luminoso che cresce dentro di lui.

PARAGRAFO 32

Gesù disse: "Un profeta non è accetto nel suo paese. Un medico non cura quelli che lo conoscono".

E' importante coniugare questo paragrafo con quanto scritto nei vangeli ufficiali. In particolare in Marco. In Tomaso la frase risulta essere questa: dal momento che profetizzo o tento di costruire il nuovo non sono accettato o visto di buon grado nel mio paese. La seconda frase suona più o meno: un medico non cura quelli che lo conoscono in quanto se non fosse in grado di curarli ne rimarrebbe addolorato. Vale pure: se quelli che conosce si sono ammalati è segno che non è stato in grado di prevedere che loro si sarebbero ammalati dunque egli non saprebbe come curarli. In Marco la frase suona in questo modo: io affermo di essere un profeta e costoro, che mi hanno conosciuto fin da piccolo, mi deridono. Ancora: per la loro incredulità non poté fare lì alcun miracolo. Mentre in Tomaso la parola profeta comprende l'individuo nel proprio paese, in Marco Gesù non viene riconosciuto come profeta per ciò che è e per ciò che dice. In Marco Gesù è bocciato come profeta, non è denigrato in quanto profeta. Il suo rammarico è quello di non essere riconosciuto come profeta. Diversa è la frase di Tomaso che dice: attenzione, qualora costruite qualche cosa che può modificare la struttura sociale o fideistica nel vostro paese non sarete accettati in quanto turbereste gli equilibri del vostro paese. In un altro paese potreste essere seguiti in quanto l'altro paese non avrebbe nulla da temere perché come stranieri o portate qualche cosa di utile o potete comunque essere cacciati. E' più facile che stiano ad ascoltarvi in un paese straniero che non a casa vostra in quanto non conoscendovi devono imparare a conoscervi ascoltando quanto dite. Diversa è la lamentela del Gesù di Marco in cui egli si rammarica per non essere riconosciuto dai suoi parenti come un profeta. In Tomaso abbiamo un'indicazione oggettivata, in Marco abbiamo il rammarico di non essere riuscito a sottomettere.

PARAGRAFO 33

Gesù disse: "Una città costruita su un alto monte (e) fortificata, non può cadere né essere nascosta".

Anche in questo paragrafo l'insegnamento è oggettivo. La città è come il regno: è la costruzione dell'Essere Umano nel corso di tutta la sua esistenza. Chi costruisce un percorso di sviluppo del proprio corpo luminoso è un Essere Umano che costruisce una città. Una città maestosa e pertanto in vista. Proprio perché è maestosa e visibile deve essere allontanata dagli artigli di chi vive senza costruire il proprio corpo luminoso. Questa città deve essere costruita su un alto monte e fortificata: l'Essere Umano che sviluppa il proprio Corpo Luminoso trova lungo il proprio cammino le armi attraverso le quali difendersi. Questa città, costruita in questo modo, non può cadere, ma nemmeno essere nascosta. Dunque chiunque può, seguendo quel cammino, costruirsi una città simile, in quanto quella città è visibile. Nei vangeli ufficiali, in Luca, l'esempio della città viene rappresentato dalla casa ed assume un altro aspetto. Dice Luca: "Perché mi chiamate "Signore, Signore!", e poi non fate quello che dico? Ognuno che viene a me, ascolta le mie parole e le mette in pratica, io vi mostrerò a chi somiglia: somiglia ad un uomo che per fabbricare una casa scavò molto profondo e pose le fondamenta sopra la roccia. Venuta una inondazione, la fiumana investì quella casa, ma non la poté smuovere, perché era ben costruita. Colui, invece, che ascolta e non pratica, è simile ad un uomo che ha costruito una casa sulla terra, senza fondamenta. La fiumana la investì ed essa subito cadde, e la rovina della casa fu grande". La costruzione della casa, per il vangelo di Luca non è atto di volontà dell'Essere Umano, non è una sua scelta, una costruzione del suo divenire. In Luca la casa si costruisce mettendo in pratica quanto il padrone insegna. Si arriva da lui supplicando e poi non si fa quanto si ha in risposta alla supplica. Il Gesù di Luca è un padrone despota. Non c'è nulla di onorevole nel cuore degli Esseri Umani se non la supplica che costoro rivolgono a lui. Quando gli Esseri Umani lo supplicano egli insegna loro come devono fare. La casa non è costruzione degli Esseri Umani (come la città di Tomaso), ma è articolazione degli insegnamenti del padrone. Come si costruisce la casa è come si obbedisce al padrone!

PARAGRAFO 34

Gesù disse: "Ciò che udrai in un orecchio, proclamalo sui vostri tetti nell'altro orecchio. Nessuno, infatti, accende una lucerna per metterla sotto il moggio, né la pone in luogo nascosto, bensì la mette in un candeliere affinché quelli che entrano e quelli che escono vedano la luce".

Che cos'è un segreto? Perché deve esistere un segreto? Un segreto è tale per ingannare. Per truffare. La costruzione del segreto è atto di inganno per chi lo costruisce ed è atto di assoggettamento per chi è costretto a custodirlo. In entrambi i casi un segreto distrugge le persone e creando inganno. Il segreto è arte della distruzione soggettiva dell'individuo in quanto un segreto presuppone l'accettazione, da parte dell'individuo, del segreto in quanto tale e l'individuazione dell'importanza per cui quello debba rimanere un segreto. Non assoggettarti al segreto; proclamalo. Non legare il tuo divenire a qualche cosa che deve rimanere nascosto, distruggilo e libera il tuo divenire dagli intoppi. Il moggio è il segreto e la lucerna è il divenire della persona che viene acceso ed alimentato. Il divenire non può essere assoggettato, non può essere limitato, non può essere circoscritto. Chi alimenta il proprio divenire deve poterlo esercitare in ogni circostanza. Alimentarlo attraverso ogni azione. Non può farsi limitare dal moggio o dal segreto. Non deve temere una ritorsione, altrimenti il proprio divenire cresce monco o non cresce affatto. In Stregoneria il segreto non esiste! Nessuno ha dei segreti da nascondere o da vendere. Il segreto in Stregoneria è quanto la Libertà dell'individuo non è ancora in grado di percepire o di afferrare, ma non è un qualche cosa di nascosto. Ci circonda e attende che noi l'afferriamo per cresce a sua volta attraverso la nostra manipolazione. Il segreto in Stregoneria è la costruzione del nostro divenire, della nostra Libertà. A mano a mano che lo costruiamo noi cresciamo e sveliamo lo sconosciuto che ci circonda. E' importante vedere la collocazione di questa frase in Luca e il senso che all'interno del testo assume: "Alle turbe poi che accorrevano a lui, egli prese a dire: "Questa generazione è una generazione perversa; essa chiede un segno, ma nessun segno le sarà dato, fuorché quello di Giona. Infatti, come Giona fu un segno per i Ninivitii, così anche il Figlio dell'uomo lo sarà per questa generazione. La regina del Mezzogiorno risorgerà, nel giorno del giudizio, assieme agli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone ed ecco, vi è qui uno da più di Salomone. Gli abitanti di Ninive risorgeranno, nel giorno del giudizio, assieme a questa generazione e la condanneranno, perché essi fecero penitenza alla predicazione di Giona ed ecco, vi è qui uno da più di Giona. "Nessuno accende la lucerna e la mette in luogo nascosto o sotto il moggio, ma sopra il porta-lucerne, affinché quelli che entrano vedano la luce. La lucerna del tuo corpo è il tuo occhio. Se il tuo occhio è semplice, anche tutto il tuo corpo è illuminato, ma se il tuo occhio è guasto, anche tutto il tuo corpo è tenebroso. Stai attento, dunque, che la luce che è in te non sia tenebre! Se tutto il tuo corpo è illuminato, senz'avere alcuna parte scura, sarà tutto nella luce, come quando la lucerna t'investe con i suoi raggi". Questo è il pezzo "Il segno di Giona" in Luca. Appare evidente come usando le stesse parole (o lo stesso senso) il fine è diametralmente opposto. In Tomaso abbiamo il soggetto protagonista. E' il soggetto che non deve essere costretto a custodire un segreto. E' il soggetto che deve liberarsi dei vincoli perché la sua luce non sia offuscata nel moggio. In Luca il soggetto è lo spettatore del pazzo di Nazareth. Il soggetto non riconosce nel pazzo che ha davanti la sapienza di Salomone o la predicazione di Giona. Egli ha l'occhio offuscato. Egli non distingue quanto ha davanti. Non distinguendo quanto ha davanti non si può nemmeno prostrarsi. Non si può sottomettere. Perché dunque un Essere Umano del tempo del pazzo di Nazareth descritto da Luca non si sottomette? Perché non riconosce in colui che gli sta davanti il figlio dell'uomo? Perché ha l'occhio offuscato. Ed ecco la minaccia del pazzo descritta da Luca. Saranno condannati dagli abitanti di Ninive che risorgeranno o dalla regina del mezzogiorno che venne dagli "estremi confini della terra" per vedere la saggezza di Salomone. Il matto paragona sé stesso a leggende del passato. Leggende che non possono essere verificate, ma che fanno molto comodo per colpevolizzare gli astanti. Luca ammonisce che quelli della generazione del suo profeta non lo vollero riconoscere e nonostante egli raccontasse che andava in giro per la Palestina a fare miracoli non dava loro segni di essere quanto andava dicendo di essere. L'esempio della lucerna che Luca ricopia da testi molto antichi gli serve come esempio, ma non lo capisce; non lo può capire. Gli è estraneo. Egli deve sottomettere gli Esseri Umani non spingerli a cercare di sviluppare il dio che cresce dentro di loro. Luca deve sottomettere gli Esseri Umani alla sua descrizione del dio pazzo non può permettere che gli Esseri Umani sentano il dio che incubano crescere e svilupparsi. Non deve permettere loro che si liberino dei segreti e che spicchino il balzo nell'infinito dei mutamenti. Deve ricattarli. Deve convincerli di essere ciechi. Esattamente come il re convince i suoi sudditi di indossare un bellissimo vestito mentre in realtà sta girando nudo. Luca deve convincere gli Esseri Umani che il suo Gesù era ben oltre la sapienza di Salomone e non quel mentecato che le sue azioni dimostrano. Deve accusare gli Esseri Umani di cecità mentre loda la lungimiranza di chi accetta di vedere l'imbecillità del suo profeta scambiandola per sapere. Da un lato abbiamo Tomaso che invita gli Esseri Umani a liberarsi degli ostacoli che bloccano il cammino per costruire il dio che cresce dentro di loro e dall'altro abbiamo un Luca che intende sottomettere gli Esseri Umani per impedire loro di cogliere dall'albero della vita eterna. Lo stesso discorso lo troviamo in Matteo: "Non può rimaner nascosta una città situata sopra una montagna, perché né si accende una lucerna e la si pone sotto il moggio, ma sul porta lucerne e fa luce a tutti quelli che sono in casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, affinché vengano le vostre opere buone e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli". La manipolazione di Luca, rispetto a Matteo appare evidente anche se il senso di Luca e quello di Matteo coincidono nella direzione condotta dall'esempio. L'Essere Umano si sacrifica per la gloria di dio. L'Essere umano deve agire negando sé stesso per esaltare il padrone. Nell'esaltare il padrone egli distrugge sé stesso. Non si tratta più di non essere dipendente da un segreto che condiziona l'esistenza. Si tratta di essere dipendente dal dio padrone che impone l'azione al soggetto per la propria gloria e in funzione della distruzione del soggetto stesso.

PARAGRAFO 35

Gesù disse: "Se un cieco guida un cieco, cadono ambedue in una fossa".

Il paragrafo 35 consta di una sola proposizione. Una sola frase. Una sola affermazione. Dove sta l'importanza della frase? E' diretta alla guida o al guidato? Dove il guidato trova la guida e dove la guida può guidare? Per commentare questa frase messa in quel contesto e senza dei riferimenti precedenti dobbiamo riferirci alla Stregoneria. Qual è il principio fondamentale della Stregoneria? "Lo sconosciuto è sempre maggiore del conosciuto!" Ed essendo l'Essere Umano un Essere in formazione e in trasformazione continua che trasforma continuamente in conosciuto parte dello sconosciuto che lo circonda affrontandolo, la cecità consiste nel considerare sé stessi completi, arrivati, definiti. La cecità consiste nel considerare sé stessi creati ad immagine e somiglianza di un dio pazzo. Essere ciechi, in Stregoneria, significa cessare di considerare lo sconosciuto che ci circonda maggiore del conosciuto e pertanto cessare di costruire la propria Libertà per poterlo affrontare dilatando sé stessi. Dunque, anziché attrezzare sé stessi per affrontarlo si preferisce dire che questo non esiste! Si è ciechi! Quando un individuo, anziché espandersi in continuazione preferisce affermare la totalità della sua conoscenza e delle sue possibilità limitando in quella totalità lo sviluppo di chi conduce. Un professore che conosce male il latino può sicuramente insegnare qualche cosa ad un allievo che non ha nessuna conoscenza, ma il fatto di conoscere male il latino finirà per bloccare lo sviluppo della conoscenza dell'allievo limitandola al fatto che lui conosce male il latino. Se noi possiamo fare questo esempio è perché come spettatori ci permettiamo di discriminare fra chi conosce meglio e chi conosce peggio una determinata cosa. Se non fossimo degli spettatori, ma soltanto degli attori, noi non sapremmo discernere i limiti che il Sistema Sociale in cui viviamo ci impone. Non sappiamo distinguere se chi ci conduce è cieco o meno. Quale sistema possiamo usare per determinare questo? Egli si sta costruendo o ha cessato di costruirsi! Egli sta cercando o ha cessato di cercare! Egli si sta migliorando o ha cessato di migliorarsi! Egli trae piacere da quanto fa o lo fa per abitudine! Alcune cose le possiamo vedere. Alcune cose le possiamo leggere. Quelle cose, anche se limitatamente alla ragione, ci permettono di capire se chi ci conduce è cieco o meno. Soprattutto dobbiamo sapere ascoltare i nostri bisogni e le nostre tensioni. Quanto ci si dice, quanto ci si propone, quanto ci viene offerto ci soddisfa? Quanto ci siamo costruiti?, ma ancora: quanto siamo diventati ciechi? Proviamo a leggere la stessa frase, nel contesto in cui Luca la inserisce all'interno del Discorso della Montagna: "Disse loro ancora una parabola: "Un cieco può forse far da guida ad un altro cieco? Non andranno a cadere ambedue in una fossa? Il discepolo non è da più del maestro; ogni discepolo è perfetto se è come il maestro". Bloccare lo sviluppo dell'individuo. Questo è l'intento di Luca. Il suo Gesù è il padrone degli Esseri Umani. Non può permettere a questi che diano l'assalto al cielo della Conoscenza e della Consapevolezza. In Stregoneria il termine maestro viene dato da chi impara. Questo dice: "Quell'Essere Umano, quella Coscienza di Sé, quella situazione sono o è stato il mio maestro!" In Stregoneria chi cerca la Conoscenza non definisce sé stesso maestro in quanto sa perfettamente come lo sconosciuto sia sempre maggiore di quanto conosce. Chi impara, in Stregoneria, è come se salisse una scala i cui gradini sono formati da tutti coloro che fondando il divenire umano hanno costruito la situazione dalla quale egli può dare l'assalto al cielo della Conoscenza e della Consapevolezza. Chi impara, in Stregoneria, onora i suoi maestri calpestandoli, usandoli per costruire sé stesso. Questo terrorizza Luca. Il suo Gesù è il maestro dei maestri e nessuno può superarlo. E' il profeta dei profeti e nessuno può superarlo. Si è perfetti quando si è come il maestro; dice Luca. Questo significa costruire la cecità! Questo significa gettare gli Esseri Umani in una fossa.

