Gesù e i farisei nel vangelo di Luca
Dal delirio di Gesù al delirio di Pio IX
nella lettera di Odo Russell a Lord Russell
L'ideologia dell'odio nel vangelo di Luca

(testo originale 1998)

di Claudio Simeoni

 

L'incitamento di Gesù all'odio religioso contro i Farisei

(E ogni altro popolo e religione)

Capitolo sette

 

Il libro, Gesù di Nazareth: l'infamia umana, contiene l'analisi ideologica di Gesù

Cod. ISBN 9788893322034 (I capitoli che non sono entrati nel vol. 1 entrano nel vol. 2)

LA PAGINA CONTIENE:

Luca: Gesù e i Farisei;
Commento al testo "Gesù e i Farisei";
Dalla "Storia d'Italia" di Denis Mack Smith, "Lettera di Odo Russell a Lord John Russell sul colloquio avuto il 16 gennaio 1861 con Pio IX";
Commento: "Gesù e i Farisei" in Luca e lettera di Odo Russell sul colloquio avuto con Pio IX il 16.01.1861;

 

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Gesù e i Farisei nel vangelo di Luca

Scrive Luca nel suo vangelo:

Al termine del suo dire, un Fariseo lo invitò a pranzo da lui. Entrato in casa, Gesù si mise a tavola. Il Fariseo osservò, con meraviglia, che egli non aveva fatto le abluzioni prima del pranzo, ma il Signore gli disse: "Dunque voi, Farisei, purificate l'esterno della coppa e del piatto, ma il vostro interno è pieno di rapina e di iniquità. Insensati! Colui che ha fatto l'esterno, non ha fatto anche l'interno? Piuttosto, date il contenuto in elemosina, ecco che tutto sarà puro per voi, ma guai a voi, Farisei, che pagate la decima della menta, della ruta e di tutti i legumi, mentre trascurate la giustizia e l'amore di dio! Tutto questo bisognava praticare, senza però trascurare il resto. Guai a voi, Farisei, perché amate i seggi d'onore nelle sinagoghe e d'essere salutati sulle pubbliche piazze! Guai a voi, perché voi siete come i sepolcri che non si vedono, e sui quali si cammina senza saperlo!".

Allora un dottore della legge gli rivolse la parola protestando: "Maestro, parlando così offendi anche noi!". Ed egli rispose: "Guai anche a voi, dottori della legge! Perché imponete agli uomini dei pesi insopportabili, mentre voi non li toccate neppure con un dito. Guai a voi, che innalzate sepolcri ai profeti, mentre i vostri padri li hanno uccisi! Voi, così, siete testimoni e approvate le opere dei vostri padri: essi li uccisero e voi costruite i sepolcri. Per questo appunto la Sapienza di Dio ha detto: "Io manderò loro profeti e apostoli: uccideranno gli uni e perseguiteranno gli altri, affinché sia chiesto conto a questa generazione del sangue di tutti i profeti versato fin dalla creazione del mondo, dal sangue di Abele fino al sangue di Zaccaria, ucciso fra l'altare e il Tempio!". Si, io ve lo dico, ne sarà chiesto conto a questa generazione! Guai a voi, dottori della legge! Perché avete preso la chiave della scienza, ma non siete entrati voi e lo avete impedito a quelli che volevano entrare!"

Quando fu uscito di là, gli Scribi e i Farisei incominciarono ad essergli fieramente avversi e cercarono di farlo parlare su molte questioni, tendendogli insidie, per sorprendere qualche parola dalla sua bocca.

