CORTE DI CASSAZIONE:


E' REATO DIRE A QUALCUNO


“IMPARA A LAVORARE”

06 GIUGNO 2006

di Claudio Simeoni


Per una morale della Religione Pagana Politeista

Indice generale dei temi relativi alla Costituzione della Repubblica,
alla Corte di Cassazione in relazione ai principi sociali della Religione Pagana.

 

La notizia:

“E' reato dire a qualcuno “impara a lavorare”. La Corte di Cassazione equipara, infatti, l'espressione all'ingiuria e precisa che il termine ha “valore lesivo della dignità professionale”. In base alla classificazione che la Suprema Corte da al termine, è stata resa definitiva la multa per il reato di ingiuria inflitta a Maria G., una 28enne di Termini Imerese che aveva rivolto la frase “impara a lavorare” alla ginecologa incontrata per strada, per redarguirla delle prescrizioni, a suo dire “errate e smentite da un altro medico”, che le aveva dispensato durante la gravidanza.”


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E' un atteggiamento che si manifesta nella società civile piuttosto comunemente.

La struttura da cui emerge è più o meno questa: esistono nelle persone delle aspettative nei confronti delle azioni del mondo; quelle aspettative costruiscono un modello nella testa delle persone. Un modello di verità a cui i fenomeni del mondo si devono adeguare. La persona non adegua il proprio modello mentale al mondo e alle condizioni nella quale vive, ma pretende che il mondo si adegui a lei; al modello che si è formato nella sua testa.

Alcuni anni fa apparve sulla scena della medicina un tale Di Bella che fu presentato come colui che poteva guarire le persone dal cancro e che la medicina ufficiale, per questo, lo osteggiava. Questo personaggio ebbe grande notorietà perché ciò che lui presentava, e come lo presentava, coincideva con l'idea di “miracolo” che le persone avevano in testa. Il concetto di miracolo, che nella vita lavorativa si traduce spesso con la “soluzione del problema con il minimo sforzo e con grande vantaggio economico”, è radicato nella testa delle persone al punto tale che la credenza nel miracolo porta masse consistenti di persone a radunarsi o a manifestare a favore di persone che millantano la possibilità di farli apparire.

La medicina, come nel caso in questione, è un percorso di conoscenza legato ai problemi e alle trasformazioni fisiologiche dell'uomo in generale e della specifica persona nel particolare. Le persone crescono, divengono e affrontano i problemi con le loro forze. Anche fra i medici possiamo individuare dei “luminari” e dei medici con poca esperienza. Il fatto di essere in possesso di una certificazione della propria capacità di svolgere una professione non significa che di quella professione si sappia tutto. La conoscenza è un processo di trasformazione dell'individuo e la trasformazione soggettiva è la sua ricchezza.

Questo vuole significare la Corte di Cassazione affermando che “impara a lavorare” è un'offesa.

La professione non è una verità che il dio padrone concede o che si svolge con un colpo di bacchetta magica, la professione è un atto di volontà soggettiva che attraverso l'uso di mezzi permette alla persona di affrontare una tipologia di problemi. Qualche volta i mezzi e la volontà soggettiva non sono sufficientemente adeguati rispetto al problema che si presenta.

La chiesa cattolica ha sempre presentato la “scienza medica” come una verità assoluta alla quale contrapporre la miracolistica del proprio dio padrone. La chiesa cattolica ha sempre impedito la ricerca medica. Ha sempre impedito che le persone diventassero consapevoli che la medicina, come le varie attività umane, fosse un processo di divenire e di trasformazione continua che richiedeva disciplina e impegno. Il risultato di questa perversione educazionale imposta alla società civile costringe le persone a dividere gli individui delle varie professioni fra “chi sa” e “chi non sa” senza poter distinguere vari gradi di trasformazione soggettiva. Solo che il giudizio fra “chi sa” e “chi non sa” è dato da chi non conosce o conosce male i processi di trasformazione soggettiva e i risultati generali della professione: l'utente o l'utilizzatore. Questo personaggio non distingue fra chi sa e chi non sa, ma distingue fra chi alimenta le proprie aspettative e chi non alimenta le proprie aspettative. Dal momento che l'utente della professione non conosce i limiti della professione stessa, preferisce riporre le proprie aspettative nel mago televisivo o nella madonna di Lourdes piuttosto che mettere in atto, ad esempio, dei comportamenti di vita virtuosi consigliati da qualche medico che per avere degli effetti benefici abbisognano di tempi lunghi.

La distruzione della conoscenza e del conoscere ( o l'impedimento alla crescita della conoscenza e del conoscere) viene praticato dal cristianesimo al fine di imporre sulle persone l'idea della miracolistica come possibilità arbitraria di intervento del suo dio nelle vicende umane.

