CORTE DI CASSAZIONE:
MOLESTIE DEL CAPO CONDANNA SICURA.
12 novembre 2005
di Claudio Simeoni
Per una morale della Religione Pagana Politeista
La notizia:
Un anno e quattro mesi di reclusione ad un dirigente che: ... approfittando del rapporto di lavoro agendo repentinamente aveva costretto la collega L.P. A partecipare in ufficio ad un gioco erotico dal quale la donna non si era sottratta per timore di ritorsioni professionali.
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Io sono il signore iddio tuo... Non avrai altro dio al di fuori di me
Per il cristianesimo la persona che lavora non è colei che svolge una mansione per la quale viene pagata, ma deve essere sottomessa sempre, con tutto il suo cuore e con tutta la sua anima. Dal punto di vista psicologico il datore di lavoro o il capo o il superiore cristiano non è colui che deve svolgere delle mansioni o che ha degli obblighi dal punto di vista lavorativo nei confronti di dipendenti, sottoposti o colleghi, ma è colui che ne dispone le persone. Il cristiano non considera di aver a disposizione chi svolge una mansione, ma considera di aver a disposizione una persona.
Il dirigente cristiano si sente padrone della persona; il suo unico dio padrone.
Da qui l'idea di poter disporre della persona e l'idea che la persona lo debba amare con tutto il suo cuore e con tutta la sua anima. In fondo, lui è il suo capo.
L'idea di onnipotenza viene imposta mediante la violenza emotiva sui bambini che crescono con l'idea di imporre sé stessi con la violenza non appena acquisiscono un ruolo sociale che glielo permetta.
La Corte di Cassazione si sta scontrando col principio cattolico secondo cui è il suo dio che determina i ruoli sociali e, pertanto, ogni persona deve essere sottomessa al ruolo che dio gli ha assegnato.
Schiavi, obbedite in ogni cosa ai vostri padroni secondo la carne, non solo quando vi vedono, ma per piacere agli uomini, con sincerità di cuore, per timore del Signore. Paolo di Tarso, lettera ai Colossesi 3, 22
E ancora:
Schiavi, obbedite ai vostri padroni di quaggiù con rispetto e con timore, nella semplicità del vostro cuore, come a Cristo. Paolo di Tarso lettera agli Efesini 6, 5
E ancora:
Servi siate sottomessi con ogni rispetto ai vostri padroni, non solo a quelli che sono buoni e ragionevoli, ma anche a quelli di carattere intrattabile. Poiché piace a dio che si sopportino afflizioni per riguardo verso di lui, quando si soffre ingiustamente. Infatti che gloria c'è nel sopportare ed essere battuti, quando si ha mancato? Ma se voi, pur avendo agito rettamente, sopportate sofferenze, questo è gradito davanti a dio. Anzi è appunto a questo che voi siete chiamati, perché Cristo pure ha sofferto per voi, lasciandovi un esempio affinché ne seguiate le orme. Prima lettera di Pietro 2, 18-20
E ancora:
Ognuno sia soggetto alle autorità superiori; poiché non c'è autorità che non venga da dio, e quelle che esistono sono costituite da dio. Paolo di Tarso lettera i Romani 13,1
E mentre la Corte di Cassazione sta tentando di ripristinare il valore della persona all'interno del posto di lavoro, l'educazione cristiana impone all'individuo di considerare sé stesso creato ad immagine e somiglianza del suo padrone. Così, anziché gestire le mansioni lavorative delle persone, si pretende di gestire la persone, possederla, costringerla all'obbedienza.
Vedremo come molti interventi della Corte di Cassazione saranno tesi a ripristinare il diritto della persona a possedere e disporre liberamente di sé stessa in contrapposizione ad un sistema educazionale cristiano che incita le persone a trasformarsi in oggetti posseduti dal suo dio e le induce a possedere persone a loro volta.
Mentre la Corte di Cassazione impone rapporti di lavoro in cui una persona svolge mansioni e il datore di lavoro acquista quelle mansioni, i vangeli della chiesa cattolica sono legati al concetto di schiavitù della persona. Una schiavitù che non è più la schiavitù economica, ma la schiavitù della psiche e dell'anima. Una schiavitù che considera le persone sottomesse a chi detiene un potere all'interno delle Istituzioni. Tanto che sono le Istituzioni a confermare il valore di una persona e nn la persona che qualifica il valore dell'Istituzione.
Così il capo ti è superiore perché egli è il capo e pretende sottomissione: lo ha voluto dio. Non si sente in dovere di riaffermare ogni giorno, mediante le proprie azioni, il valore dell'Istituzione di cui è parte. Non si sente al servizio della Società civile, ma considera sé stesso il padrone della società civile e pensa o presume che le persone lo amino perché lui occupa quella posizione.
Da questa convinzione scaturiscono questo tipo di reati.
Reati che violano l'integrità della persona che si sente violentata da colui che dovrebbe essere al proprio servizio: il capo o il superiore!
E' il principio di dovere che la Corte di Cassazione ha riaffermato nei confronti del capo condannandone gli atti di violazione della persona che aveva messo in atto pensando a sé stesso come l'immagine del dio padrone che, per questo, doveva essere amato dal sottoposto sottomesso con tutto il suo cuore e con tutta la sua anima.
Questo principio cristiano cozza contro i principi della società civile, contro i principi della Costituzione.
Da qui la condanna.
Marghera, 26 luglio 2006
Claudio
Simeoni
Meccanico
Apprendista Stregone
Guardiano
dell'Anticristo
P.le Parmesan, 8
30175 Marghera - Venezia
tel. 041933185
e-mail: claudiosimeoni@libero.it
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