Dal vangelo di Luca 11, 37 – 54

Il significato della relazione fra Gesù e i Farisei nel vangelo di Luca

Mentre in Marco e in Matteo Scribi e Farisei vengono e si riuniscono presso Gesù, in Luca sono i Farisei che invitano Gesù a pranzo. Marco e Matteo sono più credibili di Luca, ma Luca introduce un concetto ulteriore. Mentre in Marco e Matteo Gesù ingiuria i Farisei che si erano radunati presso di lui, pertanto nessuno li aveva obbligati ad ascoltarlo, in Luca i Farisei che Gesù ingiuria sono gli stessi che lo hanno invitato a pranzo. E' come se io fossi invitato a pranzo da un cattolico osservante che mi chiede di parlare e di discutere e cominciassi a imprecare gratuitamente contro il "porco dio" o la "porca madonna" è evidente che io non accetto le sue tradizioni, ma pratico la cortesia per evitare di offenderlo direttamente, magari all'interno dei ragionamenti filosofici si può comunque dedurre che il dio dei cristiani è un porco (con rispetto per gli Esseri Maiali) e la madre del figlio del macellaio di Sodoma e Gomorra una porca! Rispettare le tradizioni significava non trasmettere malattie infettive, specialmente in presenza della lebbra, come rispetto era il minimo che si potesse chiedere ad un ospite. Luca introduce questo diverso aspetto che Gesù è padrone e basta. E' padrone comunque e ovunque si trovi così è per la chiesa cattolica che si considera padrona di ogni Essere Umano e con questo si arroga il diritto di tortura e di morte rispetto a chi non soggiace all'imposizione del suo pazzo fondatore.

Ancora una volta Gesù salta l'esempio dal morale al materiale come meglio gli conviene. Chi lo ha invitato a pranzo è malvagio, pieno d'odio, di rapina e iniquità. Diventate poveri, dice Luca agli Esseri Umani, così la chiesa cristiana sarà facilitata nell'umiliarvi. Luca unisce due precedenti pezzi di Marco e li articola adattandoli al suo pensiero. Luca non è ebreo e deve dar corpo alla parola di Gesù perché sia presentabile ai non Ebrei. Forse per questo motivo sparisce l'onora il padre e la madre e sparisce il correre dei Farisei e degli Scribi da una parte all'altra della terra per farsi dei proseliti. L'immagine che Luca vuole trasmettere è quella della chiesa cristiana padrona dell'esistente in quanto chiesa cristiana come estensione della parola e del fare di dio. Hanno ben ragione i Farisei di sentirsi offesi (solo in Luca appare quest'affermazione), ma a Gesù non importa le loro lamentazioni, a Gesù rode il fatto che non si siano prostrati, che non lo riconoscano come figlio di dio e perciò loro padrone. Per questo motivo continua ad insultarli facendo imponendo loro di assumersi anche le colpe dei padri. Lui rimette i peccati a chi si umilia e colpevolizza chi prosegue retto sul proprio cammino. Troveremo tutto questo nei comportamenti della chiesa cristiana e nel modo che ha di rapportarsi col mondo. Luca afferma che dio manda profeti e apostoli affinché vengano perseguitati e uccisi. Questo consente a dio di chiedere conto a quella generazione (quella di Luca mentre scrive!) del sangue di tutti i profeti versato fin dalla creazione del mondo. In pratica agli Esseri Umani viventi attuali (ai tempi di Luca) sono stati chiamati a rispondere del sangue versato dai loro padri. Il dio dei cristiani è un vigliacco e un verme. Il problema per i cristiani nasce dal fatto che quella generazione non pagò per il "sangue versato" e allora cosa fare? Interpretare. Non era quella la generazione che doveva pagare per il sangue versato, ma, generazione dopo ogni generazione come l'attuale generazione. Quale quella attuale? Quella di ogni presente nel quale la chiesa cristiana rinnovava il proprio patto di terrore fra sé e dio per soggiogare e umiliare gli Esseri Umani impedendo loro di cogliere dall'albero della vita eterna.

Cosa succederà quando i cristiani saranno chiamati a rispondere dei delitti e delle atrocità commesse nei confronti dell'umanità e di tutti gli Esseri Viventi sul pianeta?

Luca, il "medico", minaccia i dottori accusandoli di aver preso la chiave della scienza senza essere entrati nelle stanze della scienza ed impedendo agli altri di entrarci. Mentre Luca accusa di questo i dottori, Matteo accusava i Farisei e gli Scribi di chiudere agli uomini il regno dei cieli e di impedire agli altri di entrarci. La resurrezione impedisce automaticamente l'esistenza di un regno dei cieli se non dopo la resurrezione e il "trionfo" di Gesù. Non è una cosa vendibile ai greci, meglio affermare che si vuole bloccare la via alla scienza. In questa affermazione sta l'indicazione alla chiesa cattolica di bloccare ogni via alla scienza per impedire lo sviluppo della società degli Esseri Umani e poterli dominare meglio.