La necessità di costruire l'ignoranza attraverso la quale invocare il miracolo, l'intervento provvidenziale del dio cristiano, si esprime in tutte le rivendicazioni di applicazione dei dogmi cristiani alla società civile invocati dalla chiesa cattolica:

“Riguardo poi alle carni immolate agli idoli, noi sappiamo, perché tutti noi abbiamo la scienza. Ma la scienza gonfia, mentre la carità edifica. Difatti, se uno crede di sapere qualche cosa, non ha nemmeno capito come bisogna sapere; invece, se uno ama dio, questi è da lui conosciuto.” Paolo di Tarso 1^ lettera ai Corinti 8, 1-2

E ancora:

“Considerate, o fratelli, la vostra chiamata: tra voi non ci sono né molti sapienti secondo la carne, né molti potenti, né molti nobili. Ma dio ha scelto ciò che è senza sapienza nel mondo, per confondere i sapienti; e le cose deboli ha scelto dio, per confondere le forti; e le cose umili del mondo e le disprezzate ha scelto dio, e quelle che non sono nulla per ridurre a nulla quelle che sono; affinché NESSUNO SI POSSA VANTARE DINANZI A DIO. Orbene, è per messo di lui che voi siete in Cristo Gesù, il quale da parte di dio è diventato per noi sapienza e giustizia e santificazione e redenzione, affinché, come sta scritto: “Chi si gloria, si glori del signore”.” Paolo di Tarso 1^ lettera ai Corinti 1, 26-31

Appare evidente come l'insegnamento dei cattolici sia quello di distruggere ogni uomo che raggiungendo dei risultati in campo professionale o sociale pretenda che quei risultati siano considerati come il risultato dei suoi sforzi e non possa tollerare di essere umiliato nella sua attività.

Questo in sostanza ribadisce la Corte di Cassazione in contrapposizione ai dogmi dottrinali cattolici.

Che ci sia un odio da parte della chiesa cattolica nei confronti della capacità degli Esseri Umani di affrontare e risolvere i problemi della vita è dimostrato e violentemente praticato dalla chiesa cattolica:

“La scuola laica è la tirannide di una setta tenebrosa

Di tale cristiana istruzione appare evidente cresciuta la necessità sia da tutto l'andamento dei tempi e dei costumi moderni, sia specialmente da quelle pubbliche scuole, prive di ogni religione, dove si tiene quasi per sollazzo il deridere le cose più sante, e del pari sono aperte alla bestemmia e le labbra dei maestri e le orecchie dei discepoli. Parliamo di quella scuola che si chiama per somma ingiustizia neutra o laica, ma che non è altro che tirannide prepotente di una setta tenebrosa. Un siffatto gioco di ipocrita libertà voi già denunciaste ad alta voce e intrepidamente, o Venerabili fratelli, massima in quei paesi dove più sfrontatamente furono calpestati i diritti della religione e della famiglia, anzi soffocata la voce stessa della natura, che vuole rispettata la fede e il candore dell'adolescenza” Pio X, Enciclica Editae saepe Dei, 26 maggio 1910” Tratto da “Il sillabo e dopo” di Ernesto Rossi ed. Caos.

Ma dal 1910 le cose non sono cambiate l'odio dei cristiani per gli sforzi degli uomini al fine di sviluppare il sapere e la conoscenza continua con l'aggressione alla scuola dello Stato Italiano al fine di demolirne i fondamenti e poter spacciare un dio padrone al di sopra del sapere degli uomini. Afferma il cattolico Angelo Scola, cardinale cattolico al Corriere della Sera in data 16 luglio 2006:

“Il mito della scuola unica è nato con l'Unità d'Italia e con un'istanza giusta- in un paese in cui solo il 20% parlava la lingua nazionale - di trovare un patrimonio comune che configurasse il cittadino. Sia la destra che la sinistra storiche hanno perseguito questo intento, cui però si sono mescolate posizioni ideologiche spesso anticattoliche. La riforma Gentile ha fondamentalmente codificato questo stato di cose, e i suoi principi sono stati recepiti dalla Costituzione. Si è detto che la scuola per essere laica deve essere neutra, indifferente a qualsiasi Weltanschauung; e si è pensato di garantire la neutralità attraverso l'unicità. Ma lasciamo stare il passato. Ora, a me pare che in un contesto di meticciato di civiltà, com'è il nostro, non soltanto il modello di scuola unica limiti il tasso di libertà del Paese, ma riduce scuola e università a cenerentole: l'ingessatura centralistica non consente di assumere le novità e le contraddizioni che si stanno manifestando nelle nostre scuole ed università. La proposta è: lo Stato smetta di “gestire la scuola” e si limiti “a governarla”.”

L'attività di eversione dell'ordine democratico di Angelo Sodano appare evidente nel tentativo di distruggere la scuola pubblica in funzione di una scuola privata più adatta a costringere bambini in ginocchio davanti ad un crocifisso piuttosto che aiutare i bambini a sviluppare la loro conoscenza e il loro sapere “... quelle che non sono nulla per ridurre a nulla quelle che sono; affinché nessuno si possa vantare dinanzi a dio.”

Per questi motivi, in aperto contrasto con la chiesa cattolica, la Corte di Cassazione ha dichiarato che l'espressione, in quel contesto, “impara a lavorare” è un'espressione ingiuriosa e lesiva della dignità professionale della persona.

Marghera, 26 luglio 2006



Claudio Simeoni
Meccanico
Apprendista Stregone
Guardiano dell'Anticristo

P.le Parmesan, 8

30175 Marghera - Venezia

tel. 041933185

e-mail: claudiosimeoni@libero.it


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