PARAGRAFO 36

Gesù disse: "Non è possibile che uno entri nella casa di una persona forte e la prenda con la forza se prima non le lega le mani. Allora potrà saccheggiare la sua casa".

Anche il paragrafo 36 è necessario interpretarlo attraverso la Stregoneria. Dal momento che i percorsi Misterici sono andati perduti non ci resta che la determinazione della Stregoneria per l'interpretazione. Qual è la casa cui si riferisce? E' il sentire dell'Essere Umano, è l'Essere Umano nel suo insieme. Dunque nessuno può entrare in un Essere Umano e impadronirsene se costui è forte. Se costui alimenta il dio che cresce dentro di lui. Nessuno può assoggettarlo se la sicurezza con cui affronta il mondo proviene da sé stesso. Qualcuno gli potrebbe fare violenza fisica: legargli le mani. In altre parole qualcuno può bloccare lo sviluppo del dio che cresce dentro di lui, ma non è in grado di assoggettarlo in quanto la sicurezza, quest'essere, la trae da sé stesso e non da qualcosa di esterno. Non è un servo di un qualche padrone. Dipende dalla fonte che alimenta nel suo cuore. Qualcuno può costruire degli ostacoli per impedirgli di sviluppare il dio che cresce dentro di lui, ma non sarà mai in grado di convincerlo che la sottomissione sia migliore della sua ricerca di Libertà. L'Essere Umano che costruisce sé stesso è forte a sufficienza per impedire ogni tipo di sottomissione.

PARAGRAFO 37

Gesù disse: "Non siate ansiosi da mattina a sera e dalla sera al mattino su come vi vestirete".

In questo paragrafo si delinea la differenza fra principale e secondario. Dove il secondario è l'apparenza della rappresentazione soggettiva. Il vestire è il modo con cui un Essere Umano si presenta nel Sistema Sociale degli Esseri Umani. Questa rappresentazione non può essere centrale rispetto all'attenzione dell'individuo. L'attenzione messa nella rappresentazione è attenzione nella rappresentazione e la sua funzione e il suo sviluppo termina con la rappresentazione stessa. E' inutile e svilente. L'attenzione va posta per le cose che sviluppano l'individuo, lo arricchiscono, costruiscono il suo cammino nell'esistenza. La rappresentazione è un apparire che nasconde il divenuto della persona. Mettere attenzione per nascondere il divenuto della persona significa vergognarsi del proprio divenuto. Significa nascondere al Sistema Sociale la propria incapacità di fondare il proprio divenire: essere dei costruttori. Si deve mascherare l'incapacità a costruire per appropriarsi e ingannare. Così i vestiti ingannano gli astanti. Mascherano l'individuo che li porta. Afferrano l'attenzione dei presenti distogliendola dall'analizzare le cose importanti. Vestire bene è negare il proprio essere che non viene rappresentato per il proprio divenuto, ma per ciò che si vorrebbe fosse divenuto. Così la rappresentazione nasconde la realtà. Perché non dare importanza a come ci si rappresenta? Perché ognuno di noi è quanto è diventato facendo del proprio meglio per diventare. Il fatto di aver incontrato grandi ostacoli nella propria trasformazione non depone a nostro demerito, ma a demerito di chi quegli ostacoli li ha costruiti per produrre la distruzione del divenire umano. Allora io non mi nascondo. Non nascondo le difficoltà che dovetti attraversare per divenire quello che sono divenuto. Anzi, proprio perché non nascondo le difficoltà posso indicarle a tutti gli Esseri Umani del Sistema Sociale in cui vivo. Posso dir loro: "Questi sono gli ostacoli da rimuovere perché il cammino degli Esseri Umani che verranno dopo siano facilitati nel percorrere il loro cammino!". Per far questo devo essere consapevole di essere un individuo che diviene e si trasforma giorno dopo giorno e non sono stato creato da un dio pazzo. Non sono stato creato ad immagine di un dio pazzo che mi ha reso impotente ad affrontare la vita per cui devo mascherare il mio essere attraverso vestiti o apparenze che nascondono agli astanti l'orrore della creazione. Non devo accettare l'imposizione secondo cui se io sono povero o miserabile è perché un dio pazzo creatore mi ha creato povero o miserabile, ma devo indicare le condizioni dell'esistenza che agendo hanno costruito il mio essere povero e il mio essere miserabile. In quel momento cesso di essere povero e miserabile e mi faccio dio. Mi faccio Prometeo in quanto rubo a chi mi sta mettendo in ginocchio il fuoco dell'inganno e svelandolo lo regalo agli altri Esseri Umani affinché imparino a difendersi! E' inutile che mi affanni a nascondere il mio divenuto e sia in ansia sulla rappresentazione di me davanti al Sistema Sociale: comunque io sono ciò che sono e per ciò che sono dovrò affrontare la morte del corpo fisico; non certo con i vestiti o con la rappresentazione. Proviamo a vedere come la frase viene utilizzata nei vangeli ufficiali. In Matteo, nella parte finale che riguarda il "Padre Nostro" dice: "Non potere servire a Dio e alle ricchezze. Perciò vi dico: non siate troppo solleciti per la vita vostra, di quel che mangerete, né per il vostro corpo, di che vi vestirete. La vita non vale più del cibo, e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, non mietono, non raccolgono in granai, e il vostro Padre celeste li nutre. Or non valete voi più di loro? E chi di voi, per quanto si preoccupi, può aggiungere alla durata della sua vita un solo cubito? Guardate come crescono i gigli nel campo: non lavorano, né filano; eppure vi assicuro che nemmeno Salomone, in tutta la sua gloria, non fu mai vestito come uno di essi. Or, se Dio riveste così l'erba del campo, che oggi è e domani viene gettata nel forno, quanto più vestirà voi, gente di poca fede? Non vogliate, dunque, angustiarvi dicendo: "Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Di che vestiremo?. Di tutte queste cose, infatti, si danno premura i pagani; or, il Padre vostro celeste sa che avete bisogno di tutto questo. Cercate prima di tutto il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date per giunta. Non vogliate, dunque, mettervi in pena per il domani, poiché il domani avrà cura di se stesso: a ciascun giorno basta il suo affanno". In Luca troviamo la stessa cosa sotto la voce della "provvidenza". Che grande differenza. In Tomaso si tratta delle trasformazioni del Potere di Essere dell'individuo e della sua rappresentazione nel mondo. Nella relazione fra quanto è importante e quanto non lo è. Non dice infatti di non preoccuparsi di vestirsi, dice di non essere ansiosi sul come vestirsi. In Matteo e in Luca il problema che viene affrontato è diverso. A Matteo e Luca interessa disarmare gli Esseri Umani davanti alla vita. Interessa loro che siano dipendenti dalla promessa o dall'intervento del dio loro padre e, qualora questo intervento non si verificasse, colpevolizzarli perché non hanno cercato il regno di dio e la sua giustizia. Se dio non provvede certamente loro hanno mancato. I Pagani curano la loro vita. Seminano, mietono e accumulano nei granai, sono previdenti in quanto sono i costruttori della vita. I cristiani costruiscono la miseria e la loro miseria la danno al loro dio affinché provveda a mantenerli: quale orrore. Non preoccupatevi di mangiare, di bere, di curare le necessità della vita. Come non vedete? Dio alimenta gli uccelli, dio veste i gigli. La stupidità di Matteo e Luca trasformano in esempi da imitare in cose diverse. Loro, piccoli idioti prodotti del loro pazzo presunto fondatore, ritengono che gli uccelli non lavorino e non si diano da fare per trovare il cibo. Loro presumono che le erbe non sia diano da fare per procurarsi il cibo: ognuno secondo la propria specie. Ebbene strappano le determinazioni della loro specie per costruire miseria. Costruire miseria significa costruire dipendenza. Non come i Pagani che cercando la libertà cercano di costruire il benessere e l'affrancamento dal bisogno che ossessiona e che costruisce dipendenza. I Pagani non vanno imitati in quanto sono costruttori del futuro, al massimo vanno distrutti, vanno annientati in quanto devono imparare a diventare impotenti e ignoranti davanti alla vita esattamente come il dio dei cristiani vuole i suoi schiavi. Attraverso questo i cristiani costruirono l'oscurantismo per millenni stuprando la vita e disprezzando i piccoli uomini che davano l'assalto al cielo della Conoscenza e della Consapevolezza. Disprezzavano i piccoli uomini che alimentavano il regno che cresceva dentro di loro senza badare alla rappresentazione e dell'apparenza. Li disprezzavano con il fasto delle vesti dei sacerdoti e delle basiliche che innalzavano distruggendo i Templi Pagani, gli Altari Pagani, le fonti e i boschi sacri. I cristiani, proprio ostentando sfarzo, vesti ed oro distruggevano la ricerca della Conoscenza e della Consapevolezza indicando ai loro schiavi la miseria attraverso la quale potevano imporre loro l'attesa nella provvidenza di un dio che non esisteva. Didimo indica un fare attraverso il quale sviluppare il dio che cresce dentro l'Essere Umano; Luca e Matteo intendono costruire miseria attraverso la quale imporre l'oscurantismo!

PARAGRAFO 38

 

I suoi discepoli gli domandarono: "In che giorno ti manifesterai a noi, in che giorno ti vedremo?". Gesù rispose: "Quando vi spoglierete senza vergogna, quando deporrete i vostri abiti e li deporrete sopra i vostri piedi, come fanno i bambini, e li calpesterete, allora vedrete il Figlio del Vivente senza alcun timore".

La domanda dovrebbe essere: "In che giorno vedremo ciò che tu sei?" Ciò che tu sei si riferisce al figlio del vivente. Che cos'è il figlio del vivente? Quando il vivente ha un figlio? Quando costruisce il proprio corpo luminoso. Quando riesce a compattare il proprio corpo di Energia e muoversi con quello lasciando il corpo fisico. In altre parole, quando deporrete i vostri abiti e li calpesterete. Calpestare l'abito ha un significato esoterico importante. Se io calpesto l'abito significa che l'abito non mi serve più. Dopo che l'ho calpestato lo posso anche buttare. Proprio perché lo debbo buttare mi posso permettere di calpestarlo. Come i bambini. Perché in quel momento sono nato! Cosa significa questo? Che solo quando gli Esseri Umani riusciranno a partorire il loro corpo luminoso sul quale trasferire la loro Coscienza e contunando a coltivare la loro Consapevolezza potranno finalmente vedere il corpo luminoso di altri Esseri Umani che lo hanno partorito. In quel momento cessa anche il timore reverenziale per qualcosa che si pensa grande, importante e quasi impossibile da raggiungere. Il significato esoterico della frase è questo! Questo significato sfugge agli estensori dei vangeli ufficiali che ben altri propositi manifestano. Troviamo in Matteo: "Allora gli furono presentati dei fanciulli, affinché imponesse loro le mani e pregasse. I discepoli li ostacolavano, ma Gesù disse loro: "Lasciate i bambini e non impediteli di venire da me, perché a quelli come loro appartiene il regno dei cieli"." E in Marco: "Gli conducevano dei bambini perché li toccasse, ma i discepoli sgridavano quelli che glieli presentavano: Gesù veduto questo, s'indignò e disse loro: "Lasciate venire a me i bambini e non impediteli, perché il regno di dio è di quelli simili a loro. In verità vi dico: chi non riceverà il regno di Dio come un fanciullo, non c'entrerà"." Gli intenti sia in Marco che in Matteo divergono. Mentre in Didimo l'essere come fanciulli che calpestano i loro abiti ha il significato di colui che ha superato la forma umana e si appresta ad inoltrarsi nel mondo della percezione per Matteo e Marco gli Esseri Umani devono diventare come fanciulli per togliere loro ogni difesa nei loro confronti. Per Matteo e Marco gli Esseri Umani sono oggetto di possesso e loro possono possederli soltanto che vengono meno alla loro capacità di critica. Essere come fanciulli per Matteo e Marco ha il significato di predisporsi alla sottomissione. Il regno per Marco e Matteo arriva e gli Esseri Umani devono riceverlo rinunciando alla loro determinazione di costruire loro stessi. Il fanciullo è colui che non è determinato a costruire la vita perché non conosce il valore della determinazione e dell'uso della sua volontà. Questo essere come i fanciulli verrà esaltato da Paolo e da altri padri della chiesa cattolica come la non cultura, come l'umiltà che disorienta gli individui colti. In realtà la distruzione della cultura è la distruzione delle strutture sociali e della loro determinazione per costruirsi nei mutamenti. E' necessario sempre tener presente la contrapposizione fondamentale fra il vangelo di Tomaso e quelli ufficiali. Nel vangelo di Tomaso si spinge affinché il dio cresca dentro agli Esseri Umani e questi devono liberarsi dagli ostacoli per costruire sé stessi nell'eternità; nei vangeli ufficiali gli Esseri Umani devono essere privati del dio che cresce dentro di loro per diventare preda del dio padrone di cui gli evangelisti si sono eletti a portavoce!

PARAGRAFO 39

Gesù disse: "Molte volte avete desiderato ascoltare queste parole che vi dico, e non avete alcun altro dal quale ascoltarle. Giorni verranno nei quali mi cercherete e non mi troverete".

Afferrare l'occasione. Afferrate il vostro centimetro cubo di opportunità direbbe Castaneda. Dopo è troppo tardi. Quando si è persa una occasione questa è persa. Non si può più ripresentare. Se ne può presentare una diversa, ma quell'occasione è persa per sempre ed è persa la sequenza dei mutamenti che quell'occasione era in grado di produrre. Si sono perse le occasioni che afferrare quell'occasione avrebbero consentito di presentarsi. Io sono la vostra occasione. O meglio, io sono una delle vostre occasioni e io avvio una sequenza di trasformazioni che vi preparano ad afferrare nuove occasioni. Dopo è troppo tardi. Dopo dovrete ricorrere a diverse occasioni, a diverse sequenze di trasformazioni. Voi avete solo me. Io sono il solo Stregone in questo territorio e non sono in grado di darvi altro che queste mie parole, ma se voi non le ascoltate, non le trasformate, non le considerate dei mezzi attraverso i quali modificarvi io non ho altro da darvi e non c'è altro dal quale voi siate in grado di attingere. Avete sognato in molte occasioni di ascoltare queste parole. Ora io ve le dico, ma a che serve che io ve le dica se voi non siete in grado di ascoltarle? Se voi non siete in grado di ricordare quanto dico? Se voi non siete in grado di prendere queste parole e trasformarle? Quando voi avete perso l'occasione questa è proprio persa. Giorni verranno in cui ricorderete e magari sarete illuminati da qualche cosa che avete sentito. In quel momento ricorderete di aver trascurato qualche cosa che era importante e che al momento non davate molto peso o comunque non riusciva a penetrare in voi con sufficiente forza. Quando questo sospetto vi assale vorreste tornare indietro. Vorreste chiedere spiegazioni, chiarimenti, altre cose affollano il vostro pensiero che vorreste aver domandato, ma io non ci sono più. Dovrete arrangiarvi in altro modo in quanto dovrete abbeverarvi a fonti diverse se volete continuare il vostro cammino. Non perdete mai nessuna occasione. Non fate in modo che la nebbia dell'illusione vi impedisca di cogliere quanto vi sto dicendo. Ricordate e praticate: praticate e ricordate. Fate in modo che giorni verranno che non saprete più cosa fare per coltivare voi stessi. Affinate le ali della Conoscenza e della Consapevolezza, io sono fra voi e voi dovete sfruttare il mio potere e il mio sapere per costruire il vostro sapere e il vostro potere. Io non ci sarò, ma ci sarete voi. Voi dovete coltivare voi stessi attingendo da me, calpestando me e a vostra volta dovete continuare a seminare. Questo è il messaggio di Tomaso!

