CORTE DI CASSAZIONE:
NON FU REATO DARE DEL BUFFONE
A BERLUSCONI
08 giugno 2006
di Claudio Simeoni
Per una morale della Religione Pagana Politeista
La notizia:
Semplice critica nata da fatti scontati che hanno diviso l'opinione pubblica.
La Suprema Corte ha annullato la multa di 500 euro comminata a Pietro Ricca.
Dare del buffone a qualcuno - nel caso specifico a Silvio Berlusconi - non è reato: soprattutto se il destinatario dell'offesa è un Presidente del Consiglio che ha ripetutamente attaccato i giudici che volevano processarlo e ha varato leggi ad personam. E soprattutto se l'epiteto viene lanciato nel corridoio del tribunale, nel luogo particolarmente idoneo a suscitare riflessioni sul tema della legalità e del rispetto della legge. Per questo dice la Cassazione, va assolto Pietro Ricca, che il 05 maggio 2003 insultò l'allora Presidente del Consiglio davanti all'aula del processo Sme. Le motivazioni dell'assoluzione vengono rese note ieri: e scatenano subito una raffica di polemiche da parte del centrodestra. Anche perché si tratta di motivazioni che , appena velate dietro il linguaggio giuridico, si schierano risolutamente per il buon diritto del giovane Ricca a manifestare anche in termini aspri il suo dissenso verso il discutibile comportamento del Berlusconi politico ed imputato.
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Perché Berlusconi si è sentito offeso dalle affermazioni di Pietro Ricca?
Perché il Berlusconi ha denunciato Pietro Ricca?
Pietro Ricca non ha gridato: Il re è nudo!. Pietro Ricca ha offeso Berlusconi chiedendogli di essere uguale ad ogni altra persona all'interno del Sistema Sociale. Pietro Ricca si è permesso di dire a Berlusconi di rispettare le leggi del Sistema Sociale.
Questo ha scatenato l'ira di Berlusconi.
Dal momento che Berlusconi non poteva dire al Pietro Ricca che egli era figlio di dio e dunque dio egli stesso, ha mascherato la sua ira fingendosi offeso per l'epiteto di buffone con cui Pietro Ricca ha colorito le sue accuse.
Sembra che da parte di Berlusconi ci sia stata l'incapacità giuridica di distinguere la critica fatta nel rispetto della norma giuridica da un significato apparente del termine buffone.
In realtà non è così. Berlusconi aveva capito benissimo la critica e l'insieme della stessa, ma non poteva tollerare che un cittadino qualsiasi si permettesse di criticare dio, il premier, nel cui ruolo si identificava.
L'uguaglianza di fronte alla legge prescinde dal ruolo istituzionale che una persona occupa. E' l'uguaglianza cattolica che permette ad alcune persone di sottrarsi alla legge perché sono al di sopra o al di là della legge: sono morte alla legge. I cattolici non processano Gesù, nemmeno quando ordina di scannare chi non si mette in ginocchio davanti a lui. Anzi, lo considerano un comportamento da imitare, come hanno fatto. I cattolici non processano il loro dio che si vanta di aver macellato l'intera umanità col diluvio universale: macellare l'umanità, per loro, è un dovere praticato con grande attenzione nel corso della storia.
Perché il cristiano non applica a sé stesso il non ammazzare? Perché lo impone all'altro, al più debole?
Perché il cristiano, ad imitazione di Cristo, è morto alla legge; è al di sopra della legge; è al di là della legge. La legge vale per gli altri, gli sciocchi, coloro che vanno costretti in ginocchio.
Ancor oggi la maggior parte dei magistrati risentono di quest'educazione imposta dai cristiani. Così, vedono con un occhio di benevolenza chi ha commesso reati gravi occupando ruoli istituzionali, mentre sono pronti a torturare i piccoli uomini che attraverso i loro gesti chiedono quella giustizia sociale che i magistrati stessi, per scelta o per educazione, negano. Lo stesso sistema giuridico è ben più feroce nei confronti di chi ruba pochi spiccioli che non nei confronti di distrugge intere fortune sociali. E' più facile che sconti la pena chi ha rubato una mela in un supermercato che non chi ha ucciso molte persone mettendo il metanolo nel vino venduto a poco prezzo. La tentazione del magistrato di essere al di fuori della legge, privo di doveri nei confronti di essa, è la stessa forza che fa indignare Berlusconi quando viene richiamato affinché si sottometta alla legge.
Il dio dei cristiani detta le leggi, ma lui si sottrae alle leggi. Le leggi che il dio dei cristiani detta non si applicano al dio, ma solo alle persone indifese.
Che differenza c'è, dal punto vista dell'irritazione psicologica fra un Berlusconi che urla alla sua scorta: Individuatelo! e sporge denuncia e le dichiarazioni del dio dei cristiani ad opera di Geremia?