Dopo quello scontro Scribi e Farisei furono ostili a Gesù, e come potrebbe essere altrimenti? Chi pratica fedi diverse da quella del cattolicesimo viene perseguitato, umiliato, gli si impedisce di vivere, di esprimere il proprio pensiero, di fondare il proprio futuro.

Dalla "Storia d'Italia" di Denis Mack Smith:

Lettera di Odo Russell a Lord John Russell
sul suo colloquio avuto il 16 gennaio 1861 con Pio IX

...", ma l'unità è impossibile", interruppe il Papa, "perché le grandi potenze europee l'impediranno. Esse temono la formazione di una sesta grande potenza, e soprattutto l'Inghilterra teme la futura grandezza marittima che l'Italia acquisterebbe".

"Noi non temiamo un pericolo così remoto", risposi, "ed io non posso assumermi il compito di spiegare la politica segreta delle grandi potenze europee, ma posso rispondere per le simpatie dell'Inghilterra espresse dai consiglieri di Sua Maestà. Essi desiderano sinceramente vedere l'Italia libera da quella interferenza straniera che è stata la sua più grande maledizione, e gli italiani di nuovo in possesso della loro terra natale, intenti a costruire l'edificio delle loro Libertà e a consolidare l'opera della loro indipendenza così che l'Italia possa di nuovo diventare un elemento d'ordine e di progresso nella grande famiglia europea".

Gli occhi del Papa lampeggiarono, egli strinse il pugno ed esclamò: "No, non lo vogliono, e voi non credete a quello che dite! La politica dell'Inghilterra non è così generosa. Essa è guidata da interessi commerciali e fini egoistici, incoraggia la rivoluzione e il disordine all'estero e i suoi ministri non godono d'alcuna indipendenza. Essi devono sottostare alla folla per conservare i loro posti ed ora può sembrare che obbediscano ad un passeggero grido popolare, ma saranno i primi ad impedire l'unità od anche la pacificazione d'Italia!"

Io risposi: "Ho ascoltato con dolorosa sorpresa le parole di Vostra Santità, perché esse mi hanno provato di nuovo come Vostra Santità sia completamente disinformata circa gli affari inglesi. Perciò do solennemente a Vostra Santità la mia più sacra parola d'onore che io esprimo la mia più intima convinzione quando dico che il governo di sua maestà desidera sinceramente ed onestamente il benessere d'Italia e che i suoi membri pensano che tal fine può essere conseguito nel modo migliore con la cessazione dell'intervento straniero e col lasciare che gli italiani risolvano da soli i loro problemi - in una parola l'Italia agli italiani. E non è naturale che noi desideriamo vedere l'Italia di nuovo in pace, felice, in progresso, l'Italia alla quale dobbiamo tutti i maggiori benefici di cui godiamo, l'Italia culla delle nostre leggi, della scienza, dell'arte, della letteratura e potrei dir quasi della religione? Non abbiamo forse aiutato la Grecia ad ottenere la sua indipendenza, non abbiamo appoggiato il Belgio, e perché dovremmo ritirare il nostro appoggio morale all'Italia? Non sono forse giuste le sue richieste e i suoi desideri? Mi appello a Vostra Santità come principe italiano".

Il cuore italiano del vecchio si scaldò mentre parlava e diceva: "Sapete cosa significa l'unità italiana? Significa una nazione di venticinque milioni dotata di più talento, intelletto ed energia di ogni altra nazione al mondo, con un esercito di trecentomila uomini e trecento navi. La storia prova l'eccellenza dei generali italiani e presto i nostri ammiragli avrebbero il dominio dei mari. L'Italia lasciata a sé stessa sarebbe presto la prima delle grandi potenze del mondo e perciò le cinque grandi potenze europee impediranno sempre la sua unità".

"Vostra Santità", risposi, "ha parlato ora come fece all'inizio del suo regno ed allora l'Italia era ai suoi piedi, ella era l'idolo nazionale., ma da quando Vostra Santità ha permesso che baionette straniere stiano fra lei e il suo popolo, esso si è volto verso l'unica potenza italiana rimasta, per cercare di realizzare i suoi desideri., ma il giorno in cui Vostra Santità tenderà la mano al Piemonte e dirà: 'Cessino tutte le ostilità: ci dev'essere pace in Italia', allora il popolo benedirà il nome di Pio IX e la grande opera sarà compiuta".

