Gesù i Farisei e la tradizione nel vangelo di Matteo
La strage dei Pueblos per imporre Gesù

(testo originale 1998)

di Claudio Simeoni

 

L'incitamento di Gesù all'odio religioso contro i Farisei

(E ogni altro popolo e religione)

Capitolo due

 

Il libro, Gesù di Nazareth: l'infamia umana, contiene l'analisi ideologica di Gesù

Cod. ISBN 9788893322034 (I capitoli che non sono entrati nel vol. 1 entrano nel vol. 2)

LA PAGINA CONTIENE:

Matteo: I Farisei e la tradizione;
Commento al testo “I Farisei e la Tradizione”;
Il diritto religioso dei Pueblos;
Commento: “I Farisei e la Tradizione” in relazione al diritto religioso dei Pueblos!

 

Vai all'indice sulla relazione fra Gesù e i farisei e gli effetti nella storia

 

Scrive Matteo nel suo vangelo:

I Farisei e la tradizione

Allora alcuni Scribi e Farisei, venuti da Gerusalemme, si avvicinarono a Gesù e gli dissero: "Perché i tuoi discepoli trasgrediscono la tradizione degli antichi? Infatti non si lavano le mani quando mangiano il pane". Egli rispose loro: "Perché anche voi trasgredite il comandamento di dio per la vostra tradizione? Dio, infatti, ha detto: "Onora il padre e la madre"; come pure: "chi maledirà il padre e la madre sia punito con la morte". Invece voi dite: "Colui che dice al padre e alla madre: è una sacra offerta quanto di utile potresti avere da me, non è più obbligato ad onorare suo padre e sua madre". Così con la vostra tradizione voi annullate la parola di dio. Ipocriti, ben profetò il profeta Isaia dicendo: "Questo popolo mi onora con le labbra, ma il loro cuore è lontano da me. Invano essi mi onorano, insegnando dottrine che sono solo precetti umani".

E chiamata a sé la folla, disse: "Ascoltate e comprendete! Non quello che entra per la bocca contamina l'uomo, ma ciò che esce dalla bocca, questo contamina l'uomo!". Allora i discepoli avvicinatisi, gli dissero: "Sai che i Farisei, udita la tua parola, si sono scandalizzati?". Egli rispose: "Ogni pianta che non avrà piantato il Padre mio celeste sarà sradicata. Lasciateli, sono ciechi e guide di ciechi, ma se un cieco guida un cieco, ambedue vanno a finire in una fossa".

Pietro allora prese a dirgli: "spiegaci questa parabola". Egli rispose: "Anche voi siete ancora senza intelletto? Non capite che quanto entra per la bocca passa nel ventre e va a finire nel cesso? ma quel che esce dalla bocca viene dal cuore, ed è questo che contamina l'uomo, poiché dal cuore vengono i cattivi pensieri, gli omicidi, gli adulteri, le fornicazioni, i furti, le false testimonianze, le bestemmie: queste cose contaminano l'uomo, ma il mangiare senza lavarsi le mani non contamina l'uomo".

Vangelo di Matteo 15, 1-20

Commento ai Farisei e la tradizione in Matteo

Secondo l'evangelista alcuni Farisei sarebbero venuti direttamente da Gerusalemme per chiedere a Gesù perché i suoi discepoli trasgrediscono la tradizione degli antichi. Così, all'improvviso, alcuni Farisei fanno un viaggio per chiedere a Gesù perché i suoi discepoli non seguono le tradizioni degli antichi. O la cosa è talmente importante da sconvolgere la comunità Palestinese o l'evangelista omette particolari molto importanti. Omissione che notata da Luca verrà completata inserendo le affermazioni di Gesù, modificandole (come vedremo in seguito) durante un invito a pranzo offertogli da un Fariseo.

A Gesù non interessano le tradizioni, interessa colpevolizzare l'astante, chiunque egli sia!