PARAGRAFO 40

Gesù disse: "I Farisei e gli Scribi hanno preso le chiavi della conoscenza e le hanno nascoste. Essi non sono entrati e non hanno lasciato entrare quelli che lo volevano. Voi, però, siate prudenti come serpenti e semplici come colombe".

Cosa significa prendere le chiavi della Conoscenza e nasconderle? La Conoscenza è un percorso di sviluppo soggettivo. Lo sviluppo soggettivo è Potere di Essere. La sua costruzione e gli elementi attraverso i quali procedere nella costruzione (le chiavi) sono i termini attraverso i quali un percorso di sviluppo si articola nel Sistema Sociale e nella situazione in cui quel percorso inizia. Il Potere di Avere, per controllare gli Esseri Umani li priva degli elementi (chiavi) attraverso i quali aprire le porte (fare le scelte iniziali) per percorrere una via alla Conoscenza e alla Consapevolezza. Perché proprio i Farisei? Perché i Farisei erano i difensori di quella tradizione, di quell'interpretazione ebraica il cui scopo era difenderla dalle variabili introdotte dalla filosofia e dal pensiero straniero e greco in particolare. In ultima analisi, in quell'ambito sociale, si erano assunti il compito di bloccare lo sviluppo della Conoscenza attraverso una rigorosa applicazione della tradizione. Dal punti di vista della costruzione dell'Essere Umano significa: si erano assunti il compito di impedire agli Esseri Umani di cogliere dall'albero della vita eterna diventando essi stessi dio. Come il macellaio di Sodoma e Gomorra deve assicurarsi che nessun Essere Umano colga dall'albero della vita eterna così i Farisei, attraverso l'applicazione del loro sistema di pensiero, devono assicurarsi che nessun Essere Umano costruisca sé stesso, ma sia sottomesso ad una verità rivelata che non gli consenta di diventare egli stesso un dio. Sembra stupirsi Tomaso del fatto che nonostante essi abbiano nascosto quelle chiavi ingannando gli Esseri Umani per impedire loro di accedere alla Conoscenza ingannano anche loro stessi rinunciando a servirsi delle chiavi che nascondono. In altre parole, un conto è predicare la castità per sottomettere gli Esseri Umani impedendo loro di costruire loro stessi e un conto è praticare la castità impedendo a sé stessi di costruirsi: muoia Sansone con tutti i Filistei! Loro traggono piacere dall'impedire agli Esseri Umani di percorrere il loro cammino. Tomaso dice che anche se ingannano gli Esseri Umani avrebbero almeno potuto usare quelle chiavi, cioè evitare almeno di ingannare loro stessi, ed agire per percorrere una via alla conoscenza loro stessi. La pulsione di morte si esprime attraverso delle leggi precise. Se un individuo malato di morte non è in grado di usare una chiave che porti alla costruzione della Conoscenza e della Consapevolezza nessuno dovrà usarla. Affermerà che è una chiave inutile, che non serve a nulla, ma diventerà preziosa soltanto per possederla impedendo a qualcun altro l'uso. Egli diventerà un cane da guardia ringhioso affinché nessuno la usi. "Tu" egli affermerà "devi sottometterti all'inganno che si è preso me e la costruzione del mio futuro". Come si può percorrere un sentiero che porti alla Conoscenza e alla Consapevolezza nonostante il controllo di preti cattolici, musulmani o simili? Nonostante l'inquisizione? Essere prudenti come serpenti e semplici come colombe! Si può fare esercitando l'arte dell'Agguato e l'arte della Follia Controllata. La prudenza nell'azione attraverso la quale si percorre una via alla Conoscenza consiste nel praticare l'arte dell'Agguato come descritta nel Crogiolo dello Stregone nei Quattro Canti del Mondo. L'arte dell'Agguato ferma l'avventatezza nella formazione e nello sviluppo del progetto intenzionale. In questo modo è possibile aggirare ogni controllo. Semplici come colombe significa occultare la volontà e la determinazione (l'aspetto nasconde la noumenia); la prudenza del serpente articola la pazienza unendola con la rapidità d'azione (attesa nasconde l'intento). Questi mezzi consentono di recuperare le chiavi che aprono le vie alla Conoscenza e alla Consapevolezza nonostante i Farisei, i preti cattolici, i preti musulmani, i preti cristiani in genere, i preti ebrei o buddisti. Nonostante costoro siano a guardia delle chiavi che aprono i sentieri alla Conoscenza e alla Consapevolezza farsi serpenti e colombe consente all'Essere Umano di superare l'orrore che esprimono costruendo un sentiero virtuoso nell'infinito dei mutamenti.Leggiamo cosa dice Matteo: "Sulla cattedra di Mosè si sono assisi gli Scribi e i Farisei. Fate, dunque, e osservate tutto ciò che vi dicono:, ma non agite secondo le loro opere, perché dicono e non fanno. Legano, infatti , pesi gravi e insopportabili e li caricano sulle spalle degli uomini, ma essi non li vogliono muovere neppure con un dito. Fanno poi tutte le loro azioni per essere veduti dagli uomini: portano, infatti, larghe le loro filatterie e mettono lunghe frange sui mantelli; amano i primi posti nei convitti e primi seggi nelle sinagoghe; vogliono essere salutati nelle pubbliche piazze ed essere chiamati maestri dalla gente, ma voi non vogliate essere chiamati maestri, perché uno solo è il vostro Maestro, e voi siete tutti fratelli. E non chiamate nessuno sulla terra padre vostro, perché uno solo è il Padre, quello che è nei cieli. Né fatevi chiamare dottore, perché uno solo è il vostro Dottore, il Cristo. Chi è maggiore fra di voi sarà il vostro servo. Chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato. Guai a voi, Scribi e Farisei ipocriti, perché chiudete agli uomini il regno dei cieli, e non entrate voi, né lasciate che entrino quelli che vorrebbero entrare! Guai a voi, Scribi e Farisei ipocriti, che percorrete il mare e la terra per farvi anche un solo proselito, e quando lo è diventato, ne fate un figlio della Geenna il doppio di voi!" Poi prosegue con ingiurie e invettive varie nei confronti dei Farisei che potrebbero essere paragonate a quelle di chi non paga le tasse non perché le ritiene ingiuste, ma perché in quanto unto e prediletto lui non le dovrebbe pagare. Matteo, sempre nello stesso capitolo spara la stupidaggine della morte di Zaccaria ben Barachia che secondo Flavio Giuseppe sarebbe morto attorno al 70 d.c. Il messaggio è comunque chiaro e viene ripreso quasi uguale da Luca che dice: " Allora un dottore della legge gli rivolse la parola protestando "Maestro, parlando così offendi anche noi!" Ed egli rispose: "Guai anche a voi, dottori della legge! Perché imponete agli uomini dei pesi insopportabili, mentre voi non li toccate neppure con un dito. Guai a voi che innalzate sepolcri ai profeti, mentre i vostri padri li hanno uccisi! Voi, così siete testimoni e approvate le opere dei vostri padri: essi li uccisero e voi costruite i sepolcri. Per questo appunto la Sapienza di Dio ha detto: "Io manderò loro profeti e apostoli: uccideranno gli uni e perseguiteranno gli altri, affinché sia chiesto conto a questa generazione del sangue di tutti i profeti versato fin dalla creazione del mondo, dal sangue di Abele fino al sangue di Zaccaria, ucciso fra l'altare e il Tempio!" Si, io ve lo dico, ne sarà richiesto conto a questa generazione! Guai a voi, dottori della legge! Perché avete preso le chiavi della scienza, ma non siete entrati voi e lo avete impedito a quelli che volevano entrare." Riproducendo questi due passaggi di Matteo e Luca praticamente completiamo i concetti di entrambi. Qual è il loro scopo? Accusare! Colpevolizzare! Siamo davanti a delle persone come Matteo e Luca il cui obiettivo è prendere il posto dei dottori della legge. Loro vogliono dominare. Mettere in ginocchio davanti al loro presunto maestro. Non esiste nulla intorno che possa costruire l'Essere Umano non esiste nessuna possibilità di accedere alla Conoscenza e alla Consapevolezza. Chi offre qualche cosa, come i Farisei che cercano di diffondere il proprio pensiero facendo dei proseliti, viene accusato di iniquità. Di distruggere il seguace preparandolo per la Geenna. I Farisei vengono accusati di essere falsi, ipocriti, di voler apparire padroni della città e di desiderare essere ossequiati, ma cosa propongono Luca e Matteo agli Esseri Umani? Fra voi siete tutti fratelli! Apparentemente appare molto bella quella frase. Peccato che voglia dire: voi siete tutti fratelli in ginocchio davanti a me. Implicitamente afferma: voi siete tutti fratelli in ginocchio davanti all'apostolo! Che significa: voi siete tutti fratelli in ginocchio davanti al prete e così via. L'Essere tutti fratelli ha lo scopo di scoraggiare la ricerca della libertà. Chi ci prova è certamente colui che vuole essere il primo e dunque, dicono Matteo e Luca, deve essere il vostro servo. La ricerca della Conoscenza non è ammessa. Mentre Tomaso davanti ai Farisei che bloccano l'accesso alla Conoscenza suggerisce di diventare prudenti come serpenti e semplici come colombe, adottare una strategia, Matteo e Luca sanno proporre il loro pazzo maestro ad esempio che sa soltanto minacciare gli Esseri Umani che si trovano davanti millantando un dio padre che pretende di colpevolizzare tutta quella generazione, dopo averla imbrogliata, di tutto il sangue sparso dall'inizio del mondo. La pazzia serve per spargere terrore e il terrore serve per ottenere sottomissione. La sottomissione è finalizzata alla distruzione dell'Essere Umano il vero obiettivo di Matteo e Luca. Matteo conosce perfettamente l'essere prudenti come serpenti e semplici come colombe, ma leggiamo cosa scrive: "Ecco io vi mando come pecore in mezzo ai lupi; siate adunque prudenti come serpenti e semplici come le colombe. Guardatevi però dagli uomini, perché vi trascineranno davanti ai tribunali e vi flagelleranno nelle sinagoghe, e sarete condotti davanti a governatori e re per cagion mia, per dare testimonianza ad essi e ai Gentili." Mentre in Tomaso l'essere prudenti e semplici ha il fine di trovare le chiavi della conoscenza e aprire le porte, in Matteo il fine dell'essere prudenti è solo un trucco, una finzione, per ingannare e imporre la figura del suo profeta pazzo. In Tomaso è una strategia di vita; in Matteo è un trucco per sottomettere anche annientando sé stessi. Quanta differenza con Tomaso il cui scopo è la costruzione della conoscenza e della consapevolezza pur in presenza di situazioni avverse!

PARAGRAFO 41

Gesù disse: "Una vite fu piantata da altri che non era mio Padre: giacché non si irrobustì, sarà sradicata e perirà".

Quanto obbedisce agli stimoli della vita, agli stimoli di Necessità, può crescere ed espandersi nell'infinito dei mutamenti. Quanto nega la spinta di Necessità e di Intento può soltanto rattrappirsi su sé stesso. Essere senza radici, in questo contesto, non è atto di possesso, ma è determinazione dell'oggettività subita senza opporre la propria volontà e la propria determinazione. I padri delle determinazioni sono Necessità e Intento. Qualora si eserciti la propria volontà si manipola la spinta di Necessità e Intento determinando la propria scelta facendosi dio. Ciò che non si fa dio sarà distrutto in quanto non sarà in grado di seguire la propria sequenza dei mutamenti, costruire il proprio Potere di Essere attraverso l'esercizio della propria volontà e delle proprie determinazioni. Gli altri potranno fare qualsiasi cosa, magari mettendo in ginocchio chi non si può difendere privandolo della Necessità e delle tensioni di Intento per seguire i propri mutamenti (piantato da altri), impedendogli l'esercizio delle proprie determinazioni.

Leggiamo cosa di ce Matteo: "E chiamata a sé la folla disse: "ascoltate e comprendete! Non quello che entra per bocca contamina l'uomo;, ma ciò che esce dalla bocca, questo contamina l'uomo!" Allora i suoi discepoli, avvicinatisi, gli dissero: "Sai che i Farisei udita la tua parola si sono scandalizzati?". Egli rispose: "Ogni pianta che non ha piantato il padre mio celeste sarà sradicata. Lasciateli, sono ciechi e guide di ciechi:, ma se un cieco guida un cieco, ambedue vanno a finire nella fossa". Mio padre o il padre mio celeste. Qual è la differenza? Mio padre è il padre che ha generato me il padre mio celeste è il padre celeste di cui io ne ho proprietà! Sottile? Sofisma? Eppure il Potere di Avere nasconde la propria aberrazione anche dietro queste particolarità. Particolarità che una volta dette poi devono essere interpretate e l'interpretazione è data da chi detiene il controllo del Potere di Avere. Mio padre è quanto produce me: Necessità e Intento, ma se io ho la proprietà del padre, questo deve essere un oggetto di possesso non una forza che mi attraversa. Ecco dunque come nel Potere di Essere il termine padre usato da Tomaso sta ad indicare quanto produce un presente mentre nei vangeli ufficiali sta ad indicare un padrone o un oggetto di proprietà che non è una forza, ma una struttura materiale. Il padre del pazzo di Nazareth non è la forza che spinge l'esistente, ma il padrone di cui lui è figlio e a cui tutto è dovuto. La pianta che non risponde a Necessità e Intento non avrà la forza per continuare nell'infinito dei mutamenti e pertanto sarà sradicata. Finito lo stadio in cui si esprime non avrà la forza di giungere al riposo. Non avrà accumulato sufficiente Potere di Essere per giungere al riposo e trasformarsi. Quella Coscienza di Sé cessa il cammino delle trasformazioni: sarà sradicata. Diverso il discorso nei vangeli ufficiali. La pianta sarà sradicata perché si è fatta guidare da un cieco: non ha saputo riconoscere il vero maestro. Non ha saputo riconoscere il figlio del dio padrone. Ha seguito qualcuno che secondo il pazzo di Nazareth era un cieco e un cieco può solo portare chi lo segue ciecamente in una fossa. La pianta è stata piantata da un cieco, non da suo padre tramite lui. Lasciate che cadano nella fossa. Appare del tutto evidente come la salvezza è quella di seguire chi non è cieco: l'unico Maestro; l'unico Dottore. Il seguire sta per sottomettersi al figlio del dio padrone affinché il dio padrone non sradichi quella pianta. Ancora una volta gli evangelisti ufficiali hanno scopiazzato quanto scrivono da un testo precedente. Non avendo nessuna cognizione di causa relativa al Potere di Essere hanno preso quanto hanno trovato e lo hanno adattato al fine di sottomettere gli Esseri Umani ad una figura inventata. Sottomettere gli Esseri Umani per impossessarsene!

PARAGRAFO 42

Gesù disse: "Sarà dato a colui che già ha nella sua mano; e a colui che non ha sarà tolto anche quel poco che ha".