"No, non lo sarà", esclamò di nuovo il Papa, "e voi non credete a quello che dite!".

"E chi può impedirlo", chiesi, "se Vostra Santità e l'Italia si metteranno d'accordo?".

"Le grandi potenze europee", rispose il Papa.

"Con la benedizione del Papa e l'appoggio morale dell'Inghilterra, l'Italia non ha nulla da temere da parte loro", dissi.

"Il signor Napoleone l'impedirà", continuò il Papa "qualunque cosa l'Inghilterra possa desiderare. Egli vuole Napoli per la sua famiglia".

"E se ciò fosse veramente", dissi, "non sarebbe meglio serbare l'Italia per gli italiani piuttosto che permettere la costituzione di un'Italia francese? La sostituzione della supremazia francese a quella austriaca non può essere di alcun vantaggio per il vostro paese. Vostra Santità cominciò l'opera di liberazione nel 1846, spetta a Vostra Santità completarla e coronarla nel 1861 senza spargere un'altra goccia di sangue italiano o straniero. Se non lo farà Lei lo farà il suo successore, mentre a Vostra Santità non rimarrà altra alternativa che accettare per il resto del suo regno un'occupazione permanente francese di Roma".

"Ma io non sono mai stato consultato nemmeno dalle grandi potenze", continuò il Papa.

"La Francia non ha forse ripetutamente offerto a Vostra Santità il miglior consiglio?", chiesi.

"Il Papa non ha bisogno di consigli, il Papa ha il diritto di essere consultato", rispose Sua Santità. "Tutto quel che è stato fatto è stato fatto contro di me. I miei stati mi sono stati strappati, i miei amici di prima sono stati a guardare senza soccorrermi, ma un grido d'indignazione si leverà da tutto il mondo cattolico e i fedeli non dimenticheranno il loro dovere, né il Papa sarà abbandonato".

L'ideologia espressa dal vangelo di Luca da Gesù contro i Farisei
e l'ideologia espressa da Pio IX contro il diritto di autodeterminazione
dell'uomo nella relazione di Odo Russell.

Nel 1883, dopo l'allontanamento del giogo civile del papato tornarono alla luce gli altari di Vesta. Il fuoco costruttore ha ripreso ad ardere.

Questa lettera chiarisce le reali intenzioni, le aspettative e gli obiettivi dei cristiani. La Libertà doveva essere distrutta. La Libertà non deve aver spazio, ma le cose sono cambiate, non perché è cambiata la concezione dell'oggettività, ma perché qualcuno ha scoperto nuovi mezzi per controllare gli schiavi e, il mezzo usato dai cristiani, oggi è quello perdente. Non sono i piccoli uomini a scontrarsi con i cristiani, i piccoli uomini hanno agito contrapponendo potere a potere, padrone a padrone per costruire una situazione migliore nella quale percepire il circostante.

Veiove ha progettato il futuro costruendo l'oggettività nella quale espandere la Libertà. Veiove, formato dall'insieme delle volontà dei piccoli uomini, dei loro desideri, delle loro rabbie e delle loro aspirazioni, secolo dopo secolo, ha costruito condizioni diverse nelle quali progettare il proprio divenire.

I cristiani scorgono la fondazione della distruzione del proprio terrore. Questo non è scomparso, ma la notte della vita umana sta per finire.

Per dirla in un altro modo: Ferir il Lupo aveva ingurgitato il Sole e l'era dei cristiani era l'era di Ragnarok, ma i piccoli uomini sono andati ad Alsgaard hanno suonato il corno Risonante risvegliando il fuoco di Libertà nel cuore degli dei.

Nella lettera si scorge la disperazione di chi non può più giocare con la vita degli Esseri Umani per metterli in ginocchio davanti al suo dio assassino.

Il principio universale è l'uguaglianza di tutti gli Esseri Umani, qualunque sia il regime, qualunque sia il territorio. Il dividi et impera è un principio cristiano, anche se i cristiani lo imputano alla politica imperialista di Roma, teso a mettere in ginocchio gli Esseri Umani quando questi si ribellano. Il dividi ed impera è la politica che i cattolici hanno usato da sempre per controllare il fare degli Esseri Umani. L'unità d'Italia viene vista da Pio IX come una sciagura. Ed è per lui una sciagura, lo stato teocratico sta finendo, e con esso il potere del papato e del cristianesimo assieme alla sua morale.

