CORTE DI CASSAZIONE:
COSTRINSE LA MOGLIE A PULIRE
IN GINOCCHIO
CASSAZIONE:
CONDANNA GIUSTA,
E' VIOLENZA!
19 luglio 2006
di Claudio Simeoni
Per una morale della Religione Pagana Politeista
La notizia:
Non si può costringere la moglie ai lavori domestici, non a pulire il pavimento di casa in ginocchio: significa senza dubbio umiliarla e vessarla. La Corte di Cassazione ha confermato la condanna per maltrattamenti inflitta a Torino ad un marito violento.
Ogni giorno costringeva la moglie a mettersi in ginocchio per lavare i pavimenti. Quando Mirca, esasperata, fuggì, lo accusò di una serie di reati. Minacce, ingiurie e violenze nei suoi confronti e del bambino. Nel 2005 i giudici di merito hanno giudicato Marco C. nato a Torino, colpevole. Ma lui ha fatto ricorso in Cassazione lamentando che la prova dei maltrattamenti era stata desunta dal fatto che la moglie aveva abbandonato la loro casa. La sesta sezione penale ha respinto l'istanza. Non ci fu abbandono della casa coniugale. Perché, afferma la Corte: la moglie lasciò la casa col bambino per raggiungere quella dei genitori senza neppure vestirsi completamente e senza portare denaro con sé, tanto che il biglietto ferroviario le fu pagato da un militare mosso a compassione. Dunque è reato umiliare la propria moglie imponendole le pulizie. In sede civile sarà quantificato il risarcimento per la moglie e il figlio maltrattati. Alle ultime inaugurazioni dell'anno giudiziario il primo presidente Nicola Marvulli ha più volte sottolineato un preoccupante aumento dei reati in famiglia contro le donne e i bambini. Le statistiche ufficiali evidenziano un incremento attorno al 120 per cento.
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Si tratta della famiglia che piace tanto a Ratzinger.
Quella per la quale è disposto a distruggere la società civile Italiana grazie all'appoggio di politicanti prezzolati pronti alla pratica del voto si scambio.
E a soffrirne è una società civile in cui i principi costituzionali sono disprezzati e nascosti alle persone che sono costrette a vivere esperienze distruttive.
Ma l'enormità dell'aumento dei reati all'interno della famiglia, da cosa è dovuto?
Forse perché oggi siamo in un momento sociale di transizione. Si va verso il nuovo, il nuovo assetto della società. Si esce da un vecchio assetto che costruiva situazioni sociali distruttive. Il nuovo si presenta e così molte persone chiedono giustizia.
Ma proviamo a leggere una situazione psicologica prodotta dalla famiglia Razinghianamente intesa:
E proprio circa la restituzione del dono, legame antico che saldava l'uomo alla donna, la donna vive illusioni controcorrente a quella società di cui fa parte senza esserne veramente parte, senza esercitarne gli scambi reali né conoscerli, priva di denaro e di potere contrattuale. L'uomo infine, il suo uomo, di questa società fa parte integrante. Così, le attese e le esigenze risultano spaccate nelle coppie stesse. Gli uomini e le donne vivono due esperienze troppo opposte. La conflittualità invade la convivenza. Restano forme, discorsi. Ma la reciprocità del dono è spezzata. Il dono non ha creato quel circuito di restituzioni umane che la donna, nella sua psicologia così anomala, così pre-industriale, si aspettava. Allontanata dal mondo della produzione, restituita alla casa, indotta da ideologie mistificatrici e opportunistiche o stupidamente inerziali a restare in quella psicologia; vittima dei propri slanci, cosciente delle proprie mutilazioni solo quando è troppo tardi, nello sforzo impari di una convivenza problematica la donna sposata sta attualmente pagando prezzi psicologici altissimi alla società industriale. Dai suoi primordi questa è stata spietata nei confronti di lei. Un tempo, alle donne in fabbrica infliggeva pesi e vergate. Adesso, alle improduttive nelle case infligge tutte le conseguenze psicologiche del disprezzo e dell'emarginazione. Intanto la cultura si è complicata, l'analfabetismo è sparito e, proprio sul versante del dono, dell'erogazione degli affetti, della presenza morale, dell'attenzione, dell'assiduità psicologica, dell'intervento accorto e sottile, degli equilibri più delicati, alla donna viene chiesto di più. Da Donna e serva di Armanda Guiducci ed. Rizzoli
Questa visione è quanto sta abbandonando la società civile: la serva ha consegnato le sue dimissioni!