Cos'è che si dà a colui che già ha e cos'è che perde colui che ha poco? E' il Potere di Essere! La forza con la quale l'individuo determina sé stesso nell'oggettività in cui vive. Vivere nell'oggettività determinando sé stessi attraverso l'uso della propria volontà aumenta il proprio Potere di Essere. Il Potere di Essere di un Essere Umano aumenta a valanga (in proporzione algebrica). Più l'Essere Umano esercita la propria Volontà più trasforma le occasioni, i fini e i fare della propria esistenza come un'opportunità per accumulare Potere di Essere. Quando un individuo rinuncia all'uso delle proprie determinazioni e della propria volontà viene messo in ginocchio perdendo anche quella poca Energia Vitale che gli è rimasta. All'atto della morte del corpo fisico il corpo di energia vitale deve essere cresciuto al punto tale da poter prendere su di lui la propria Coscienza di Sé e continuare nella propria sequenza dei mutamenti. La forza che alimenta chi già ha nel Paganesimo di Roma antica si chiama Proserpina. Questa forza consapevole alimenta le trasformazione di ogni Essere della Natura alimentando soccorrendo chi ha forza sufficiente per mantenere, in qualsiasi forma, compatto il proprio corpo luminoso e assistendo con commiserazione alla sconfitta di chi ha attraversato l'esistenza disperdendo la propria occasione. Se il Potere di Essere non è cresciuto in quanto l'Essere Umano è stato costretto in ginocchio allora non avrà la forza di mantenere la compattazione e si dissolverà assieme al corpo fisico. Questo è togliere il poco che si ha. Arricchire significa arricchire il proprio Potere di Essere; perdere quel poco che si ha significa che quel poco non è sufficiente per proseguire nell'infinito dei mutamenti.

Dare a chi ha e togliere a chi non ha io l'ho trovato in due parti. In una all'interno della parabola del seminatore di Matteo: "Allora gli si avvicinarono i discepoli e gli domandarono: "Perché parli ad essi in parabole? " Egli rispose: "Perché a voi è dato conoscere i misteri del cieli, ma a loro non è stato concesso. Infatti, a chi ha sarà dato e sarà nell'abbondanza;, ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha. Per questo io parlo ad essi in parabole, perché vedendo non vedano e udendo non intendano né comprendano..." Il discorso in Luca è diverso, ma molto più accentuato nel seminare il terrore fra gli Esseri Umani. Luca non era in grado di seminare terrore armato, ma il suo pensiero era articolato per giustificare il terrore armato unico modo per imporre il pazzo di Nazareth di cui si riteneva custode del messaggio del dio suo padre. "Un uomo di nobile stirpe se ne andò in un paese lontano a prendere in suo possesso un regno e poi ritornare. Chiamò dieci dei suoi servi e diede loro dieci mine dicendo: "Mettetele a frutto fino al mio ritorno", ma i suoi concittadini lo odiavano ed inviarono dietro di lui un'ambasciata a dire "Non vogliamo che costui regni sopra di noi". Quando fu di ritorno, dopo aver preso possesso del regno, fece chiamare a sé quei servi ai quali aveva consegnato il denaro, per sapere quanto qualcuno lo aveva fatto fruttare. Si presentò il primo e gli disse: "Signore la tua mina ne ha fruttate dieci". Bene, servo buono, gli rispose, poiché sei stato fedele nel poco, prendi il governo di dieci città. Venne poi il secondo e disse: "La tua mina o signore, ne ha fruttate cinque". Tu pure, gli rispose, sii a capo di cinque città". "Venne un altro e disse: "Signore, ecco la tua mina che io ho custodita avvolta in un pezzo di panno. Ho avuto paura di te, che sei un uomo severo; tu cogli ciò che non hai piantato, e mieti ciò che non hai seminato." Ed egli a lui: Dalle tue parole ti giudico, servo iniquo! Tu sapevi che io sono un uomo severo, che colgo ciò che non ho piantato, e mieto ciò che non ho seminato! Perché, dunque, non hai messo il mio denaro in una banca? Al mio ritorno io lo avrei potuto esigere con interesse". Poi disse a quelli che erano presenti: "Riprendetegli la mina e datela a colui che ne ha dieci". Gli osservarono: "Signore, egli ha dieci mine". Io vi dico: a chi ha sarà dato, ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha. Intanto conducete qui i miei nemici, quelli che non volevano che io regnassi sopra di loro, e sgozzateli in mia presenza"". Per i vangeli ufficiali la ricchezza materiale è fondamentale rispetto alla ricchezza interiore dell'Essere Umano. L'Essere Umano non ha un tesoro dentro di sé che accumula giorno per giorno, ma vive uno stato di sottomissione che deve coltivare attimo per attimo affinché il padrone sia soddisfatto del suo comportamento. Deve anzi procurare ricchezza non per sé stesso, ma per il proprio padrone. Mentre in Matto la sottomissione produce un accumulo di Conoscenza che viene negata a tutti gli altri, in Luca l'accumulo di denaro produce un accumulo nei confronti del padrone. Quando non produce accumulo come scelta soggettiva del sottomesso c'è la punizione. Qualunque essa sia. In Matteo coloro che accumulano sono coloro che hanno scelto la sottomissione: "a voi è dato conoscere i misteri del cielo!". Gli altri faccio in modo che non capiscano; non comprendono. Cosa diversa da chi dice io dico quanto so poi è la sequenza delle tue scelte che attraverso la tua costruzione ti ha predisposto a comprendere o a non comprendere. Nel caso di Matteo la concessione è data da un agente esterno discriminante; nel caso di Tomaso il possesso è interno all'individuo "avere nella mano". Costruito dall'individuo per l'individuo!

PARAGRAFO 43

 

Gesù disse: "Siate transeunti!".

Si abbia sempre presente che la vita del corpo fisico è un passaggio. E' qualche cosa che passa. E' un'opportunità da cogliere. Quando quest'opportunità termina, finisce, non c'è una seconda opportunità. Si abbia sempre presente il fatto che la vita è provvisorie e pertanto non si possono perdere le occasioni attraverso le quali costruire il dopo. Prendete esempio dal Feto. Egli costruisce sé stesso in ogni attimo in quanto non può tralasciare l'attimo presente nell'attesa di un ipotetico successivo. Quanto state vivendo in questo momento è irripetibile. Sappiate che una volta passato questo attimo siete nell'attimo successivo ed avete perso l'occasione dell'attimo presente. Altre occasioni si presentano, ma avete perso la capacità di trasformare voi stessi attendendo qualche cosa che immaginate e che invece vi delude. Siate Transeunti! Vivete per sfida! Vivete costruendo voi stessi! Non c'è resurrezione! Non c'è paradiso o inferno! Non c'è reincarnazione o metempsicosi! Non c'è karma! C'è l'attimo presente nel quale costruite voi stessi! Quando questo è passato avrete perso o avrete sfruttato, comunque, un'occasione per distruggervi o costruirvi.

PARAGRAFO 44

I suoi discepoli gli domandarono: "Chi sei tu, che ci dici queste cose?". (Gesù rispose:) "Da ciò che vi dico non capite chi io sia, ma siete diventati come gli Ebrei. Essi amano l'albero, ma odiano il frutto, oppure amano il frutto e odiano l'albero".

Da ciò che dico capite cosa sono. Quello che dico e quello che faccio manifestano il mio essere. Il mio essere si manifesta attraverso la qualità delle relazioni che io costruisco col mondo. Le mie parole e le mie azioni dicono a voi ciò che io sono. Se io vi raccontassi chi sono in base ad una genealogia o ad un attestato di merito o appartenenza voi vi costruireste un'idea apriori dalla quale partire per giudicare le mie azioni e le mie affermazioni, ma se voi giudicate le parole e le azioni non è necessario che io vi indichi un'appartenenza in quanto cosa sono è manifesto nelle parole e nelle azioni. Non costruiamo degli inganni. Se l'albero produce dei frutti che ci sono utili deduciamo che l'albero è utile. Se deduciamo che un albero è utile lo apprezziamo anche quando non ha frutti. L'uno e l'altro sono in stretta correlazione. Dire che buoni i frutti e distruggere l'albero è fare come gli Ebrei i quali amano il macellaio di Sodoma e Gomorra nonostante questi bestemmi lo Spirito Santo. Oppure non sanno cogliere le relazioni fra le cause e gli effetti o distinguere gli effetti dalle cause che li producono. Così affermano di odiare i ladri e le azioni malvagie, ma amano mettere in ginocchio i bambini preparandoli a compiere quelle azioni malvagie. Così qualcuno parla contro lo spaccio dell'eroina e poi costruisce le comunità per il "recupero" dei tossicodipendenti alimentando e proteggendo lo spaccio dell'eroina che consente loro di costruire le comunità per il "recupero" dei tossicodipendenti. L'albero produce il frutto che genera l'albero ecc.. Le azioni rivelano ciò che una persona è e il suo intento nell'affrontare le contraddizioni della vita. L'affermazione di ciò che si è in quanto si occupa un ruolo e una funzione nella gerarchia sociale appartiene soltanto al Potere di Avere dove il ruolo o la funzione detenuta da una persona determina il suo essere. Nel Potere di Avere può parlare in un certo modo solo chi ha un diploma, chi è delegato o chi detiene una carica. Io sono un maestro (mi è stato dato un attestato) dunque possiedo il ruolo sociale per parlare in questo modo! Il mio modo di parlare non metterà mai in discussione il mio ruolo sociale o la struttura sociale che quel ruolo garantisce. Questo è Potere di Avere. Ciò che dico è importante perché io detengo il ruolo di maestro, al di là delle stronzate che dico, e voi dovete accettarle in quanto io sono delegato dal Sistema Sociale a detenere il ruolo del maestro. Io dico questa cosa perché questo devo o mi sento di dire. Se quanto dico ti può servire mi puoi, se vuoi, ritenermi un maestro solo e fintanto che quello che dico ti può servire. Questo è Potere di Essere! Dove la centralità non sta sul ruolo occupato da chi dice, ma da quanto viene detto. E' quanto viene detto che determina il ruolo, non il ruolo che qualifica quanto viene detto! Non fate come i cristiani che ascoltano le parole del prete in quanto prete e non ascoltano cosa viene detto! Gli effetti prodotti!

PARAGRAFO 45

Gesù disse: "A colui che bestemmia mio padre sarà perdonato, e a colui che bestemmia il Figlio sarà perdonato, ma a colui che bestemmierà lo Spirito Santo non sarà perdonato né in terra né in cielo".

E' un paragrafo che può indurre a fraintendimenti ed equivoci. La centralità che dobbiamo tener presente è la costruzione del corpo luminoso negli Esseri della Natura. Gli Esseri della Natura hanno l'opportunità di costruire il proprio corpo luminoso. La forza che determina quest'opportunità si chiama genericamente vita. Si può usare il termine di Spirito Santo, ma è sempre la stessa cosa all'interno del vangelo di Tomaso mentre diventa una cosa diversa nei vangeli ufficiali. Il padre che genera gli Esseri della Natura e li spinge a costruire il proprio corpo luminoso è Necessità e Intento. Il figlio è il prodotto di tutto questo. Il figlio è quell'Essere della Natura (nel nostro caso sia come soggetti che come oggettività in cui viviamo) che riesce a costruire il proprio corpo luminoso mantenendolo compatto all'atto della morte del corpo fisico. Saccheggiare Necessità e Intento non comporta nulla di negativo nella costruzione del proprio corpo luminoso. Al massimo degli adattamenti funzionali di chi si vede costretto ad adattarsi a situazioni diverse. Colpire o danneggiare chiunque sta costruendo il proprio corpo luminoso non è molto grave. Costoro sono in grado di costruire degli adattamenti molto veloci e funzionali. Impedire agli Esseri della Natura di costruire il loro corpo luminoso saccheggiando il mondo circostante o mettendo in ginocchio Esseri della propria specie è di una tale malvagità che non merita nessuna attenuante! Chi mette in ginocchio Esseri della propria specie impedendo loro di costruire il loro corpo luminoso ha già distrutto il proprio e nello stesso tempo non merita nessuna comprensione e nessuna attenuante per le sue azioni miserabili. La vita per gli Esseri della Natura è un'opportunità per diventare eterni. Chi mette in essere delle azioni attraverso le quali appropriarsi degli Esseri della Natura sottomettendoli e distruggendo il loro divenire nell'eternità dei mutamenti merita un disprezzo assoluto. Uccidere un Essere della Natura non arreca danno all'uccisore. Uccidere un Essere Umano che dà l'assalto al cielo della Conoscenza e della Consapevolezza per quanto sia un'azione malvagia non è autodistruttiva (purché nel farlo si dia a propria volta l'assalto al cielo della Conoscenza e della Consapevolezza). Mettere in ginocchio chi non si può difendere: quello è l'orrore. Costui merita disprezzo! Diverso è il discorso nei vangeli ufficiali. Nei vangeli cattolici lo spirito santo non sta ad indicare la vita e le sue determinazioni, ma la dipendenza dal dio padrone. La forza della dipendenza. Chi bestemmia la forza della dipendenza attraverso la ricerca di libertà non sarà perdonato! Nei vangeli ufficiali la frase non è scritta e lasciata all'interpretazione, ma viene inserita in un contesto preciso. Leggiamo il contesto in cui la inserisce Marco: "Poi ritornò a casa, e la folla si radunò di nuovo, di modo che non poterono neppure prendere cibo. I suoi, avendolo saputo, uscirono per impadronirsi di lui, poiché dicevano: "E' fuori di sé". E gli Scribi che erano venuti da Gerusalemme dicevano: "E' posseduto dal Beelzebub, e in virtù del principe dei demoni caccia i diavoli", ma Gesù chiamatili diceva loro in parabola: "Come può Satana cacciare Satana? Se un regno è diviso in sé stesso, questo regno non può reggersi. Se una casa è divisa in se stessa, questa casa non può sussistere. E se Satana si solleva contro se stesso e si divide, non può sussistere, ma sta per finire. Ora, nessuno può entrare in casa del forte a saccheggiargli le masserizie, se prima non lo incatena; allora si, potrà saccheggiare la sua casa. In verità vi dico che saranno rimessi ai figli degli uomini tutti i peccati e le bestemmie che avranno pronunciato;, ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo non riceverà perdono in eterno, essendo colpevole di eterno peccato". Qual è il concetto di Spirito Santo in Marco? E' il potere, la forza del suo Gesù nello scacciare i suoi avversari (satana è l'avversario o il nemico). Scopo del Gesù di Marco è minacciare quanto si oppone al suo dominio. Al suo potere di sottomissione. Al Gesù di Marco la vita non interessa in quanto tale, ma solo in quanto sua proprietà. Lo Spirito Santo è il potere che gli permette di controllare e sottomettere la vita ai suoi voleri. Chi bestemmia lo Spirito Santo per Marco è colui che contesta il suo diritto a sottomettere gli Esseri Umani scacciando i suoi nemici. I nemici di Marco sono la vita stessa. Il suo ergersi davanti all'Universo protagonista della propria dilatazione nell'universo. Il nemico di Marco è lo Spirito Santo di Tomaso: la vita in sé stessa. Dice il Gesù di Marco: come posso scacciare il mio avversario per mandato del mio avversario? Se ciò fosse il mio avversario è sconfitto da sé stesso. Dunque lo scaccio attraverso una forza e un mandato che non appartengono al mio avversario, ma al padrone davanti al quale metto in ginocchio gli Esseri Umani. Lo Spirito Santo di Marco è oggetto attraverso il quale il suo Gesù opera non è la personalità espressa in Tomaso che si manifesta in ogni esistente attraverso Necessità e Intento. Che lo Spirito Santo sia il potere della sottomissione è ribadito da quanto detto da Luca: "Dico quindi a voi che siete miei amici: non temete coloro che uccidono il corpo, e dopo ciò non possono far niente più. Vi mostrerò io chi dovete temere: temete colui il quale, dopo aver fatto morire, ha il potere di gettare nella Geenna. Sì, ve lo ripeto: questo dovete temere! Non si vendono cinque passeri per due soldi? Eppure nemmeno uno di essi è dimenticato al cospetto di Dio, ma anche i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non temete: voi valete ben più di molti passeri. "Vi dico pure: chiunque mi confesserà davanti agli uomini, anche il Figlio dell'uomo lo confesserà dinanzi agli Angeli di Dio;, ma colui che mi avrà rinnegato davanti agli uomini, sarà rinnegato dinanzi agli Angeli di Dio. Chiunque parlerà male del Figlio dell'uomo, gli sarà perdonato;, ma a chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo, non sarà perdonato. E quando vi condurranno davanti alle Sinagoghe, ai magistrati e alle autorità, non vi preoccupate del come vi difendete, o di che dovrete dire, perché lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento come bisognerà parlare". Anche Luca conferma l'essenza del concetto di Spirito Santo: la forza della sottomissione a dio. Il dio padrone sottomette, attraverso lo strumento dello Spirito Santo gli Esseri Umani al suo volere. Determina e discrimina fra gli Esseri Umani ciò che devono o non devono dire davanti al magistrato. E devono dire questa o quella cosa in quanto devono temere, essere terrorizzati, non da chi uccide la loro persona, ma dal volere del dio che dopo averli fatti uccidere (l'uccisione appare non come voluta dall'uomo, ma come determinazione del dio di cui un uomo è strumento) continua a torturarli in eterno nel fuoco della Geenna. Voi valete più dei passeri: dunque il dio vi punisce ben più dei passeri in quanto nessuno di voi sarà dimenticato. Altra minaccia. La sottomissione al dio padrone, agli evangelisti, alla chiesa cattolica è il messaggio dei vangeli ufficiali e della loro volontà di stuprare la vita. Gli Esseri Umani sono solo bestiame che deve essere acquistato o venduto a piacimento: come i passeri. Deve essere contato come le pecore al pascolo: anche i capelli sono numerati. E non hanno nessun diritto a sottrarsi alla sottomissione tentando di determinare sé stessi perché facendo questo bestemmiano lo Spirito Santo e sono minacciati dal terrore della condanna in eterno al fuoco della Geenna. Tomaso parla dello Spirito Santo come essenza della vita che si adatta e si esprime attraverso Necessità e Intento attraverso ogni Essere e ogni specie dell'esistente mentre nei vangeli ufficiali si parla di Spirito Santo come il potere del dio padrone per sottomettere gli Esseri Umani dove la bestemmia è la ricerca di libertà degli Esseri Umani dalla sottomissione del dio padrone e del pazzo che si spaccia per suo figlio rivendicando il diritto di possesso degli Esseri Umani!