E' terrorizzato Pio IX, ma non ha il coraggio né la dignità morale di affermarne le ragioni. Perché non si può fare l'unità d'Italia? Perché le grandi potenze lo impediranno! Non è vero questo, è lui che non vuole, è lui che sente il potere sfuggirgli dalla mani. Il suo furore è il furore di Gesù quando afferma: "Dunque voi, Farisei, purificate l'esterno della coppa e del piatto, ma il vostro interno è pieno di rapina e iniquità. Insensati!", così Pio IX spera che le grandi potenze temano la formazione di una sesta grande potenza. Questa è la sua speranza. Temendo questo esse potrebbero intervenire consentendogli di riacquistare il dominio delle terre che Savoia gli ha sottratto.

Con un interlocutore inglese Pio IX tenta di mettergli la pulce nell'orecchio affermando che la sua stessa patria teme la superiorità navale che l'Italia acquisterebbe. Esattamente come Gesù teme l'avversario in salute e lo invita a dare i suoi averi in elemosina, guardandosi bene dal dare i propri.

L'Inghilterra non teme il pericolo della supremazia navale italiana, come del resto non teme nulla proveniente dall'Italia e sa perfettamente come i fatti italiani siano una questione interna maturata da lungo tempo attraverso numerosi avvenimenti. Piuttosto l'Inghilterra può vedere con favore, parlando da questo punto di vista, la formazione di uno stato solido in Italia in quanto dovrebbe riuscire a tenera testa ai paesi confinanti, Francia e Austria dei quali l'Inghilterra si preoccupa maggiormente.

I tempi stanno mutando velocemente, non è più tempo di disquisizioni, le colonie oltre oceano necessitano di cure e portano ricchezze. Molto probabilmente l'ambasciatore inglese si trova a dover difendere una situazione di non ritorno davanti a chi fa della restaurazione e della miseria il motivo principale, se non unico, della propria esistenza.

La pazzia di Pio IX per la perdita del potere sprizzava da ogni poro, lui il servo dei servi di dio elevato al rango dell'Altissimo si trova a dover discutere con questo diplomatico che, anziché ossequiarlo osa contrapporgli le sue ragioni. E' come per il Fariseo in Gesù che, anziché ossequiare Gesù, cerca di capirne le ragioni senza mettersi in ginocchio davanti a Gesù contrapponendo la sua dignità al desiderio di sottomettere e umiliare di Gesù.

Pio IX fa una serie di affermazioni, solo ignora che anche se i ministri inglesi si occupano di tali attività, si occupano anche del contrario. La generosità non è un merito in politica, ma l'equilibrio fra l'azione e la non azione lo è certamente.

Così se i ministri organizzano i disordini là dove interessa loro organizzarli non gli organizzano là dove loro non interessa organizzarli, ma Pio IX ignora che i desideri dei ministri inglesi non sono i suoi desideri anche se lui proietta i suoi desideri sul mondo e nella sua pazzia pretende che tutti facciano loro i suoi desideri. Ogni Potere di Avere agisce per fini egoistici, ma per i propri fini egoistici, non fa propri i fini egoistici di un altro Potere di Avere qualora gli interessi non coincidano. E che cos'è l'unità d'Italia per Pio IX? Un passeggero grido popolare. Nella sua pazzia immagina gli eserciti inglesi che impediscono l'unità d'Italia o anche solo la sua pacificazione.

Il cristiano perde di vista la realtà delle cose in quanto, come cristiano, ha perso il legame con la realtà circostante. Se prima ingannava affermando che dio, il creatore dell'universo era al suo fianco, ha finito per volgere quest'inganno a sé stesso e immagina davvero che dio gli consentirà di conservare i suoi possedimenti e i suoi schiavi. Il cristiano ha perso il contatto con le Linee di Tensione che attraversano il pianeta e immagina sé stesso al centro del mondo! Davanti ad espressioni di questo tipo c'è solo sgomento. Quando si scopre il vuoto dietro la pompa magna dell'apparenza si viene assaliti da una sensazione di sgomento. Ed è sgomento l'ambasciatore che scoprendo la pazzia di Pio IX vede, davanti ai suoi occhi infrangersi un mito. Più o meno come al Fariseo, che invitato Gesù, curioso di conoscerne il pensiero e convinto che comunque la discussione lo avrebbe arricchito, si trova davanti un pazzo farneticante che inveisce per nascondere la propria vuotezza.