E Ratzinger è furioso!
La Corte di Cassazione sta provvedendo a distinguere il lecito dall'illecito nelle relazioni familiari. Censura l'illecito promuovendo la persona, l'individuo in sé in contrapposizione all'individuo qualificato dal ruolo. Ed è attraverso la divisione e l'accettazione dei ruoli che avviene la rivolta della donna che la Corte di Cassazione ha dibattuto. Un ruolo che viene rotto. Il ruolo della serva! Un ruolo che viene afferrato; il ruolo della persona. La Corte di Cassazione ha riaffermato con forza questo concetto; ha voluto sottolinearlo con decisione.
La famiglia, Costituzionalmente intesa, NON E' LA FAMIGLIA IN CUI I SOGGETTI RINUNCIANO AL RUOLO DI PERSONE come vorrebbe Ratzinger costringendo, vigliaccamente, la donna in funzione dell'embrione e sottomessa all'uomo e dedita alla manipolazione mentale dei suoi figli. Essa stessa modello di questa manipolazione mentale!
Ratzinger ottiene il massimo del piacere dalla perversione delle sue richieste criminali alle persone della società civile: che le persone muoiano nel dolore senza poter scegliere una morte rapida.
A questa donna Ratzinger ha detto: partorirai nel dolore, vivrai nella miseria e morirai soffrendo.
Come sempre è avvenuto nel corso della storia, ogni processo di trasformazione sociale vede come NEMICO la chiesa cattolica e la sua necessità di imporre i dogmi criminali di Gesù di Nazareth. Ogni volta che le società civili necessitano di un po' di libertà, il loro nemico è sempre la chiesa cattolica e tutti quegli imbecilli che mettendosi al suo servizio pensano di trarre un qualche vantaggio. Ciò che essi rinunciano è alla loro stessa vita. Ma a che serve ripeterglielo cento o mille volte? Vivono l'attimo presente come un assoluto, come se la morte e il deperimento fisico non li sfiorasse. Vivono nell'illusione dell'immortalità e finiscono per supplicare il prodotto delle loro illusioni, quel dio buono e assassino, affinché li aiuti nella disperazione. Loro, padroni degli uomini; loro, esecutori della volontà del dio padrone; loro, i saccheggiatori della società civile!
Così Ratzinger si scaglia contro quella scienza che ha fornito prove che Ratzinger è solo un volgare truffatore. Come lo è la sua idea di creazione; come lo è la sua idea di dio che spaccia come una dose di eroina con violenza e ricatti. Violenza e ricatti sostenuti da una classe politica compiacente.
Così nell'articolo viene scritto: Alle ultime inaugurazioni dell'anno giudiziario il primo presidente Nicola Marvulli ha più volte sottolineato un preoccupante aumento dei reati in famiglia contro le donne e i bambini. Le statistiche ufficiali evidenziano un incremento attorno al 120 per cento.
Aggressioni sempre più violente organizzate da Ratzinger; bullismo imperante nelle scuole di ogni ordine e grado, organizzato da Ratzinger. Si tratta di rappresentazione nella società civile dei modelli educazionali cristiani. I cristiani si identificano tutti nel dio padrone. Da Berlusconi al bulletto nella scuola. E' lo stesso modo di essere. Dallo spacciatore di eroina a chi butta una donna nelle spazzature. E' lo stesso modo di essere. Identificazione col dio padrone, col pazzo di Nazareth; delirio di onnipotenza. Un vecchio discorso: l'operaio vessato in fabbrica, impotente nel far valere le proprie ragioni che sfoga in famiglia il proprio delirio di onnipotenza; il macellaio nazista che sfoga il proprio delirio di onnipotenza facendo funzionare le camere a gas e che in famiglia è un bravo marito e un padre modello!