Per attualizzare il messaggio di Tomaso oggi diremmo: "Chi droga sé stesso di eroina (al di là delle condanne giuridiche del paese) sarà perdonato!" In effetti costui si limita a distruggere sé stesso. "Chi spaccia eroina (al di là delle condanne giuridiche del paese) sarà perdonato!" In effetti costui si limita a soddisfare un bisogno che si esprime nel Sistema Sociale in cui spaccia. "Chi crea le condizioni della distruzione umana che costringe le persone a ricorrere all'eroina rapinate della capacità di costruire il loro futuro, non sarà perdonato né nello spazio né nel tempo e in qualsiasi luogo e in qualsiasi tempo sarà chiamato a risponderne (al di là delle condizioni giuridiche del paese)!" In effetti costui distrugge la vita!

PARAGRAFO 46

Gesù disse: "Non colgono l'uva dalle spine, né colgono spine dai rovi; giacché essi non danno frutto. Una persona buona trae il buono dal proprio tesoro; una persona cattiva, dal proprio tesoro cattivo, che è in cuor suo trae il male e dice (parole) cattive: giacché è dall'abbondanza del suo cuore che produce cose cattive".

Gli Esseri Umani si costruiscono attraverso le proprie scelte. Gli Esseri Umani accumulano nel loro cuore le trasformazioni indotte dalle loro scelte. Attraverso queste costruiscono il loro tesoro: il proprio Potere di Essere. Da quel Potere di Essere, quando scelgono, traggono la direzione nella quale scegliere. Chi ha sviluppato il proprio Potere di Essere compie delle scelte per continuare a sviluppare il proprio Potere di Essere. In questo modo chiunque è vicino a lui sarà aiutato da quelle scelte affinché possa continuare a sviluppare il proprio Potere di Essere. Chi, attraverso le proprie scelte ha costruito la propria vita sul Potere di Avere quando dovrà scegliere, da quanto ha accumulato, trarrà la direzione delle sue scelte. In quel momento chiunque è vicino a lui sarà danneggiato nella sua capacità di determinazione perché diventerà suo bottino e preda. Il cuore, in questo caso, sta a significare il luogo in cui il sentire si accumula. Il sentire è quanto viene prodotto e accumulato dalle scelte dell'individuo. Da quell'accumulo l'individuo pesca per costruire la relazione col mondo. Nei vangeli ufficiali non esiste un accumulo, un tesoro, da cui trarre. Esiste la sottomissione al dio padrone come valore assoluto: la distruzione di sé stessi come persone e l'esaltazione della sottomissione. Leggiamo da Matteo: "O voi ammettete che l'albero è buono e allora sarà buono anche il frutto, o ammettete che l'albero è cattivo e allora sarà cattivo anche il frutto, perché dal frutto si riconosce l'albero. Razza di vipere, come potete parlare bene voi, cattivi come siete? Poiché la bocca parla per sovrabondanza del cuore. "l'uomo dabbene, dal suo tesoro buono, cava cose buone; un malvagio da un tesoro cattivo cava fuori il male. Or vi dico che nel giorno del giudizio gli uomini renderanno conto di ogni parola vana che avranno proferita. Poiché sarai giustificato dalle tue parole e dalle tue parole sarai condannato." Attenzione alle parole. Il pazzo descritto da Matteo non conosce la costruzione dell'individuo. Non conosce cosa costruisce. Conosce l'individuo come elemento statico e le parole sono espressione di questa staticità. Cosa condanna l'uomo? Le parole: non le sue azioni! Le azioni costruiscono l'Essere Umano: le parole descrivono. La sottomissione non è azione è descrizione del proprio modo di rapportarsi. Il modo di rapportarsi determina il possesso. Il giudizio su cosa è cattivo o cosa è buono viene determinato dal figlio del dio padrone. Le persona che ha davanti parlano bene; dicono cose sagge! Questo fa arrabbiare il Gesù di Matteo che ritenendo quelle persone malvagie devono dire solo cose malvagie. Non devono dire cose sagge altrimenti come può lui colpevolizzarle? Come può condannarle attraverso le loro parole? Di questa aberrazione nel vangelo di Tomaso non ne troviamo traccia! Mentre in Tomaso quanto è detto è quanto un Essere Umano ha costruito (il proprio tesoro) in Matteo quanto viene detto è tratto dalla sovrabbondanza del cuore, ma il suo Gesù non comprende come coloro che ha davanti dicono parole e cose sagge mentre egli le ritiene malvagie. C'è una sola spiegazione: è il Gesù di Matteo ad essere malvagio. La sua malvagità consiste nel suo desiderio di appropriarsi degli individui. Di stuprarne il futuro mettendoli in ginocchio! Allora li accusa di malvagità; l'unico modo per occultarne la sua. E' come la chiesa cattolica che accuserà le donne che chiamerà streghe di essere malvagie mentre infila nelle loro parti intime i ferri roventi. Così è il Gesù di Matteo: malvagio e vigliacco! Se si ammette che l'albero è buono lo si desume dai frutti: dalle sue azioni. Sono i frutti di cui noi beneficiamo che ci dicono che l'albero è buono. Dopo che ci siamo beneficiati dei frutti o di quant'altro osserviamo l'utilità dell'albero e determiniamo che quell'albero, in qualunque stagione si trovi, è sempre un albero buono perché i frutti sono una costante dell'albero. Così gli Esseri Umani li possiamo qualificare come buoni o cattivi o con qualcun altro aggettivo partendo dalle loro azioni non da quanto dicono, ma Matteo ha sentito quell'insegnamento misterico, ma non lo ha compreso. Lo ha dovuto adattare alla sua immagine del dio padrone e della descrizione che ne dava del pazzo di suo figlio di cui egli si riteneva l'inviato. Se nella prima parte afferma la relazione fra albero e frutto; cioè fra Essere Umano e azione non essendo egli in grado di definire un'azione buona, in quanto le sue stesse azioni nel tentativo di appropriarsi degli individui sono malvagie, termina il suo scritto riferendosi alle parole. Dalle parole sarete giudicati. "Brutto figlio di vacca, pezzo di merda solo perché sei più forte mi infili i ferri roventi della tortura; mi riempi di botte; pretendi assoggettamento!" Queste parole dovrebbero condannarmi? Tu stupri la vita e la mia richiesta di libertà, la mia protesta, verrebbe condannata? La logica del Gesù di Matteo è la logica dei gestori dei campi di sterminio nazisti: non c'è differenza! La logica dei gestori dei campi di sterminio nazisti è la logica dettata dal Gesù di Matteo! Luca precisa il concetto del bene da trarre dal proprio cuore. Che cos'è il bene? Quando un uomo trae il bene e quando trae il male? Ecco cosa dice Luca: "Non c'è albero buono che dia frutti cattivi, né al contrario, albero cattivo che dia frutti buoni; difatti ogni albero si riconosce dai suoi frutti. Non si colgono fichi dalle spine, né si vendemmia uva dai pruni. L'uomo dabbene dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene, mentre il perverso trae il male dal suo fondo cattivo, poiché la sua bocca parla dalla sovrabbondanza del cuore. - "Perché mi chiamate: "Signore, Signore!" e poi non fate quello che vi dico? Ognuno che viene a me, ascolta le mie parole e le mette in pratica, io vi mostrerò a chi somiglia: somiglia ad un uomo che per fabbricare una casa scavò molto profondo e pose le fondamenta sopra la roccia. Venuta una inondazione, la fiumana investì quella casa, ma non la poté smuovere, perché era ben costruita. Colui, invece, che ascolta e non pratica, è simile ad un uomo che ha costruito una casa sulla terra, senza fondamenta. La fiumana la investì ed essa subito cadde, e la rovina di quella casa fu grande". Che cos'è il tesoro buono? E' l'obbedienza al dio padrone. Il dio padrone determina cosa c'è di buono dentro il cuore di un Essere Umano: la sua sottomissione. L'adesione al suo ordine. Il suo ordine è falso; il suo ordine porta alla rovina gli Esseri Umani? Gli Esseri Umani devono obbedire. La minaccia anche in Luca è manifesta: arriva la fiumana e ti spazza via, ma la vita appartiene all'Essere Umano e non al padrone pazzo che dice o fai quello che voglio io o ti ammazzo. La vita deve essere determinata dal soggetto non dal padrone. Se il soggetto pretende di determinare la propria esistenza ecco subito l'arrivo del dio padrone e delle sue minacce: arriva la fiumana e spazza via quanto hai costruito. Il terrore seminato da Luca e Matteo è il terrore finalizzato alla sottomissione. E' il terrore volto a strappare le determinazioni e la volontà degli Esseri Umani. E' il terrore che impedisce loro di prendersi nelle proprie mani la costruzione del loro tesoro. Senza questo non si comprende l'orrore che la chiesa cattolica ha seminato nel corso della sua storia. Le affermazioni fatte da Tomaso appartengono ad una costruzione diametralmente opposta alla direzione in cui portano i vangeli ufficiali: la direzione della Stregoneria Pagana!

PARAGRAFO 47

Gesù disse: "Da Adamo a Giovanni Battista nessun nato da donna fu più grande di Giovanni Battista, sì che (davanti a lui) egli debba abbassare gli occhi. Tuttavia vi dissi: tra di voi chiunque sarà piccolo conoscerà il Regno e sarà più grande di Giovanni".

Il nocciolo su cui si articola il paragrafo sta nel "nato da donna". Secondo Tomaso nessun nato da donna da Adamo a Battista fu più grande di quest'ultimo. Chi può essere più grande di un "nato da donna", chiunque egli sia? Chi non è nato da donna, ma è nato da un Essere Umano. Chi nasce da donna è un Essere della Natura il quale, per le sue azioni, può essere considerato più o meno grande. Un Essere Umano adulto (come ogni altro Essere della Natura) produce il proprio corpo luminoso e lo sviluppo di questo qualifica la sua grandezza nell'esistenza come Essere della Natura. Dove la grandezza non è determinata dal ruolo sociale che ricopre, ma dallo sviluppo della sua Volontà, dalle sue Determinazioni, dallo sviluppo del suo Potere di Essere. La piccolezza che Tomaso indica come esempio non sta nel ruolo sociale o nell'uso della volontà degli Esseri Umani, ma nell'atteggiamento defilato che gli Esseri Umani hanno mentre costruiscono il loro corpo luminoso nei confronti dei richiami del Potere di Avere. La grandezza nei confronti della vita sta nelle azioni attraverso le quali si costruisce il proprio corpo luminoso, nell'esercizio delle proprie determinazioni, nella costruzione di sé stessi nell'infinito dei mutamenti.

PARAGRAFO 48

 

Gesù disse: "Non è possibile che un uomo cavalchi due cavalli e tiri due archi; e non è possibile che un servo serva a due padroni: onorerà uno e disprezzerà l'altro. Nessuno beve vino vecchio e desidera poi subito vino nuovo; né mettono vino vecchio in un otre nuovo, per tema che guasti; non cuciono una pezza vecchia su un vestito nuovo, per tema che ne risulti uno strappo".