Secondo la logica di Gesù chi commette un reato non è colpevole se l'accusatore commette un reato a sua volta. Il fatto che qualcuno sia colpevole di qualche mancanza è colpevole di quella mancanza anche se l'accusatore è responsabile a sua volta di mancanze. La mancanza è tale in sé, il reato è tale in sé, non può essere misurato dall'onestà dell'accusatore. Semmai se l'accusatore commette un reato che innesta una reazione è colpevole di provocazione in quanto il secondo è la risultante del primo, ma questo non toglie che la mancanza sia tale nella misura in cui non è legittima difesa. E la mancanza degli apostoli non è elemento di legittima difesa, è una trasgressione finalizzata al disprezzo della società Palestinese che i cristiani vogliono distruggere per appropriarsene imponendo le loro tradizioni.

A Roma i cristiani agiranno esattamente nello stesso modo. Essi si estrarranno dalla società romana. Essi non sono romani, essi non sono di questa o quell'etnia, essi vogliono appropriarsi di tutte le etnie, pertanto devono distruggere le tradizioni romane. Non dicono a Roma: "ci siamo anche noi". Dicono a Roma: "Mettiti in ginocchio davanti a noi". Con Alarico (cristiano Ariano e provocato sistematicamente attraverso inadempienze sistematiche di ogni trattato da parte dei cristiani di Ravenna e Roma) porteranno a termine la distruzione della società romana provocando la miseria nella quale imporranno il loro dio.

Gesù non dice "voi sbagliate", ma dice "anche voi sbagliate". Dunque Gesù ammette il suo impegno a distruggere la tradizione e non lo fa per sostituirla con qualche cosa di diverso, ma giustifica la sua trasgressione col fatto che anche i Farisei trasgrediscono il comandamento per la loro tradizione. Il comandamento cui Gesù si riferisce è quello che impone di onorare il padre e la madre. Gesù afferma: "Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra. Non sono venuto a portare la pace, ma la spada. Perché sono venuto a dividere il figlio dal padre, la figlia dalla madre, la nuora dalla suocera; e i nemici dell'uomo saranno i suoi stessi familiari." Dunque l'obiettivo di Gesù non era quello di riaffermare la validità di un comandamento divino, ma di puro e semplice dominio. Egli doveva imporsi accusando chi lo stava accusando. Egli voleva dimostrare che le accuse venivano da persone che non rispettavano le tradizioni dimenticando che nulla toglieva alle sue trasgressioni delle tradizioni. A Gesù non importava nulla di onorare il padre e la madre. In Marco leggiamo: "Intanto giungono sua madre e i suoi fratelli e, stando fuori, mandano a chiamarlo. Ora, una gran folla sedeva intorno a lui, e gli dicono: "Ecco, tua madre e i tuoi fratelli sono là fuori e ti cercano.", ma egli, rispondendo loro, disse: "Chi sono mia madre e i miei fratelli?"" Gesù dunque rinnega sua madre a meno che questa non si sottometta al proprio imperio. Non è forse questo rinnegare?

Gesù e gli evangelisti sono in malafede!

La realtà di questa parte del vangelo è l'attacco all'elaborazione tradizionale costruita dai Farisei. Costoro hanno tentato di elaborare una struttura attraverso la quale conservare il sapere sviluppatosi in Palestina distinguendolo dall'arrivo di nuove forme filosofiche e di pensiero provenienti dalla Grecia e dall'Oriente. I Farisei hanno tentato di costruire un corpus dottrinale con quanto sapevano e di quel sapere costruivano la base della loro esistenza. Magari era criticabile e pedante, ma era quanto avevano e da quello che avevano cercavano di costruire il futuro per quanto discutibile a me appare. In ogni caso era il loro futuro. Di questo futuro Gesù vuole appropriarsi, distruggere la loro base di sviluppo attraverso la distruzione delle loro tradizioni per imporre le proprie folli esternazioni.

A Gesù non interessa soltanto l'adesione, ma la sottomissione totale dell'individuo. Per questo motivo egli cita Isaia in quanto gli fa comodo identificando se stesso col dio cui tutti gli Esseri Umani dovevano sottomettersi. Certamente davanti al terrore col quale la chiesa cristiana impone il suo credo la maggior parte degli Esseri Umani è costretta a proferire parole di elogio pur disprezzando con tutto il loro cuore il macellaio di Sodoma e Gomorra e il pazzo che si spaccia per figlio di dio.