E' il terrorismo sociale.
Quel terrorismo che pesa come un macigno sugli Esseri Umani e che li spinge a scuotersi generando a loro volta contraddizioni sociali più o meno violente.
Il vero problema è che quando guardiamo una società civile ci identifichiamo in giudici che analizzano i processi di trasformazione e non ci rendiamo conto del dolore e delle rabbie che hanno attraversato tutti i protagonisti delle trasformazioni sociali.
Mirca, la donna di questa notizia, non è altro che una delle centinaia di milioni di donne che sono state vessate in famiglia; una delle tante milioni di donne alle quali vigliaccamente gentaglia come Ratzinger hanno chiesto di rinunciare al loro essere una persona per diventare oggetto di loro proprietà nel sistema sociale. Bestiame che hanno usato per ricattare altro bestiame e riaffermare il proprio potere di dominio e di controllo nella società civile.
La schiavitù, per la chiesa cattolica, deve continuare ad esistere in ambito familiare. Solo in questo modo può continuare a vessare le persone. Ed è contro questo che ha sentenziato la Corte di Cassazione.
Ma alla fine, delle sentenze della Corte di Cassazione, cosa resta nella testa di un poliziotto o di un carabiniere?
Nulla!
Perché non gli interesserà nulla di cosa e come ha sentenziato la Corte di Cassazione. Per un poliziotto e un carabiniere è troppa fatica leggersi le sentenze della Corte di Cassazione. Preferirà offendere la società civile ricordando quello che ha imparato mentre veniva istruito dai criminali di Ratzinger:
Come in tutte le chiese dei Santi, le donne nelle riunioni tacciano, perché non è stata affidata a loro la missione di parlare, ma stiano sottomesse, come dice anche la legge. Se vogliono essere istruite in qualche cosa, interroghino i loro mariti a casa, perché è indecoroso che una donna parli in un'assemblea. Forse è uscita da voi la parola di Dio? O è giunta soltanto a voi? Se uno crede di essere profeta o avere i doni dello Spirito, riconosca che quanto scrivo è un ordine del Signore. Se qualcuno non lo riconosce, non sarà riconosciuto. 1 Corinti 14, 34-38
Si tratta di destabilizzazione sociale messa in atto da poliziotti e carabinieri.
Già, perché per avere una sentenza di giustizia dalla Corte di Cassazione sono necessarie spese di avvocati e anni di attesa conditi da rabbie e aspettative; mentre il poliziotto e il carabiniere agisce nell'immediato, nel sociale, direttamente sugli uomini con la violenza della sua carica istituzionale.
E il poliziotto e il carabiniere, anziché avere davanti ai propri occhi la Costituzione della Repubblica e la Stella a Cinque Punte come simbolo della Repubblica (con il suo significato e i doveri che gli dovrebbe ricordare), ha davanti a sé il crocifisso col quale manifestare la propria sindrome da onnipotenza e con la quale vessare cittadini inermi: tanto poi ci pensa il magistrato a condannare le proteste dei cittadini come resistenza a pubblico ufficiale.
E' così che nasce e prolifera il terrorismo sociale e le persone come Mirca possono essere vessate e Marvulli, preoccupato per il fenomeno: chissà perché, si chiederà con un misto di stupore e di faccia di bronzo!
Marghera, 31 luglio 2006
Claudio
Simeoni
Meccanico
Apprendista Stregone
Guardiano
dell'Anticristo
P.le Parmesan, 8
30175 Marghera - Venezia
tel. 041933185
e-mail: claudiosimeoni@libero.it
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