Non è possibile praticare il Potere di Avere e il Potere di Essere. Le due cose sono antitetiche. Si può articolare la vita con l'uno o con l'altro; a volte si possono fare delle mediazioni, ma queste sono sempre pericolose. Come cucire un pezzo di stoffa vecchia su un abito nuovo oppure mettere del vino nuovo in otri vecchi. Si pratica un sistema di vita in quanto viene fatto proprio e si disprezza l'altro in quanto imposto da condizioni esterne. Il Potere di Essere e il Potere di Avere non hanno mediazioni. L'uno si oppone all'altro; uno è negazione dell'altro! La ragione di chi vive praticando il Potere di Avere non riesce nemmeno ad immaginare gli elementi e le espressioni concernenti il Potere di Essere. La ragione di chi vive praticando il Potere di Essere guarda sgomenta, incapace di descrivere inquadrando nella sua logica, chi pratica il Potere di Avere. Questa relazione è chiara nelle "incomprensioni" fra il popolo degli uomini e i bianchi conquistatori. Non c'è in realtà nulla da comprendere, ma tutto è azione anche quando quest'azione è solo distruzione! Il loro modo di porsi davanti alla terra era opposto. Il popolo degli uomini apparteneva alla terra di cui erano parte; i bianchi volevano appropriarsi della terra per sottomettere altri Esseri Umani. C'erano dei bianchi che sviluppavano sentimenti di amicizia e comprendevano la tragedia che il popolo degli uomini stava vivendo e l'unica cosa che sapevano proporre era quella di invitare il popolo degli uomini a diventare bianchi come loro: praticare il Potere di Avere accettandone l'aspetto più miserabile. Questi bianchi odiavano tanto profondamente gli aspetti del Potere di Essere che leggevano nel popolo degli uomini da doverlo distruggere attraverso proposte di comprensione che facevano al popolo degli uomini sorretti dall'incapacità soggettiva del Potere di Essere a sottrarsi dall'orrore delle armi cristiane. Non si può cavalcare due cavalli o tirare con due archi! Questa parte nei vangeli ufficiali viene trattata, come al solito, per costruire sottomissione. In Matteo troviamo qualche cosa di simile nella parte finale del suo padre nostro. Quell'orrore al quale si sono costretti milioni di bambini a ripetere all'infinito costruendo ossessioni e fobie. Dice Matteo: "Nessuno può servire a due padroni: perché, o disprezzerà l'uno e amerà l'altro, o sarà affezionato ad uno e trascurerà l'altro. Non potete servire a dio e alle ricchezze. Perciò vi dico: non siate solleciti per la vita vostra, di quel che mangerete, né per il vostro corpo, di che vi vestirete. La vita non vale più del cibo, e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, non mietono, non raccolgono in granai, e il vostro Padre celeste li nutre. Or non valete voi più di loro? E chi di voi, per quanto si preoccupi, può aggiungere alla durata della sua vita un solo cubito? E perché darsi tanta pena per il vestito? Guardate come crescono i gigli del campo: non lavorano, né filano, eppure vi assicuro che nemmeno Salomone, in tutta la sua gloria, non fu mai vestito come uno di essi. Or, se Dio veste così l'erba del campo, che oggi è e domani vien gettata nel forno, quanto più vestirà voi, gente di poca fede? Non vogliate, dunque, angustiarvi dicendo: "Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Di che ci vestiremo?" di tutte queste cose, infatti si danno premura i PAGANI; or il Padre vostro celeste sa che avete bisogno di tutto questo. Cercate prima di tutto il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date per giunta. Non vogliate, dunque, mettervi in pena per il domani, poiché il domani avrà cura di se stesso: a ciascun giorno basta il suo affanno". Matteo ha sentore dell'insegnamento misterico, ma non ne comprende il significato! cosa si oppone all'asservimento al suo dio padrone? Quale altro padrone può asservire gli Esseri Umani? Cosa impedisce agli Esseri Umani di asservirsi al suo dio padrone? Certamente la voglia di denaro: la ricchezza! A Matteo sfugge l'intero insegnamento misterico in quanto egli non concepisce gli Esseri Umani come Esseri che alimentano il dio che cresce dentro di loro, ma li concepisce soltanto come bestiame sottomesso. Popolo bue! La dualità fra Potere di Essere e Potere di Avere per lui è completamente sconosciuta. Pertanto si inventa la cupidigia! Come se la brama di possesso e di ricchezze non avesse caratterizzato tutto il comportamento della chiesa cattolica nel corso dei secoli. Con la sola differenza che per la chiesa cattolica la ricchezza doveva essere illimitata per garantirsi il possesso e lo stupro degli Esseri Umani mentre per l'Essere Umano la ricchezza consiste soltanto nel garantirsi il necessario per non vivere nell'indigenza e non essere costretto a mendicare l'indispensabile. Di cosa deve privare la chiesa cattolica l'Essere Umano? Del vestito, del cibo e delle bevande! L'insegnamento di Matteo deve garantire alla chiesa cattolica individui assolutamente immiseriti pronti a consegnare i propri figli allo stupro per un bicchiere d'acqua o un tozzo di pane. Perché il disprezzo per i Pagani? Loro costruiscono il futuro. Loro arano, mietono, riempiono i granai in modo che nessuno debba soffrire la fame. I cristiani si servono di schiavi per fare questo e anziché ringraziali per il loro lavoro ringraziano dio per lo stupro degli Esseri Umani che garantisce loro il cibo e la ricchezza tolta a chi non si può difendere. Mentre in Tomaso l'insegnamento invita a non mescolare valori diversi e ad affermare sé stessi in Matteo si invitano gli Esseri Umani alla miseria in quanto il suo dio provvede loro. Tomaso dice: fatevi un vestito nuovo, oppure sul vestito nuovo attaccate una pezza nuova altrimenti può risultarne uno strappo. Matteo dice invece: non fate niente. Affidatevi a dio. Così i cristiani attraverseranno la storia rubando il pane dalle mani di chi non è in grado di difendersi. Attraverseranno la storia a costruendo la miseria dei popoli affinché supplichino il loro dio perché provveda loro. Se nel vangelo di Tomaso si rende fondamentale la contrapposizione fra Potere di Essere e Potere di Avere nel vangelo di Matteo la contrapposizione è fra chi è sottomesso a dio e chi è sottomesso alle ricchezze. Dove per ricchezza non si intende la ricchezza che porta a possedere gli Esseri Umani, ma l'abbondanza che allontana dalla carestia. Pertanto in Matteo si ha l'opposto che in Tomaso in quanto la sua contrapposizione è fra chi si abbandona al volere del dio che dovrebbe provvedere e chi agisce per costruire il futuro. Fra chi si sottomette rinunciando alla cultura e al lavoro per costruire il futuro. Comportatevi come gli uccelli che non seminano, non mietono e non raccolgono in granai. Rinunciate a determinare la vostra vita così sarete bestiame posseduto dal dio padrone: questo è il messaggio di Matteo! Proprio attraverso questo messaggio la chiesa cattolica ha distrutto tutte le culture che non era in grado di dominare. Quale perversione nel Gesù di Matteo!

PARAGRAFO 49

Gesù disse: "Se, in questa stessa casa, due fanno pace l'uno con l'altro diranno ad un monte: "Allontanati!". E si allontanerà".

Quando si risolve una contraddizione che aveva attanagliato la nostra attenzione si dispone di una grande quantità di Energia Vitale che prima era impegnata a risolvere la contraddizione stessa. Quando le parti che si confrontano all'interno della contraddizione la risolvono concentrando la loro Energia Vitale su un soggetto diverso questo sarà avvolto, annichilito, allontanato per la scarica di Energia Vitale che ne riceverà. La montagna, in questo caso, rappresenta la condizione che opprime. Dove l'oppressore può agire nella misura in cui i soggetti oppressi sono in contrapposizione fra loro. Fintanto che sono in contrapposizione fra loro la contraddizione che opprime non può essere rimossa. Quando gli oppressi risolvono le loro contrapposizioni (fanno "pace") possono unire le loro forze per allontanare l'oppressore. Questo è il senso di quanto espresso in questo paragrafo che si ricollega al paragrafo 106. Distinguere, nell'azione, il principale dal secondario; risolvere il secondario per agire sul principale. Due sono i paragrafi con cui vogliamo mettere in evidenza i significati e entrambi li troviamo in Matteo. Nell'episodio dell'Epilettico Guarito a proposito della cacciata dei demoni: "Perché noi non l'abbiamo potuto scacciare?". Gesù rispose: "Per la poca fede. In verità, infatti, vi dico: se avrete fede quanto un granello di senape, direte a questo monte : "spostati più in là", esso si sposterà; e niente vi sarà impossibile, ma questa razza di demoni non si scaccia se non con la preghiera e con il digiuno": e ancora più avanti a proposito del Fico Maledetto: "Come mai questo fico si è seccato all'istante?" Gesù rispose loro dicendo: "In verità vi dico: se avete fede e non esiterete, farete non solo come è stato fatto a questo fico, ma quand'anche diciate a questo monte: "Levati di lì e gettati in mare", sarà fatto. Tutto ciò che chiederete con fede nella preghiera, l'otterrete". L'elemento in comune è "allontanati monte". Cosa allontana il monte? cosa permette all'individuo di allontanare il monte? L'unità, in Tommaso è la forza che allontana il monte. Il monte è la cosa impossibile; è la cosa più difficile da affrontare; è l'azione impossibile da affrontare. Cosa permette agli individui di mettere in essere un'azione o una forza per conseguire un risultato impossibile? In Matteo ha un fine e in Tomaso ne ha un altro. L'uno e l'altro portano a spostare le montagne. Cosa produce la forza attraverso la quale spostare le montagne? L'analisi delle diverse affermazioni deve tener presente il diverso elemento indicato da Matteo e Tomaso che forma la forza per spostare le montagne, la qualità delle montagne e la finalità per cui si spostano le montagne! In Matteo le forza per spostare le montagne si produce attraverso la sottomissione fideistica al dio padrone. La sottomissione attraverso la preghiera porta ad ottenere la forza per spostare le montagne, ma le montagne in Matteo non sono montagne allegoriche, sono montagne materiali. Non in quanto montagne, ma nella loro rappresentazione materiale. La montagna del primo passo preso in esame consiste nella scacciata di un demone. Scacciare il dio che cresce dentro agli Esseri Umani è un atto materiale ed è un'operazione difficile nella misura in cui l'individuo che costruisce il dio che cresce dentro di lui è cosciente del proprio divenire nell'eternità dei mutamenti. Nel secondo passo preso in esame la montagna è rappresentata dal fico. La distruzione del fico è la grande opera ottenuta mediante la fede. In Matteo la fede opera nella materialità quotidiana. E' uno strumento di intervento nel quotidiano e aiuta a modificare il quotidiano in favore di chi esprime la propria fede. La fede è un atto di magia "bovara" con la quale ottenere dei vantaggi e dei poteri nel quotidiano. Non può esistere in Matteo una modificazione soggettiva dell'Essere Umano in quanto essendo questo creato ad immagine e somiglianza di un dio pazzo è immodificabile. Dove può agire la magia di Matteo? Nella modificazione immediata e repentina dell'oggettività in cui vive per adattarla ai propri bisogni e alle proprie necessità. Davanti a cotanto potere gli Esseri Umani devono soggiacere perché sono come montagne che qualora non soggiacciono gli si ordina di gettarsi a mare. In Tomaso gli Esseri Umani non sono sottoposti a condizioni. Non si sottomettono a qualcuno. Il passo è impersonale proprio perché è riscontrato nel comportamento di ogni Essere Umano. Quando una contraddizione si risolve la soluzione della contraddizione apporta una tale forza ai soggetti che vi hanno partecipato da renderli capaci di imprese ritenute impossibili: il loro divenire nell'eternità dei mutamenti. La soluzione delle contraddizioni comporta una costruzione dell'individuo che ci permette di modificare noi stessi rendendoci capaci di imprese impossibili: allontanare le montagne allegoriche che ci impediscono il divenire nell'eternità dei mutamenti! Il fine del vangelo di Tomaso Didimo è la costruzione degli individui, il fine del vangelo di Matteo è il possesso degli individui!

PARAGRAFO 50

Gesù disse: "Beati i solitari e gli eletti, poiché troverete il Regno; voi, infatti, da esso venite e a esso nuovamente ritornerete".

Chi sono i solitari o gli eletti? Sono i cacciatori di Conoscenza, di Sapere e di Consapevolezza all'interno di un Potere di Avere che li vorrebbe in ginocchio mentre distrugge la loro Energia Vitale. I solitari sono coloro che alzatisi dalla posizione in ginocchio davanti al mondo affermano: "Io esisto!". Da quel momento iniziano un cammino attraverso il quale costruiscono il loro Potere di Essere diventando eterni mutamento dopo mutamento. Gli eletti sono coloro che per una qualche causa sia genetica, educazionale o per una propria sensibilità percepiscono i richiamo del mondo circostante e a quel richiamo rispondono soggettivando l'oggettività in cui vivono. Questi due tipi di Esseri Umani che si possono definire solitari o eletti in qualunque situazione oggettiva si trovano ad esistere riusciranno sempre a sviluppare il proprio corpo luminoso partendo dalla situazione in cui vivono. Gli Esseri Umani nascono volontà, ma solo i solitari e gli eletti all'interno di un dominio feroce della coercizione cristiana e cattolica in generale ritornano volontà agendo per formare il proprio corpo luminoso. Chiunque si adegua alle aspettative del Potere di Avere nasce volontà e finisce per vivere distruggendo sé stesso. Costui non troverà il regno! Verrà forse un giorno in cui non saranno più solo i solitari o gli eletti a costruire loro stessi nell'infinito dei mutamenti, ma sarà l'intera Specie Umana. Quel giorno sarà quando il Condizionamento Educazionale del Potere di Avere che nei paesi occidentali viene identificato con le pratiche cristiane verrà sostituito progressivamente con elementi del Potere di Essere. Quando il domino coercitivo dei cattolici sui bambini verrà meno ed essi da bestiame del gregge diventeranno soggetto di diritto costituzionale!

PARAGRAFO 51

Gesù disse: "Se vi domandano: "Donde venite?". Rispondete loro: "Siamo venuti alla luce, dal luogo ove la luce nacque da se stessa; si eresse e si manifestò nella loro immagine". Se vi domandano: "Chi siete voi?". Rispondete: "Noi siamo suoi figli, noi siamo gli eletti del Padre vivo". Se vi domandano: "Qual è il segno di vostro Padre in voi?". Rispondete: "E' il movimento e il riposo".

Se vi domandano da dove venite, non costruite delle cretinerie del tipo: ci ha creati un dio pazzo! Dite ciò che è. Dite che voi giungete dalla luce, dal luogo in cui la luce nacque da sé stessa. E' il caos primordiale la sequenza dei mutamenti. Ogni esistente è frutto dei suoi adattamenti. Da quella luce si generano le Coscienze che si manifestano ognuna nella loro immagine. Dal Caos primordiale la cui nascita fece sparire il buio e riempire l'abisso viene ogni Essere della Natura. Proprio perché è generato non ci può essere sottomissione. La sostanza è struttura della Coscienza e della Consapevolezza di ogni Essere esistente. La sua volontà e i suoi adattamenti determinano le diversità dei percorsi. Alla seconda domanda: "Chi siete voi?" la risposta è: "Noi siamo i suoi figli!". Noi siamo coloro che alimentano la scintilla divina, la luce da cui proveniamo facendoci dei, prendendo nelle nostre mani il nostro divenire. Dunque noi siamo gli eletti di Necessità e Intento in quanto alimentiamo la Consapevolezza attraverso il nostro fare costruendoci nell'eternità dei mutamenti (eletti dal padre vivo). Perché padre vivo? Perché Necessità e Intento spingono continuamente gli Esseri di ogni specie a nascere e ad arricchire il proprio Potere di Essere costruendosi mutamento dopo mutamento. Sono forze attive che forniscono opportunità di eternità ad ogni Essere Vivente. L'ultima frase è quella che individua Necessità e Intento come il padre vivente. "Qual è il segno del padre vivo in voi?" "E' il movimento e il riposo!". Dove il movimento è dato da Necessità che si trasforma in bisogno dato il farsi Fato della Coscienza che si separa dalla non Coscienza e il riposo è l'azione di Intento quando il movimento per varie circostanze forma la concentrazione di Energia Vitale Cosciente di sé. Il riposo è l'attimo in cui la Coscienza inizia un nuovo percorso. Dal riposo nasce il movimento; il movimento riprende in altra direzione dopo il riposo. La Coscienza, attraverso l'esercizio della propria volontà, accumula quantità! L'accumulo di quantità produce il riposo che è il salto di qualità dal quale riprende il movimento di accumulo di quantità per produrre un nuovo salto di qualità. Il movimento d'accumulo di quantità per fare un salto di qualità: questo è il padre vivo. Nei viventi della Natura si rintraccia la manifestazione nella misura in cui esercitano la loro volontà e le loro determinazioni.