Ecco, io sono il Signore di tutti i mortali: che cosa ci può essere d'impossibile per me? Queste cose dice dunque il Signore: ecco io darò questa città in mano dei Caldei, in potere del re di Babilonia ed egli la prenderà. I Caldei che attaccano questa città vi entreranno, vi appiccheranno il fuoco, ne bruceranno le case, sui tetti delle quali si è sacrificato a Baal e si sono fatte libagioni agli dèi stranieri, per muovermi ad ira. Perché i figli d'Israele e di Giuda hanno sempre fatto il male davanti a me, fin dalla loro gioventù; i figli d'Israele fino ad ora mi hanno irritato con le opere delle loro mani, dice il Signore. Questa città è diventata il bersaglio del mio furore, della mia indignazione, dal giorno in cui la fabbricarono fino a quello in cui sarà tolta dal mio cospetto, a causa delle tante malvagità che i figli d'Israele e i figli di Giuda commisero per provocarmi a sdegno, essi, i loro re, i loro prìncipi, i loro sacerdoti, i loro profeti, gli uomini di Giuda e gli abitanti di Gerusalemme. Essi mi hanno voltato le spalle e non la faccia, e mentre io con ogni cura cercavo d'istruirli e di educarli, non vollero ascoltare, né ricevere istruzione. Geremia 32, 27-33
Si tratta di manifestazioni da dio onnipotente che pretende che nessuno lo giudichi e che tutti siano ossequiosi del suo operato: qualunque questo sia.
E, davanti al magistrato che lo scongiura, chi è educato ad identificarsi col Gesù di Nazareth afferma:
Tu l'hai detto; anzi io vi dico: d'ora in avanti vedrete il figlio dell'uomo assiso alla destra dell'onnipotente e venire sulle nubi dal cielo. Vangelo di Matteo 26, 64
Però potrebbe verificarsi, nella medesima situazione, che consideri il magistrato un dio onnipotente, anziché una persona indipendente che redime una questione e, venendo a trovarsi in una situazione di debolezza (non è lui che ha fatto una denuncia, ma altri che ne hanno denunciato deliri di onnipotenza, al di là di come si sono concretizzati tipo le questioni che Berlusconi ha avuto con Di Pietro) chi è ammalato di onnipotenza e si identifica col Gesù di Nazareth:
Quando tu vai col tuo avversario dal magistrato, procura di aggiustarti con lui lungo la strada affinché egli non ti trascini davanti al giudice e il giudice ti consegni all'agente e l'agente ti metta in prigione. Vangelo di Luca 12, 58
Forse era più opportuno nel Sistema Sociale rispettare prima le regole sociali, ma forse non era altrettanto redditizio.
C'è un altro ammalato da onnipotenza, Bernardo Provenzano.
Anche a lui si è, in qualche modo, urlato: Fatti processare! E' talmente profondo il suo delirio che in prigione:
La bibbia. La direzione del carcere qualche settimana fa gliene ha fatta avere una nuova. Un magistrato l'ha comperata apposta per lui. La sua, quella che aveva prima della cattura, è diventata materia d'indagine, è finita sotto sequestro dei procuratori di Palermo. Qualcuno si era accorto che era tutta segnata, pagina dopo pagina. Messaggi in codice? Dio ha voluto così, ha risposto Bernardo Provenzano quando i poliziotti gliel'hanno sfilata dalle mani per consegnarla ai decifratori dei codici corleonesi. Dio ha voluto così. E' questo che ripete quasi in trance il padrino di Corleone le poche volte che apre bocca nel super carcere di Terni. Dal giornale La Repubblica del 21 luglio 2006
Quante emozioni ha riversato in quelle note; quanto delirio da onnipotenza ha montato dentro di sé.
Eppure, nonostante il delirio di onnipotenza ha una cosa in comune con Berlusconi: il denaro che hanno accumulato ha prodotto dolore in molte persone, ma non se lo porteranno nella tomba e, per entrambi, non manca molto tempo. La vita non è infinita.
Perché il delirio di onnipotenza si soddisfa facendo del male alle persone; non solo sottraendosi alle leggi.
La Corte di Cassazione deve ristabilire il modo corretto attraverso le quali avvengono le relazioni fra individui nel Sistema Sociale e queste sentenze hanno il pregio di mettere ordine là dove la magistratura ordinaria, per vari motivi, tende a imporre una propria visione soggettiva delle norme.
Imporre a chi è o è stato Presidente del Consiglio la norma secondo cui tutti gli uomini sono uguali davanti alla legge e uguale deve essere il loro comportamento nella società civile significa riaffermare il dettato Costituzionale in contrapposizione all'attività di eversione attraverso la quale il cristianesimo si impone su bambini indifesi. Ormai, per l'ex bambino Berlusconi non c'è più nulla da fare, ma se le sentenze saranno applicate in contrapposizione all'orrore cristiano qualche speranza ci sarà per i bambini che oggi affrontano il loro futuro.
Marghera, 26 luglio 2006
Claudio
Simeoni
Meccanico
Apprendista Stregone
Guardiano
dell'Anticristo
P.le Parmesan, 8
30175 Marghera - Venezia
tel. 041933185
e-mail: claudiosimeoni@libero.it
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