Scienza e religione
Evoluzione e divinità delle
specie
Le prove scientifiche e la
riflessione religiosa
Noi
non abbiamo idea degli effetti e dei meccanismi per i quali gli Esseri della
Natura dirigono la volontà all’interno di sé stessi, concentrandola sul proprio
organismo, per adattarsi alle condizioni
oggettive sfavorevoli.
La
scienza parla quasi sempre di “reazione di riflesso”, ma solo perché l’analisi
scientifica è esterna a quell’abitare il mondo in cui
il soggetto, analizzato, manifesta la sua volontà adattando sé stesso alle
condizioni esterne.
Si
tratta della differenza che esiste fra il Potere di Essere e il Potere di
Avere. Dove il Potere di Essere altro non è che la capacità del soggetto di
manifestare sé stesso nell’oggettività adattandosi alle variabili che
dall’oggettività lo costringono a modificarsi. A prendere delle decisioni. Noi
siamo abituati a considerare la volontà di possesso. Quell’atto
di violenza con cui dei soggetti si impongono su altri ed obbligano altri a
fare quello che loro vogliono. E’ un esempio preso dalla violenza del dio della
bibbia e tanto decantata. Poi, quando scopriamo che una rana cambia il proprio
sesso per adattarsi a situazioni particolari, allora ci stupiamo. Dimentichiamo
che la volontà della rana è una volontà di adattamento soggettivo alle
variabili oggettive e non la violenza con cui si costringono le variabili
oggettive a conformarsi al desiderio soggettivo.
In
questo articolo, pubblicato da La Repubblica, Piergiorgio Odifreddi,
parla di un esperimento sui batteri durato venti anni e che ha dimostrato
alcuni principi fondamentali di evoluzione come adattamento all’ambiente.
Ciò
che manca, in questo articolo e che la scienza non è in grado di valutare, è la
volontà soggettiva dei batteri, la loro necessità di sopravvivenza e di
trasformazione in un ambiente ostile: la ricerca di felicità là dove l’ambiente crea dolore.
I
batteri dimostrano la loro realtà divina. Al punto tale da poter modificarsi
per divenire nonostante venga sistematicamente modificato l’ambiente in cui
vivono.
Mentre
lo sperimentatore è convinto che i soggetti, i batteri, vivano la manipolazione
dell’ambiente in maniera passiva, la vita non è mai passiva e sa dirigere la
volontà di adattamento al variare dei fenomeni che la stimolano.
Si
sta parlando di batteri, non di organismi complessi. Che cosa sono i corpi se
non strutture di batteri? Strutture mitocondriali? Batteri
che hanno costruito corpi e strategie per la costruzione di corpi nella loro
continua ricerca di felicità?
All' insegna del motto «il
presente è la chiave del passato», chiaramente espresso nel sottotitolo «Un
tentativo di spiegare gli antichi cambiamenti della superficie terrestre
partendo dalle cause attualmente operanti», i Princìpi
di geologia di Charles Lyell
introdussero nel 1830 una nuova concezione della natura: il fatto, cioè, che i
fenomeni geologici globali sono il risultato di una lenta accumulazione di
piccoli effetti locali su enormi scale temporali. Il giovane Charles Darwin lesse il libro due anni dopo, durante il suo
viaggio sul Beagle, e dichiarò in seguito che «il più
grande merito dei Princìpi è stato di aver
rivoluzionato l' intero modo di pensare». Egli adattò nel 1859 la teoria di Lyell a L' origine delle specie, ma il fatto che i fenomeni
evolutivi sono il risultato di una lenta accumulazione di piccole mutazioni
locali su enormi scale temporali finì per essergli ritorto contro, storpiato
come affermazione della non verificabilità sperimentale dell' intera teoria
dell' evoluzione per selezione naturale.
Ironicamente, sono stati i fondamentalisti cristiani ad adottare questa critica: come
se le storie della Bibbia fossero invece verificabili sperimentalmente, e la
stessa espressione «tempi biblici» non derivasse comunque proprio da esse!