Contestando le tradizioni dei Farisei Gesù afferma che quello che contamina l'uomo non è quanto entra nella bocca, ma quanto dalla bocca esce. Gesù usa il momento per imporre quanto egli dice e siccome egli lo dice in quanto volere di dio suo padre ogni volta che qualcuno critica quanto dice ai suoi occhi si maledice e questo lo contamina. Egli ignora ogni singola regola di igiene, ma peggio ancora egli attacca ogni regola di igiene per la costruzione della miseria. C'è un filo nero che lega il mito delle guarigioni miracolose con la distruzione della conoscenza e la rimozione delle cause che inducono le malattie. In tutti i popoli antichi vigevano una serie di regole attraverso le quali limitare il diffondersi di malattie. Queste regole sono insopportabili per Gesù in quanto la costruzione della miseria è il suo obiettivo. Soltanto nella miseria fisica e morale i cristiani possono proporre il loro dio come solutore dei mali da loro stessi provocati.

Hanno ben ragione i Farisei a scandalizzarsi. Se nel Sistema Sociale in cui vivono alcune persone non seguono le norme igieniche (che a quei tempi era ancora più importante la prevenzione mancando una medicina strutturata) inducono malattie all'interno del corpo sociale. E' come se al giorno d'oggi i rapporti sessuali con estrani o occasionali avvenissero senza la protezione del preservativo. L'AIDS si propagherebbe ben più velocemente all'interno dell'intero corpo sociale e la giurisprudenza dovrebbe perseguire chi, a conoscenza del pericolo che induce, non assume protezioni adeguate. Ed è proprio in risposta al dettame di Gesù che la chiesa cattolica osteggia l'uso del preservativo e predica l'astensione per provocare fobie sessuali all'interno del corpo sociale attraverso le quali diffondere l'immagine del proprio dio assassino.

I Farisei hanno ragione a scandalizzarsi. Distruggere la tradizione significa distruggere la relazione che quel popolo ha costruito fra se e il mondo circostante. Questa necessità di distruggere la relazione intercorrente fra gli Esseri Umani e il mondo circostante diventerà una costante nella storia e nel fare della chiesa cattolica che sarà sempre impegnata a distruggere la tradizione di ogni popolo al fine di costruire miseria e spacciare il proprio dio assassino.

La costruzione della miseria materiale e morale è sempre stato l'obiettivo dei missionari cristiani che sono sempre accorsi in aiuto e a sostegno degli eserciti colonialisti europei guidando la distruzione dei popoli.

Solo le piante piantate da dio suo padre attecchiranno, le altre saranno sradicate, ma dio suo padre non è il dio creatore dell'universo? Il creatore dell'universo è parto della sua fantasia, nella realtà è circondato da Esseri Umani pensanti e questi gli impediscono di dire "Il mondo è mio" senza ricevere qualche centinaia di pernacchie. Gli altri sono ciechi, non lui che mettendosi in ginocchio non è più in grado di vedere la conoscenza e la consapevolezza che cresce attorno! Certo i ciechi nella via che conduce alla miseria vengono spinti, non la scelgono mai per libera scelta. E Gesù e i suoi seguaci sanno bene come spingerceli.

Gesù spiega quanto dice, ma nella spiegazione omette di dire che ciò che contamina l'uomo è il suo non mettersi in ginocchio davanti a lui e di non riconoscerlo come figlio di dio. Egli, nella sua pazzia, non vede i bambini nascere, non li vede crescere, diventare uomini e donne, non vede la loro lotta per la vita, non vede la loro volontà uscire da ogni poro, non vede le loro tristezze, le loro gioie, non vede il loro cammino, a volte veloce e a volte lento e pesante, verso la loro trasformazione, non vede la sofferenza delle donne: Gesù è cieco! Nella sua cecità accusa gli uomini di cattivi pensieri, di omicidi, di adulterio, di furto, di fornicazioni, di false testimonianze, di bestemmie; egli dimentica il loro divenuto, dimentica la loro lotta per la vita, dimentica la vuotezza delle sue accuse. Ciò che egli cita non sono "reati" sono atti della vita (perché non ha detto stupro?) tant'è che la chiesa cattolica è sempre stata molto tollerante (spesso giuridicamente ammessa dalla violenza allo stupro, dall'appropriazione alla falsa testimonianza all'omicidio, alla strage, alla costruzione dei campi di sterminio nazisti ecc.) quando tutto questo veniva messo in atto dai padroni sugli schiavi, mentre è sempre stata feroce quando gli schiavi commettevano cose anche molto inferiori obbedendo alla necessità di rincorrere la Libertà che qualcuno aveva rapinato loro.