L'ambasciatore è retorico, come ogni ambasciatore ed esalta i meriti della su nazione come dei meriti assoluti, meriti di civiltà e di equilibrio, solo i pazzi pretendono tutto e subito, gli uomini mantengono gli equilibri fra le cose spingendo nella direzione voluta, mutamento dopo mutamento.

Cosa dice Pio IX per alimentare la paura dell'ambasciatore inglese? Sapete cosa significa l'unità d'Italia? Significa il prologo di un cammino verso la Libertà, significa che gli italiani iniziano un percorso per sottrarsi dal giogo dei cattolici, significa che si alzeranno dall'inginocchiatoio per iniziare un cammino di Libertà. Significa che gli Italiani potranno sviluppare il loro genio e il loro intelletto senza che noi si possa accendere i fuochi che sulle piazze, arrostendo carne umana illuminarono l'oscurità del medioevo. Significa, dice Pio IX, che l'energia umana che abbiamo imbrigliato per tanto tempo inizierà a prorompere contribuendo allo sviluppo (lui afferma dominio) dell'umanità. Significa, dice Pio IX, che una nazione di venticinque milioni di individui in ginocchio a poco a poco si alzeranno per camminare verso i mutamenti, venticinque milioni di individui che marceranno, educando i propri figli, per cogliere dall'albero della vita eterna. Questo è il terrore di Pio IX. Questo è il senso delle sue parole, senso che non viene afferrato dall'ambasciatore. L'ambasciatore è un cristiano e, come tale, pensa in un'onestà oggettiva, proprio in quanto cristiano, di Pio IX egli non vede la differenza fra un cristiano il cui dogma è stato manipolato e limato dall'illuminismo, da un cristianesimo espressione diretta della pulsione di morte come risultato degli insegnamenti di Gesù. "Guai anche a voi, dottori della legge! Perché imponete agli uomini pesi insopportabili, mentre voi non li toccate neppure con un dito." Dice Pio IX rivolto all'ambasciatore inglese pensando alla sua posizione miserabile all'interno della crisi. "Guai a voi che innalzate sepolcri ai profeti, mentre i vostri padri li hanno uccisi! Voi, così, siete testimoni e approvate le opere dei vostri padri: essi li uccisero e voi costruite sepolcri. Per questo appunto la sapienza di dio ha detto: "Io manderò loro i profeti e apostoli: uccideranno gli uni e perseguiteranno gli altri, affinché sia chiesto conto a questa generazione del sangue di tutti i profeti versati fin dalla creazione del mondo, dal sangue di Abele fino al sangue di Zaccaria, ucciso fra l'altare e il tempio!" dice Pio IX rivolto agli italiani. Egli è terrorizzato perché prima o poi qualcuno finirà per chiedere conto alla chiesa cattolica del sangue versato da ogni Essere Umano stroncato nella ricerca della Libertà sua e del Sistema Sociale in cui viveva.

L'ambasciatore non comprende il linguaggio di Pio IX, egli afferra soltanto un discorso pieno di determinazione, ignora che quella è determinazione del Potere di Avere (di cui egli è comunque intriso) caratteristico del padrone mentre si rivolge allo schiavo quando non può disporre di un'armata con cui minacciarlo e distruggerlo. Non sono le determinazioni di un Essere Umano che guarda l'universo e che percorre un cammino di Libertà sfidando chi è socialmente più forte di lui e gioca con le sue catene. I servi dei servi sono solo servi, viscidi e vigliacchi con i più deboli, ossequiosi e complici con i più forti!

Un esercito Pio IX lo ha e sono le baionette francesi che lo servono e che è costretto a pagare profumatamente per continuare quella difesa. Egli ha un profondo disprezzo per i fedeli, i suoi fedeli non parteggiano per lui, come non possono parteggiare per il macellaio di Sodoma e Gomorra quando non hanno baionette puntate alla schiena.