Recentemente, l' argomento è stato sposato addirittura da papa Benedetto XVI,
che negli atti della conferenza su Creazione ed evoluzione (Edizioni Dehoniane, 2007) dice testualmente: «la teoria dell'
evoluzione in gran parte non è dimostrabile sperimentalmente in modo tanto
facile perché non possiamo introdurre in laboratorio 10.000 generazioni».
Queste parole sono state pronunciate il pomeriggio del 1 settembre 2006 a Castelgandolfo, dopo che quella stessa mattina e nello
stesso luogo il papa aveva udito Peter Schuster, presidente dell' Accademia delle Scienze
austriaca, riportare invece nella sua conferenza: «Richard
Lenski dell' Università del Michigan a East Lansing nell' anno 1988 ha
iniziato un esperimento che continua anche oggi con batteri del tipo Escherichia coli, che egli lascia evolvere in condizioni
costanti. A tutt' oggi ha isolato e analizzato circa
40.000 generazioni». Naturalmente, non c' è peggior sordo di chi non vuol
sentire.
Ma per chi vuole invece
prestare attenzione, la ricerca in questione rappresenta una spettacolare
confutazione della non dimostrabilità sperimentale del darwinismo, come dice
già il suo stesso nome: Long-term evolution
experiment, «Esperimento di lunga durata sull' evoluzione».
Esso è iniziato il 15 febbraio 1988 con dodici ceppi di Escherichia
coli, tutti derivati da uno stesso batterio iniziale e mantenuti in incubazione
a 37 gradi in dodici provette: ogni mattina si aggiunge in ciascuna un po' di
glucosio (25 milligrammi per litro), che viene consumato entro il pomeriggio.
Il giorno dopo si estrae da ciascuna provetta una stessa quantità di ciascun
ceppo, la si rimette in un' altra provetta con un po' di glucosio, e così via.
Ogni 75 giorni, pari a 500 generazioni di riproduzione (asessuata), si congela
una parte di ciascun ceppo per creare una specie di «testimonianza fossile»
dell' intero esperimento: diversamente dai fossili, però, queste testimonianze
possono non solo essere studiate, ma anche scongelate per far ripartire l'
esperimento da un certo punto, o per mescolare vecchie generazioni con altre
più giovani e osservare come esse interagiscono e quale risulti essere meglio
adattata.
Per vent'
anni e nel corso di 45.000 generazioni, raggiunte nel 2008, si sono costantemente
monitorati e registrati i dati relativi ai cambiamenti indotti nei batteri da
modifiche dell' ambiente in cui essi sono mantenuti, al loro comportamento
sociale, alla loro resistenza ai parassiti e agli antibiotici, alla velocità di
comparsa delle mutazioni e alla loro interazione reciproca. A causa delle
piccole dimensioni del genoma del batterio e del gran
numero di generazioni succedutesi, si è calcolato che ormai ogni possibile
mutazione individuale dev' essersi manifestata più
volte. Alcune di queste mutazioni sono ad alta probabilità, visto che hanno
prodotto gli stessi effetti in tutti i dodici ceppi: ad esempio, un aumento di
volume delle cellule e una diminuzione della densità di popolazione. Altre sono
a probabilità intermedia, visto che hanno prodotto gli stessi effetti in alcuni
ceppi, ma non in tutti: ad esempio, in quattro si sono sviluppati difetti nella
capacità di riparazione del Dna.