Questo è anche il volere di Gesù in quanto, secondo lui, c'è sempre qualcuno che si prende la parte migliore della vita!

Il diritto religioso dei Pueblos

...l'acculturazione, più che derivare da una colonizzazione massiccia, fu frutto di un tentativo missionario, dato che fra le tribù Pueblos la religione ha un ruolo centrale, e qualunque tentativo di cercare di distruggerla era per forza destinato a suscitare un'opposizione. Le tribù Pueblos relativamente pacifiche stabilitesi nei villaggi agricoli avevano accolto bene gli Spagnoli, agli inizi, felici di poter approfittare del loro appoggio contro le tribù selvagge e predatrici degli Apache, ma i Pueblo avevano una religione molto fervida, molto istituzionalizzata e modellata sulla necessità di ottenere magicamente la pioggia per il loro mais, e si resero ben presto conto che i sacerdoti spagnoli si davano da fare per sradicare tutti questi riti sacri ed indispensabili, per rimpiazzarli con una credenza , nuova ed estranea, in un dio assassinato che veniva mangiato, ma che non aveva nessun potere speciale per far cadere la pioggia. La nuova religione rappresentava una minaccia per i rituali della pioggia che li preservano dall'angoscia, per cui le loro reazioni assunsero inevitabilmente un carattere clandestino ed esplosivo.

Nel 1690, tra i Tewa, comparve un medicine-man di nome Popé: Diceva di essere di ritorno dall'estremo nord, dove aveva visitato il mitico lago Shipapu, il luogo d'origine dei Tewa, dove ritornavano gli spiriti dei morti. Grazie al suo intervento si verificarono grandi miracoli. Gli spiriti Kacina, emersi dall'acqua sacra, si aprirono rapidamente un varco sotto terra e riapparvero nei santuari sotterranei (Kiva) in forma di fuoco, per proclamare alle genti quanto già si aspettavano di sentire, cioè di ribellarsi contro gli odiati spagnoli. Corde annodate di fibra di iucca vennero spedite come messaggio a tutti i Pueblos dei dintorni; il capo doveva sciogliere ogni giorno un nodo, fino al momento in cui tutte le tribù Pueblos si sarebbero rivoltate contemporaneamente. Nell'agosto del 1690 scoppiò improvvisa l'insurrezione, da Pecos a Zuni fino alle lontane mesas (pianure) degli Hopi. Soldati e sacerdoti Spagnoli vennero massacrati o furono costretti a fuggire, prima a Santa Fé, poi a El Paso; in ottobre, non c'era più un solo Spagnolo vivo in tutto il Nuovo Messico. Nei due secoli successivi, i bianchi non riuscirono a resistere al desiderio di ritornare in quelle zone semiaride., ma i Pueblos continuano a praticare i riti che ritengono indispensabili a far cadere la pioggia, benché le cerimonie solenni siano oggi degenerate in spettacoli turistici.

Da: Le religioni nell'età del colonialismo e del neocolonialismo a cura di Puech.

I Farisei e la tradizione in relazione al diritto religioso dei Pueblos.

Nel 1600 i missionari cristiani decisero di evangelizzare i Pueblos. I missionari cristiani obbedivano ad uno schema operativo già da molto tempo collaudato. Il fine dei missionari cristiani era quello di rendere i Pueblos sottomessi ed obbedienti al macellaio di Sodoma e Gomorra per poi utilizzarli come bestiame da lavoro e merce di pressione sociale con cui agire per ampliare il potere dei cristiani rendendo più violenta ed assoluta l'imposizione della loro morale estendendola all'intero corpo sociale.

Il progetto dei missionari cristiani, di qualunque tipo e qualunque sia il fine che paventano, è sempre quello di distruggere la relazione fra gli Esseri Umani e il loro circostante per sostituirlo col vuoto, la disperazione e la miseria prodotta dalla distruzione della loro cultura sostituendola poi col macellaio di Sodoma e Gomorra spacciandolo per misericordioso nei confronti di chi, loro stessi, hanno trasformato in derelitti.