PARAGRAFO 52

 

I suoi discepoli gli domandarono: "in che giorno arriverà il riposo dei morti, e in che giorno arriverà il nuovo mondo?". Egli rispose: "Quel (riposo) che aspettate è venuto, ma voi non lo avete riconosciuto".

In che giorno ci sarà il salto qualitativo dell'esistenza? La domanda parte dalla concezione del Potere di Avere per finire con una risposta del Potere di Essere. La domanda è doppia. La prima parte parla del riposo dei morti, la seconda parte dell'avvento del nuovo mondo. Perché è una domanda che appartiene al Potere di Avere? Perché i morti sono morti e non c'è possibilità di ritorno. Quando parla dei morti Tomaso non si limita a parlare della morte del corpo fisico, ma parla della morte definitiva della Coscienza. Chiedere quando quanto non esiste avrà riposo è assurdo se non nelle rappresentazioni attendistiche e illusorie di un Potere di Avere che avendo distrutto le determinazioni degli individui promette loro resurrezione, reincarnazione, linea karmica, paradiso o qualcos'altro. Non ci può essere riposo dei morti perché i morti non esistono. La seconda parte della domanda dice: " ..in che giorno verrà il mondo nuovo?" E' il mondo nuovo che va dall'individuo non l'individuo che trasformandosi giunge al mondo nuovo. La domanda è incentrata su aspettative costruite nel Potere di Avere. La risposta appartiene al Potere di Essere. Le risposte che cercate per giungere al riposo (vostro, dei vivi) le avete avute, ma voi non siete stati in grado di riconoscerle e farle vostre. Non siete stati in grado di afferrare il vostro centimetro cubo di opportunità direbbe Castaneda. Pertanto siete voi che dovete esercitare la vostra volontà e le vostre determinazioni per giungere a quello. Non attendete che quello venga da voi. Da voi non arriverà mai qualche cosa dalle nuvole con grande potenza. Dovete essere voi a riconoscere quanto avete attorno e imparare a farlo vostro.

"Per trovare uomini di stile e d'ingegno

volgiti a guardare il nostro tempo."

PARAGRAFO 53

I suoi discepoli gli domandarono: "in che giorno arriverà il riposo dei morti, e in che giorno arriverà il nuovo mondo?". Egli rispose: "Quel (riposo) che aspettate è venuto, ma voi non lo avete riconosciuto".

Questo paragrafo chiarisce come Tomaso si pone davanti alla vita. Questo paragrafo discrimina Tomaso da tutti gli evangelisti ufficiali tanto esaltati dai cristiani nella loro applicazione dell'orrore. Nei vangeli ufficiali il Gesù descritto è figlio del dio padrone di cui l'evangelista descrive le gesta e le prodezze e pretende che l'auditorio si metta in ginocchio. Tomaso Didimo parla di un profeta, o di un Essere Umano analogo ad un profeta, che sta costruendo il proprio corpo luminoso (vivente). Tutti i profeti di Israele parlano di te. La risposta è importante nell'aspetto in cui tutti i profeti parlavano, ma non costruivano il corpo luminoso dentro di loro e dunque hanno disperso sé stessi (compreso il Giovanni Battista) morendo (mettendo fine alla loro sequenza dei mutamenti). Parlando dei profeti avete parlato soltanto dei morti. La distinzione fra il non essere morto e l'essere morto dipende da come l'Essere Umano ha sviluppato Necessità e Intento dentro di lui.

PARAGRAFO 54

I suoi discepoli gli domandarono: "La circoncisione giova oppure no?". Egli rispose loro: "Se giovasse, il loro padre li genererebbe circoncisi dalla madre loro, ma la vera circoncisione nello Spirito ha trovato piena utilità".

Giova la circoncisione? "Se giovasse il loro padre li genererebbe circoncisi dalla madre loro". Questo passo ci dimostra una certa consapevolezza in Tomaso dei processi di adattamento degli Esseri Umani. Dal momento che alle giraffe serviva un collo lungo, i loro padri le hanno generate dalle loro madri col collo lungo. Se l'evoluzione umana avesse trovato e tratto dei vantaggi funzionali dalla telecinesi questa sarebbe diventata una caratteristica normale degli Esseri Umani. La soggettività (o casualità) sperimenta, la Natura premia! Ogni caratteristica fisica è determinata dai padri dei padri e (possiamo dirlo oggi scientificamente, lo dicevano gli antichi Stregoni) dalle madri delle madri (ma limitiamoci ai concetti comuni dell'epoca). Il fatto stesso di affermare che una caratteristica fisica anziché prodotta dell'intervento del dio sia prodotta dal padre che genera è un abbozzo di evoluzionismo con almeno millesettecento anni di anticipo. Dal momento che questo tipo di concetti sembrano non appartenere all'uso comune ci troviamo davanti ad uno Stregone dalla forza non indifferente. La circoncisione è un atto di pulizia e di igiene, ma la pulizia e l'igiene dello spirito ha trovato grande utilità. La circoncisione dello spirito è l'Impeccabilità con cui l'Essere Umano affronta il mondo e questa è utile per costruire il proprio corpo luminoso.

PARAGRAFO 55

Gesù disse: "Beati i poveri, poiché vostro è il regno dei cieli".

A prima vista sembra un'esaltazione della povertà in quanto quelle condizioni garantiscono l'accesso al regno. Il termine povero indica il non possesso come può indicare chi non è posseduto e nello stesso tempo non possiede o, ancora, chi non fa del possesso per il possesso il fine del suo esistere. Il termine povero sta ad indicare una condizione sociale che porta al possesso del regno dei cieli. Non possedendo Esseri Umani né essendo oggetto di possesso si è nelle migliori condizioni per accedere al regno. Un po' come la frase fondamentale introduttiva del Libro dell'Anticristo! La frase comunque si presta ad interpretazioni ambigue. Rimane la certezza che chi vive praticando il Potere di Avere, cioè possedendo individui, non può costruire il dio che cresce dentro di lui; chi non coltiva il Potere di Avere possedendo individui che agiscono ed operano per lui è necessariamente povero. In compenso è sgombro da "preoccupazioni del possesso e dell'alimentazione del possesso" e può praticare quanto deve (la trasformazione di sé stesso) per costruire il dio che cresce dentro di lui. La frase in sé stessa mantiene tutta la sua ambiguità. Il Potere di Avere trasformerebbe tutti in miserabili promettendo che avrebbe dato loro, alla morte del corpo fisico (cioè quando si sarebbero tolti dalle palle), il regno. Nei vangeli ufficiali l'uso del termine povero non è inteso soltanto come povertà fisica, ma in modo particolare indica la povertà culturale e psicologica. Viene legato all'impossibilità dell'individuo ad uscire dalla propria condizione di povertà e di miseria. Nel Discorso della montagna di Matteo leggiamo: "Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli! Beati quelli che piangono perché saranno consolati; Beati i miti, perché erediteranno la terra! Beati quelli che hanno fame e sete di giustizia, perché saranno saziati!" Appare evidente come la miseria non sia mezzo o condizione nella quale l'individuo agisce, ma sia la condizione oggettiva per ottenere il premio promesso. Se la condizione di povero, attraverso una serie di decisioni soggettive, porta alla costruzione di sé stessi (ed è discutibile se quella condizione sia la migliore per giungere a ciò) sia nella costruzione dell'uscita dalla povertà (intesa come indigenza) sia come mancanza di alcune condizioni (assenza di possesso di altri individui) non è comunque oggetto di esaltazione particolare. In altre parole Tomaso non chiede ad una persona di diventare povero (inteso come indigente) per poter accedere al regno dei cieli. Cosa diversa in Matteo. La condizione di povero viene esaltata fino alle estreme conseguenze. Viene esaltata fino a portare l'individuo a piangere per la disperazione di non essere in grado di affrontare la propria esistenza. In Matteo la condizione di povero è una condizione premiale per l'accesso al regno dei cieli. Perché questa differenza? Mentre Tomaso sta costruendo una via alla Conoscenza e alla Consapevolezza partendo dalle condizioni del suo tempo e deve inserire questa via in tutte le condizioni che sono presenti, in Matteo l'intento è quello di impossessarsi degli individui. Matteo deve costruire un gruppo di persone che vengono premiate per essere parte del gruppo di persone. L'appartenenza al gruppo costruisce i meriti per l'accesso al regno dei cieli. Nel Sistema Sociale in cui vive Matteo quali sono le persone e il loro stato sociale interessate a partecipare al suo gruppo? Se presentasse una posizione filosofica sarebbe dibattuta da filosofi. Se presentasse una posizione militare sarebbe dibattuta da militari, ma lui presenta una promozione della miseria e un'esaltazione del suo stato; del suo modo di essere. Questa può essere interessante soltanto per chi vive nella miseria e non è in grado di individuare i mezzi per uscire dalla miseria stessa (e Matteo si guarda bene dal fornirglieli). Proprio perché non è in grado di modificare il suo stato di miseria o non gli si presentano situazioni per farlo finisce per esaltare il proprio stato santificandolo e considerandolo assoluto e meritorio. Questa assolutezza è la condizione premiale per Matteo. La sottomissione alla miseria in quanto tale è la condizione per accedere al regno. Questo è il motivo per cui i cattolici esaltano la povertà negli altri costringendoli a subirla e utilizzandola nel Sistema Sociale per riprodurla. Della miseria i cattolici ne fanno un fine per i miserevoli ed un mezzo per alimentarla all'interno del Sistema Sociale di cui si ergono a padroni. Della miseria i cattolici imbandiscono la tavola per il loro dio di morte affinché si sfami delle sofferenze del genere umano!

PARAGRAFO 56

Gesù disse: "Colui che non odierà suo padre e sua madre, non potrà divenire mio discepolo. (Colui che non ) odierà i suoi fratelli e le sue sorelle, e (non) porterà la sua croce con me, non sarà degno di me".

Colui che non si emanciperà da chi lo ha generato non può diventare suo discepolo. Chiunque non troncherà ogni legame di dipendenza non può essere nelle condizioni di sviluppare il proprio Potere di Essere. L'uso del termine odio è fatto per indicare non solo l'acquisizione di autonomia del figlio dai genitori, ma una volontà e determinazione soggettiva attraverso la quale farlo. Chi percorre una via alla Conoscenza e alla Consapevolezza deve sempre essere indipendente da ogni legame che non ha scelto. Chi è chiuso in legami che è stato costretto a subire e che ne condizionano le scelte non sarà mai in grado di percorrere una via alla Conoscenza e alla Consapevolezza in quanto le scelte che effettuerà, lungo quella via, saranno condizionate dai legami che gli sono stati imposti. Troncare i legami imposti è il primo momento attraverso il quale aprire la porta per seguire una via alla Conoscenza e alla Consapevolezza. Non è detto che i legami debbano essere troncati in maniera violenta. Può essere che alcuni tipi di legami non siano tali da condizionare il divenire dell'individuo. In ogni caso ogni forma di dipendenza deve essere troncata. Vedi a questo proposito il Crogiolo del Male. Essere degno di me significa saper usare quanto ti dico per costruire te stesso. Chi ha legami e dipendenze non può costruire sé stesso se non soddisfacendo i desideri del legame o della dipendenza imposta. Non può usare a piacimento quanto incontra perché è condizionato da dipendenze dalle quali non è stato in grado di affrancarsi. Nel Potere di Essere sono i genitori al servizio del figlio; non sono i figli al servizio dei genitori. Nel Potere di Essere i genitori costruiscono loro stessi e la descrizione della loro costruzione è la base dalla quale il figlio spicca il volo nell'infinito. Il fine del lavoro dei genitori nel Potere di Essere è quello dell'emancipazione del figlio per poter continuare a costruire sé stessi. Nel Potere di Avere il fine dell'educazione è il condizionamento del bambino al fine di costruire la sua dipendenza. Il figlio diventa una specie di bastone della vecchiaia dei genitori. Se il figlio vuole costruire sé stesso deve rompere questo legame. Non è un caso che nei vangeli ufficiali troviamo la porcheria del "Figliol prodigo" in Luca dove il padre ammazza il vitello grasso dando una festa per celebrare la sua vittoria sul bisogno di libertà e autodeterminazione del figlio. Volevi essere libero e fare quello che volevi ed ora torni come un accattone, ma io ti frego definitivamente. Faccio una grande festa per celebrare il tuo ritorno, in realtà festeggio la mia vittoria nella costruzione della tua dipendenza alla quale hai voluto sottrarti. Per questo motivo è necessario odio per troncare le relazioni di dipendenza specialmente quando queste sono rafforzate da meccanismi di ricatto emozionale. Detto questo leggiamo cosa dicono i vangeli ufficiali. Due passi di Tomaso, in questo paragrafo appaiono centrali: la relazione con i parenti e il portare la croce. Le due cose sono elementi centrali nel discorso sullo sviluppo del dio che cresce dentro l'Essere Umano, ma vengono stravolti dai vangeli ufficiali il cui scopo è la costruzione di un gruppo separato dall'insieme del Sistema Sociale col proposito di piegare l'intero sistema sociale ai propri voleri. Leggiamo cosa dice Matteo nella sua Istruzione agli Apostoli: "Non crediate che io sia venuto a portare le pace sulla terra. Non sono venuto a portare la pace, ma la spada. Perché sono venuto a dividere il figlio dal padre, la figlia dalla madre, la nuora dalla suocera; e i nemici dell'uomo saranno i suoi stessi familiari. Chi ama il padre e la madre più di me, non è degno di me. E chi non prende la sua croce e mi segue, non è degno di me. Chi tiene conto della sua vita, la perderà, e chi avrà perduto la sua vita per amor mio, la ritroverà." Ancora sempre in Matteo a proposito dei parenti di Gesù: "Mentre si rivolgeva ancora alla folla la madre e i suoi fratelli erano fuori e cercavano di parlargli. E uno gli disse: "Ecco, tua madre e i tuoi fratelli sono là fuori e desiderano parlarti", ma egli, rispondendo a chi gli aveva parlato, disse: "Chi è mia madre, e chi sono i miei fratelli?". Poi, stendendo la mano verso i suoi discepoli, disse: "Ecco mia madre e i miei fratelli. Perché chi fa la volontà del padre mio che è nei cieli, egli è mio fratello e mia sorella e mia madre". E cosa dice Marco a proposito di prendere la croce: "E chiamata la folla insieme coni suoi discepoli, disse loro: "Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi sé stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà salvare l'anima sua, la perderà; e chi perderà l'anima sua per me e per il vangelo, la salverà. Che giova, infatti all'uomo guadagnare il mondo intero, se perderà l'anima sua? E che darà l'uomo in cambio della sua anima? Se uno si vergognerà di me e delle mie parole (c'erano buoni motivi per vergognarsi del vangelo di Marco!) tra questa generazione infedele e perversa, anche il figlio dell'uomo si vergognerà di lui, quando verrà nella gloria del Padre suo con angeli santi." Nei vangeli ufficiali non è la famiglia dei ruoli che viene messa in discussione, ma è l'adesione dell'individuo alla parola del pazzo di Nazareth a determinare il ruolo all'interno della nuova setta che si stava costruendo. Il cattolicesimo pretende la rottura dei rapporti e delle relazioni degli individui all'interno di ogni ambito culturale per usarli all'interno del proprio e in funzione della distruzione dell'ambito culturale dal quale sono stati prelevati. La distruzione delle relazioni familiari in Matteo è funzionale all'appropriazione degli individui. Dove la rottura delle relazioni parentali è funzionale alla costruzione delle relazioni all'interno della setta che sta costruendo. Le relazioni non devono essere troncate in quanto queste sono d'ostacolo allo sviluppo dell'individuo, ma, per Matteo devono essere troncate in quanto l'individuo deve essere appropriato ed usato nella nuova struttura. L'Essere Umano non segue un percorso di costruzione, ma deve annullarsi nel Gesù amandolo più di ogni altra cosa. L'odio per il padre e la madre non è stroncatura di relazione, ma è per sottomettersi a Gesù. Lo stesso discorso vale per la croce. Se il termine croce in Tomaso può essere interpretato come "tu porta la tua croce come la sto portando io; tu affronta e costruisci la tua vita come la sto costruendo io!" In Matteo e in Marco il portare la croce (la sua croce in Marco) è adesione al volere del Gesù che non solo dà l'indicazione, ma minaccia. Se non fai quello che voglio io che io sono il figlio del dio padrone te la faccio pagare quando ritorno col mio esercito di Angeli. La croce, inoltre, non sono le trasformazioni dell'individuo mentre tenta di dilatare sé stesso "Chi vorrà salvare l'anima sua!", ma è il percorso della distruzione soggettiva attraverso l'annullamento della soggettività individuale perdendosi "perdere l'anima per me e per il vangelo!" in funzione di un'estraneità alla propria esistenza. Appare piuttosto evidente la preoccupazione di questi evangelisti di porre le basi ideologiche per poter appropriarsi degli individui maledicendo tutti coloro che tentano di costruire loro stessi. Ricordiamo sempre che quando si incontra il termine croce che sta ad indicare la sofferenza siamo dopo l'arrivo dei Romani nella cultura in cui è stato scritto il vangelo. La pena di morte mediante la crocifissione era la pena inflitta per gli schiavi ribelli e stava a simboleggiare sia la sofferenza della sottomissione (accettazione della croce come piace agli evangelisti ufficiali) sia il duro commino per l'uscita dalla sottomissione che veniva punito mediante la crocifissione.