La cosa più interessante che
è accaduta ha a che fare col fatto che, durante il trasferimento giornaliero di
un ceppo da una provetta all' altra, questo può essere contaminato da batteri
in grado di nutrirsi del citrato che fa parte della soluzione nella quale
vengono mantenuti gli Escherichia coli (il cosiddetto
brodo minimale di Davis, che è comunemente usato per
studiarne i mutanti e contiene il minimo dei nutrienti necessari per la loro
sopravvivenza e autoriproduzione). Poiché gli Escherichia coli non sono invece in grado di nutrirsi
direttamente del citrato, i batteri invasori prendono il sopravvento su di essi
e l' effetto è visibile anche a occhio nudo, in quanto la soluzione della
provetta diventa opaca. Se questo accade Lenski butta
via il ceppo contaminato e riparte dalla precedente generazione, scongelandone
una parte. Ma una volta, nel giorno della 33.127 generazione, si accorse che il
liquido nella provetta era diventato opaco senza essere contaminato: il ceppo
degli Escherichia coli aveva sviluppato da solo la
capacità di nutrirsi del citrato! Scongelando le generazioni precedenti ed
esaminandole, Lenski si accorse che fino alla 31.000
non c' erano mutanti in grado di digerire il citrato, alla 31.500 ne erano
apparsi il cinque per mille, alla 32.500 costituivano quasi il venti per cento,
alla 33.000 erano praticamente scomparsi, ma alla 33.127 essi erano
improvvisamente diventati dominanti e avevano appunto reso opaco il liquido
nella provetta. Esaminando varie generazioni congelate degli altri ceppi, Lenski non vi ha mai trovato batteri in grado di mangiare
il citrato: a differenza di altre mutazioni, che tendono a ripetersi più o meno
uniformemente nei vari ceppi, siamo dunque di fronte a un evento di probabilità
molto bassa (che esperimenti successivi hanno calcolato essere dell' ordine di
uno su mille miliardi). Inoltre l' andamento delle percentuali nelle varie
generazioni mostra che quella mutazione non è sufficiente, da sola, a rendere i
batteri in grado di mangiare il citrato più adatti alla sopravvivenza nella
lotta per vita, di quelli in grado di mangiare il glucosio: i batteri della generazione
33.127 dovevano dunque aver subìto qualche ulteriore
mutazione, e come tali erano il risultato di un evento a bassissima
probabilità. Ora, questo è precisamente il genere di cose che i detrattori
dell' evoluzionismo sostengono non possano accadere in natura senza l'
intervento divino!
Puntualmente, tre giorni dopo
che i risultati dell' esperimento erano stati pubblicati da Lenski
e due suoi collaboratori il 10 giugno 2008 nei Proceedings
dell' Accademia Nazionale delle Scienze statunitense, il sito Conservapedia (un nome, un programma) ha pubblicato un
attacco alla loro ricerca, in cui si intimava a Lenski
di rendere pubblici i protocolli e i dati dell' esperimento, e di specificare
come questi supportassero le conclusioni annunciate. Lenski
ha dapprima risposto cortesemente, invitando i critici a leggere l' articolo
originale e consultare il sito dell' esperimento, invece di limitarsi a citare
un articolo di giornale che riportava la notizia di seconda mano.
Ma quando il sito ha
insistito imperterrito, egli ha smascherato la pretesa dei fondamentalisti
religiosi di pretendere che ogni qualvolta i dati scientifici supportano
conclusioni contrarie alle loro prevenzioni, allora si deve per forza essere di
fronte a un errore o una frode. Come ogni scienziato che si rispetti, Lenski è pronto a fornire a ogni altro scienziato che si
rispetti non solo esemplari dei batteri originari che si nutrono di glucosio,
ma anche di quelli mutati che si nutrono di citrato. Ai fondamentalisti,
invece, consiglia di accontentarsi del miliardo di Escherichia
coli che ciascuno di essi ha nel proprio intestino: oltre al fatto che bisogna
lavarsi bene le mani dopo essere andati in bagno, questo significa anche che al
mondo ci sono miliardi di miliardi di Escherichia
coli, ciascuno dei quali si riproduce più volte al giorno. E poiché all'
incirca una volta su un miliardo si verifica una mutazione, più o meno tutte le
possibili mutazioni avvengono ogni giorno, comprese quelle estremamente
improbabili.