I missionari cristiani appaiono nel progetto di distruzione di una cultura in momenti e forme diverse. La prima forma è quella del missionario cristiano che distrugge la cultura per costruire la miseria. La seconda forma è quella del missionario cristiano che coltiva la miseria con azioni che tendono a trasformare la miseria stessa in stato cronico del Sistema Sociale in cui vive. Il primo missionario cristiano incontra un'apposizione violenta da parte della cultura e del popolo che impegna tutto sé stesso nello sforzo di non soccombere alla pulsione di morte rispondendo violenza a violenza. Il secondo missionario cristiano deve costruire delle strutture per assistere la miseria che ha creato per un duplice scopo, da un lato impedire quella miseria di superare quella soglia in cui o la situazione imbocca una strada di risoluzione attraverso la ricostruzione delle relazioni fra quegli Esseri Umani e il mondo circostante con i problemi che questo comporta o si giunge ad una serie di scontri violenti nei quali i miserabili non hanno più nulla da perdere e, comunque la loro situazione si risolverebbe sviluppando una contraddizione che gli consente di uscire dalla miseria, dall'altro lato i missionari cristiani devono utilizzare la gestione della miseria e le strutture attraverso le quali l'alimentano come arma di pressione e ricatto nei confronti del Comando Sociale di quel paese.

Il problema per il popolo attaccato dai missionari cristiani è quello di risolvere il conflitto fin dall'inizio. I cristiani sbandierano il potere del loro dio che ha distrutto Sodoma e Gomorra, il diluvio universale e che ha mandato suo figlio a far risorgere i morti. Questo è accaduto tanto tempo fa e i missionari cristiani devono imporre di credere ora! I popoli hanno una relazione fra se e il circostante, essi si fanno Venere nei loro confronti del Cielo e il Cielo si fa Venere nei loro confronti favorendo le condizioni perché i popoli, insieme ad ogni altra Specie della Natura, si trovino nelle condizioni per continuare a svilupparsi senza soccombere a situazioni tragiche. La relazione fra se e il circostante viene chiamato con un nome e diventa Divinità. E' questa divinità favorisce l'arrivo della pioggia alimentandosi dalla relazione. Non è il "Fermati vento" di chi si ritiene padrone dell'esistente, ma è arte di relazione emotiva nell'esistente attraverso il fare. Dell'ammaliare i cristiani si sono appropriati solo del suo aspetto nero: truffare!

L'ammaliare era uno delle azioni sacre centrali della religione dei Pueblos e i cristiani si sono preposti di distruggere i riti attraverso i quali i Pueblos praticavano il loro ammaliare.

Le tribù dei Pueblos erano tribù pacifiche. Nell'ideologia cristiana pacifico è sinonimo di sottomesso, di debole e di credulone. Dunque, per i missionari cristiani chi è pacifico è facilmente ingannabile, si può facilmente sottomettere. Erano tribù dedite all'agricoltura, anziché alla caccia e alla rapina, dunque, secondo i missionari cristiani pronti ad accettare volentieri il loro dio.

Il problema che i missionari cristiani non hanno considerato era il tipo di inter relazione esistente fra il popolo dei Pueblos e il circostante. I cristiani non avevano considerato la profondità della relazione fra i Pueblos e il circostante. Su quanti Guardiani e su quanti Stregoni i pacifici Pueblos annoveravano. Non avevano considerato che per quanto pacifici, per quanto agricoltori e per quanto subissero gli attacchi da parte degli Apache questi non li avevano mai né sottomessi né distrutti. Così il circostante ha plasmato la reazione che non poteva essere di solo rifiuto del dio dei cristiani data la violenza, il terrore e le armi con cui i cristiani imponevano i loro riti e cercavano di impedire quelli dei Pueblos. La reazione non poteva essere che altrettanto violenta.

I Pueblos subirono pesanti rappresaglie (la popolazione inizialmente era di 20.000 individui circa oggi ridotti a circa 6.000), i cristiani non riconoscono il diritto alla legittima difesa nei confronti della loro violenza (accettano solo la supplica). I missionari cristiani sono mandati dal loro dio assassino e trasmettono il suo messaggio: o fai quello che voglio io o ti ammazzo!