Tendere la mano al Piemonte? Mai! Afferma Pio IX, ma i cattolici la tenderanno quella mano in uno dei vari tentativi di fermare il divenire della nazione. Parteciperanno al voto per imporre la morale cattolica. Per centoventi anni la morale di Libertà dovrà scontrarsi con la morale cattolica. Ad ogni scontro il papa chiamerà a raccolta i cattolici bloccando ogni tentativo di espansione della Libertà! Ogni Libertà sociale sarà fermata. Ogni Libertà sociale dovrà essere bloccata per sottoporla alla morale cattolica.

No! Dice Pio IX l'unità d'Italia non sarà mai compiuta e nemmeno voi credete che lo sarà! Però sia chiaro, aggiunge Pio IX, non sono io che non voglio, sono le grandi potenze, esse lo impediranno! Napoleone lo impedirà! E' lui l'ingordo che vuole Napoli per sollazzare la sua famiglia, è lui il porco, non il papa, il papa segue il dettame divino: costringi gli Esseri Umani a strisciare!

E l'occupazione francese di Roma? Meglio un altro padrone, afferma Pio IX, che gli italiani incamminati lungo un tortuoso e difficile cammino! E poi, si lamenta Pio IX, io non sono mai stato consultato, nemmeno dalle grandi potenze. Il papa non ha bisogno di consigli, il Papa ha il diritto di essere consultato.

Fine miserabile di chi si era arrogato il diritto di deporre imperatori, di chi si riteneva di essere stato elevato all'altezza del creatore del cielo e della terra, ben misera fine di chi ha sparso terrore per cinque continenti. Tutto quello che è stato fatto, dice Pio IX, è stato fatto contro di me. No! Contro la pulsione di morte di cui tu e i tuoi predecessori e successori vi siete eletti a guardiani. Contro la ferocia delle vostre azioni rivolte contro il desiderio di Libertà. Si, contro di te!

Soltanto nella sua follia, Pio IX, immagina masse di fedeli che corrono in suo aiuto dimentico degli urli di Bruno e Campanella mentre ne friggeva le carni. Dove sono i suoi "amici", si è divertito a torturare gli indifesi ed ora vive in uno stato di impotenza. La disperazione di chi ha troncato i legami della via umana verso la Libertà, la disperazione di chi ha costretto gli Esseri Umani a farsi schiavi per soddisfare i suoi bisogni!

Le determinazioni degli Esseri Umani si sono fatte Veiove ed hanno agito sulla sequenza dei mutamenti. Hanno agito per fondare la Libertà di poter cogliere dall'albero della vita eterna. Quando un Essere Umano usa le proprie determinazioni e la propria volontà per soddisfare i propri bisogni attraverso lo sviluppo del proprio Potere di Essere, ogni atto, ogni azione, ogni decisione e ogni determinazione diventa l'atto, la decisione, la determinazione di Veiove. L'Essere Umano si fa Veiove prendendo nelle proprie mani il proprio divenire. Se poi le determinazioni da egli espresse lo portano alla distruzione questo dipende dalla sua autodisciplina e dal suo cammino per liberarsi del condizionamento educazionale imposto.

Così, Pio IX, sa che prima o poi ai cristiani verrà chiesto conto del sangue versato da chiunque espresse un respiro di Libertà, prima o poi forse non sarà in questa o nella generazione successiva, ma prima o poi deve avvenire in quanto solo attraverso questo si potranno costruire i limiti del non ritorno per i cammini di Libertà!

 

Scritto nel 1998

 

Vai al libro Gesù: e i Farisei, i fondamenti ideologici dell'odio religioso.

Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

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Aggressione di cristiani alle statue pagane 2015

Gesù e i Farisei

Nella relazione fra Gesù e i Farisei c'è l'insegnamento cristiano alla pratica dell'odio religioso contro chi non si mette in ginocchio davanti al loro dio padrone. Gesù esprime un odio violento incitando, di fatto, al linciaggio di chi non lo riconosce come dio e padrone. Questo insegnamento verrà sviluppato dai cristiani che insanguineranno il mondo distruggendo uomini e popoli in nome e per conto del loro dio padrone.