- PIERGIORGIO ODIFREDDI
Riconoscere
agli Esseri Batteri che hanno una volontà di adattamento significa riconoscere
loro la capacità di mettere in atto strategie di sopravvivenza dato il variare
delle condizioni oggettive. Ma, quando le condizioni oggettive sono delle
costanti, avviene comunque che una mutazione favorevole si imponga?
Che
cos’è la ricerca di felicità del battere?
Se
condizioni sfavorevoli impongono un processo adattativo
messo in atto dai soggetti che quelle condizioni vivono, significa che il
meccanismo adattativo è in potenza nel soggetto e
viene attivato da fenomeni esterni.
Il
meccanismo adattativo, proprio per essere comunque
presente: può mettersi in moto anche senza essere attivato da sollecitazioni
esterne? E le sollecitazioni esterne agiscono sul meccanismo o agiscono sulla
volontà del soggetto di far scattare quei meccanismi? Quell’animale
che trattiene il parto per far nascere il figlio solo nelle condizioni
oggettive favorevoli, fa un atto di volontà soggettiva o sono le condizioni
sfavorevoli che fanno scattare quel meccanismo? In altre parole, i fenomeni del
mondo che sollecitano le risposte dei soggetti, agiscono su soggetti muti che
rispondono di riflesso o agiscono sulla volontà del soggetto che mette in atto
quelle azioni?
La
differenza fra religioni monoteiste, cristianesimo in particolare, e religione
Pagana Politeista, in fondo, è tutta qui.
Guardare
agli Esseri che riconosciamo come tali, come Esseri Intelligenti di cui
osserviamo le azioni quali fenomeni, implica, a nostra volta, usare l’intelligenza
per manifestare la nostra intenzionalità all’interno di un mondo che sappiamo
comprenderci. Un mondo nel quale noi, come singoli individui e come specie,
siamo germinati e divenuti. Siamo germinati e divenuti in un mondo che è
germinato e divenuto a sua volta. Intelligenza immersa in un universo di
intelligenze. Volontà immersa in un insieme di volontà. Percezione soggettiva
dello spazio immerso in un numero infinito di percezioni dello spazio.
Percezione soggettiva del tempo inserita in un numero infinito di percezioni
soggettive del tempo. Veicolazione soggettiva degli
intenti, dei bisogni e dei desideri soggettivi, all’interno di un infinito
numero di veicolazioni soggettive degli intenti, dei
bisogni e dei desideri soggettivi.
Come
Pagani Politeisti siamo consapevoli di vivere in un immenso che sollecita le
nostre risposte nei modi più disparati.
Per
questo come Pagani Politeisti onoriamo Zeus che combattendo la Titanomachia ha disciplinato, limitato e circoscritto, l’azione
delle forze dell’immenso universo sugli Esseri della Natura. E lo onoriamo
quando usiamo le forze titaniche che abbiamo dentro di noi per dare l’assalto
al cielo della vita. E onoriamo Zeus padre quando il Tifone che abbiamo dentro
di noi scuote le colonne del cielo permettendo alla percezione delle emozioni
degli infiniti Soggetti del mondo, gli infiniti Dèi, di fondere con noi le
emozioni per camminare e progettare assieme un tempo infinito di
trasformazioni.
Marghera, 07 novembre 2008
Non aspettatevi dal Libro
dell’Anticristo un’opera letteraria, un disegno, un ricamo. Il cambiamento del
modo di guardare il mondo è un’insurrezione emotiva, una violenza, con cui
l’attenzione dell’individuo modifica la sua descrizione del mondo. Tale
cambiamento non avviene nell’uomo con atteggiamenti eleganti, con dolcezza,
gentilezza, cortesia, riguardo e magnanimità. Avviene perché l’individuo se lo
impone come propria necessità. Il Libro
dell’Anticristo fornisce gli strumenti che consentono all’uomo di guardare al
futuro, anche quando questi strumenti sono sgrammaticati!
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Claudio Simeoni
Meccanico
Apprendista Stregone
Guardiano dell'Anticristo
Membro fondatore della Federazione Pagana
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