Vediamo ora come il comportamento dei missionari cristiani sia in obbedienza ai dettami di Gesù di Nazareth e come il loro comportamento sia ispirato dagli insegnamenti del loro dio.

I missionari sono andati dai Pueblos per costringerli ad adorare il loro dio e quando costoro fecero loro presente che ne avevano già alcuni con i quali si erano garantiti il benessere (infatti non vivevano in miseria), i missionari cristiani hanno detto loro: "Perché voi non adorate il nostro dio seguendo la nostra antica tradizione? Vedete come siamo potenti? Noi teniamo lontano i predoni Apache, è il nostro dio a darci questa forza". E quando i Pueblos rifiutarono di sottomettersi i missionari distrussero con la violenza i loro riti costringendoli all'obbedienza. I Pueblos seppero abbassare la testa per fondare il principio speranza! Così i missionari cristiani ebbero a dire: "Questo popolo mi onora con le labbra, ma il loro cuore è lontano da me!" Così la loro Feronia impediva che le catene passassero dai polsi al cervello, dalla forma alla sostanza, dal subirle all'accettazione.

I missionari cristiani imponevano con le armi i loro comandamenti nel tentativo di distruggere la relazione fra i Pueblos e il loro circostante esattamente come Gesù di Nazareth tentava di distruggere le tradizioni ebraiche per imporre miseria e sottomissione a quel popolo. I comportamenti sono uguali, i missionari cristiani si comportano esattamente come il Gesù di Nazareth aveva insegnato loro! Quando i Pueblos si opposero dicendo ai missionari cristiani che mentre le loro divinità mandavano la pioggia il dio dei cristiani era un buono a nulla (come utilità per loro, in realtà è bravissimo a succhiare Energia Vitale Stagnata generata dalla sottomissione interiorizzata). I missionari cristiani, con i loro eserciti, ecco rispondere loro: "Non ciò che entra dalla bocca contamina l'uomo", dunque, "Siete senza intelletto? I vostri cattivi pensieri vi condannano, i vostri omicidi, i vostri adulteri, le vostre fornicazioni, le false testimonianze e le vostre bestemmie, non la violazione delle vostre tradizioni".

Così i missionari cristiani tentarono di distruggere le tradizioni dei Pueblos, ma il circostante ha reagito!

E' arrivato un catalizzatore che ha concentrato tutte le tensioni, i desideri e il principio speranza di quel popolo. Questo popolo pagò caro il diritto alla Libertà della propria fede, ma i Pueblos, ancor oggi, continuano i loro riti per sviluppare il dio dentro di sé nel tentativo di diventare eterni e non hanno ancora costretto la loro prole in ginocchio davanti al macellaio di Sodoma e Gomorra. I missionari cristiani hanno intrapreso altre vie per far scordare loro i riti, il senso delle loro azioni, la percezione del circostante, magari inventando qualche forma sincretica inserendo il loro dio nei loro riti, ma anche se vengono cambiati i nomi con cui chiamare il circostante la relazione fra gli Esseri e il circostante non si fonda sulla forma, ma attraverso il loro fare, le loro azioni, le loro scelte.

I Pueblos hanno conservato il diritto alla Libertà del fare per costruire il loro potere di Essere, hanno conservato il diritto di lavarsi le mani prima di mangiare (ripulire sé stessi prima di affrontare la morte del corpo fisico) e il diritto di rigettare una morale il cui scopo era quello di metterli in ginocchio costringendoli a trasformare la morte del corpo fisico in morte (contemporaneamente) del corpo luminoso.

Quale alto tributo sono stati costretti a versare per questo!

 

Scritto nel 1998

 

Vai al libro Gesù: e i Farisei, i fondamenti ideologici dell'odio religioso.

Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

Tel. 3277862784

e-mail: claudiosimeoni@libero.it

Aggressione di cristiani alle statue pagane 2015

Gesù e i Farisei

Nella relazione fra Gesù e i Farisei c'è l'insegnamento cristiano alla pratica dell'odio religioso contro chi non si mette in ginocchio davanti al loro dio padrone. Gesù esprime un odio violento incitando, di fatto, al linciaggio di chi non lo riconosce come dio e padrone. Questo insegnamento verrà sviluppato dai cristiani che insanguineranno il mondo distruggendo uomini e popoli in nome e per conto del loro dio padrone.