PARAGRAFO 57

Gesù disse: "Colui che ha conosciuto il mondo, ha trovato (soltanto) un cadavere; e colui che ha trovato un cadavere è superiore al mondo".

Chi è diventato parte del mondo (conosce il mondo), soggettivandone la descrizione, ha fatto di sé un cadavere. Chi ha percepito la possibilità di diventare un cadavere è superiore al mondo. Il mondo in Stregoneria è descrizione. Quando si parla del mondo o di questo mondo si parla della descrizione del mondo. La percezione del mondo in Tomaso viene indicato come il regno. Il mondo è inteso come ragione; come descrizione! Il mondo inteso come Potere di Avere. Trovare in questo giustificazione e motivo della propria esistenza comporta la costruzione della distruzione di sé stessi. La distruzione di sé stessi è il ridursi ad un cadavere facendo coincidere la morte del corpo fisico con la morte del corpo luminoso. Trovare nel corso della propria vita la possibilità che questo si verifichi significa non trovare il fine della propria esistenza nella ragione, nella descrizione né nel Potere di Avere. Implica scelte che comunque alimentano il corpo luminoso che cresce dentro l'individuo. Trovare il cadavere significa trovare la propria Consapevolezza e questo ci rende superiori al mondo e alla descrizione fenomenologica di esso. Per questo passo ho trovato una similitudine in Luca nel suo "Come seguire Gesù": "Mentr'erano in cammino un tale gli disse: "Io ti seguirò ovunque tu vada", ma Gesù gli rispose: "Le volpi hanno delle tane e gli uccelli del cielo hanno dei nidi, ma il figlio dell'uomo non ha dove posare il capo". Disse poi ad un altro: "Seguimi!". Costui rispose: "Signore permettimi di andare prima a seppellire mio padre". Gesù gli disse: "Lascia che i morti seppelliscano i loro morti: tu va a predicare il regno di dio". Un altro disse: "Signore, io ti seguirò, ma permettimi prima di andare ad accomiatarmi da quelli di casa mia". Gesù gli rispose: "Chiunque mette mano all'aratro e si volta indietro, non è adatto per il regno di dio.". Non è molto pertinente come accostamento, ma è importante per comprendere la relazione fra il concetto di cadavere e il fare dell'individuo. Mentre in Tomaso la conoscenza del mondo attraverso la fusione fra soggettività ed elencazione della ragione porta alla distruzione dell'individuo riducendolo a cadavere in Luca il cadavere è colui che non segue immediatamente il suo vangelo. In Tomaso la trasformazione dell'individuo si realizza attraverso il riconoscere la caducità dell'esistenza. Riconoscere la temporaneità dell'esistenza fisica permette di non fermare la propria attenzione su sé stessi in quanto cadaveri futuri, ma sviluppare la propria attenzione per costruire il proprio corpo luminoso. Questo non esiste in Luca che lega tutto il fare che conduce al regno dei cieli alla sottomissione assoluta e acritica al suo dio. Così il pazzo di Nazareth può dire a qualcuno di venir meno a ogni relazione sociale in quanto il suo esistere e la sua persona (in quanto figlio del dio pazzo) ha priorità su ogni bisogno soggettivo. La presenza dell'uomo dio padrone impone la rinuncia ai bisogni e ai doveri dell'individuo. Dove i bisogni e i doveri non sono rappresentati da chissà quali perversioni, ma sono le normali relazioni sociali che vengono messe in discussione perché queste relazioni appartengono al singolo individuo e spostano la sua attenzione dall'assoggettamento assoluto, totale e immediato al dio padrone. Scopo del vangelo di Luca è negare valore ad ogni soggettività individuale per trasformare l'individuo in bestiame da macello.

PARAGRAFO 58

Gesù disse: "Il Regno del Padre è simile ad un uomo che aveva una buona semente. Di notte venne il suo nemico e seminò zizzania sopra alla buona semente. L'uomo non permise loro di sradicare la zizzania. Disse loro: "Affinché non andiate a estirpare la zizzania (e) sradicare con essa anche il grano. Nel giorno della mietitura, le zizzanie appariranno, saranno estirpate e bruciate"".

L'azione che costruisce il Potere di Essere non può essere applicata partendo da elementi costruiti aprioristicamente, ma deve seguire la logica degli eventi. L'azione che costruisce il Potere di Essere deve fondersi e inserirsi in tutte le azioni di tutti gli Esseri che ci circondano che come noi (o noi come loro) devono costruire il loro Potere di Essere. Il nemico è tale nel momento in cui non alimenta il proprio Potere di Essere, ma agisce per danneggiare il Potere di Essere di ogni individuo per poterlo sottomettere e appropriarsene. Per far questo, chi pratica il Potere di Avere, deve distruggere il fare attraverso il quale il Potere di Essere tende ad alimentarsi. Deve inquinare quel fare affinché chi lo pratica lo ritenga inutile, argini la propria azione danneggiando il proprio sviluppo. Chi costruisce il proprio Potere di Essere non è dipendente da nessuno, non deve rendere conto a nessuno. Chi costruisce il proprio Potere di Essere è un costruttore e come tale può seminare il grano perché il fine della sua azione è quella di costruire delle condizioni favorevoli nelle quali poter costruire il proprio Potere di Essere. Il nemico avrebbe potuto, a sua volta, seminare grano. Non lo ha fatto in quanto il suo fine non è quello di costruirsi, ma quello di appropriarsi di chi sta costruendo sé stesso seminando grano. E' il seminatore l'obiettivo del nemico attraverso il danneggiamento del seminato. Il nemico deve appropriarsi del seminatore, per far questo deve danneggiare il seminato: il suo progetto di costruire sé stesso nell'infinito dei mutamenti. Come deve agire il seminatore per non mettersi nelle condizioni di essere sottomesso? Deve ignorare l'azione del nemico; impedire alla propria attenzione di fissarsi sopra e continuare a coltivare il proprio progetto. Non farsi coinvolgere dalla calunnia o dalla necessità di chiarire subito qualunque cosa. Quando il progetto si svilupperà disquisirà fra oggetto reale del suo intento e l'azione del calunniatore. Il Potere di Essere è azione di costruzione. Il Potere di Essere è sviluppo di progetti soggettivi attraverso i quali costruire la vita. Lasciate che il progetto maturi; imparate la pazienza e la costanza nell'Intento; lasciate che la calunnia scorra. Quando il progetto andrà in maturazione sarà il naturale sviluppo degli eventi che distinguerà il grano dalla zizzania. La visione statica appartiene comunque alla visione dell'epoca. Appartiene alla visione in cui un Paganesimo quando veniva inquinato da elementi della pulsione di morte trovava dentro di sé la forza per impedire alla pulsione di morte di distruggere il sentire Pagano. Comunque ci sarebbe stata semenza. Comunque il seminato avrebbe riprodotto sé stesso. Non era ancora giunto il momento in cui la pulsione di morte avrebbe impedito alla semente di ricostruire sé stessa. Questo succede dopo. Succede proprio per la sconfitta della via alla Stregoneria di Tomaso. La sconfitta è il soffocamento della pulsione di vita da parte della pulsione di morte. La pulsione di morte, seminata all'interno del sentire Pagano, lo costringe ad adattamenti continui al fine di ricostruire il divenire degli Esseri Umani nonostante i danni che la pulsione di morte semina nel divenire umano. In ogni caso, sempre, il sentire Pagano riesce a riequilibrare il lavoro distruttivo della pulsione di morte. Tomaso rappresenta una delle ultime sfide. Il sentire Pagano non è più patrimonio dei popoli e delle genti, ma è patrimonio di congreghe di Esseri Umani che cercano di ricostruire la loro via in contrapposizione ad una pulsione di morte che sta distruggendo il divenire umano. Ed ecco il senso dell'immagine in Matteo: "Propose loro una seconda parabola dicendo: "Il regno dei cieli è simile ad un uomo che seminò buon seme nel suo campo. Però, mentre gli uomini dormivano, venne il suo nemico e seminò del loglio in mezzo al grano e se ne andò. Quando l'erba germogliò e poi granì, apparve anche il loglio. I servi del padrone di casa andarono a dirgli: "Signore, non hai seminato buon seme nel tuo campo? Come dunque c'è il loglio?". Egli rispose loro: "Qualche nemico ha fatto questo". Allora i servi gli dissero: "Vuoi che andiamo a coglierlo?" Egli rispose: "No, per timore che, cogliendo il loglio, sbarbiate insieme con quello anche il grano. Lasciate che l'uno e l'altro crescano fino alla mietitura; al tempo della messe dirò ai mietitori: raccogliete prima il loglio e legatelo in fasci, per bruciarlo; il grano, invece, ammassatelo nel mio granaio"". Sia in Tomaso che in Matteo il campo appare come la loro via alla conoscenza. Il campo di grano rappresenta ciò che è giusto e ciò che è ingiusto viene seminato e imposto. Sé stessi come buono; il male come determinato dal nemico. Sta agli Esseri Umani decidere che cosa sia il grano e che cosa sia la zizzania. Quale identificazione assumere a seconda delle identificazioni soggettive. Se il bene è la rappresentazione del normale sviluppo della vita degli Esseri senza intoppi, il male sono gli intoppi che vengono messi da chi vuole sottomettere gli Esseri Umani: impedire loro il raggiungimento della loro libertà soggettiva. Innocenzo III°, che conosceva molto bene il significato del vangelo di Matteo, ordinò ai suoi eserciti, quando gli dissero che con i Catari potevano morire anche cattolici: "Ammazzateli tutti! Dio poi sceglierà i suoi!" Riflettere che cos'è il bene dell'Essere Umano e che cosa sia il male in funzione del suo intento e delle sue trasformazioni permette una corretta interpretazione!

PARAGRAFO 59

Gesù disse: "Beato l'uomo che ha sofferto. Egli ha trovato la vita".

La frase è: beato colui che ha sofferto. Soffrire come passato e uscire dalla sofferenza come trovare la vita. Che cos'è la sofferenza per chi pratica il Potere di Essere? E' la fatica che l'Essere Umano compie per rimuovere gli ostacoli della costruzione di sé stesso. La fatica di rimuoverli assistendo, spesso impotente, all'attività del Potere di Avere mentre alimenta gli ostacoli allo sviluppo di chi pratica Potere di Essere. Nel Potere di Essere la sofferenza non è data dalla sfida che chi pratica il Potere di Essere affronta per costruire la vita, ma dall'inutilità che la sfida comporta quando chi vive sfidato dal Potere di Essere è chi ha distrutto sé stesso nel tentativo di appropriarsi della vita. Nel Potere di Avere la sofferenza è data dal non possedere individui o dal guinzaglio troppo corto tenuto dal proprio padrone. Chi pratica il Potere di Avere attraverso la sottomissione è sofferente in quanto vorrebbe dimostrare al proprio padrone che in fondo non è necessaria tutta quella ferocia. In fondo i suoi schiavi lo amano: perché dunque non allenta il suo guinzaglio? Ecco quegli schiavi lottare affinché costui allunghi il guinzaglio. Che gioia: finalmente il padrone si fida di loro. Si fida della loro sottomissione. Ora possono continuare ad amare il proprio padrone sottomettendo al suo volere anche i loro figli. Ora possono alzare ostacoli e insultare chi, senza guinzaglio, dà l'assalto al cielo della Conoscenza e della Consapevolezza. Per l'amore che provano per il padrone che li possiede possono costruire sofferenza a chiunque costruisce il proprio Potere di Essere senza per questo voler essere il loro padrone. In mezzo a costoro chiunque costruisce il proprio Potere di Essere lo fa fra immani sofferenza (proprie). Quanto più facile e gioiosa sarebbe la via se anche gli altri Esseri Umani costruissero il loro Potere di Essere anziché disquisire sulla lunghezza del guinzaglio. Chi costruendo il proprio Potere di Essere riesce a superare la sofferenza costruisce il suo corpo luminoso. Costoro hanno trovato la vita.

PARAGRAFO 60

Gesù disse: "Mentre vivete contemplate il Vivente; affinché non moriate e cercate di contemplarlo, e non possiate (più) vederlo".

Mentre avete la possibilità di costruire il vostro corpo luminoso alimentatevi da quello o da quelli che lo stanno facendo. Esiste un momento in cui sarà troppo tardi. Fintanto che il vostro corpo luminoso non è distrutto dall'assoggettamento avete ancora tempo per imparare a prendere nelle vostre mani il vostro divenire. Dopo è troppo tardi. C'è un momento in cui le persone che hanno rinunciato alla loro vita sono cadaveri che camminano. In quel momento costoro cercheranno di imitare chi costruisce sé stesso, ma non saranno più in grado di farlo. Distruggere la costruzione del proprio corpo luminoso implica distruggere la capacità di guardare il mondo distinguendo quanto appartiene al Potere di Essere da quanto appartiene al Potere di Avere. Le due cose per lui sono uguali! Quello che non comprende è sicuramente falso, sicuramente ingannatore, sicuramente non esiste. E mentre con questo affronta la realtà riempie le sue incongruenze attraverso le quali descrive il mondo con parti di fantasia quali il paradiso, dio creatore, reincarnazione, karma ecc.. Usate gli Esseri Umani che danno l'assalto al cielo della Conoscenza come gradini di una scala attraverso la quale dare l'assalto al cielo della Conoscenza a vostra volta. Quando si rinuncia a farlo si costruisce un percorso di rinuncia e quando si percorre questo sentiero non è più possibile tornare indietro. Quando si percepisce la nostalgia per non aver dato l'assalto al cielo dopo è troppo tardi; non è più possibile farlo!

Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

Piaz.le Parmesan, 8

30175 Marghera - Venezia

tel.041933185

E-mail claudiosimeoni@libero.it

 

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